E che cavolo

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22:22 Kurou:
 Una serata di riscatto è ciò che gli si pone davanti, una via di ripresa da prendere sul serio e un modo per far contento qualcuno che è rimasto demoralizzato dagli ultimi eventi a Kiri. Lo stesso bestione, occhi azzurri e ciuffo monito, ne è rimasto deluso, ma comprende già da se che piangersi addosso non è mai utile, specialmente se qualcuno sta aspettando dei golosi cavoli sulla sua tavola. A proposito, ecco in una bella tuta pronta a sporcarsi di terriccio, composta da felpa e pantalone grigio chiaro, che riflettono benissimo il colore del satellite bianco sopra la sua testa, così come quei capelli lucidi, compatti e irriverenti, degni di un vero spirito libero. Oltretutto, indossa dei guanti, palesemente già sporchi, forse usati per pulizie o faccende domestiche. Questa volta è un po' più attrezzato, ma i sandali rimangono inadatti, portandosi dietro quintali di sabbia gelida in quel deserto di Suna, lungo il tragitto che avrebbe condotto lui e il biondo lì dietro, a pochi passi, verso il famoso campo di cavoli. < Siamo quasi arrivati... > girerebbe il volto, con un sorriso rassicurante e un guanto destro bello voluminoso che si espone con un pollice rivolto al cielo, e il resto ben stretto a pugno. Non si riescono a definire colori particolari, ma sicuramente è utile allo scopo. Da quella duna, non troppo ripida, si noterebbe già lo spazio di terriccio che interrompe quei granelli bianchi infiniti, una distesa che assorbirebbe la luce fioca col suo color marrone e a tratti verde. Una punta di colore nel mare di sabbia. E mentre avrebbe già avvistato il campo di riferimento, andrebbe a rispostare quel guanto, sempre lo stesso, alzando il braccio teso il avanti, e avanzando ancora di più un indice ad indicare il punto di arrivo. < Eccolo là, quello è il nostro campo. > 'Nostro' si fa per dire. Nulla viene gratis, ma sapere che il loro lavoro soddisferà, anche di poco, il bisogno di vitamine di quel popolo, potrebbe considerarsi un inizio. < Penso che Katai sia già lì > Deduce, ma non ne è per nulla certo. Avevano solo delineato un orario, e i due Konohani sono in ritardo di qualche minuto.

22:22 Fujirama:
 Le stelle splendono nel cielo buio e non condizionato da luci artificiali di Suna. Esse si irradiano e si spengono in maniera alternata, e Fujirama ne segue il luccichio come fossero puntini da unire con le pupille, mentre cammina. Il petto è bello inarcato e gonfio per via della posa del konohano, col le braccia alte e intrecciate dietro la testa, a mo di cuscino, di modo da permettere agli occhi di viaggiare. Al collo sono agganciate le immancabili cuffie color arancio evidenziatore, senza cavo, probabilmente nel portaoggetti. Il passo del ragazzo è bello disteso, con ampie falcate per poter avere il tempo di sentire eventuali ostacoli del terreno senza dover guardare sempre, e senza inciampare ovviamente. E' vestito come al solito, visto che la serata mite lo concede, ossia con la sua tuta gialla e nera lucida condita dalle scarpe rosso accese. La zip della felpa è tirata su, fin sotto al mento. Nel portaoggetti è presente anche un fuuda. <Uhm?> riabbassa la testa, sentendo l'avvertimento di Kurou che cammina al suo fianco, e guardando a terra, oltre a vedere grandi distese di nulla attorno a lui, fa caso anche al vestiario del compare <Ma-ma come caspita ti sei vestito, Kurou-kun?> si china appena, slacciando le braccia dal capo <Guanti??> alza le sopracciglia <Mi stai facendo capire che ci sporcheremo tutti?> inclina la testa risollevandosi, per poi lanciare lo sguardo dove l'altro gli indica <Uhm? Ha!> sorride, una volta che il profilo della duna concede anche a lui di poter vedere <Lo vedo!> entusiasmandosi in un attimo <Forza, andiamo, accidentacciooooo!> e inizia a correre come un pazzo giù dalla discesa che lo condurrà al campo, alzando la sabbia del deserto e rischiando di incespicare.

