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[Ambient] Spigole a tribordo!

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Giocata di Lavoro

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con Jikan, Amaya

La guerra non sembra aver avuto un forte impatto sul Grande Porto dell'Acqua, che è in grado di mantenere un costante influsso di imbarcazioni mercantili. Chiaramente il profitto deriva maggiormente dal noleggio di spazi nel molo per attraccare le proprie barche e permette ai gestori del porto di coprire tutti i costi, guadagnando un margine in più per l'espansione delle strutture. Da molti anni, qui, si tengono dei corsi sulla navigazione gestiti dai marinai più veterani, che preferiscono passare gli ultimi anni della loro vita a tramandare le loro conoscenze ai più giovani, piuttosto che a mangiare tonno in scatola in mezzo al mare. Innegabile è la presenza di molti pescherecci, che solitamente vengono preparati la mattina presto per poi partire e passare l'intera giornata al largo. Il pescatore è forse uno dei più antichi mestieri basati sulla necessità di sopravvivere. Una volta era sufficiente avere una lancia a tre punte triangolari per infilzare un pesce sulla riva di un fiume, più avanti i retini hanno aiutato molto e ci si è avvicinati sempre di più all'idea che la pesca potesse diventare ai livelli di uno sport. Non è solo questione di resistenza, tenacia e pazienza come penserebbero in tanti. C'è strategia, sapienza e tecnica dietro la pesca, che viene tramandata da molti anni. Il modo migliore per avere a che fare con questa complessa disciplina è parlare con i veri maestri del mestiere. Non tanto quelli che lo praticano una volta all'anno per portare una trota alla famiglia, ma coloro che ogni giorni lavorano sodo per riempire i mercati. I pescatori, quelli veri, che lavorano in tarda notte con l'alta marea. Eppure non sembra esserci traccia di alcun peschereccio: la maggior parte di questi è partita al largo. Solo uno, sembra essere in ritardo alla festa. Si tratta di una modesta barca a vela quadrata, fatta in assi di legno che sono state opportunamente dipinte di bianco e di azzurro. E' stata attraccata vicino al pontile e sopra di essa si possono chiaramente notare tre uomini. Uno di loro, spicca più degli altri per via dei suoi folti baffi neri, e del suo vestito da pescatore. Indossa un paio di guanti verdi in lattice, che gli arrivano fino ai gomiti. Ha un cappello impermeabile ed è voltato dall'altra parte di circa 45°, quindi non è possibile vederli il visto completamente. Tuttavia sembra molto agitato. Ad un tratto, infatti, si lamenta con i suoi due collaboratori, che sono coricati di fronte a lui. < Suu, su! Tiratelo fuori dall'abbattitore, non possiamo stare qui tutto il giorno! > Forse sarebbe il caso di andare a vedere cosa sta succedendo. [Ambient per Amaya]

16:02 Amaya:
  [Porto] Ha pensato molto al lavoro che avrebbe potuto svolgere per dare un suo contributo durante il periodo di guerra ed ha ritenuto che ricoprire il ruolo di pescatrice sarebbe quello per lei più adatto. Pesca da una vita, certo, utilizzando metodi non convenzionali ed obsoleti, ma questi sono dettagli insignificanti. Per lei, chissà per un vero esperto del settore. Proprio uno a cui oggi vuole avvicinarsi. Si muove per il porto avvolta nel suo mantello nero utile a proteggerla dal freddo. Il cappuccio è abbassato cosí che il suo viso sia ben visibile. Capelli color lavanda pallido, occhi pistacchio e carnagione chiara. In fronte ha una fascia marrone munita di due piccole corna, alcun simbolo è raffigurato sopra. Da sotto il mantello, durante il suo moto, si scorgono ogni tanto le mani coperte da guanti ninja. Non ha portato alcuna arma con sé quest oggi, reputando di essere al sicuro in questo territorio. Sotto il mantello si notano anche le sue morbide gambe e, nonostante sia oscurato, il suo abbondante seno. Nella zona circostante si avvede di una sola barca e verso di essa cercherebbe di avviarsi. Il passo sarebbe lento e gli occhi puntati su quell'imbarcazione dalle assi azzurre e bianche. Cercherebbe di raggiungere tale meta per avvicinarsi al trio di uomini e domandare loro <Non voglio disturbarvi...> utilizzando un tono deciso <...ma vorrei diventare una pescatrice. Credo che in questo periodo due braccia in piú possono fare comodo> si presenta in questo modo ai tre. <Sono Amaya Matsumoto> concluderebbe.

