Una giornata limpida, fresca e quieta quella che oggi allieta le vie della Foglia. Il torneo è ormai giunto al suo termine e la gente per strada non fa altro che parlare di quanto accaduto durante l'ultimo incontro. Insomma: è stata la prima volta in tutto il torneo che qualcuno avesse osato attaccare il pubblico stesso e nessuno si sarebbe mai aspettato che a fare una cosa del genere fosse proprio la Consigliera il persona. Insomma: le discussioni sono molte, le parole tante ma la vita continua e la partenza per gran parte dei partecipanti al torneo sta arrivando. Sono gli ultimi giorni di soggiorno alla Foglia prima che tutti ritornino alle proprie case, in particolar modo per i Kage dell'Alleanza. Hotsuma alloggia in una lussuosa locanda della Foglia posta nel pieno centro del Villaggio, da cui può godere di una splendida vista. Dalla finestra della sua stanza, infatti, può vedere in lontananza il monte dei volti da un lato e la fitta e verde vegetazione che porta ai campi d'addestramento dall'altra. E', infatti, la miglior stanza dell'intera locanda, con una visuale forse più bella di quelle di cui possono godere gli altri Kage presenti. Quando Raido arriva all'interno dell'edificio per chiedere di vedere il suo maestro, l'uomo dietro il banco lo osserva con fare composto sfoggiando il suo miglior abito composto da un kimono tradizionale nero con ricami e decorazioni bianche che risalgono dal basso verso l'alto. Ha dei folti capelli scuri tenuti accuratamente all'indietro e legati in una lunga treccia. "Signor Oboro, salve." saluta il locandiere inchinandosi con fare rispettoso alla volta del prestigioso ospite. "Il signor Hotsuma aveva lasciato detto di indicarvi la sua stanza in caso vi foste mai presentato. E' la numero 3-04, al terzo piano." indica l'uomo con tono accogliente e professionale indicando con un semplice cenno della mano le scale che conducono ai piani superiori. La stanza di Hotsuma si trova quindi all'ultimo piano della struttura ed è l'ultima porta in fondo al corridoio. Qui, una volta bussato, Raido potrà sentire dei passi ovattati, leggeri, che in pochi istanti si soffermano dinnanzi la porta stessa. Essa si apre rivelando la figura di Hotsuma come forse non l'ha mai visto prima. Per la prima volta senza la sua fedele armatura, col viso libero dalla stessa ed un semplice e comodo kimono a coprirne il corpo scolpito e ben piazzato. Hotsuma si presenta come un uomo alto, dalle spalle larghe e dal viso serio. Ha una espressione quasi severa ma la luce nel suo sguardo è benevola e gentile, così come la linea appena incurvata delle labbra che si increspano appena in un sorriso gentile al solo vedere la presenza del suo allievo. <Oh, mi chiedevo quando saresti venuto a salutarmi> lo accoglie con fare tranquillo, scherzoso, facendosi da parte, così da permettere all'albino di accomodarsi tranquillamente nella stanza. <Forza, entra, ti offro un sorso di sakè. Me l'ha regalato il Nono come regalo d'arrivederci.> Chissà quando avrebbero potuto bere nuovamente qualcosa assieme, da vecchi amici. E, così dicendo, il Mizukage andrebbe a chiudere la porta alle spalle di Raido se egli fosse entrato, lasciandogli modo di accomodarsi nella stanza principale della camera. Un soggiorno luminoso, accogliente, con una grande finestra che dà sul Villaggio e alcuni quadri alle pareti. Un tavolo al centro della sala è circondato da alcune sedie mentre un piccolo corridoio porta alla camera da letto e ad un piccolo bagno. [Ambient per Raido]
