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Esame pratico2 - Hayate

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con Azrael, Hayate

15:22 Hayate:
  [Ingresso Palestra] Con indosso la solita tuta nera dai bordi celesti, i guanti ninja e un paio di stivali in cuoio nero, oltrepassa la porta della palestra, fermandosi immediatamente e guardando alle spalle. Quante volte ha varcato questa soglia? Quante volte ha corso nei corridoi dell'Accademia ormai? Forse sarebbe stato interessante tenerne il conteggio, annotandone ciascuna volta lo stato d'animo che lo accompagnava. Alza le spalle. E' un nuovo inizio oggi. <Ichi!> Numero uno. Si riparte. Il peso del passato è andato, resta solo il presente da vivere. Controlla velocemente se tutte le armi siano al loro posto, con la mancina che accarezza il kunai e i due shuriken posti sull'apposito porta kunai e shuriken sul fianco sinistro, e la mano destra che sfiora le due bombeluce, i tre set di makibishi, il fumogeno, il rotolo e il fuda, oltre che i tre tonici coagulanti. Porta dunque le mani ad eseguire il sigillo della capra, lo sguardo denso di determinazione fisso davanti a sé. <L'arma principale di uno shinobi: lo shinobi stesso!> Sussurra, concentrandosi e richiamando le energie psichiche, convogliando i propri pensieri, le proprie motivazioni, le delusioni e le speranze, le emozioni e le lacrime amare versate in solitudine, con solo il cielo plumbeo quale testimone, con il suo abbraccio liquido ed impalpabile. Immaginerebbe di iniziare a convogliare tutto l'io spirituale in un punto specifico della fronte, l'esatto centro. Andrebbe poi a richiamare le forze del proprio io sensibile, convogliando le energie provenienti dai muscoli delle braccia, del torace e dell'addome, scendendo oltre la vita, attraendo le pulsioni ormonali tipiche di un adolescente; continuerebbe a scendere, convogliando le forze dei muscoli degli arti inferiori, dai glutei agli adduttori e quadricipite, per continuare coi polpacci. Convoglierebbe insieme con la potenza muscolare anche la fermezza e la stabilità derivante dalle proprie articolazioni ed ossa; perfino l'energia vitale del sistema cardiovascolare e del sistema nervoso andrebbe a tentare di convogliare in uno specifico punto, posto all'altezza della regione pubica. Se il tentativo di richiamo dell'energia spirituale - derivante dalle esperienze e dalla sua psiche - e dell'energia fisica - derivante dall'allenamento e dalla naturale condizione del corpo - andrebbe a immaginare di muoverle insieme, una verso l'altra, convogliandole verso l'ombelico, attivando eventualmente il proprio chakra. [Tentativo impasto chakra] [Se chakra: 10/10] [Portakunai e shuriken] [Kunai] [Shurikenx2] [Portaoggetti] [Bombelucex2] [Fumogeno] [Makibishix3] [Rotolo piccolo] [Fuda] [Tonico coagulantex3] [Guanti ninja]

