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Non si torna indietro. Si può solo andare avanti per migliorare le cose.

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con Kaori, Raido, Sakura

09:39 Kaori:
 I piedi l'hanno guidata da soli. Non ha pensato a dove andare, non aveva una meta ben precisa in mente. In quel momento sapeva e sentiva di doversi semplicemente allontanare. Cercare riparo in qualche luogo dove poter essere sola, dove poter pensare, dove non dover vedere il viso di quella bambina e ricordare l'espressione felice che l'aveva illuminato al solo udire quella proposta. Come avrebbe potuto pensare di far sparire quello sguardo da quel viso? Come avrebbe potuto dirle che non la conosce e che avrebbe voluto almeno sapere chi fosse prima di prenderla in casa? Si sente la cattiva della situazione, si sente la punta di una lancia che preme dolorosamente contro la schiena obbligandola a prendere una specifica scelta. Ma lei? Lei è d'accordo? No. E non perchè sia una persona cattiva ma perchè, semplicemente, la famiglia è per lei qualcosa di importante, di sacro, e prima di farci entrare qualcuno vorrebbe quanto meno sapere a chi sta aprendo la propria vita. E' un pensiero così assurdo? Così crudele? A lei sembra semplicemente logico eppure continua a sentirsi un mostro per il solo fatto di non essere entusiasta come loro di questa faccenda. Raido era così contento mentre parlava e la bambina era palesemente felice. E lei... lei era attonita. Raggelata. Distante da loro mille e mille miglia. Non esattamente la sensazione che avrebbe voluto provare con quella che dovrebbe essere la sua famiglia. Si è ritrovata in cima al monte dei Volti senza neppure accorgersene. Tornare a casa avrebbe voluto dire veder Raido tornare da un momento all'altro, sapere che di lì a poco si sarebbe preparato lo scontro. Non è pronta, non vuole affrontarlo ora. Vuole fuggire, vuole scappare per questa sera soltanto e rimanere sola con se stessa, coi suoi pensieri. Si è seduta sul terreno soprastante il volto di Hitomu ad un passo dal bordo del precipizio. Le gambe son state piegate con le ginocchia a puntare verso l'alto strette al petto dalle braccia. Il viso chino, la fronte a poggiare sulle ginocchia mentre un alito di brezza fredda le scivola sul collo. Non le sembra vero come sia evoluta la serata, quello che possa esser successo. In quegli ultimi mesi ha pensato alla possibilità di avere dei figli una miriade di volte dopo tutta quella storia degli Hyuga puri e della fecondazione, ma non avrebbe mai pensato che il primo che avrebbe avuto sarebbe stato un estraneo, qualcuno di cui a stento conosce il nome, col quale non ha ancora il benché minimo rapporto. E poi c'è da considerare che non si sente pronta, che a stento riesce a convivere con se stessa sentendosi una completa sconosciuta ai propri stessi occhi, come può prendersi cura di qualcun altro? Sente le tempie pulsare, i pensieri cavalcarsi e il bisogno di ritrovare in quel posto quello che ci ha sempre cercato fin da piccola. Pace. Consiglio. Protezione. [chakra: on] [outfit: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/fc/58/f1/fc58f172a080ffe2eb601949d04e03d1.jpg + codini]

10:11 Raido:
  [Monte] Per la prima volta, in una situazione simile, ha sbagliato, ha sbagliato lui e ha portato dolore a ben due persone. Ha visto Kouki combattuta come le altre volte, quella sua doppia personalità che fuoriesce cercando di renderla infelice, di portarla su una via sbagliata e potenzialmente mortale per lei. Ha visto l'espressione di Kaori stupida, un'espressione inconcepibile, spaesata e lo ha visto. Guardandola negli occhi ha capito di aver sbagliato, di aver commesso un'errore immenso ma l'euforia di quella decisione non l'ha fatto ragionare lucidamente, non l'ha portato a pensare come si deve e ha agito d'impulso, d'istinto ferendo non solo la sua amata ma anche la propria allieva. Lui stesso ha visto l'espressione felice sul volto della Yakushi, contento di averla vista ma solo dopo ha pensato alle reali conseguenze. E' andato a pagare il conto e al ritorno ha visto la figura della Hyuga andare via, veloce, verso un'altra direzione <Maledizione> sussurra tra se e se prima di avvicinarsi alla sedia per prendere la samehada e rimetterla alle proprie spalle. Ha salutato Kouki lasciandola andare per poi seguire Kaori. Cammina con passo spedito, deciso, passo che si trasforma in corsa nell'immediato. Corre più veloce che può maledicendosi per quel casino che ha commesso. Indosso porta un semplice kimono bianco che giunge fino alle ginocchia; le punte basse del kimono sono rosse così come le maniche. Una cintura rossa legato e stretta alla vita per tenere chiuso il kimono mentre sotto di esso non vi è niente ed è possibile vedere e notare il petto nudo del giovane. Pantaloni neri a ricoprire le gambe, pantaloni da ninja mentre ai piedi porta dei semplicissimi sandali neri, sempre ninjeschi. Sulla schiena ha posto la samehada, sua fedele arma in ogni situazione ed è anche la più potente di tutto l'armamentario. Passa fra la gente, evita tutti quanti, dal primo all'ultimo, corre sempre più veloce e senza nemmeno accorgersene si ritrova sul monte dei volti di pietra, un luogo che conosce e visita piuttosto spesso, un luogo sacro per i konohani. Si guarda intorno, passa lo sguardo ogni dove cercando quello della Hyuga, ricerca la di lei figura per poi trovarla sul volto di Hitomu, seduta e sconsolata, arrabbiata e furiosa. Il chakra comincia a muoversi all'interno del corpo in modo veloce, potente, deciso passando per ogni direzione, ogni punto presente nel suo corpo, ogni tsubo. L'energia aumenta a dismisura mentre tenta di spingerlo verso il basso facendolo passare per le gambe fino a giungere nei piedi ed è proprio li che cercherebbe di convogliarlo in una quantità giusta, perfetta controllando il proprio flusso di chakra. Prova a farlo uscire dagli tsubo presenti nei piedi tentanto di creare una patina di chakra sotto la suola del sandalo, una patina omogenea in grado di permettergli di fare cose impensabili. Se ci fosse riuscito dovrebbe aver creato quella patina sotto la sua dei sandali in modo da avere una maggiore agilità e libertà di azione. Con quella patina sotto la suola ricomincia a correre scalando la montagna, corre veloce per tutto il monte cercando di raggiungere il volto di Hitomu e arrivare alle spalle di Kaori <Ho sbagliato...mi dispiace> esordisce rimettendosi diritto e stando a debita distanza da lei. Non si avvicina, non osa, non ne ha il diritto. Non fiata più, non parla ne dice altro. [Chk on][Se rilascio del chakra finale][Samehada equip]

