Attendere il fato, grazie <3
Sereno, poco nuvoloso sul versante Konohano. La temperatura si aggira intorno ai 14 gradi, che è un'ottima notizia per coloro che hanno deciso di uscire fuori, magari per farsi una passeggiatina o semplicemente per comprare delle cose. I primi fiori di primavera già stanno sbocciando, regalando quelle candide e colorate tonalità all'opprimente verde degli alberi sempreverdi. Ma c'è sempre qualcosa che deve andare storto, in una giornata così. Che sia per colpa delle persone che litigano, o semplicemente di discussioni per l'adozione di una povera bimba indifesa e serpentosa, il Karma punisce sempre. La legge del tre, sperimentata più volte nella vita di tutti i giorni, dovrebbe essere presa più sul serio. Se quei due si sono ritrovati sulla testa di Hitomu - e speriamo che non abbiano un improvviso attacco di dissenteria a spruzzo- per parlare e chiarire quello che hanno in sospeso, cercando la presunta pace per poterlo fare, dall'altra parte del monte una piccola figura, microscopica, zompetta da una testa all'altra degli Hokage. I due potranno solamente vedere una figura estremamente minuta, che porta con se un enorme sacco nero, legato attorno al collo e stretto alle estremità dalle mani. Per ora zompetta dalla testa di Hashirama, fino a quella di Tobirama Senjuu. Ed in lontananza, una risata isterica, alta, acuta fa breccia nelle orecchie dei due, disturbando la loro quiete. <HIIIIIIHHIIHIIIIIHIHIHI NON MI PRENDERETE MAI VIVO.> Voce nasale, vecchia ma arzilla. <STUPIDI BIFOLCHI NIIIIHHIHIHIHII> [Turni liberi, semplice fato ambient.]-Sakura-
Raido a pranzo. Torna subito
[Monte] Ha detto quel no verso il figlio di Hiashi ma non lo avrebbe abbandonato, non avrebbe lasciato che un essere indifeso vivesse da solo senza una guida ed è lo stesso ragionamento che ha fatto per Kouki, per quella ragazzina che ha preso tanto a cuore. Non vuole questo per lei, vuole provare a darle una vita diversa, una vita migliore come non mai non mai. Sta male per ciò che ha fatto, sta male per il suo osare più del dovuto e ha fatto stare male anche Kaori quando le ha promesso che mai più sarebbe successa una cosa del genere. Ha promesso di farla sempre sorridere, di renderla felice in ogni momento ma a quanto pare non ci riesce, non riesce ad assolvere al suo compito, alla promessa fattagli e a tutto ciò che si imposto per rendere la di lei vita migliore dopo gli ultimi eventi. Forse, quel giorno alla locanda, avrebbe dovuto davvero lasciarla, avrebbe dovuto continuare con la sua idea perchè merita di meglio, merita molto di meglio e lui non lo è e lo sta dimostrando giorno dopo giorno in modo continuo. Dimostra quanto Kaori può ambire a qualcosa di migliore di lui, ambire a qualcuno che non la faccia soffrire così tanto. Continua a sentire le sue parole e lo sa, lo sa che lo sta dicendo per non andargli contro, sa che non vuole passare per la cattiva ma capisce ogni cosa e ha ragione, ha tremendamente ragione su ogni cosa. In un'altra situazione non si sarebbe dannato tanto e non in questo modo almeno, tutto si sarebbe risolto come sempre, nel migliore dei modi <Hai ragione> come darle torto alla fine. Il capo si volta leggermente verso la testa di Hashirama, il pugno destro va a stringersi, le nocche sbiancano nel sentire la voce di quell'idiota che pian piano si avvicina. Spera vivamente che non venga a disturbarli, lo spera con tutto il cuore o potrebbe finire male, non è in vena di scherzi, non è in vena di giocare o vedere qualcuno che li disturba. Riporta lo sguardo su Kaori, fissa la ragazza che continua a parlare e, per la prima volta, affrontano l'argomento della famiglia, affrontano un argomento delicato che mai è uscito fuori prima di ora, un qualcosa che ha sempre pensato anche lui e che vorrebbe realizzare presto o tardi. Anche lui vuole dei figli da lei, anche lui vuole avere una famiglia