Una promessa svelata

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15:14 Katai:
  [Chiosco | Esterno] La Foglia - e Kagegakure tutta - si appannano di un velo d'acqua. Questo si distende su ogni cosa, in quel pomeriggio uggioso e grigio, che opacizza i contorni, smussa gli angoli, confonde le forme. Ed esalta gli odori. Tutti, indistintamente. Quale miglior diversivo dai propri pensieri, se non quello di un buon piatto di ramen , proprio dal famigerato Ichiraku, che oramai ha esteso il suo dominio economico e commerciale - nonché culinario - all'intero Villaggio dei Sei. Nei pressi del Chiosco, però, s'aggira un'Ombra, un giovane nerovestito, che indossa abiti umili e sciatti, perlopiù semplici. Sono vesti pesanti, sì, ma senza ghirigori , né fronzoli, tranne un ventaglio rosso e bianco, stilizzato e disegnato sulla superficie posteriore della maglia scura che lo shinobi indossa. E' l'unico tratto distintivo di un'appartenenza più radicata e specifica rispetto alla mera sudditanza al Consiglio di Kaagegakure. Che, tuttavia, non è espressa in alcun modo, neanche da un semplice coprifronte. Ed è quindi impossibile ricollegarlo ai ranghi militari ninja, se non fosse che porta con sé una tasca portaogetti, legata alla cintola e nella quale cela tutto il suo scarno equipaggiamento. Nessun arma d'offesa. Indossa dei pantaloni scuri, che terminano entro calzari dalle tinte fosche. Quest'ultimi s'abbattono sul selciato brullo e fangoso, cercando d'evitare il sentiero più umido e pieno di rivoli e ristagni d'acqua, in favore della porzione destra della strada, quella che vede affacciarsi la carreggiata su di uno spiazzo più largo, dove egli emerge e si ritrova a fissare le tendine decorative del Chiosco di ramen, sotto un'ombrello cremisi, aperto sul capo, a proteggere la chioma - ed il corpo - dall'intemperie. Non che dimostri fastidio o fretta in presenza di quell'agente atmosferico, ma le temperature, per quanto mitigate dall'agglomerato urbano, sono pur sempre invernali e mordono la carne, proprio dietro quella sciarpa vermiglia che si arrotola e spiraleggia sul cingolo scapolare, discendendo poi oltre la spalla destra, sulla schiena. [Chakra Off][Equip: fuuda con tronchetto x2|tonico pf x1|tonico chakra x2]

15:22 Akihit:
  [Chiosco di Ramen] Una giornata sotto la pioggia è ciò che si prospetta per il povero Akihito. I piedi ormai pieni di calli e vesciche dovute a lunghe camminate scalzo, iniziano a fare davvero male. Il giovane ragazzo, cerca di trovare riparo e si avvicina nella zona del chiosco di Ichiraku. Più che mangiare il suo obiettivo oggi è quello di ripararsi dalla pioggia. Alza gli occhi verdi come un prato, ma stanchi e accompagnati da borse dovute alle poche ore di sonno, al cielo. Le gocce gli attraversano la fronte scendendo molto rapidamente. Akihito è sempre stato un grande ammiratore della pioggia ma l'intensità non sembra rallentare. I capelli grigio genere sono completamente inzuppati e decide di passare le mani allargando le dita come pettine per portarseli all'indietro. Una volta passati i capelli all'indietro, torna a mettere le mani in tasca, se così si può chiamare. Infatti Akihito indossa dei calzoni completamente rovinati e a tratti strappati, ovviamente inadatti alle temperature. Nel mentre fischietta una canzone che sua madre gli cantava da piccolo, si avvicina finalmente al chiosco di Ichiraku e si ripara sotto il tendone del locale. Ora può aprire finalmente gli occhi e nota un ragazzo un po' più grande di lui sicuramente, vestito male ma sempre più coperto.

