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Spadaccini e rotoli

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con Kaori, Raido

14:24 Raido:
  [Locanda] Prima della partenza di tutti quanti per la fine del torneo, ha bisogno di parlare con Hotsuma, di fare una chiacchierata abbastanza privata. Avrebbe voluto farla prima ma con lo scontro imminente, ha dovuto allenarsi più che mai per raggiungere il suo livello attuale anche se avrebbe preferito discuterne. Gli allenamenti si sono rivelati molto intensivi, più di quanto avesse potuto immaginare, ha lavorato sodo aumentando la sua forza a dismisura e rendendosi, forse, più forte di Hotsuma stesso ma questo è un qualcosa che non può ancora sapere e non vuole nemmeno scoprirlo. Non ha bisogno di un confronto con il Kage, gli basta essere riuscito a migliore nuovamente, a superare i propri limiti fino all'estremo consentito. Ha finito il pranzo insieme a Kaori e a sua madre per poi uscire di casa diretto verso la locanda in cui alloggia Hotsuma stesso. Le vie del villaggio sono in fomento, pregne di vita, la gente si muove, cammina, konohani e kusani vivono e stanno insieme perchè vi è ancora qualcosa da fare ovvero lo scontro con Akendo stesso, con il Rikudo Sennin in persona. Tutti vogliono vedere quello scontro, capire di cosa è capace una simile figura di tale livello e sinceramente anche il Jonin vuole scoprirlo per testare ulteriormente le proprie abilità in combattimento. Cammina con passo tranquillo, supera i vari negozietti, le varie persone. In questo periodo è felice, tante sono le soddisfazioni e le buone notizie, tante cose sono accadute e la storia di cappuccio rosso sembra essere quasi superata del tutto. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare dei pezzi di metallo e una vestaglia un po' più pesante del normale, qualcosa di aderente al corpo ovvero un'armatura pesante per proteggerlo da possibili guai in arrivo. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario. Continua con il proprio incedere senza mai fermarsi fino a giungere nei pressi della locanda dove alloggia il Kage; sorpassa la porta andando incontro al locandiere <Vorrei vedere Hotsuma, sono Raido Oboro> chiede cortesemente all'uomo o alla donna, in base al sesso. Se avesse ricevuto una risposta con ciò che gli interessa, si volterebbe verso le scale cominciando a salirle e dirigendosi verso la stanza. Giunto dinanzi alla porta va a bussare, 3 colpi netti <Sensei, sono Raido> si annuncia aspettando un qualcosa. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip]

Una giornata limpida, fresca e quieta quella che oggi allieta le vie della Foglia. Il torneo è ormai giunto al suo termine e la gente per strada non fa altro che parlare di quanto accaduto durante l'ultimo incontro. Insomma: è stata la prima volta in tutto il torneo che qualcuno avesse osato attaccare il pubblico stesso e nessuno si sarebbe mai aspettato che a fare una cosa del genere fosse proprio la Consigliera il persona. Insomma: le discussioni sono molte, le parole tante ma la vita continua e la partenza per gran parte dei partecipanti al torneo sta arrivando. Sono gli ultimi giorni di soggiorno alla Foglia prima che tutti ritornino alle proprie case, in particolar modo per i Kage dell'Alleanza. Hotsuma alloggia in una lussuosa locanda della Foglia posta nel pieno centro del Villaggio, da cui può godere di una splendida vista. Dalla finestra della sua stanza, infatti, può vedere in lontananza il monte dei volti da un lato e la fitta e verde vegetazione che porta ai campi d'addestramento dall'altra. E', infatti, la miglior stanza dell'intera locanda, con una visuale forse più bella di quelle di cui possono godere gli altri Kage presenti. Quando Raido arriva all'interno dell'edificio per chiedere di vedere il suo maestro, l'uomo dietro il banco lo osserva con fare composto sfoggiando il suo miglior abito composto da un kimono tradizionale nero con ricami e decorazioni bianche che risalgono dal basso verso l'alto. Ha dei folti capelli scuri tenuti accuratamente all'indietro e legati in una lunga treccia. "Signor Oboro, salve." saluta il locandiere inchinandosi con fare rispettoso alla volta del prestigioso ospite. "Il signor Hotsuma aveva lasciato detto di indicarvi la sua stanza in caso vi foste mai presentato. E' la numero 3-04, al terzo piano." indica l'uomo con tono accogliente e professionale indicando con un semplice cenno della mano le scale che conducono ai piani superiori. La stanza di Hotsuma si trova quindi all'ultimo piano della struttura ed è l'ultima porta in fondo al corridoio. Qui, una volta bussato, Raido potrà sentire dei passi ovattati, leggeri, che in pochi istanti si soffermano dinnanzi la porta stessa. Essa si apre rivelando la figura di Hotsuma come forse non l'ha mai visto prima. Per la prima volta senza la sua fedele armatura, col viso libero dalla stessa ed un semplice e comodo kimono a coprirne il corpo scolpito e ben piazzato. Hotsuma si presenta come un uomo alto, dalle spalle larghe e dal viso serio. Ha una espressione quasi severa ma la luce nel suo sguardo è benevola e gentile, così come la linea appena incurvata delle labbra che si increspano appena in un sorriso gentile al solo vedere la presenza del suo allievo. <Oh, mi chiedevo quando saresti venuto a salutarmi> lo accoglie con fare tranquillo, scherzoso, facendosi da parte, così da permettere all'albino di accomodarsi tranquillamente nella stanza. <Forza, entra, ti offro un sorso di sakè. Me l'ha regalato il Nono come regalo d'arrivederci.