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{Kiku - Arruolamento Anbu}

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Giocata di Corporazione

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con Furaya, Saneatsu

Quant'è bella l'aria di casa? Quanto a lungo si può godere del bel cielo appena macchiato da nubi bianche? Per Saneatsu, al momento, niente di tutto ciò potrebbe essere importante o anche solo rilevante. Nel momento in cui aprirà gli occhi, non vi sarà neppure un raggio di sole a filtrare dalle fessure della tenda o d'una ipotetica finestra della sua stanza, ovunque egli viva. Non vi sarà nessun odore invitante o suono piacevole, se non un fastidiosissimo "Plic" costante d'acqua che cade da un rubinetto in un lavandino sudicio. "Plic". Ancora una volta. La stanza nella quale si trova è posta nelle segrete della Base Anbu di Konoha - quella ufficiale. E' uno stanzino, in realtà, grande forse cinque metri per cinque. E' abbastanza larga da poter però contenere una brandina con un materasso scomodissimo e, nell'angolo a destra, un water di metallo che, probabilmente, ha visto giorni migliori. Non molto distante da esso, praticamente affiancato, v'è il famoso lavandino nel quale sente scorrere questa fastidiosa goccia. Le mura che circondano quel quadretto sono scure, di pietra rinforzato con del cemento armato. La particolarità è data dal fatto che, per quanto possa sembrare una gabbia, e non si sarebbe lontani dalla verità, le sue mani sono libere da qualsivoglia manette anti-chakra o ancor normali. Frontalmente al lettino, quindi a circa tre metri e mezzo o quattro, v'è una lunga parete composta da delle sbarre metalliche che, assieme al lavandino e alla stanzetta in questione, erano belle lucenti probabilmente soltanto appena fissate. D'altronde... chi è che pulisce a fondo le segrete degli Anbu? E' già tanto che non vi siano tavoli operatori sporchi di sangue, vittime distrutte dalla vena sadica del Generale Yami od altri rimasugli di cadaveri ormai dimenticati. In confronto, in effetti, quella gabbia cinque per cinque, quasi un quadrato mortifero, potrebbe rivelarsi anche ottimale. <Sveglia, principessa.> Esordisce una voce monocorde, modificata dal modulatore vocale della maschera degli Anbu, la classica maschera dalla forma simil Volpe con striature rossastre sulle guance. Non sembra far e dire nient'altro, aspettando che il ragazzo possa riprendere i sensi. Chiaramente, tramite uso di Genjutsu, forza bruta e il lasciapassare di Generale Anbu e Hokage, è stato facile prelevare e scoprire la residenza del Chunin. D'altronde, se vuoi essere un Anbu, devi imparare anche a seguire le tracce per scovare la preda. In fatto di furtività, poi, sono addestrati fin dai primi giorni della loro entrata. Ebbene... Buongiorno a te, Saneatsu. [ Ambient - CHIUSA ][ La terza volta è quella buona, dicono ]

