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{ Promessa di rinascita } - I due da un solo occhio

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con Hanae, Kaori

Vista del locale dall'esterno. [http://vignette1.wikia.nocookie.net/tokyoghoul/images/2/2c/Anteiku_manga.jpg/revision/latest?cb=20150823151926&path-prefix=it - entrata]

15:14 Hanae:
  [> Anteiku] Dalla sua ultima ricerca pare che il luogo da lui cercato si faccia chiamare.."Anteiku" un locale? Da quanto gli è stato detto un caffè, sarà uno shinobi l'identità che oggi potrebbe riuscire ad incontrare? I dubbi salgono man mano che il proprio passo si fa più vicino al viale che conduce al luogo, al contempo sale una sorta di..impazienza. Dopo il dialogo di Mekura era già troppo tardi, quindi ha dovuto rinviare il tutto al giorno seguente, e finalmente adesso è arrivato dove voleva giungere. Le labbra permangono serrate, il viso abbassato, assorto semplicemente nei propri rumorosi pensieri, nella propria mente che in fin dei conti..a volte fatica realmente a comprendere, continua a sentire in maniera distinta due diverse voci che impongono ognuna strade diverse da compiere, come è già successo con Mekura. Occhiaie come fondi di vino a rimarcare il rosso cremisi del solo occhio visibile, causa la benda indossata dove si trova il color vitreo. Occhiaie che son simbolo d'insonnia; ansia e agitazione. < Finalmente..> la sua voce un sibilo gelido, gli occhi vengono alzati sulla struttura che potrebbe racchiudere con sè la soluzione a quanto accaduto fin'ora. E' terribilmente stanco di dover far fronte a tutti questi problemi, tutti quegli eventi passati e presenti che son stati trasformati sottopelle in..traumi. Traumi che per chi lo osserva potrebbero parere ormai dissolti, svaniti e diventati semplici tragici ricordi; ma la realtà è che ogni evento si è trasformato in un piccolo ago posto sottopelle, che continuano nonostante tutto a fargli avvertire un prurito inestinguibile..una sensazione che pensa di poter affievolire soltanto raggiungendo una volta ancora la così detta quiete. E finchè Kimi starà male e Arima vivrà..non potrà raggiungerla. In questo stesso momento si domanda se sarà necessario far ricorso ai propri intrinsechi poteri per poter forzare lo scorrere degli eventi, o se sarà semplicemente meglio portare avanti una richiesta a questi..Goryo. Cosa troverà all'entrata del locale? Il corpo è vestito particolarmente elegante quest'oggi. Uno splendido filato intessuto leggermente lucido denota l'aspetto della camicia indossata, la cui tinta è monocromatica nera. Colletto alto e polsini sportivi a dare personalità a quel semplice capo d'abbigliamento; pince posteriori a dare forme aderenti. Scendendo un pantalone, anch'esso aderente, anch'esso in tinta unita nera, alcune pieghe davanti e dietro..elegante ma al contempo leggermente informale, quasi abbinabile allo stesso incontro che deve avvenire. Infine ai piedi indossa un paio di stivali neri in camoscio, nessun particolare se non che essi son leggermente lucido. Le mani avvolte in un guanto rosso e una cravatta rossa finemente annodata al collo a completare il suo abbigliamento odierno. Il chakra è attivo, per qualunque possibile evenienza, tuttavia preferisce mantenere lo sharingan sopito per il momento. Lo sguardo a scivolare sulla porta dinnanzi a sè, sullo stesso cartello che al fianco di essa riporta la scritta "Anteiku". Inspira profondamente e distende la mancina in avanti, così da raggiungere la maniglia presente ed entrare all'interno del locale, dando segno del proprio arrivo magari con una campanellina..in ogni caso non attende che qualcuno giunga. < Sto cercando..Himura Goryo. >alza lo sguardo, così' da esaminare l'ambiente circostante. [ Chakra attivo][vesti top eleganza] [1 tonico coagulante - 1 tonico chakra]

Un sole pallido, nascosto di tanto in tanto da qualche nuvola passeggera, saluta la missione di quest'oggi del giovane Uchiha Seiun. L'agitazione, la tensione e l'impazienza che ti scorrono in corpo paiono mischiarsi in un'unica sensazione senza nome che muove i tuoi passi. Non v'è tentennamento nè indecisione, no; non v'è spazio per alcun ripensamento quando la vita di Kimi è appesa ad un filo, ma c'è qualcosa che continua a pizzicarti sotto pelle alla pari di quei traumi che ormai formano la persona che sei oggi. E' il non sapere. Il non sapere cosa accadrà, se dopo gli sforzi fatti per arrivare fin qui riuscirai a stringere fra le dita una reale soluzione o se invece ti scontrerai con l'ennesimo vicolo cieco. Aperta la porta un campanellino dorato prende a trillare cristallino sopra la tua testa, avvisando chiunque del tuo arrivo. Il locale si compone, al suo interno, di una sala molto luminosa per via delle ampie vetrate che, sul lato alla destra della stanza, si affacciano sulle strade di Kusa. Negli angoli del locale son presenti dei vasi con delle piante verdi, senza fiori, mentre alla parete immediatamente frontale all'ingresso sono evidenti dei quadri che spezzano l'altresì monocromia del luogo. Esso, infatti, si compone di due tinte principali: il color panna delle pareti e del soffitto ed il marroncino-rossiccio dell'arredamento in stile tradizionale. Il pavimento è formato da assi di legno del medesimo colore così come i tavoli disposti lungo la vetrata sulla destra e il piccolo corridoio oltre il bancone, separato da esso da una sorta di pannello in vetro opaco e legno. Il bancone offre la possibilità di ospitare fino a tre clienti sui suoi sgabelli in pelle nera, lucida, e dietro di esso è possibile avvistare la zona dove il caffè viene preparato e condito per la clientela. Una sola porta si nota nell'ambiente, oltre quella d'ingresso; essa si trova dietro al bancone e la cassa, in legno, oltre la quale par esserci una zona accessibile al solo staff. L'ambiente si mostra ai tuoi occhi tranquillo, poca gente presente seduta ad un paio di tavoli intenta a chiacchierare serena. Un brusio basso, di sottofondo, che dona al luogo una sorta di piacevole familiarità. Un ragazzo è dietro la cassa e si sta occupando di salutare un paio di ragazze soddisfatte del caffè appena bevuto mentre una seconda figura permane dietro il bancone intenta a preparare l'ennesima ordinazione. Alle tue parole i clienti si voltano ad osservarti con fare sorpreso, incuriosito; qualcuno, alla tua vista, par riconoscerti a giudicare dallo stupore impresso nelle iridi, mentre altri si limitano a stringersi nelle spalle e tornare alle loro chiacchiere. Nessuno di loro par rispondere alla tua richiesta fin quando, alla tua sinistra, non odi qualcuno rivolgersi a te. < Ehm... sì? > domanda con fare titubante ed incerto un giovane dal crine biondiccio che ti fissa teso, con una mano salita al viso per grattare nervosamente una guancia. Dal modo di fissarti sembra decisamente sapere chi tu sia, e qualcosa nel suo sguardo pare voler gridare "speriamo di non essermi messo nei guai". [Interni: https://secure.static.tumblr.com/5ec150fe7b02ea54dd2e6479791ea4f8/4ztoyrh/2oCo7e1pv/tumblr_static_tumblr_static_9gv8nb8wn50kkg08sc0w08w0o_640.jpg] [Hiruma: https://myanimelist.net/images/characters/5/251959.jpg]