Nuovo giorno e nuovo tentativo per chi ha, in principio, fallito l’esame pratico per divenire un genin della foglia. Il senjuu ha una nuova occasione per primeggiare, per farsi valere, dopo giorni di allenamenti con figure illustrissime. C’è da dire che, dopo quel giorno, sbagliare di nuovo potrebbe significare ritrovarsi ad avere a che fare con un Dainin molto deluso e pronto a far schioccare la propria frusta contro le carni del deshi. Ma non pensiamo a questo, adesso. Senza pressioni. La palestra in cui è stato richiamato nuovamente è la medesima del suo primo tentativo, una zona circolare e larga, libera per un possibile scontro. Anche il sensei che lo ha richiamato all’ordine per questa seconda e – si spera – ultima volta è lo stesso. Guile, un omone che sfiora i due metri di altezza, con dei capelli a spazzola biondi che si ergono ancor più s di quanto già non faccia la sua imponente e muscolosa figura. indosso ha una canotta verde chiaro e del pantaloni a fantasia mimetica che gli scendono larghi lungo le cosce allenate e toniche, un paio di anfibi a completare il tutto. Non è da solo, stavolta. Poggia la grossa mano sulla spalla di una figura ben più esile, più bassa, dal corpo non propriamente simile a quello del sensei. Ha una tuta nera, aderente al corpo e qualche sprazzo di equipaggiamento improvvisato qua e là. Una sacca porta oggetti tenuta all’altezza della vita da un cinturone in cuoio ed un porta kunai e shuriken sul fianco opposto. Gli occhioni azzurri sono puntati sulla figura dell’allievo che è stato chiamato per tentare di nuovo l’assalto al coprifronte, un coprifronte non presente sulla figura del ragazzino che, occhio e croce, non ha più di sedici anni. Porta anch’egli dei capelli a spazzola biondi, molto simili a quelli del sensei che gli massaggia con forza la spalla sinistra < Ragazzo mio, oggi è giorno che dimostri di essere il degno figlio di tuo padre. Se fallisci ti aspettano mille flessioni e mille addominali a casa. > Pronuncia l’omone con tono serio e deciso, nei cronfronti di quello che, a guardarlo meglio, potrebbe sembrare suo figlio. L’insegnante indica un punto preciso della palestra, esattamente a quattro metri dalla posizione in cui si trovano attualmente ed attende che Hayate possa prender posto. Poi, a lavoro svolto, andrebbe semplicemente ad allontanarsi per spiegare le regole di quanto stanno per fare i due. < Siete entrambi qui per dimostrare di essere degni del titolo di genin della Foglia. Combatterete senza esclusione di colpi, ma senza uccidervi. Siate corretti, niente colpi sotto la cintura e date del vostro meglio. > Una breve pausa, prima di puntare le iridi chiare sul senjuu < Hayate, mi è stato riferito da una figura di rilievo di essere molto severo con te. E se non lo sarò io, sicuramente ci terrà lui ad esserlo. Insomma, vedi tu cosa devi fare. Senza pressioni, eh. > Ricorda l’insegnante in tono palesemente divertito e scherzoso, giusto per mettere un po’ in agitazione il ragazzo. Il combattimento può iniziare, Guile osserverà per tutto il tempo i contendenti, la prima mossa, dato che l’altro giovane ragazzo è stato impegnato per quell’infinito tempo ad impastare il chakra e solo ora sta riaprendo gli occhi, spetta ad Hayate. [ Distanza Hayate-deshi: 4 metri – Hayate chakra on, prego. ]

15:54 Hayate:
  [Ingresso Palestra] Lascia andare un lungo respiro nell'avvertire il chakra dentro di sè, lasciando guizzare lo sguardo in direzione del sensei. Lo riconosce: Guile-sensei. Avanza in direzione di quello che apparentemente sembra essere suo figlio, quasi una copia del padre, con l'età e la muscolatura a fare da discriminanti. <Sensei. Apprezzo e ringrazio la sua severità. Ma non è la paura di quella figura di rilievo a muovermi oggi> poi, come realizzando di aver detto una sciocchezza si affretta ad aggiungere <non che non la provi. Voglio onorare la fiducia che ha riposto in me. In qualche modo, ha messo in gioco il suo nome.> Arrossisce, al ricordare le ultime parole di Azrael-sama. Non può deluderlo. Avanza fino al punto stabilito dal sensei, lasciando l'ingresso della palestra per sistemarsi a 4 metri dal giovane figlio di Guile. Porterebbe il piede sinistro in avanti, con la punta rivolta contro l'avversario, mentre il piede destro starebbe indietro, perpendicolare rispetto al gemello, con il piatto rivolto verso il tallone, 50 centimetri a separarli, le ginocchia flesse. <Posso conoscere il nome del mio avversario?> Domanda, portando il braccio sinistro in avanti, a protezione del volto e dello sterno, parallelo alla linea del tronco, il pugno ben stretto. Il braccio destro serpeggia contro il fianco del suo lato, perpendicolare rispetto al resto del corpo, con il pugno ben stretto e in direzione dell'avversario. La schiena è leggermente ricurva, pronta allo scatto. [Chakra ON] [Movimento 1/2 Dist Max: 1/4 turno]