> Chissà quando avrebbero potuto bere nuovamente qualcosa assieme, da vecchi amici. E, così dicendo, il Mizukage andrebbe a chiudere la porta alle spalle di Raido se egli fosse entrato, lasciandogli modo di accomodarsi nella stanza principale della camera. Un soggiorno luminoso, accogliente, con una grande finestra che dà sul Villaggio e alcuni quadri alle pareti. Un tavolo al centro della sala è circondato da alcune sedie mentre un piccolo corridoio porta alla camera da letto e ad un piccolo bagno. [Ambient per Raido]

15:08 Raido:
  [Locanda] Ascolta il dire del locandiere che va a indicargli la stanza. Come sempre Hotsuma è previdente, una vista se l'aspettava e come non potrebbe aspettarsela, Raido è suo allievo, ci mancherebbe. Pochi giorni mancano alla partenza dei Kusani, gli ultimi giorni di vacanza prima di tornare alla normale routine quotidiana fatta di lavoro, missioni, impegni politici e chi più ne ha più ne metta. La vita torna a essere complicata e anche lui deve tornare a Kusa a svolgere i suoi compiti, deve ritornare al villaggio per eseguire gli incarichi assegnatigli da Yukio. Manca da Kusa da tanto, tantissimo tempo e un po' gli dispiace ma Kaori ha la priorità, lasciarla da sola in questo periodo significare distruggere completamente il loro rapporto, buttare al vento tutto quello che hanno fatto in questi mesi. Il matrimonio deve avvenire il prima possibile, deve sposarsi quanto prima per potersi trasferire nella casa che ha fatto costruire sulle colline come regalo di nozze per Kaori. In questo ultimo periodo le sue ricchezze sono aumentate e si è permesso, accingendo al capitale messo da parte, di costruire una magione tutta per loro, una casa grande e spaziosa dove poter avere una famiglia. Il suo conto ha visto anche il versamento della vincita del torneo, una vincita che ha contribuito alla creazione di quella casa. Tutti i lavori sono quasi ultimati, mancano solo i mobili e qualche rifinitura qua e la, giusto per non far mancare niente alla nuova casa. Sulle colline di Kusa, a metà strada tra Konoha e Kusa e vicino alla ferrovia così da poter arrivare da entrambe le parti in massimo un'ora di treno, l'ideale. Un sogno che diventa realtà ma prima deve invitare Hotsuma, deve comunicarglielo e inoltre deve parlargli di qualcosa di molto importante, qualcosa che non avrebbe mai osato chiedere veramente. Sale le scale, sale i vari scalini dell'edificio fino a giungere dinanzi alla porta del Kage, bussa e dei passi vengono percepiti dall'interno, piccoli passi e lo scattare della porta. Essa viene aperta mostrando la figura del Mizukage senza maschera e in abiti civili, un semplice kimono a coprire il di lui corpo. Il capo viene chinato per qualche secondo per poi essere rialzato, un sorriso si forma sul volto del Jonin <Eccomi qua> risponde entrando nella stanza. La mano destra si alza, si porta in alto andando ad afferrare l'elsa della samehada per poi sguainarla e poggiarla al muro al fianco della porta in modo che non cada e non si faccia male come l'ultima volta <Certo, volentieri> come può rifiutare un invito del genere? Non può anche se non beve. Si porta in avanti verso il soggiorno, un luogo spazioso, luminoso dove si riesce a scorgere addirittura il monte dei volti da una di quelle finestre <Bella stanza> si guarda intorno ammirando tutto quanto per poi andare a sedersi sul divano poggiando i glutei su di esso e la schiena contro lo schienale. Il cuore comincia a battere forte, l'imbarazzo sale sempre di più e le parole non riescono a stare dentro, non riesce a tenerle <Sei invitato al mio matrimonio> lo dice come un fulmine a ciel sereno, non lo guarda ma tiene gli occhi puntati verso terra; le gote diventano leggermente rosse e tutto il resto muore sotto questa notizia. [Chk on][Armatura pesante][Samehada equip]