Si volta verso di lei, quell'uomo dai baffi spessi, i tipici da bagnarsi con la panna di un cappuccino, e l'ascolta. La osserva, squadrandola e serrando appena gli occhi, come se stesse provando a ricordare chi fosse: d'altronde a uno come lui capita molto di dimenticare le sue conoscenze. Aspetta che lei finisca di parlare, prima di risponderle, tuttavia a giudicare dal suo sguardo, Amaya, può chiaramente sentirsi giudicata. Il suo viso rugoso, a ogni movimento di mascella, si muove rivelando le secche colline che costituiscono il suo volto. Si può stimare che abbia più o meno sessant'anni, ma a giudicare dai suoi muscoli sembra ancora piuttosto informa. La sua schiena è leggermente piegata in avanti ma ciò è dato dalla sua posizione, più che da un problema fisico. Una donna curata, con un mantello, che vuole diventare una pescatrice? Chiaro è che solo questo non basta per convincere un pescatore. < Uh? > Alza entrambe le sopracciglia. < Tu? Una pescatrice? > Raramente gli capita di avere a che fare con qualcuno che volontariamente si offre per quel lavoro, spesso riceve i tipici figli svogliati, mandati dalle famiglie per guadagnare qualche spicciolo. < Mi stai dicendo che vuoi trovarti in mezzo a una tempesta, con le braccia infilate nella bocca di un tonno e i vestiti fradici, con una sola lampadina che a fortuna rimane accesa e illumina la barca? Vuoi veramente passare le notti a slegare le lenze e ad infilare le esche, mentre la tua schiena ti fa strillare dopo ogni movimento? > Sta chiaramente esagerando, volutamente sta provando a metterle paura in modo da farle capire quanto serio sia quel mestiere. In questo modo può capire, lui, se ha di fronte una persona adatta oppure se è il caso di ignorare quella richiesta. < Credimi, Amaya, faccio questo lavoro da circa quarant'anni, il mio babbo mi svegliava alle due del mattino e tornavo a casa alle cinque del pomeriggio con la schiena distrutta e non vedevo l'ora di tornare a dormire. Non è un lavoro facile, è molto stancante e non è adatto a tutti. > Sembra quasi che si sia pentito di aver fatto quel lavoro per tutti quegli anni, come se avesse voluto fare altro. < Se ne sei davvero convinta allora... > Riflette un momento. < Allora slega le corde dai paletti e salta su. > Si riferisce alle tipiche corde usate per attraccare che, se infilate in alcuni paletti alti qualche metro, tengono l'imbarcazione vicina al pontile. Solitamente si tolgono prima di dispiegare le vele. [Ambient per Amaya]

16:37 Amaya:
  [Porto] Dei tre colui che le rivolge parola sembrerebbe essere quello più vecchio, l'uomo baffuto da sempre piaciuto. Nonostante questo detto, non è il suo tipo. È troppo vecchio per lei, ma non è al Porto per trovare l'amore della sua vita. Si sente osservata, ma non gli da fastidio, si aspettava una simile reazione. Non devono essere molte le donne che decidono di intraprendere questa strada ed imparare un simile mestiere. <Si, so che può sembrare strano> comprende benissimo la situazione, i dubbi e le perplessità altrui. Le avrebbe anche lei se fosse al suo posto. Svela informazioni, dettagli sulla sua vita <Pesco da quando sono piccola...> guarderebbe eventuali arnesi e attrezzi sopra la barca <...utilizzando metodi e mezzi molto meno adatti e efficienti, direi pi rudimentali e antichi> che cosa intende? Viene presto detto. <Ho sempre pescato usando dei coltelli ed immergendomi in acqua> continua a parlare, la sua lingua sembra muoversi molto velocemente. È parecchio loquace. Parla, parla, parla. È una donna. <Pescavo nei ruscelli e nei laghetti vicino casa mia> respira. Prende fiato. <Non ho paura di sporcarmi le braccia. So che sarà dura...> l'immagine che le appare in mente non è di certo un paradiso, ma è decisa. <...ma è questo quello che voglio fare!> detto ciò fa come richiesto. Ci proverebbe. Si avvicinerebbe ai paletti per provare a divincolare le corde. Cercherebbe di slegare i nodi utilizzando entrambe le sue mani ed inginocchiandosi per godere di maggiore comodità, per avere una visuale più chiara e nitida che da in piedi o troppo distaccati non si avrebbe. Cercherebbe di usare tecnica e forza dove richiesta. Solo nel caso riuscisse a slegare le corde desiderate si imbarcherebbe e salirebbe a bordo.