10:36 Kaori:
 In realtà non vuole pensarci ancora. In realtà una parte di lei vorrebbe dimenticare per un attimo quello che è successo ed estraniarsi da ogni cosa. Vorrebbe addormentarsi, vorrebbe spegnere le sinapsi, spegnersi. Vorrebbe resettare ogni cosa, ricominciare, riportare indietro il tempo. Magari non uscire, dirgli che ha mal di testa e che avrebbe preferito rimanere in casa da soli, accoccolati sul letto parlando del futuro, del torneo, di piani e progetti per il matrimonio. Avrebbe voluto, ma non si può. E ora si ritrova a sentirsi anche in colpa per aver lasciato la bambina a quel modo, per averle mostrato quanto fosse rimasta ferita e sconvolta da quella notizia. E si maledice per questo. Per averla fatta sentire la causa di una lite, di una brutta cosa. Non era quello che voleva, avrebbe voluto rimanere tranquilla, nascondere il suo turbamento e continuare la cena parlando d'altro così da poterla almeno conoscere. Ma non ce l'ha fatta. Non è riuscita a rimanere lì quando ha visto quel modo di fare fra i due. Il repentino cambio d'atteggiamento della Yakushi, il rassicurante modo di parlarle di Raido. Intimo, complice, familiare. E lei non c'entrava nulla in tutto questo, non c'era spazio per lei in quel piccolo quadretto perchè lei non sa chi sia. Sospira tenendo il capo basso, sulle ginocchia, con la brezza a scivolare sulla sua nuca lì dove i capelli son stati raccolti e divisi in due corti codini. Si sente colpevole, si sente sbagliata per quel che ha fatto e al tempo stesso sente di aver avuto il diritto di farlo. Ma questa sensazione non allevia l'altra, non l'aiuta, non le dà il sollievo di cui ha bisogno. La fa sentire solamente confusa. E debole. Si chiede come Mekura abbia fatto a prendere così facilmente con sé bambini che non ha partorito. Ma la situazione è differente... Mekura ha scelto di accogliere quelle creature, le ha conosciute, ha sentito un legame con loro. Kaori si è sentita arrivare addosso una valanga per cui non era pronta. La voce di Raido arriva colpevole, mesta alle sue spalle e la porta a non muovere un solo muscolo. Sentire quelle scuse la fa sentire ancora peggio perchè dentro di sé sa che l'albino ha voluto fare qualcosa di buono, qualcosa di bello, ma l'ha fatto semplicemente nel modo sbagliato. Ed è qualcosa che deve sapere, che deve capire, ma che al tempo stesso la ferisce. <Già> la voce esce ovattata, sorda per via della copertura che gambe e braccia fanno sul suo viso, in quella posizione rannicchiata e nascosta. Non vuole discutere, non vuole litigare, ma non può rimanere in silenzio o fuggire di nuovo da questa storia. Non può allontanarla, deve affrontarla e deve farlo ora, prima che crei delle crepe dolorose nel loro rapporto. <Come ti è venuto in mente di dire una cosa del genere?> domanda alzando il capo, scostando la fronte dalle ginocchia, alzando il viso puntandolo verso l'orizzonte. Non alza la voce, non grida, è basso il tono, ma ugualmente deciso. <Proporle una cosa simile senza sapere cosa ne pensassi? Senza che la conoscessi!> continua andando ora da alzarsi in piedi, voltandosi verso di lui con una espressione basita e ferita sul viso. <Le hai dato una speranza enorme e io sono quella che può avverarla o deluderla.> Le ha messo sulle spalle una scelta che non può prendere, o che le fa male ammettere. Come si può dire "no" ad un viso felice come quello che ha visto accendersi poco prima all'udire di quella proposta? <Non so nemmeno chi sia. Se abbia dei genitori che l'hanno abbandonata, se siano morti, se sia scappata> si stringe nelle spalle allargando appena le braccia in un confermare anche involontario del corpo il concetto appena espresso. <Non sapevo neanche della sua esistenza. E stasera scopro che è più importante di Hotsuma per te e che vorresti prenderla in casa!> Si ferma, si morde il labbro inferiore, si impone il silenzio distogliendo da lui lo sguardo incapace di guardarlo in viso. Per rabbia, per sconforto e per vergogna. <Avresti accettato così a cuor leggero il figlio di Hiashi in casa nostra?> la domanda cade come piombo, fra i due, mentre ruota il capo per vederne ora l'espressione in viso. Per lei le due situazioni sono praticamente le stesse. Certo, non sa se avrebbe mai tenuto con sé quel bambino se mai fosse maturato e cresciuto nel suo corpo, non sa se sarebbe stata abbastanza forte da permettergli di nascere, di vivere, ma dopotutto si tratta di un discorso ipotetico. Si tratta di "imporre" in qualche modo la presenza di una creatura che è totalmente estranea ad uno dei due nella loro vita. [chakra: on]