Non appena Raido entra nella camera andando a liberarsi della Samehada per poggiarla contro la parete con estrema cura, Hotsuma va ad aprirsi in un sorriso a metà strada fra il divertito ed il deluso. <Ah, e io che speravo di vedertela usare al torneo. Aspettavo da giorni il tuo scontro per vedere se avresti fatto sfoggio della Pelle di Squalo davanti al mondo intero... e invece... Bah!> scuote il capo mentre avanza per la stanza andando ad estrarre da un piccolo mobile simile ad un porta bevande la bottiglia di saké di cui aveva parlato poco prima. <Ritirarsi... che squallore. Dico io, a che serve partecipare ad una sfida per arrendersi dopo pochi secondi? Non me lo aspettavo davvero.> Insomma, se ne sono date di più i genin che i jonin il che è un po' una rivelazione inaspettata di questo torneo. Il Mizukage estrae un paio di bicchierini dal medesimo mobiletto e li poggia sul tavolo assieme alla bottiglia. Riempie i due bicchierini di liquore attento a non eccedere troppo. L'alcol è un piacere che si assapora in pochi sorsi, per poco tempo. Dopotutto un guerriero di gran fama e carriera come lui sa che in nessun momento ci si può concedere il lusso di veder annichiliti i propri sensi. Una volta riempiti i due bicchierini -che in realtà sembrano quasi due piattini per la loro forma a coppetta- avanza verso il divano dove Raido ha preso posto e gli porge uno dei due tenendo l'altro nella destrorsa, fra indice e pollice. <Piuttosto... anche quella strana trasformazione era inaspettata. Cosa ti è successo?> domanda, poco dopo, l'uomo fissando seriamente Raido negli occhi. Dopotutto non sapeva che Raido avesse ricevuto quel sigillo durante la sua permanenza a Kusa e non lo ha mai utilizzato sotto i suoi occhi se non al torneo stesso. Per quanto adesso l'Oboro sia un guerriero fatto e finito, rimane e sarebbe rimasto sempre, l'allievo prediletto di Hotsuma e lui si sarebbe sempre preoccupato per lui. Anche nel qual caso avesse dovuto staccargli la testa per un eventuale tradimento. Lo avrebbe senz'altro fatto col cuore sanguinante. Il Mizukage si accomoda quindi al fianco dell'albino e inizia a sorseggiare il suo liquore, fino a quando non ode la notizia bomba del suo allievo. Per poco quasi non si affoga e ringrazia la sua micidiale tempra per non essersi messo a lacrimare per via del sakè bruciante che scivola come fuoco lungo la gola.
<?!?> La sua espressione si punta istantaneamente, confusa, sulla figura dello spadaccino quasi a voler capire se ha sentito bene o meno le sue parole. Tuttavia quando vede la sua espressione impacciata e quel rossore gentile invadergli le guance, non può fare a meno di aprirsi in una grande risata entusiasta. La mancina si leva a dare una poderosa pacca sulla spalla sinistra del ragazzo al suo fianco e subito il viso gli si illumina di compiacimento e fierezza. <Oh! E così compi il grande passo eh?> chiede retorico con una luce orgogliosa nello sguardo. <Ne ero sicuro Raido, davvero. Quando sei venuto a Kiri con la tua ragazza per portarci quel verme di Crowler te l'ho letto in faccia che presto o tardi sarebbe successo.> E per un istante si affaccia nella voce e nello sguardo del Kage il tono paterno che solo rare volte ha utilizzato nei confronti del ragazzo. <Felicitazioni, quindi! Sono davvero contento per te, ragazzo mio. Sei stato solo fin troppo a lungo a Kiri> commenta l'uomo sorridendo affabilmente verso il giovane prima di terminare di bere la sua porzione di sakè. [Ambient per Raido]

15:49 Raido:
  [Locanda] Già, avrebbe voluto utilizzare anche quella fin dall'inizio o comunque come arma finale per fronteggiare Furaya e darle il colpo di grazia, vincere sfruttando il potere della pelle di squalo. Ha fatto molti progetti, troppi progetti per questo torneo e tutto, poi, è sfumato inesorabilmente. E' ancora deluso per quello che è successo, forse avrebbe fatto meglio a non partecipare o a ritirarsi ancor prima dell'inizio dello scontro, forse si sarebbe sentito meglio. Lo sguardo pensieroso, chinato verso il basso porta il giovane a distrarsi qualche momento dal suo sensei, pensa ad altro, pensa a tutto quello che avrebbe potuto e voluto fare in quel combattimento, dimostrare tutto ciò che sa fare. Non gli interessa se altri avrebbero visto tutte le sue carte, conoscere le mosse di qualcuno non significa saperlo battere ed eguagliarne la potenza. Lo ha imparato a sue spese con anni e anni di missioni alle spalle, con gli esercizi e anche con l'allenamento con Hotsuma dove le ha prese di santa ragione nonostante conoscesse ogni mossa del Kage e ogni sua tecnica appartenendo entrambi allo stesso clan <Avevo una strategia in mente, strategia che è andata in porto ma mia conclusasi. Avrei usato la pelle di squalo per dare il colpo finale> un colpo deciso per attestare definitivamente la sua forza e potenza. Se ci ripensa gli torna lo sconforto e preferirebbe portare la testa altrove, da qualche altra parte ma solo Kaori è capace di una simile cosa, solo lei è in grado di distrarlo completamente da tutto ciò che lo preoccupa e affolla la sua mente come mai prima d'ora <Oramai è passato> non vuole discutere ancora su ciò che è successo. E' andata, è tutto finito, non serve rimuginarci sopra, specialmente per loro che lo scontro è tutto, combattere è tutto, proprio come dei veri spadaccini. Segue Hotsuma con lo sguardo, lo scruta mentre è intento a riempire due bicchieri che assomigliano a due boccali vista la grandezza. Deglutisce, butta dentro la saliva e spalanca gli occhi. Probabilmente tutto quello è troppo per lui ma lo accetta comunque senza negare. Alza il braccio destro prendendolo dalle mani del Kage per poi avvicinarlo alla bocca bevendo il primo sorso e sentendo quella precisa domanda. Prima o poi avrebbe dovuto parlargliene, avrebbe dovuto mostrare anche a lui ciò