15:31 Katai:
  [Chiosco | Esterno] Nell'era moderna e tecnologica in cui vivono, seppur reclusi tra quelle Mura difensive - o forse no ? C'è ancora chi cucina su fornelli a gas o in forni a legna, proprio come una volta, proprio come Ichiraku stesso. I fumi del pranzo si espandono a dismisura, tutt'attorno al Chiosco, attirando anime affamate, spiriti mendicanti, avventori d'ogni sorta. Ma i posti a sedere sono limitati, rilegati a sgabelli che fronteggiano il bancone e dominano la strada antistante. Le tendine decorative e pubblicitarie del locale scendono a coprire parzialmente l'interno, ma non abbastanza da lasciar nascosta la schiena o le gambe di chi si attarda alla ricerca di un buon piatto di ramen o semplicemente qualcosa di caldo. In fondo, l?Inverno non ha pietù per nessuno: ricco o povero che tu sia, non c'è scampo alla morsa del gelo. La mano libera dello shinobi si solleva alla sciarpa, andando a sistemare le pieghe di stoffa rossa che si avvinghiano attorno a quella maglia, dal colletto alto e circolare, che sfiora il mento. Si prende cura del proprio abbigliamento, ma solo nell'ottica in cui questo possa risultare funzionale a qualcosa, come coprirsi, ad esempio. Non sembra particolarmente curato nell'aspetto, se non fosse che quella chioma corvina, spettinata ed ispida - tanto quanto ribelle - domina la sommità del viso adunco, magro, dai tratti obliqui e ripidi. Sono occhi bui quelli che indagano la clientela del locale, dall'esterno, prima di avvedersi di quel figuro dalle vesti lacere e zuppe di pioggia, proprio come la sua chioma cinerea. < Tutto bene ? > Domanda, spontaneo, mitigando il tono in un'inflessione preoccupata, forse sinceramente interessata alle condizioni del soggetto ( Akihito ). [Chakra Off][Equip: come sopra]

15:45 Akihit:
  [Chiosco di Ramen] Il locale sembra un po' più vuoto del solito. Il povero Akihito sta dando un'occhiatina all'interno come se stesse cercando qualcuno o qualcosa. Si allunga con il collo e si tende verso la sinistra con il corpo alzando il piede destro e tenendosi ad una parete. Sembra guardarsi intorno, come se stesse evitando di incrociare lo sguardo di qualcuno. Inizia a parlare tra sè e sè, cercando di architettare qualcosa di sicuro non molto legale. Stanco della situazione in cui si trova, ora vuole mangiare e non si cura molto di nascondere il suo fare meschino e vago. A complicare la situazione, ci pensa una cameriera che passa lì, proprio vicino a lui, con due piatti di ramen ancora fumanti. Akihito si tende ancora di più, probabilmente per avvicinarsi ai due piatti che stanno passando per almeno odorarne il profumo. Ad un certo punto, sente delle parole dietro di lui: non è abituato a sentirsi parlare da un altro essere umano ma oggi si sente fiducioso e decide di girarsi su se stesso con fare molto calmo per verificare, come crede, che l'intestatario di quelle parole non stesse parlando proprio con lui. Una volta giratosi nota un ragazzo, non vestito molto bene ma sicuramente più coperto di lui. Lo squadra dall'alto verso il basso e solo dopo si accorge che il destinatario è proprio lui. Non sembra molto fidarsi degli altri e infatti si mette un po' sulle sue. Sembra che, non solo non si fidi, ma abbia proprio paura, forse dovuto a brutte esperienze vissute. Ti ricambia con un cenno di sorriso finto, quello che si dà per convenzione e risponde finalmente < Secondo te va tutto bene genietto? > mentre indica le sue condizioni, ovvero maglietta e pantaloni strappati, piedi leggermente sanguinanti nelle piante e occhi spenti e stanchi accompagnati da lacrime.

