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Ingresso Anbu - Asura

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con Furaya, Ryuka

Qualcuno direbbe che è un po' -sfortunata- come isola e non avrebbero torto. Immersa nella perenne nebbia e negli alberi morti, secchi e bruciati dalle costanti eruzioni vulcaniche, essa viene definita nera per una singola ragione. I fumi dei vulcani s'alzano in volute che s'alternano tra differenti tonalità di grigio e specialmente di nero. Dunque, non si tratta di nebbia vera e propria, anche perché quest'oggi v'è il sole ad accogliere un nuovo inizio. Il Prodigio dei Senjuu potrebbe vedere l'isola in tutta la sua oscura essenza, se soltanto potesse "vedere" a tutti gli effetti. Potrà svegliarsi -di soprassalto o meno, a suo piacere- su d'una brandina. Si tratta d'una stanza sotterranea, in pietra: quattro pareti, di cui una chiusa da delle sbarre piuttosto spesse e ovviamente metalliche. Non c'è una finestrella piccola per prendere il sole, non c'è un'uscita secondaria dalla quale poter fuggire. E' chiuso dietro le sbarre. Potrà muoversi tranquillamente all'interno dello stanzino quattro per quattro, piuttosto angusto e dotato d'una brandina metallica con sopra un materasso sporco e per niente comodo. Sotto il capo ha un cuscino, ma che non s'aspettasse che sia d'alta classe. Niente in quella cella lo è. In un angolo, dal lato opposto, v'è un gabinetto ovviamente putrido e per niente pulito. Pensate davvero che gli Anbu si mettano anche a pulire delle celle improvvisate? Vi sbagliate di grosso. Se ancor il ragazzino stesse dormendo, potrà sentire un fastidioso rumore alle sbarre: qualcosa di duro che sbatte con forza contro di esse per causare rumore. <Avanti, signorina, non è il momento di dormire.> Borbotta qualcuno, seppur la voce risulti essere modificata od ovattata da qualcosa. Qualora riesca, quindi, finalmente a riprendersi dal torpore del sonno, si ritroverà innanzi alle sbarre un Anbu fatto e finito. Indossa la maschera tipica degli Anbu di Konoha, simil Volpe, con striature cremisi sulle guance e sulla fronte. Dotato di modulatore vocale, non può riuscire a capire se si tratti d'una donna o d'un uomo. Inoltre, fisicamente, è piuttosto androgino se consideriamo che è bardato dalla testa ai piedi dall'equipaggiamento Anbu. E' scoperto soltanto il bicipite sinistro dove spicca il tatuaggio degli Anbu, il simboletto blu per eccellenza. Non sembra molto muscoloso, ma forse non è quella la sua peculiarità iniziale. I capelli sono coperti da un cappuccio verde militare, poiché veste anche con una casacca oltre alla pettorina che ne copre il petto e l'addome. Gli abiti, formati da un pantalone ed una t-shirt a mezze maniche, sono ovviamente neri ed aderenti al corpo della guardia. In mano, ha una Ninjato che ha usato per far baldoria. E' alto all'incirca un metro e sessantacinque. Tutto qui ciò che potrà vedere una volta svegliatosi. Come reagirà? [ Ambient per Ryuka - CHIUSO ]