Non appena Raido entra nella camera andando a liberarsi della Samehada per poggiarla contro la parete con estrema cura, Hotsuma va ad aprirsi in un sorriso a metà strada fra il divertito ed il deluso. <Ah, e io che speravo di vedertela usare al torneo. Aspettavo da giorni il tuo scontro per vedere se avresti fatto sfoggio della Pelle di Squalo davanti al mondo intero... e invece... Bah!> scuote il capo mentre avanza per la stanza andando ad estrarre da un piccolo mobile simile ad un porta bevande la bottiglia di saké di cui aveva parlato poco prima. <Ritirarsi... che squallore. Dico io, a che serve partecipare ad una sfida per arrendersi dopo pochi secondi? Non me lo aspettavo davvero.> Insomma, se ne sono date di più i genin che i jonin il che è un po' una rivelazione inaspettata di questo torneo. Il Mizukage estrae un paio di bicchierini dal medesimo mobiletto e li poggia sul tavolo assieme alla bottiglia. Riempie i due bicchierini di liquore attento a non eccedere troppo. L'alcol è un piacere che si assapora in pochi sorsi, per poco tempo. Dopotutto un guerriero di gran fama e carriera come lui sa che in nessun momento ci si può concedere il lusso di veder annichiliti i propri sensi. Una volta riempiti i due bicchierini -che in realtà sembrano quasi due piattini per la loro forma a coppetta- avanza verso il divano dove Raido ha preso posto e gli porge uno dei due tenendo l'altro nella destrorsa, fra indice e pollice. <Piuttosto... anche quella strana trasformazione era inaspettata. Cosa ti è successo?> domanda, poco dopo, l'uomo fissando seriamente Raido negli occhi. Dopotutto non sapeva che Raido avesse ricevuto quel sigillo durante la sua permanenza a Kusa e non lo ha mai utilizzato sotto i suoi occhi se non al torneo stesso. Per quanto adesso l'Oboro sia un guerriero fatto e finito, rimane e sarebbe rimasto sempre, l'allievo prediletto di Hotsuma e lui si sarebbe sempre preoccupato per lui. Anche nel qual caso avesse dovuto staccargli la testa per un eventuale tradimento. Lo avrebbe senz'altro fatto col cuore sanguinante. Il Mizukage si accomoda quindi al fianco dell'albino e inizia a sorseggiare il suo liquore, fino a quando non ode la notizia bomba del suo allievo. Per poco quasi non si affoga e ringrazia la sua micidiale tempra per non essersi messo a lacrimare per via del sakè bruciante che scivola come fuoco lungo la gola.
<?!?> La sua espressione si punta istantaneamente, confusa, sulla figura dello spadaccino quasi a voler capire se ha sentito bene o meno le sue parole. Tuttavia quando vede la sua espressione impacciata e quel rossore gentile invadergli le guance, non può fare a meno di aprirsi in una grande risata entusiasta. La mancina si leva a dare una poderosa pacca sulla spalla sinistra del ragazzo al suo fianco e subito il viso gli si illumina di compiacimento e fierezza. <Oh! E così compi il grande passo eh?> chiede retorico con una luce orgogliosa nello sguardo. <Ne ero sicuro Raido, davvero. Quando sei venuto a Kiri con la tua ragazza per portarci quel verme di Crowler te l'ho letto in faccia che presto o tardi sarebbe successo.> E per un istante si affaccia nella voce e nello sguardo del Kage il tono paterno che solo rare volte ha utilizzato nei confronti del ragazzo. <Felicitazioni, quindi! Sono davvero contento per te, ragazzo mio. Sei stato solo fin troppo a lungo a Kiri> commenta l'uomo sorridendo affabilmente verso il giovane prima di terminare di bere la sua porzione di sakè. [Ambient per Raido]
Hotsuma ascolta le parole di Raido osservandolo mentre riempie i piccoli bicchierini di liquido trasparente. A vederla sembrerebbe quasi acqua, eppure quella bevanda brucia più del fuoco stesso. A sentirne l'odore sembra essere decisamente buono, ma dopotutto cosa altro ci si poteva aspettare dal dono di un Kage? Non di certo una qualità inferiore a quella. <Non ho dubbi che avessi una strategia, ti ho insegnato bene io> sogghigna Hotsuma distendendo le labbra in un sorrisetto compiaciuto e pungente sul viso, la voce roca e grave che lo contraddistingue. <Ma mi sarebbe vederlo il tuo piano. Sono venuto a posta per vedere te, dannazione> brontola burbero rimanendo quasi contrariato più dello stesso Raido a seguito dell'esito di quell'incontro.