Guile è al proprio posto poggiato sul muro della palestra, in osservazione. Non pronuncia risposta nei confronti di Hayate, ma lascia che sia il proprio figlio a rispondere. Il ragazzo pare leggermente incerto, ora che il giovane senju può vederlo più da vicino noterà dei sottili fili di nyon luccicare alle estremità delle proprie dita, da un capo legato alle falangi e dall'altro legato chissà dove all'interno dei propri porta oggetti e porta kunai. < I-io sono Kiro > Pronuncia flebilmente, evidentemente teso ed agitato dalla prospettiva di star sostenendo il suo esame genin. Volge uno sguardo al padre, che annuisce col capo, sancendo l'inizio dello scontro. A quel punto gli occhi azzurri del ragazzino si spostano sull'avversario, le falangi della destrorsa si piegano, tirando i fili di nylon collegati al porta kunai e shriken. Quel che ne viene fuori sono due stelline di lucente metallo, che volteggiano a mezz'aria per qualche istante prima che Kiro possa stringerli nella propria destrorsa ed indirizzarli alla volta del giovane senjuu posto a quattro metri di distanza da lui. Gli obiettivi di quelle piccole armi sono, rispettivamente, il pede destro ed il piede sinistro del senju. Un attacco frontale, senza troppe insidie e con i dovuti lmiti che il basso grado porta con sé. Cosa farà il nostro Hayate? [ 2/4 per schivare - Distanza Hayate/Kiro: 4 metri ]

16:42 Hayate:
  [Palestra] Sorriderebbe al giovane Deshi davanti a sè in qualsiasi altra circostanza, ma non oggi. Il biondino non è che un ostacolo tra sè e l'agognato coprifronte della Foglia. <Buona fortuna ad entrambi.> In futuro forse saranno alleati e compagni di team, e probabilmente le loro vite saranno legate l'una all'altra, ma oggi è un altro giorno. Immobile, osserva i movimenti di Kiro, con le pupille che seguono i fili di nylon e calcolano la traiettoria del suo lancio, valutandone la forza e la parabola discendente. Al momento opportuno, arretrerebbe correndo all'indietro di due metri, lasciando che la gravità estingua l'energia cinetica impressa nelle armi, spingendo coi propri polpacci e inarcando la schiena, lavorando di reni. Solo quando le stelle si conficcherebbero nel terreno della palestra si lancerebbe nuovamente in avanti, nel tentativo di annullare la distanza con l'avversario. Durante la corsa, a due metri circa di distanza da Kiro, estrarrebbe un fumogeno dal porta oggetti e attivandolo rimuovendone il coperchio, lo lascerebbe cadere al suolo, così da oscurare l'ambiente intorno a loro con del denso fumo nero, in modo da utilizzare durante lo scontro le poche e basilari tecniche apprese in Accademia senza fornire indizi al Deshi davanti a sè. Non emetterebbe un suono, così da non rivelare all'avversario la sua posizione, e tenderebbe le orecchie, attento ad ogni rumore così da non lasciarsi sorprendere. [Chakra ON] [1/4 turno: osservazione] [Corsa indietro: 1/4] [Corsa avanti: 1/4 turno] [Caduta fumogeno: 1/4 turno] [Distanza: due metri]

Il senjuu calcola bene la propria mossa, più che bene a dirla tutta. Indietreggia di due metri e poi scatta in avanti fino a portarsi a due metri dal proprio avversario, rilasciando un fumogeno che emette una densa coltre di fumo dal diametro di cinque metri, considerando Hayate come centro di tale circonferenza. Entrambi i deshi perdono, così, la capacità di vedere il proprio avversario, capacità sicuramente preziosa per chi, come ha potuto notare Hayate el proprio avversario, fa uso delle armi. Il giovane Kiro resta silente, in attesa. Non lascia che si senta nulla. Persino il respiro viene trattenuto, da ciò il giovane senjuu potrà intuire una cosa piuttosto elementare: si sta concentrando. Ed, infatti, Kiro si concentra ed utilizza il proprio chakra per percepire nell'area attorno a sé, constatando la presenza di una figura, quella dell'avversario, senza però sapere bene dove si trova. Per far questo ha consumato del tempo in cui l'avversario potrà fare quel che preferisce. Dopodiché, quale che sia la propria attuale posizione rispetto all'avversario, sceglie semplicemente di ritirare le armi che aveva poc'anzi lanciato. Il senjuu, he sta tenendo le orecchie ritte ad ogni suono, potrà udire distintamente il suono dei due piccoli shuriken che si staccano dal legno ove prima lui sostava coi propri piedi. I fili gli passao sotto le gambe, sono anche più lenti di quando se li è visti arrivare addosso. Questo perché, semplicemente, l'altro sta solo rinfoderando le proprie armi e non ha realmente intenzione di colprlo. Tuttavia, se Hayate permarrà in quella posizione, incorrerà nella traiettoria di ritorno delle stelline metalliche. Non sente rumore di passi o vociare, per cui può comprendere che l'avversario non s'è mosso, ma che si sta solo preparando all'ennesima offensiva. [ Gli shuriken arriveranno alla fine del 3/4 di turno - Distanza 2 metri ]