di cui è capace <Probabilmente la conosci. E'...il sigillo maledetto di Orochimaru> lo ammette guardandolo negli occhi. Non si vergogna di averlo e di mostrarlo, non lo nasconde perché non c'è niente da nascondere. Usa quel potere a fin di bene e tanto basta, sia per lui che per gli altri ma se qualcuno ha qualcosa da ridere, lo avrebbe accontentato senza porsi troppe domande. E' una rivelazione pesante quella che fa ma necessaria per mantenere un certo rapporto con il sensei. Continua a guardare il Kage che per poco non gli sputa il sakè addosso; sorride, ride divertito e contento per quella reazione, per una volta lo ha sorpreso nel vero senso della parola <Si, mi sono detto che era ora di sistemarsi> dopo anni di solitudine è il minino da fare <Per questo aspetta ad andartene> lo vuole alla cerimonia, lo vuole li con lui, al suo fianco e se ne torna a Kiri, diventa tutto più difficile <Anche perché...devo parlarti della samehada> finalmente si decide ad arrivare al discorso focale, al vero motivo per il quale si è diretto da lui, un qualcosa che si porta dentro da tempo <Oltre alla spada, non so usare altro, non conosco altro di lei> anche se ci sono tecniche, non può usarle non conoscendole <Le tecniche che mi permettono di usarla a piena potenza non le conosco e non saprei da chi impararle> almeno su questo è sincero e vi è anche un'altra cosa che vorrebbe dirgli ma tutto a suo tempo, senza fretta. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip]

Hotsuma ascolta le parole di Raido osservandolo mentre riempie i piccoli bicchierini di liquido trasparente. A vederla sembrerebbe quasi acqua, eppure quella bevanda brucia più del fuoco stesso. A sentirne l'odore sembra essere decisamente buono, ma dopotutto cosa altro ci si poteva aspettare dal dono di un Kage? Non di certo una qualità inferiore a quella. <Non ho dubbi che avessi una strategia, ti ho insegnato bene io> sogghigna Hotsuma distendendo le labbra in un sorrisetto compiaciuto e pungente sul viso, la voce roca e grave che lo contraddistingue. <Ma mi sarebbe vederlo il tuo piano. Sono venuto a posta per vedere te, dannazione> brontola burbero rimanendo quasi contrariato più dello stesso Raido a seguito dell'esito di quell'incontro.
Insomma: è normale che entrambi trovino lo stesso sconforto da quello scontro, dopotutto la pensano in maniera assai simile quando si tratta di battaglia e strategia. Non per niente sono allievo e maestro, no? <Per lo meno, comunque, nessuno potrà dire che non sia forte. Ammetto che non sono riuscito neppure a vederlo il tuo primo colpo. Sei stato così rapido che quando ho visto il tuo spostamento ormai avevi già attaccato> E' visibilmente impressionato, ammirato dai progressi fatti dal suo allievo e se non è mai mancato di sottolineare i suoi errori ed i suoi sbagli, adesso allo stesso modo non manca di sottolineare i suoi grandi successi, le sue capacità. I due si affiancano, si siedono comodamente andando quindi a tenere fra le dita il bicchierino di sakè mentre l'Oboro spiega cosa sia successo durante il breve scontro che l'ha visto protagonista solo un paio di giorni prima. Hotsuma ascolta in silenzio e, quando ode la risposta del ragazzo, va richiudendo le labbra e tenendo basso il bicchierino. <Mh> le labbra si stringono appena, il capo inizia ad annuire lentamente con fare silenzioso. <Capisco> commenta ora più serio fissando la stanza, un punto imprecisato della stessa, prima di inspirare a fondo e rivolgere la propria attenzione ed il proprio sguardo al suo allievo. <Era da un po' che non ne sentivo parlare. Pensavo che quel potere fosse andato perduto.> rivela lui con fare pacato. <Ad ogni modo so di averti cresciuto bene. So che non ne farai un cattivo uso.> Non rivela cosa pensi in verità di quel potere, non sembra contento né deluso da quella verità. Si limita semplicemente a fargli intendere di fare attenzione a come usa quel sigillo, niente di più e niente di meno. Dopotutto Raido lo sa: essere il suo allievo preferito non lo avrebbe salvato da una eventuale punizione da parte sua se mai ve ne fosse stato bisogno. Il Mizukage si dedica quindi ad assaporare il liquido bruciante che ha nel piattino ed ascolta le parole di Raido con fare decisamente più sollevato, orgoglioso. Lo ha visto crescere come un figlio sebbene fosse già grande quando lo ha accolto sotto la sua ala, ed ora lo vede finalmente sistemarsi assieme ad una donna che evidentemente lo rende felice. <Quando vi sposerete, ragazzo? Sai che non mancherei per nulla al mondo, ma sai anche che non posso lasciare Kiri senza di me troppo a lungo.> Insomma, il torneo lo ha già tenuto impegnato per molto tempo lì a Konoha e sebbene abbia lasciato a Kiri una sua copia, è sempre preoccupato all'idea che possa esserci bisogno di lui da un momento all'altro. <Posso fermarmi qui un'altra settimana ancora, non di più> chiarisce lui con tono calmo, sereno, comodamente seduto al fianco dello spadaccino. Manda giù il resto del liquore rimanendo ora col bicchierino vuoto fra le dita umettandosi stoicamente le labbra.
