Quant'è bella l'aria di casa? Quanto a lungo si può godere del bel cielo appena macchiato da nubi bianche? Per Saneatsu, al momento, niente di tutto ciò potrebbe essere importante o anche solo rilevante. Nel momento in cui aprirà gli occhi, non vi sarà neppure un raggio di sole a filtrare dalle fessure della tenda o d'una ipotetica finestra della sua stanza, ovunque egli viva. Non vi sarà nessun odore invitante o suono piacevole, se non un fastidiosissimo "Plic" costante d'acqua che cade da un rubinetto in un lavandino sudicio. "Plic". Ancora una volta. La stanza nella quale si trova è posta nelle segrete della Base Anbu di Konoha - quella ufficiale. E' uno stanzino, in realtà, grande forse cinque metri per cinque. E' abbastanza larga da poter però contenere una brandina con un materasso scomodissimo e, nell'angolo a destra, un water di metallo che, probabilmente, ha visto giorni migliori. Non molto distante da esso, praticamente affiancato, v'è il famoso lavandino nel quale sente scorrere questa fastidiosa goccia. Le mura che circondano quel quadretto sono scure, di pietra rinforzato con del cemento armato. La particolarità è data dal fatto che, per quanto possa sembrare una gabbia, e non si sarebbe lontani dalla verità, le sue mani sono libere da qualsivoglia manette anti-chakra o ancor normali. Frontalmente al lettino, quindi a circa tre metri e mezzo o quattro, v'è una lunga parete composta da delle sbarre metalliche che, assieme al lavandino e alla stanzetta in questione, erano belle lucenti probabilmente soltanto appena fissate. D'altronde... chi è che pulisce a fondo le segrete degli Anbu? E' già tanto che non vi siano tavoli operatori sporchi di sangue, vittime distrutte dalla vena sadica del Generale Yami od altri rimasugli di cadaveri ormai dimenticati. In confronto, in effetti, quella gabbia cinque per cinque, quasi un quadrato mortifero, potrebbe rivelarsi anche ottimale. <Sveglia, principessa.> Esordisce una voce monocorde, modificata dal modulatore vocale della maschera degli Anbu, la classica maschera dalla forma simil Volpe con striature rossastre sulle guance. Non sembra far e dire nient'altro, aspettando che il ragazzo possa riprendere i sensi. Chiaramente, tramite uso di Genjutsu, forza bruta e il lasciapassare di Generale Anbu e Hokage, è stato facile prelevare e scoprire la residenza del Chunin. D'altronde, se vuoi essere un Anbu, devi imparare anche a seguire le tracce per scovare la preda. In fatto di furtività, poi, sono addestrati fin dai primi giorni della loro entrata. Ebbene... Buongiorno a te, Saneatsu. [ Ambient - CHIUSA ][ La terza volta è quella buona, dicono ]
Il buongiorno si vede dal mattino, solitamente, ma anche nel primo pomeriggio non sembra essere molto bello per il ragazzo. Si drizza in piedi, subito alla frenetica ricerca della sua fedele Katana che, come previsto, non riuscirà a trovare. Quando viene gentilmente "rapito" dagli Anbu, è già tanto che ti lascino addosso il pigiama o qualsivoglia indumento si porti indosso. Potrebbero persino coprirti con un lenzuolo se si dorme nudi. Che gentili, vero? Beh, gli hanno concesso persino un lettino dove dormire nel tempo concessogli prima che si svegliasse. L'Anbu in questione si rivelerà avere una fisionomia longilinea, per quanto parzialmente coperta dal normale vestiario ed equipaggiamento degli Anbu, i quali limitano proprio la possibilità di poter riconoscere la figura in questione. Esso ha un'altezza non superiore al metro e sessantacinque, fisico atletico senza dubbio ma ben nascosto dagli abiti. Questi son formati da un paio di pantaloni neri, t-shirt d'un verde