Rimane sorpreso non appena sente le motivazioni che hanno spinto la ragazza a prendere quella scelta, tant'è che i suoi occhi si spalancano come se avessero appena udito qualcosa di mai sentito prima di allora. Purtroppo non c'è sempre di mezzo la passione, magari, se così fosse allora tutti amerebbero il proprio lavoro e sarebbero felici. Quest'uomo, le cui caratteristiche sono mascherate in gran parte dal suo abbigliamento, ha dovuto imparare a pescare perché gli è stato imposto di farlo. Peraltro non succede spesso di incontrare qualcuno che si è appassionato della pesca e vuole intraprendere quella carriera, la maggior parte dei pescatori fa quel lavoro per mantenersi. Finita lì, nessuno pensa facilmente di alzarsi a notte fonda per partire in un'emozionante viaggio in mezzo al mare. E' tutto un dovere per loro, tant'è che fanno fatica a trarne soddisfazione personale. < Bene Amaya. > Le dice, complimentandosi con lei per essere riuscita a slegare le corde. A quel punto, dopo aver visto che anche lei è salita sull'imbarcazione, si fionda verso il timone per poi afferrarlo. < Kyo, Ryuji! Vela a quartina! > Urla verso i suoi due collaboratori, che preparano la vela girandola a quartina, termine specifico per indicare a nord ovest. < Arriviamo a 12 nodi! > Si rivolge sempre a loro due. Dopodiché lo sguardo torna su Amaya, ed è pronto a dare indicazioni anche lei, urlando. Chiaramente bisogna urlare, il rumore della barca mentre si sposta nell'acqua impedisce di parlare normalmente. < Aaamaya! Non mi sono presentato! Mi chiamo Sota! > Voce profonda la sua, alterata solo da un po' di catarro. Per il resto è più che udibile, da come parla si può capire immediatamente che non abbia rovinato la sua salute con il tabacco. < Ama! > La chiamerà in questo modo, è più corto da pronunciare. < Vai a poppa e attacca la carne alle lenze! Poi buttale in mare! > La poppa, come Amaya può intendere, è la parte posteriore della nave. Solitamente i pescherecci moderni hanno due lenze piuttosto lunghe, attaccate a dei pali che fungono come canne da pesca incorporate alle navi. In questo modo si lanciano in mare delle lenze dietro alla nave, che continueranno a muoversi con essa. Così facendo i pesci vedranno la carne muoversi e abboccheranno. Poi bisognerà tirare su il filo direttamente, preferibilmente con dei guanti per evitare di tagliarsi, non appena il pesce avrà abboccato. Questo metodo è particolarmente efficiente per pescare tonni e pesci di simili dimensioni. La deshi, giunta a poppa, può chiaramente vedere una porticina di uno sgabuzzino quasi aperta, da qui si intravede un'uniforme da pescatore e un paio di guanti. Forse sarebbe il caso di cambiarsi rapidamente i vestiti e darsi da fare. [Ambient per Amaya]