17:35 Hayate:
  [Palestra] L'avversario pare non essersi mosso a giudicare dall'assenza di rumori. Quasi trattenendo il respiro per non spezzare l'irreale stato di quiete, va ad eseguire i sigilli del bue, del cane, del drago e del cinghiale, andando a richiamare il proprio chakra così che fluisca dagli tsubo posti al suo lato destro, andando a modellarne la forma per imprimervi le proprie sembianze e alcuni elementari comandi, ottenendo così una copia di sè. Immaginerebbe i propri capelli corvini, dai ciuffi ribelli sul viso, lo sguardo severo e determinato, con occhi azzurri del colore dei grandi fiumi del cielo, la carnagione pallida come il latte, la tuta che conosce a memoria, talmente tante volte l'ha indossata e fatta riparare, perfettamente abbinata al nero del fumogeno, e gli stivali di cuoio, ben ingrassati e lucenti, segno della cura che vi ripone; per ultimi, andrebbe a formare nella propria mente il portakunai e la sacca portaoggetti, rispettivamente alla sua sinistra e alla sua destra. Comunicherebbe mentalmente, infine, all'altro Hayate di imitarlo e muoversi parallelamente a sè sulla destra a 4 metri da Kiro, e attaccare solo al suo comando, che avverrà con la parola "ora", l'avversario in una parabola volta a colpirne il fianco sinistro, correndo dunque alla propria destra. Correrebbe, dunque, lungo un raggio di 4 metri dal centro costituito da Kiro, spostandosi alla destra di lui, ammesso che il giovane non si sia mosso silenziosamente senza rivelare la propria presenza. Anche la copia, parallelamente, si sposterebbe così da trovarsi lungo lo stesso raggio ma alla sua sinistra. Entrambi in attesa di poter attaccare l'avversario. [Tentativo Moltiplicazione del Corpo: 2/4] [Se Molt.del Corpo Chakra: 8/10] [Movimento laterale: 1/4]x2 (eventuale copia)

Del tempo a sua disposizione, Hayae fa un ottimo utilizzo. Compie una moltiplicazione del corpo molto ben riuscita, facendo in modo che una copia molto ben riuscita gli compaia al fianco destro. Il piano è molto ben congegnato e viene da subito messo in atto. Mentre gli shurijen vengono ritratti, non trovando il corpo di Hayate né della copia a fargli da bersaglio, le due figure identiche vanno a disporsi rispettivamente sulla sinistra e sulla destra rispetto all'avversario, ancora immersa nella cortina fumogena. Ma ecco cosa accade. All'improvviso la cortina fumogena scopare e agli occhi di Hayate comparirà nuovamente la scena ben chiara e precisa. Il su avversario, ora privo dei fili di nylon che gli pendono lungo i fianchi senza alcuna presa sulle dita, imbraccia un grosso ventaglio dotato di lame sulle estremità. Piuttosto evidente che, nello sventolarlo, abbia disperso il fumo. Tale arma è un semiarco il cui raggio totale, compreso di lame, è di un metro. Kiro si guarda ai fianchi. A destra e sinistra, precisamente a quattro metri da lui, vi sono l'originale senjuu e la propria copia. Lo sguardo si alterna tra i due, nell'evidente confusione del non sapere quale dei due sia reale e quale no. non porta attacco alcuno, avendo utilizzato il tempo a propria disposizione per sventolare la grossa arma a ventaglio per dispendere il fumo ed avere una visione più che chiara. L'arma è tenuta con entrambe le mani, piuttosto evidente la fatica che il deshi sta facendo per reggerlo innanzi al proprio petto. Evidentemente la forza fisica non è la sua prerogativa più eccelsa. Resta ad alternare lo sguardo tra i due, prima destra e poi sinistra e viceversa, attendendo una mossa altrui che possa aiutarlo a capire quale sia il suo reale nemico e cosa dovrà fare adesso, per continuare lo scontro. [ Fumo disperso - Distanza copia/Kiro: 4 metri sulla sinistra - Distanza Hayate/Kiro: 4 metri sulla destra ]