militare e cappa marroncina ben calata anche sulla testa. Non è possibile intravedere scorci di pelle alcuno, tanto meno capelli, eccezion fatta per le dita e le braccia. La pettorina è ben agganciata sia fronte che retro, rendendo il fisico ben più grosso e impostato del normale, per quanto non si possa dire se lo sia effettivamente oppure no. La maschera a forma di Volpe è ben calcata sul viso, non lasciando intravedere proprio niente al di sotto di essa, per ovvi motivi. Le braccia sono incrociate sul petto, mentre tamburella con le dita e le sottili unghie sull'avambraccio scoperto. Sul braccio mancino, è inciso il simbolo della Corporazione, in un blu elettrico ben evidente e che solo in questi casi viene mostrato con orgoglio e giudizio. Ai piedi, vi son un paio di sandali ninja e, attorno alla coscia destrorsa, una tasca porta Kunai e Shuriken, oltre ad una Porta Oggetti sul gluteo opposto. <Ora come ora, devi imparare a fare le domande giuste.> Ergo, quella che ha appena rivolto all'Anbu è stata appena decretata come sbagliata e, dunque, non vi riceve risposta alcuna che possa essere positiva o negativa. Sboccia una risata dietro quella maschera e quel modulatore in virtù del saluto che viene rivoltogli. <Sei fortunato che non c'è Yami a presiedere a questo incontro, altrimenti ti saresti trovato con un organo in meno in corpo.> Poco ma sicuro. Tutti lì dentro conoscono la fama del Generale che, rispetto a Gekido, è sempre stato un fan sfegatato della tortura, della mutilazione e dell'asportazione dentale. O delle unghie, dipende. Le urla dei prigionieri, lì dentro, potrebbero ancora rimbombare tra le mura se si tende bene l'orecchio. <Allora, principessa> Aridaje con questo nomignolo. <Deduco tu sappia dove ti trovi adesso.> Certo, non può immaginarlo al cento percento però può arrivarci con della logica. E' pur risaputo che una Base Anbu da qualche parte esista, per quanto l'ubicazione sia chiaramente sconosciuta se non ai diretti interessati. <Non dovresti chiedermi qualcosa?> Riferendosi ad una pratica che, negli ultimi tempi, è stata instaurata per prevenire infiltrazioni nelle fila delle Forze Speciali Anbu, soprattutto. [Ambient - CHIUSA]
Mettiamoci all'opera. L'Anbu, finora poggiato con una spalla contro le sbarre metalliche, raddrizza il proprio corpo per poter aver frontale la figura di Saneatsu. Districa le braccia dal loro intreccio per poter scrocchiare le dita, una ad una, singolarmente, come se si stesse preparando a fare i conti con qualcuno e, per farli, necessitasse di tirare dei pugni. <La tua deduzione non è errata, principessa, però non tutti eseguono gli ordini che vengono impartiti. Ti sei detto un probabile e valido candidato, ma se ci permetti, saremo noi a valutare se tu possa esserlo davvero.> Fa rotear gli occhi, per quanto un atto del genere non sia affatto visibile permettendo alla maschera di occultare anche il ghigno ferale che gl'è comparso sul visetto ovale. <Chiaramente -Ponte Naruto-.> Fa spallucce, poiché è vero che conosce la parola d'ordine. Qualunque Anbu deve ben tenerla a mente proprio per ovviare a possibili infiltrazioni non desiderate all'interno del corpo speciale. Piega il collo a destra e a sinistra, permettendo così anche a quello specifico osso di scrocchiare, persino udibile. <Per tutti i Kami, che liberazione. Senti, io sono stanco di giocare ai Genjutsu. Posso farlo coi Genin per farli cagare un po' sotto, ma non è nella mia routine.