grande di cui prendersi cura, lo vuole con tutto se stesso e pensare che sarebbe potuto accadere non per mano sua ma per colpa di qualcosa di esterno, lo innervosisce, lo riempie di rabbia assoluta ed è forse questa rabbia che è situata nell'animo di Kaori, una rabbia che non ha eguali <Lo so> le parole escono a stento dalla bocca, strozzate da quell'insieme di emozioni che ora vanno a distruggerne la quiete assoluta, emozioni negative, positive, emozioni che vogliono uscire ma che reprime per non peggiorare la situazione che si è andata a creare <Non avrei mai voluto metterti in questa situazione> il capo permane chinato a osservare il suolo, non ha la forza di guardarla negli occhi, non ha il coraggio di guardarla e affrontarla. Ora si sente debole, è in torto e lo sa e non c'è niente che può fare per cambiare questo. [Chk on][Rilascio del chakra finale][Samehada equip]//: Continuate pure in libera. Al prossimo giro, giocatevi che si sono diretti a nord, rispetto alla posizione di Tobirama, deviandovi in grande stile. Scusate, ma ho una visita medica tra poco e non posso tardare. <3
Raido è sinceramente, palesemente, profondamente contrito. Kaori lo vede, lo sente e non riesce a sopportare di causargli un simile dolore anche se sa di star dicendo qualcosa di giusto, di vero. A volte avere ragione è una cosa orribile, fa solamente male e questo è esattamente uno di quei casi. Raido è mortificato, dispiaciuto e non sa più come dirlo, come scusarsi. Delle scuse, dopotutto, non servono davvero in una situazione come questa: ormai quelle parole dette non possono essere rimangiate e l'unica cosa che possono fare è trovare insieme un modo per affrontare quella condizione. Decidere come comportarsi, come agire. Non solo per loro, ma anche per il bene della piccola Kouki. Kaori sospira dopo aver incanalato una bella porzione d'aria fresca e va passandosi una mano fra i capelli corvini. Avverte in lontananza quella vocina fastidiosa, inopportuna che va rovinando e interrompendo il momento peggiore possibile. Ci mancava questa, insomma, per peggiorare la situazione. Va a riunire le mani all'altezza del plesso solare per comporre il sigillo della Tigre e solo a quel punto tenterebbe di convogliare una certa quantità di chakra dal petto fino alla testa. Qui andrebbe a farlo scorrere nei dotti che portano fino alle iridi per andare ad avvolgerle ed immergerle nella propria energia. Andrebbe a donare forza e nutrimento a quelle leggendarie iridi per tentare di risvegliare il Byakugan che, se correttamente attivato, dovrebbe ora permetterle di vedere fino a 1000 metri frontalmente e fino a 90 lateralmente per un raggio massimo di 300° donandole quindi la possibilità di tenere sott'occhio quel seccatore in avvicinamento senza spostare lo sguardo da Raido. Al tempo stesso andrebbe poi a far circolare un'altra porzione di chakra verso le gambe. Dalle ginocchia fino alle caviglie per poi spingerlo verso le piante dei piedi. Qui andrebbe ad aprire gli tsubo permettendo la fuoriuscita del chakra che verrebbe ora plasmato e modellato al fine di ricreare una patina adesiva che abbia la perfetta ed esatta forma della suola dei suoi piedi. Una patina incollosa che dovrebbe concederle una perfetta aderenza al suolo e che quindi dovrebbe impedirle di cadere o perdere l'equilibrio se avesse dovuto muoversi d'improvviso fra quelle forme rocciose che costituiscono i volti di pietra dei Kage di Konoha. <Lo so> mormora Kaori alla volta di Raido continuando ad osservarlo in viso sebbene le di lui iridi siano puntate verso il basso. Le dispiace vederlo così contrito, ma non poteva trattenere quel discorso. Per se stessa e per lui. <Ma ormai non possiamo cambiare le cose. Ed io non so come comportarmi, ho bisogno del tuo aiuto per questo> continua lei umettandosi le labbra, guardandolo con sguardo teso. <Con che faccia posso presentarmi davanti a lei dopo essermene andata così? Dopo che fosse evidente che la cosa non mi rendesse felice? Di sicuro penserà che non la voglio. Dice di non sapere cosa sia l'amicizia, per cui come potrebbe capire che il mio non è un rifiuto ma solo il bisogno di avere un po' di tempo per conoscerla?