22:22 Katai:
 Se il campo di cavoli è un punto di colore nel mare di dune. Il giovane Uchiha è senz'altro la macchia d'ombra nella trama monocromatica della notte. E' una piega, o poco più, in quel labirinto d'oscurità, che rifulge sotto un cielo di stelle. Il firmamento osserva ogni granello di quella landa perlopiù desolata, se non fosse per qualche belato lontano. Capre. L'aria gelida s'insinua tra le vesti, perlopiù scure. Indossa una maglia color nero, dal colletto alto e circolare, che sfiora il mento. Le maniche lunghe scendono sino ai polsi, oltre i quali sbucano dei bendaggi candidi, che avvolgono le mani sino alle nocche , proteggendole dalle intemperie e dalle escoriazioni. Le medesime fasciature si articolano attorno alle caviglie, stringendo i pantaloni scuri contro la carne, la stoffa contro la pelle, suggellando il movimento - pressoché assente - all'indumento stesso. I piedi, invece, sono stretti tra calzari ninja dalle tinte fosche e cozzano contro il suolo brullo, arido, se non fosse per i solchi umidi degli impianti idrici d'irrigazioni. E' disarmato, se non fosse per quella sacca portaoggetti che tiene legata alla cintola, dietro la natica destra e che, di fatto, non contiene strumenti d'offesa, ma soltanto tonici e fuuda, nei quali sono sigillati dei tronchetti per la tecnica della sostituzione. Tiene il naso all'insù, proprio come Fujirama e probabilmente osservano lo stesso firmamento, probabilmente disegnano costellazioni differenti. Lui attende, in silenzio, senza muovere un muscolo più del necessario. Probabilmente lui i suoi guanti li ha portati - o forse no - probabilmente, mentre poggia la schiena contro la baracca degli attrezzi, senza necessità di nascondersi a niente e nessuno, questa volta, sta meditando su qualcosa. Ma non è possibile capire cosa. Il chakra, poi, scorre nel torrente circolatorio, ad esso adibito e rinfranca lo spirito, rinvigorisce il corpo. [Chakra On|60/60][Equip: tonico pf x1|tonico chakra x2|fuuda con tronchetto x2]

22:41 Kurou:
 Dopo la perplessità del biondo, che sembra più argenteo sotto quello strano gioco di luci, ecco che Kurou si volterebbe di nuovo, un po' perplesso prima di rendersi conto, di aver probabilmente omesso numerosi dettagli. E tutto questo, sarebbe abbastanza buffo, da fargli accennare una risatina sotto i baffi, non veri, ma composti dall'indice ritratto del guanto sinistro che gratta la parte tra il labbro superiore e le narici, proprio sopra quel grande sorriso. < Ah, non te lo avevo detto? Sarà divertente, vedrai! > Tutto ciò che noterebbe è una nuvola di sabbia che si solleverebbe dinnanzi a lui al passaggio pesante e veloce del Senjuu. < Ehi, non mi lasciare indietro! > andando a velocizzare i pestoni su quella discesa non troppo ripida, anche il taijutsuer aumenterebbe il passo, scansandosi dalla scia polverosa dell'altro e procedendo a pari passo. Non ci avrebbero messo molto ad arrivare di quel passo e, una volta davanti alla recinzione, avrebbe rallentato tornando a sgambettare normalmente, verso il cancelletto di ingresso al campo già noto. < Stai