11:02 Raido:
  [Monte] E' colpevole, si, colpevole di aver fatto qualcosa del genere. Ha voluto fare qualcosa di buono, ha provato a cambiare una vita con la sola conseguenza di averne, forse, rovinate due, rovinate per sempre molto probabilmente. Ha messo addosso a Kaori un peso enorme, una scelta immensa e difficile da prendere, una scelta che può decidere le sorti di una ragazzina troppo piccola. La guarda, la fissa per pochi secondi per poi abbassare lo sguardo verso la roccia; non riesce a guardarla, non riesce a portare il viso su di lei. Si sente male per quello che ha fatto, non ne ha parlato prima, non ha fatto cenno alcuno di quella questione preferendo il silenzio più totale in attesa di un suo dire. Sa che le parole non possono rimediare a questa giornata, sa che ha fatto letteralmente un macello eppure il modo di risolvere il tutto lo deve trovare, deve riuscire a trovarlo in qualche modo. Deve impegnarsi per riportare tutto quanto alla normalità. Quel "già" è una pugnalata al cuore, sente tutto il suo dolore, tutta la distanza che sta mettendo, sente ogni cosa e piano piano si sente morire maledicendosi ancora per aver osato tanto, per aver avanzato una simile proposta. Le domande giungono alle orecchie del Jonin, domande giuste che meritano di ricevere una risposta quanto mai dovuta ma il fatto è che non ci sono risposte abbastanza soddisfacenti per toglierle questo dolore che la logora, non ci sono parole abbastanza potenti da fugare ogni dubbio esistente <Non lo so> sincero più che mai, non ne ha idea, non ha proprio idea di come gli sia venuto ma è successo tutto quanto in un lampo, in pochi secondi. Ha pensato a quella possibilità per giorni e giorni, notti e notti, combattuto se dirlo a Kaori, combattuto se dirglielo o meno e ora, ogni singola parola rappresenta un ferro rovente che si insinua in lui andando a bruciare ogni sua singola parte senza nemmeno chiedere il permesso, senza osare chiedere qualcosa <Lo so e non ci ho pensato, non ho pensato alle conseguenze> è questo il suo più grande errore, non ha davvero pensato alle conseguenze delle proprie azioni. Il Kiriano, l'Oboro di un tempo sta veramente scomparendo lasciando il posto a un semplice uomo capace di sbagliare; un tempo non avrebbe mai commesso un'errore del genere, avrebbe riflettuto e pensato a ogni cosa prima di agire, anche se di impulso, ogni cosa ha un suo perchè. Lo ha dimostrato contro cappuccio rosso rischiando la propria vita ma ora è diverso. Se in quell'occasione ha messo a repentaglio solo la propria vita, qui ha rischiato e rischia tutt'ora di distruggerne ben due con il suo fare irresponsabile. Vorrebbe ribadire alle parole della ragazza ma non ne ha la forza, non ne ha davvero la forza e vorrebbe anche dire tanto ma, a questo punto, cosa servirebbe? Lo ha messo con le spalle al muro elencando tutto ciò a cui non ha pensato o a dato per scontato e poi quell'ultima domanda. La mente viaggia pensando a ciò che le hanno fatto, pensa a ciò che ha rischiato di essere e di diventare. Avrebbe potuto avere con se il figlio di un altro, come si può reagire a una cosa del genere? Lo avrebbe accettato con se? Nella sua famiglia? Lo avrebbe mai visto come figlio suo? E' difficile dare una risposta corretta e sincera ma il lato umano, quello che sta riuscendo a tirare fuori in questo periodo, prende il sopravvento sulla razionalità del momento <No...> è sincero anche in questo dire, non lo avrebbe accettato a cuore leggere <...ma lo avrei accettato, so cosa significa crescere senza un padre e non avrei mai permesso che un bambino potesse vivere ciò che ho vissuto io> odia questo genere di cose ed è il primo che odia farle, è il prima a odiare la sola idea di abbandonare un bambino al proprio destino. Forse Kaori non lo accetta o non può capire questo suo punto di vista <E' lo stesso motivo che mi ha spinto oggi> ammette con tono sempre più colpevole <Mi dispiace> sussurra ancora ma sa che non è a lei che deve chiedere scusa quanto alla stessa Kouki. [Chk on][Rilascio del chakra finale][Samehada equip]