> Certo, Yami vorrebbe che una simil pratica venga svolta egregiamente e che, appunto, si utilizzi qualsiasi armi a disposizione, specialmente se s'è dotati di arti illusorie piuttosto forti. <So che hai già spiegato le tue intenzioni, ma io voglio sentirle di nuovo. Dovresti anche comprendere come funzionano gli Anbu, quindi apri bene le orecchie perché la prima cosa che farai è seguire i miei ordini.> Qui ed ora, in soldoni. Si china sulle ginocchia, separate tra di loro e ben divaricate, poggiando sulle cosce gli avambracci, lasciando le mani a penzoloni verso l'interno. <Quindi, avanti.> Agita la dritta innanzi a sé, come se volesse chiacchierare amabilmente col ragazzo che ha di fronte. Fisicamente è senza dubbio attraente e ha un appunto da fare anche in merito a questa sua particolarità, oltre che pregio non indifferente. <Sappi che il tuo bel faccino o quegli addominali non ti salveranno durante le missioni né saranno il tuo cavallo da battaglia. Spero d'essere abbastanza chiaro perché, come t'ho detto, usare le maniere forti mi stanca terribilmente.> Potrebbe ricorrere a qualsivoglia illusione, ma reputa che un Chunin sia ben più informato ed idoneo di un Genin, tipo il ragazzino che settimana scorsa hanno dovuto arruolare ed interrogare, il quale è stato però torturato alla bell'e buona con illusioni terrificanti. Non s'è scomposto, quindi s'è rivelato essere un bell'acquisto. Saneatsu, invece? Come potrebbe reagire? Come risponderà all'interlocutore? Staremo a vedere, ma gli sta dando delle libertà, tutto sommato, solo perché d'un grado che rispecchia una certa maturità ed importanza nel rango dei Ninja. [ Ambient - CHIUSA ]
Le risposte del ragazzo potrebbero confermare o ribaltare il risultato finale. Saneatsu, coerentemente, va ad attivare il proprio Chakra per prevenire eventuali Genjutsu. <Credi davvero che ti basterà un Rilascio Illusorio nel caso in cui sia io a farti un'illusione?> Se la ride apertamente, battendosi il palmo della mano sulla coscia corrispondente, scuotendo poi il capo. Lo sta indirettamente provocando, volendo testare la sua serietà oltre alla pazienza. Non si tratta meramente d'un confronto fisico o d'un esame -che neppur tale potrebbe essere definito- basato sulle specialità combattive d'ognuno. Oh no, assolutamente. <Qualora attaccassi, dovresti prima sfondare queste sbarre. Potresti avere delle tecniche in grado di farlo, ma io eviterei. Sai, io mi ritengo anche abbastanza loquace e tranquillo.> Come s'è potuto vedere sino a questo momento, poggiandosi la mano sul petto per garantire proprio la sincerità delle proprie parole. <Ma Yami... Oh, spera di non incontrarlo mai con la luna storta e spera di non averla tu nello stesso giorno.> Sghignazza, è evidente che lo conosce a fondo, potrebbe essere un segno del fatto d'essere sotto di lui da molti anni a questa parte. <Sai, certe volte, credo che Gekido fosse un Generale troppo pacato. Noi Anbu abbiamo bisogno di torturare i nemici, specialmente quelli che non vogliono parlare. Ed è per questo motivo che si ha un bisogno di un Generale capace di adottare misure drastiche.> Gli racconta, ancor sogghignante, mentre ne ascolta le chiare intenzioni. Vi annuisce, ne segue il discorso ed annota mentalmente quel che gli viene riferito. Saggia scelta di parole. Continua a credere di dover essere valutato per il valore, per la sua forza fisica o le capacità. Oh, non è questo il momento per scoprirlo. <Ti rivelo un'altra cosa.> Solleva l'indice destro. <Quando qualcuno è interessante ai nostri occhi, viene tenuto sotto stretta osservazione del Generale e dei suoi uomini. Tu puoi anche non saperlo o non crederci, agiamo nell'ombra, questo lo sai bene.