16:12 Ryuka:
  [Prigione] A volte gli inizi sono traumatici. Bisogna ammettere che chiunque abbia deciso di portarlo in quel sotterraneo ci ha saputo fare. E' addormentato, alla grande, immerso in quel sonno che non lo lascia libero di andare a prendere coscienza di quel che gli succede attorno stringendolo saldamente nei suoi tentacoli molto prima che anche sol il sospetto di non essere nella sua tenda possa attraversargli l’inconscio. E’ a petto nudo tanto per cominciare, tiene per sé nel dormire solo i pantaloni neri che indossa a notte fonda, aderenti, neutri, privi di tasche o equipaggiamento vario. A cosa servirebbe mai di notte l’equipaggiamento? < Mhhhh… > un mugugno singolo nel sonno andando dunque a lasciar andare uno sbadiglio evidentissimo sotto le coperte in quel giaciglio improvvisato e umido che però non lo scuote più di tanto, si rigira sul pagliericcio, ad occhi chiusi < Mh mh .. nana il bue ha di nuovo fatto pipì qui fuori.. > sussurra alla nonna inesistente dandosi EVIDENTEMENTE una risposta coerente a quell’umidità che sente sulla pelle. < .. Dobbiamo fare come dice papà > non meglio specificata battuta consumata chiara, limpida, anche se nel tono classico di chi sta parlando nel sonno, evidentemente il padre ha a suo tempo proposto una qualche soluzione per quel toro – a cui lui aderisce incondizionatamente. Il fatto che ci sia un ANBU vicino a lui ovviamente non viene preso minimamente in considerazione poiché, all’affermazione sul dormire, abituato ai toni militaristici della famiglia d’appartenenza, non fa una piega < Hashirama-Sama diceva che i bambini non devono fare i sssssoldati > e si rigira di schiena, totalmente immerso nella sua dormita e in grado anche di sindacare per ciò che riguarda una verità assoluta conosciuta nel clan. Il tutto senza svegliarsi. Se non fosse che lui non è un bambino bensì < GYAAAAAAAAAAAARH! > scatta, come un pazzo, con un urlo ferino andando a ROTOLARE evidentemente giù dalla branda < E’ MATTINA! NANA! LA COLAZIONE! LA POSTA! L’ARMATURA! IL RAPP - > rapporto del mattino? Si APPENDEREBBE alle sbarre prima ancora di focalizzarle come sbarre, e toccando il materiale freddo andrebbe FINALMENTE a rendersi conto che qualcosa non va. < cos..? > gli occhi appannati vengono dunque SGRANATI sulla figura dell’ANBU < MALEDIZIONE LO SAPEVO!! MA COME DIAMINE MI AVETE PRESO!? > dando per scontato che quella figura appartenga a qualche ninja traditore travestito o simili < .. Io lo sapevo che TAKU non doveva montare da guardia alle tende, io lo dico sempre “DORME COME UN GHIRO! COSA LO METTETE DI GUARDIA A FARE? A CONTARE LE PECORE?” ma Sofu-Sama “Deve avere la sua occasione”.. ED ECCOCI QUA! > fa tutto da solo, crollando infine a terra, ai piedi del letto, schiena contro lo stesso, le braccia incrociate, lo sguardo nel buio < E comunque mi dichiaro prigioniero di guerra, potete torturarmi quanto vi pare non vi dico un’acca > col broncio che mettono i bambini quando la situazione è precipitata non per una loro mancanza. Uno spasso, ancora troppo assonnato per capire effettivamente qualcosa.