11:30 Kaori:
 Ogni parola pronunciata da Raido è una ferita immensa che le si apre nello stomaco. Non voleva ferirlo, non voleva nella maniera più assoluta fargli del male con le sue parole. Ma non poteva evitare di dirle. Non poteva evitare di fargli capire ciò che quella proposta affrettata aveva scatenato. Non si tratta di una scelta da poco, della possibilità di accogliere in casa un cane o di decidere insieme di che colore dipingere le pareti della camera da letto. Si tratta di accettare nella propria vita una bambina, una persona, legandola a sé col rapporto più stretto e profondo che esista. Si tratta di una cosa immensa che avrebbe cambiato delle esistenze e Kaori non ha avuto modo di scegliere. Le fa male sapere di star scavando ferite profonde nel di lui animo con le proprie parole, le fa venire voglia di piangere e urlare, ma non può lasciar correre. Non per ostinazione, non perchè voglia aver ragione, ma perchè ci sono delle vite in gioco. Non a livello fisico, non di certo, ma a livello umano, spirituale, ci sono delle esistenze che possono cambiare sulla base di quella sera. Ascolta la voce di lui, le sue parole, la sua delusione e vorrebbe correre ad abbracciarlo, vorrebbe andare a rassicurarlo perchè non può resistere al suo dolore. Ma si impone di non farlo, si impone di resistere e di non muoversi perchè è giusto che lui, attraverso questa sofferenza, capisca cosa è appena successo così da non ripetere una volta ancora quell'errore. Un insegnamento duro, doloroso, che ferisce entrambi nel profondo. Quel "no" che lui mormora la porta ad umettarsi le labbra. Lo sapeva. Sapeva che sarebbe stata dura da digerire, per lui, in una situazione come quella. Sarebbe stata dura per tutti ma per lui, forse, ancor di più. E comprende le sue parole, comprende il motivo che lo ha spinto. Un motivo nobile, buono e altruista. Umano. Il motivo più generoso di tutti. Ma impulsivo. Affrettato. Kaori sospira riempiendosi i polmoni d'aria fresca per poi rigettarla fuori con fare stanco. <Non dico che va abbandonata. Che non la voglio nella nostra vita> mormora lei, con fare spossato, guardando il viso dell'Oboro con espressione affranta. <Ma avrei voluto poter scegliere. Avrei voluto conoscerla, legarmi a lei prima di sentirmi sbattere in faccia una cosa del genere. Come posso vederla come una figlia se a stento so della sua esistenza?> Far parte della famiglia voleva dire questo, no? Adottarla. Perchè francamente non ce la vede come una sorellina minore o come una semplice coinquilina. <E' come se prendessi in casa un qualsiasi orfanello visto per strada. L'unica differenza per me è che tu tieni a lei. Ma per me è un punto interrogativo> E per lei conta, conta davvero il fatto che Raido tenga a quella bambina, non è un fattore di poco conto. Ma non è l'unico di cui può tener considerazione al fine di prendere una decisione finale. Anche lei deve imparare a tenere a quella creatura, deve sentirla vicina e volerla avere al fianco. Anche questo conta. <Da quando ho rischiato di... essere incinta> deglutisce a quelle parole distogliendo ora lo sguardo, incapace di guardarlo in viso mentre pensa e ricorda quel che ha subito in quel laboratorio, quei giorni di tormento interiore mentre si chiedeva se il seme del suo compagno avrebbe attecchito nel suo corpo. <ho pensato molto alla possibilità di avere dei figli. Era quasi un chiodo fisso, mi chiedevo di continuo se ne sarei capace, se sia pronta, se avrei potuto farcela. Ma mi dicevo che se fosse stato il nostro allora potevo riuscirci> E' la prima volta che esprime un concetto simile con lui, la prima volta che toccano l'argomento davvero. Non hanno mai parlato di avere un figlio, mai discusso della concreta possibilità. Hanno sempre parlato di "una famiglia" come di qualcosa di futuro, lontano ed astratto. Ma ora tutto sta divenendo reale e concreto e vicino ed ha paura. <Li vorrei dei figli. Ma da te.> rivela alla fine senza osare alzare lo sguardo, fissando le proprie dita che, all'altezza del ventre, giocherellano nervosamente con i nastri che pendono dal fiocco della sua camicetta. <E non dico che non voglio Kouki. Dico che non posso dare una risposta senza conoscerla. Senza volerle bene.> Non ha nulla contro quella bambina, ma non vuole rischiare di prendere in casa una creatura che potrebbe non riuscire ad amare. <Mi serve tempo.> [chakra: on]

Attendere il fato, grazie <3

Sereno, poco nuvoloso sul versante Konohano. La temperatura si aggira intorno ai 14 gradi, che è un'ottima notizia per coloro che hanno deciso di uscire fuori, magari per farsi una passeggiatina o semplicemente per comprare delle cose. I primi fiori di primavera già stanno sbocciando, regalando quelle candide e colorate tonalità all'opprimente verde degli alberi sempreverdi. Ma c'è sempre qualcosa che deve andare storto, in una giornata così. Che sia per colpa delle persone che litigano, o semplicemente di discussioni per l'adozione di una povera bimba indifesa e serpentosa, il Karma punisce sempre. La legge del tre, sperimentata più volte nella vita di tutti i giorni, dovrebbe essere presa più sul serio. Se quei due si sono ritrovati sulla testa di Hitomu - e speriamo che non abbiano un improvviso attacco di dissenteria a spruzzo- per parlare e chiarire quello che hanno in sospeso, cercando la presunta pace per poterlo fare, dall'altra parte del monte una piccola figura, microscopica, zompetta da una testa all'altra degli Hokage. I due potranno solamente vedere una figura estremamente minuta, che porta con se un enorme sacco nero, legato attorno al collo e stretto alle estremità dalle mani. Per ora zompetta dalla testa di Hashirama, fino a quella di Tobirama Senjuu. Ed in lontananza, una risata isterica, alta, acuta fa breccia nelle orecchie dei due, disturbando la loro quiete. <HIIIIIIHHIIHIIIIIHIHIHI NON MI PRENDERETE MAI VIVO.> Voce nasale, vecchia ma arzilla. <STUPIDI BIFOLCHI NIIIIHHIHIHIHII> [Turni liberi, semplice fato ambient.]-Sakura-

Raido a pranzo. Torna subito

12:46 Raido:
  [Monte] Ha detto quel no verso il figlio di Hiashi ma non lo avrebbe abbandonato, non avrebbe lasciato che un essere indifeso vivesse da solo senza una guida ed è lo stesso ragionamento che ha fatto per Kouki, per quella ragazzina che ha preso tanto a cuore. Non vuole questo per lei, vuole provare a darle una vita diversa, una vita migliore come non mai non mai. Sta male per ciò che ha fatto, sta male per il suo osare più del dovuto e ha fatto stare male anche Kaori quando le ha promesso che mai più sarebbe successa una cosa del genere. Ha promesso di farla sempre sorridere, di renderla felice in ogni momento ma a quanto pare non ci riesce, non riesce ad assolvere al suo compito, alla promessa fattagli e a tutto ciò che si imposto per rendere la di lei vita migliore dopo gli ultimi eventi. Forse, quel giorno alla locanda, avrebbe dovuto davvero lasciarla, avrebbe dovuto continuare con la sua idea perchè merita di meglio, merita molto di meglio e lui non lo è e lo sta dimostrando giorno dopo giorno in modo continuo. Dimostra quanto Kaori può ambire a qualcosa di migliore di lui, ambire a qualcuno che non la faccia soffrire così tanto. Continua a sentire le sue parole e lo sa, lo sa che lo sta dicendo per non andargli contro, sa che non vuole passare per la cattiva ma capisce ogni cosa e ha ragione, ha tremendamente ragione su ogni cosa. In un'altra situazione non si sarebbe dannato tanto e non in questo modo almeno, tutto si sarebbe risolto come sempre, nel migliore dei modi <Hai ragione> come darle torto alla fine. Il capo si volta leggermente verso la testa di Hashirama, il pugno destro va a stringersi, le nocche sbiancano nel sentire la voce di quell'idiota che pian piano si avvicina. Spera vivamente che non venga a disturbarli, lo spera con tutto il cuore o potrebbe finire male, non è in vena di scherzi, non è in vena di giocare o vedere qualcuno che li disturba. Riporta lo sguardo su Kaori, fissa la ragazza che continua a parlare e, per la prima volta, affrontano l'argomento della famiglia, affrontano un argomento delicato che mai è uscito fuori prima di ora, un qualcosa che ha sempre pensato anche lui e che vorrebbe realizzare presto o tardi. Anche lui vuole dei figli da lei, anche lui vuole avere una famiglia grande di cui prendersi cura, lo vuole con tutto se stesso e pensare che sarebbe potuto accadere non per mano sua ma per colpa di qualcosa di esterno, lo innervosisce, lo riempie di rabbia assoluta ed è forse questa rabbia che è situata nell'animo di Kaori, una rabbia che non ha eguali <Lo so> le parole escono a stento dalla bocca, strozzate da quell'insieme di emozioni che ora vanno a distruggerne la quiete assoluta, emozioni negative, positive, emozioni che vogliono uscire ma che reprime per non peggiorare la situazione che si è andata a creare <Non avrei mai voluto metterti in questa situazione> il capo permane chinato a osservare il suolo, non ha la forza di guardarla negli occhi, non ha il coraggio di guardarla e affrontarla. Ora si sente debole, è in torto e lo sa e non c'è niente che può fare per cambiare questo. [Chk on][Rilascio del chakra finale][Samehada equip]

