Giocata dal 17/03/2020 22:52 al 18/03/2020 02:35 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Quercia] Si lascia sfuggire una risata melodica al dire di lei. No sicuramente non sembra un mukenin. Certo non si sa mai, potrebbe essere sotto l’effetto di qualche tecnica di occultamento o di mascheramento. Ma la cosa non gli passa neanche per l’anticamera del cervello. La osserva. Non può sapere cosa sta facendo. Resta li, come un gorilla della giungla, seduto davanti a lei, a tenersi quell’ammasso di fogli tra le mani. Ma quella risposta cortese lo sorprende. Può tenerselo? Osserva di nuovo la sua immagine impressa su quel foglio con la matita. Si stupisce, si scopre quasi a tenerci a quell’immagine. Infondo dai, quante volte capita di tenere per mano qualcosa di fatto da altri, se non per mangiarlo? Ma no, non lo farà, gli sale un risolino beffardo a incrinargli le labbra, e si ficca una mano in tasca, estraendone il residuato bellico di una matita. Colpa del fatto che sono i pantaloni con cui è andato a lezione, non di altro. Con quella si ingobbisce sul taccuino foglio, che in mano sua sembra poco più di un blocco di post-it imprime qual cosa a completamento del disegno ma fa ben attenzione a non farsi vedere dalla genin, e appena finito si limita a chiudere il tacquino e a poggiarlo ai piedi di lei. non potrà sapere, per ora, cos’ha combinato, ma quel sorrisetto divertito gli rimane quando solleva lo sguardo blu oceanico per cercarla. Ma appena la trova qualcosa si muove da sopra. Allarga lo sguardo, la mascella quasi gli cade nel vedere un ramo prender vita, abbassarsi verso di lui, a guida di mano. Istintivamente, come un grosso felino, si ritrae, giusto per controllare che non sia un’arma. Ma quelle foglie sembrano gentili, lui le guarda finchè la vicinanza glie lo consente, poi socchiude leggermente gli occhi e si gode quel tocco delicato. Lo sguardo la cerca <che bello! A me questo non me l’hanno insegnato in accademia!> commenta quasi stizzito, <sarebbe bellissimo prendere a pugni gli avversari coi rami> mugugna tra se e se, perfettamente udibile da lei. E ora? Ora deve fargli vedere anche lui quanto è bravo con il chakra! <Adesso io!> sfida subito, sfacciato, la faccenda del grado se l’è scordata mi sa immediatamente gonfia l’ampio torace ed emana un lento respiro, placandosi come gli è stato insegnato in accademia, la mano sinistra si porta all’altezza del plesso solare, chiusa in pugno eccezion fatta per indice e medio che son dritti verso il cielo, la mano destra avvolge la gemella accoppiando anch’essa indice e medio nella posizione della capra. Ancora un profondo respiro. Tenterebbe dunque di concentrarsi su se stesso, indagando prima la sua psiche, le sue emozioni, i suoi pensieri, giù in fondo all’anima fino a squarciarne il velo e tentar di giungere a ciò che muove tutto questo, la sua energia psichica. Individuando il primo globo di energia andrebbe a concentrarsi sul suo cuore, il motore del suo corpo, la pompa del suo sangue, tenterebbe di andare oltre il suo battito, divenuto quasi assordante, oltre i muscoli che si contraggono e il sangue che scorre per cercare l’energia che muove le sue membra, l’energia fisica. Qualora avesse individuato anche questo secondo globo, di colore diverso, lentamente cercherebbe di condurre l’energia psichica verso quella fisica in modo da congiungerle all’altezza del plesso solare, fatto questo tenterebbe di innescare il moto rotatorio delle due sfere, l’una nell’altra, l’altra nell’una fino a diventare, se tutto fosse andato a buon fine, un’unica sfera di colore azzurro che verrebbe incanalata nel proprio apparato circolatorio, destando il formicolio sulla pelle al quale lui non si sarebbe ancora abituato [Tentativo di impasto del chakra][Se Chakra On][Collettivo] Gli eventi degli ultimi giorni hanno molto scosso gli animi, la comparsa di quello strano individuo ha fatto poche vittime tutte con ferite più o meno gravi ma fortunatamente nessuno è morto, intervento