15:54 Saneatsu:
 Un rumore ritmo giunge alle sue orecchie, l’acqua che cade lontano da lui. La percepisce come un disturbo a quel sogno di gloria tra nudità femminili e maschili, si sta godendo il rapimento insomma. Nella sua mente un grande baccanale che ha lui come centro, tutti lo osannano, acclamano e desiderano, il mondo è ai suoi piedi e lui si erge sui suoi compagni vestito solo di un asciugamano intorno alla vita, ride e beve estasiato e in pace eppure un fastidioso rumore sta per rovinare tutto quel paradiso, scosta brutalmente il primo uomo, spintona la seconda donna, si fa largo tra la folla adirato per quella piccola imperfezione che sta rovinando tutto “plic” è lontano ma fin troppo percepibile. Proprio attraverso quel suono, che ora va a farsi istante dopo istante sempre più forte, il sogno va svanendo, intorno a lui più nulla se non oscurità, segno della sua coscienza che sta riemergendo pian piano “plic” ancora giunge alle sue orecchie lasciandolo sempre più infastidito ed adirato, nella realtà storce le labbra, quasi inizia a sgranchirsi mentre la consapevolezza aumenta istante dopo istante. Un fastidioso risveglio ma comunque un gesto naturale, o no? Lo realizza mentre pian piano torno alla vita che non ricorda quando è andato a letto o come, non associa quel cadere dell’acqua a nulla nella sua residenza perfettamente curata, dove diamine? Apre gli occhi andando a stropicciarseli prima di udire quelle parole. Scatta quindi lui, andando a raddrizzare il busto e sedersi, ancora non ha avuto tempo di mettere a fuoco e per questo allunga la mano destra sotto al cuscino alla ricerca della fedele Katana, ma non la trova. Solo in quel momento tutto diviene chiaro, non si trova a casa sua, nella sua stanza e quello che ha davanti è un anbu. Se lo aspettava per cui rimarrebbe solo con la mano tesa sotto al cuscino <potrei gentilmente riavere la mia arma o sarà un esame con un grosso malus per me?> domanda semplicemente limitandosi a sorridere gentilmente, un ghigno che però vien portato in maniera differente rispetto a ciò che ha mostrato all’Hokage: educato sì, gentile altrettanto ma al contempo si mostra genuinamente pieno di sé, quel sorriso da faccia da schiaffi che si ritrova, pare volerti sfidare come se alla fine non è che gli interessi più di tanto venir separato dall’arma. Insomma non è mai privo di filtri, ogni suo atteggiamento è studiato, persino ora che si fa così provocatorio sta ben attento a nascondere l’apprensione che lo scoglie nell’essere separato dall’arma del suo clan <buongiorno anche a lei mio principe comunque> replica solo ora, non si alza, non stacca lo sguardo, ha buone ragioni per sentir già il dolore di un qualche colpo sul suo corpo motivo per cui cerca di far attenzione e farsi trovare preparato. L’udito è ben teso a cercare strani rimbombi che possano suggerirgli un qualche indizio su eventuali vie di fuga o sul luogo in cui si trova, per il resto è l’olfatto a spiegargli bene quando la pulizia non sia di casa in quel luogo. Il chakra è plausibile crederlo inattivo nel suo corpo? Una controllatina veloce a questo dettaglio con un profondo respiro, non si azzarda a comporre sigilli così vicino a quella figura comunque, meglio evitare di farla incazzare ulteriormente

