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[ Clan ] Un granello di sabbia

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con Furaya, Dyacon

Attendere esito...

Durante la giornata, il neo Genin ha ricevuto una missiva che riguardava la sua convocazione nel Dojo dell'omonimo clan di appartenenza. La struttura è situata in una zona remota del villaggio, trattandosi di strutture secondarie che son state aggiunte e non costruite assieme a Konoha. Non è molto grande, poiché la sede principale resta quella di Suna, mentre quelle site nei rispettivi villaggi sono soltanto per quei ninja che, per un motivo o per un altro, sono lontani da Suna. Nella missiva citata in precedenza, il ragazzo ha avuto modo di leggere che la sua presenza era richiesta al Dojo, da un figuro chiamato Geemon Sabaku. Conosciuto come il Capo Clan, resta una persona sconosciuta per quanto riguarda il carattere, piuttosto riservato nei confronti di chiunque abbia di fronte. Si narra che non abbia neanche una famiglia, bensì che prosegua nella sua normale vita quotidiana come eremita. Non a caso, infatti, è spesso in viaggio e lontano da Suna e s'è diretto proprio oggi nel villaggio della Foglia. Pare che il momento sia finalmente giunto, qualcuno deve avanzare nella sua carriera di shinobi e risvegliare l'innata tanto famosa e legata al Kazekage Gaara. Prima che possa raggiungere l'ingresso, verrà intercettato da una ragazza vestita con un kimono floreale ed i capelli raccolti verso l'alto in uno chignon, scoprendone quindi la nuca ed i lati del collo. Il volto è pallido e dagli zigomi alti, l'espressione serena e tranquilla, così come il tono che utilizza per rivolgersi a Dyacon, una volta inquadrato. <Seguimi pure, ti condurrò dal Capo Clan.> E gli dà le spalle senz'ammettere repliche o, comunque, lasciandogli sicuramente modo di parlare, ma non di restare fermo nel punto d'ingresso. Non bisogna far aspettare la gente importante, dico bene? La zona antistante al Dojo è un piccolo giardino dall'erbetta tagliata finemente, con un sentiero formato dalla successione di massi piuttosto grandi e dalla forma ovale, di color grigiastro chiaro. Al termine del piccolo sentiero che curva poco prima della struttura, vi sono degli scalini in legno per un totale di tre appena. Saliti quelli, s'accede quindi tramite una porta sottile, di quelle a scorrimento. Per ora, ti basta sapere questo. [ Ambient per Dyacon ]

18:06 Dyacon:
 [Esterno Dojo] Aveva sentito parlare dei vari dojo degli altri paesi costruiti nella zona limitrofa di Konoha, tuttavia non aveva avuto l'opportunità di vederne uno dal vivo. Almeno fino ad ora. Ha ricevuto una strana missiva, recante solo il posto e l'orario da raggiungere, senza spiegazioni sul motivo. < ..... > Resta in silenzio, immerso nei suoi pensieri più intimi, oltre che provare una strana sensazione: un mix di ansia e di angoscia situato nei pressi della bocca dello stomaco. < Ehhh... > Sospira ed inspira, provando ad alleviare quel peso che si porta dietro dal momento in cui ha ricevuto il dispaccio. All'imbrunire, raggiunge il luogo prefissato, lasciando scivolare lo sguardo color ametista sullo stesso: dal giardino finemente tagliato, a quella sorta di sentiero di pietre che termina nei pressi degli scalini che consentono l'accesso al dojo. < Sì. > Unica parola in risposta alla richiesta di quella ragazza che gli fa da guida, stile cicerone. La squadra da dietro, provando a liberare la mente e pensare ad altro. Niente. Non ci riesce. L'interlocutrice lo potrà veder vestito in questo modo: capigliatura corvina lasciata alla mercé del tempo, dove delle ciocche gli ricadono lungo i rispettivi lati, fino alla mascella, incorniciando tra loro quei tratti somatici morbidi e candidi, in cui spiccano le due pietre blu incastonate nelle orbite oculari. Busto che indossa un gilet a doppio petto con trama a scacchi, coperto da un kimono nero come la pece con ricami rosso fuoco. Pantaloni purpurei a cui sono assicurati sia il poraoggetti che il portakunai. Il primo sporge di poco oltre il fianco destro, mentre il secondo è legato intorno al quadricipite della gamba mancina. Stivali scuri alti fino alle caviglie e aperti sulle punte, mettendo in mostra le dita. A conclusione dell'outfit, dei guanti con rinforzi in acciaio nei pressi dei dorsi, indossati da ambo le mani.