15:56 Katai:
  [Chiosco | Esterno] Sosta, quindi, sull'uscio - che, in realtà, da Ichiraku, è costituito semplicemente da quelle tendine penzolanti, sulle quali capeggiano i kanji pubblicitari e decorativi. Il resto, poi, è una parete vuota, una su quattro, che mostra parte dell'interno ai passanti, quelli che si avvicendano lungo la strada antistante il chiosco. Uno di questi è senza dubbio Akihit, che appare, almeno a gli occhi del giovane Uchiha, un vero e proprio pesce fuor d'acqua. O dentro l'acqua, vito quanto è bagnato. Benevolo e caritatevole, tenta di vincere la propria insicurezza sociale, che , solitamente, lo porta a chiudersi in sé stesso, in maniera quasi inamovibile. Ora, invece, tende un mano - almeno verbale - verso quella sagoma sconosciuta, dal volto anonimo e le vesti lacere. E' proprio sul volto, però, che si sofferma, indagandone le profondità dello sguardo, attorniato da quella fitta rete di capillari che emergono in superficie, macchiando di nero e viola il perimetro basso delle orbite. E' il gesto altrui a guidarlo sul resto della figura, così da avvedersi anche dei piedi scalzi e logori. Logori come lo stesso Kokushibo, tanto nella pelle quanto nello spirito, probabilmente. < ! > Le sopracciglia sussultano, sotto il profilo seghettato dell'ombrello, che ora cala di lato, richiuso da gesti flemmatici, distratti, ma pur sempre decisi e diretti. < ... > La sorpresa macchia le nere iridi, diluendosi nell'oceano di pece scura che ristagna tra le sue di orbite. Lo fissa, senza pudore, senza remora, non conoscendo la discrezione, né la carità sociale. < Hai bisogno di aiuto ? > Glissa la domanda altrui, dimostrandosi, però, sinceramente interessato alla condizione altrui. Che sia un reduce della lotta contro le chimere ? O semplicemente un abitate del Quartiere Povero di Kiri che è giunto sin lì ? [Chakra Off ][Equip: fuuda con tronchetto x2|tonico pf x1|tonico chakra x2]

16:10 Akihit:
  [Chiosco di Ramen] Non sembra molto contento di quella domanda, come se stesse subendo un interrogatorio o qualcosa del genere. Provenendo dai quartieri poveri, di sguardi accondiscendenti e di falsa pietà ne ha subiti a gettare. Alza di nuovo verso lo sguardo per studiarlo, come se stesse capendo se stesse cercando di interrogarlo o semplicemente stesso chiedendo. Nota la reazione del ragazzo, che probabilmente sta cercando di fare il superiore o il grande della situazione. Si avvicina all'estraneo e decide di girargli intorno quasi come se stesse studiando la sua preda, ma alla fine si riposiziona davanti a te e si siede a terra, ormai distrutto dai giorni senza mangiare, per far riposare quei poveri piedi. Stende le gambe e si appoggia con le mani a terra portando leggermente il corpo all'indietro. Alza il capo leggermente scrutandoti un'ultima volta prima di parlare e finalmente ti fa un sorriso vero. < Non sembri un ninja, quindi questo non è un interrogatorio vero? > Continua... < Si avrei bisogno di aiuto ma in questa città, noi ragazzi dei quartieri poveri non veniamo mai aiutati, quindi non vedo perchè lo debba fare tu>. Ora cerca di rialzarsi, con un gemito di dolore, appoggiandosi ad uno sgabello presente lì vicino. < Non mangio da giorni....avete da mangiare? > Conclude così il suo parlare, nel mentre nota che il suo labbro è screpolato, molto probabilmente dovuto alla disidratazione e allo sfinimento dovuto al camminare giorni senza mangiare e ti scambia un ultimo cenno di sorriso, molto forzato, quasi come se stesse per crollare a terra visto che ha usato le sue ultime forze per rialzarsi.