Il buongiorno si vede dal mattino, solitamente, ma anche nel primo pomeriggio non sembra essere molto bello per il ragazzo. Si drizza in piedi, subito alla frenetica ricerca della sua fedele Katana che, come previsto, non riuscirà a trovare. Quando viene gentilmente "rapito" dagli Anbu, è già tanto che ti lascino addosso il pigiama o qualsivoglia indumento si porti indosso. Potrebbero persino coprirti con un lenzuolo se si dorme nudi. Che gentili, vero? Beh, gli hanno concesso persino un lettino dove dormire nel tempo concessogli prima che si svegliasse. L'Anbu in questione si rivelerà avere una fisionomia longilinea, per quanto parzialmente coperta dal normale vestiario ed equipaggiamento degli Anbu, i quali limitano proprio la possibilità di poter riconoscere la figura in questione. Esso ha un'altezza non superiore al metro e sessantacinque, fisico atletico senza dubbio ma ben nascosto dagli abiti. Questi son formati da un paio di pantaloni neri, t-shirt d'un verde militare e cappa marroncina ben calata anche sulla testa. Non è possibile intravedere scorci di pelle alcuno, tanto meno capelli, eccezion fatta per le dita e le braccia. La pettorina è ben agganciata sia fronte che retro, rendendo il fisico ben più grosso e impostato del normale, per quanto non si possa dire se lo sia effettivamente oppure no. La maschera a forma di Volpe è ben calcata sul viso, non lasciando intravedere proprio niente al di sotto di essa, per ovvi motivi. Le braccia sono incrociate sul petto, mentre tamburella con le dita e le sottili unghie sull'avambraccio scoperto. Sul braccio mancino, è inciso il simbolo della Corporazione, in un blu elettrico ben evidente e che solo in questi casi viene mostrato con orgoglio e giudizio. Ai piedi, vi son un paio di sandali ninja e, attorno alla coscia destrorsa, una tasca porta Kunai e Shuriken, oltre ad una Porta Oggetti sul gluteo opposto. <Ora come ora, devi imparare a fare le domande giuste.> Ergo, quella che ha appena rivolto all'Anbu è stata appena decretata come sbagliata e, dunque, non vi riceve risposta alcuna che possa essere positiva o negativa. Sboccia una risata dietro quella maschera e quel modulatore in virtù del saluto che viene rivoltogli. <Sei fortunato che non c'è Yami a presiedere a questo incontro, altrimenti ti saresti trovato con un organo in meno in corpo.> Poco ma sicuro. Tutti lì dentro conoscono la fama del Generale che, rispetto a Gekido, è sempre stato un fan sfegatato della tortura, della mutilazione e dell'asportazione dentale. O delle unghie, dipende. Le urla dei prigionieri, lì dentro, potrebbero ancora rimbombare tra le mura se si tende bene l'orecchio. <Allora, principessa> Aridaje con questo nomignolo. <Deduco tu sappia dove ti trovi adesso.> Certo, non può immaginarlo al cento percento però può arrivarci con della logica. E' pur risaputo che una Base Anbu da qualche parte esista, per quanto l'ubicazione sia chiaramente sconosciuta se non ai diretti interessati. <Non dovresti chiedermi qualcosa?> Riferendosi ad una pratica che, negli ultimi tempi, è stata instaurata per prevenire infiltrazioni nelle fila delle Forze Speciali Anbu, soprattutto. [Ambient - CHIUSA]

16:26 Saneatsu:
 Ascolta le parole del ragazzo, insomma lui si reputa già fortunato a non essere stato malmenato fin ora. Ad ogni modo adesso si permette di guardarsi intono e poi addosso, essendo stato trasportato esattamente così come era si ritrova con quel famoso asciugamano intorno alla vita, addominali scolpiti i suoi, una tartaruga non troppo accentuata. Andrebbe semplicemente a sistemarsi quindi il suo gonnellino post doccia mentre con un gesto secco del collo vorrebbe scostare i capelli dal volto, sono asciutti il che può aiutarlo a capire che ha dormito sicuramente più di due ore, il tempo necessario per quei ciuffi bianchi di asciugarsi all’aria aperta, o stagnante come in quel caso, ovviamente è terribilmente spettinato ma consapevole d’essere comunque bellissimo <considerando che sei chiaramente a conoscenza degli ordini deduco tu conosca anche la risposta> replica semplicemente <ma stiamo al gioco> aggiunge poco dopo, lo sguardo che vorrebbe riportarsi sui due buchini del coniglio <parola d’ordine?> domanda semplicemente incrociando anche lui le braccia davanti al petto ora, insomma fortuna o meno si sente decisamente trattato come un bambino capriccioso, cosa che alla fine non è nemmeno così lontana dalla realtà Non ha altro da aggiungere al momento, forse, ancora sta ben attento a non comporre sigilli poco appropriati per la situazione, insomma non vuole sembrare più minaccioso di quanto il suo fascino non lo faccia già apparire. Il sorriso svanisce da quel volto affilato, occhi azzurri che restano sulla maschera in attesa di quelle parole che proprio non si aspetta, andiamo crede davvero difficile che qualcuno mascherato da Anbu l’abbia rapito da casa sua, non crede in eventuali traditori o Kiriani, non dopo aver parlato di quell’argomento proprio con l’Hokage, lo sguardo comunica proprio quei sentimenti, insomma lui è assolutamente in grado di far un semplice due più due