tempoestivo, dei Ninja ha messo in salvo i Civili, tranne 2 che sono stati feriti e prontamente Curati dai Ninja medici, quell'uomo è apparso dal nulla, e da un portale nel cielo. è trascorso tempo da quell'attacco, e i Ninja feriti sono ancora convalescenti, e in questo pomeriggio senza nebbia ci si può concedere un attimo di relax e riflessione. [Tenshi] Proprio durante uno di questi momenti di Relax e Riflessione, ecco che una folata di vento stranamente gelido raggiunge le Senjuu, provocando un Brivido lungo la schiena, e dopo pochi istanti un varso pare aprirsi nel cielo, a mezz'aria, da cui fuori esce "LUI" carnagione bianca, 175cm di altezza, occhi perlacei, capelli lunghi a raggiungere le spalle, con due prominenti corna accentuate verso l'alto. indossa zoccoli marroni e una veste bianca colui che è venuto per riprendersi il Chakra, l'uomo verrebbe fuori dal portale fluttuando a mezz'aria col portale che ora si richiude, e senza perder tempo attiva quegli occhi bianchi come aveva fatto qualche giorno prima ricercando fonti di chakra, e dice Puntando lo sguardo proprio su Tenshi <Tu hai molto più Chakra di lui> un tono altezzoso per lui che li osserva con superiorità, <come fai a non vergognarti, per aver derubato la mia gente di questo potere> punta il dito con fare accusatorio proprio come farebbe una divinità e Volando si fionda a pochi centimetri da Tenshi, attezzando sugli zoccoli delicatamente <avete giocate fin troppo col potere che ci avete sottratto è giunto il momento di riprendermelo> la guarda dall'alto in basso sia in senso fisico per la differenza di altezza sia per atteggiamento Tronfio Superiore, Superbo, con atteggiamenti da divinità.
La rosata, concentrata nello svolgere la sua tecnica, non si rende conto di ciò che fa Yosai in quel momento. Quindi non potrà sapere cosa ha fatto il ragazzo al taccuino, fin quando non lo prenderà in mano. L'interlocutore si ritrae istintivamente, non appena vede il ramo muoversi, come per magia. Ma poi socchiude gli occhi, lasciandosi accarezzare dal tocco leggero delle foglie. Sembrerebbe che quella tecnica abbia attirato l'attenzione di lui, facendogli dimenticare il panico provato poco prima. O, almeno, questo è ciò che percepisce la genin. < Questa è una tecnica speciale che non si impara in accademia > direbbe, sorridendogli. Purtroppo non può dirgli che si tratta di una tecnica del proprio clan, dato che lei non sa il paese di provenienza di lui. Poi ridacchierebbe, portandosi la destrorsa davanti alle labbra, quando lui dice qualcosa a proposito dei pugni con i rami. < Non hai tutto i torti. E' comodo, dato che io posso stare ferma, mentre gli avversari vengono presi a frustate da dei semplici rami >, direbbe, continuando a ridere. Quella, infatti, è, solitamente, una tecnica offensiva. E' vero, può essere usata in svariati modi, ma quello più importante è sicuramente l'attacco. D'altronde, nessuno si aspetterebbe di essere picchiato da un albero. Il ragazzo sembra essere preso ed entusiasta della situazione in cui si trova. La figura di lui infonde una strana calma nella Senjuu. E' come se potesse guardargli attraverso, e vedere la purezza del cuore di lui, nonostante non sappia nulla della persona che ha davanti. Nel frattempo, il ragazzo proverebbe a farle vedere ciò che invece sa fare lui, cercando così di attivare il Chakra. Nel frattempo, una folata gelida di vento incuriosisce la rosata. Anzi, più che incuriosirla, la fa rabbrividire. Un brivido percorrerebbe la colonna vertebrale di lei. Che strana sensazione è quella? Sente che c'è qualcosa che non va. Qualcosa che non quadra. Dove c'è lei, ci sono guai. Ed ecco la risposta alle sue domande. Un varco si apre nel cielo, proprio come durante la festa, nello stesso luogo. Le mani di lei comincerebbero a tremare, capendo già che si tratta di lui. Di quella persona che aveva seminato il terrore in un pomeriggio di festa. Di quella persona che aveva quasi ucciso dei civili. Di quella stessa