16:24 Katai:
  [Chiosco | Esterno] E' evidente come, di fatto, non trovi nella reazione altrui quell'ancora sociale e bonaria a cui aggrapparsi, per poter fuggire dalla sua indole remissiva e silenziosa. < ... > Tace ,quindi, mentre l'altro gli gira attorno. Lo sguardo volge, per primo, oltre il bancone, là, nella cucina, dove il cuoco s'affaccenda per servire il pranzo ai più. E la sua preoccupazione si esplica in quello sguardo buio, che s'indurisce, stretto tra sopracciglia e zigomi, in un cono buio, nero, come notti derubate delle loro stelle. Una ruga si approfondisce sulla fronte, altrimenti limpida e pallida, così nettamente contrapposta - almeno dal punto di vista cromatico - con l'indumento scuro e la chioma di pece. Quest'ultima è teatro di un gesto lento, ma preciso, che porta cinque dita adunche, della mano sinistra, a sfiorare le ciocche, trapassando l'interezza della capigliatura, quasi a saggiare la reattività altrui, in maniera indiretta, come farebbe con un ladro che tenta di borseggiarlo e lo minaccia apertamente. Non pare questo il caso, tuttavia, ma la presa sull'ombrello, nella mano opposta, si rafforza e le nocche, coperte da bendaggi candidi, ma logori, che fuoriescono dalle maniche lunghe della maglia, sbiancano. E' solo lì che, il nervosismo, se palese, si sfoga, solo lì e nel profilo più sghembo e rigido del volto. Rimane fermo, di fatto, lasciandosi accerchiare, in silenzio, alla stregua dell'ennesimo traliccio della luce, uno dei tanti siti lungo la strada che conduce sin lì. Uno dei tanti sparsi qua e là per Kagegakure tutta. Non ha l'autorità per mettere sotto torchio quell'anima allo sbando, ma ha il diritto di difendersi, qualora ce ne ne sia bisogno. < Perché io non sono come gli altri. > Sentenzia, lapidario e diretto, colto nel vivo da quel commento sprezzante. La voce è pacata, bassa, ma sibila di un'inflessione più ripida, aguzza. < Prendi quello che ti serve per sfamarti. > Fa cenno, ammiccando verso il bancone, senza avvicinarsi d'un centimetro a quel movimento tremolante che l'altro esprime. Non ha intenzione di cadere in una trappola perfettamente recitata. Per quel che ne sa, potrebbe essere un furfante qualunque. Non batte ciglio, ma attende una risposta. < Offro io per te > Conclude. [Chakra Off][Equip: come sopra]

16:42 Akihit:
  [Chiosco di Ramen] Ascolta le parole del ragazzo, come se fossero musica per le sue orecchie. Continua ad osservarlo incredulo, non riesce ancora a credere che riuscirà a mangiare. Cerca di fare il duro e non abbandonare la fama che ha nel suo quartiere, ovvero di quello che non piange mai e che affronta sempre tutto a testa alta. Nota il cenno ad entrare e ora sembra finalmente rilassarsi. Il cupo Akihito ha abbandonato la stanza. Sembra essere cambiato e aver riacquisito alcune forze già dall'idea che finalmente possa mangiare. I suoi fari educati, come se fosse stato figlio di una famiglia benestante tornano a farsi vedere. Mani e braccia sono appoggiate ai lati del corpo, ritte come livelle e il petto è all'infuori, come i migliori ninja ad una presentazione davanti a un Hokage. Ora si prostra chinando il capo e si presenta, non senza prima ringraziare il suo datore di cibo. < Grazie, grazie non sai quanto io ti sia grado!... Il mio nome è Akihito Kokushibo... sono purtroppo un orfano ma ero figlio di un importante mercante...la sua dipartita è ciò che mi ha condotto a queste condizioni >. Ora cerca di darsi una sistemata come meglio può. Con il solito movimento delle mani, allargando le dita delle mani come se fossero un pettine, si ridà l'ennesima sistemata ai capelli che ora sono lavati dalla pioggia e finalmente si possono rivedere nel loro antico splendore. Capelli che vanno sul biondo e il grigio genere sono rari da vedere, almeno nei quartieri poveri. Una volta sistemati i capelli, prova disperatamente di dare un colpo di abbellimento al proprio vestiario. Sistema le grinze della maglia e si abbassa successivamente per quelle dei pantaloni. Una volta sistematosi come meglio poteva...finalmente segue il ragazzo < Di nuovo, grazie mille, probabilmente mi hai appena salvato la vita >.