Il Senjuu par dormire della grossa. In un primo momento, non si rende neppur conto di dove si trova e biascica nel sonno frasi senza senso. <Io non ci credo che ci hanno mandato a prelevare 'sto ragazzino.> Scuote il capo, afflitto. Perché dovrebbero permettere ad un bamboccio del genere di prendere parte all'addestramento delle Forze Speciali? Beh, c'è pure da ricordare che due dei migliori Generali Anbu della Foglia vi entrarono comunque in giovane età e hanno scalato la vetta facilmente. Erano altri tempi, quest'è sicuro, la nuova generazione potrebbe non rispettare i canoni di fiducia né di ambizione della precedente. Ma tanto vale tentare. Gli occhi scuri dell'Anbu si focalizzano sul ragazzino dai cremisi ciuffi. Se sol non avesse la maschera ben ancora sul volto, si sarebbe potuta vedere l'espressione interrogativa che su di esso è andata a formarsi. Una mano è ancor posata ad altezza delle sbarre, mentre nell'altra stringe la Ninjato precedentemente usata per far rumore, affinché potesse svegliarsi. Abbassa lo sguardo verso il fanciullo d'un metro e una mela che s'appresta ad avvicinarsi, una volta resosi conto di dove si trovi per quanto possibile, alle sbarre sorvegliate dall'uomo. Una volta raggiunte queste ultime, ammesso si prodighi ad adocchiar la zona esterna alla sua piccola cella, potrà notare che vi sono delle fiaccole appese ed accese lungo un corridoio piuttosto lungo e anch'esso angusto. Sia da un lato che dall'altro, dopo un paio di metri, tutto si perde nell'oscurità più totale. Le Forze Speciali sono ben note per la maniacale attenzione che vi mettono nei dettagli, anche quelli più semplici ma fondamentali. <Stai già parlando troppo per i miei gusti. Cerca di prendere seriamente la situazione nella quale ti trovi, altrimenti ti butto in mare per direttissima.> Già stanco ed esausto di dover star dietro ad un moccioso del genere, si premura d'avvisarlo che potrebbe succedere l'irreparabile se soltanto non prestasse attenzioni a ciò che adesso lo circonda. <Apri bene gli occhi ed analizza. Sono un Anbu? Sì, bene. Di quale Villaggio? Esistono delle regole vigenti sia fuori che dentro le Forze Speciali. Spremi le meningi, cosa dovresti chiedermi?> C'è una regola ferrea imposta ad ogni membro del Villaggio di Konoha -o dell'accampamento- comprendente anche Kusa. C'è un modo per riconoscere se gli Anbu sono quelli Alleati o quelli Nemici, tuttavia non è la guardia a doverglielo rendere noto. Tuttavia, cerca soltanto di metterlo in guardia: qui non si scherza più. [Ambient per Ryuka - CHIUSO]

17:13 Ryuka:
  [Cella] A braccia conserte in quella gabbia in cui è stato rinchiuso si limita a osservare con un’aria sdegnata decisamente divertente la figura dell’ANBU che ha di fronte, non che ignori le procedure o qualcosa del genere, ma in generale non si fida di chi lo trasporta via in piena notte non si sa per quale motivo. < Beh, ti hanno mandato a prendere il Prodigio del Legno, altro che ragazzino > con sdegno, alzando la testa e restando serio a guardarlo mentre si alza lentamente andando dunque a sciogliere lentamente le braccia di fronte al petto. Inspira, espira, calmo, cercando di giungere di nuovo nei pressi delle sbarre alle quali si era appeso poco prima. < Nh? > mano a mano che la lucidità lo raggiunge le iridi si fanno più presenti, le sue reazioni vengono rimodulate, i suoi istinti vengono dominati, lentamente, il piccolo soldato fa la sua comparsa in quella cella. Il petto nudo va lentamente ad aderire dunque alle sbarre mentre le falangi andrebbero ad agganciarsi alle sbarre fissando dritto per dritto la maschera di quell’individuo che si è messo in testa di rapirlo, o qualcosa del genere. Che Furaya in persona li abbia mandati da lui? < Ponte Naruto > scandisce parola per parola e con tutta calma restando nella medesima posizione e permettendosi persino un sorriso gelido a questo punto < Il mio nome è Ryuka Senju, sono un Genin della Foglia > alza il mento lasciandodunque che le cremisi vaghino per l’ambiente chiuso e umido che ha attorno, già molto più serio di poco prima, già molto meno incline a urlare o perdere il controllo, la sua natura di bambino è passata decisamente in secondo piano e la cosa la si può notare sui suoi lineamenti – resi ferrei anche se ancora infantili – e dal suo modo di parlare. < Chi vi manda? Cosa volete? > inclina il capo lateralmente andando a soppesare ulteriormente la figura di coloro che ha di fronte come se non fosse del TUTTO convinto della loro REALE appartenenza al suo Villaggio. < Perché diamine sono rinchiuso, se siete della Foglia? > il palmo destro soppesa una delle sbarre, BATTENDO leggermente contro la stessa e continuando a fissare oltre le stesse come se fosse indeciso se spezzarle o cose del genere. A tal proposito il precipitoso e agitato vorticare della sua energia psichica e di quella fisica locate all’altezza del suo stomaco e della sua testa andrebbero ad aumentare violentemente d’intensità per tentare infine di essere sospinte brutalmente l’una in direzione dell’altra, le mani andrebbero lentamente ad esser portate poco sotto i pettorali così da aderire velocemente l’una all’altra nel sigillo della [Capra]. Lo sguardo permane dritto di fronte a sé mentre lo SCONTRARSI delle due energie da lui sottoposte a quello sforzo, a quello stress, dovrebbe portare il suo chakra ad attivarsi e venir richiamato scorrendo violentemente nel suo sistema circolatorio altenativo. < .. Perché diamine mi avete messo sotto chiave, se siete dei miei? > bella domanda, mentre a questo punto il Chakra dovrebbe essere attivo e del tutto in grado di garantirgli un’eventuale libertà auto-indotta, all’occorrenza. Indomito, non si fida, sono in guerra. [Tentativo Richiamo Chakra] [SE Chakra 20/20]