persona che aveva quasi ucciso Norita e Sakir. Il ricordo dei loro corpi stesi al terreno è ancora vivo dentro di lei. Le mani verrebbero strette in due pugni, come quelli che vorrebbe tirare in faccia a quell'essere. Ma sa bene che due pugni non sarebbero serviti proprio a nulla contro un dio. Adesso, è proprio a lei che si sta rivolgendo, puntandole il dito contro. Le sue parole la bloccano. Non sa come rispondere. Cosa potrebbe dire ad un essere del genere, molto più potente di lei? La sua risposta è semplicemente il silenzio. Ignora le sue parole. Aspettando. E aspettando. Ecco che, poco dopo, egli si sposterebbe, atterrando sul terreno, a pochi centimetri da lei. La minaccia. Lei lo guarda stranito. E' completamente sola. Inerme. Immobile. Vorrebbe scappare. Andare via lontano. Essere tra le braccia di Onosuke. Ma purtroppo si trova in quella situazione. E con lei, tra l'altro, c'è Yosai Deve proteggersi. Deve proteggerlo. Ma come? La sua mente si è, improvvisamente, svuotata. < Yosai, scappa > è l'unica cosa che riuscirebbe a dire. E dagli tsubo dei piedi farebbe ancora fluire il proprio chakra mokuton, raggiungendo nuovamente l'albero, l'unica cosa a cui potrebbe appigliarsi in quel momento. Probabilmente non gli causerà nemmeno un graffietto. Probabilmente la potenza del suo legno non sarà abbastanza forte contro di lui. Ma almeno le farebbe guadagnare del tempo. Almeno Yosai avrebbe il tempo di allontanarsi. Il Chakra mokuton fluirebbe all'interno dell'albero, poi nella corteccia, poi nei rami, poi nelle foglie. Farebbe muovere velocemente un ramo, che circonderebbe le braccia ed il busto di quell'essere. Il ramo girerebbe più volte attorno a lui, fino alla sua massima espansione di 10 metri, creando così una spessa circonferenza che potrebbe tenerlo impegnato per qualche secondo, se la tecnica fosse andata a buon fine. A questo punto, con uno scatto si alzerebbe in piedi e completerebbe la sua opera, sperando che, nel frattempo, Yosai si sia allontanato da lì. Un altro ramo partirebbe veloce, come una frusta, in direzione del collo del dio. Questo glielo aveva imparato Azrael-sensei: bloccare, poi attaccare. Perché bloccare senza attaccare, non avrebbe avuto senso. Il vero pericolo per lei viene adesso, che si trova lì, a qualche centimetro da lui. E non sa quanto tempo ha per potersi allontanare. Non sa se, quella sera, sarebbe potuta tornare a casa da Onosuke. [2/4 - tentativo bloccaggio con innata; 2/4 - tentativo attacco con innata][Chakra 23/25] [Quercia] E lo percepisce quel formicolio strano alle braccia, l’energia che gli scorre dentro, e la volontà di spaccare il mondo. reprime l’istinto di saltare in piedi cominciare a tirare cazzotti all’albero senza motivo. Anche perché l’albero l’ha appena accarezzato. Poverino. Scioglie con le grosse mani il sigillo della capra, snuda i denti soddisfatto <ecco> mormora. E adesso? Che gli fai vedere a lei che non sai farci niente col chakra? Non ha tempo di pensarci. È una folata gelida che spezza l’idillio, qualcosa di innaturale, innaturale per il posto, con quel clima sempre così informe, innaturale per lui stesso, che non prova quasi mai freddo, sgrana lo sguardo, quel vento gli entra così a fondo nelle ossa da paralizzarlo per una frazione di secondo, rizzandogli tutti i peli del corpo sotto gli indumenti e sulle braccia nude e dipinte. Chi ha aperto il frigorifero? È lo sguardo di lei la prima cosa che nota, terrore, mani che tremano, pugni che si stringono. Inarca un sopracciglio e piega la testa di lato, come un cane curioso. Poi quella voce strana, istintivamente si volta verso la sua sorgente per venir fuori dal nulla quell’essere. Istintivamente dal cervello gli piove nel cuore una bomba d’adrenalina. Si ritrova a far leva sulle gambe nerborute e a schizzare in piedi senza nemmeno accorgersene. Alto e grosso molto più della genin, qualora l’essere si trovasse a mezz’altezza, dietro di loro, ne potrebbe addirittura coprire la visuale, corpulento com’è. ma l’oceano che ha nello sguardo si congela, quasi inorridisce. Le parole non le ascolta, è troppo preso per trovarne un senso. Non sa di che parla e non può saperlo. Un’altra freccia gli trafigge il cervello. SCAPPA. Ma arriva dalla genin. Non dal suo inconscio. Quell’inconscio ha imparato da tempo a zittirlo, ma la genin, perché ha così tanta paura? <che diavolo succede Tenshi?