16:49 Katai:
  [Chiosco | Esterno] La pioggia continua a martellare il Mondo. Tanto quello degli shinobi quanto quello dei comuni cittadini del Villaggio delle Ombre. Là fuori, invece, oltre le Mura, chissà cosa o chi si annidi, in attesa che il Consiglio faccia la sua mossa, in bisognosa attesa o restia distanza. Il giovane Uchiha non può saperlo, così come non può sapere cosa passi per la testa dell'interlocutore, sebbene quello sguardo nero, invadente, vorace, pare volerlo comprendere. E non a parole, ma con una semplice occhiata. La stessa che gli rivolge, fitta e decisa, senza arretrare d'un passo davvero. I piedi, infatti, permangono fermi, immobili, alla stregua di stalagmiti d'ossidiana grezza, intagliati dal fine ed elegante lavoro della pioggia. Quella che ora gli cade addosso, in piccole gocce, mentre sosta sull'uscio, ancora indeciso sul da farsi, ancora incerto. L'incomprensione psicologica e sociale che mostra nei confronti altrui è evidente quando le iridi si piantano sul volto altrui, dichiarando la malcelata sfiducia nei suoi confronti. Eppure tutto si scioglie, di fatto, dinanzi alle parole altrui. Come neve al sole, neve scura e sporca. < Akihito. > Replica, in un sussurro che ripete il nome altrui, quella presentazione che ha la forza di impattare contro i suoi argini sociali, di corrodere il suo dubbio morale. < Ti offro del cibo soltanto se...> Pare tornare su i suoi passi, ora che questi si muovono, cauti, lenti, precisi, verso l'interno del locale, cercando di avvicinarsi ad uno sgabello, mentre la mano libera fa cenno all'altro di occupare quello a lui vicino, incurante dell'odore che l'altro emana, incurante delle condizioni in cui l'altro versa. < ..solo se mi racconterai la tua storia. > Curioso, come suo solito, soprattutto dinanzi ad un'anima errante come quella. < ?! > Sono le ultime parole altrui che gettano acqua sul fuoco, ghiaccio sul fuoco. Parole che hanno il sapore del riscatto, della rivalsa - personali, s'intende. [Chakra Off][Equip: fuuda con tronchetto x2|tonico chakra x2|ronico pf x1]

17:09 Akihit:
  [Chiosco di Ramen] Sono anni che non parla con un essere umano gentile come questo ragazzo. Non vede questa richiesta come un estorsione o un ricatto. < Sei sicuro di voler sentire la mia di storia? Ti avviso non è una bella storia...per niente > ora sembra incupirsi di nuovo. Continua < Avevo 6 anni e non capivo la situazione della mia famiglia come la capisco ora. Mio padre era un famoso mercante, girovagava per il paese per distribuire e vendere i propri prodotti. Lo veneravo come una divinità...era il mio eroe >. Sembra scuotere la testa mentre racconta la storia... < Ma in realtà era tutt'altro che un eroe. Lo era solo davanti a me, ma con mia madre non era questo gentiluomo. > Sembra interrompersi ma tira su con il naso e continua quasi come l'incentivo del mangiare, fosse una scusa per finalmente sfogarsi. < Quando me ne sono accorto era troppo tardi... anzi decisi di intervenire e mi ci ritrovai di mezzo. Mia madre morì e presi il suo posto nel subire violenze. Dopo due anni di quella situazione decisi che ne avevo abbastanza... scappai di casa e lo denunciai... > Ovviamente piccolo come ero, una volta arrestato mio padre, non avevo una casa, non avevo soldi e sono stato costretto a vivere per strada. Tutto qui ma sicuramente puoi immaginare quello che ho passato dopo...> conclude mostrando le cicatrici sul braccio che dimostrano le violenze subite. <Ora vorrei diventare un ninja ma non ho soldi per poter frequentare l'accademia e ne un lavoro perchè un disgraziato come me non lo vuole nessuno. >

17:16 Katai:
  [Chiosco | Esterno] Si arrampica sullo sgabello, ma lascia vicino a sé l'ombrello, ai piedi della seduta, verticalmente, così che il manico risulti ancora vicino ad un gesto potenziale, ad un tentativo d'afferrarlo. Qualora ne abbia bisogno davvero, ecco. Non c'è il chakra, con lui, a difendere il cuore dall'insicurezza. A proteggere l'anima dagli assalti del dubbio. E' sguarnito di quella protezione, ma conscio di come, nonostante ciò, possa comunque provare a cacarsela, cercando di agire in ottemperanza alle leggi di Kagegakure stessa. < ... > Non c'è alito di parola sulle sue labbra, non un filo di voce, mentre lo sguardo devia dal cuoco, là, oltre il bancone, sino ad Akihito, lì di fianco ed è su quest'ultimo, ignorando le occhiate ddel cameriere, che si destreggia maggiormente, finendo con il gettargli addosso tutta la sua attenzione, lasciando in secondo piano il pasto che era deciso a fare, essendo giunto sin lì di proposito. La schiena si curva appena, in avanti, così d'agevolare la postura, quella necessaria e sufficiente a poggiare i gomiti sulla superficie lignea dello scranno dinanzi a loro, ad entrambi, sì, lì dove le pietanze vengono distribuite - e poi consumate, dagli avventori. Le mani, però, non s'intrecciano, quasi volesse evitare un ostacolo ulteriore al movimento deciso e diretto a prendere l'ombrello, per poterlo utilizzare come arma contundente. No, non è quello il caso, tantomeno il momento. L'interlocutore, infatti, pare rasserenato, così profondamente grato da impegnarsi seriamente - verbalmente parlando - per soddisfare la richiesta dell'Uchiha. E guadagnarsi un lauto pasto. < ... > Tace, dinanzi al racconto della storia altrui, tace per un lungo istante, un istante che potrebbe durare un minuto, probabilmente, se non di più. E quel silenzio è pieno di parole e pensieri, ma non detti, entrambi. < Mi dispiace. > Commenta, sincero, in tono grave e fermo. < Perché vuoi diventare un ninja ? > Questiona, andando ad indagare ancora, proprio come fosse un interrogatorio, sì, ma dove viene offerto del ramen, di fatto. < Potrei offrirtelo io un lavoro. > Lui che, a quindici anni, non sembra davvero il tipo capace di dispensare impieghi a destra e manca. Eppure, è convinto nel suo dire, così convinto che potrebbe convincere altri. [chakra Off][Equip: fuuda con tronchetto x2|tonico chakra x2|tonico pf x1]