Sospira pesantemente, restando poggiato contro le sbarre tramite l'ausilio d'una spalla. <Resti comunque un ragazzino e rispetta i tuoi superiori.> Inizia dalle piccole cose. Tutto sommato, lo sta persino istruendo a fare in modo che possa capire qual è la situazione attuale, chi ha di fronte e come sarà la sua vita d'ora in avanti se tutto prosegue liscio come l'olio. La partenza è piuttosto ripida, ciò non toglie che si può ancora salvare se non fosse per la parola d'ordine che viene sbandierata ai quattro venti. <Sì, bravissimo, quella è la parola d'ordine che avresti dovuto chiedere a ME. Ti spiego meglio.> Facendosi più caritatevole nei di lui confronti, lanciandogli un'occhiata di sottecchi che -chiaramente- non sarà possibile per lui vedere. <In questa circostanza, avresti rivelato al nemico un'informazione importante e confidenziale. Qualora lo fossi, sia chiaro. Sei fortunato, per questa volta. Sono un membro d'élite delle Forze Speciali Anbu di Konoha.> Quindi, sotto diretto comando dell'Hokage e del Generale Anbu attualmente in carica, ossia Yami che, al momento, non era comunque necessario far intervenire. Come si può ben vedere, la guardia attualmente messa a valutarlo basta ed avanza. <Se io ti ponessi queste stesse domande, considerando che tu possa possedere delle informazioni rilevanti per una missione o per il Villaggio, risponderesti tanto facilmente?> Lo vuole mettere alla prova, mentre farebbe confluire una discreta quantità di Chakra nei suoi confronti. Ne avvolgerebbe il capo e la fronte in particolar modo, volendogli immettere una visione disturbante, una particolare illusione che sarà percepibile fin da subito per il ragazzo, venendone appunto colpito. Qualora abbassasse lo sguardo, potrebbe notare sul proprio petto delle bruciature vaste, piuttosto importanti, che gli causerebbero non poco dolore. Da dove son comparse? Dal nulla? Non ha visto né sentito niente che gliele potesse procurare. Sono dei tagli piuttosto profondi dai quali inizia a scorrere del sangue, non eccessivo. I bordi delle ferite sono bruciate come se avessero usato un'arma incandescente che le ha persino cauterizzate. Però, sentirà dolore. E' una delle tante torture adottate persino dal Sadico Yami dalle quali il sottoposto ha soltanto preso spunto. <Se io ora ti chiedessi di dirmi tutto quello che sai a proposito dell'Hokage, del Villaggio e del tuo Clan, come risponderesti?> Lui, dal canto proprio, non si preoccupa di dirgli né a né b, come se ignorasse completamente le domande che le vengono rivolte. D'altronde, un Anbu -non vede-, -non sente- e soprattutto -non parla- se di mezzo vi è una missione. Ryuka deve crescere e questo è l'unico momento valido per farlo. [Ambient Ryuka - CHIUSO]