attento Fujirama, si aggira una spaventosa capra nera da queste parti... > Ormai ci ha preso gusto a prenderlo in giro, ma il suo modo di fare è così energico che è impossibile non essere curioso delle sue reazioni. Intanto, nella penombra, mimetizzato come solo lui è capace, ecco che una pelle candida riflette a sua volta la luce fioca, divenendo così visibile ad un occhio attento, ma che sarebbe passato inosservato se nessuno lo stesso cercando. < Eccoci, Katai-kun! > sventolerebbe la mano destra lateralmente come saluto, con un sorrisone accogliente, mentre andrebbe ad avvicinarsi, facendo al contempo da guida a Fujirama. < Come va? > è curioso, di sapere le condizioni dell'amico, mentre procede grattandosi la nuca per qualche istante. < Scusa il ritardo, ora ci mettiamo subito al lavoro. > Non è facile orientarsi in mezzo a tutta quella sabbia, ma ci sono riusciti. < Fujirama, sei pronto a raccogliere con noi? Ti bastano le mani, niente coltelli. > si rivolge brevemente verso il biondo dando un minimo di contesto mancato < Tutti i cavoli che raccoglieremo andranno sulle tavole dei poveri di Kiri, quindi vanno raccolti con cura e messi in delle cassette a parte. >

22:51 Fujirama:
 La sua pazza corsa va a segnare la duna in tutta la sua altezza, agli occhi di chi la vede da lontano, e una folata di sabbia lo segue. Il corpo è proteso in avanti, con la faccia a spaccare l'aria, le braccia sono rigide e distese all'indietro, rendendo la sua corsa più areodinamica <Wohooooooo!> è indubbiamente divertito, vista l'elevata velocità che il dislivello gli fa raggiungere e il sorrisone che mostra è eloquente. Ormai non sente più ciò che Kurou gli dice, completamente immerso nell'adrenalina. Lo sguardo è proteso a valle, e oltre al campo può individuare una baracca, scura per via della notte. Punta proprio quella, mentre individua qualcosa che si muove nei suoi pressi: una sagoma scura che può solo ipotizzare sia Katai. La sua bocca però, in questo momento così liberatorio, non filtra i pensieri <KATAI-SENPAAAAAAI!!> grida accompagnando l'ultimo tratto sfrenato della sua corsa prima di raggiungere la cancellata d'ingresso. Inizia a rallentare, fino poi a fermarsi con le mani aggrappate alla recinzione <Ahhhhhhh...> espira rumorosamente, recuperando fiato piegato in due, con la bocca completamente spalancata. E' sorridente, come se si fosse proprio goduto quello sforzo, finchè non sente il commento di Kurou <Cos-?> alza la testa, lo guarda per un attimo con un solo sopracciglio alzato, per poi scuotere il capo, intravedendo ironia tra le parole del compare <Pffff! Non mi freghi mica a me...> chiude gli occhi e si bacchetta il lato del naso con l'indice. Torna dritto, il respiro si è normalizzato, e la testa va a ripescare Katai dalla penombra <Hai, Katai-sempai!> imita il gesto di Kurou per salutare l'altro. Ascolta il bananone, quindi stringe il pugno della destra e lo sbatte contro il palmo aperto della sinistra <Sicuro! Aiuteremo quella povera gente in ogni modo possibile, accidentaccio! Da dove cominciamo?> carico, alterna lo sguardo tra i due.