17:32 Akihit:
  [Chiosco di Ramen] Ora sembra molto più sollevato, dopo aver raccontato la propria storia. Bello finalmente, potersi sfogare. Ora inarca leggermente le spalle e si gira per un attimo osservando quell'omone di cuoco che sembra indaffarato, con un'occhiataccia come se volesse dargli fretta. Sorride leggermente al ragazzo e risponde alla prima domanda contento che l'interrogatorio, almeno per una volta, fosse ricompensato con del cibo. < Diventare un ninja per difendere gli oppressi, i poveri e coloro che non possono difendersi. La catena debole della società. Fare missioni solo per denaro è la cosa che più odierei, ci deve essere questa clausola diciamo, voglio diventare il ninja dei più deboli. Iniziai l'accademia tanti anni fa, ma non mi ci impegnavo perchè non avevo il mio mantra... Ora farei tutto bene, senza perdere la retta via...> Si ferma improvvisamente, la disidratazione già tipica della propria persona, si è accentuata con il lungo parlare. Le labbra sembrano essersi quase rimpicciolite per quanto disidratate. Il rosso del labbro inferiore è completamente scomparso, dando spazio a quel grigio spento. L'unico cambiamento positivo che si può notare nel ingresso del chiosco, è il colore della pelle dovuto al calore del corpo che sta finalmente diffondendosi per tutta la superficie colorandolo e portandolo a un colore di una persona normale, leggermente abbronzato dovuto alle ore in strada nei giorni seguenti. Fa un cenno al cameriere e sommessamente, quasi sussurrando chiede <Un bicchiere d'acqua per favore, non riesco più...> e conclude con un movimento della mano per descrivere il finale della frase: ovvero apre e chiude le dita della mano avvicinando alla bocca per indicare il voler parlare.