16:10 Hanae:
  [Anteiku] Non capita spesso al jonin del suono di entrare in un..caffè. E' particolarmente strano anche soltanto guardare attorno quel luogo così tanto calmo e pulito, attorniato da persone dalle diverse età intente a godersi semplicemente un pomeriggio senza fare ..nulla di particolare. Una vita si potrebbe dire fin troppo lineare per quelli che sono gli standard dell'Uchia, che nonostante cerchi una sorta di quiete è ormai totalmente immerso in questo mondo degli shinobi, un mondo che per tante persone rimane ancora invisibile, un mondo che in un modo o nell'altro porta a diventare dipendenti da quegli scenari di battaglia, dal sangue, dal bisogno di dar senso alla propria esistenza. Ad ogni modo, non è sua intenzione fare il critico d'arte in questo freddo pomeriggio, più si muove e più può percepire sottopelle i muscoli quasi irrigidirsi da quanto vengono tesi, l'iride cremisi si muove rapida per cercare ed individuare il possibile ragazzo da lui cercato, e con grande sorpresa..è davvero lì, riceve una risposta da un giovane che in effetti..non si aspettava essere tanto giovane e dall'espressione tanto normale. Un genin, forse chuunin? Non importa, dovrebbe comunque avere le informazioni che gli servono. Qualche passo in avanti, così da raggiungere il bancone, ignorando gli sguardi che calano su di lui, donando le proprie attenzioni soltanto a questo tanto ricercato Himura Goryo. Permane in piedi, il capo si ritrova leggermente inarcato verso l'alto e l'espressione non accenna a mutare, freddo, serio e composto. < Sei stato all'ospedale di Kusa recentemente? > Un'ultima domanda per poter ricevere una reale conferma riguardo la sua identità, prima di catapultarsi in quello che è il vero scopo delle proprie ricerche. Il sapere la verità, il perchè i reni di Kimi sono stati sostituiti con un modello Goryo e non Doku..o semplicemente un modello preso da una persona qualunque. Il perchè quel cognome sia tanto speciale. < Devi parlarmi del tuo cognome, del tuo clan..> Forse riuscirà ad avere queste informazioni senza particolare fatica. < ne ho bisogno. > corruga la fronte ed arriccia appena il naso, per lui questo bar è semplicemente una delle sue tappe...chissà cosa riuscirà a scoprire. < Avete un'innata? > Un'altra domanda viene posta, l'Uchiha ad inspirare profondamente dalle narici per poit rattenere il fiato pochi istanti. < Mi serve per aiutare una persona..> Si pone comunque in maniera non troppo irrazionale, dando una motivazione alle sue gesta che potrebbe contribuire al rimuovere parte della confusione che il suo interlocutore potrebbe star provando. [ Chakra on ] [top eleganza]

L'espressione tesa e sbalordita del biondo non lascia adito a dubbi: non ha idea del perchè -ovviamente- tu sia qui, nè si sarebbe mai aspettato di venir cercato da una personalità così riconosciuta all'interno del Villaggio. Boccheggia basito quando quella prima domanda viene posta ritrovandosi a strabuzzare appena gli occhi nel fissarti. < Beh... sì. Ma... lei come fa a saperlo? > una domanda quanto mai lecita, insomma, che egli pone con una qual certa tensione. Il resto del locale par non badare più di tanto a voi: ad un tavolo quella che pare una coppia di fidanzatini continua a bere il proprio caffè chiacchierando di fatti frivoli e quotidiani mentre ad un altra postazione un gruppo di tre amici viene servito dalla figura che, entrando, avevi visto situata dietro il bancone. Hiruma ascolta le tue parole, le tue domande, ritrovandosi a non sapere cosa dire man mano che ogni parola viene proferita. Apre e richiude le labbra in un susseguirsi irritante ed incerto, suoni strozzati che a stento escono fra i denti. Pare non sapere come comportarsi o, forse, come risponderti. < Io... > mormora lui deglutendo, fissandoti in viso con incertezza. < Io non so... > si guarda attorno spaesato, combattuto, quasi a voler cercare una sorta di scappatoia da una situazione che par certo più delicata e sottile di quanto non avrebbe mai potuto immaginarsi. Non capisci se stia cercando di evitare di risponderti o se, effettivamente, non sappia davvero cosa dirti fatto sta che quel silenzio interrotto solo da qualche vago balbettamento, viene interrotto d'un tratto da una squillante ed allegra voce al tuo fianco. < Hiruma caro perchè non chiami Yoko e ti fai aiutare col locale? > La figura fino a quel momento intenta a lavorare si rivolge al biondo con un sorriso stampato in volto che attraversa il viso intero da orecchio ad orecchio. < E dille anche di portarci un paio di caffè. Io e il nostro ospite abbiamo da fare una chiacchierata a quanto pare > continua a sorridere con quel fare assolutamente imperturbabile voltandosi solo ora verso di te, mostrando l'assoluta calma e serenità che avrebbe avuto in viso se invece di chiedere informazioni private su di un clan avessi chiesto una cioccolata calda. Il suo aspetto è decisamente ambiguo; guardando questa persona la prima domanda od il primo pensiero che salta immediato alla mente è se si tratti d'un uomo o di una donna. E' una figura esile, slanciata, alta poco più di un metro e sessanta con dei corti capelli neri che coprono solo parte del viso con un ciuffo folto e scuro. La pelle è bianca, pallida e le labbra sono estremamente sottili con un naso dritto e leggermente all'insù. La fronte è alta e gli occhi grandi, nerissimi, con folte ciglia scure a contornarli. Caratteristica distintiva è un piccolo neo sotto l'occhio destro. La sua voce è sottile, squillante, apparentemente femminile sebbene osservando con più attenzione la sua divisa non paia esserci traccia di seno. Indossa una camicia bianca con un cravattino nero ed un paio di pantaloni scuri tenuti su da un paio di bretelle color pece, la divisa che par essere standard in quel locale considerando che Hiruma par indosso i medesimi abiti. < Su, da questa parte > aggiunge continuando a sorriderti con fare affabile questa persona invitandoti a seguirla verso la porta dietro al bancone, quella con su appeso il cartello "Zona Staff". Varca la soglia per prima lasciandoti modo di entrare prima di richiudere la porta alle vostre spalle; vi trovate in un corridoio abbastanza buio se non fosse per la luce che viene dalle lampade al neon sul soffitto. Ci sono una serie di porte sulla destra ed una rampa di scale infondo che conducono ad un piano superiore. La figura avanza in silenzio fino all'ultima porta prima delle scale, sulla sinistra, e ti invita ad entrare per primo tenendo aperto il passaggio. La nuova stanza pare essere una sorta di saletta. C'è una finestra molto alta che dà sull'esterno, delle librerie ed un tavolo al centro della camera circondato da divanetti e poltrone. Un camino -spento- v'è in fondo alla stanza mentre al centro del tavolo, su di un centrino bianco ricamato a mano, è presente un vaso di fiori dai petali scarlatti, sottili: paiono quasi fili o dita affusolate. La figura estrae da una tasca dei pantaloni un leccalecca e, una volta scartato e gettata la carta in un cestino lì all'angolo, va a buttarsi su di una poltrona assaporando il suo dolcetto. Si posiziona quasi orizzontalmente sullo scranno: la schiena è appena curva poggiata contro il bracciolo destro della poltrona mentre le cosce son portate a poggiarsi verso il bracciolo opposto, con le ginocchia puntate verso l'alto e le gambe a pendere dall'altro lato, nel vuoto, dondolandole appena con estrema calma. < Allora, allora, allora > esclama allegramente fissandoti, la stecca del leccalecca a spiccare fra le labbra sottili. < Come mai ha bisogno proprio di noi per salvare qualcuno? Soprattutto, direi, non avrà bisogno di Hiruma. Quel ragazzino a stento ha capito come impastare il suo chakra, non gli affiderei di certo una vita se fossi in lei > spiega ridacchiando e rigirandosi il lecca lecca fra le labbra, i piedi a dondolare oltre la poltrona con fare tranquillo. < Anche se, ehi, scelta sua, eh? > [Interni: https://secure.static.tumblr.com/5ec150fe7b02ea54dd2e6479791ea4f8/4ztoyrh/2oCo7e1pv/tumblr_static_tumblr_static_9gv8nb8wn50kkg08sc0w08w0o_640.jpg] [Hiruma: https://myanimelist.net/images/characters/5/251959.jpg] [Figura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]

