L'oscurità è un'amica di tutti, i più la vedono in maniera costante, tutta la vita essa si manifesta nel cuore di ogni essere vivente. L'oscurità è una costante dell'animo umano, essa si nutre delle paure, dei peccati, dei desideri più oscuri e profondi ma è il cuore il vero mattatore perchè l'oscurità nasce e cresce li dentro. C'è chi soccombe ad essa divenendone schiavo, uno zombie in preda alla disperazione, alla depressione ma c'è anche chi riesce a comandare il cuore soggiogandolo al proprio volere per farne un'arma, unica ed inimitabile. Il cuore è per alcuni è l'arma più potente che ci sia, capace di compiere meraviglie, in grado di portare distruzione, rendere manifesta l'oscurità insita in esso e lo sanno bene coloro che del cuore ne hanno fatto un'arte. In questa notte autunnale dove il freddo ed il vento non lasciano tregua, dove la battente pioggia ricade sulla terra senza remora alcuna, un ragazzo è stato finalmente scelto per dare inizio al suo destino. Tsumi non è come tutti gli altri, lui appartiene ad un'antica dinastia, a quel clan capace di sopravvivere al passare del tempo nonostante tutto e la sua iniziazione ha perciò inizio. Addormentato, sta sognando, vede se stesso al centro di un lago, immenso dai confini infiniti ma ben preso quel lago, quella distesa di acqua, si trasforma divenendo cremisi, un mare di sangue avvolge le gambe del genin ed in esso può specchiarsi; il suo riflesso è insanguinato mentre l'udito percepisce un suono, un battito, lento, cadenzato, esso proviene da dentro quel lago di sangue. Sei li, stai avvicinando la mano, la stai immergendo quando il lago si inalbera, si ritira formando un'onda anomala. Non hai via di scampo, le gambe non funzionano, il corpo è immobile, vede con i tuoi stessi occhi la morte sopraggiungere nel momento in cui l'onda si abbatte su di te sprofondando al suo interno. L'oscurità, un battito di ciglia e quell'oscurità svanisce, vedi sfocato, ti senti intorpidito, non riesci a muovere nessuna parte del corpo, disteso su un qualcosa di rialzato da terra. Non riesci a capire cosa sia, l'unica cosa che la tua mente rallentata riesce a percepire sono tante fonti di luce tutte intorno a te a circondarti. I suoni sono ovattati, il respiro rallentato. [AMBIENT]
La vista offuscata piano piano riacquista chiarezza riuscendo a mettere a fuoco ciò che lo circonda. Tante figure incappucciate una al fianco dell'altra, i visi non sono visibili eccetto le labbra le quali si muovono in maniera continua; con la ripresa della vista, anche l'udito ricomincia a percepire suoni, per la precisione un canto, una cantilena simile ad una preghiera. Alle spalle delle figure si ergono delle creature fatte interamente di filamenti neri con una maschera in viso, maschera ridente; non si muovono, immobili alle spalle dei cerimoniali mentre Tsumi si accorge di essere sdraiato su una lastra di pietra, essa ha uno spessore di 30 centimetri, rialzata da terra per un metro con la schiena rivolta verso l'alto, a pancia sotto, con solo un paio di pantaloni indossati. Il busto risulta, dunque, completamente privo di qualsiasi copertura. Il corpo permane intorpidito riuscendo a muovere solamente la testa ed il collo e grazie a ciò, volendo, può comprendere di trovarsi in una stanza ovale illuminata da delle torce appese alle pareti, 3 per ciascuna ma nonostante ciò l'illuminazione è soffusa <Il momento è giunto> esordisce una voce possente all'interno di quella stanza, essa è al capezzale di Tsumi sovrastandolo <Ogni membro di questo clan sogna il proprio giorno di iniziazione alle segreti arti, il giorno in cui riceverà il cuore> mentre parla prosegue la cantilena da parte di tutti i presenti, difficile dire quanti essi siano ma il sottofondo del canto avvolge interamente la stanza al cui centro vi è proprio la lastra con sopra il genin <Fratelli e sorelle, portate il cuore della piccola Kizuato, un prodigio per un prodigio> aumenta l'intensità del canto ed una seconda figura, incappucciata anch'essa, avanza verso il sacerdote cerimoniale con in mano un piccolo forziere chiuso tramite un lucchetto. Il sacerdote tira fuori una singola chiave dorata inserendola nella serratura, il lucchetto viene sbloccato, un singolo "tac" può essere udito ed alla fine lo scrigno viene aperto; un cuore al suo interno in perfette condizioni <Tsumi Kakuzu, sei pronto ad intraprendere la strada?> rivolgendosi direttamente al ragazzo, aggirando la lastra di pietra per porsi frontalmente ad esso così da essere un minimo inquadrato. Di nuovo il viso è impossibile da esser visto salvo per le labbra le quali si mostrano raggrinzite con svariate rughe intorno ad esse. [AMBIENT]