18:04 Ryuka:
  [Cella] La mano batte ancora una volta contro la sbarra andando dunque ad ascoltare quanto gli viene detto in silenzio mentre socchiude gli occhi sbuffando leggermente, scuote leggermente il capo, evidentemente non è in una situazione facile e ha una qualche difficoltà a volte a capire per bene tutte le procedure. Alza il mento, in silenzio, di fronte a quella spiegazione che viene accettata in serenità mentre il volto del Senju permane serio, assolutamente di pietra rispetto al suo interlocutore. < Un ANBU.. vero? > domanda tra sé tenendo gli occhi fissi su di lui adesso anche con maggior interesse mentre arretra di un passo per sentire quello che lui ha da dire in proposito, sa benissimo di aver commesso un errore – questa volta fortunatamente a vuoto – ma pur sempre un errore da ragazzino idiota e infantile qual è. Beh, non sempre riesce in tutto, ma questo naturalmente non se lo perdona minimamente tanto da andare ad affondare gli incisivi nel labbro inferiore al punto da scorticarlo e far sgorgare una goccia di sangue dallo stesso che gli cola sul mento, in silenzio, ben prima che <Rrrrrrrrggghhh!!! > un urlo tenuto fermo tra le sue labbra vada dunque a indicare che quelle fiamme hanno cominciato a fare effetto, SENTE maledettamente bene il dolore, come se fosse reale e non frutto di un’illusione. Respira, respira e si concentra sul respiro andando dunque a gonfiare e a serrare gli occhi scuotendo leggermente il capo barcollando all’indietro. SENTE ogni cosa, ogni singola cosa, andando dunque a cercare si SEDERSI sul letto, concentrandosi sui lunghi respiri che sta facendo per evitare di pensare al dolore che gli attanaglia le viscere. < Ti – risponderei .. che un Senju muore .. un Senju muore ma non tadisce la Foglia .. né il sogno di .. Hashirama-sama > fanatico, con i denti stretti e le cremisi che andrebbero a riaprirsi violentemente verso l’ANBU mostrando una forza di carattere niente male. < Tu puoi .. tu puoi .. contin-continuare per giorni io.. non ti dirò .. NIENTE > fuori dai denti, sporgendo in avanti il mento in un moto d’orgoglio cercando dunque di SOFFIARE via il dolore SBUFFANDO ritmicamente. < Io.. > ma perde le forze e quella frase rimane a metà, lo sguardo orgoglioso ad ogni modo la fa da padrona mentre l’aria viene pompata nei polmoni del rosso come da un maglio in piena funzione. [Chakra 20/20]

