La guerra non sembra aver avuto un forte impatto sul Grande Porto dell'Acqua, che è in grado di mantenere un costante influsso di imbarcazioni mercantili. Chiaramente il profitto deriva maggiormente dal noleggio di spazi nel molo per attraccare le proprie barche e permette ai gestori del porto di coprire tutti i costi, guadagnando un margine in più per l'espansione delle strutture. Da molti anni, qui, si tengono dei corsi sulla navigazione gestiti dai marinai più veterani, che preferiscono passare gli ultimi anni della loro vita a tramandare le loro conoscenze ai più giovani, piuttosto che a mangiare tonno in scatola in mezzo al mare. Innegabile è la presenza di molti pescherecci, che solitamente vengono preparati la mattina presto per poi partire e passare l'intera giornata al largo. Il pescatore è forse uno dei più antichi mestieri basati sulla necessità di sopravvivere. Una volta era sufficiente avere una lancia a tre punte triangolari per infilzare un pesce sulla riva di un fiume, più avanti i retini hanno aiutato molto e ci si è avvicinati sempre di più all'idea che la pesca potesse diventare ai livelli di uno sport. Non è solo questione di resistenza, tenacia e pazienza come penserebbero in tanti. C'è strategia, sapienza e tecnica dietro la pesca, che viene tramandata da molti anni. Il modo migliore per avere a che fare con questa complessa disciplina è parlare con i veri maestri del mestiere. Non tanto quelli che lo praticano una volta all'anno per portare una trota alla famiglia, ma coloro che ogni giorni lavorano sodo per riempire i mercati. I pescatori, quelli veri, che lavorano in tarda notte con l'alta marea. Eppure non sembra esserci traccia di alcun peschereccio: la maggior parte di questi è partita al largo. Solo uno, sembra essere in ritardo alla festa. Si tratta di una modesta barca a vela quadrata, fatta in assi di legno che sono state opportunamente dipinte di bianco e di azzurro. E' stata attraccata vicino al pontile e sopra di essa si possono chiaramente notare tre uomini. Uno di loro, spicca più degli altri per via dei suoi folti baffi neri, e del suo vestito da pescatore. Indossa un paio di guanti verdi in lattice, che gli arrivano fino ai gomiti. Ha un cappello impermeabile ed è voltato dall'altra parte di circa 45°, quindi non è possibile vederli il visto completamente. Tuttavia sembra molto agitato. Ad un tratto, infatti, si lamenta con i suoi due collaboratori, che sono coricati di fronte a lui. < Suu, su! Tiratelo fuori dall'abbattitore, non possiamo stare qui tutto il giorno! > Forse sarebbe il caso di andare a vedere cosa sta succedendo. [Ambient per Amaya]
Si volta verso di lei, quell'uomo dai baffi spessi, i tipici da bagnarsi con la panna di un cappuccino, e l'ascolta. La osserva, squadrandola e serrando appena gli occhi, come se stesse provando a ricordare chi fosse: d'altronde a uno come lui capita molto di dimenticare le sue conoscenze. Aspetta che lei finisca di parlare, prima di risponderle, tuttavia a giudicare dal suo sguardo, Amaya, può chiaramente sentirsi giudicata. Il suo viso rugoso, a ogni movimento di mascella, si muove rivelando le secche colline che costituiscono il suo volto. Si può stimare che abbia più o meno sessant'anni, ma a giudicare dai suoi muscoli sembra ancora piuttosto informa. La sua schiena è leggermente piegata in avanti ma ciò è dato dalla sua posizione, più che da un problema fisico. Una donna curata, con un mantello, che vuole diventare una pescatrice? Chiaro è che solo questo non basta per convincere un pescatore. < Uh? > Alza entrambe le sopracciglia. < Tu? Una pescatrice? > Raramente gli capita di avere a che fare con qualcuno che volontariamente si offre per quel lavoro, spesso riceve i tipici figli svogliati, mandati dalle famiglie per guadagnare qualche spicciolo. < Mi stai dicendo che vuoi trovarti in mezzo a una tempesta, con le braccia infilate nella bocca di un tonno e i vestiti fradici, con una sola lampadina che a fortuna rimane accesa e illumina la barca? Vuoi veramente passare le notti a slegare le lenze e ad infilare le esche, mentre la tua schiena ti fa strillare dopo ogni movimento? > Sta chiaramente esagerando, volutamente sta provando a metterle paura in modo da farle capire quanto serio sia quel mestiere. In questo modo può capire, lui, se ha di fronte una persona adatta oppure se è il caso di ignorare quella richiesta. < Credimi, Amaya, faccio questo lavoro da circa quarant'anni, il mio babbo mi svegliava alle due del mattino e tornavo a casa alle cinque del pomeriggio con la schiena distrutta e non vedevo l'ora di tornare a dormire. Non è un lavoro facile, è molto stancante e non è adatto a tutti. > Sembra quasi che si sia pentito di aver fatto quel lavoro per tutti quegli anni, come se avesse voluto fare altro. < Se ne sei davvero convinta allora... > Riflette un momento. < Allora slega le corde dai paletti e salta su. > Si riferisce alle tipiche corde usate per attraccare che, se infilate in alcuni paletti alti qualche metro, tengono l'imbarcazione vicina al pontile. Solitamente si tolgono prima di dispiegare le vele. [Ambient per Amaya]