19:31 Hanae:
  [Anteiku] L'espressione dell'Uchiha rimane immutata, sguardo assottigliato appena a mostrare una serietà quasi spiazzante, elemento caratteristico di lui, seppur adesso si dimostri indirettamente..più minacciosa, l'espressione di qualcuno che effettivamente sta cercando qualcosa d'importante e determinante. Le gambe si trovano leggermente divaricate tra loro - circa la larghezza delle spalle del jonin - il busto dritto ed il capo che va inarcandosi di pochi gradi verso l'alto, l'iride cremisi posta verso il basso ad analizzare da capo a piedi quanto possibile notare del giovane genin. Non vi è niente di particolare in lui, ad un primo impatto, nè un'aria da shinobi nè..sicurezza. Qualcuno che di recente si è introdotto nello stesso meccanismo della vita, magari. Ma importa? No, non ha il tempo di stare attento a non ridurre in cocci i vasi più fragili, poichè il tempo in questo momento può essere visto scorrere come gocce di sangue appartenenti al corpo di Kimi. Gocce di sangue che colano nell'immenso lago nero nel quale Katsumi è stato immerso completamente per poco tempo, il lago che metaforicamente rappresenta la propria morte, il luogo dal quale è riuscito ad emergere grazie ad una forza che probabilmente non avrà l'occasione di vedersi manifestare per parecchio tempo a questa parte. E se Kimi cadrà in quel lago, beh..non vuole neanche pensarci per il momento, nonostante il prurito che sente continui a crescere, seguendo il battito stesso del proprio cuore. La mancina si sovrappone al braccio destro, intorno al gomito, le unghie a grattare appena quella sensazione che non viene affievolita in alcun modo..un tic nervoso nato poco prima di andare a Lian Yu, causato dalla stessa figura che per la prima volta lo ha avvicinato alla verità. In fin dei conti Katsumi non è stato il solo a divorare quando ha avuto scena il proprio più recente pasto. Alle poche parole espresse dal giovane con aria tra l'altro particolarmente confusa e disorientata segue un curvarsi delle labbra dell'Uchiha, tutto l'opposto di un sorriso, mentre i denti vengono stretti appena l'uno contro l'altro. Il chakra viene richiamato all'altezza della bocca dello stomaco, due sfere vuote che vengono avvolte sempre più nell'energia azzurra che compone il chakra..si ritrova prossimo ad attivare lo sharingan, a richiamare quel potere e rendere questo dialogo ben più breve di quanto potrebbe essere se continuasse a porre domande al giovane. Tuttavia tutto viene repentinamente fermato dall'avvicinarsi di una terza figura, le due sfere richiamate a sciogliersi e tornare nel keirakukei, lo sguardo dell'Uchiha a posarsi lentamente in direzione di colui o..colei che fino a poco fa sembrava essere solo un elemento appartenente allo sfondo delle vicende di Katsumi. Il capo si limita a ruotare di pochi gradi in direzione della neo comparsa, le parole da lei espresse a sottintendere che forse...ha trovato la persona giusta con cui parlare. Il giovane perde l'interesse del jonin, al suo posto si sostituisce una figura che sembra sapere ben più di quanto sembri, considerando quanto detto fino ad ora e basandosi sulla divisa indossata...il gestore del locale? In ogni caso qualcuno con ben più esperienza di Hiruma Goryo, la cui utilità potrebbe esser terminata così. Il braccio destro scivola sul bancone, le gambe ad alternarsi in un lento moto che va accompagnando i passi della donna, a giudicare dai pochi caratteri sessuali femminili evidenti al momento. Le labbra permangono serrate, segue semplicemente il passo altrui dove indicato senza porre ancora alcuna domanda..probabilmente sarà la lei ad avviare il discorso quando giungeranno al luogo adatto, che pare essere semplicemente un salottino, un luogo dove poter parlare senza particolare difficoltà, forse. Avvicinato anch'egli ad una delle poltrone, prende posto con serafica armonia. Schiena leggermente ricurva, si presenta cheto e..quasi placido. Ascolta le parole espresse da quella figura che ben presto si rivela essere un Goryo, a causa del noi inserito nella frase. Il gomito della mancina a posare sul manico della poltrona; pollice, indice e medio della stessa mano a poggiare sulla parte sinistra del capo di Katsumi, questo leggermente inclinato sulla sinistra, sorreggendo parzialmente il suo stesso peso. Gamba sinistra a scavalcare la gemella e labbra a schiudersi appena. < Qualcuno ha trapiantato dei reni "Goryo" in una persona contro la sua volontà, ma c'è un problema di compatibilità al momento. > Incalza, abbassando lo sguardo sulle mani adesso colorate di cremisi, lasciando scivolare assieme poche ciocche di capelli che quasi lo fanno sembrare un disegno su carta ruvida. < Sto cercando una soluzione. > Permane immobile, attendendo. [Chakra attivo][eleganza al top]

Lo sguardo di questa figura non abbandona mai il tuo viso, il tuo corpo. Ti osserva, ti scruta, senza però lasciar mai trapelare altro che una quieta allegria dal suo viso. Un qualcosa di semplicemente insolito considerando chi tu sia; non è da molti rimanere in tua presenza evitando di mostrare il benchè minimo segno di timore o di cautela. Par quasi lo sprovveduto agnellino che fiancheggia il lupo. Continua a giocherellare con quel lecca lecca appena scartato guardandoti con il controllo di chi è a proprio agio, di chi non ha nulla da temere. O di chi è troppo stupido per prestare attenzione a ciò che lo circonda. Chissà dove risiede la verità? Le mani dell'androgina figura vanno ad incrociarsi entrambe dietro la nuca mentre il capo ruota appena in tua direzione lasciandoti modo di parlare, d'esplicare il motivo della tua venuta. Al termine di esse il capo della Goryo viene reclinato appena all'indietro mentre le labbra si schiudono in una fessura. < Ooooooh > prolunga quel suono per diversi attimi lasciando dondolare le gambe oltre il bracciolo della poltrona ov'è accomodata. < Una gran brutta morte davvero, questa. Consumarsi dall'interno, pezzo dopo pezzo. > va a chiosare la figura con lo stesso tono tranquillo e imperturbabile di sempre, quasi non stesse discutendo della vita di qualcuno, ma di un qualcosa di ipotetico e di fittizio. < E' una morte lenta, graduale, che abbatte il corpo una parte per volta. I reni regolano lo scorrere dei rifiuti nel corpo, nel sangue, agli organi. Persi quelli ogni tossina, ogni cellula nociva nel nostro corpo prende a circolare tranquillamente nel sangue andando ad intaccare il cuore, i polmoni, persino il cervello, talvolta. Si moltiplicano e si diffondono fino a quando non è troppo tardi > continua a spiegare con quella sua voce squillante, viva, con le labbra ancora distese in un sorriso ampio. Un sorriso che in ben altre circostanze parrebbe persino affabile, gentile, ma che ora, in questo preciso momento, par più essere di scherno. Persino inquietante. < Chiunque abbia voluto trapiantarle quei reni doveva volerla morta. E di una morte orribile, direi. > si stringe appena nelle spalle lasciando roteare il lecca lecca fra le labbra per poi darsi una spinta col corpo -proprio dalla zona delle reni, ironicamente- e saltar su, in piedi, oltre il bracciolo della poltrona da cui pendevano le sue gambe. Va a gettar via il lecca lecca in un cestino posto nell'angolo della stanza, ancor sano, solo appena assaggiato e mordicchiato. Porta le mani dietro la schiena, la destra a tenere il polso della sinistra, mentre misura la stanza a passi larghi, quasi meccanici. < Così sei venuto qui per chiedere il nostro aiuto > aggiunge voltandosi verso di te, inclinando il capo verso la spalla sinistra, i capelli neri a seguire appena quel moto scivolando di pochi centimetri lungo il suo viso. Va a girare per l'intera sala fino a riavvicinarsi a te, a sedersi in terra, praticamente dinnanzi le tue gambe accavallate, dinnanzi al tavolino di ciliegio in mezzo alle varie sedute. Gambe a fornir appoggio, sorriso perpetuo a troneggiare in volto, mentre le iridi scure vanno a specchiarsi nel volto altrui. < Sai? Mi sono sempre chiesta > e sì, abbiamo ora la conferma che sia una donna < Come mai tu abbia un occhio del genere > cambia totalmente discorso andando a tenere la schiena ben dritta ed eretta, fissandoti con maggior intensità ora, maggior interesse. Ed è allora che qualcosa accade e, nel silenzio in cui va a cadere la stanza, puoi notare la sua iride destra andare a mutare. La sclera si tinge d'un tratto dell'ombra più nera, la pupilla color notte diviene ora una stilla di sangue che brucia e brilla in mezzo a quel mare nero. Un occhio che, a guardarlo, potresti quasi riconoscere come tuo. < ... > si sporge appena, verso di te, col busto a poggiarsi contro le tue gambe, per levare una mano a sfiorare semplicemente il tuo viso, le dita a toccare lo zigomo sotto l'occhio destro, laddove le cicatrici vanno sfumando fino a svanire nella tua pelle candida. < E' impossibile che possiamo avere qualcosa in comune, io e te. Eppure... > la sua mano abbandona il tuo viso, scivola piano, lenta, lungo la tua spalla, il braccio, fino a posarsi sul dorso della tua mano abbandonato lungo il bracciolo della poltrona. < ...possibile che sia soltanto una mera coincidenza? > Il sorriso svanisce, l'espressione si fa seria e persino la sua voce è ora diversa. Meno acuta, meno trillante, quasi pacata. Par quasi un'altra persona nonostante sia esattamente la stessa. < Sai, io non credo alle coincidenze. Credo nella possibilità di crearci il destino che desideriamo > E le sue labbra, solo ora, vanno distendendosi leggermente verso l'esterno in quello che par più un ghigno che un sorriso, estremamente diverso da quelli mostrati fino a quel momento sul suo volto. [Figura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]