22:57 Katai:
 Sotto un mare di stelle, il deserto risplende. Non di luce, ma di ombre. E , tra quelle, ce ne è una più scura e densa, che respira, ma non si muove. E' vestita, persino, di abiti scuri, su i quali capeggia una sciarpa cremisi, avvolta in volute di stoffa pesante e pigramente attorcigliata attorno al cingolo scapolare, salvo poi scendere, oltre la spalla destra, sino allo stemma che capeggia tra le scapole: un ventaglio rosso e bianco. Un ventaglio stilizzato. Simbolo indelebile del clan Uchiha, al quale, nonostante tutto, appartiene. E' l'unica nota di colore su quella figura nerovestita, che contrasta nettamente con la pelle pallida. In un gioco di colori e contrasti, fissamente delineati nella sagoma statica ed immobile che si profila contro il capanno degli attrezzi. < ... > In silenzio, senza voce, che non sia quel flebile sussurro di un respiro regolare, ritmico. L'alone di polvere e sabbia che discende la china della duna, attira la sua attenzione, ma non prima di aver udito la nota famigliare di una voce conosciuta, irrompere nel silenzio della landa, assediando i timpani e destando la sua attenzione. < Nh ?! > Un mugugno, sordo e singolo, si solleva dalla gola e si stampa contro le labbra giunte, unite, sigillate. Abbassa il mento e così lo sguardo, proprio sul duo che stava aspettando. < Kurou > Esordisce, in principio. < Fujirama. > Conclude così quei convenevoli, andando a distanziare la schiena dalla parete di legno e chiodi e lamiera, in un colpo di reni ; secco e deciso. < Così farete scappare le capre. > Benevolo, orizzontalmente, in maniera trasversale. Il tono, però, è pacato e sembra tremendamente serio. [Chakra On 60/60][Equip: fuuda con tronchetto x2|tonico pf x1|tonico chakra x2]

23:21 Kurou:
 Tutto molto tranquillo, i lavoratori abituali sono sicuramente a riposare, nelle loro calde dimore, mentre la brezza serale inizia a diventare sempre più intensa e tagliente, con l'avanzare del tempo lì fuori, tra quel recinto di capre e quelle corsie di vegetali. Fortunatamente il nuovo membro della combriccola non sembra essersi spaventato più di tanto dalla affermazione del marziale, quindi i due possono finalmente raggiungere quel corvo nero e rosso, sempre attento e distante da ciò che lo circonda. < Se non sono scappate l'ultima volta urlando dalle dune, non credo lo faranno adesso... > Rivangando qualche scena poco seria, ecco che i passi virerebbero verso la parte destra della casetta con gli attrezzi, dove si troverebbe una catasta di cassette di legno vuote, a cui avrebbe attinto per sollevarne due, una per mano, afferrandone i bordi più esterni con quei guantoni e retrocedendo di qualche metro, andando a porgerne una verso Fujirama. < Bene! Per fare un bel lavoro dovremmo riempirne almeno due a testa... Per ora tieni questa. > avrebbe dato quel contenitore rudimentale nelle mani del ragazzo, e con la complicità di un cenno con la mano sarebbe andato ad avvicinarsi alla prima corsia di cavoli, scoprendone buona parte dal velo di stoffa protettivo, utile a riparare gli ortaggi dal freddo della notte. < Katai dovrebbe già saperlo fare, ma a te do qualche istruzione se non lo hai mai fatto. > Ormai è inutile non avere fiducia nella capra nera di Oto, ma il novizio ha bisogno di qualche indicazione, e il ragazzone col ciuffo ribelle è lì per fornirle. < Per prima cosa dovresti cercare un cavolo maturo. > Andrebbe a scrutare, tra quei primi, prima dall'alto della sua statura, per poi avvicinarsi flettendo le ginocchia per una visuale più precisa, affondando i piedi saldi nel terriccio umido. Avrebbe cercato un esemplare dalle foglie rigogliose, e dalla sfera completamente formata e senza crepe. Insomma, un cavolo che avrebbe usato volentieri per qualche ricetta. ( Cucina lv.2 ) Una volta trovato, andrebbe ad avvicinarsi ulteriormente piegato su se stesso e allungando schiena e braccia per raggiungerlo e sfogliare quella base verde, composta da foglie di scarto. < Quello che vuoi tenere è solo la testa, quindi devi affondare le mani nelle foglie esterne fino alla base... > con un po' di fatica e precisione andrebbe a fare quanto spiegato, raggiungendo quindi lo stelo che connette quel meraviglioso frutto alle radici della pianta. < Troverai un gambo duro sotto la sfera... Non devi far altro che staccare il cavolo con decisione lasciando la base integra. > tenendo la base con il guanto destro e afferrando la palla di verdura dal colore chiaro con la mano opposta, avrebbe effettuato uno strappo rapido, che avrebbe estratto l'ortaggio senza fare troppi danni. Il risultato lo avrebbe esposto, fornendolo a Fujirama, che spera essere lì vicino, come esempio. < Tieni questo come riferimento. > Un bel sorriso, a sostegno di un compito abbastanza semplice e noioso, tanto quanto essenziale.