Insomma: è normale che entrambi trovino lo stesso sconforto da quello scontro, dopotutto la pensano in maniera assai simile quando si tratta di battaglia e strategia. Non per niente sono allievo e maestro, no? <Per lo meno, comunque, nessuno potrà dire che non sia forte. Ammetto che non sono riuscito neppure a vederlo il tuo primo colpo. Sei stato così rapido che quando ho visto il tuo spostamento ormai avevi già attaccato> E' visibilmente impressionato, ammirato dai progressi fatti dal suo allievo e se non è mai mancato di sottolineare i suoi errori ed i suoi sbagli, adesso allo stesso modo non manca di sottolineare i suoi grandi successi, le sue capacità. I due si affiancano, si siedono comodamente andando quindi a tenere fra le dita il bicchierino di sakè mentre l'Oboro spiega cosa sia successo durante il breve scontro che l'ha visto protagonista solo un paio di giorni prima. Hotsuma ascolta in silenzio e, quando ode la risposta del ragazzo, va richiudendo le labbra e tenendo basso il bicchierino. <Mh> le labbra si stringono appena, il capo inizia ad annuire lentamente con fare silenzioso. <Capisco> commenta ora più serio fissando la stanza, un punto imprecisato della stessa, prima di inspirare a fondo e rivolgere la propria attenzione ed il proprio sguardo al suo allievo. <Era da un po' che non ne sentivo parlare. Pensavo che quel potere fosse andato perduto.> rivela lui con fare pacato. <Ad ogni modo so di averti cresciuto bene. So che non ne farai un cattivo uso.> Non rivela cosa pensi in verità di quel potere, non sembra contento né deluso da quella verità. Si limita semplicemente a fargli intendere di fare attenzione a come usa quel sigillo, niente di più e niente di meno. Dopotutto Raido lo sa: essere il suo allievo preferito non lo avrebbe salvato da una eventuale punizione da parte sua se mai ve ne fosse stato bisogno. Il Mizukage si dedica quindi ad assaporare il liquido bruciante che ha nel piattino ed ascolta le parole di Raido con fare decisamente più sollevato, orgoglioso. Lo ha visto crescere come un figlio sebbene fosse già grande quando lo ha accolto sotto la sua ala, ed ora lo vede finalmente sistemarsi assieme ad una donna che evidentemente lo rende felice. <Quando vi sposerete, ragazzo? Sai che non mancherei per nulla al mondo, ma sai anche che non posso lasciare Kiri senza di me troppo a lungo.> Insomma, il torneo lo ha già tenuto impegnato per molto tempo lì a Konoha e sebbene abbia lasciato a Kiri una sua copia, è sempre preoccupato all'idea che possa esserci bisogno di lui da un momento all'altro. <Posso fermarmi qui un'altra settimana ancora, non di più> chiarisce lui con tono calmo, sereno, comodamente seduto al fianco dello spadaccino. Manda giù il resto del liquore rimanendo ora col bicchierino vuoto fra le dita umettandosi stoicamente le labbra.