Mettiamoci all'opera. L'Anbu, finora poggiato con una spalla contro le sbarre metalliche, raddrizza il proprio corpo per poter aver frontale la figura di Saneatsu. Districa le braccia dal loro intreccio per poter scrocchiare le dita, una ad una, singolarmente, come se si stesse preparando a fare i conti con qualcuno e, per farli, necessitasse di tirare dei pugni. <La tua deduzione non è errata, principessa, però non tutti eseguono gli ordini che vengono impartiti. Ti sei detto un probabile e valido candidato, ma se ci permetti, saremo noi a valutare se tu possa esserlo davvero.> Fa rotear gli occhi, per quanto un atto del genere non sia affatto visibile permettendo alla maschera di occultare anche il ghigno ferale che gl'è comparso sul visetto ovale. <Chiaramente -Ponte Naruto-.> Fa spallucce, poiché è vero che conosce la parola d'ordine. Qualunque Anbu deve ben tenerla a mente proprio per ovviare a possibili infiltrazioni non desiderate all'interno del corpo speciale. Piega il collo a destra e a sinistra, permettendo così anche a quello specifico osso di scrocchiare, persino udibile. <Per tutti i Kami, che liberazione. Senti, io sono stanco di giocare ai Genjutsu. Posso farlo coi Genin per farli cagare un po' sotto, ma non è nella mia routine.> Certo, Yami vorrebbe che una simil pratica venga svolta egregiamente e che, appunto, si utilizzi qualsiasi armi a disposizione, specialmente se s'è dotati di arti illusorie piuttosto forti. <So che hai già spiegato le tue intenzioni, ma io voglio sentirle di nuovo. Dovresti anche comprendere come funzionano gli Anbu, quindi apri bene le orecchie perché la prima cosa che farai è seguire i miei ordini.> Qui ed ora, in soldoni. Si china sulle ginocchia, separate tra di loro e ben divaricate, poggiando sulle cosce gli avambracci, lasciando le mani a penzoloni verso l'interno. <Quindi, avanti.> Agita la dritta innanzi a sé, come se volesse chiacchierare amabilmente col ragazzo che ha di fronte. Fisicamente è senza dubbio attraente e ha un appunto da fare anche in merito a questa sua particolarità, oltre che pregio non indifferente. <Sappi che il tuo bel faccino o quegli addominali non ti salveranno durante le missioni né saranno il tuo cavallo da battaglia. Spero d'essere abbastanza chiaro perché, come t'ho detto, usare le maniere forti mi stanca terribilmente.> Potrebbe ricorrere a qualsivoglia illusione, ma reputa che un Chunin sia ben più informato ed idoneo di un Genin, tipo il ragazzino che settimana scorsa hanno dovuto arruolare ed interrogare, il quale è stato però torturato alla bell'e buona con illusioni terrificanti. Non s'è scomposto, quindi s'è rivelato essere un bell'acquisto. Saneatsu, invece? Come potrebbe reagire? Come risponderà all'interlocutore? Staremo a vedere, ma gli sta dando delle libertà, tutto sommato, solo perché d'un grado che rispecchia una certa maturità ed importanza nel rango dei Ninja. [ Ambient - CHIUSA ]