> Lascia fluire le sue paure, i suoi dubbi, i suoi timori senza sapere cosa fare in proposito. Impreparata, giovane, inesperta nell'arte di educare qualcuno o di comportarsi con un bambino. <Non ho un legame con lei. E di sicuro non potrò mai avere quello che avete voi... quindi forse dovresti cercare di spiegarglielo tu che non voglio scacciarla. Magari se lo sentirà da te ci crederà... Io non saprei come comportarmi dopo questa sera se dovessi rivederla. Specialmente dopo quello strano cambiamento. A un certo punto sembrava quasi... non lo so, divertita. Come se mi stesse sfidando a dirle cosa pensassi della cosa. Sembrava... viscida> Scuote la testa, sospira, si passa le dita della mancina fra i capelli corvini. E' una situazione estenuante e delicata e devono riuscire a gestirla insieme se vogliono riuscire a causare il minor numero di ferite possibili. <Non posso farlo da sola> capitola, alla fine, abbassando le spalle con fare sconfitto. Nel mentre, tuttavia, i rumorosi rompiscatole sembrano quasi fiutare nell'aria il pericolo e, giunti all'altezza della testa di Tobirama, decidono di cambiar strada evitando così di andare a disturbare ulteriormente il duo di ninja ed i loro problemi. [Tentativo Byakugan III] [Rilascio del chakra] [chakra: 97/100] [Monte] Gli occhi puntano verso il basso ma gli altri sensi sono ben attivi, le orecchie sentono tutto quello che avviene in quella zona, sentono ogni singolo passo o movenza ed è grazie a ciò che percepisce l'uomo andarsene, andare via da quel luogo senza disturbarli ulteriormente. Buon per lui, ha evitato una morte certa e dolorosa, affermata dal fatto che Kaori risveglia il byakugan, riporta alla luce quell'abilità che la rende unica e bellissima come non mai. E' fortuna ad averla con se, troppo fortunato e questa storia rischia di incrinare ancora di più il loro rapporto già molto fragile e abbastanza in bilico nonostante abbiano deciso di sposarsi ugualmente, nonostante il loro amore continui senza sosta. Le sue parole sono sincere più che mai, più sincere di qualunque altra volta e davvero non vuole tenerla incastrata in quella situazione, davvero non vuole e piano piano sta pensando a un modo per uscirne tutti quanti illesi e senza troppi danni, sta pensando a un modo per risolvere tutto quanto ma una cosa è certe, non può abbandonare Kouki. Quella sera ha detto che, insieme a Kaori è una delle due persone più importanti della sua vita, forse è una esagerazione dettata dal momento eppure è così; non ha toccato Hotsuma, non parlato del suo sensei considerando il rapporto con quell'uomo completamente diverso da quello che ha con le due ragazze. Il rapporto paterna che intercorre con lui non è solido come vorrebbe, è comunque un Kage e non può prestargli troppa attenzione, lo sa benissimo e lo comprende meglio di tutti non avendo mai richiesto tanto. Ancora lo sguardo permane basso evitando quello di lei, completamente soggiogato non osa alzare il viso, non osa sfiorarne gli occhi per vederne la delusione, la tristezza che lui stesso le ha provocato. Continua imperterrito ad ascoltarla, non fiata e non dice altro lasciando che quelle parole vadano a colpirlo duramente, vado a sferrare ogni singolo colpo nell'animo privo di difese, lascia che tutto ciò infierisca senza provare a deviare o schivare i colpi che gli vengono lanciati ma solo allora, lentamente, alza il proprio sguardo verso la ragazza. Il viso si muove verso di lei notando il byakugan attivo, l'abilità che la caratterizza e in quegli occhi vede quella tristezza che ha cercato di evitare per tutta la serata <Le parlerò io> le