Gli occhi scuri dell'Anbu lo scrutano con attenzione, lasciando ancor fluire il Chakra in direzione dell'altro. Vuol tenerlo sotto l'illusione per ancor qualche attimo. Le ferite cauterizzate non lasciano spillare più sangue, però bruciano da impazzire come se gli avessero versato del magma bollente sulla pelle chiara e tanto giovane. Egli pare resistere, tanto da non voler neanche lontanamente cedere di fronte alla tortura psicologica che gli sta venendo inferta. <Affascinante.> Pronuncia alla di lui volta, girandosi or completamente in sua direzione e incrociando le braccia al petto, dopo aver rinfoderato la Ninjato. <E se stessi uccidendo il tuo amato Sofu-sama?> Pronuncia lentamente con tono atono e neutro. Sparirebbero le ferite che ha sull'addome così come scomparirebbe anche il dolore che ha avvertito sino ad ora, come se non fosse mai apparso, come se non fosse mai esistito. Ed è così a tutti gli effetti. Quel che ha sentito sulla propria pelle non è mai successo, frutto com'era d'una illusione piuttosto reale ma fittizia al tempo stesso. Il Chakra verrebbe fatto ulteriormente fluire in sua direzione, precisamente in direzione degli occhi del bambino, permettendogli quindi di vedere qualcosa di totalmente falso. Poco distante dal suo letto, sulla propria destra, potrà notare un corpo riverso a terra pieno di sangue sotto la sua posa accucciata s'un fianco. Non potrà capire dove è stato ferito e pur avvicinandosi non otterrà nulla, se non toccare il vuoto. Si renderà conto e potrà pensare che sia effettivamente suo nonno dall'armatura Senjuu indossata e dal simboletto del Clan che gli è stato posto dietro la schiena; i capelli bianchi e la fisionomia che la rispecchia parecchio. Prima di convocarlo lì, hanno comunque studiato tutto nei minimi dettagli, abbastanza da far risultare tutto quasi vero. Quasi. <L'accordo di segretezza che stipulerai con gli Anbu, qualora non ti attenessi al cento percento ad esso, comporterebbe la morte della gente che ti sta attorno, specialmente quella che ti è più cara.> Gli spiega mellifluo, continuando a fissarlo da dietro le sbarre, assumendo una posa statuaria per quanto bassino sia rispetto anche ad altri uomini visti in azione o nella normalità quotidiana. <Solo tu, i tuoi colleghi e il Generale sapranno chi siamo sotto la maschera. A differenza degli altri che, temo sia ovvio, non devono venirlo mai a scoprire. Se durante una missione, lasci scappare un prigioniero od un mentecatto qualsiasi, devi sempre tenere conto del fatto che potrebbe raggiungere la tua famiglia quando meno te l'aspetti. Ciò che ti sto facendo vedere è la mera realtà dei fatti nel caso in cui tu tradissi la nostra fiducia. Perché è di questa che stiamo parlando, ragazzino.> Chiosa ancor alla di lui volta, poiché unico interlocutore, sciogliendo nuovamente la tecnica per permettergli or di parlare lucidamente, ammesso che l'illusione vista poc'anzi non l'abbia del tutto destabilizzato. <Capisci cosa voglio dire? Capisci adesso perché sei qui?> Dovrebbe essere tutto abbastanza ovvio, ma si tratta pur sempre di un Genin. [Ambient Ryuka - CHIUSO]

19:00 Ryuka:
  [Cella] ~ Fermo nella sua cella, immobile con lo sguardo proprio verso il suo avversario – perché al momento di questo si tratta. Soffia come un serpente mantenendosi quanto più possibile in CONTROLLO della situazione, tentando, allo sfinimento, di controllare quell’enorme DOLORE < Ghhhrrr > un ringhio ferino che viene fuori dalla pressione del magma incandescente che sembra pompare all’interno delle sue ferite. Lo sguardo va dunque a scivolare violentemente alla sua destra quando l’illusione evidentemente cambia di natura, lasciando in pace i suoi recettori del dolore per andare a guardare in direzione del vecchio riverso a terra, suo nonno. Quella visione, in fondo, non sembra colpirlo con così tanta durezza, con la morte – in fondo – lui ha un rapporto estremamente particolare e non sembra fare altro che stringere i denti socchiudendo gli occhi verso l’ANBU < Se tu lo stessi uccidendo te lo impedirei, se lo avessi già ucciso lo vendicherei, come mi ha insegnato. > tutti muoiono, anche suo nonno, sul campo, a casa, nessuna morte è più dignitosa per la morte per il Clan. Alza il mento, resistendo dunque evidentemente per connotati puramente culturali a quella tortura psicologica imponendosi di non guardare l’antenato morto ma cercando di FRONTEGGIARE direttamente la minaccia mettendosi FRONTE alle sbarre. < Conosco la fedeltà, l’ho assimilata col latte di mia madre, prima ancora che ti dessero quella maschera > probabilmente, o forse no, stringerebbe violentemente le mani attorno alle sbarre < Ho chiesto IO di unirmi a VOI > gli risponde con forza orgogliosamente e con il fare di chi sa esattamente che cosa sta dicendo, del resto, lo ha fatto presente a Furaya molto prima che quella tortura avesse inizio < Conosco le conseguenze delle mie azioni, non crederete ai vostri occhi > uno sguardo lasciato di sbieco nei confronti del progenitore morto tornando con rinnovata determinazione a osservare chi ha di fronte tentando di ANNUIRE con sicurezza alla sua ultima domanda rimanendo con le mani saldamente sulle sbarre < Per la Foglia e la missione, è tutta la vita che non desidero altro > sbuffa sibilando come una serpe e mantenendosi evidentemente pronto a richiamare il Mokuton semmai fosse il momento di difendersi da colui che in tutta evidenza lo sta mettendo alla prova. < Fossi un ragazzino qualsiasi, non sarei qui di fronte a lei, e lei lo sa – signore > evidentemente cambiando di tono e prendendosi la libertà di riconoscerlo suo diretto superiore per la prima volta in tutta la sera. < Manterrò i segreti del Villaggio, darò la caccia ai suoi nemici, difenderò i suoi obiettivi > giura solennemente con l’espressione truce di chi non scherza per niente e soppesa ogni sillaba. Del bambino che stava dormendo nella tenda non v’è praticamente più traccia. [Chakra 20/20]