17:46 Katai:
  [Chiosco | Esterno] La storia che viene raccontata non è tra le più rosee, tantomeno le più promettenti. La vita dell'interlocutore pare appesa ad un filo, ridotta al lastrico, condannata all'infelicità e al declino. E' l'espressione di quanto accaduto anche ad altri, è l'esemplificazione di quanto è avvenuto in passato, con l'avvento delle chimere e la reclusione della popolazione tutta all'interno delle Mura di Kagegakure. Qualcuno è sopravvissuto davvero all'avvento di quelle belve, qualcun altro, pur salvando la pelle, ci ha rimesso la vita. Non sembra il caso di Akihito, lì di fronte, ma è senza dubbio un reduce di quelle sventure che solamente il fato può porre davanti a qualcuno. Non ha cercato lui le sue sventure, non ha cercato lui la sua sciagura. Gli è capitata, proprio come al giovane Uchiha. In questo, di fatto, sono simili. Accomunati da un passato fosco, pieno di tinte grigie, dove più e dove meno buie. < !! > Le parole che seguono lo colpiscono. E , se anche fosse un abile attore, non sarebbe capace di nasconderlo. Un diseredato, che si solleva a difensore degli altri. E' altruistico e compassionevole. E' simile , sotto diversi aspetti, al giovane Uchiha. Quest'ultimo non deglutisce, non batte ciglio, ma la fronte si distende, mentre le labbra si schiudono appena, rivelando lo stupore. < Anche in fin di vita, riesci a pensare a gli altri ? > Domanda, insinuando quel quesito che non ha il sentore del dubbio o della sfiducia, ma solamente della conferma. Della necessità di sicurezza e certezza. < ... > Si fa silenzioso, poi, dinanzi alla richiesta d'acqua altrui, muovendo semplicemente il mento, il naso e gli occhi, verso la cucina, dove il cameriere s'affaccenda ancora, ma presto giunge in soccorso di Akihito. Lo lascerebbe bere, prima di continuare. < Dimostra , con i fatti, la bontà delle tue parole, Akihito. > Lo incalza. < Aggrappati alla vita per poter difendere quella degli altri. > si sofferma. < Sopravvivi oggi per poter difendere domani. > Sì, non combattere, non uccidere, non distruggere. Ma difendere. Intensamente. < Ti affido la tua prima missione. > Annuisce, quasi a voler suggellare quell'incarico. < Sei pronto ? > Non c'è sorriso, né ironia alcuna nel suo tono, tantomeno nel suo volto [Chakra Off][Equip: come sopra]

18:01 Akihit:
  [Chiosco di Ramen] Ormai deglutisce aria. Proprio mentre sta per avere un buon pasto caldo sente che le sue forze si sono completamente esaurite. Non riesce più a deglutire e molto probabilmente sta per svenire. Con gli occhi quasi socchiusi prima di svenire vede il giovane soccorrerlo porgendogli al labbro un bicchiere d'acqua portatogli dalla cameriera che finalmente ha compreso la situazione e gli sorride una volta che è riuscito a bere l'acqua. Ne vorrebbe dell'altra ma se non paga lui e quindi decide di godersi il bicchiere fino all'ultimo secondo, bevendo molto lentamente, quasi come se stesse cercando di convincere la propria mente che in realtà ogni goccio di quell'acqua equivalga ad un bicchiere d'acqua. Una volta godutosi quel bicchiere riguarda il giovane...sembra quasi fidarsi ma non lo sta facendo.. ha subito troppe sciagure nella sua vita. Esordia... < Ovvio fino alla morte difenderò i più deboli... è una promessa che ho fatto a mia madre prima di morire. Sai? é proprio questo che mi ha condannato alla fame. Ogni volta che avevo del cibo lo davo ai più piccoli della mia comunità. Non è facile prendersi cura del quartiere, soprattutto con le mie risorse limitatissime >. < Aggrappati alla vita.... che belle parole ma questa non è vita è sopravvivenza...Se sono ancora in piedi è per miracolo... L'altro giorno sono stato cacciato e buttato via da un chiosco perchè chiedevo un frutto >. Solo allora sente la parola missione e con un alzamento repentino del sopracciglio chiede < Missione, io? Sono una nullità... di che missione stai parlando? >. Continua < Non sono un ninja come te, mi vedi come sono ridotto? > provandola a buttare sul ridere. < Di che missione stai parlando? > conclude.