Rimane sorpreso non appena sente le motivazioni che hanno spinto la ragazza a prendere quella scelta, tant'è che i suoi occhi si spalancano come se avessero appena udito qualcosa di mai sentito prima di allora. Purtroppo non c'è sempre di mezzo la passione, magari, se così fosse allora tutti amerebbero il proprio lavoro e sarebbero felici. Quest'uomo, le cui caratteristiche sono mascherate in gran parte dal suo abbigliamento, ha dovuto imparare a pescare perché gli è stato imposto di farlo. Peraltro non succede spesso di incontrare qualcuno che si è appassionato della pesca e vuole intraprendere quella carriera, la maggior parte dei pescatori fa quel lavoro per mantenersi. Finita lì, nessuno pensa facilmente di alzarsi a notte fonda per partire in un'emozionante viaggio in mezzo al mare. E' tutto un dovere per loro, tant'è che fanno fatica a trarne soddisfazione personale. < Bene Amaya. > Le dice, complimentandosi con lei per essere riuscita a slegare le corde. A quel punto, dopo aver visto che anche lei è salita sull'imbarcazione, si fionda verso il timone per poi afferrarlo. < Kyo, Ryuji! Vela a quartina! > Urla verso i suoi due collaboratori, che preparano la vela girandola a quartina, termine specifico per indicare a nord ovest. < Arriviamo a 12 nodi! > Si rivolge sempre a loro due. Dopodiché lo sguardo torna su Amaya, ed è pronto a dare indicazioni anche lei, urlando. Chiaramente bisogna urlare, il rumore della barca mentre si sposta nell'acqua impedisce di parlare normalmente. < Aaamaya! Non mi sono presentato! Mi chiamo Sota! > Voce profonda la sua, alterata solo da un po' di catarro. Per il resto è più che udibile, da come parla si può capire immediatamente che non abbia rovinato la sua salute con il tabacco. < Ama! > La chiamerà in questo modo, è più corto da pronunciare. < Vai a poppa e attacca la carne alle lenze! Poi buttale in mare! > La poppa, come Amaya può intendere, è la parte posteriore della nave. Solitamente i pescherecci moderni hanno due lenze piuttosto lunghe, attaccate a dei pali che fungono come canne da pesca incorporate alle navi. In questo modo si lanciano in mare delle lenze dietro alla nave, che continueranno a muoversi con essa. Così facendo i pesci vedranno la carne muoversi e abboccheranno. Poi bisognerà tirare su il filo direttamente, preferibilmente con dei guanti per evitare di tagliarsi, non appena il pesce avrà abboccato. Questo metodo è particolarmente efficiente per pescare tonni e pesci di simili dimensioni. La deshi, giunta a poppa, può chiaramente vedere una porticina di uno sgabuzzino quasi aperta, da qui si intravede un'uniforme da pescatore e un paio di guanti. Forse sarebbe il caso di cambiarsi rapidamente i vestiti e darsi da fare. [Ambient per Amaya]
La nuova pescatrice riesce facilmente a preparare e a lanciare le lenze in mare. Ora non rimane da fare altro che aspettare. L'uomo sembra aver fissato il timone in una precisa direzione, pertanto può anche abbandonarlo temporaneamente, ma da bravo capitano sa bene che il timone non andrebbe mai lasciato solo per troppo tempo. < Sì, sono i miei figli! > Grida, per farsi sentire da lei. Quei due collaboratori a quanto pare sono dei semplici ragazzi, giovani, uno sui diciotto e l'altro sui sedici anni. Nonostante i loro goffi movimenti sul ponte riescono abilmente a svolgere quel mestiere. < Ragazzi, ammainate le vele, siamo a 14 Nodi! > Le onde sono a loro favore, pertanto non ha senso tenere la leva dispiegata dal momento che il vento li farebbe andare troppo veloci. Sota, il pescatore e capitano, prende dunque una canna da pesca di ottima fattura, con alcune rifiniture lucenti e si avvicina al lato destro del peschereccio. < Spigole a tribordo! Ama, vieni a darmi una mano! > Da quando l'ha mandato a poppa non l'ha più vista, perciò ora ha in serbo un altro incarico per lei. Avrebbe aspettato che Amaya lo raggiungesse, per poi iniziare a