Si tratta di un piccolo Dojo in stile giapponese. Costruito su una pianta rettangolare e fatta interamente in legno, s'ergono le quattro pareti che lo compongono. Aperta la porta scorrevole che dà verso l'interno, seguendo la fanciulla che gli fa da cicerone, potrà notare la presenza d'un uomo che avrà forse una trentina d'anni. Sì, v'aspettate tutti quei capi clan vecchi e barbuti che sembrano vivere in eterno, eh? Invece no, tutto il contrario. La stanza all'interno è una semplice palestra, di quelle piccole, ma che possono contenere massimo una decina di persone durante il loro allenamento. La sua particolarità? Avete presente quei box in cui vengono messi i bambini a giocare? Tipo quelli con tutte le palline colorate, esatto. Ecco, l'unica differenza è che lì dentro c'è soltanto sabbia. Sabbia dorata come quella del deserto che occupa il terreno dieci metri per dieci. L'uomo citato poc'anzi sosta in prossimità del bordo di questa piscina fatta di sabbia nella sua interezza, vestito con un kimono nero ben aderente al fisico magro. Ai piedi, ha un paio di sandali ninja e dietro la schiena quella sembra una bella e grossa giara color ocra e rosso, recante il simbolo del clan sul suo dorso. I capelli neri ne sormontano il cranio in cui spiccano particolarmente le iridi altrettanto scure e lo sguardo incavato. Piuttosto magro, si potrebbe dire, è evidente come la forza fisica non sia affatto il suo punto migliore. <Buonasera, ragazzo> Allunga la dritta, dapprima piegata ed unita con la manca dietro la schiena, per invitarlo ad entrare. La fanciulla, dopo averlo accompagnato, non farebbe altro che lasciarlo innanzi all'ingresso e svicolare altrove, sparendo alla vista d'entrambi per il momento. <entra pure. Abbiamo molto di cui parlare, credo.> Un piccolo accenno di sorriso compare sul viso dell'uomo, sparendo in men che non si dica come se non dovesse farsi vedere in quello stato, fingendosi dunque serio ed autoritario. [ Ambient per Dyacon ]

18:49 Dyacon:
 [Dojo] Si ferma nei pressi della porta del Dojo, restando accanto alla ragazza che lo ha accompagnato fin la. La testa rimane china in modo rispettoso, mentre le braccia scivolano lungo i fianchi, unendosi grazie alle mani ad altezza pube, cercando quel rilassamento sparito da un bel pò di ore ormai. Postura umile che si scioglie nel medesimo istante in cui sente un'anta scorrere sul pavimento, permettendo così di avere accesso nella palestra. Il cuore gli balza letteralmente in gola, conscio che presto, molto presto, potrà guardare negli occhi il capo clan dei Sabaku, vera e propria leggenda a Suna. "Tap - Tap" Passi timidi quelli mossi per farlo entrare nel dojo. Segue con la coda dell'occhio l'allontanarsi della ragazza, restando da solo con Geemon. < Buonasera a Voi Signore. > Effettivamente lo immaginava e lo credeva più vecchio. Invece, ora che gli si para innanzi, può tranquillamente essere suo fratello maggiore. < Vi ringrazio. > Si addentra ancora di più nel luogo solo dopo aver ricevuto l'ok dal padrone di casa. < ..... > Lo sguardo color ametista scivola sulla struttura della costruzione, soffermandosi sulla sabbia presente in quella piscina artificiale. Vederla e sentirne lo scorrere lo riportano indietro nel tempo, quando era ancora a Suna ed il caldo imperversava senza ostacoli. Gli angoli delle labbra si arcuano per un breve istante verso l'alto, abbozzando un sorriso spontaneo su quei tratti somatici senza colore. Completamente desaturati. In sentesi: albini. < E' un onore per me conoscervi Signore. > Ammette con un tono di voce spezzato dall'emozione. Deglutisce, riprendendo immediatamente la parola. < Sarò ben lieto di rispondere alle vostre eventuali domande. > Torna ad essere serio, indugiando con insistenza sull'enorme giara color ocra e rosso che lo stesso porta dietro di sè. Caratteristica unica di un Sabaku. Non vede l'ora di averne una anche lui.