//: Continuate pure in libera. Al prossimo giro, giocatevi che si sono diretti a nord, rispetto alla posizione di Tobirama, deviandovi in grande stile. Scusate, ma ho una visita medica tra poco e non posso tardare. <3

13:37 Kaori:
 Raido è sinceramente, palesemente, profondamente contrito. Kaori lo vede, lo sente e non riesce a sopportare di causargli un simile dolore anche se sa di star dicendo qualcosa di giusto, di vero. A volte avere ragione è una cosa orribile, fa solamente male e questo è esattamente uno di quei casi. Raido è mortificato, dispiaciuto e non sa più come dirlo, come scusarsi. Delle scuse, dopotutto, non servono davvero in una situazione come questa: ormai quelle parole dette non possono essere rimangiate e l'unica cosa che possono fare è trovare insieme un modo per affrontare quella condizione. Decidere come comportarsi, come agire. Non solo per loro, ma anche per il bene della piccola Kouki. Kaori sospira dopo aver incanalato una bella porzione d'aria fresca e va passandosi una mano fra i capelli corvini. Avverte in lontananza quella vocina fastidiosa, inopportuna che va rovinando e interrompendo il momento peggiore possibile. Ci mancava questa, insomma, per peggiorare la situazione. Va a riunire le mani all'altezza del plesso solare per comporre il sigillo della Tigre e solo a quel punto tenterebbe di convogliare una certa quantità di chakra dal petto fino alla testa. Qui andrebbe a farlo scorrere nei dotti che portano fino alle iridi per andare ad avvolgerle ed immergerle nella propria energia. Andrebbe a donare forza e nutrimento a quelle leggendarie iridi per tentare di risvegliare il Byakugan che, se correttamente attivato, dovrebbe ora permetterle di vedere fino a 1000 metri frontalmente e fino a 90 lateralmente per un raggio massimo di 300° donandole quindi la possibilità di tenere sott'occhio quel seccatore in avvicinamento senza spostare lo sguardo da Raido. Al tempo stesso andrebbe poi a far circolare un'altra porzione di chakra verso le gambe. Dalle ginocchia fino alle caviglie per poi spingerlo verso le piante dei piedi. Qui andrebbe ad aprire gli tsubo permettendo la fuoriuscita del chakra che verrebbe ora plasmato e modellato al fine di ricreare una patina adesiva che abbia la perfetta ed esatta forma della suola dei suoi piedi. Una patina incollosa che dovrebbe concederle una perfetta aderenza al suolo e che quindi dovrebbe impedirle di cadere o perdere l'equilibrio se avesse dovuto muoversi d'improvviso fra quelle forme rocciose che costituiscono i volti di pietra dei Kage di Konoha. <Lo so> mormora Kaori alla volta di Raido continuando ad osservarlo in viso sebbene le di lui iridi siano puntate verso il basso. Le dispiace vederlo così contrito, ma non poteva trattenere quel discorso. Per se stessa e per lui. <Ma ormai non possiamo cambiare le cose. Ed io non so come comportarmi, ho bisogno del tuo aiuto per questo> continua lei umettandosi le labbra, guardandolo con sguardo teso. <Con che faccia posso presentarmi davanti a lei dopo essermene andata così? Dopo che fosse evidente che la cosa non mi rendesse felice? Di sicuro penserà che non la voglio. Dice di non sapere cosa sia l'amicizia, per cui come potrebbe capire che il mio non è un rifiuto ma solo il bisogno di avere un po' di tempo per conoscerla?> Lascia fluire le sue paure, i suoi dubbi, i suoi timori senza sapere cosa fare in proposito. Impreparata, giovane, inesperta nell'arte di educare qualcuno o di comportarsi con un bambino. <Non ho un legame con lei. E di sicuro non potrò mai avere quello che avete voi... quindi forse dovresti cercare di spiegarglielo tu che non voglio scacciarla. Magari se lo sentirà da te ci crederà... Io non saprei come comportarmi dopo questa sera se dovessi rivederla. Specialmente dopo quello strano cambiamento. A un certo punto sembrava quasi... non lo so, divertita. Come se mi stesse sfidando a dirle cosa pensassi della cosa. Sembrava... viscida> Scuote la testa, sospira, si passa le dita della mancina fra i capelli corvini. E' una situazione estenuante e delicata e devono riuscire a gestirla insieme se vogliono riuscire a causare il minor numero di ferite possibili. <Non posso farlo da sola> capitola, alla fine, abbassando le spalle con fare sconfitto. Nel mentre, tuttavia, i rumorosi rompiscatole sembrano quasi fiutare nell'aria il pericolo e, giunti all'altezza della testa di Tobirama, decidono di cambiar strada evitando così di andare a disturbare ulteriormente il duo di ninja ed i loro problemi. [Tentativo Byakugan III] [Rilascio del chakra] [chakra: 97/100]