parole escono con il contagocce, preferisce il silenzio ma non può rimanere con la bocca chiusa troppo a lungo, non può evitare di parlare di questo argomento, evitare di affrontarlo ma non può nemmeno ribadire a qualcosa di quello che viene detto. La montagna è troppo vicina, non ha lo spazio per muoversi e respirare, non ha modo di fare niente di particolare se non rimanere immobile in quel limbo terreno in cui da solo si è buttato, un precipizio oscuro da cui non vi è via di uscita <Non è viscida> respira pesantemente mentre riporta gli occhi verso i suoi <E' complicato ma sto cercando di risolvere> molto enigmatico su questo ma per ora preferisce non dire niente a Kaori di ciò che succede alla Yakushi, non prima di averlo capito bene lui stesso e aver trovato il modo di risolvere tutto questo <Non lo farai da sola, non ti lascerei mai sola in un casino che ho fatto io> stringe i pugni, arrabbiato con se stesso, arrabbiato con il proprio io per quella sua insolenza <Sistemerò tutto, in qualche modo, te lo prometto> glielo promette e ogni promessa la mantiene, lo sa lui e lo sa lei. [Chk on][Rilascio del chakra finale][Samehada equip] Non appena quel fracasso si allontana Kaori tira un sospiro di sollievo silenzioso. Non aveva proprio voglia di dover fare i conti con una situazione di quel tipo in questo momento. E' tutto già abbastanza difficile così com'è e ci mancava solamente un ladruncolo chiassoso a peggiorare le cose. C'è tensione, c'è distacco fra i due e c'è colpa. Da ambo le parti. Kaori si sente colpevole di aver deluso e ferito la bambina e, al tempo stesso, di aver fatto del male a Raido con la sua reazione e le sue parole; Raido, dal canto suo, si sente in colpa per aver parlato troppo presto di quel suo pensiero con ambo le ragazze mettendo così in una situazione complicata e spinosa l'intera tavolata. E' un momento delicato, sottile e Kaori sa che l'altro non voleva fare del male a nessuno ma che era semplicemente spinto dall'umano desiderio di proteggere e difendere una bambina che, a quanto pare, non ha nessun altro al mondo su cui poter contare. Richiede quindi il di lui aiuto per uscire insieme da quella storia senza troppi danni e solo a quel punto vede come Raido vada alzando lo sguardo per puntarlo su di lei, sul suo viso. Si osservano per degli istanti, la voce di lui è sottile, bassa e le parole poche e contate. E' in difficoltà, è ferito e Kaori vorrebbe solamente avvicinarsi per stringerlo forte a sé e dargli conforto. A suo modo, anche lui, ha ancora oggi bisogno del consiglio e del conforto di un paio di genitori, quelli stessi che non ha potuto godersi nel periodo della sua infanzia durante il quale avrebbe dovuto formarsi la sua completa e totale percezione del mondo e delle cose. Ascolta la sua voce, le sue parole e quel che dice la portano a chiedersi cosa succeda a quella creatura. Qualcosa di complicato di cui lui non le vuole parlare, non ancora. Un'altra distanza a mettersi fra lei e la piccola Yakushi, un'altra barriera che la fa sentire estranea al loro rapporto. Si morde le labbra, le stringe fra loro e sospira. <Capisco> non vuole forzare la mano, non vuole aggiungere altro. Non ce la fa a invischiarsi in un discorso che evidentemente ancora non le compete. Dopotutto, ancora per ora, lei non c'entra con loro. Le sue parole sono colme di rabbia, di colpa e di dolore. Kaori lo ascolta, lo sente e si ritrova ad umettarsi le labbra espirando piano. Si avvicina muovendo pochi passi verso di lui per puntare il proprio sguardo in quello del ragazzo. Rilascia il chakra all'altezza degli occhi e lascia che il Byakugan vada disattivandosi così da poter tornare a guardarlo in viso in tutta la sua bellezza e non in quell'intricata matassa di vie e vene ricolme di energia azzurrina e brillante. <Non devi vederla così, Raido. Non hai perso un oggetto che puoi ritrovare per rimettere tutto