21:02 Hanae:
  [Anteiku] Pare ancora voler rimanere immobile il corpo dell'Uchiha, quasi come una statua, come chi ancora non si trova abbastanza ad agio dal volersi muovere, dal prendere una confidenza che potrebbe comunque risultare fatale ai fini di questo incontro. La donna dinnanzi a sè sembra essere particolarmente a suo agio nonostante abbia davanti L'Uchiha, un modo di fare che hanno due tipi di persone: Gli stupidi e i forti. Difficile dare una reale categoria a quello che dinnanzi a sè sembra quasi avere i modi di un..pagliaccio? Quella costante risata, quel modo di fare che in un certo senso sembra mirare a innervosire chiunque vi interagisca, fattispecie Katsumi, che adesso..non è decisamente nello stato adatto. Ha davanti a sè le sue risposte e queste hanno semplicemente bisogno d'essere estrapolate da questa..sconosciuta. Quel volto sorridente che sembra quasi prendersi beffa di tutto e di tutti, il sorriso di chi par conoscere molto bene cosa sia una tragedia, il sorriso di chi tratta la tragedia come una commedia. Indice e medio della mano destra, poggiata sulla poltrona, a ticchettare appena sul tessuto che avvolge la propria pelle, il capo permane leggermente chinato di lato e..ascolta. Ascolta quel flusso di parole, quelle che paiono essere i sintomi di quanto sta accadendo adesso a Kimi. Inspira profondamente, le labbra si schiudono appena, cercando le pozze nere altrui. < Ne esistono tante, di morti orribili. > sul volto si tira appena un sorriso..totalmente fuoriluogo su quel volto, quasi come se..fosse un'indiretta minaccia. Niente di concreto, per il momento. Un lieve cenno del capo quando viene speculato che l'Uchiha necessiti del'aiuto altrui. < Siete in grado di porre rimedio? > Non vi è riverenza in quel tono, dove con "siete" si rivolge semplicemente alle identità che popolano il clan Goryo, quel ragazzino..questa donna, e probabilmente tante altre identità, considerando che da qualche parte Arima dovrebbe aver preso i reni sani di un Goryo. < Mh..? > La stanza viene avvolta dal più totale dei silenzi, pochi istanti che portano l'Uchiha a porre totalmente le proprie attenzioni sul fare altrui. Vede formarsi nell'iride destra altrui una macchia nera, non riconducibile all'innata Seiun, molto più simile...al proprio occhio. La pupilla del ragazzo si dilata in maniera percettibile, sul volto si dipinge per la prima volta in questi ultimi giorni un'espressione sorpresa. Quello che gli è stato fatto chissà quanti anni fa, adesso viene reincontrato in maniera del tutto naturale sugli occhi di questa donna. Lascia che il proprio corpo possa esser sfiorato appena, sono diversi i momenti passati a rievocare ricordi ormai passati della sua vita, le torture affrontate..quel dolore che lo faceva sentire tanto vivo dal fargli desiderare di morire. Impresse a fuoco oltre le cicatrici attorno all'occhio visibile, anche le immagini di quanto accadde per quasi un mese intero all'interno di quella stanza dal pavimento a scacchi nero e bianco, lo stesso pavimento che Nemurimasen mostrò alla sua prima apparizione. Probabilmente quel pavimento è stato il luogo nel quale è nata quella scissione nella sua mente. < Non abituartici. > Un placido avviso, riguardo il toccare l'Uchiha. Gambe e braccia a tornare dritte nella posizione originale assunta appena dopo essersi seduto, il braccio sinistro dell'Uchiha a tentare di afferrare il polso di Nimura, laddove la propria mano sta venendo toccata, semplicemente per scostarlo. Il proprio interesse verso quel clan..cresce, grazie a quella sola immagine, grazie a ciò che gli è stato appena mostrato. Tenta così di alzarsi in piedi, qualche passo verso la vetrata presente, dando appena le spalle a quella donna. < Odio far parte del gioco altrui..> ma la situazione attuale quasi lo costringe a dar corda a quelle parole. Per Kimi, per sè..per scoprire se c'è una correlazione con ciò che gli è stato fatto. < Cinque anni fa, forse di più, è il risultato delle prime torture da me subite. > Forse soltanto Kimi conosce come quei segni son nati nel suo corpo, e adesso anche..lei. < Cosa sai? E cosa rappresenta? > si riferisce in maniera sottintesa all'occhio stesso, al perchè lei possa far avvenire quella sorta di..trasformazione. [ Chakra on ] [ just top ]