> non c’era due giorni fa, ma istintivamente compie due passi indietro, affiancando la genin. Che sia vero che tutto quello che lei tocca si brucia? Bisognerà pur scoprirlo prima o poi. Il problema di quando esistono le relazioni umane oltre a quelle di rango, è che di fatto l’allievo disobbedisce. Stavano scherzando fino a poco prima e adesso se la ritrova in preda al terrore… e d’improvviso la sua attenzione viene attratta dall’albero che prende vita e inizia a fare cose intorno all’essere, quell’istinto prende il sopravvento per qualche attimo, con il risultato che l’allievo compie effettivamente qualche passo indietro, col naso all’insù e lo sguardo fisso ai rami e al tizio al centro <ma che cazz…?> è un mugugno tra se. Ma di fatto non esser ninja significa anche questo. Non essere abbastanza reattivi.[Chakra: 10/10][Tenshi] il tentativo ci condurre il chakra negli alberi, e il suo tentativo di bloccaggio parte regolarmente, e se fosse una situazione ordinaria Funzionerebbe anche, ma qui non c'è nulla di ordinario, il Nemico genera la barriera e dopo che il legno della Senjuu, ha impattato su di essa, non raggiungendolo nemmeno e il tipo ei esibisce in una risata di pancia, di quelle risate, che mettono i brividi <Tu, Stupida Ragazzina Impertinente, Sei Solamente PATETICA> dice sottolineando l'ultima parola con Disgusto si interrome Fluttuando rapidissimo verso di lei afferrandola con la mano destra l'afferra per il collo la solleva compone mezzo sigillo sigillo della Capra con la mano sinistra portando la mano in corrispondenza del presso solare <e ora capirai cosa vuol dire ricevere la punzione di un DIO> Tenshi a questo punto potrà sentira il chakra venire lentamente e inesorabilmente drenato da ogni cellula del suo corpo come se venisse attirato verso il collo, lui ha controllo, lui lo governa, sente cosa può aver provato l'uomo che presentava l'evento, e quando poi ha finito con lei, la scaraventa al suolo, con tenshi che non riporterà danni di alcun tipo se non un Ego Ferito e 20% della sua riserva totale di chakra in meno e una volta a terra si ritroverà con un gran fiatone [Tenshi -5pt Chakra]. [Yosai] l'incontro con un essere di un altra dimensione non è qualcosa a cui preparano in accademia, il Ragazzo per quanto Corpulento, si ritroverà paralizzato dalla paura alla sola vista di quegli occhi fredi glaciali, definitivi, come se quelli fossero da monito, per qualcosa di Devastante che sta per arrivare. [Colettivo] vi guarda entrambi <siete solo insetti schifosi non meritate questo potere, questo era solo un piccolo assaggio, ma presto, Poterò a termine quello che ho cominciato, e il Chakra tornerà finalmente alla mia stirpe> sempre altezzoso con una punta di disgusto, a questo punto inizia a levitare per aria e guardandoli Sentenzia <Non Finisce Qui!!!> riapre un portale nel cielo, sparendovi dentro, col varco che si richiude. ed'è in quel momento che tutto torna alla normalità, o quasi.
Yosai, alla fine, finisce per restare lì, qualche passo dietro di lei. E la sua speranza di guadagnare tempo va completamente in frantumi. Infatti, non fa neanche in tempo a fare muovere il primo ramo, che l'essere alza una barriera attorno a sé, proteggendosi così da ogni corpo esterno. Ed il ramo neanche lo raggiunge. Ci aveva sperato. Sapeva di non poteva fare molto, lo sapeva benissimo. Ma, almeno, sarebbe voluta scappare via. Proteggere Yosai, che in quel momento non sa come aiutarla, come reagire a quella situazione. Adesso che la sua speranza è svanita, non riesce neanche a trovare le parole per rispondere alla domanda del