17:28 Amaya:
  [Porto] I nodi vengono sciolti e finalmente si può partire. Con anche lei a bordo il Capitano prende il timone e decide di partire per una missione di pesca. Non si aspettava di venire messa alla prova fin da subito e diventare parte integrante dell'equipaggio oggi stesso. E' elettrizzata, ma anche impaurita al tempo stesso. Non ha mai messo piede su un peschereccio, mentirebbe se dicesse che non è un po' disorientata. I collaboratori sembrano destreggiarsi abilmente a bordo, probabilmente navigano già da parecchi anni. Curiosità che nonostante il lavoro che deve fare espone. <Loro lavorano da tanto tempo insieme a te?!> alza il tono della voce per farsi udire, ma non prima di aver risposto <Si, signor Capitano!> alla richiesta a lei avanzata. La differenza tra poppa e prua è qualcosa che possiede nelle sue conoscenze. Non è proprio estranea in quel mondo, ma qualche piccola nozione la possiede. Piccola, chiariamo. Finchè le si dice di dirigersi a poppa o tribordo per fare semplici lavoretti va tutto bene. Sarà semplice il lavoro richiesto? Si vedrà. Rapidamente muove le sue leve inferiori, alternandole con celerità e mostrando attenzione a non inciampare su qualche oggetto posto in mezzo al ponte. Piede destro, piede sinistro che rapidi si alternerebbero e dovrebbero portare Amaya dove desiderato. Lì si accorgere della presenza di uno sgabuzzino. Dalla porta aperta di esso nota un uniforme da pescatore. Non ci pensa su due volte. Si slaccia il mantello che cade a terra una volta entrata in quella piccola stanzetta. Per un solo attimo potrebbe mostrarsi, a chi fosse distratto, con indosso quel suo abito viola da kunoichi scollato in più punti ed assai provocante. Mette mano all'uniforme e rapidamente cerca di indossarlo. Stessa cosa cerca di fare con i guanti, prima il destro e poi il sinistro. Solo una volta pronta, simile ad una vera pescatrice, uscirebbe dallo sgabuzzino e cercherebbe la carne e dove agganciarla alla lenza. Ci sarà pur un appiglio, un amo da pesca, qualcosa. Cercherebbe entrambe le cose che gli servono prima di poter attaccare la carne alla lanza e buttarle in mare. E' una novizia, normale ci impiega un po' più di tempo. China a poppa cercherebbe un secchio con la carne dentro ed un appiglio della lenza. Zitta per risparmiare forze e tempo.

La nuova pescatrice riesce facilmente a preparare e a lanciare le lenze in mare. Ora non rimane da fare altro che aspettare. L'uomo sembra aver fissato il timone in una precisa direzione, pertanto può anche abbandonarlo temporaneamente, ma da bravo capitano sa bene che il timone non andrebbe mai lasciato solo per troppo tempo. < Sì, sono i miei figli! > Grida, per farsi sentire da lei. Quei due collaboratori a quanto pare sono dei semplici ragazzi, giovani, uno sui diciotto e l'altro sui sedici anni. Nonostante i loro goffi movimenti sul ponte riescono abilmente a svolgere quel mestiere. < Ragazzi, ammainate le vele, siamo a 14 Nodi! > Le onde sono a loro favore, pertanto non ha senso tenere la leva dispiegata dal momento che il vento li farebbe andare troppo veloci. Sota, il pescatore e capitano, prende dunque una canna da pesca di ottima fattura, con alcune rifiniture lucenti e si avvicina al lato destro del peschereccio. < Spigole a tribordo! Ama, vieni a darmi una mano! > Da quando l'ha mandato a poppa non l'ha più vista, perciò ora ha in serbo un altro incarico per lei. Avrebbe aspettato che Amaya lo raggiungesse, per poi iniziare a spiegarle un paio di nozioni. < Mai usato uno di questi? E' una canna da pesca. > Sapendo che lei è abituata a usare metodi più antichi, preferisce insegnarle il sistema più efficace e moderno per pescare. < Una mano sull'impugnatura, l'altra sulla manovella. > Le porge la canna cosicché lei possa familiarizzare con quello strumento e mettersi in posizione. < Attenta. Un pollice sul filo, importante, ti permette di sentire quanto sta tirando il pesce. > Dovrà abituarsi, la ragazza, ai meccanismi dei pesci: al momento di forza e di riposo, per determinare quando è giusto tirare e quando invece bisogna riavvolgere il filo. < Quando sei pronta puoi lanciare l'amo in mare e iniziare a scuotere un po' la canna per far muovere l'esca. Attenta al pesce che abboccherà, sai come funziona? > Domanda retoricamente, gli spiegherà il sistema ugualmente per assicurarsi che lo conosca. < E' un tiro alla fune. Quando il pesce resiste e si allontana, quindi quando usa la forza, tu devi tirare per stancarlo e tenere la canna dalla direzione opposta. Se lui va a sinistra, tu tiri da destra e viceversa, se rimane dritto stai ferma ma devi sempre copiare i suoi movimenti all'inverso quando tiri. Non appena senti che è stanco, e te ne puoi accorgere perché non riuscirà ad opporre resistenza, allora dovrai riavvolgere il mulinello ma attenta. Il pesce non rimane di certo fermo, preparati a smettere di riavvolgere e a tirare finché non si stanca del tutto. > Adesso tocca a lei. Quel luogo pullula di spigole, pertanto appena l'esca sarà in mare, nel giro di dieci minuti, il pesce avrà abboccato e Amaya dovrà provare a prenderlo. Perlomeno provarci, l'uomo non si aspetta che lei riesca al primo tentativo ma deve dimostrare di aver capito. [Descrivi il tentativo di pescare un pesce dopo che l'amo è stato lanciato in acqua][Ambient per Amaya]

