Attendere esito...
Durante la giornata, il neo Genin ha ricevuto una missiva che riguardava la sua convocazione nel Dojo dell'omonimo clan di appartenenza. La struttura è situata in una zona remota del villaggio, trattandosi di strutture secondarie che son state aggiunte e non costruite assieme a Konoha. Non è molto grande, poiché la sede principale resta quella di Suna, mentre quelle site nei rispettivi villaggi sono soltanto per quei ninja che, per un motivo o per un altro, sono lontani da Suna. Nella missiva citata in precedenza, il ragazzo ha avuto modo di leggere che la sua presenza era richiesta al Dojo, da un figuro chiamato Geemon Sabaku. Conosciuto come il Capo Clan, resta una persona sconosciuta per quanto riguarda il carattere, piuttosto riservato nei confronti di chiunque abbia di fronte. Si narra che non abbia neanche una famiglia, bensì che prosegua nella sua normale vita quotidiana come eremita. Non a caso, infatti, è spesso in viaggio e lontano da Suna e s'è diretto proprio oggi nel villaggio della Foglia. Pare che il momento sia finalmente giunto, qualcuno deve avanzare nella sua carriera di shinobi e risvegliare l'innata tanto famosa e legata al Kazekage Gaara. Prima che possa raggiungere l'ingresso, verrà intercettato da una ragazza vestita con un kimono floreale ed i capelli raccolti verso l'alto in uno chignon, scoprendone quindi la nuca ed i lati del collo. Il volto è pallido e dagli zigomi alti, l'espressione serena e tranquilla, così come il tono che utilizza per rivolgersi a Dyacon, una volta inquadrato. <Seguimi pure, ti condurrò dal Capo Clan.> E gli dà le spalle senz'ammettere repliche o, comunque, lasciandogli sicuramente modo di parlare, ma non di restare fermo nel punto d'ingresso. Non bisogna far aspettare la gente importante, dico bene? La zona antistante al Dojo è un piccolo giardino dall'erbetta tagliata finemente, con un sentiero formato dalla successione di massi piuttosto grandi e dalla forma ovale, di color grigiastro chiaro. Al termine del piccolo sentiero che curva poco prima della struttura, vi sono degli scalini in legno per un totale di tre appena. Saliti quelli, s'accede quindi tramite una porta sottile, di quelle a scorrimento. Per ora, ti basta sapere questo. [ Ambient per Dyacon ]
Si tratta di un piccolo Dojo in stile giapponese. Costruito su una pianta rettangolare e fatta interamente in legno, s'ergono le quattro pareti che lo compongono. Aperta la porta scorrevole che dà verso l'interno, seguendo la fanciulla che gli fa da cicerone, potrà notare la presenza d'un uomo che avrà forse una trentina d'anni. Sì, v'aspettate tutti quei capi clan vecchi e barbuti che sembrano vivere in eterno, eh? Invece no, tutto il contrario. La stanza all'interno è una semplice palestra, di quelle piccole, ma che possono contenere massimo una decina di persone durante il loro allenamento. La sua particolarità? Avete presente quei box in cui vengono messi i bambini a giocare? Tipo quelli con tutte le palline colorate, esatto. Ecco, l'unica differenza è che lì dentro c'è soltanto sabbia. Sabbia dorata come quella del deserto che occupa il terreno dieci metri per dieci. L'uomo citato poc'anzi sosta in prossimità del bordo di questa piscina fatta di sabbia nella sua interezza, vestito con un kimono nero ben aderente al fisico magro. Ai piedi, ha un paio di sandali ninja e dietro la schiena quella sembra una bella e grossa giara color ocra e rosso, recante il simbolo del clan sul suo dorso. I capelli neri ne sormontano il cranio in cui spiccano particolarmente le iridi altrettanto scure e lo sguardo incavato. Piuttosto magro, si potrebbe dire, è evidente come la forza fisica non sia affatto il suo punto migliore. <Buonasera, ragazzo> Allunga la dritta, dapprima piegata ed unita con la manca dietro la schiena, per invitarlo ad entrare. La fanciulla, dopo averlo accompagnato, non farebbe altro che lasciarlo innanzi all'ingresso e svicolare altrove, sparendo alla vista d'entrambi per il momento. <entra pure. Abbiamo molto di cui parlare, credo.> Un piccolo accenno di sorriso compare sul viso dell'uomo, sparendo in men che non si dica come se non dovesse farsi vedere in quello stato, fingendosi dunque serio ed autoritario. [ Ambient per Dyacon ]