13:59 Raido:
  [Monte] Gli occhi puntano verso il basso ma gli altri sensi sono ben attivi, le orecchie sentono tutto quello che avviene in quella zona, sentono ogni singolo passo o movenza ed è grazie a ciò che percepisce l'uomo andarsene, andare via da quel luogo senza disturbarli ulteriormente. Buon per lui, ha evitato una morte certa e dolorosa, affermata dal fatto che Kaori risveglia il byakugan, riporta alla luce quell'abilità che la rende unica e bellissima come non mai. E' fortuna ad averla con se, troppo fortunato e questa storia rischia di incrinare ancora di più il loro rapporto già molto fragile e abbastanza in bilico nonostante abbiano deciso di sposarsi ugualmente, nonostante il loro amore continui senza sosta. Le sue parole sono sincere più che mai, più sincere di qualunque altra volta e davvero non vuole tenerla incastrata in quella situazione, davvero non vuole e piano piano sta pensando a un modo per uscirne tutti quanti illesi e senza troppi danni, sta pensando a un modo per risolvere tutto quanto ma una cosa è certe, non può abbandonare Kouki. Quella sera ha detto che, insieme a Kaori è una delle due persone più importanti della sua vita, forse è una esagerazione dettata dal momento eppure è così; non ha toccato Hotsuma, non parlato del suo sensei considerando il rapporto con quell'uomo completamente diverso da quello che ha con le due ragazze. Il rapporto paterna che intercorre con lui non è solido come vorrebbe, è comunque un Kage e non può prestargli troppa attenzione, lo sa benissimo e lo comprende meglio di tutti non avendo mai richiesto tanto. Ancora lo sguardo permane basso evitando quello di lei, completamente soggiogato non osa alzare il viso, non osa sfiorarne gli occhi per vederne la delusione, la tristezza che lui stesso le ha provocato. Continua imperterrito ad ascoltarla, non fiata e non dice altro lasciando che quelle parole vadano a colpirlo duramente, vado a sferrare ogni singolo colpo nell'animo privo di difese, lascia che tutto ciò infierisca senza provare a deviare o schivare i colpi che gli vengono lanciati ma solo allora, lentamente, alza il proprio sguardo verso la ragazza. Il viso si muove verso di lei notando il byakugan attivo, l'abilità che la caratterizza e in quegli occhi vede quella tristezza che ha cercato di evitare per tutta la serata <Le parlerò io> le parole escono con il contagocce, preferisce il silenzio ma non può rimanere con la bocca chiusa troppo a lungo, non può evitare di parlare di questo argomento, evitare di affrontarlo ma non può nemmeno ribadire a qualcosa di quello che viene detto. La montagna è troppo vicina, non ha lo spazio per muoversi e respirare, non ha modo di fare niente di particolare se non rimanere immobile in quel limbo terreno in cui da solo si è buttato, un precipizio oscuro da cui non vi è via di uscita <Non è viscida> respira pesantemente mentre riporta gli occhi verso i suoi <E' complicato ma sto cercando di risolvere> molto enigmatico su questo ma per ora preferisce non dire niente a Kaori di ciò che succede alla Yakushi, non prima di averlo capito bene lui stesso e aver trovato il modo di risolvere tutto questo <Non lo farai da sola, non ti lascerei mai sola in un casino che ho fatto io> stringe i pugni, arrabbiato con se stesso, arrabbiato con il proprio io per quella sua insolenza <Sistemerò tutto, in qualche modo, te lo prometto> glielo promette e ogni promessa la mantiene, lo sa lui e lo sa lei. [Chk on][Rilascio del chakra finale][Samehada equip]