18:13 Amaya:
 Dalla poppa, fatto quel che doveva fare, viene richiamata a tribordo. Su quella barca ha la sensazione che oggi faticherà sette camicie. Rapida cerca di portarsi nel punto richiesto per affiancare Sota, canna alla pesca alla mano. <No, signore!> risponde secca, agitando il capo a destra e manca. Ha sempre pescato con i coltelli ed in acqua, mai ha visto una canna da pesca prima d'ora. Pone la mano sinistra sull'impugnatura e la destra sulla manovella. Lei è abile a destreggiarsi con entrambe le mani, dovrebbe essere irrilevante quindi quale utilizza per fare una cosa e quale per un altra. <Così?> domanda, stringendo bene la presa sull'impugnatura. <Ah, già...> si stava scordando il pollice sul filo. Rimedierebbe poco dopo, ponendolo sopra, esercitando la giusta pressione. Prenderebbe per un paio di secondi confidenza con la canna, provando a ruotare appena la manovella per comprendere da che lato ruotare. Fatto ciò andrebbe a caricare gli arti, portare la canna lateralmente e tramite una rotazione del busto ed allungamento degli arti superiori...lanciare la lenza! Vorrebbe far finire l'amo con l'esca agganciata abbastanza distante dalla barca su cui si stanno muovendo. Vuole evitare che l'amo si incagli in qualche punto, inoltre dovrebbe essere più probabile che qualche pesce abbocchi distante dai rumori, no? Così crede, ignora se sia una motivazione valida e giusta. Il pollice diminuirebbe la pressione durante il lancio dell'amo così che il filo non venga ostacolato e sia libero di viaggiare. Tornerebbe ad esercitare la giusta pressione una volta aver mandato l'amo in acqua. Ascolta i consigli. Sono sempre ben accetti, sopratutto quando si vuole fare qualcosa che mai si è mai fatto prima. <Movimenti inversi al pesce. Tutto chiaro> la teoria è semplice, probabilmente la pratica è di tutt'altro paio di maniche. Crede. Effettuato il lancio, nel caso ci fosse riuscita, piegherebbe le braccia e porrebbe il piede destro contro il parapetto. Si sbilancerebbe un po' all'indietro, vuole evitare di finire in mare ricevendo un forte strattone. E' più agile che forte, per tale ragione adotta tale postura. Con il ginocchio sinistro piegato resterebbe ferma, immobile, in attesa che qualcosa abbocchi. Concentrata sul filo che preme e con gli occhi puntati sul galleggiante, nel caso in cui fosse presente. Ogni tanto darebbe qualche scossone con la canna così da agitare l'esca <I pesci devono credere sia viva, vero?> ipotizza.