L'individuo si sofferma sul nuovo interlocutore, lo squadra per un momento dalla testa ai piedi e resta ad ascoltarne il dire. L'espressione permane attenta, indagatoria, muovendo il capo in un tacito annuire man mano che questi apre bocca. <Invero, il nostro non è altro che un incontro conoscitivo per comprendere quanto tu sappia a proposito del Clan Sabaku.> Compie un paio di passi appena che dovrebbero riuscire a condurlo di fronte al ragazzo, restando però comunque ad un paio di metri, evitando di invadere il suo spazio personale, mantenendo altresì la conversazione pacifica. Le braccia restano piegate e unite dietro la schiena, la quale è ben dritta e lo sostiene nel suo metro e settanta scarso. <Mi preme sapere cosa conosci sulla nostra storia e sulla nostra innata. L'invito nel Dojo è dovuto principalmente a conoscere le tue basi, poiché sarò io a renderle in seguito solide.> Con tutti gli insegnamenti del caso e le nozioni delle quali ha bisogno per apprendere tutto quello che riguarda l'innata dei Sabaku. <Deduco tu non sia ancora in grado di richiamare la tua innata, motivo per il quale ci sono qui io, adesso.> Non c'è bisogno di nascondere oltre le reali motivazioni che rendono Dyacon interessante agli occhi dell'altro, proprio in virtù di quanto appena asserito. L'espressione, come prima, resta irrimediabilmente seria poiché non c'è da scherzare. Attivare l'innata dovrebbe essere un vanto per chiunque, uno sfregio invece per chi è incapace a farlo. <Dunque, richiama il tuo Chakra, Dyacon.> Inutile indugiare oltre, proprio come anticipato, permettendogli così di iniziare il suo nuovo percorso verso lidi sconosciuti ai suoi occhi, ma piuttosto antichi. [ Ambient per Dyacon ]
Il ragazzo, oltre a rispondere alle domande che gli vengono rivolte dal Sabaku, s'appresta velocemente a richiamare il Chakra. Avviene tutto correttamente, tenendo anche conto dell'ormai abitudine presa nell'attivarlo a comando. Le informazioni in suo possesso che riguardano l'innata sono frammentarie, ma comunque piuttosto sostanziose. <Non è tutto qui> Si muove di qualche passo verso la zona sabbiosa all'interno del Dojo, affiancandosi al giovane. <per riuscire in quest'impresa, bisogna mescolare il chakra elementale del Vento e quello della Terra, così da dare vita al nostro particolare Chakra in grado di manipolare la sabbia.> Abbassa lo sguardo, il tono che si mantiene baritono e serio senza guardare direttamente il ragazzo adesso. <Con la tua inesperienza, potrai al massimo gestire la sabbia presente nella tua giara, dove dovrà per forza di cose essere contenuta.> Spiega al suo indirizzo, mentre la fanciulla di prima entra nella struttura con una giara di media grandezza. Sembra un otto pieno, con al centro una fascia color arancio che forma un piccolo nodo ed un tappo di sughero a sigillare l'apertura della stessa. La porge nelle mani di Dyacon, il quale dovrà farne buon uso di lì a poco. <Non abbiamo bisogno di alcun sigillo, ma devi soltanto infondere il tuo Chakra nella sabbia contenuta nella giara e manipolarla a tuo piacimento. Potrai creare delle sculture o semplicemente adoperarla come meglio credi, assieme anche alle tecniche che apprenderai da qui in avanti.> Spiega con tono solenne, riportando adesso gli occhi scuri proprio in direzione del Genin. Ciò che sta accadendo oggi può segnare una ulteriore tacca nel percorso di crescita di Dyacon, dunque non bisogna lasciarselo scappare. [ L'attivazione dell'innata richiede 2/4 e il suo utilizzo (senza tecniche) ulteriori 2/4 per oggetto/colpo | Consuma 1pt Chakra a turno ]
Con la frenesia crescente d'aver tra le mani qualcosa d'epico e di soltanto narrato, Dyacon procede nell'unione del chakra elementale del vento e della terra, così da riuscire a manipolare la sabbia. Quest'ultima fuoriesce dalla giara, investendo il diretto interessato e circondandolo per intero. La reale capacità d'utilizzo della loro innata sta proprio in questo: riuscire a sfruttare la sabbia contenuta nella giara. Il Capo Clan, all'apparenza, sembra comunque piuttosto soddisfatto del lavoro altrui, tanto da muovere il capo in un lento annuire. Segue i suoi progressi, senza fermarlo e rispondendo alla di lui volta soltanto in un secondo momento, quando sarà sicuro che riuscirà a compiere il richiamo correttamente, come poi di fatto avviene. <Confido nelle tue capacità, Dyacon Sabaku. D'ora in avanti, dovrai allenarti e riuscire a mantenere la parola appena data qui di fronte a me.> Lo congeda, dunque, con un sorrisetto che si incurva sul pallido ovale, dileguandosi a sua volta dal Dojo qualora non ci sia altro da aggiungere. E non ce ne sarà. Tutte le informazioni delle quali ha bisogno gliele ha comunque elencate, ragion per cui non c'è necessità di continuare. Qualora gli sovvengano altre richieste, ovviamente, potrà chiedere a chi di dovere e sfruttare il suddetto Dojo proprio per allenarsi. [ END - Non serve la End ]