Il moccioso è costretto a tollerare un enorme dolore. Come tutti, nella propria vita. Chiunque, chi meno e chi più, ha comunque vissuto qualcosa che l'ha fatto cambiare: la perdita d'una persona cara, un trauma, un dolore. Sciolta l'illusione, non restano altro che Ryuka -privo di qualsivoglia ferita, poiché non l'ha toccato affatto- e l'Anbu in questione. Lo sente parlare e annuisce man mano al di lui dire. <Era esattamente questo che volevo sentirti dire. E' stato un percorso travagliato, ma vedo che siamo riusciti ad ottenere ciò che serviva.> Ridacchia. Si riferisce alla maturità che avrebbe dovuto dimostrare fin dall'inizio. E' chiaro che si ha davanti un Genin che ha appena iniziato a vedere com'è la realtà dei fatti. Pur essendo cresciuto con delle regole e dei dogmi ben precisi, è altrettanto naturale che debba venire messo alla prova come chiunque altro. <So bene chi ha chiesto cosa e a chi. Il nostro Generale e il nostro Hokage tengono sempre sotto controllo possibili leve idonee ad essere poi prelevate per venire sottoposti a questo incontro.> Districa le braccia dal loro precedente intreccio, portando ambedue le mani a contatto con le sbarre e stringendole tra le dita. Vuol fissare direttamente in volto il ragazzino che, dopo piccoli traumi ed illusioni, ha fatto uscire esattamente l'uomo ed il Ninja che diventerà in futuro se continua in questo modo e su questa via. <Il mio nome in codice è Kishi.> Si presenta, finalmente, ma anche questo per impartirgli un'importante lezione. <Nessuno qui usa il suo vero nome, tanto meno dovrai utilizzarlo tu. Inventati un'identità fittizia, usa il tuo nome in codice durante le missioni o durante l'addestramento Anbu perché -ovviamente- inizierai fin da subito il tuo allenamento intensivo.> Espira pesantemente, scrocchiando il collo prima da un lato e poi dall'altro. Continua a tenerlo sott'occhio, ovviamente, mentre proseguirebbe nelle spiegazioni da dargli in merito alla sua nuova vita segreta. <Ti verrà apposto un simbolo sul braccio, ossia il -nostro simbolo-. Verrai fornito dell'equipaggiamento Anbu, oltre che d'una maschera con modulatore di voce che dovrai utilizzare s e m p r e durante le missioni e che per -nessuna ragione- dovrai toglierti dalla faccia. Ancorché ti costasse la vita, non devi mai rivelare né il tuo nome né il tuo volto né le informazioni in tuo possesso, qualsiasi esse siano. Verrai addestrato a resistere al dolore, a resistere al sonno, crescerai come un soldato.> Ghigna sotto la maschera, conscio di ciò che avverrà di lì a breve. <Dimmi il tuo nome, Anbu.> Chiaramente, quello in codice. [Ambient Ryuka - CHIUSO]