spiegarle un paio di nozioni. < Mai usato uno di questi? E' una canna da pesca. > Sapendo che lei è abituata a usare metodi più antichi, preferisce insegnarle il sistema più efficace e moderno per pescare. < Una mano sull'impugnatura, l'altra sulla manovella. > Le porge la canna cosicché lei possa familiarizzare con quello strumento e mettersi in posizione. < Attenta. Un pollice sul filo, importante, ti permette di sentire quanto sta tirando il pesce. > Dovrà abituarsi, la ragazza, ai meccanismi dei pesci: al momento di forza e di riposo, per determinare quando è giusto tirare e quando invece bisogna riavvolgere il filo. < Quando sei pronta puoi lanciare l'amo in mare e iniziare a scuotere un po' la canna per far muovere l'esca. Attenta al pesce che abboccherà, sai come funziona? > Domanda retoricamente, gli spiegherà il sistema ugualmente per assicurarsi che lo conosca. < E' un tiro alla fune. Quando il pesce resiste e si allontana, quindi quando usa la forza, tu devi tirare per stancarlo e tenere la canna dalla direzione opposta. Se lui va a sinistra, tu tiri da destra e viceversa, se rimane dritto stai ferma ma devi sempre copiare i suoi movimenti all'inverso quando tiri. Non appena senti che è stanco, e te ne puoi accorgere perché non riuscirà ad opporre resistenza, allora dovrai riavvolgere il mulinello ma attenta. Il pesce non rimane di certo fermo, preparati a smettere di riavvolgere e a tirare finché non si stanca del tutto. > Adesso tocca a lei. Quel luogo pullula di spigole, pertanto appena l'esca sarà in mare, nel giro di dieci minuti, il pesce avrà abboccato e Amaya dovrà provare a prenderlo. Perlomeno provarci, l'uomo non si aspetta che lei riesca al primo tentativo ma deve dimostrare di aver capito. [Descrivi il tentativo di pescare un pesce dopo che l'amo è stato lanciato in acqua][Ambient per Amaya]
Continua ad osservarla, il veterano, mentre prova a usare quello strumento. E' evidente che lei non sia particolarmente abile nel'utilizzo della canna da pesca, tant'è che pur rimanendo in attesa e concentrata un forte strattone la coglie impreparata non appena il pesce abbocca. L'uomo si prepara e afferra la canna da pesca al posto suo, altrimenti molto probabilmente sarebbe finita in mare. < Tienila! Forza fora, ora tira! > Però la spigola inizia ad andare particolarmente verso destra, poi ancora a sinistra, si dimena e si muove rapidamente, con una certa forza. Ad un tratto però, niente. Quella forza non c'è più e il filo è diventato mollo. < Aaahh... Dannazione, è scappato! > Il veterano riesce a capire immediatamente cosa è successo: il pesce è riuscito a divincolarsi dall'amo, portandosi a casa il pezzo di carne senza essere preso. Quella spigola non si farà vedere per un po' dopo aver ottenuto il suo pasto. < Nessun problema, imparerai. > Afferma lui, sorridendo. Di certo non si aspetta che lei sia in grado di usare una canna da pesca, ci vuole molta esperienza e pazienza in quel campo, normalmente ci vuole qualche anno per imparare bene a governare una canna professionale come quella. I suoi due figli, nel mentre, hanno gestito il timone e la vela quadra. < Bene Ama, se non sei stanca abbiamo una rete da preparare. > Si tratta banalmente di una grande rete con una corda in un'estremità, che viene usata per pescare grandi quantità di pesce, come può essere un banco di acciughe. < Sei brava, sai? Non me l'aspettavo! > Confessa lui, pettinandosi i baffi con le dita. L'ha sorpresa, tant'è che sta iniziando a considerare di farla lavorare a pieno ritmo. < Accetto la tua richiesta, Amaya, sei davvero appassionata, vedo! In pochi possono dirlo, sai? > Pochissimi, come già appurato la maggior parte dei pescatori lo fa per guadagnare soldi e mantenersi. < Noi partiamo sempre alle cinque, di solito. > Sì, cinque del mattino. E' presto per chiunque altro ma non per un pescatore. < Quando hai voglia ci trovi dove ci hai trovato oggi, anche domani e dopodomani. > Un lavoro senza impegno, dal momento che l'uomo e i suoi due figli riescono comunque a gestire quel peschereccio in autonomia. Chiaro è che con qualcuno in più l'intero mestiere può essere molto più efficiente. A prescindere dalla risposta di lei, Sota, avrebbe atteso che Amaya finisse di preparare la rete, per poi lanciarla in mare. Molti incarichi, le sarebbero stati affidati successivamente, fino alle sette di sera, momento in cui l'imbarcazione sarebbe tornata al Porto dell'Acqua. Amaya, dunque, si sarebbe potuta definire una pescatrice novizia. [Posta pure la tua END]