Si schiarisce la voce per mandare meglio giù quel sorso bruciante e ascolta infine le parole che realmente l'altro desiderava offrirgli. Un sorriso divertito gli increspa le labbra mentre, ruotando appena il busto verso di lui, va ad incrociare le braccia sull'ampio petto. <Mi chiedevo quando saresti venuto a parlarmene. Iniziavo a temere che le stessi facendo prender polvere> ride l'uomo con la sua risata grave e baritonale. <Non potresti impararle da nessuno, ovviamente. Non esisterà mai su questa terra la possibilità che due persone sappiano usare al tempo stesso quell'arma. La Samehada si acquisisce tramite l'uccisione del suo possessore ragazzo, e se questa rimane incustodita a causa della morte naturale del suo padrone, non si lascia impugnare ed usare se non da chi si riveli essere davvero meritevole dei suoi servizi.> spiega Hotsuma con fare calmo. <Perciò se vorrai imparare i segreti di quest'arma, dovrai studiare un rotolo ove sono stati scritti molto, molto tempo fa. Un rotolo che ogni possessore della Pelle di Squalo ha studiato per imparare ad usarla al meglio. Attualmente, ovviamente, si trova a Kiri al sicuro nella Magione.> conclude Hotsuma con voce ferma e perentoria. <Puoi venire a prendere il rotolo quando vorrai, ma vorrei che non uscisse da Kiri stessa. Puoi solo immaginare in che guai finiremmo se il rotolo delle tecniche segrete dovesse essere adocchiato da qualcuno fuori dalla nostra Terra> Non che non si fidi di lui, insomma, ma andare in giro con qualcosa di così prezioso è un rischio che Hotsuma preferirebbe ad ogni costo evitare. Certi segreti è meglio che non fuoriescano mai dai territori della Nebbia.[Ambient per Raido]

16:49 Raido:
  [Locanda] La modestia non è il suo forte a quanto pare ma come dargli torto, hanno passato anni a combattere al massimo delle loro possibilità, si sono allenati per superare i propri limiti, diventare più forti. Non solo Raido ma anche Hotsuma stesso. Il giorno in cui Hotsuma lo ha promosso a special jonin per ciò che ha fatto per il villaggio, ha visto anche il suo avvenire farsi più forte e vivio. Il Kage stesso si è avvicinato comunicandogli di volerlo prendere come allievo, allenarlo e portarlo alla vetta degli Oboro e di Kiri, essere uno dei migliori e così è successo. A Kiri lo conosce chiunque, tutti sanno chi è e cosa ha fatto per il paese, nessuno dubita delle sue capacità e delle sue possibilità, nessuno dubita di lui e adesso lo conoscono anche a Kusa e persino a Konoha dopo aver disputato il torneo e averlo vinto. In quasi tutta l'alleanza è conosciuto per la di lui forza e questo è un grande onore per chiunque ma non per lui. Ha più volte affermato che la fama non gli interessa, è qualcosa che vorrebbe evitare come la peste, non vuole essere braccato dalla gente, non vuole che tutti contino su di lui per risolvere i problemi; vorrebbe essere lasciato in pace, agire nell'ombra proprio come fanno gli Anbu ma il suo destino non è tra le loro fila bensì tra quelle degli spadaccini. La forza inoltre è aumentata ancor di più con gli ultimi allenamenti, sempre di più portandolo a raggiungere un livello che nemmeno lui avrebbe potuto minimamente immaginare, un potere che chiunque sognerebbe. Pensieri di questo tipo gli portano alla mente Kuoki e la sua sete di potere, il desiderio di diventare ancora più forte di quanto non sia già al momento ma non solo, anche Kurako penetra nei propri pensieri. Il cugino che non ha mai visto ma di cui sa la fine e il motivo. Morto per una sete di potere immensa, ha cercato di raggiungere il potere ed è morto come è giusto che sia; non ha capito che la vera forza la si raggiunge tramite l'allenamento e solo tramite quello si può aspirare a diventare i migliori, cosa che lui non è e non lo sarebbe mai stato <Già ma non sperare che te la dica, se dovessimo affrontarci seriamente, ho bisogno di un piccolo vantaggio> scherza su quella questione e comprende lo sconforto del Kage. Immagina solamente il desiderio di volerlo vedere in azione, di vedere il progressi fatti dal proprio allievo ma c'è tempo per questo; lo scontro con il Rikudo è imminente, deve combattere contro Akendo e li può davvero far vedere al mondo intero di che pasta è fatto e dimostrare ad Hotsuma quanto è cresciuto <Ahahahaha> ride divertito lasciandosi andare completamente contro lo schienale mentre gli occhi permangono fissi sul Kage <Lo scopo