Continua ad osservarla, il veterano, mentre prova a usare quello strumento. E' evidente che lei non sia particolarmente abile nel'utilizzo della canna da pesca, tant'è che pur rimanendo in attesa e concentrata un forte strattone la coglie impreparata non appena il pesce abbocca. L'uomo si prepara e afferra la canna da pesca al posto suo, altrimenti molto probabilmente sarebbe finita in mare. < Tienila! Forza fora, ora tira! > Però la spigola inizia ad andare particolarmente verso destra, poi ancora a sinistra, si dimena e si muove rapidamente, con una certa forza. Ad un tratto però, niente. Quella forza non c'è più e il filo è diventato mollo. < Aaahh... Dannazione, è scappato! > Il veterano riesce a capire immediatamente cosa è successo: il pesce è riuscito a divincolarsi dall'amo, portandosi a casa il pezzo di carne senza essere preso. Quella spigola non si farà vedere per un po' dopo aver ottenuto il suo pasto. < Nessun problema, imparerai. > Afferma lui, sorridendo. Di certo non si aspetta che lei sia in grado di usare una canna da pesca, ci vuole molta esperienza e pazienza in quel campo, normalmente ci vuole qualche anno per imparare bene a governare una canna professionale come quella. I suoi due figli, nel mentre, hanno gestito il timone e la vela quadra. < Bene Ama, se non sei stanca abbiamo una rete da preparare. > Si tratta banalmente di una grande rete con una corda in un'estremità, che viene usata per pescare grandi quantità di pesce, come può essere un banco di acciughe. < Sei brava, sai? Non me l'aspettavo! > Confessa lui, pettinandosi i baffi con le dita. L'ha sorpresa, tant'è che sta iniziando a considerare di farla lavorare a pieno ritmo. < Accetto la tua richiesta, Amaya, sei davvero appassionata, vedo! In pochi possono dirlo, sai? > Pochissimi, come già appurato la maggior parte dei pescatori lo fa per guadagnare soldi e mantenersi. < Noi partiamo sempre alle cinque, di solito. > Sì, cinque del mattino. E' presto per chiunque altro ma non per un pescatore. < Quando hai voglia ci trovi dove ci hai trovato oggi, anche domani e dopodomani. > Un lavoro senza impegno, dal momento che l'uomo e i suoi due figli riescono comunque a gestire quel peschereccio in autonomia. Chiaro è che con qualcuno in più l'intero mestiere può essere molto più efficiente. A prescindere dalla risposta di lei, Sota, avrebbe atteso che Amaya finisse di preparare la rete, per poi lanciarla in mare. Molti incarichi, le sarebbero stati affidati successivamente, fino alle sette di sera, momento in cui l'imbarcazione sarebbe tornata al Porto dell'Acqua. Amaya, dunque, si sarebbe potuta definire una pescatrice novizia. [Posta pure la tua END]

19:11 Amaya:
 Aspetta, improvvisamente un pesce abbocca ed un forte strattone la sbilancia <Ah!> esclama, sentendo come venga tirata in avanti da una forza particolarmente potente che non si aspettava. Fortunatamente il Capitano giunge in suo soccorso e l'aiuta. Stringe il manico con tutta la forza che possiede e cerca di indirizzare il movimento opposto al moto del pesce. Tira verso di sè, cerca di raddrizzarsi, aiutata da Sato, ma quella spigola pare un demonio. Non c'è nulla da fare. Gli sforzi sono vani. Il pesce scappa. <Mi dispiace!> si scusa per aver fallito la sua prima pesca. Dato che ora deve venire inserita una nuova esca inizierebbe a girare la manovella per ritirare la lenza. Mentre effettuerebbe questa azione ascolterebbe le parole altrui. <La prossima volta non fallirò, lo prometto!> dice convinta e ci crede veramente a quelle parole. Raccolta la lenza va a senire il prossimo incarico. Non si sta fermi un momento qua sopra. Sarà un ottimo allenamento per rafforzare il corpo. <Davvero? Anche se ho fatto scappare il pesce?> a quanto pare ha del talento la giovane ragazza di qualche anno più grande rispetto i figli del Vecchio. Depositata la canna da pesca sul ponte andrebbe a muoversi verso la rete per prepararla. La raccoglierebbe cercando di sostenre il peso con le sue braccia prima di lanciarla in mare con tutta la sua forza racchiusa in corpo, ovviamente facendo bene attenzione a non incastrarsi in qualche modo. Sarebbe ridicolo finire in mare non appena aver ricevuto i complimenti. <Ci sarò...> domani e dopodomani <...sicuramente!> annuisce e si rende disponibile a tutto ciò che avverrà. Da qui fino alle sette di sera. <E' molto più divertente questo modo di pescare rispetto a quello che usavo io> e forse anche meno faticoso o faticoso in modo diverso. Lo scoprirà.

Amaya, intenzionata ad approfondire le conoscenza sulla pesca che ha accumulato da quando era più piccola, approccia un peschereccio attraccato su di un pontile nel Grande Porto di Kusa. Incredulo, il capitano Sota, mette alla prova l'aspirante pescatrice mettendola alla prova e facendola lavorare sopra la sua imbarcazione. La Deshi ha ancora molto da imparare, ma ha dimostrato di avere molta passione per il mestiere e tanta forza di volontà, il necessario per diventare un pescatore.

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