14:37 Kaori:
 Non appena quel fracasso si allontana Kaori tira un sospiro di sollievo silenzioso. Non aveva proprio voglia di dover fare i conti con una situazione di quel tipo in questo momento. E' tutto già abbastanza difficile così com'è e ci mancava solamente un ladruncolo chiassoso a peggiorare le cose. C'è tensione, c'è distacco fra i due e c'è colpa. Da ambo le parti. Kaori si sente colpevole di aver deluso e ferito la bambina e, al tempo stesso, di aver fatto del male a Raido con la sua reazione e le sue parole; Raido, dal canto suo, si sente in colpa per aver parlato troppo presto di quel suo pensiero con ambo le ragazze mettendo così in una situazione complicata e spinosa l'intera tavolata. E' un momento delicato, sottile e Kaori sa che l'altro non voleva fare del male a nessuno ma che era semplicemente spinto dall'umano desiderio di proteggere e difendere una bambina che, a quanto pare, non ha nessun altro al mondo su cui poter contare. Richiede quindi il di lui aiuto per uscire insieme da quella storia senza troppi danni e solo a quel punto vede come Raido vada alzando lo sguardo per puntarlo su di lei, sul suo viso. Si osservano per degli istanti, la voce di lui è sottile, bassa e le parole poche e contate. E' in difficoltà, è ferito e Kaori vorrebbe solamente avvicinarsi per stringerlo forte a sé e dargli conforto. A suo modo, anche lui, ha ancora oggi bisogno del consiglio e del conforto di un paio di genitori, quelli stessi che non ha potuto godersi nel periodo della sua infanzia durante il quale avrebbe dovuto formarsi la sua completa e totale percezione del mondo e delle cose. Ascolta la sua voce, le sue parole e quel che dice la portano a chiedersi cosa succeda a quella creatura. Qualcosa di complicato di cui lui non le vuole parlare, non ancora. Un'altra distanza a mettersi fra lei e la piccola Yakushi, un'altra barriera che la fa sentire estranea al loro rapporto. Si morde le labbra, le stringe fra loro e sospira. <Capisco> non vuole forzare la mano, non vuole aggiungere altro. Non ce la fa a invischiarsi in un discorso che evidentemente ancora non le compete. Dopotutto, ancora per ora, lei non c'entra con loro. Le sue parole sono colme di rabbia, di colpa e di dolore. Kaori lo ascolta, lo sente e si ritrova ad umettarsi le labbra espirando piano. Si avvicina muovendo pochi passi verso di lui per puntare il proprio sguardo in quello del ragazzo. Rilascia il chakra all'altezza degli occhi e lascia che il Byakugan vada disattivandosi così da poter tornare a guardarlo in viso in tutta la sua bellezza e non in quell'intricata matassa di vie e vene ricolme di energia azzurrina e brillante. <Non devi vederla così, Raido. Non hai perso un oggetto che puoi ritrovare per rimettere tutto a posto> Non vuole che si affatichi nel tentativo di riportare le cose a com'erano prima perchè, semplicemente, una cosa simile è impossibile. Non può riportare indietro il tempo o cancellare quello che è successo: ci sono conseguenze che possono essere cambiate, migliorate, ma che vanno comunque affrontate. <E' successo, è andata. Ci saranno difficoltà, incomprensioni, pazienza. Non possiamo tornare indietro, non possiamo impedire che adesso qualcuno ci stia male. Possiamo solamente fare in modo che non vada peggio ma che vada solamente migliorando> mormora lei cercando di fargli capire come stanno le cose, come affrontarle. Una lezione che ha sentito ripetersi in quell'ultimo periodo prima dal Rikudo e poi da Hitomu stesso e che solo ora, forse, si rende conto di aver iniziato ad assimilare. <Hai lasciato Kouki da sola per venire a cercarmi. Cosa penserà? Che non la vogliamo, che ha combinato un casino> dice lei sentendosi terribilmente in colpa per questo. <Ma non è colpa sua, è colpa mia. Non avrei dovuto andarmene così, sarei dovuta rimanere e farle capire che non ha nessuna responsabilità in questa storia. Ma adesso è da sola e continuerà a credere che sia così...> e l'immagine di quella piccola, fragile bambina che si rannicchia in se stessa nel buio di una vuota stanza di albergo la logora, la ferisce. <Per cui adesso dovresti andare a cercarla e parlarle. Fare in modo che non dorma con questo pensiero nella testa, non è giusto...> mormora la Hyuga andando a tentare d'allungare una mano verso di lui, cercare la sua mano, le sue dita, per intrecciarle alle proprie. <Porgile le mie scuse, dille che mi dispiace, che vorrei conoscerla. Okay?> domanda alla volta di lui alzando lo sguardo sul suo viso, ricercandone le iridi, lo sguardo. <E promettimi che non ti addosserai tutte le colpe della cosa. Non ti lascio andare finché non me lo prometti> aggiunge poi, poco dopo, con fare serio, deciso, puntando le iridi perlacee in quelle dorate e luminose di lui. [Byakugan III] [Rilascio del chakra] [chakra: 93/100]

12:43 Raido:
 Lui si addossa la colpa, Kaori si addossa la colpa e se conosce abbastanza Kouki, sa che si sta colpevolizzando persino lei. Ha fatto un vero e proprio casino, ha fatto un casino madornale e immenso. Sa che capisce, sa che può comprendere ma deve spiegarsi, deve spiegare il proprio fare se non vuole allontanarla sempre di più <Ti dirò tutto un giorno, te lo prometto. Per ora ti posso solo dire che qualcuno la sta facendo soffrire, qualcuno la tortura e quelle cicatrici sul suo corpo sono la chiara evidenza> e lui deve trovare questo qualcuno, deve trovare questa persona che la sta facendo soffrire in questo modo, trovarla e mettere fine alla sua esistenza in un battito di ciglia. Nessuno può fermarlo a questo punto, nessuno può impedirgli di mettere in atto quell'azione, specialmente dopo essersi confrontato con i tessai. Quel qualcuno può essere un jonin, un sannin o un tessai, non gli importante, sa che può batterlo, sa che può vincere se sfrutta al massimo il proprio potere, ne è fermamente convinto. In questo, deve svelare anche la verità a Kaori, stanno per diventare marito e moglie e non può avere segreti con lei, non in questo modo almeno, non ora rischiando di rovinare tutto quanto con una sola e semplice ossa. Ascolta il dire della Hyuga in completo silenzio, sente i di lei passi mentre il capo rimane chino verso il suolo con il coraggio che scema minuto dopo minuto <Lo so> una risposta data a bassa voce, a bassissima voce perchè lo sa, lo sa ed è difficile ammetterlo. La mano destra si stringe con forza, il sangue scompare sbiancando le nocche all'improvviso. In questo momento rilasciare il potere del sigillo potrebbe essere solo un toccasana, sfogarsi in quel modo lo renderebbe libero più di chiunque altro ma deve trattenersi, lo ha promesso alla ragazza, le ha promesso che avrebbero vissuto sempre insieme. In quel suo dire si dimostra molto più saggia del Jonin, qualcosa che non avrebbe mai immaginato da parte sua e gli fa piacere, gli fa tremendamente piacere tutto questo <Allora farò in modo che tutto migliori> peggiorare le cose è al quanto impossibile, difficile per giunta ma deve evitare ogni piccola possibilità di peggioramento che si presenti, possibilità talmente piccole da essere impercettibili ma ci sono. Nuovamente si ritrova a darle la ragione, ha lasciato Kouki da sola al chiosco per inseguire la Hyuga, l'ha abbandonata li senza pensarci due volte. Si maledice anche per questo al solo pensiero, ci sta male, molto male <Non è colpa tua, non è colpa vostra ma mia, solo e soltanto mia>. Ama Kaori, l'ama in un modo indescrivibile, ama la sua bontà e dolcezza, ama tutto quanto di lei e quelle sue parole vanno a rincuorarlo, vanno a renderlo più sereno, felice. Alza lo sguardo ricercando le sue iridi perlacee, ricerca i di lei occhi, fin troppo belli per essere veri <Va bene> deve andare dalla Yakushi, cercarla, trovarla e palarle, sistemare ciò che è sistemabile. Il braccio destro si alza, va a carezzare la gote dalla Hyuga con il pollice <E' difficile prometterlo ma ci proverò>. [Chk on][Rilascio del chakra finale][Samehada equip]