L'individuo si sofferma sul nuovo interlocutore, lo squadra per un momento dalla testa ai piedi e resta ad ascoltarne il dire. L'espressione permane attenta, indagatoria, muovendo il capo in un tacito annuire man mano che questi apre bocca. <Invero, il nostro non è altro che un incontro conoscitivo per comprendere quanto tu sappia a proposito del Clan Sabaku.> Compie un paio di passi appena che dovrebbero riuscire a condurlo di fronte al ragazzo, restando però comunque ad un paio di metri, evitando di invadere il suo spazio personale, mantenendo altresì la conversazione pacifica. Le braccia restano piegate e unite dietro la schiena, la quale è ben dritta e lo sostiene nel suo metro e settanta scarso. <Mi preme sapere cosa conosci sulla nostra storia e sulla nostra innata. L'invito nel Dojo è dovuto principalmente a conoscere le tue basi, poiché sarò io a renderle in seguito solide.> Con tutti gli insegnamenti del caso e le nozioni delle quali ha bisogno per apprendere tutto quello che riguarda l'innata dei Sabaku. <Deduco tu non sia ancora in grado di richiamare la tua innata, motivo per il quale ci sono qui io, adesso.> Non c'è bisogno di nascondere oltre le reali motivazioni che rendono Dyacon interessante agli occhi dell'altro, proprio in virtù di quanto appena asserito. L'espressione, come prima, resta irrimediabilmente seria poiché non c'è da scherzare. Attivare l'innata dovrebbe essere un vanto per chiunque, uno sfregio invece per chi è incapace a farlo. <Dunque, richiama il tuo Chakra, Dyacon.> Inutile indugiare oltre, proprio come anticipato, permettendogli così di iniziare il suo nuovo percorso verso lidi sconosciuti ai suoi occhi, ma piuttosto antichi. [ Ambient per Dyacon ]