Un nome, un ricordo, un'amica, una conoscente, qualcuno in grado di sfondare il muro dell'apparenza per vedere qualcosa di più, un semplice e strambo ragazzo capace di provare emozioni. Queste si manifestano nell'animo del genin tramite una lacrima su quel volto, un'umanità perduta e forse ritrovata toccando le giuste corde. Una risposta secca emerge dalle labbra, un "si" definitivo sancisce la sua decisione, pronto a divenire parte di quel mondo, ad essere tutt'uno con i suoi fratelli e le sue sorelle, ad essere un Kakuzu. Il sacerdote aggira la lastra di pietre, affianca il corpo del ragazzo tirando fuori dalla manica sinistra un coltello il cui metallo risplende nella stanza, affilato come i denti di un leone <L'iniziazione ha inizio> sussurrate quelle parole, la cantilena cessa, il silenzio avvolge interamente quel luogo. Non un suono, non un movimento, niente; tutti i presenti sono immobili, Tsumi può sentire quegli sguardi su di se, brevi attimi ed il coltello s'infila nelle carni della sua schiena penetrando la pelle con forza, oltrepassando i tessuti. A freddo, il dolore percepito è inimmaginabile, la fuoriuscita di sangue copiosa, sangue che scorre lungo la strada di pietra, lungo il di lui corpo. Il coltello viene fatto muovere nei pressi della spalla destra scuoiandolo, aprendo quella zona sollevando la pelle, creando un'insenatura al suo interno; una manciata di secondi in cui è il dolore a farla da padrone mentre la seconda figura si avvicina ulteriormente porgendo lo scrigno. Il sacerdote estrae il coltello dalle carni dello sventurato lasciando ricadere al suolo il coltello per poi prelevare il cuore dal suo contenitore inserendolo nel corpo del Kakuzu; il cuore entra oltrepassando la pelle ed i muscoli, adagiato in un corpo non suo ma nel momento stesso in cui tocca le carni di Tsumi esso ricomincia a battere. La figura incappucciata si allontana portando via lo scrigno ed una terza si avvicina con un panno tra le mani su cui vi è un ago ed un filo spesso prelevato direttamente da un Kakuzu ed infine una maschera. Ago e filo vengono uniti, la pelle avvicinata, l'ago penetra la pelle per passarvi attraverso giungendo sull'altra, facendovi passare il filo. Il dolore non è ancora finito. [AMBIENT]
Nulla accade per caso, la cantilena cessa per far posto ad un'altra. Un canto di dolore emerge dalle labbra del Kakuzu, urla disperate e disumane impregnate di sofferenza, urla che avvolgono quella stanza, urla di eccitazione; un masochista, un autolesionista intento ad eccitarsi man mano che il coltello gli perfora le carne tagliando ogni zona di quel piccolo angolo di corpo e quando il coltello viene estratto, ago e filo ne prendono il posto. L'ago penetra la pelle passando al lembo successivo, filo Kakuzu unisce le varie estremità con il sangue ancora intento ad uscire, a sporcare ogni cosa, a decorare quella nuova nascita. Tanto è il dolore, tanta l'eccitazione e cosa succede quando si raggiunge il culmine? Il suo corpo reagisce di conseguenza, il cavallo dei pantaloni inevitabilmente si sporca, si bagna insozzando la zona, fluidi corporei si mischiano al sangue del ragazzo mentre la pelle viene ricucita totalmente. Infine la maschera viene presa dalle mani dell'altra figura, adagiata sulla schiena in prossimità della cucitura ed a sua volta viene cucita insieme alle pelle la quale si tira su, tirata enormemente per farla aderire ad essa. La mano sinistra trattiene l'oggetto, la destra cuce, un connubio perfetto che porta altro dolore nella vita del ragazzo, un dolore che probabilmente non avrebbe mai più provato ed a loro concluso la schiena martoriata si ritrova completa. La maschera emerge da essa, direttamente collegata al cuore di quella ragazza, l'iniziazione si compie. Le mani del sacerdote, sporche di sangue, tremano, si alzano, le braccia si allargano e la cantilena da parte del resto del clan riprende <Diamo il benvenuto al nostro nuovo fratello> il canto aumenta d'intensità, più gioioso questa volta mentre il sacerdote si riporta frontalmente flettendo le ginocchia per raggiungere l'altezza del viso del ragazzo <Il tuo destino comincia da ora, Kakuzu> la mano viene passata sul viso di Tsumi, una semplice carezza e nuovamente sente l'intorpidimento del corpo aumentare, le palpebre divengono pesanti, la vista si sfoca, i colori svaniscono e l'oscurità prende nuovamente possesso del di lui corpo. Calato in un profondo sonno, Tsumi cessa di soffrire, cessa di vivere per quella sera in cui ha ottenuto la ricompensa per tanti anni di sacrificio, pronto a camminare al fianco della sorella, uscendo dalla sua ombra. [END]