Si schiarisce la voce per mandare meglio giù quel sorso bruciante e ascolta infine le parole che realmente l'altro desiderava offrirgli. Un sorriso divertito gli increspa le labbra mentre, ruotando appena il busto verso di lui, va ad incrociare le braccia sull'ampio petto. <Mi chiedevo quando saresti venuto a parlarmene. Iniziavo a temere che le stessi facendo prender polvere> ride l'uomo con la sua risata grave e baritonale. <Non potresti impararle da nessuno, ovviamente. Non esisterà mai su questa terra la possibilità che due persone sappiano usare al tempo stesso quell'arma. La Samehada si acquisisce tramite l'uccisione del suo possessore ragazzo, e se questa rimane incustodita a causa della morte naturale del suo padrone, non si lascia impugnare ed usare se non da chi si riveli essere davvero meritevole dei suoi servizi.> spiega Hotsuma con fare calmo. <Perciò se vorrai imparare i segreti di quest'arma, dovrai studiare un rotolo ove sono stati scritti molto, molto tempo fa. Un rotolo che ogni possessore della Pelle di Squalo ha studiato per imparare ad usarla al meglio. Attualmente, ovviamente, si trova a Kiri al sicuro nella Magione.> conclude Hotsuma con voce ferma e perentoria. <Puoi venire a prendere il rotolo quando vorrai, ma vorrei che non uscisse da Kiri stessa. Puoi solo immaginare in che guai finiremmo se il rotolo delle tecniche segrete dovesse essere adocchiato da qualcuno fuori dalla nostra Terra> Non che non si fidi di lui, insomma, ma andare in giro con qualcosa di così prezioso è un rischio che Hotsuma preferirebbe ad ogni costo evitare. Certi segreti è meglio che non fuoriescano mai dai territori della Nebbia.[Ambient per Raido]
<Ahahahahahah> la risata esce forte e piena dal petto di Hotsuma a seguito del dire dell'Oboro circa la strategia che aveva adottato per battere la sua rivale. <Chissà che forse non sia io quello che dovrebbe aver bisogno di un piccolo aiuto?> domanda l'altro con tono leggero, divertito, ma non eccessivamente scherzoso. Ha visto i progressi fatti dal suo allievo, ha visto quanto sia migliorato e non è così sicuro di potersi ancora definire davvero più forte di lui. I tempi in cui la differenza fra loro era netta sono decisamente finiti ed ora nessuno dei due è certo di sapere come sarebbe potuto finire uno scontro fra loro. Il tempo scorre piacevolmente, i due si aggiornano su vari fattori e fronti e quando Raido va offrendo quel commento acuto circa i punti di forza in uno scontro, Hotsuma si ritrova ad annuire osservandolo con uno sguardo carico di ammirazione e fierezza. <Nessuno può fermare qualcosa che non può vedere, no?> Un modo per lasciargli intendere che concorda con lui. Raido è decisamente cresciuto. Non solo da un punto di vista fisico, non solo come ninja, ma come persona. L'esperienza, la pratica, lo studio, ogni cosa l'ha portato a migliorare e rafforzarsi fino a divenire uno dei migliori ninja in circolazione in tutte le terre ninja. Tuttavia sa che nonostante la sua forza, nonostante il rapporto che intercorre con Hotsuma, un suo errore o tradimento non gli avrebbe salvato la vita. Il Mizukage annuisce quando l'albino pronuncia quelle parole a seguito di un eventuale scorretto uso del suo potere maledetto e Hotsuma si ritrova ad annuire, semplicemente, detestando l'idea di dover anche solo considerare quel discorso. <Spero che non dovremo mai arrivare a questo, comunque. Ho fede nella tua lealtà e nella tua capacità di giudizio> cerca di far cadere così il discorso ammettendo quanto sarebbe stata dura per lui prendere una decisione del genere. Nonostante tutto, però, non si sarebbe fermato davanti ad essa. Per fortuna comunque lo spadaccino va ad allietare l'atmosfera con una notizia decisamente più felice, notizia che porta lo stesso Kage a sorridere felice e soddisfatto. Finalmente il ragazzo avrebbe potuto stringere realmente fra le dita un po' di meritata felicità e questo è qualcosa che l'altro ha sperato per molti anni in cuor suo. Le parole di Raido, poi, circa la sua partecipazione al matrimonio, lo portano quasi a sentirsi commosso facendogli schiarire la voce un paio di volte. <Sembra proprio che non possa rifiutare allora> ride amichevolmente, l'uomo, andando poi a poggiare la mancina sulla spalla destra del kiriano, lo sguardo a posarsi ora paterno sul suo viso. <Sono fiero di te, ragazzo.