Raido a pranzo

12:58 Kaori:
 Le promette di spiegarle tutto, le promette che un giorno avrebbe saputo. E Kaori vorrebbe sospirare, vorrebbe roteare gli occhi verso l'alto in uno sbuffo, vorrebbe replicare. E' una situazione scomoda, si sente esclusa da una parte importantissima della vita di Raido. E' evidente e palese che l'altro, seppur non ufficialmente, si sia già preso la responsabilità di essere come un padre per quella bambina e lei non sente di far parte della cosa, se ne sente totalmente estranea, come fosse qualcosa di troppo. Persino un ostacolo visto che è dalla sua decisione che può dipendere la felicità dei due. Eppure... una parte di lei è convinta che se anche si fosse ritrovata a dire di non sentire per la ragazza un affetto sufficiente a considerarla come parte della famiglia, non avrebbe impedito alla stessa di farne parte. Essere la "figlioccia" di Raido avrebbe comportato inevitabilmente alla sua entrata in casa, di base in realtà il suo parere è irrilevante. Si sente ferita da questo e al tempo stesso si sente meschina per il sentirsi in questo modo. Sa che Raido non sta facendo nulla di male, che quel suo agire alle sue spalle non voleva comportare un tradimento, ma il semplice desiderio di aiutare e proteggere qualcuno, eppure non riesce a fare a meno di sentirsi messa da parte, sentirsi allontanata da questo. E' una decisione importante, è qualcosa che vale per la vita e in un modo o nell'altro il suo parere è divenuto inunfluente. Che avesse accettato o meno Kouki in famiglia, lei ne avrebbe fatto ugualmente parte. L'unica possibilità perchè le cose vadano meglio è che conoscendola meglio riesca a legarsi a lei, ad affezionarsi alla bambina abbastanza da considerarla anche lei come una creatura da proteggere ad ogni costo. Ma non è una scelta che può fare lei razionalmente, non è qualcosa che può imporsi di fare. Tutto dipenderà dal legame che tenteranno di costruire insieme. E' stancante e doloroso dover sostenere questa conversazione e le fa male sapere che Raido sta soffrendo per tutto questo, ma non può ignorare il male che lei stessa sta provando. Non accetta facilmente la decisione del Kiriano di tenerla all'oscuro delle condizioni della piccola -specialmente considerando cosa le sta chiedendo di fare per lei- ma preferisce non discutere ulteriormente, non ha abbastanza forze per farlo ora. <Mh> si limita ad annuire appena, poco convinta, chinando lo sguardo. Si sente stanca, rassegnata a quella nuova condizione e al tempo stesso è preoccupata per la bambina. Sebbene non la conosca, sebbene non abbiano alcun tipo di rapporto, è pur sempre una fanciulla estremamente giovane, alle prime prese con la vita, ed in questo momento sta sicuramente soffrendo. Non vuole. Non vuole che le sue parole, i suoi gesti o le sue decisioni possano ferire così in profondità una vita così fresca. Così cerca di guidare Raido su quella che ritiene essere la giusta via. Cerca di mandarlo a cercarla, a parlarle così da rassicurarla e tentare di farle capire che non ha alcuna colpa in questa faccenda. Cerca di fare la cosa giusta e dentro di sé vorrebbe solamente tornare a casa con lui e dormire. Spegnersi lentamente per non dover pensare a questo nuovo ostacolo. Le parole di lui sono speranzose, vuole cercare di rimettere le cose a posto, vuole fare la cosa giusta per tutti e Kaori lo sa. Se ne rende perfettamente conto. Ode il suo dire, la sua voce ed alla fine riesce a strappargli quella promessa. O almeno la garanzia che si sarebbe impegnato per mantenerla. <Va bene...> sospira lei alla fine annuendo leggermente col capo. <Allora vai...> gli lascia infine modo di andare a cercare la bambina, di andare a rassicurarla per via della sua improvvisa fuga. Si fa da parte per permettere all'altro di stringere a sé quella importante parte della sua vita a cui sembra essersi improvvisamente legato. [END]

13:45 Raido:
 Una giornata come tutte le altre, una giornata cominciata bene e nel migliore dei modi sta finendo per essere rovinata completamente dalla sua idiozia e questo non può tollerarlo, non può tollerare in alcun modo tutto questo. Ha agito alle sue spalle e anche se niente dovesse andare per il verso giusto, non rinuncerebbe in modo alcuno a stare dietro a Kouki; continuerebbe ad essere il suo sensei, il suo mentore, una guida in questa vita piena di sofferenze. Vede gli occhi della ragazza, la vede soffrire, ne vede la tristezza farsi sempre più avanti in modo prepotente e la colpa è solo ed esclusivamente sua. Sa che Kaori capisce il suo pensiero anche se non lo accetta, sa che lo capisce fino in fondo e tanto gli basta, sapere che lei lo capisce è già qualcosa che lo rende felice, non ha bisogno di altro. Ascolta quelle due e semplici parole di rassegnazione; è tempo che vada a cercarla, a trovarla, a parlarle per rimediare ai suoi errori, rimediare a quanto ha fatto. Nuovamente china il capo verso il basso per qualche secondo per poi avanzare superando la Hyuga, avanza con passo lento verso il limitare della testa di Hitomu. Gli occhi vanno a portarsi sull'orizzonte, sul villaggio della foglia immerso nella notte. Lo spettacolo è quanto mai stupendo, uno dei migliori che abbia mai visto in questi ultimi anni e quella bellezza gli procura un dolore indescrivibile, un dolore che non ha eguali <Kaori> ne pronuncia il nome, serio mentre si volta a guardarla. E' triste e dispiaciuto per quello che ha fatto <Mi dispiace. Forse sono ben lontano dall'essere ciò che cerchi> un momento, un piccolissimo momento di cedimento, un dolore talmente forte che lo vaneggiare. Si volta verso Konoha per poi lasciarsi cadere di sotto, un unico passo lo porterebbe nel vuoto più totale e la Hyuga lo può vedere sfrecciare in avanti, verso il villaggio. [END]

Raido e Kaori discutono e parlano di quello che è successo quel giorno al chiosco.