17:06 Saneatsu:
 Annuisce a quelle parole, tutto sommato hanno senso anche secondo lui, per quanto avrebbe apprezzato saltare quel convenevole se così vogliamo chiamarlo <visto che abbiamo parlato di genjustu> andrebbe ora a formare il sigillo della capra davanti al petto, intanto cercherebbe di concentrarsi immaginando la sua siluette vuota nella mente, all’altezza del basso ventre vorrebbe lasciare che si formi nella sua immaginazione una prima sfera roteante di colore rosso, lì andrebbe ad accumulare le sue forze fisiche, le sensazione di quei muscoli allenati, in forma e anche la pelle nuda delle piante dei piedi al contatto con la stanza, i glutei che invece sentono quel sottile asciugamano e il collo e spalle che vengono sfiorate dai capelli, la sensazione di umido e sudicio che la pelle percepisce, tutto questo andrebbe a coinvolgere in quella prima sfera, similmente ora andrebbe all’interno del proprio cranio per radunare una seconda sfera roteante più chiara, questa andrebbe a voler rappresentare le forze mentali, l’ansia che percepisce per quella prova, il tentativo di mantenere l’assoluta calma e mascherare alcuni lati del suo carattere, il dolore per il bullismo subito da bambino che non smette mai di bruciare nel suo cuore ma anche le sensazioni che il luogo sta trasmettendo, il senso di pericolo come se si trovasse a rischiare davvero la vita, la sensazione d’essere al pari di un pezzo di carne ora in attesa di quel colpo di grazia prima di finire in pentola. Se fosse riuscito fin qui ora andrebbe a cercare di muovere entrambe le sfere per farle convergere all’altezza del plesso solare, andrebbe a controllare la velocità di rotazione di quei due vortici così che andando a scontrarsi si amalgamino esattamente come due correnti ascensionali che incontrandosi si uniscono e danno il via ad un tornado, similmente le sue due forze andrebbe a diventare l’una parte dell’altra e a rinforzarsi a vicenda permettendo quindi al chakra di venir richiamato e iniziare a scorrere lungo il suo sistema circolatorio. In qualche modo ha dichiarato quel suo richiamo <sono ai suoi ordini quindi non attaccherò a meno che non venga richiesto> puntualizzerebbe solo ora sciogliendo il sigillo della capra, se tutto fosse andato come prospettato adesso dovrebbe avere il chakra che scorre nel suo corpo e rinforza i suoi muscoli <è mia intenzione difendere il villaggio che così benevolmente mi ha accolto, è mia intenzione mettermi al servizio dei suoi membri e agire per il loro bene, sporcarmi le mani dove servirà e agire nell’ombra, non è solo la gloria come Samurai ad interessarmi, io sono ambivalente.> il discorso ha così inizio <mi guadagnerò onore e rispetto come un combattente onesto ed equilibrato ma il senso di giustizia che mi lega a questo mondo potrà esprimersi davvero solo agendo come la mano del giudice quando mi sarà comandato, di nascosto e senza che nessuno sappia cosa sto facendo. Io proteggerò Konoha da amici e nemici, renderò il debito che ho verso questo villaggio ed i suoi abitanti> fissa il suo interlocutore, non attaccherà finchè non gli verrà dato un ordine esplicito, non sa che così facendo fallirà la prova ma non ha alcuna intenzione di rendersi potenzialmente pericoloso <se quel che vuole è provare la mia forza come ho già detto inizialmente senza la mia spada non potrà che farsene una pallida idea> non vuole essere minaccioso, solo diretto e schietto, non c’è più tono di sfida nelle sue parole, nasconde una parte del suo carattere è vero ma ha dato modo all’altro di intuire che c’è qualcosa che va oltre alla tipica educazione da Samurai [richiamo chakra]

