Il Sole che solitamente solca i cieli di Konoha quest’oggi ha lasciato spazio a grossi banchi di nubi grigiastre, cariche di tempesta. La pioggia s’abbatte violenta sulle strutture, sulle persone e sulle strade, diversi lampi illuminano a tratti il cielo, facendo seguir loro pesanti e ruggenti rombi di tuono. Quel meteo non si addice per nulla al Villaggio della Foglie così come, in effetti, quello stato d’animo non si addice alla Consigliera. Solitamente solare ed affabile si ritrova, quest’oggi, ad esprimere anch’ella nubi di tempesta sul proprio volto. Seria, perentoria e determinata si avvicina al Dojo Hyuga per attraversarne i giardini. Qualche novizio, munito di impermeabile, è intento a svolgere il proprio ruolo di giardinaggio e solleva immediatamente il capo a veder passare un nuovo arrivo per poi rendersi conto di chi, effettivamente, sia quella nuiova presenza, riabbassando il capo e tornando a lavoro più in fretta di prima. Le guardie che proteggono l’entrata provano ad aprir bocca nel vederla, ma lo sguardo scuro e torvo che Kaori ha dipinto negli occhi li porta a richiudere le labbra immediatamente, dandole il profilo per consentirle l’entrata in maniera più che silente e rispettosa. Quando ella solleva la mano per bussare alle porte della sala comune sembra proprio che nessuno sia in procinto di aprirle l’uscio, perlomeno in un primo momento, salvo poi presentarsi un ragazzino dai lunghi capelli neri e dagli occhi perlacei, evidentemente impacciato ed alle prime armi. nel notare chi si celi dall’altro lato delle ante del portone si raddrizza sulla propria schiena, inchinandosi talmente a fondo da toccar quasi col capo a terra < Kaori-san! > Esclama, la voce tradisce la sua giovane età che, volendo esagerare, raggiunge i sedici anni. Attende qualche secondo prima di rialzarsi dal proprio inchino, tenendo sempre e comunque la testa bassa per non risultare irrispettoso nei riguardi della Consigliera < E’ venuta a parlare con Juusan-sama? Posso fare qualcosa per lei? Qualunque cosa, la prego, mi chieda pure ed eseguirò! > Pronuncia, in tono piuttosto squillante ì, come farebbe un bravo soldato dinanzi al proprio generale, in attesa di qualunque genere di ordine. [ Ambient per Kaori ]
Il giovan, alla richiesta della Hyuga di risollevarsi resta un po’ interdetto, palesando come egli sia del tutto estraneo ad una tale cortesia da parte di un superiore. < Kaori-san, io sono Sato Hyuga. > Il suo tono è leggermente incerto, evidentemente non sicuro che quella informazione interessi effettivamente alla Jonin e Consigliera della Foglia. Timidamente alza lo sguardo su di lei, contraccambiando quell’occhiata atta ad incrociare i loro sguardi. Resta silente ad ascoltare le richieste della ragazza ed annuisce prontamente < Sissignora, glielo chiamo immediatamente. Spero solo che non mi sgridi come l’ultima volta che l’ho disturbato nelle sue stanze… > Si gratta il retro della nuca con fare colpevole, salvo rendersi immediatamente conto di star dando informazioni non necessarie e, quindi, avviarsi verso le camere private adibite al capoclan. Passa non più di qualche minuto prima che giunga nella sala comune la figura che Kaori sta cercando, accompagnata dal giovane Sato. Juusan indssa un elegante kimono color crema, legato in vita da una cintura in seta grigio perla. I piedi sono scalzi, come si conviene all’interno delle sale del Dojo ed il giovane Sato sembra assolutamente intimorito dalla figura del proprio capoclan dallo sguardo serio e distaccato. L’espressione dell’uomo si fa ancora più scura nell’incrociare con gli occhi color perla la figura della Jonin. < Va’ via. > Ordina al ragazzino che, per tutta risposta, sobbalza e cammina velocemente e a testa bassa verso l’uscita, oltrepassando la figura della Consigliera rivolgendole, di sottecchi, uno sguardo da cui spicca una scintilla di gratitudine. Rimasti soli nella sala, il capoclan non parla, semplicemente si avvicina al basso tavolino ove anche l’ultima volta i due hanno parlato, poggiandosi sulle proprie ginocchia e poggiandovi le mani coi palmi aperti e le dita rivolte verso l’interno. < Ebbene, Kaori… > La voce è calma, piatta, ma fredda, tipica di chi – proprio come la Consigliera – non è giunto in quella sala per perdere tempo < …niente scorta, oggi? > Domanda, quasi a volerla punzecchiare e redarguire riguardo il loro ultimo incontro, in cui la donna si è presentata con uno scontrosissimo Azrael che oggi, per fortuna, ha deciso di restare a casa. < Cosa sei venuta a fare? > Benché quel che dice possa sembrare ineducato l’intonazione della sua voce non cambia, permanendo assolutamente atona ed attendendo che la Jonin risponda. [ Ambient per kaori ]