> Per esserne interessato, ovviamente, deve pur saperlo altrimenti non si avrebbe alcun interesse principale per una corporazione simile, la quale agisce con determinate regole, talmente ferree da rischiare la pena capitale e l'uccisione diretta nel caso in cui vengano infrante o si pensi anche solo di arrivare a farlo. <Conosciamo le tue capacità.> E' pur sempre un Chunin, quindi si sono documentati, interessati, com'è giusto che possa essere per quanto si sia legato al villaggio di Konoha soltanto da poco <Abbiamo occhi ed orecchie ovunque, perché è così che lavoriamo.> Sentenzia, piegando il capo verso la spalla mancina senza distogliere gli occhi dall'altrui figura. <Quindi, smettila di far il pompato della situazione. Sicuro di voler usare la tua fedele spada in combattimento? Sai, è molto caratteristica. Magari, fuori dal Paese del Fuoco, nessuno potrebbe farci caso.> Ma dentro Konoha, forse. Alla fine, resta una sua scelta poiché non è certo l'unico utilizzatore d'armi bianche nel Villaggio. <Ad ogni modo, mostri una ferrea decisione. Hai subito capito chi è che comanda qui e potrebbe persino bastarmi.> Agita la dritta nell'aere, ancor seduta a terra mentre lo guarda dal basso. <Dovrai frequentare un addestramento. Al primo errore, alla prima regola infranta, sei fuori.> Senza memoria essendo in grado di rimuoverla al soggetto qualora voglia abbandonare gli Anbu o non sia propriamente meritevole di morte. <Scegli un nome.> Chiaro a cosa alluda. [Ambient - CHIUSA]
Il capo dell'Anbu vien messo dall'alto al basso, appena un paio di volte, giusto per far capire all'altro che il discorso lo sta seguendo ed anche piuttosto bene. Si rimette ben eretto, or portando le braccia dietro la schiena ed unendo le mani, destra attorno al polso mancino. Compie qualche passo avanti ed indietro simulando la marcia militare, annuendo ancor distrattamente alle parole del ragazzo. Non gli interessa davvero avere informazioni in merito alla faccenda, avendone già di base. Però, il fatto che Saneatsu riveli apertamente ciò non gli dispiace affatto se non per un piccolo particolare. <Grazie per le specifiche, ma la prossima volta, tutto ciò che vedrai e sentirai, dovrai tenerteli per te.> Sancisce serio, rivolgendogli un'occhiata truce, quasi dimentico che da dietro la maschera non sarà affatto possibile vedere alcunché se non notare il tono che usa per parlargli, baritono e modificato dal modulatore. <Kiku, eh?> Annuisce alla di lui volta, aggiungendo a sua volta una presentazione. <Il mio nome in codice è Bōryoku.> Che tradotto vuol dire "Violenza". <Qui, dovrai usare soltanto i nostri nomi in codice, niente che provenga da fuori e niente di personale. Caso contrario, beh, essere torturato sarà un piacere in confronto a ciò che t'aspetta davvero.> Una minaccia bell'e buona, ma è pur così che vengono addestrati gli Anbu. Non si può lasciar passare assolutamente -niente- e bisogna essere specialmente -rigidi- nei modi da tenere, assicurandosi che l'Anbu abbia ben capito come rivolgersi, come trattare, come agire e come rispondere, soprattutto, dovendo seguire una linea gerarchia altrettanto rigida come le regole che vengono loro imposte. <Ti verrà consegnata una maschera e l'equipaggiamento Anbu del quale avrai bisogno. Tornerai alla tua dimora domattina, quindi goditi questo soggiorno nelle mura di questa bellissima prigione. Ti porteranno del cibo...> Lo squadra. <E degli abiti.> Quando sarà nuovamente tra le braccia di Morfeo, l'indomani, si ritroverà nuovamente nella propria abitazione come se tutto ciò non fosse affatto accaduto e si trattasse d'un mero incubo passeggero che, una volta aperti gli occhi, scompare completamente. [END - End non obbligatoria]