Lo sguardo della donna permane tranquillo sul viso altrui all'udire quelle sue parole, quella sorta di velata minaccia accompagnata da quel sorriso che per la prima volta compare sul di lui volto. Ma l'espressione di lei non muta, non varia, permane quasi infantile, come se fosse una bambina totalmente all'oscuro del pericolo che potrebbe star correndo. Assolutamente tranquilla, divertita, continua ad agire senza timore né cautela sfidando forse l'imperturbabilità e la serietà dell'Uchiha. < Oh sì, sì, è vero. > concorda con lui annuendo col capo, lasciando scivolare il lecca lecca da una parte all'altra della bocca, fra i denti. < E sono sicura che ne hai sperimentate diverse nel tempo. Hai la faccia di chi la morte la conosce bene > ridacchia appena prima di rialzarsi e mettersi in piedi con un unico fluido gesto, una sola spinta delle reni. Va a gettar via quel dolce appena scartato, forse un semplice capriccio momentaneo, prima di udire la voce del mezzo Seiun raggiungerla ancora una volta. < Certo. E che ci vuole? > risponde semplicemente stringendosi nelle spalle, come se stia parlando della cosa più semplice del mondo. Ma l'argomento che ora più le preme affrontare non sembra esser questo, salvare la vita di un'entità senza nome non rientra nelle sue priorità, non per il momento. E' molto più interessata a lui, a quella figura che risiede ora nella sua stessa 'casa' chiedendole aiuto. Una posizione di potere che la diverte, la eccita, la fa vibrare di pura estasi. Vuole crogiolarsi in quell'attimo di superiorità ancora per un po', finché dura. E trarre da esso quanto più possibile. Supera il tavolino, il vaso con quei fiori sanguigni che tanto ama, e si prostra a lui, ai suoi piedi, in una posizione che nonostante tutto non cambia il ruolo dei due. Potrebbe apparir quasi sottomessa ad una occhiata esterna, adorante inginocchiata ai di lui piedi, ma è composta e padrona come non mai. Gioca in quella pantomima in cui per un attimo appena, l'uno ha bisogno dell'altro. E, oh, a lei piace molto giocare. Lascia ch'egli scosti il di lei braccio, che l'avverta quando lei va osando forse troppo in quel scoprire il suo corpo sotto le proprie dita. Dita che, al loro passaggio, paiono quasi fornirgli uno strano fastidio. Come di lieve disagio fisico, una specie di infiacchimento appena accennato. Una semplice sensazione? Chissà. < Scacciare la mano di chi potrebbe offrirti salvezza è quanto mai scortese. Non si fa > lo rimbecca appena con quel ghigno a permanere serio sulle labbra, un baluginare sinistro nell'iride ora scarlatta. Lo vede alzarsi, muoversi, avvicinarsi alla vetrata con fare tranquillo, misurato, lasciandola sola in terra. Ascolta il racconto, le sue parole ed inclina di poco il capo nell'udire quella spiegazione. < Hai già la tua risposta, allora > chiosa lei dopo qualche attimo di silenzio, rialzandosi poi da terra e portando le mani ad infilarsi nelle tasche dei pantaloni della sua uniforme. < Suppongo che l'unico modo per cui il tuo occhio sia divenuto così dipenda da qualche tipo di iniezione che ha intaccato i vasi sanguigni legati al tuo occhio. Oppure, in qualche modo, hanno assottigliato la struttura della tua sclera impedendole di schermare ciò che vi è dietro i nostri occhi. E' l'unico trattamento artificiale che conosco che possa portare a qualche simile conseguenza > esplica lei fissando la di lui schiena, la sua figura. < Nulla a che vedere con quanto succede a noi, comunque. > aggiunge poco dopo con un sorriso, voltando il capo verso la porta da cui, a breve, parte un bussare leggero. Immediatamente va a far tornare l'iride normale ed il sorriso sfacciato ricompare sul suo volto. Una ragazza dai vaporosi capelli azzurri fa il suo ingresso con un vassoio contenente due tazzine di caffè fumante. < Yoko! Ce ne hai messo di tempo, ragazza! Qui si iniziava a morir di sete > la sgrida con quel cantilenante tono acuto saltellando verso di lei per andare ad afferrare da sè il vassoio. < Su su, vai pure, qui ho da fare > la congeda poco dopo andando a riporre il vassoio sul tavolino, dandole le spalle al momento della sua uscita di scena. < Prego Katsumi > .. < Posso chiamarti Katsumi? Oh, sì, certo che posso > fa tutto da sola ridacchiando divertita con una mano a porsi per un attimo dinnanzi le labbra, le ciglia a sfarfallar rapidamente dinnanzi le iridi per diversi lunghi attimi. < Serviti pure. Non troverai un caffè migliore di questo in tutta Kusa. Ed anche fuori, ovviamente > garantisce lei andando ad afferrare una tazzina senza però sedersi. Ne beve un sorso dopo aver soffiato delicatamente su di essa e poi si umetta le labbra per catturare il sapore rimasto intrappolato su di esse. < Ad ogni modo... > riprende a parlare con un tono appena meno infantile, appena meno squillante, fissandolo in viso con le labbra ancora distese verso l'esterno in un sorriso assai simile ad una smorfia caricaturale. < Perchè mai dovrei aiutarti? O aiutare questa persona? > domanda con la semplicità di chi sta facendo la domanda più innocua e semplice del mondo. < Non so neppure chi sia, nè avrei interesse a salvare qualcuno che, di fatto, possiede un dono che non le appartiene > inclina appena il capo fissando l'altro senza mai distogliere lo sguardo. Tranquilla, serena, pare non temere affatto l'ira che il suo rifiuto potrebbe far sorgere nell'Uchiha. [Figura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]

[Chakra Katsumi: -10]

22:13 Hanae:
  [Anteiku] Lo sguardo scivola attorno a sè, in direzione della donna, tornando poco dopo su quello che è il notturno paesaggio che il caffè mostra a quest'ora della sera, o almeno..questo antro del caffè, che sembra più il salotto di una qualunque casa. Magari una sorta di zona adibita a dormitorio per chi lo necessita? Oh, insomma, non è decisamente importante adesso. Tutto quel chiacchierare rischia addirittura di fargli perdere il suo stesso filo logico. Il capo viene ruotato appena, mostrando di profilo parte de proprio volto alla Goryo e schiudendo appena le labbra. < Non quanto dovrei..> Una sottile ironia per quanto riguarda il conoscere in maniera diretta cosa sia la morte, cosa sia cadere in quel vasto abisso che forse..ha una forma unica per ognuno. Ricorda a malapena cosa provava, cosa vedeva, quelle mani che sembravano..trascinarlo a fondo di uno specchio d'acqua cremisi. < dovremmo. > Si corregge, indicando adesso un insieme, tirando una volta ancora un insignificante sorriso. Diversi istanti di tempo trascorrono, un'altra frase suona curiosa all'udito di Katsumi. La cura..è piuttosto semplice, dice. Questo vuol dire che hanno un metodo per salvare Kimi, e qua si sancisce in maniera imperturbabile che lui ha trovato ciò che cercava. Adesso, quanto a lungo dovrà essere protratto avanti questo gioco, prima di raggiungerne la fine? Quale sarà il prezzo che uno dei due oggi potrebbe pagare? < ... > scuote appena il capo in risposta alle parole di lei, riguardo l'aver scostato la propria figura dalla sua mano. Non ha modo di trovare un commento non compromettente. < Iniezione. > Conferma una delle due possibili ipotesi, probabilmente se gli avessero assottigliato la struttura della sclera l'occhio da fasciare sarebbe dovuto essere il sinistro e quello soltanto. Quindi, una semplice coincidenza in fin dei conti? Che quelle torture siano state semplicemente elaborate a seguito di un capriccio? Dalle labbra una nuvoletta d'aria ad essere espulsa, il proprio corpo a ruotare per intero in direzione della ragazza, Yoko, quando fa la sua apparizione assieme al caffè appena preparato. < Sono tutti Goryo? > Pone la domanda non appena la ragazza che ha portato il caffè viene congedata dalla stanza, osservando Nimura e ascoltando quanto gli viene detto. Qualche passo in avanti, indirizzandosi verso il vassoio e osservando per qualche attimo la tazzina di caffè posta lì sopra. Di norma non prenderebbe nulla da uno sconosciuto, probabilmente neanche della pura e semplice acqua, ma..non ci sarebbe alcun motivo, per adesso almeno, di causare danni al mezzo Seiun. Il busto si inarca in avanti e la mancina viene distesa verso il basso, così da afferrare la tazzina a sè correlata, senza ancora assaggiare ciò che vi è contenuto all'interno..non ama le cose calde. Le parole che seguono lo portano a stringere la ceramica stretta tra le mani, non tanto dal romperla, ma il necessario dal potergli permettere di inspirare profondamente e pesare adeguatamente quando vi è da dire. < Perchè ci sono due strade davanti a noi. > Assottiglia lo sguardo, particolarmente più serio e freddo di prima. La tazzina del caffè viene poggiata sul tavolino presente e gli indici di entrambe le mani vengono alzate. Da prima, il dito posto più in alto è l'indice sinistro. < Possiamo trovare un accordo, qualunque cosa ti interessi avere. Soldi..oggetti..favori..non importa. > La mancina viene abbassata, mettendo adesso in rilevanza l'indice destro e ponendovi lo sguardo al di sopra. < Oppure possiamo usare il metodo più abusato nell'intera storia di questo mondo...e ti assicuro che non potrei perderci di più, ora. > Il busto torna dritto e la tazza di caffè viene afferrata nuovamente nella mancina, un sorso del liquido adesso leggermente più apprezzabile. < Cosa desideri? > Un'ultima domanda, alla ricerca di uno dei soggetti chiave di questo dialogo. [ chakra on 80/90]