Juusan resta silente a fissare la sua interlocutrice e ad ascoltare quanto lei ha da dire. Non abbassa gli occhi neanche quando la ragazza prende il fuuda e quando utilizza il proprio chakra per liberarne la serie di fascicoli che, a quanto lei gli sta dicendo, contengono le prove che le aveva richiesto riguardo il pericolo che gli Hyuga stanno ancora correndo, assieme a tutto il Villaggio della Foglia. Non li guarda, si limita semplicemente a corrucciare le labbra e a crrugare la fronte, quasi si stesse sforzando di mantenere il proprio sguardo fisso sulla Consigliera. < Credo non sia altro che un folle visionario, come lo era Cappuccio Rosso. > Principia, dando adito a Kaori di pensare che, ancora una volta, non stia prendendo seriamente le di lei parole. < Se questa persona di cui mi stai parlando è un emulo di cappuccio rosso, allora avrà cessato le sue azioni criminali nel momento in cui abbiamo ucciso lui e smantellato il suo laboratorio. Il fatto che quello non fosse l’ultimo covo non costituisce affatto una prova, Kaori. > Il tono è calmo, secco ed il suo sguardo si ostina a non abbassarsi neanche sulle prove che la Hyuga gli ha posto innanzi. Quando le ultime parole escono inevitabilmente dalle rosee della Jonin, rivelando la sua parentela col ragazzo che hanno salvato nel laboratorio di Taki un velo di nervosismo oscura l’espressione solitamente neutra dell’uomo. Le sue labbra hanno un fremito leggero, prima che possa riprendere a parlare < Senti… > Sbotta, alzando un po’ troppo la voce, ma correggendosi immediatamente dopo lo schiarirsi della propria gola, tornando ad assumere la freddezza ed il distacco che gli competono solitamente < Ascolta, Kaori. Io so che questa questione ti ha coinvolto personalmente, so che la tua famiglia è stata colpita, ma non per questo è necessario insistere con così tanta convinzione. La tua non è l’unica famiglia coinvolta e non credo sia il caso di lasciarsi prendere così tato dalle emozioni. E questo appunto riguarda anche il Consigliere. > Termina il proprio discorso, ravviando una lunga ciocca scura dietro l’orecchio, per poi riportare la mano sulla coscia, nella posizione di prima. [ Ambient per Kaori ]
Il capoclan degli Hyuga la guarda, assorto. Non muta espressione durante nessuna delle parole della Consigliera, limitandosi a sospirare debolmente. Non sembra esasperato, non pare che le parole di kaori lo stiano tediando, sembra semplicemente che ne stia prendendo atto. < Kaori, credimi. Non c'è al mondo uomo che tenga più di me a questo problema. > Ammette, infine, sconfitto. La destra passa sul viso, rivelando una piccola e brevissima espressione di incertezza. Juusan abbassa gli occhi sui fascicoli che Kaori gli ha portato. La mano ricade mollemente sulle cosce tese dalla posizione piegata sul cuscino. < Non ti chiedo comprensione né pietà, ma-- voglio che tu sapppia come effettivamente stanno le cose. > Mormora, lo sguardo puntato su quei fogli che non ha avuto ancora il coraggio di leggere. < Gli Hyuga, tutti gli Hyuga, costituiscono la mia famiglia, ma alcuni di loro condividono con me un legame ancora più stretto, un legame di parentela diretta. Mia sorella Akane, mia nipote Mekura così come anche Daiko... > Le labbra si muovono appena, mentre le mani raccoglono uno di quei plichi perché egli possa sfogliarlo lentamente, scorrendo con le iridi perlacee sulle parole ivi riportate. L'espressione resta imperscrutabile per diversi attimi. L'unico suono a riempire la stanza è il fruscio delle pagine che venngono girate e rigirate. Poi, Juusan passa ad un altro fascicolo, sfogliando anche quello in religioso silenzio. Passa in rassegna mentalmente tutti i nomi di quegli Hyuga su cui sono stati fatti esperimenti, sono state portate avanti torture di ogni genere. < Tu-- cosa credi che possiamo fare? > Domanda, infine, con un filo di voce, come se stesse distintamente sentendo tutto il dolore che ha percepito in quelle pagine. [ Ambient per Kaori ]