era proprio quello. Contro qualcuno di potente non serve puntare sulla forza bruta ma sulla velocità di esecuzione> e le sue mosse sono la prova lampante di quanto ha affermato. Se non fosse veloce non avrebbe mai colpito Furaya e certamente tutti quanti l'avrebbero visto arrivare e colpire. Il discorso cambia, si fa più serio, si parla del sigillo e del suo utilizzo. E' un discorso che gli ha già fatto Hitomu in precedenza e concorda su questo; non ha intenzione di usarlo per opere cattive, per qualcosa di malvagio, vuole solo avere più potere nel caso succeda un evento troppo grande per essere affrontato normalmente. Inoltre può proteggere meglio chi ha vicino, può vegliare su Kaori ancor di più e tenerla al sicuro da pericoli possibili e imminenti <Se dovesse mai accadere, sapete quello che dovete fare> ovvero ucciderlo. Le leggi di Kiri non possono essere messe da parte nemmeno per gli allievi, non vi è nessuna eccezione. Deve ucciderlo, è l'unica cosa da fare se Raido dovesse sgarrare nel suo utilizzo. Ancora una volta si cambia discorso e il matrimonio torna a portare la gioia negli occhi dei due, una gioia che cresce sempre di più nel Jonin il quale sta vivendo il periodo più bella della sua vita. Non ha preoccupazioni, non ha particolari pensieri e tutto quanto si rivela essere fin troppo bello <Basterà, ci sposeremo tra poco e, non accetto un no come risposta, sarai mio testimone di nozze> nessuno potrebbe ricoprire quel ruolo meglio di lui, nessuno potrebbe ambire a un ruolo simile se non il Mizukage. Non avrebbe mai creduto che questo giorno potesse giungere veramente. Finalmente si parla dell'argomento principale e anche quello più scottante. Resta in silenzio ad ascoltarlo, ode parola dopo parola; comprende tutto quanto senza interromperlo, senza dire niente <Capisco> annuisce col capo mentre porta il bicchierino di saké alla bocca bevendo un altro sorso ed è buono, non può non ammetterlo, molto buono. <Non posso lasciare Kusa però posso mandare delle copie così da impararle per me. Dopo il matrimonio non voglio lasciare sola Kaori> sarebbe insulto alla stessa ragazza <Inoltre, voglio ricostruire gli spadaccini, voglio riformare la squadra e per questo ti chiedo di lasciarmi la loro guida> la richiesta finale, quella che più di tutti che vorrebbe vedere avverata. [Chk on][Armatura pesante equip][Samehada equip]

<Ahahahahahah> la risata esce forte e piena dal petto di Hotsuma a seguito del dire dell'Oboro circa la strategia che aveva adottato per battere la sua rivale. <Chissà che forse non sia io quello che dovrebbe aver bisogno di un piccolo aiuto?> domanda l'altro con tono leggero, divertito, ma non eccessivamente scherzoso. Ha visto i progressi fatti dal suo allievo, ha visto quanto sia migliorato e non è così sicuro di potersi ancora definire davvero più forte di lui. I tempi in cui la differenza fra loro era netta sono decisamente finiti ed ora nessuno dei due è certo di sapere come sarebbe potuto finire uno scontro fra loro. Il tempo scorre piacevolmente, i due si aggiornano su vari fattori e fronti e quando Raido va offrendo quel commento acuto circa i punti di forza in uno scontro, Hotsuma si ritrova ad annuire osservandolo con uno sguardo carico di ammirazione e fierezza. <Nessuno può fermare qualcosa che non può vedere, no?> Un modo per lasciargli intendere che concorda con lui. Raido è decisamente cresciuto. Non solo da un punto di vista fisico, non solo come ninja, ma come persona. L'esperienza, la pratica, lo studio, ogni cosa l'ha portato a migliorare e rafforzarsi fino a divenire uno dei migliori ninja in circolazione in tutte le terre ninja. Tuttavia sa che nonostante la sua forza, nonostante il rapporto che intercorre con Hotsuma, un suo errore o tradimento non gli avrebbe salvato la vita. Il Mizukage annuisce quando l'albino pronuncia quelle parole a seguito di un eventuale scorretto uso del suo potere maledetto e Hotsuma si ritrova ad annuire, semplicemente, detestando l'idea di dover anche solo considerare quel discorso. <Spero che non dovremo mai arrivare a questo, comunque. Ho fede nella tua lealtà e nella tua capacità di giudizio> cerca di far cadere così il discorso ammettendo quanto sarebbe stata dura per lui prendere una decisione del genere. Nonostante tutto, però, non si sarebbe fermato davanti ad essa. Per fortuna comunque lo spadaccino va ad allietare l'atmosfera con una notizia decisamente più felice, notizia che porta lo stesso Kage a sorridere felice e soddisfatto. Finalmente il ragazzo avrebbe potuto stringere realmente fra le dita un po' di meritata felicità e questo è qualcosa che l'altro ha sperato per molti anni in cuor suo. Le parole di Raido, poi, circa la sua partecipazione al matrimonio, lo portano quasi a sentirsi commosso facendogli schiarire la voce un paio di volte. <Sembra proprio che non possa rifiutare allora> ride amichevolmente, l'uomo, andando poi a poggiare la mancina sulla spalla destra del kiriano, lo sguardo a posarsi ora paterno sul suo viso. <Sono fiero di te, ragazzo.