ragazzo. Vorrebbe dirgli che andrà tutto bene. Che lei lo proteggerà a qualunque costo. Vorrebbe davvero. Ma è troppo impaurita dall'uomo che ha davanti. E sa di non poter mantenere una promessa del genere. A quel punto, l'unica cosa che può fare, è offrirsi. Morire. Come un'offerta votiva. Lasciando che Yosai scappi via da lì. Allargherebbe le braccia, restando ferma nella sua posizione, conscia di ciò che sta per succedere. La sua vita non era stata perfetta. Ma quegli ultimi anni erano stati bellissimi. Era diventata genin. Aveva incontrato un amico speciale. Si era messa insieme ad Onosuke. Era diventata un ninja medico. L'unico rimorso che ha è non aver fatto pace con Norita. Una lacrima solcherebbe il viso di lei, mentre pensa che le dispiace avergli detto addio. Mentre si abbandona al proprio destino. Le parole del dio arrivano dritte al punto: lei è patetica. Debole. Inutile. Capace solo di portare guai. La mano di lui afferra il collo di lei, sollevandola da terra. E lei non si oppone. Non compie nessun movimento. La sua espressione è terrorizzata. Ma non può fare altro che stare lì, aspettando che arrivi la sua ora. Le manca l'aria. La presa della mano di lui stringe con forza le vie respiratorie di lei. < Mi dispiace Yosai > sussurrerebbe, quasi soffocata dalla stretta. Sente il proprio Chakra scorrere fuori di lei e fluire nel corpo di lui, come un fiume incessante che toglie le forze. Un vortice che toglie la vita. La punizione di un dio è, semplicemente, la paura. La consapevolezza di non poter fare nulla. Ma poi, la scaraventa a terra, lasciandole parte del proprio Chakra. Lei sta lì, al suolo, senza muoversi. Lo sguardo è vuoto, puntato su qualcosa di indefinito. Il viso è pallido. Non capisce le parole che vengono pronunciate dopo. Capisce solo che, finalmente, quell'essere se n'è andato. Ma va bene così, lei è stata risparmiata. Però, la paura, la tiene incollata al terreno. E non riesce a fare nulla per Yosai, che, probabilmente, avrà assistito a tutta la scena. [Chakra 17/25] [Quercia] Quell’essere compie un movimento talmente fluido e repentino che quasi sparisce ai suoi occhi, e di colpo si trova davanti alla genin. Non fa in tempo a voltare il capo per seguirlo che lui l’afferra per il collo. Sente esplodere un moto di rabbia incontrollabile. Quella necessaria per compiere un balzo in avanti e placcarlo per scaraventarlo a terra e massacrarlo di botte, si. Parte. E invece no. Le gambe restano li, inchiodate, tanto grosse quanto tremanti. Il busto non si muove, si limita ad accelerare il gonfiarsi dello sterno, sente un enorme bisogno di aria. Le braccia restano inermi, contratte sino allo spasmo dalla rabbia, ma immobili. La mascella serrata fino a sentir scricchiolare i denti, snudati in un ringhio di rabbia contro l’altro. Quando l’altro lascia cadere la genin e lo guarda qualcosa si spezza dentro di lui. Ogni sicurezza, ogni certezza costruita in quegli anni dedicati a crescere e migliorarsi. Tutto svanito in un’istante. Perché? Maledizione perché? Di nuovo la rabbia monta, ma non esplode. No, non finchè l’altro non ha varcato di nuovo il buco dal quale è venuto. Un secondo di nulla, <PATETICO SARAI TU E LA LURIDA STIRPE CHE TI HA GENERATO!> esplode avanzando a passi lenti e falsamente sicuri, la realtà è che sta riacquistando adesso la sensibilità alle gambe che la paura gli ha tolto <NON MI TROVERAI IMPREPARATO LA PROSSIMA VOLTA> tuona ancora parlando da solo, al niente, ringhia al cielo nel punto in cui si è aperto quel varco, non se ne rende neanche conto che due lacrime gli solcano il viso, una ripercorrendo il solco della cicatrice che arriva fin sotto allo zigomo sinistro. Lacrime di rabbia, rabbia con quell’essere certo, ma soprattutto, più di ogni altra cosa, una folle collera verso se stesso. Non è stato in grado di far nulla ed ora l’unico desiderio che è in grado di provare è la vendetta. La vendetta è dei falliti, di coloro che non ce l’hanno fatta e vogliono riprovarci. Non era per