La conferma dell'altro porta la donna ad annuire appena, adesso a conoscenza della natura esatta di quanto gli sia accaduto. Una coincidenza così bizzarra che lascia perplessa persino lei nell'osservare quell'occhio così simile al proprio. Uno, unico. Lo stesso, persino. Non commenta, non dice altro, limitandosi poi ad udire in lontananza il giungere di una delle sue colleghe -o forse subordinate? Lascia ch'ella entri, che depositi il caffè che aveva precedentemente richiesto e poi la riallontana nuovamente. Per qualche motivo nasconde alla di lei vista quel suo occhio, quella sua natura che l'Uchiha ancora non può arrivare a comprendere o che non può certamente dire di conoscere. Ode la di lui domanda, lei, ritrovandosi poi ad annuire con fare semplice, sorridente. < Sì. Non tutti ancora lo sanno... ma sì. > spiega tenendo la tazzina nella man destra, le labbra a soffiare appena su quel liquido bollente che giace scuro nella chicchera. Anche l'altro va a mantenere la propria, non beve ancora, temporeggia, limitandosi ad ascoltare le parole della mora che par tornata la solita sfrontata buffona di sempre. Lei l'osserva, guarda il suo viso, le sue iridi e nota quella fiamma nera che brucia nel fondo dell'iride scarlatta. Ascolta la sua voce ferma, decisa, ed ode le sue parole notando il moto delle sue dita. Le offre lui un patto, un accordo, proponendosi di donarle in cambio qualsiasi cosa di cui lei possa aver bisogno in cambio del segreto che avrebbe donato la vita a questa persona per lui così cara. Una persona che, a giudicare dalla sua testardaggine, par essere per lui la più importante in assoluto. Ode anche la seconda opzione senza smettere lei di sorseggiare il suo caffè. Nonostante comprenda perfettamente il senso dietro le sue parole non par aver paura, anzi; c'è qualcosa che brilla nelle sue iridi nere, c'è una luce che scintilla quasi folle, divertita, mentre snudando i denti bianchi si ritrova a poggiare la tazzina sul vassoio. Solleva le mani dinnanzi al petto quasi in segno di resa, lei, ritrovandosi a ricorrere ad un tono di finto stupore, di finto sorpreso spavento. < Oh no, non ne ho interesse alcuno > si riferisce lei a quelle sue ultime parole, a quella seconda offerta che al suo orecchio par non essere affatto allettante. < Ma sai... io non credo che tu voglia ricorrere a questa via. O almeno, se io fossi in te, non lo farei > continua schioccando la lingua sul palato inclinando il capo verso la spalla destra e sollevando la relativa mano di modo tale da rivolgergli il dorso. < Ti consiglierei di guardare > e, dalla direzione che prendono a seguire le di lei iridi, è palese che non si riferisca alla sua stessa mano ma a quella di lui. Se adesso dovessi tu andare ad osservare ciò che vi è sotto il tuo guanto scarlatto, ecco che potresti notare al di sopra del dorso della tua mano, una chiazza violacea a tingere la tua pelle dal basso, sotto di essa. Un qualcosa che non sapresti riconoscere, che non potresti spiegarti. < Ma non ho voglia di ucciderti. Nè di farti del male, comunque. > va lei spiegando dopo qualche attimo andando ad avvicinarsi a te con dei passi lenti, leggeri, tranquilli. < La tua offerta mi interessa parecchio, in effetti. > rivela con un sorriso ricolmo di gioia, lo sguardo ad apparir quasi spiritato mentre le mani vanno unendosi quasi giunte fra loro all'altezza del petto, strofinandosi dall'alto verso il basso e viceversa. < C'è qualcosa che desidero avere e che non ti costerà neppure troppo sforzo donarmi, dopotutto. > il sorriso par quasi illuminarsi ora di una qual certa ironia. < Io. Voglio. Te. Ka-tsu-mi ~ > sillaba lentamente andando ad inclinare il capo, ad ogni piccola pausa, da una spalla all'altra, tenendo le iridi ben fisse su di te. Ma cosa vorrà dire, questo? [Figura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]

23:15 Hanae:
  [Anteiku] La discussione si protrae a lungo, tra frecciatine e secondi di puro silenzio, e difatti ciò che può essere visto fuori da quella vetrata è ormai pura oscurità mista alle fonti di luci artificiali delle quali il villaggio dell'erba, da Yukio dominato, ormai pullula. La notte pare piegarsi alla forza dell'uomo, in momenti simili, così come in tanti altri che l'Uchiha potrebbe venire a conoscere presto. Il braccio che sorregge la tazzina del caffè viene alzata e portata nuovamente alle labbra, un ultimo sorso prima di poter osservare definitivamente il fondo lucido di quell'oggettino impugnato, poggiato poco dopo nello stesso luogo nel quale è stato preso, ovvero il vassoio in metallo. Le prime parole della lei vanno ad esplicare rapidamente diverse cose, partendo dal fatto che lo staff è composto da membri del clan..fino al fatto che questo luogo è a modo suo paragonabile al quartiere Uchiha, semplicemente una casa. Andando avanti nel discorso, arrivano a quello che pare essere un punto cruciale, il punto nel quale potrebbe essere stipulato un accordo, o magari..enunciata l'ennesima battaglia. Ma in fin dei conti questa donna, probabilmente la guida dei Goryo, non sembra interessata a turbare la sua "super pace" che sembra adesso aleggiare attorno al locale stesso. E normalmente neanche Katsumi avrebbe alcun interesse nel turbare la quiete altrui, ma qua..beh, non è una situazione in maniera alcuna normale. < Penso che neanche tu voglia. > sorride appena, spostando lo sguardo sulla mano altrui e conseguentemente sulla propria. < Mh?> batte le palpebre un paio di volte, prima di rimuovere lentamente il guanto dove precedentemente ha ricevuto il tocco altrui. Una macchia..violacea? Mette a fuoco quella sorta di..infezione, tenta di appellarsi ai propri ricordi e anche a quelli di Akendo, ma non v'è traccia di quella cosa..qualunque cosa sia. < Hijutsu? > La loro innata? Lo sguardo rimane leggermente chino per analizzare quella macchia sulla sua candida pelle, aggrotta la fronte..ma non percepisce ancora differenza alcuna. Cosa ha fatto? Non riceve immediatamente una risposta, difatti ci si sposta rapidamente sull'oggetto di interesse di lei. Ed inoltre quella macchia potrebbe essere un ulteriore pezzo sulla propria scacchiera mangiato dalla Goryo. < Tsè..> la lingua schiocca sul palato, il guanto viene rimesso al suo posto e l'udito viene concentrato sulle parole altrui, ascolta qual'è l'oggetto del desiderio della Goryo...e semplicemente si zittisce. < Me? > Ancora silenzio, mentre cerca le iridi altrui per capire se sia effettivamente seria o meno. < ..spiegati meglio. > Non rifiuta però, attende di sapere quali restrizioni dovrebbe applicare quel contratto.. [ chakra on 80/90]