> si concede di dirglielo, di ammetterlo ad alta voce, almeno ora che si ritrovano a vedersi come due vecchi amici e che nessuna emergenza sembra pesare o gravare sulle loro ampie spalle. Lascia poi modo al ragazzo di procedere con le sue richieste andando ad ascoltare con estrema attenzione ogni sua parola per poi ritrovarsi a muovere la mano in un cenno di non curanza. <Oh, nessun problema, manda tutte le copie che vuoi, male sicuramente non fanno> Insomma, non è un problema se avesse mandato delle semplici copie per imparare quelle tecniche, l'importante è solo che avesse lasciato il rotolo all'interno della Nebbia. Tuttavia è l'ultima richiesta avanzata dal giovane a portare Hotsuma a schiudere appena le labbra, fissandolo sorpreso da quella rivelazione. <Oh. Non me l'aspettavo, questa> ammette andando a portare la mancina verso il mento, le mani a massaggiarlo con fare pensoso. <Personalmente non avrei niente in contrario. Ormai da anni sembra che nessuno sia capace di meritare una di quelle spade, sei l'unico da molto tempo che sia riuscito a meritarne una. Se riuscissi a trovare qualcuno capace di riportare in auge la nostra tradizione ed il nostro potere ne sarei di certo contento.> ammette l'uomo riabbassando ora la mancina per incrociarla all'altro braccio sul petto. <Suppongo che anche l'Hasukage sarà d'accordo se vorrai prenderti questa responsabilità. Tuttavia ti chiedo di non andarci piano con quelli che vorranno far parte della squadra: assicurati che ne siano degni senza risparmiarti.> E' una delle tradizioni più importanti mai esistite a Kiri quella degli Spadaccini della Nebbia e il Mizukage desidera che chiunque decida di appropriarsi di una delle spade si riveli davvero meritevole di esse. Sa che Raido non l'avrebbe deluso, ma rimarcare qualcosa non è mai una perdita di tempo. [Ambient per Raido]

17:37 Raido:
  [Locanda] <Se così fosse, allora dovrei ritirarmi. Superare il mio sensei va ben oltre i riconoscimenti dell'essere ninja> scherza anche su questo ma è vero. Se superasse Hotsuma allora non avrebbe più motivo di fare il ninja, non avrebbe più motivo per continuare a combattere e migliorarsi perchè non si può migliorare più di così. Ha già preso in considerazione l'idea di lasciare tutto e dedicarsi solamente alla sua fucina e alla sua famiglia. Smettere con le azioni da ninja, vivere una vita semplice e lontana dalla folla, un modo per avere la tanto agognata pace. Finalmente tutto si sta avverando e sta per avere la vita che ha sempre sognato, tutto questo va nel verso giusto e corretto e non potrebbe chiedere di più di quanto già non ha <Esatto> se un qualcosa non viene visto, è impossibile che possa essere fermato. Per poterlo fare si necessitano di grandi riflessi, qualcosa di veramente disumano e forse nessuno in questo mondo è capace di una simile impresa, nemmeno lo stesso Raido sarebbe in grado di fermare il proprio attacco nonostante ne conosca tutti quanti i pregi e tutto ciò che esso comporta. Se dovesse incontrare qualcuno capace di tenergli testa in questo campo, ne verrebbe fuori una sfida davvero immensa, epocale per certi versi, una sfida che li porterebbe a uno scontro all'ultimo sangue, uno scontro che li distruggerebbe. Ascolta il dire di Hotsuma, annuisce a quelle parole e lui stesso sa quale sia la punizione per i traditori e per coloro che osano fare del male a Kiri e a tutta l'alleanza. Agirebbe nello stesso modo se fosse Hotsuma a tradire il villaggio, non esiterebbe due volte a ucciderlo seppur il cuore gli piangere per tutta la vita dopo un simile gesto. Essere l'assassino del proprio sensei o del proprio allievo è un qualcosa di logorante, il solo pensiero gli fa arrivare un macigno nel mezzo del petto ed è un peso che