Nuovo giorno e nuovo tentativo per chi ha, in principio, fallito l’esame pratico per divenire un genin della foglia. Il senjuu ha una nuova occasione per primeggiare, per farsi valere, dopo giorni di allenamenti con figure illustrissime. C’è da dire che, dopo quel giorno, sbagliare di nuovo potrebbe significare ritrovarsi ad avere a che fare con un Dainin molto deluso e pronto a far schioccare la propria frusta contro le carni del deshi. Ma non pensiamo a questo, adesso. Senza pressioni. La palestra in cui è stato richiamato nuovamente è la medesima del suo primo tentativo, una zona circolare e larga, libera per un possibile scontro. Anche il sensei che lo ha richiamato all’ordine per questa seconda e – si spera – ultima volta è lo stesso. Guile, un omone che sfiora i due metri di altezza, con dei capelli a spazzola biondi che si ergono ancor più s di quanto già non faccia la sua imponente e muscolosa figura. indosso ha una canotta verde chiaro e del pantaloni a fantasia mimetica che gli scendono larghi lungo le cosce allenate e toniche, un paio di anfibi a completare il tutto. Non è da solo, stavolta. Poggia la grossa mano sulla spalla di una figura ben più esile, più bassa, dal corpo non propriamente simile a quello del sensei. Ha una tuta nera, aderente al corpo e qualche sprazzo di equipaggiamento improvvisato qua e là. Una sacca porta oggetti tenuta all’altezza della vita da un cinturone in cuoio ed un porta kunai e shuriken sul fianco opposto. Gli occhioni azzurri sono puntati sulla figura dell’allievo che è stato chiamato per tentare di nuovo l’assalto al coprifronte, un coprifronte non presente sulla figura del ragazzino che, occhio e croce, non ha più di sedici anni. Porta anch’egli dei capelli a spazzola biondi, molto simili a quelli del sensei che gli massaggia con forza la spalla sinistra < Ragazzo mio, oggi è giorno che dimostri di essere il degno figlio di tuo padre. Se fallisci ti aspettano mille flessioni e mille addominali a casa. > Pronuncia l’omone con tono serio e deciso, nei cronfronti di quello che, a guardarlo meglio, potrebbe sembrare suo figlio. L’insegnante indica un punto preciso della palestra, esattamente a quattro metri dalla posizione in cui si trovano attualmente ed attende che Hayate possa prender posto. Poi, a lavoro svolto, andrebbe semplicemente ad allontanarsi per spiegare le regole di quanto stanno per fare i due. < Siete entrambi qui per dimostrare di essere degni del titolo di genin della Foglia. Combatterete senza esclusione di colpi, ma senza uccidervi. Siate corretti, niente colpi sotto la cintura e date del vostro meglio. > Una breve pausa, prima di puntare le iridi chiare sul senjuu < Hayate, mi è stato riferito da una figura di rilievo di essere molto severo con te. E se non lo sarò io, sicuramente ci terrà lui ad esserlo. Insomma, vedi tu cosa devi fare. Senza pressioni, eh. > Ricorda l’insegnante in tono palesemente divertito e scherzoso, giusto per mettere un po’ in agitazione il ragazzo. Il combattimento può iniziare, Guile osserverà per tutto il tempo i contendenti, la prima mossa, dato che l’altro giovane ragazzo è stato impegnato per quell’infinito tempo ad impastare il chakra e solo ora sta riaprendo gli occhi, spetta ad Hayate. [ Distanza Hayate-deshi: 4 metri – Hayate chakra on, prego. ]
Guile è al proprio posto poggiato sul muro della palestra, in osservazione. Non pronuncia risposta nei confronti di Hayate, ma lascia che sia il proprio figlio a rispondere. Il ragazzo pare leggermente incerto, ora che il giovane senju può vederlo più da vicino noterà dei sottili fili di nyon luccicare alle estremità delle proprie dita, da un capo legato alle falangi e dall'altro legato chissà dove all'interno dei propri porta oggetti e porta kunai. < I-io sono Kiro > Pronuncia flebilmente, evidentemente teso ed agitato dalla prospettiva di star sostenendo il suo esame genin. Volge uno sguardo al padre, che annuisce col capo, sancendo l'inizio dello scontro. A quel punto gli occhi azzurri del ragazzino si spostano sull'avversario, le falangi