Un risolino leggero esce, divertito, dalle labbra sottili della ragazza dalla pelle d'avorio. < No di certo. Non sono mica una sciocca > Chi, dopotutto, vorrebbe ricercar lo scontro con la figura dell'Uchiha? Nessuno sarebbe tanto sprovveduto da sfidarlo fino a ricercarne un'incontro diretto, neppure lei. Gioca, stuzzica, provoca, certo. Ma balla a ridosso di limiti pericolosi tenendosi quanto più possibile al riparo da una vera e propria sfida. Si aggrappa a quel suo momentaneo controllo della situazione, approfitta del bisogno ch'egli ha di lei per giocare con quella preda così prelibata. Morde e fugge, morde e fugge. Ed un sorriso deliziato va allora aprendosi sulle di lei labbra quando osserva e scruta la reazione del mezzo Seiun al notare quelle chiazze violacee che si dipanano sotto la sua pelle: non v'è paura né panico nel suo sguardo, ma quasi una mera curiosità dovuta al non sapere cosa stia accadendo. Rimane d'un pezzo, piuttosto composto, quasi fosse talmente avvezzo alle difficoltà ed agli ostacoli della vita da non provar più timore di fronte a qualcosa che non conosce, ma solo semplice desiderio di sapere, di capire. La sua domanda porta la giovane a stringersi leggermente nelle spalle con fare capriccioso. < Chissà? > non risponde, non ancora, tira un altro po' la corda prima di decidere di passare al fulcro di quel loro discorso. Gli rivela ciò che le interesserebbe ottenere in cambio del salvataggio di questa persona e, ovviamente, si ritrova a fare i conti con la di lui sorpresa. < Beh, è una risposta piuttosto accurata, ma cercherò di entrare più nello specifico > sospira lei andando ad afferrare dal vaso posto sul tavolino uno di quei fiori dallo stelo sottile, dai petali simili a zampe di un ragno, scarlatti come gocce di sangue fresco. < Questo clan è, forse, il primo nato da degli esperimenti, da una manipolazione genetica. Il primo Goryo esistente non è nato con queste capacità, le ha sviluppate da sé con lo studio ed il sudore della fronte. E' un progetto portato avanti con perseveranza, impegno ed estrema fatica > per la prima volta par iniziare un discorso serio, privo di provocazioni o sorrisi di scherno. < Un progetto che sto portando avanti io stessa. > aggiunge poi guardando ora in viso Katsumi con occhi seri, fissi, un cambio d'umore così repentino da apparir quasi bizzarro. < Desidero che questa famiglia, semplicemente, cresca in numero. Siamo ancora pochi, molti non sono ancora capaci di sfruttare il potere che gli è stato tramandato e per questo siamo ancora piuttosto sconosciuti, quasi sottovalutati > continua stringendo le labbra in una linea dura, un chiaro lampo di fastidio ad attraversarle lo sguardo, il viso. < Ma... se potessimo contare su un guerriero del tuo calibro, del tuo livello, oh, allora nessuno oserebbe ancora sottostimarci. Sarebbe un salto avanti incredibile per noi, potresti essere l'unico dopo di me a poter sfruttare a pieno i poteri che questo sangue è capace di donare > s'appassiona, s'emoziona, si fomenta lei mentre il discorso prosegue ed è palese l'eccitazione che riempie la sua voce ed il suo sguardo. < Per cui, sì, è questo ciò che voglio in cambio della vita di questa persona. Voglio che tu sia uno di noi. Voglio donarti il nostro sangue, il nostro potere e vederti sfruttarlo al mio pari, portare nuova forza a questa famiglia e... chissà? Magari qualche altro membro > Beh, la speranza è l'ultima a morire. < Naturalmente, poi, anche la persona che desideri salvare potrebbe finire con l'ottenere queste nostre capacità. Nel momento in cui i suoi reni verranno... rivitalizzati il suo corpo muterà. I suoi geni andranno a mischiarsi ai nostri e diverrà una Goryo anche lei. Oh... beh, una mezza Goryo. Ci si accontenta di quel che si ha, insomma > si stringe lei nelle spalle andando a rigirare quel fiore scarlatto fra le dita portandolo al viso, inspirandone a fondo l'odore, l'aroma deciso, selvatico. < Naturalmente non perderesti alcuna tua attuale capacità, in verità avresti solo da guadagnarci. Sarebbero nuovi poteri ottenuti al mero prezzo di una piccola operazione. > specifica lei risollevando ora lo sguardo verso il di lui viso, le labbra a distendersi in un ghigno divertito, compiaciuto. < Per essere uno scambio, non hai assolutamente nulla da perdere o da sacrificare... Mi sembra piuttosto conveniente. > [Figura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]

14:46 Hanae:
 Inspira appena al dire altrui, decisamente pare che entrambi non mirino a causare più danni di quelli che già sono, Nimura..tiene particolarmente al suo clan, così sembra e viene confermato dalle parole che seguono al loro discorso che pare aver superato le prime frecciatine ed i primi argomenti svianti, giungendo dunque al piccolo nocciolo cremisi che rappresenta lo scontro d'interessi di entrambi i due lati. Uno scontro che potrebbe rivelarsi molto meno combattuto di quel che sembra, da una parte un uomo che vuole aiutare una persona a sè cara, dall'altra una donna che cerca di fare il meglio per il gruppo di persone che rappresenta. Forse quelle due figure sono meno incompatibili di quanto inizialmente sembrava, forse questa giornata potrebbe terminare con un accordo..ma non è ancora il momento di fare un sospiro di sollievo, il meglio arriva ora. La prima frase che anticipa lo specificare quanto chiesto dall'Uchiha ottiene risposta tramite un cenno della mano di Katsumi, seguita dalle labbra che si schiudono in un freddo e quasi sussurrato < Prego. > rimane dunque in attesa, lo sguardo si sposta sui fiori che poggiano nel vaso posto al centro del tavolino, fiori..particolarmente belli, per certi versi malinconici. Tuttavia ogni singola distrazione svanisce quando viene percepito un tocco di serietà in più nel fare altrui, parole che non velano nessuna frecciatina, nessun sarcasmo o ironia. Ascolta il breve riassunto della storia dei Goryo, il modo in cui quell'innata ha avuto origine lo lascia particolarmente sorpreso. < Un..hijutsu artificiale? > sopracciglio sinistro ad alzarsi, curioso pensare che qualcuno è stato in grado di creare con soli studi ed esperimenti un potere da paragonarsi ad una qualunque innata presente in natura. Studi che portano alle loro spalle una lunga fila di cadaveri, sicuramente. Pochi passi per scostarsi dalla vetrata e dunque avvicinarsi maggiormente alla figura che quasi con certezza guida l'intera piccola comunità Goryo, ogni singola parola viene analizzata in ogni possibile significato nascosto, in ogni singola piccola clausola che potrebbe vincolarlo a qualcosa di pessimo, ma nulla di tutto ciò si presenta. Un'offerta nella quale non trova reali problemi, se non un ultimo dettaglio.. < Sei in grado di far andare l'intervento per il meglio? > Un potere che possa garantirgli di non avere particolari problemi con quel sangue di origini artificiali, probabilmente correlato allo stesso potere in grado di risolvere i problemi di Kimi. Secondi di silenzio, nei quali le parole della capoclan si esauriscono, dandogli dunque modo di analizzare in maniera definitiva quell'offerta. Fare parte in maniera attiva a questo..clan, a primo impatto si tratta meramente di guadagnare delle abilità, ma gli costerà tempo, probabilmente ulteriore fatica per padroneggiare il potere stesso..e altri momenti di disagio in compagnia della donna. < Farò parte di questo..clan > si può definire tale? < Quindi la risposta è sì, accetto. > Pochi passi ancora verso la donna, rendendo quelle distanze praticamente nulle, permettendo ai loro occhi - quanto meno quelli esposti - di potersi incrociare. Non esita particolarmente nel dare una conferma, anzi..avrà modo di testare sulla sua stessa pelle il potere che dovrà forzatamente fluire nel corpo di Kimi per guarirla, una sicurezza in più, da un certo punto di vista. < Mi affido al tuo buon senso per quanto riguarda l'efficacia effettiva della cura. > Un sorriso tirato sul volto, tornando al silenzio. E' fatta? [ Chakra on 80/90] [T][O][P]