difficilmente può sostenere <Grazie> per la fiducia, per quello che sta dimostrando nei riguardi del giovane e per tutto quanto e allo stesso modo, va a replicarsi. Nell'udire quelle parole, quell'essere fiero di lui, gli occhi vanno a illuminarsi sempre di più, il cuore sta per fuoriuscire dal petto. Non glielo ha mai detto prima, non ha mai osato dire queste parole prima d'ora eppure, ora, le sente uscire dalla di lui bocca. L'emozione che sta provando in questo preciso istante è indescrivibile, impossibile da spiegarla a parola ma vuol dire che tutti i suoi sforzi, tutte le notti insonne e tutto ciò che ha fatto è servito a qualcosa alla fine <Grazie..sensei> un grazie ancora più sentito, ancora più voluto. Sa che non serve ma allo stesso tempo sa che non è abbastanza per dire ciò che sente e prova eppure non vi sono altre parole che potrebbe pronunciare, non esistono altre parole. Sicuramente quest'oggi sarebbe tornato a casa con un sorriso ancora più grande, più largo e sarebbe stato ancor più allegro. Con l'emozione nel cuore ascolta il dire di Hotsuma che non nega, non ha niente in contrario a dargli il comando degli spadaccini della nebbia. Piano piano sta ottenendo ciò che vuole e desidera ma ora non è il momento di parlarne, non più perchè vi è il matrimonio da organizzare, la festa, la cerimonia, un sacco di cose da fare e poco tempo per farle <Non lo farò me ne riparleremo meglio dopo le nozze, a Kiri. Adesso c'è il matrimonio da organizzare> si alza dal divano, beve un ultimo sorso di Sakè svuotando il bicchierino <Bisogna preparare un sacco di cose e bisogna andare a prendere gli anelli. Mi accompagni? Sarai tu a doverli tenere sensei> da tradizione, li deve tenere il testimone. [Chk on][Armatura pesante][Samehada equip]

I due ridono assieme, si godono quel pomeriggio di chiacchiere e confidenze ed intanto il tempo scorre, il sole inizia la sua parabola discendente e dalla grande finestra della camera inizia a penetrare una luce meno bianca, più aranciata, più rosea, che si riflette sulle superfici del mobilio e delle pareti bianche. E' un bel momento, uno dei migliori della vita dello stesso Kage. Con tutta l'esperienza che ha vissuto probabilmente qualcuno lo troverebbe strano, eppure è proprio questo che rende questa verità ancora più speciale. Non scambierebbe con nessun'altra occasione quella che ha avuto sotto mano questo pomeriggio: poter parlare da uomo a uomo col suo allievo prediletto, imparare a conoscerlo come ninja e come persona, notare la sua crescita, la sua evoluzione, vedere fin dove è stato capace di arrivare senza necessariamente dover vedere del sangue schizzare ovunque. Una chiacchierata serena, leggera, fatta con un bicchierino in una mano e un amico al fianco. Un momento di pace, di semplicità, uno dei pochi che la sua vita gli abbia mai concesso. I due si ascoltano, si confidano e quando il ragazzo lo chiama sensei Hotsuma si sente come toccare nel profondo. Ormai sa che non ha più nulla da insegnargli, che gli ha trasmesso tutto ciò di cui era padrone, ma si sente sinceramente commosso nel sapere che l'altro, nonostante abbia ormai praticamente raggiunto il suo medesimo livello di conoscenza, lo consideri ancora un traguardo cui ambire, qualcuno da raggiungere. Sono due pari, ma l'altro ancora non se ne rende conto. Un sorriso fiero, silenzioso, si staglia sulle labbra del Mizukage che, in questo momento, non sa davvero cosa potrebbe rispondere ai ringraziamenti del suo allievo. Lascia pertanto che sia il suo silenzio a parlare per sé, il proprio sguardo, mentre Raido prosegue semplicemente col discorso. Ora che gli "affari" sono stati sistemati, è tempo di tornare ad essere semplici compagni ed amici. La proposta dello spadaccino lascia per un attimo spiazzato Hotsuma che, levandosi d'istinto in piedi a seguito del levarsi dell'altro, lo osserva boccheggiando. <Beh, perchè no?> sorride concedendosi quella serata di anonimato, di semplicità, seguendo dunque i passi dell'allievo. Non un Kage questa sera, non un ninja. Solamente un uomo, solamente un amico. [END]

Raido si reca alla locanda dove alloggiano i Kage ospiti per parlare con Hotsuma.

I due chiacchierano di vari argomenti fra cui il permesso accordato all'Oboro di recarsi a Kiri per studiare il rotolo con le tecniche relative alla Pelle di Squalo e la concessione di venir messo a capo degli Spadaccini della Nebbia.