18:13 Katai:
  [Chiosco | Esterno] Là fuori, oltre le tendine dell'ingresso, la pioggia continua, incessante, a titillare l'architettura di quel Mondo confinato e recluso. Una nebbia opaca e grigia si spande sul Villaggio delle Ombre, esaltando gli odori, ma confondendo le sagome, i bordi e gli angoli. La realtà sfuma, come dietro il soffio d'un kami volubile, estinguendosi nell'uggioso pomeriggio che volge verso il termine e che vede l'astro lucente, nascosto da pigri e pesanti nembi, dirigersi verso occidente, calando oltre le Mura, dietro il profilo dell'orizzonte visibile. Lunghe le ombre che si schiacciano a terra, mentre qua e là, forse a causa del temporale, forse del tramonto, si accende qualche luce, all'interno delle case, oltre le vetrate, sotto le tettoie spioventi. < ... > Inspira,profondamente, finendo per socchiudere gli occhi e calare il mento, di qualche grado, in maniera riflessiva, verso il basso. Rimugina, ma su cosa non è possibile saperlo, tantomeno intuirlo. La chioma corvina ciondola ai lati del viso, sulla fronte, ispida, ribelle e quantomai indomita. La promessa svelata viene esplicitata. Un Nindo che guida il Kokushibo verso la rovina o forse verso la salvezza - e non solo la propria. < Chi ti dice che io sia un ninja ? > Domanda, serio, senza guardarlo, ma nascondendo gli occhi dietro quei sipari di carne e ciglia, che sono ora scesi sullo sguardo. Non ha monili che possano identificarlo. Non ha segni che possano tradirlo. Niente tranne quella sacca che porta alla cintola e se l'altro fosse riuscito a vederla, avrebbe potuto scambiarla per qualsiasi tipo di portaoggetti, non per forza militare. < Trovare una persona. Trovare altri come te. > Sentenzia, lapidario e diretto, esplicitando il quesito della missione. < Cerca Kurou Nakayama. > Un nome. Un cognome. < E' alto così. > E mima, con il braccio libero, l'altezza dell'amico. < Capelli con un ciuffo vistoso e corporatura robusta. > Suggerisce, lo aiuta, perché , forse, in fondo, non vuole che fallisca. < Digli che ti manda Katai. > E dicendolo, balza giù dallo sgabello, riafferra l'ombrello e si dirige verso l'uscita. < Digli che stai cercando un lavoro e dì lui ciò che hai detto a me. > Ora lo fissa, direttamente, insistentemente. < Ti accetterà. Così come ti ho accettato io. > E solleva una mano, in segno di saluto, salvo poi fermarsi, per voltarsi. < Mangia pure qui ogni volta che vuoi, passerò io a pagare. > L'ennesimo aiuto. L'ennesima offerta, affinché sopravviva ancora per un po'. E , detto ciò, scompare tra la pioggia. Perché trovare altri con i suoi ideali è il suo obiettivo, oramai. ( E N D)

18:38 Akihit:
  [Chiosco di Ramen] < Trovare una persona...Kurou Nakayama... interessante > Akihito ripete per poter memorizzare la missione appena ricevuta. Pensa tra sè e sè e si chiede cosa significasse "trovare altri come te" ovvero le parole di Katai. Poi ripensa alla descrizione assegnatagli della persona da cercare e pensa a dove possa trovarlo. Nel frattempo dalla cucina nota la cameriera che finalmente porta quella dannata ciotola di ramen che ormai aspetta con quell'ingordigia... come se la stesse aspettando da secoli. La ciotola di ramen fumante tra le sue mani sembra un miracolo o un miraggio e Akihito non riesce a credere ai propri occhi. Proprio quando sta per dividere con brama e velocità le bacchetta per poi impugnarle vedi il giovane Katai saltare giu dallo sgabello, prendere l'ombrello e andarsene. Sà che deve ritardare quel pranzo ancora per pochi ringraziare il suo nuovo amico e a malincuore scende dallo sgabello e si prosta a ringraziare e a fare il suo solito saluto. Solo successivamente ripensa alle parole dette da Katai: "come ti ho ho accettato io" e chiede alla cameriera che era lì ad assistere alla scena per verificare che non il giovane Akihito non morisse < Ma quindi significa che siamo amici? > tutto felice. Guarda la cameriera con aria felice e poi conclude < Sentito? Paga il mio nuovo amico! Ora mi vedrete tutti i giorni! >. La cameriera gli sorride, con quel sorriso come sforzato, quasi come se stesse chiedendo al ragazzo di affrettarsi nel mangiare, così da non essere più in fin di vita e poterla liberare da quell'attesa snervante. Akihito comprende la situazione e spinto anche dalla fame, non aspetta che il ramen si raffreddi, non ha questi pensieri per la testa e non può nemmeno permetterselo essendo al limite. Impugna le bacchette e felice, con quella rapidità degna dei ninja più veloci della storia, divora quella ciotola di ramen, ne ordina un'altra e una volta finita...se ne va. [ EXIT ]

Akihito e Katai si ritrovano al Chiosco di Ramen del Distretto di Konoha.
Il primo mendicando un pasto, il secondo , invece, è colui che gliel'offrirà.
Il discorso che ne scaturisce vede emergere affinità e promesse.
Tutto termina con una "missione" affidata da Katai ad Akihito.