19:44 Dyacon:
 [Dojo] L'attenzione resta come rapita dall'altra figura, anche se quest'ultima rimane per alcuni istanti in silenzio. < Uh? > Inarca il sopracciglio destro, sentendo le motivazioni con il quale è stato convocato nel dojo. < Vuole sapere quanto ne so sull'innata? > Ripete il quesito, iniziando a lavorare con la testa. In effetti al riguardo sa ben poco, se non quello che ha potuto vedere con i propri occhi. < Posso dirle quello che ho potuto constatare con mio padre... > All'ultima parola avverte una chiara fitta ad altezza del cuore. Serra i denti,cercando di non mostrare alcuna emozione al Sensei. Deve rimanere una questionte intima. Personale. < Il suo nome era Aryashi Sabaku. Magari lo conosceva anche... > Sussurra, alzando lo sguardo in direzione dell'interlocutore di serata, nonche capoclan dei Sabaku. Ricerca i suoi occhi. < Lo ricordo combattere con una giara dietro la schiena, proprio come Voi... > Indica con un cenno del mento l'oggetto appena chiamato in causa e sporgente dai fianchi e dalle spalle altrui. < Dalla giara, grazie al chakra, riusciva ad avere pieno controllo della sabbia contenuta nel recipiente. Poteva utilizzarla sia come attacco che come difesa... > Sbirciava e passava giornate intere ad osservare gli allenamenti del padre nonostante la tenerà età di 7 anni. < E che la stessa lo proteggeva... > Aggiunge in maniera frettolosa, ricordando quelle parole che, ai tempi, non era mai riuscito a decifrare. < No, non sono in grado di richiamarla. > Ammette con sincerità, senza vergogna alcuna. < Almeno per ora. > Sottolinea, facendo seguito a quello che il Sensei afferma: grazie al suo aiuto ci riuscirà. < Si! > La malinconia e la tristezza dei ricordi, vengono spazzate via dalla decisione e dalla determinazione che prendono corpo. Non vuole fare brutta figura ma, soprattutto, vuole essere un degno Sabaku, proprio come il padre. Leste le mani andrebbero ad unirsi nei pressi della bocca dello stomaco, ricreando il classico sigillo caprino. Nella mente inizierebbe a prendere vita un'immagine ben delineata, definita: la struttura fisica divisa equamente a metà da una linea nera astratta. All'apice ed al pedice ci sarebbero due sfere di colore diverso che girano sul proprio asse. La prima, posizionata nei pressi della fronte, ha un colore rosso fuoco e sta a simboleggiare la forza spirituale. La seconda, di una tonalità blu elettrica, si attesta sulla parte addominale, prendendosi in carico tutta l'energia fisica. Tramite un piccolo sforzo, proverebbe ad unirle i due oggetti, fonderli in un'unica struttura circolare, facendoli scivolare lungo il tratto descritto in precedenza. Se fosse andato tutto bene, un'enorme sensazione di benessere e di vitalità lo pervaderebbe, causa l'entrata in scena del chakra. [Tentativo Impasto]

Il ragazzo, oltre a rispondere alle domande che gli vengono rivolte dal Sabaku, s'appresta velocemente a richiamare il Chakra. Avviene tutto correttamente, tenendo anche conto dell'ormai abitudine presa nell'attivarlo a comando. Le informazioni in suo possesso che riguardano l'innata sono frammentarie, ma comunque piuttosto sostanziose. <Non è tutto qui> Si muove di qualche passo verso la zona sabbiosa all'interno del Dojo, affiancandosi al giovane. <per riuscire in quest'impresa, bisogna mescolare il chakra elementale del Vento e quello della Terra, così da dare vita al nostro particolare Chakra in grado di manipolare la sabbia.> Abbassa lo sguardo, il tono che si mantiene baritono e serio senza guardare direttamente il ragazzo adesso. <Con la tua inesperienza, potrai al massimo gestire la sabbia presente nella tua giara, dove dovrà per forza di cose essere contenuta.> Spiega al suo indirizzo, mentre la fanciulla di prima entra nella struttura con una giara di media grandezza. Sembra un otto pieno, con al centro una fascia color arancio che forma un piccolo nodo ed un tappo di sughero a sigillare l'apertura della stessa. La porge nelle mani di Dyacon, il quale dovrà farne buon uso di lì a poco. <Non abbiamo bisogno di alcun sigillo, ma devi soltanto infondere il tuo Chakra nella sabbia contenuta nella giara e manipolarla a tuo piacimento. Potrai creare delle sculture o semplicemente adoperarla come meglio credi, assieme anche alle tecniche che apprenderai da qui in avanti.> Spiega con tono solenne, riportando adesso gli occhi scuri proprio in direzione del Genin. Ciò che sta accadendo oggi può segnare una ulteriore tacca nel percorso di crescita di Dyacon, dunque non bisogna lasciarselo scappare. [ L'attivazione dell'innata richiede 2/4 e il suo utilizzo (senza tecniche) ulteriori 2/4 per oggetto/colpo | Consuma 1pt Chakra a turno ]