18:21 Hayate:
  [Palestra] Sorpreso dal gesto di Kiro, che non fa altro che anticipare la sua mossa, sorride senza che l'incrinatura delle labbra vada troppo insù, così che la sua espressione non arrivi agli occhi, fissi sul Deshi avversario. Come una partita di Shogi, ha preparato questo momento con attenzione, contando sull'abilità nell'Houjutsu del proprio avversario, mirando a circondarlo e poi colpirlo, dapprima privandolo di un bersaglio e poi fornendogliene due. L'espressione confusa di Kiro sembra suggerire che tutto vada per il verso giusto: non resta che completare lo scacco al Re. <Ora vedremo se sei forte come sembri! E se siamo entrambi degni di diventare Shinobi di Konohagakure!> E andrebbe ad enfatizzare la prima parola pronunciata, così che la copia parta all'attacco del fianco sinistro dell'avversario, mentre lui si fionda in modo del tutto simmetrico contro l'opposto fianco, il destro. Dopo aver annullato le distanze, la copia eseguirebbe il primo attacco con un pugno destro rivolto contro il suo fianco, senza alcuna finta né fronzolo, evidente e netto; l'originale, invece, arrivando dal lato opposto, si chinerebbe posando il peso del corpo sul piede destro, ben piantato in avanzi, piegandosi quasi su di esso, e con una rotazione dapprima oraria per caricare il colpo e poi antioraria per liberarne l'energia, andrebbe a colpire col proprio pugno destro con tutta la forza di cui dispone il fianco destro di Kiro, in un movimento ascensionale, così da sbilanciarlo e spezzarne il fiato insieme. [Movimento 1/2 Dist Max: 1/4]x2 [Attacco diretto: 2/4]x2 [Consumo Molt. Corpo: 2] [Chakra: 6/10]

La pianificazione sembra piuttosto chiara: dapprima ha privato l'avversario della vita, poi si è tolto dalla sua traiettoria per confonderlo fornendogli più bersagli. E' una serie di mosse eccellenti, non fosse per un minuscolo particolare. La copia è formata di chakra, è evanescente, non esegue specularmente le mosse dell'utilizzatore e, soprattutto, non parla. Non i quel frangente, almeno. Il comando che hayate fornisce vocalmente fa comprendere a Kiro quale sia il suo vero bersaglio. Punta lo sguardo piuttosto stanco sulla figura del senjuu originale, mentre la copia dall'altra parte prosegue con l'attacco che le era stato ordinato sin dal principio. L'houjutser si focalizza, invece, sulla figura di Hayate. Il grosso ventaglio viene richiuso su se stesso, formando una grossa lastra racchiusa nel metallo delle lame che ne compongono gli estremi. Se lo porta innanzi, facendo sì che il colpo del Deshi impatti contro il piatto dell'arma, attutendo i danni. Hayate, però, potrà sentire il cedimento nelle braccia dell'avversario, evidentemente troppo esile per reggere un complesso così pesante di lame e ferro. Lo strumento viene riaperto, entrambe le mai a reggerlo verso l'alto in u movimento discendente atto a fendere da nord a sud il torso del Senjuu. Il colpo sembra portato con una buona velocità, ma sarebbe impossibile non notare nella figura di Kiro lo sforzo evidentissimo che ne deforma il volto e gli fa tremare le braccia sotto il peso del ventaglio. Probabilmente, se Hayate riuscirà ad evitare quel colpo, l'altro sarà troppo stanco per continuare, così da porre fine allo scontro. Gli basterebbe soltanto evitare questo ultimo attacco, portato con più velocità degli altri, con minor tempo per evitarlo, data la brevissima distanza, ma comunque possibile da evitare. [2/4 per schivare - Distanza: corpo a corpo ]