Stremato da quelle emozioni giunte troppo in fretta, Juusan si limita a prendere un profondo sospiro, prima di tornare alla sua consueta neutralità. Non aggiunge nulla a quel che kaori gli dice, limitandosi semplicemente ad annuire, completamente concentrato sullle evuantuali risoluzioni del problema. < Hanno sofferto troppo. > Replica, infine, riferendosi naturalmente a tutti gli Hyuga sotto il proprio comando, che si sono affidati totalmente alla propria guida < E temo che non mi ascolterebbero. Temo che faranno di testa loro, soprattutto i più giovani ed amici e parenti delle persone direttamente coinvolte, mettendosi ancora più in pericolo di quanto non siano. > Prosegue, dando sfoggio del suo lato estramente modesto e riflessivo che, forse, non aveva mai mostrato in precedenza alla sua attuale interlocutrice. < Speravo che fosse finita, speravo che quello che è successo ad Akane e Mekura avesse posto fine a tutto, invece sembra che sia tutto appena iniziato. > Sospira lungamente, socchiudendo le palpebre sugli occhi perlacei, abbozzando un accenno di risata malinconica e rassegnata < So che tu ed Azrael pensate che io non sia più in grado di fare il mio lavoro. E con voi molti altri Hyuga che si sono ritrovati come pecore alo sbaraglio senza il loro pastore. Dovrei accettare, forse, il fatto che mi sia lasciato troppo trasportare da quel che è successo alla mia famiglia. Li ho allontaati tutti, pensando di fare il bene del clan, eppure ho finito per non sentirmi più adatto al mio ruolo. > Scuote debolmente la testa, proseguendo quella serie di confessioni che non aveva avuto modo di esporre a nessuno, essendo rimasto - come ha detto - totalmente solo. < Non voglio che qualcun altro pensi che non mi importa. Se sono rimasto qui è proprio perché mi interessa, proprio perché non ho voluto lavarmene le mani e lasciare tutto alle cure di qualcuno che avrebbe potuto non mostrarsi degno. > Termina, in un ennesimo sospiro greve, scostando quei fascicoli come se non avesse più neanche la forza di guardarli. [ Ambient per Kaori ]
Le emozioni che la Hyuga sta provando sono riflesse in tutto e per tutto nel volto solitamente apatico di Juusan. Passa dalla mortificazione, al ridere alle battutine sulla non-umanità degli Hyuga, sino alla determinazione nel vler risolvere tutto e salvare il clan e Konoha stessa. Non risponde, il capoclan, limitandosi ad alzarsi, non abbandonando mai il volto della Consigliera con i suoi occhi. < E' giunto il momento che io dia davvero una mano alla mia famiglia. > Dichiara, sollevando la mano per evitare che la ragazza possa anche solo pensare di rispondergli ed interromperlo. < Ma io non sono più il volto di questo clan. Non sono più l'uomo adatto a guidarvi. Non solo perché non ho più la vostra fiducia, ma perché non ho più neanche la mia. > Dichiara, lisciando con le mani qualche invisibile peghetta formatasi sul kimono per via della posizione accvacciata. < Sono giunto a quel punto in cui non mi fido più di nessuno, ma tu mi sembri degna quantomeno del beneficio del dubbio. > Abbozza un sorrisetto, lasciando intendere che quella potrebbe essere semplicemente una battutina e non un vero e proprio insulto. < Hai tutte le carte in regola per guidare il clan. Sei forte, determinata, sei già la guida di Konoha e sei stata sfrontata abbastanza da venire a sfidarmi più volte quindi... > Le tende la mano, lasciandola alzarsi ed accompagnandola, invece che all'uscita, verso le proprie stanze. < ...da oggi in poi io le farò da secondo, signora capoclan. Per il momento, la porto alle sue stanze. > Conclude l'uomo, spogliandosi - perlomeno verbalmente - del proprio ruolo ed avviandosi con la Hyuga al piano riservato alla nuova guida del clan degli Hyuga. [ end ]