della destrorsa si piegano, tirando i fili di nylon collegati al porta kunai e shriken. Quel che ne viene fuori sono due stelline di lucente metallo, che volteggiano a mezz'aria per qualche istante prima che Kiro possa stringerli nella propria destrorsa ed indirizzarli alla volta del giovane senjuu posto a quattro metri di distanza da lui. Gli obiettivi di quelle piccole armi sono, rispettivamente, il pede destro ed il piede sinistro del senju. Un attacco frontale, senza troppe insidie e con i dovuti lmiti che il basso grado porta con sé. Cosa farà il nostro Hayate? [ 2/4 per schivare - Distanza Hayate/Kiro: 4 metri ]
Il senjuu calcola bene la propria mossa, più che bene a dirla tutta. Indietreggia di due metri e poi scatta in avanti fino a portarsi a due metri dal proprio avversario, rilasciando un fumogeno che emette una densa coltre di fumo dal diametro di cinque metri, considerando Hayate come centro di tale circonferenza. Entrambi i deshi perdono, così, la capacità di vedere il proprio avversario, capacità sicuramente preziosa per chi, come ha potuto notare Hayate el proprio avversario, fa uso delle armi. Il giovane Kiro resta silente, in attesa. Non lascia che si senta nulla. Persino il respiro viene trattenuto, da ciò il giovane senjuu potrà intuire una cosa piuttosto elementare: si sta concentrando. Ed, infatti, Kiro si concentra ed utilizza il proprio chakra per percepire nell'area attorno a sé, constatando la presenza di una figura, quella dell'avversario, senza però sapere bene dove si trova. Per far questo ha consumato del tempo in cui l'avversario potrà fare quel che preferisce. Dopodiché, quale che sia la propria attuale posizione rispetto all'avversario, sceglie semplicemente di ritirare le armi che aveva poc'anzi lanciato. Il senjuu, he sta tenendo le orecchie ritte ad ogni suono, potrà udire distintamente il suono dei due piccoli shuriken che si staccano dal legno ove prima lui sostava coi propri piedi. I fili gli passao sotto le gambe, sono anche più lenti di quando se li è visti arrivare addosso. Questo perché, semplicemente, l'altro sta solo rinfoderando le proprie armi e non ha realmente intenzione di colprlo. Tuttavia, se Hayate permarrà in quella posizione, incorrerà nella traiettoria di ritorno delle stelline metalliche. Non sente rumore di passi o vociare, per cui può comprendere che l'avversario non s'è mosso, ma che si sta solo preparando all'ennesima offensiva. [ Gli shuriken arriveranno alla fine del 3/4 di turno - Distanza 2 metri ]
Del tempo a sua disposizione, Hayae fa un ottimo utilizzo. Compie una moltiplicazione del corpo molto ben riuscita, facendo in modo che una copia molto ben riuscita gli compaia al fianco destro. Il piano è molto ben congegnato e viene da subito messo in atto. Mentre gli shurijen vengono ritratti, non trovando il corpo di Hayate né della copia a fargli da bersaglio, le due figure identiche vanno a disporsi rispettivamente sulla sinistra e sulla destra rispetto all'avversario, ancora immersa nella cortina fumogena. Ma ecco cosa accade. All'improvviso la cortina fumogena scopare e agli occhi di Hayate comparirà nuovamente la scena ben chiara e precisa. Il su avversario, ora privo dei fili di nylon che gli pendono lungo i fianchi senza alcuna presa sulle dita, imbraccia un grosso ventaglio dotato di lame sulle estremità. Piuttosto evidente che, nello sventolarlo, abbia disperso il fumo. Tale arma è un semiarco il cui raggio totale, compreso di lame, è di un metro. Kiro si guarda ai fianchi. A destra e sinistra, precisamente a quattro metri da lui, vi sono l'originale senjuu e la propria copia. Lo sguardo si alterna tra i due, nell'evidente confusione del non sapere quale dei due sia reale e quale no. non porta attacco alcuno, avendo utilizzato il tempo a propria disposizione per sventolare la grossa arma a ventaglio per dispendere il fumo ed avere una visione più che chiara. L'arma è tenuta con entrambe le mani, piuttosto evidente la fatica che il deshi sta facendo per reggerlo innanzi al proprio petto. Evidentemente la forza fisica non è la sua prerogativa più eccelsa. Resta ad alternare lo sguardo tra i due, prima destra e poi sinistra e viceversa, attendendo una mossa altrui che possa aiutarlo a capire quale sia il suo reale nemico e cosa dovrà fare adesso, per continuare lo scontro. [ Fumo disperso - Distanza copia/Kiro: 4 metri sulla sinistra - Distanza Hayate/Kiro: 4 metri sulla destra ]