La domanda, l'interesse che flebile traspare dal viso del ragazzo porta la giovane donna ad annuire appena col capo con un sorriso fiero e compiaciuto a frastagliare le sue labbra sottili. < Interessante, eh? > domanda lei rigirandosi quel fiore scarlatto fra le dita con fare tranquillo. < Quello che può fare una mente geniale e un po' di sano impegno > gli occhi brillano di soddisfazione, di soddisfazione prima di proseguire nel suo discorso, di proporre all'altro quella che è la sua condizione per salvare la vita di questa persona. A giudicare dal suo disperato bisogno di trovare una cura, probabilmente, una donna. Egli soppesa ogni parola, ascolta, non fiata. Ha bisogno di valutare attentamente ciò che gli viene offerto, ciò cui si sta sottoponendo. Evitare inganni, scovare svantaggi che lei potrebbe star omettendo per sfruttarli in un secondo momento. Ma nulla par emergere dall'attenta analisi di lui che, infine, va ponendo un'unica cruciale domanda. Il verso della lei risulta quasi divertito. < Oh! > un cenno della mano che s'agita appena accanto al viso con semplicità. < Che domande! Mio padre ha studiato per anni come riuscire a rendere compatibile questo gene nel corpo di qualcuno già dotato di una innata, ormai abbiamo trovato un modo sicuro per far convivere questo potere assieme a qualsiasi altro. Non temere: il tuo Sharingan sarà al sicuro > ridacchia lei divertita, andando dunque a tentare d'avvicinarsi a lui offrendogli quel fiore in dono. Ed è solo a quel punto, dunque, che l'altro va accettando quello scambio, quell'offerta, ponendosi di fronte alla donna e puntando le iridi in quelle di lei. Il sorriso che si allarga sul volto della Goryo è radioso, brillante e le mani vanno ad unirsi una, due, tre volte in una sorta di piccolo, solitario, euforico applauso. < Ooooooh! Splendido! Meraviglioso! Magnifico! > esclama lei illuminandosi in viso, iniziando a saltellare per la stanza con una bizzarra euforia. < Oh sì, sì, sì, sì, sì! Prepareremo una festa! E ti assegneremo una stanza, e anche alla tua donzella e, oh, che meraviglia! > esegue una mezza piroetta sul posto ritrovandosi poi a voltarsi verso Katsumi con l'espressione folle di chi è incapace di contenere la gioia. Ridacchia udendo quelle ultime parole ritrovandosi a scuotere appena il capo con fare divertito. Si riavvicina a lui muovendosi con dei saltelli leggeri, brevi, infilandosi fra le poltrone e il tavolino fino a fermarsi al suo fianco, le iridi scure a puntarsi decise su di lui. < Mi è venuta una idea deliziosa, Katsumi caro > sogghigna lei sfarfallando le ciglia scure con fare quasi civettuolo. < Ho deciso che sarai tu stesso a salvare la tua amica, donna, quello che è. Ti insegnerò come fare e tu potrai salvarla con le tue stesse mani. Così io sarò sicura che ti unirai davvero a noi e tu avrai i mezzi per raggiungere il tuo scopo e potrai assaggiare da te quelle che sono le nostre capacità > la sua voce è ora quasi una carezza leggera, come volesse tentarlo, cercare di catturare la sua curiosità attirandolo alla loro causa facendo leva su quel potere di cui non è ancora a conoscenza. < Ma prima di tutto ci sarà bisogno di... mhn... trasformarti. Appena sarai pronto -e, oh, ti consiglio di non aspettare troppo se vuoi salvarla davvero- torna qui e chiedi di Nimura. Ti porterò nella mia stanza dei giochi e lì avvieremo il tutto > Spiega lei rivelando solo ora, infine, il suo nome all'altro giovane. < Non preoccuparti, non farà male, sarà solo una piccola trasfusione di sangue e sarai accuratamente monitorato, per cui zero rischi, zero dolore e tanto nuovo potere > alza il pollice della mano sinistra distendendo le labbra in un mega sorriso a trentadue denti. Sarà che gestisce un locale, sarà deformazione professionale, ma par quasi stia cercando di vendere qualcosa dal modo in cui sta parlando. Manca solo, ormai, la fatidica frase "Soddisfatti o rimborsati". Al termine di questa conversazione, ad accordo raggiunto, Nimura si appresta dunque a tornare alla sua scatenata e bizzarra danza della vittoria mentre a Katsumi è lasciata tranquillamente via libera per uscire, prepararsi psicologicamente e non a ciò che l'attenderà da ora in avanti. [END] [Nimura: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/31/2f/4d/312f4de31bad4e226dd50e29fc5239b7.jpg]

15:53 Hanae:
 Attento l'udito ad ogni parola dalla lei espressa, quel modo di fare nei confronti del proprio hijutsu artificiale che per certi versi...sembra un attaccamento al limite dell'ossessivo, come se quel gene fosse per lei una sorta di figura concreta da proteggere, il suo compito. Una mente geniale quella che ha dato fondo a questo nuovo potere, o forse..semplicemente folle. Una sottile linea che spesso accomuna la follia alla genialità, entrambi elementi che portano a risultati strabilianti, ma in maniere totalmente differenti. La genialità si limita a seguire le regole della natura, limitandosi a sfruttare il possibile per prendere forma; la follia..beh, è scegliere una di queste regole per poi spezzarla, non è forse quello che questo primo Goryo ha fatto? < Mh..> un cenno del capo quando viene affermato che non ci sono reali rischi per quanto riguarda l'operazione che verrà effettuata per far sì che il corpo dell'Uchiha venga geneticamente cambiato. Lo sharingan dovrebbe non subire alcuna ripercussione, di conseguenza nessun ulteriore problema, forse è la volta buona per riuscire a mantenere il potere dei propri occhi maggiormente sopito, affatticandoli di meno e manifestando comunque un potere con caratteristiche particolari. Non sa nulla sulla stessa macchia che è presente nel suo corpo, vista precedentemente oltre il guanto, eppure ..è curioso, curioso di sapere quanto può essere realmente utile quel potere. Lascia che la donna possa mostrare la sua gioia per l'aver stipulato un degno accordo, osserva quel sorriso tanto radiante dal metterlo quasi a disagio, la fronte permane appena aggrottata in quegli attimi, giungendo poi a quanto riguarda il curare Kimi. < Così sia, allora. > Dovrà per un po' ricevere insegnamenti da questa Goryo, a quanto pare. E prima di quello dovrà allenare quel potere per far sì che sia totalmente controllabile. La mancina a distendersi in avanti, per afferrare il fiore che gli viene donato quasi a segno di quel loro patto. Una stretta di mano, beh..preferisce evitare di avere un'altra macchia violacea sparsa sul corpo. Viene anche rivelato un piccolo particolare per tutto il loro discorso rimasto nascosto, chiedere di Nimura, dovrebe essere il nome altrui, a giudicare dalle parole che seguono? Memorizza quell'informazione, facendovi seguire un solo cenno del capo. Prima di schiudre le labbra per rispondere attende semplicemente che quella sotto specie di sponsorizzazione di un'innata termini. < Tornerò presto..> non è di tante parole, probabilmente mai riuscirà ad incalzare un discorso di tante parole con Nimura e tutti i problemi che gli pesano sulle spalle, come se proprio fosse il ruolo di porre rimedio a tutto ciò che è in corso. E forse..è davvero così. < Buona...danza. > osserva il fare altrui, una punta di ironia si fa notare prima di iniziare a muoversi per allontanarsi da quel locale..tornerà presto, a quanto pare. [ end]

Katsumi giunge finalmente all'Anteiku, il caffè dove gli è stato detto che avrebbe trovato Hiruma Goryo.

Giunto qui egli trova effettivamente il suo obiettivo che si rivela però essere un disorientato ragazzo basito dalla presenza dell'Uchiha nel locale. A trarre d'impaccio i due giovani, però, è una stravagante e bizzarra ragazza dall'aspetto androgino che invita il mezzo Seiun in una sorta di salotto alle spalle del caffè. Qui i due hanno modo di discutere e Katsumi le chiede aiuto per salvare una persona a lui cara. Nimura -così si presenta a fine chiacchierata la giovane- pare inizialmente riluttante ad aiutare qualcuno che non conosce, ma alla fine propone all'Uchiha un accordo.

Se avesse accettato di entrare a far parte del suo clan e di farsi trapiantare dei geni Goryo in corpo, lei gli avrebbe insegnato come salvare la sua donna.

Spinto forse dalla curiosità di osservare questo nuovo potere, spinto forse dal tentativo di utilizzare una forza sostitutiva allo Sharingan, o forse dal solo bisogno di salvare Kimi, Katsumi accetta.


Mi sono divertita un mondo a muovere Nimura e a leggere i post del povero Katto ♥
Davvero una bella ambient a cui mi spiace non poter dare px ç_ç

Ps. le chiazze violacee svaniscono nel giro di qualche ora senza alcuna ripercussione, dimenticavo u.u

E nulla. Come direbbe qualcuno... Top.