Le risposte del ragazzo potrebbero confermare o ribaltare il risultato finale. Saneatsu, coerentemente, va ad attivare il proprio Chakra per prevenire eventuali Genjutsu. <Credi davvero che ti basterà un Rilascio Illusorio nel caso in cui sia io a farti un'illusione?> Se la ride apertamente, battendosi il palmo della mano sulla coscia corrispondente, scuotendo poi il capo. Lo sta indirettamente provocando, volendo testare la sua serietà oltre alla pazienza. Non si tratta meramente d'un confronto fisico o d'un esame -che neppur tale potrebbe essere definito- basato sulle specialità combattive d'ognuno. Oh no, assolutamente. <Qualora attaccassi, dovresti prima sfondare queste sbarre. Potresti avere delle tecniche in grado di farlo, ma io eviterei. Sai, io mi ritengo anche abbastanza loquace e tranquillo.> Come s'è potuto vedere sino a questo momento, poggiandosi la mano sul petto per garantire proprio la sincerità delle proprie parole. <Ma Yami... Oh, spera di non incontrarlo mai con la luna storta e spera di non averla tu nello stesso giorno.> Sghignazza, è evidente che lo conosce a fondo, potrebbe essere un segno del fatto d'essere sotto di lui da molti anni a questa parte. <Sai, certe volte, credo che Gekido fosse un Generale troppo pacato. Noi Anbu abbiamo bisogno di torturare i nemici, specialmente quelli che non vogliono parlare. Ed è per questo motivo che si ha un bisogno di un Generale capace di adottare misure drastiche.> Gli racconta, ancor sogghignante, mentre ne ascolta le chiare intenzioni. Vi annuisce, ne segue il discorso ed annota mentalmente quel che gli viene riferito. Saggia scelta di parole. Continua a credere di dover essere valutato per il valore, per la sua forza fisica o le capacità. Oh, non è questo il momento per scoprirlo. <Ti rivelo un'altra cosa.> Solleva l'indice destro. <Quando qualcuno è interessante ai nostri occhi, viene tenuto sotto stretta osservazione del Generale e dei suoi uomini. Tu puoi anche non saperlo o non crederci, agiamo nell'ombra, questo lo sai bene.> Per esserne interessato, ovviamente, deve pur saperlo altrimenti non si avrebbe alcun interesse principale per una corporazione simile, la quale agisce con determinate regole, talmente ferree da rischiare la pena capitale e l'uccisione diretta nel caso in cui vengano infrante o si pensi anche solo di arrivare a farlo. <Conosciamo le tue capacità.> E' pur sempre un Chunin, quindi si sono documentati, interessati, com'è giusto che possa essere per quanto si sia legato al villaggio di Konoha soltanto da poco <Abbiamo occhi ed orecchie ovunque, perché è così che lavoriamo.> Sentenzia, piegando il capo verso la spalla mancina senza distogliere gli occhi dall'altrui figura. <Quindi, smettila di far il pompato della situazione. Sicuro di voler usare la tua fedele spada in combattimento? Sai, è molto caratteristica. Magari, fuori dal Paese del Fuoco, nessuno potrebbe farci caso.> Ma dentro Konoha, forse. Alla fine, resta una sua scelta poiché non è certo l'unico utilizzatore d'armi bianche nel Villaggio. <Ad ogni modo, mostri una ferrea decisione. Hai subito capito chi è che comanda qui e potrebbe persino bastarmi.> Agita la dritta nell'aere, ancor seduta a terra mentre lo guarda dal basso. <Dovrai frequentare un addestramento. Al primo errore, alla prima regola infranta, sei fuori.> Senza memoria essendo in grado di rimuoverla al soggetto qualora voglia abbandonare gli Anbu o non sia propriamente meritevole di morte. <Scegli un nome.> Chiaro a cosa alluda. [Ambient - CHIUSA]