19:42 Ryuka:
  [Cella] ~ Per quanto sia oggettivamente un ragazzino, è stato di fatto addestrato sin dalla culla a prendersi cura del Villaggio e delle sue necessità, e quale occasione migliore di questa per mettere in pratica in sostanza tutto quello che gli è stato insegnato in questi anni? Le iridi di un fuoco vero, denso, costante, continuano a perforare < Kishi > lo chiama con il suo nome in codice senza alcuna esitazione, sibilandolo tra le labbra come se fosse un vero e proprio serpente a sonagli e mantenendo salda la presa contro quelle sbarre. Ascolta, ascolta molto bene ben prima di prendere la parola cercando di RENDERSI conto della situazione prima di aprir bocca, anzi, tace del tutto di fronte a quelle istruzioni in un primo momento andando ad annuire saltuariamente per non interrompere il suo superiore. < Non vedo l’ora > si limita a rispondere quando il durissimo addestramento che deve subire gli viene spiegato senza risparmiargli nulla di tutto quel dolore e quella fatica che dovrà assimilare. Non sembra avere nemmeno un momento di dubbio o sconforto di fronte alla possibilità che si compia tutto ciò che gli è appena stato riferito, ascolta bene quello che gli viene detto e assimila ogni singola parola andando dunque a rispondere con un secco < Sissignore > del tutto privo di tono militare quanto più con il GUSTO di chi ha appena compiuto uno step importante della sua vita – un altro, dopo la conquista del coprifronte che lo ha portato a diventare uno Shinobi a tutti gli effetti. Alla domanda circa il suo nome in codice l’esitazione non sembra esservi nei suoi occhi < Asura > risponde serio, divinità dalla quale deriva direttamente il suo Clan, unica entità suprema alla quale ispirarsi e prendere come esempio per migliorarsi costantemente e senza alcun limite di forza da raggiungere. Oltre ogni risultato, oltre ogni possibilità di perfezione. < Sono pronto a ricevere i miei primi ordini, sia quello che desidera la Foglia > determinato, con la voce serena di chi sta per intraprendere una scelta di vita decisamente intrigante e complessa. Se ne sta in silenzio guardando il suo interlocutore attraverso la maschera. Intende diventare il migliore di tutti, in assoluto, il migliore senza termini di paragone. [Chakra 20/20]

Asura. Questo sarà il suo nuovo nome da Anbu. <Va bene, ma ora raggiungimi qui.> Lo inviterebbe ad avvicinarsi alla volta delle inferriate metalliche. <Questo non è il nostro covo, sia chiaro.> Glielo sottolinea, stringendosi nelle spalle. Qualora egli si sia avvicinato alle sbarre, dunque, non farebbe altro che stendere le braccia in direzione delle altrui spalle magre e sottili. Vi infonderebbe una discreta quantità di Chakra atta esclusivamente a generare un nuovo Genjutsu. Man mano, il ragazzo inizierà a perdere coscienza di sé e di ciò che ha attorno. Ricorderà soltanto una voce che gli sussurra, lenta come una ninna nanna: <Dormi adesso, ti sveglierai nella tua tenda come se non fosse successo niente.> Difatti, dovrebbe lentamente scivolare in uno stato di torpore che, nel giro di pochi altri istanti, lo porterà a dormire. Sì, ma con un problema. Kishi non ha tenuto conto del fatto che vi sono delle sbarre di mezzo. Pertanto, quando il Senjuu crollerà a dormire, per quanto lo sorregga dalle spalle, lascerà il capo ciondoloni. Esso, chinandosi in avanti per via della forza di gravità, sbatterà lievemente s'una delle sbarre di ferro che chiudono quella cella. Niente di veramente fastidioso, però gli darà fastidio per un paio di giorni fino a completo riassorbimento della contusione. Infine, dunque, si ritroverà davvero nella sua tenda così come vi s'era addormentato. L'unica pecca che gli farà ben ricordare quanto è successo è il bernoccolo che ha sulla fronte, a mo' di ricordo. [ END - End non obbligatoria ]

Ryuka viene diligentemente prelevato dalla sua tenda e portato in una cella improvvisata in un luogo sperduto.
Qui, fa la conoscenza di Kishi, un Anbu della Foglia che lo mette alla prova.

No exp, il premio è la Corporazione.
Benvenuto negli Anbu **

Ti aggiornerò le note con nome in codice e maschera -ammesso ne voglia una diversa da quella di default- e GGWP!