questo che ha cominciato quel percorso, non per ritrovarsi tremolante come un bambino. Rimane li, accanto a lei stesa per terra. Altre due lacrime solcano il viso, concludendo il percorso delle prime due sul mento per poi cadere giù, dritte sul taccuino di lei. Abbassa lo sguardo lui, in preda alla frustrazione, i muscoli che tiene contratti gli stanno dando degli spasmi. Trema. A riportarlo all’attenzione è proprio quel taccuino su cui gli cade lo sguardo, che subito saetta verso la genin. <no> mormora in risposta <scusami> continua, una voce che ha perso qualsiasi musicalità e allegria. Un gigante spezzato <avrei dovuto obbedire> si. Doveva obbedire, a questo servono le catene di comando. Che diavolo faceva impalato a vanificare le strategie della genin? Allungherebbe un palmo verso di lei e non accetterebbe il rifiuto di aiutarla ad alzarsi. A costo di sollevarla di peso. <penso che dovresti riposarti. Tornare dai tuoi cari, fare rapporto.> Qualcosa, qualsiasi cosa. Bisogna reagire <quel bastardo tornerà e se quest’isola… se noi non saremo pronti, sarà un macello per tutti> lo dice a se stesso, alla genin, a chiunque, è la sua volontà che trascina l’anima spezzata di una persona che ha avuto la consapevolezza di essere ancora il nulla. Si mette in mezzo, con quel Noi, come se contasse qualcosa. Mentre parla si abbassa di nuovo per prendere il taccuino. Glie lo infila tra le mani <Torniamo a casa, domani si ricomincia> altre due lacrime tornano a solcargli il viso, serra di nuovo la mascella in un impeto d’ira verso se stesso. Le braccia possenti non hanno mai smesso di tremare. Si volta lasciando quella lacrima cadere nel nulla. E da chi torna lui? Da se stesso, a coltivare quella rabbia e trasformarla in benzina, come ha sempre fatto, ma per ora quelle spalle non riesce a tenerle dritte. Appesantite dal peso della colpa. Troppo severo con se stesso. Lo è sempre stato.[end] Lei è lì, inerme. Lo sguardo spento viene poggiato su Yosai. Anche lui è completamente bloccato dalla paura, due lacrime solcano il suo viso, seguendo il percorso della cicatrice. In quel momento, nonostante sia possente, sembra un bambino. Un bambino che si è appena perso, che non sa dove andare. Un bambino che cerca disperatamente qualcosa a cui appigliarsi. Si scusa con lei. Ma lei sa bene che non c'è bisogno di scusarsi. Perché anche lei è paralizzata dalla paura. E perché lui, in quel momento, non poteva fare altro. L'importante è che lui non abbia subito alcun danno. Fisico, si intende. Perché di danni emotivi quei due ne hanno vissuti fin troppi. Il loro cuore e la loro mente potrebbero cadere a pezzi da un momento all'altro, se non riuscissero a farsi forza l'un l'altra. Sì, deve farsi forza. Per Yosai. Per Onosuke. Per Sakir. Per Norita. La grande mano di lui verrebbe allungata verso il corpo esile di lei. La destrorsa della rosata, tremante, verrebbe allungata e poggiata su quella del ragazzo. Con tutta la forza che le resta in corpo, cerca di sollevarsi da terra, facendosi aiutare da Yosai. Una volta in piedi, si aggrapperebbe al suo braccio, stremata, per poi prendere tra le mani il suo taccuino. < Non c'è bisogno di scusarsi > direbbe, con un filo di voce < non potevamo fare nulla >. Sì, né lei né lui avrebbero potuto fare qualcosa contro quell'essere. I piedi verrebbero trascinati a forza. < Sì, dobbiamo essere pronti > ripeterebbe le parole di lui. E' proprio come aveva detto a Sakir. Non si può essere incauti contro quell'uomo. Bisogna studiare a fondo, indagare, trovare i suoi punti deboli. Altrimenti, se si fosse ripresentato, sarebbero incorsi in un'altra disfatta. In un'altra strage. E lei non voleva più vedere la gente soffrire. < Torniamo a casa >. E lascerebbe che lui la accompagni a casa, dove Onosuke la sta aspettando. Quei giorni sono stati un vero inferno. E quel pomeriggio non lo avrebbe mai dimenticato. Le lacrime di Yosai sarebbero rimaste impresse nella sua mente. Quella notte avrebbe fatto fatica a dormire. [END]