> si concede di dirglielo, di ammetterlo ad alta voce, almeno ora che si ritrovano a vedersi come due vecchi amici e che nessuna emergenza sembra pesare o gravare sulle loro ampie spalle. Lascia poi modo al ragazzo di procedere con le sue richieste andando ad ascoltare con estrema attenzione ogni sua parola per poi ritrovarsi a muovere la mano in un cenno di non curanza. <Oh, nessun problema, manda tutte le copie che vuoi, male sicuramente non fanno> Insomma, non è un problema se avesse mandato delle semplici copie per imparare quelle tecniche, l'importante è solo che avesse lasciato il rotolo all'interno della Nebbia. Tuttavia è l'ultima richiesta avanzata dal giovane a portare Hotsuma a schiudere appena le labbra, fissandolo sorpreso da quella rivelazione. <Oh. Non me l'aspettavo, questa> ammette andando a portare la mancina verso il mento, le mani a massaggiarlo con fare pensoso. <Personalmente non avrei niente in contrario. Ormai da anni sembra che nessuno sia capace di meritare una di quelle spade, sei l'unico da molto tempo che sia riuscito a meritarne una. Se riuscissi a trovare qualcuno capace di riportare in auge la nostra tradizione ed il nostro potere ne sarei di certo contento.> ammette l'uomo riabbassando ora la mancina per incrociarla all'altro braccio sul petto. <Suppongo che anche l'Hasukage sarà d'accordo se vorrai prenderti questa responsabilità. Tuttavia ti chiedo di non andarci piano con quelli che vorranno far parte della squadra: assicurati che ne siano degni senza risparmiarti.> E' una delle tradizioni più importanti mai esistite a Kiri quella degli Spadaccini della Nebbia e il Mizukage desidera che chiunque decida di appropriarsi di una delle spade si riveli davvero meritevole di esse. Sa che Raido non l'avrebbe deluso, ma rimarcare qualcosa non è mai una perdita di tempo. [Ambient per Raido]
I due ridono assieme, si godono quel pomeriggio di chiacchiere e confidenze ed intanto il tempo scorre, il sole inizia la sua parabola discendente e dalla grande finestra della camera inizia a penetrare una luce meno bianca, più aranciata, più rosea, che si riflette sulle superfici del mobilio e delle pareti bianche. E' un bel momento, uno dei migliori della vita dello stesso Kage. Con tutta l'esperienza che ha vissuto probabilmente qualcuno lo troverebbe strano, eppure è proprio questo che rende questa verità ancora più speciale. Non scambierebbe con nessun'altra occasione quella che ha avuto sotto mano questo pomeriggio: poter parlare da uomo a uomo col suo allievo prediletto, imparare a conoscerlo come ninja e come persona, notare la sua crescita, la sua evoluzione, vedere fin dove è stato capace di arrivare senza necessariamente dover vedere del sangue schizzare ovunque. Una chiacchierata serena, leggera, fatta con un bicchierino in una mano e un amico al fianco. Un momento di pace, di semplicità, uno dei pochi che la sua vita gli abbia mai concesso. I due si ascoltano, si confidano e quando il ragazzo lo chiama sensei Hotsuma si sente come toccare nel profondo. Ormai sa che non ha più nulla da insegnargli, che gli ha trasmesso tutto ciò di cui era padrone, ma si sente sinceramente commosso nel sapere che l'altro, nonostante abbia ormai praticamente raggiunto il suo medesimo livello di conoscenza, lo consideri ancora un traguardo cui ambire, qualcuno da raggiungere. Sono due pari, ma l'altro ancora non se ne rende conto. Un sorriso fiero, silenzioso, si staglia sulle labbra del Mizukage che, in questo momento, non sa davvero cosa potrebbe rispondere ai ringraziamenti del suo allievo. Lascia pertanto che sia il suo silenzio a parlare per sé, il proprio sguardo, mentre Raido prosegue semplicemente col discorso. Ora che gli "affari" sono stati sistemati, è tempo di tornare ad essere semplici compagni ed amici. La proposta dello spadaccino lascia per un attimo spiazzato Hotsuma che, levandosi d'istinto in piedi a seguito del levarsi dell'altro, lo osserva boccheggiando. <Beh, perchè no?> sorride concedendosi quella serata di anonimato, di semplicità, seguendo dunque i passi dell'allievo. Non un Kage questa sera, non un ninja. Solamente un uomo, solamente un amico. [END]