19:06 Hayate:
  [Palestra] <Non sei male, Kiro. Complimenti.> Senza alcuna convinzione, solo una vena di adulazione, nel tentativo di confondere il timido avversario. Per certi versi gli somiglia. Prima che il fallimento si riversasse su di lui per lo meno. Nota i movimenti rapidi di lui, a cui non è accompagnata abbastanza forza evidentemente. La tentazione di colpire proprio mentre sta caricando il colpo è forte, ma la dimensione e la lunghezza del ventaglio, unita alla velocità del ragazzo, sono un deterrente sufficiente a farlo desistere. Correrebbe lateralmente per due metri, dando di reni senza perdere di vista le pericolose lame del ventaglio, così da portarsi alla propria sinistra e uscire dal raggio d'azione dell'arma di lui, attendendo speranzoso che il colpo si infranga eventualmente contro l'aria, ammesso e non concesso che la manovra di schivata sia riuscita. Ne osserverebbe la fatica, ricordando i consigli sulla caccia del padre, durante gli anni della Carestia. <Attendi che la preda sia stanca.> Sussurrerebbe, con sguardo rapace. Pronto a balzare alla gola dell'avversario. <Sei mai stato a caccia, Kiro?> Domanderebbe, improvvisamente curioso. Porterebbe la mancina a protezione del volto, invitandolo a venire contro di lui, mentre la destrorsa, stretta a pugno a guardia del proprio fianco, prometterebbe nuova battaglia; piede sinistro in avanti, ancorato al terreno, e destro indietro, perpendicolare ad esso. [Schivata laterale: 1/4 di turno] [Osservazione Kiro: 1/4 di turno] [Chakra: ON] [Distanza: 2 metri]

La schivata viene effettuata, forse una sostituzione sarebbe stata più immediata, forse far colpire all'altro il duro legno avrebbe costituito un colpo non facile da reggere. Forse, forse, forse. Ma non è quello che Hayate fa. Si muove di due metri, un movimento piuttosto raffazonato, ma probabilmente dovuto ad una stanchezza prolungata per diverso tempo, che lo ha sensibilmente provato. Il colpo arriva, non fortissimo, ma rapido. E' stato giusto riflettere sul fatto che il giovane senjuu non avrebbe potuto interromperlo col semplice utilizzo di un attacco corpo a corpo, ma allora perché pensare di poter, con la stessa agilità, potersi spostare? La fortuna del ragazzo è che il colpo non ha una portata ampissima, si sviluppa in verticale, per cui quel che fa basta per non portarlo a dividersi a metà contro la lama del ventaglio. Il fil sfiora la linea del braccio, aprendogli la tuta nera a bande azzurre, aprendola e mostrando scoperto il bicipite del giovane. Non ferito, fortunatamente. Kiro è stanco, provato, il colpo si abbatte al suolo ed il suo busto si china in avanti. Non riesce più a rialzarsi. < No... non sono mai andato a caccia... papà non mi ci ha mai voluto portare, ma mi piacerebbe tanto... > Mormora, alzando il braccio in segno di resa nei confronti dell'avversario. Guile giunge tra i due, quasi arrabbiato da come sono andate le cose nello scontro. Però, per qualche istante, ci riflette ed osserva Kiro, aiutandolo a rimettersi in piedi. < Hayate, complimenti. Il tuo esame termina qui, avrai i tuoi risultati a breve. Io ho un figlio a cui insegnare a cacciare. > Gli dice con un sorriso sdentato dai numerosi colpi subiti in carriera, un sorriso seguito anche da quello del figlio con cui si allontana fuori dalla palestra, lasciando il Senju libero di tornare alla propria abitazione. [ end ]

Secondo tentativo di esame pratico per Hayate, che si risolve in uno scontro contro un deshi esperto di houjutsu.

OFF: sei andato molto meglio dell'altra volta, nessun errore di turnazione, qualche minima svista tattica. Mi rimetto alla valutazione del CV.

Niente EXP in quanto esame pratico. See ya.