20:37 Dyacon:
 [Dojo] Avverte in maniera nitida e chiara i benefici del richiamo del chakra, sentendo ogni singola fibra muscolare essere più tonica, rinvigorita. Un sorriso di soddisfazione prende forma su quei tratti somatici morbidi e candidi. < ..... > Lo sguardo si alterna dalla piscina piena di sabbia, al volto di Geemon Sabaku, ascoltando attentamente ciò che l'altro ha da dirgli. Diviene come una spugna, assorbendo ogni informazione che gli viene detta. < I chakra del vento e della terra... > Sussurra, facendo sua quella nozione che, effettivamente, gli mancava. Non ha avuto il tempo di parlare con suo padre di quest'aspetto, data la morte prematura che lo ha colto. < Oh... > E lì le emozioni sono trattenute a fatica. Nel vedere la ragazza che lo ha condotto nel dojo con in mano una giara di media grandezza, un mix felicità, stupore, gioia e quant'altro lo assale. Un vero e proprio tsunami. Le braccia, tremolanti, vengono distese in direzione del contenitore che gli viene dato in dono, afferrandolo. Ne saggia la struttura, la consistenza, prima di togliere il tappo in sughero che blocca la fuoriuscita della sabbia. < Bene... > Abbozza un sorriso, contento nel sentire come l'attivazione dell'innata non abbisogna di alcun sigillo. La mano destra si dipanerebbe e si appoggerebbe con il palmo contro il recipiente appena ricevuto. Cerca di convogliare all'interno il suo chakra, mescolando l'elemento racchiuso con le energie del vento e della terra. Se tutto fosse andato come descritto, dal foro posto all'apice della giara, inizierebbe ad uscire la sabbia come un fiume in piena, riversandosi dapprima sul terreno sottostante e poi, successivamente, librandosi in aria ed avvolgerlo dalle gambe fino al bacino. < Diamine... > Eccitato, continuerebbe in quella sorta di prova, alzando ancora di più il livello della sabbia da terra, fino alle spalle. < Ah ah! > Gli viene da ridere, anche se quell'istinto si mostra solo in parte, tornando subito serio sia nei modi che in volto E' sempre al cospetto del suo capoclan dopotutto. < Porterò prestigio ai Sabaku. Proteggerò il Kazekage e tutto il villaggio della Sabbia. > Promette con un tono di voce solenne, osservandolo dritto per dritto negli occhi. < Mi perfezionerò ogni giorno, ogni minuto che passa! > Adesso ha altro su cui allenarsi. E lo farà, eccome se lo farà. [Chakra ON][Tentativo Attivazione Innata 2/4][Chakra 29/30]

Con la frenesia crescente d'aver tra le mani qualcosa d'epico e di soltanto narrato, Dyacon procede nell'unione del chakra elementale del vento e della terra, così da riuscire a manipolare la sabbia. Quest'ultima fuoriesce dalla giara, investendo il diretto interessato e circondandolo per intero. La reale capacità d'utilizzo della loro innata sta proprio in questo: riuscire a sfruttare la sabbia contenuta nella giara. Il Capo Clan, all'apparenza, sembra comunque piuttosto soddisfatto del lavoro altrui, tanto da muovere il capo in un lento annuire. Segue i suoi progressi, senza fermarlo e rispondendo alla di lui volta soltanto in un secondo momento, quando sarà sicuro che riuscirà a compiere il richiamo correttamente, come poi di fatto avviene. <Confido nelle tue capacità, Dyacon Sabaku. D'ora in avanti, dovrai allenarti e riuscire a mantenere la parola appena data qui di fronte a me.> Lo congeda, dunque, con un sorrisetto che si incurva sul pallido ovale, dileguandosi a sua volta dal Dojo qualora non ci sia altro da aggiungere. E non ce ne sarà. Tutte le informazioni delle quali ha bisogno gliele ha comunque elencate, ragion per cui non c'è necessità di continuare. Qualora gli sovvengano altre richieste, ovviamente, potrà chiedere a chi di dovere e sfruttare il suddetto Dojo proprio per allenarsi. [ END - Non serve la End ]

A Dyacon viene spiegato come risvegliare l'innata.

GG ♥