a posto> Non vuole che si affatichi nel tentativo di riportare le cose a com'erano prima perchè, semplicemente, una cosa simile è impossibile. Non può riportare indietro il tempo o cancellare quello che è successo: ci sono conseguenze che possono essere cambiate, migliorate, ma che vanno comunque affrontate. <E' successo, è andata. Ci saranno difficoltà, incomprensioni, pazienza. Non possiamo tornare indietro, non possiamo impedire che adesso qualcuno ci stia male. Possiamo solamente fare in modo che non vada peggio ma che vada solamente migliorando> mormora lei cercando di fargli capire come stanno le cose, come affrontarle. Una lezione che ha sentito ripetersi in quell'ultimo periodo prima dal Rikudo e poi da Hitomu stesso e che solo ora, forse, si rende conto di aver iniziato ad assimilare. <Hai lasciato Kouki da sola per venire a cercarmi. Cosa penserà? Che non la vogliamo, che ha combinato un casino> dice lei sentendosi terribilmente in colpa per questo. <Ma non è colpa sua, è colpa mia. Non avrei dovuto andarmene così, sarei dovuta rimanere e farle capire che non ha nessuna responsabilità in questa storia. Ma adesso è da sola e continuerà a credere che sia così...> e l'immagine di quella piccola, fragile bambina che si rannicchia in se stessa nel buio di una vuota stanza di albergo la logora, la ferisce. <Per cui adesso dovresti andare a cercarla e parlarle. Fare in modo che non dorma con questo pensiero nella testa, non è giusto...> mormora la Hyuga andando a tentare d'allungare una mano verso di lui, cercare la sua mano, le sue dita, per intrecciarle alle proprie. <Porgile le mie scuse, dille che mi dispiace, che vorrei conoscerla. Okay?> domanda alla volta di lui alzando lo sguardo sul suo viso, ricercandone le iridi, lo sguardo. <E promettimi che non ti addosserai tutte le colpe della cosa. Non ti lascio andare finché non me lo prometti> aggiunge poi, poco dopo, con fare serio, deciso, puntando le iridi perlacee in quelle dorate e luminose di lui. [Byakugan III] [Rilascio del chakra] [chakra: 93/100]Raido a pranzo
Le promette di spiegarle tutto, le promette che un giorno avrebbe saputo. E Kaori vorrebbe sospirare, vorrebbe roteare gli occhi verso l'alto in uno sbuffo, vorrebbe replicare. E' una situazione scomoda, si sente esclusa da una parte importantissima della vita di Raido. E' evidente e palese che l'altro, seppur non ufficialmente, si sia già preso la responsabilità di essere come un padre per quella bambina e lei non sente di far parte della cosa, se ne sente totalmente estranea, come fosse qualcosa di troppo. Persino un ostacolo visto che è dalla sua decisione che può dipendere la felicità dei due. Eppure... una parte di lei è convinta che se anche si fosse ritrovata a dire di non sentire per la ragazza un affetto sufficiente a considerarla come parte della famiglia, non avrebbe impedito alla stessa di farne parte. Essere la "figlioccia" di Raido avrebbe comportato inevitabilmente alla sua entrata in casa, di base in realtà il suo parere è irrilevante. Si sente ferita da questo e al tempo stesso si sente meschina per il sentirsi in questo modo. Sa che Raido non sta facendo nulla di male, che quel suo agire alle sue spalle non voleva comportare un tradimento, ma il semplice desiderio di aiutare e proteggere qualcuno, eppure non riesce a fare a meno di sentirsi messa da parte, sentirsi allontanata da questo. E' una decisione importante, è qualcosa che vale per la vita e in un modo o nell'altro il suo parere è divenuto inunfluente. Che avesse accettato o meno Kouki in famiglia, lei ne avrebbe fatto ugualmente parte. L'unica possibilità perchè le cose vadano meglio è che conoscendola meglio riesca a legarsi a lei, ad affezionarsi alla bambina abbastanza da considerarla anche lei come una creatura da proteggere ad ogni costo. Ma non è una scelta che può fare lei razionalmente, non è qualcosa che può