La pianificazione sembra piuttosto chiara: dapprima ha privato l'avversario della vita, poi si è tolto dalla sua traiettoria per confonderlo fornendogli più bersagli. E' una serie di mosse eccellenti, non fosse per un minuscolo particolare. La copia è formata di chakra, è evanescente, non esegue specularmente le mosse dell'utilizzatore e, soprattutto, non parla. Non i quel frangente, almeno. Il comando che hayate fornisce vocalmente fa comprendere a Kiro quale sia il suo vero bersaglio. Punta lo sguardo piuttosto stanco sulla figura del senjuu originale, mentre la copia dall'altra parte prosegue con l'attacco che le era stato ordinato sin dal principio. L'houjutser si focalizza, invece, sulla figura di Hayate. Il grosso ventaglio viene richiuso su se stesso, formando una grossa lastra racchiusa nel metallo delle lame che ne compongono gli estremi. Se lo porta innanzi, facendo sì che il colpo del Deshi impatti contro il piatto dell'arma, attutendo i danni. Hayate, però, potrà sentire il cedimento nelle braccia dell'avversario, evidentemente troppo esile per reggere un complesso così pesante di lame e ferro. Lo strumento viene riaperto, entrambe le mai a reggerlo verso l'alto in u movimento discendente atto a fendere da nord a sud il torso del Senjuu. Il colpo sembra portato con una buona velocità, ma sarebbe impossibile non notare nella figura di Kiro lo sforzo evidentissimo che ne deforma il volto e gli fa tremare le braccia sotto il peso del ventaglio. Probabilmente, se Hayate riuscirà ad evitare quel colpo, l'altro sarà troppo stanco per continuare, così da porre fine allo scontro. Gli basterebbe soltanto evitare questo ultimo attacco, portato con più velocità degli altri, con minor tempo per evitarlo, data la brevissima distanza, ma comunque possibile da evitare. [2/4 per schivare - Distanza: corpo a corpo ]
La schivata viene effettuata, forse una sostituzione sarebbe stata più immediata, forse far colpire all'altro il duro legno avrebbe costituito un colpo non facile da reggere. Forse, forse, forse. Ma non è quello che Hayate fa. Si muove di due metri, un movimento piuttosto raffazonato, ma probabilmente dovuto ad una stanchezza prolungata per diverso tempo, che lo ha sensibilmente provato. Il colpo arriva, non fortissimo, ma rapido. E' stato giusto riflettere sul fatto che il giovane senjuu non avrebbe potuto interromperlo col semplice utilizzo di un attacco corpo a corpo, ma allora perché pensare di poter, con la stessa agilità, potersi spostare? La fortuna del ragazzo è che il colpo non ha una portata ampissima, si sviluppa in verticale, per cui quel che fa basta per non portarlo a dividersi a metà contro la lama del ventaglio. Il fil sfiora la linea del braccio, aprendogli la tuta nera a bande azzurre, aprendola e mostrando scoperto il bicipite del giovane. Non ferito, fortunatamente. Kiro è stanco, provato, il colpo si abbatte al suolo ed il suo busto si china in avanti. Non riesce più a rialzarsi. < No... non sono mai andato a caccia... papà non mi ci ha mai voluto portare, ma mi piacerebbe tanto... > Mormora, alzando il braccio in segno di resa nei confronti dell'avversario. Guile giunge tra i due, quasi arrabbiato da come sono andate le cose nello scontro. Però, per qualche istante, ci riflette ed osserva Kiro, aiutandolo a rimettersi in piedi. < Hayate, complimenti. Il tuo esame termina qui, avrai i tuoi risultati a breve. Io ho un figlio a cui insegnare a cacciare. > Gli dice con un sorriso sdentato dai numerosi colpi subiti in carriera, un sorriso seguito anche da quello del figlio con cui si allontana fuori dalla palestra, lasciando il Senju libero di tornare alla propria abitazione. [ end ]