17:51 Saneatsu:
 Scuote le spalle a quelle prime parole, non lo sta sottovalutando sia chiaro <forse no> replica inizialmente andando a mostrare nuovamente quel suo magnetico sorriso da prendere a pugni <ma non sono così sprovveduto da non provarci nemmeno> effettivamente non gliene si può mica fare una colpa, ammesso che non si decida di fargli una colpa anche per quel suo provare sempre a guardarsi le spalle, non finirà in guai troppo grossi e comportarsi come un vero damerino. Ascolta ancora quel discorso, tiene per sé ogni eventuale commento su Yami, meglio evitare di sapere perché continui a nominarlo e soprattutto il perché di quella reputazione, sembra decisamente più saggio tacere <per riconoscere la mia spada devi poterla vedere o quantomeno essere in grado poi di parlarne> ammette ancora candidamente, getta ogni maschera consapevole del fondo di verità di quelle parole, se già è stato osservato allora tanto vale smettere di fingere o anche solo smettere di provarci <ed infondo se ciò che noti è solo una lama nera non è un vero indizio> quante lame nere esistono? Forse non quante lui vorrebbe <la spada è parte di me come saprete> ammette <questo non significa che sappia combattere solo con essa però> continua a restare vago in questo senso, certo si sente più forte e sicuro in sua presenza ma quasi sicuramente potrebbe cavarsela con qualsiasi Katana, meno bene e forse meno velocemente ma sicuramente potrebbe riuscirsi, insomma non si è sempre e solo allenato con la Komokuten. Infine, quella domanda lo porta a tornare a sedersi appena su quella brandina, un nome. Deve riflettere in modo che possa sentirlo adattarsi a lui seppur senza mai arrivare a farsi scoprire <il crisantemo> mormora a fior di labbra mentre riporta alla memoria i significati vari di quel fiore, eterna giovinezza che si augura, simbolo di nobiltà che è convinto di portare in giro e al contempo rappresentanza di morte, un dono come buon auspicio, rappresenta forza e vitalità, insomma più ci pensa più è un’identificazione che gli piace, più ci riflette più comprende quanto possa sembrare da tutto ciò che lui appare ma quanto si avvicini a ciò che è davvero <Kiku> due sillabe quelle che escono dalla sua bocca <sì Kiku> ed è così che andrebbe a confermare la sua scelta [chk on]

Il capo dell'Anbu vien messo dall'alto al basso, appena un paio di volte, giusto per far capire all'altro che il discorso lo sta seguendo ed anche piuttosto bene. Si rimette ben eretto, or portando le braccia dietro la schiena ed unendo le mani, destra attorno al polso mancino. Compie qualche passo avanti ed indietro simulando la marcia militare, annuendo ancor distrattamente alle parole del ragazzo. Non gli interessa davvero avere informazioni in merito alla faccenda, avendone già di base. Però, il fatto che Saneatsu riveli apertamente ciò non gli dispiace affatto se non per un piccolo particolare. <Grazie per le specifiche, ma la prossima volta, tutto ciò che vedrai e sentirai, dovrai tenerteli per te.> Sancisce serio, rivolgendogli un'occhiata truce, quasi dimentico che da dietro la maschera non sarà affatto possibile vedere alcunché se non notare il tono che usa per parlargli, baritono e modificato dal modulatore. <Kiku, eh?> Annuisce alla di lui volta, aggiungendo a sua volta una presentazione. <Il mio nome in codice è Bōryoku.> Che tradotto vuol dire "Violenza". <Qui, dovrai usare soltanto i nostri nomi in codice, niente che provenga da fuori e niente di personale. Caso contrario, beh, essere torturato sarà un piacere in confronto a ciò che t'aspetta davvero.> Una minaccia bell'e buona, ma è pur così che vengono addestrati gli Anbu. Non si può lasciar passare assolutamente -niente- e bisogna essere specialmente -rigidi- nei modi da tenere, assicurandosi che l'Anbu abbia ben capito come rivolgersi, come trattare, come agire e come rispondere, soprattutto, dovendo seguire una linea gerarchia altrettanto rigida come le regole che vengono loro imposte. <Ti verrà consegnata una maschera e l'equipaggiamento Anbu del quale avrai bisogno. Tornerai alla tua dimora domattina, quindi goditi questo soggiorno nelle mura di questa bellissima prigione. Ti porteranno del cibo...> Lo squadra. <E degli abiti.> Quando sarà nuovamente tra le braccia di Morfeo, l'indomani, si ritroverà nuovamente nella propria abitazione come se tutto ciò non fosse affatto accaduto e si trattasse d'un mero incubo passeggero che, una volta aperti gli occhi, scompare completamente. [END - End non obbligatoria]

Saneatsu, avendo precedentemente discusso con l'Hokage della possibilità di entrare negli Anbu, è alle prese con Bōryoku - un Anbu Esperto che lo mette alla prova.

NO EXP - La Corp è il premio.

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