imporsi di fare. Tutto dipenderà dal legame che tenteranno di costruire insieme. E' stancante e doloroso dover sostenere questa conversazione e le fa male sapere che Raido sta soffrendo per tutto questo, ma non può ignorare il male che lei stessa sta provando. Non accetta facilmente la decisione del Kiriano di tenerla all'oscuro delle condizioni della piccola -specialmente considerando cosa le sta chiedendo di fare per lei- ma preferisce non discutere ulteriormente, non ha abbastanza forze per farlo ora. <Mh> si limita ad annuire appena, poco convinta, chinando lo sguardo. Si sente stanca, rassegnata a quella nuova condizione e al tempo stesso è preoccupata per la bambina. Sebbene non la conosca, sebbene non abbiano alcun tipo di rapporto, è pur sempre una fanciulla estremamente giovane, alle prime prese con la vita, ed in questo momento sta sicuramente soffrendo. Non vuole. Non vuole che le sue parole, i suoi gesti o le sue decisioni possano ferire così in profondità una vita così fresca. Così cerca di guidare Raido su quella che ritiene essere la giusta via. Cerca di mandarlo a cercarla, a parlarle così da rassicurarla e tentare di farle capire che non ha alcuna colpa in questa faccenda. Cerca di fare la cosa giusta e dentro di sé vorrebbe solamente tornare a casa con lui e dormire. Spegnersi lentamente per non dover pensare a questo nuovo ostacolo. Le parole di lui sono speranzose, vuole cercare di rimettere le cose a posto, vuole fare la cosa giusta per tutti e Kaori lo sa. Se ne rende perfettamente conto. Ode il suo dire, la sua voce ed alla fine riesce a strappargli quella promessa. O almeno la garanzia che si sarebbe impegnato per mantenerla. <Va bene...> sospira lei alla fine annuendo leggermente col capo. <Allora vai...> gli lascia infine modo di andare a cercare la bambina, di andare a rassicurarla per via della sua improvvisa fuga. Si fa da parte per permettere all'altro di stringere a sé quella importante parte della sua vita a cui sembra essersi improvvisamente legato. [END] Una giornata come tutte le altre, una giornata cominciata bene e nel migliore dei modi sta finendo per essere rovinata completamente dalla sua idiozia e questo non può tollerarlo, non può tollerare in alcun modo tutto questo. Ha agito alle sue spalle e anche se niente dovesse andare per il verso giusto, non rinuncerebbe in modo alcuno a stare dietro a Kouki; continuerebbe ad essere il suo sensei, il suo mentore, una guida in questa vita piena di sofferenze. Vede gli occhi della ragazza, la vede soffrire, ne vede la tristezza farsi sempre più avanti in modo prepotente e la colpa è solo ed esclusivamente sua. Sa che Kaori capisce il suo pensiero anche se non lo accetta, sa che lo capisce fino in fondo e tanto gli basta, sapere che lei lo capisce è già qualcosa che lo rende felice, non ha bisogno di altro. Ascolta quelle due e semplici parole di rassegnazione; è tempo che vada a cercarla, a trovarla, a parlarle per rimediare ai suoi errori, rimediare a quanto ha fatto. Nuovamente china il capo verso il basso per qualche secondo per poi avanzare superando la Hyuga, avanza con passo lento verso il limitare della testa di Hitomu. Gli occhi vanno a portarsi sull'orizzonte, sul villaggio della foglia immerso nella notte. Lo spettacolo è quanto mai stupendo, uno dei migliori che abbia mai visto in questi ultimi anni e quella bellezza gli procura un dolore indescrivibile, un dolore che non ha eguali <Kaori> ne pronuncia il nome, serio mentre si volta a guardarla. E' triste e dispiaciuto per quello che ha fatto <Mi dispiace. Forse sono ben lontano dall'essere ciò che cerchi> un momento, un piccolissimo momento di cedimento, un dolore talmente forte che lo vaneggiare. Si volta verso Konoha per poi lasciarsi cadere di sotto, un unico passo lo porterebbe nel vuoto più totale e la Hyuga lo può vedere sfrecciare in avanti, verso il villaggio. [END]