23:32 Fujirama:
 Ha ancora il sorriso stampato in volto, e risponde prima in maniera scherzosa a Katai, piegando il gomito e mettendo l'avambraccio perpendicolare al suolo, capeggiato dal pugno chiuso <Non ti preoccupare, Katai-senpai! Kurou-kun sa ritrovare la strada!> divertito volge il capo verso il compare dopo avergli dato della capra in maniera sottile, per poi tornare a guardare l'Uchiha che non muove un solo muscolo del viso. Per una volta è la serietà ad essere contagiosa, e Fujirama si rabbuia, ingobbendosi e chinando il capo <Chiedo scusa, farò più silenzio.> mugugna, con la bocca a culo di gallina. Rimane a testa bassa, andando a ripensare in quel momento alle parole del bananone relativamente al modo in cui avrebbero raccolto i cavoli: a mani nude. Istintivamente gli vien da pensare che l'utilizzo del chakra gli potrebbe indubbiamente essere d'aiuto, quindi unisce le mani davanti al petto, intrecciandone le dita e iniziando a concentrarsi. Il sigillo formato è quello della capra, e dentro di sè sente le sue forze iniziare ad agitarsi. Vede con la mente una grossa macchia bianca muoversi e baluginare, e quando riesce a mettere a fuoco nota che si tratta di ovini, pecore e capre, viste dall'alto. Al centro del gregge vi è però una pecora nera, attorno al quale si è creata distanza, un cerchio di vuoto che la separa dalle altre. Fujirama inizia a belare dentro di sè, cercando di convincere le pecore ad avvicinarsi a quella nera ed esse tendono a farlo, anzi, la starebbero quasi scortando verso un altro punto. In un altro posto dentro Fujirama stanno facendo altrettanto un grosso insieme di pecore nere attorno ad una bianca, prima isolata. Alla fine della visione i due greggi andrebbero ad avvicinarsi, formando un grande Tao visto dall'alto a comporre il tutto. Questa fusione rappresenterebbe anche l'unione di forza fisica e mentale, che consentirebbe al konohano l'impasto del chakra. Riapre gli occhi e vede che Kurou ha fatto diversi passi avanti per raggiungere Katai <Uh> lo segue, finchè non si trova con una cassetta vuota sotto al naso <Certo!> tuttavia sbattendo le palpebre, cercando di non perdersi nulla di ciò che viene spiegato. Continua ad andar dietro al konohano <Mai!> risponde puntuale. Si china senza flettere le gambe, solo con il busto riversato in avanti <Uno maturo... mah...> borbotta, mentre cerca per quanto le sue capacità di riconoscerli sia pari a zero <...io li vedo solo cotti, mica li mangio crudi...> commenta con gli occhi fini. I cavoli scorrono rapidamente uno dopo l'altro sotto i suoi occhi, creando tra lui e Kurou un po' di distanza <Mmmmmmm> ma non capendo un tubo, ne pesca uno a caso <Questo!> deciso si rannicchia e, come gli ha appena detto l'altro, affonda le mani nel terreno, cercando di staccare di netto il cavolo nella parte più dura che sente. <Uhm?> forse è tardi per il suo ortaggio, chissà se il riferimento mostrato da Kurou assomiglierà a quello di Fujirama! [Tentativo di impasto di chakra 3/4]

23:44 Katai:
 Qualche passo e poco più, in direzione di quella coppia stranamente assortita. Che ora diviene un trio, nel suggellare gli sguardi l'uno contro l'altro. Quello dell'Uchiha, poi, è torbido e abbacinante come un lago arginato e stagnante, che si espande su gli astanti al pari d'una chiazza d'inchiostro. Appiccicoso, invadente, indiscreto. Le braccia, dapprima incrociate contro lo sterno, in un nodo di carne, sangue , stoffa e ossa ; ora si districano l'una dall'altra, finendo per scivolare su i rispettivi fianchi, penzolanti. Il passo si arresta a poca distanza dalla coppia appena giunta. E se per Kurou è costretto ad alzare di poco il mento, deviando lo sguardo verso l'alto, per favorire l'annullamento di quel divario d'altezze ; per Fujirama, invece, più simile al giovane Uchiha, per altezza almeno, non ha bisogno di aggiustamento alcuno, se non quello delle iridi, costrette a barcamenarsi tra i due. Da un volto all'altro, seguendo la logica del discorso, il filo di quella discussione. Si stringe tra le spalle, quando l'artista marziale tenta di consolarlo circa l'incrollabile coraggio e benevolenza delle capre, lì presenti, forse da qualche parte non troppo lontano. L'argomento, quindi, pare poter finire lì, concludersi in un nulla di fatto, senza necessità di proseguire oltre. Piuttosto, le istruzioni circa la raccolta, dopo l'ultima volta, sono le medesime e , dato che le braccia sono sei, oggi, sarà di certo più facile poter sostenere il fabbisogno alimentare del nascituro ospedale da campo. Ammesso che ciò possa realmente accadere. < Saresti un buon sensei, Kurou. > Rivela, in quello che, a conti fatti, è un complimento vero e proprio, ma arriva con il tono di voce pacato e calmo di chi pare avere tutta l'intenzione di non ricevere risposta alcuna o , quantomeno, non aspettarsela. < Fujirama, conosci per caso qualche tecnica che possa aiutarci ? > S'informa sulle conoscenze altrui. < O hai qualche abilità particolare che possa rendere la raccolta più veloce ? > E sulle sue abilità. Proprio come un novello capotema. [Chakra On 60/60][Equip: come sopra]

00:06 Kurou:
 E' tutto un po' più faticoso, forse perchè l'ultima volta il sole era ancora all'orizzonte, e la stanchezza della sera inoltrata non era ancora giunta ai loro corpi. Ma anche questo fa parte del percorso dello shinobi, il quale è abituato a lavorare quando tutti gli altri sono a riposo. E' proprio in quel silenzio che si compiono le azioni migliori, e del loro operato rimarrà solo il risultato, ovvero delle cassette piene di cavoli. < Quello va... Bene... > Non è perfetto il cavolo raccolto dal compagno, ma si avvicinerebbe abbastanza al risultato finale, se non per qualche piccola crepa sul capo ancora da chiudersi. < Bene, confido in te! Inizia pure da questo lato, io vado poco più avanti. > detto questo, si solleverebbe lentamente, componendo i movimenti al contrario per distendere le gambe e la schiena, riacquisendo la sua posa slanciata e la sua altitudine. Avrebbe osservato per poco le mosse compiute da Fujirama, accertandosi che avesse seguito, prima di camminare verso Katai di qualche passo per circumnavigare la corsia adibita al biondo e iniziare la raccolta in quella successiva. Sarebbe solo stato distratto da quella inaspettata osservazione dell'amico corvino, sempre cupo e osservante, come nel suo stile, a cui il taijutsuer, con i capelli che ballonzolano a ritmo coi passi, non può far altro se non rispondere con una posa strabiliante e infantile a gambe divaricate, con la mano sinistra già sporca che poggia sulla vita di quei pantaloni comodi e larghi, e il braccio destro dritto a puntare il volto serio di Katai, con la mano chiusa a pugno ad eccezione di indice e medio, alti alle nuvole, rivolti in segno di vittoria. Inutile dire, il tutto accompagnato da un sorriso da beota, ormai inconfondibile, che lascia trasparire quanto il risultare felice sia essenziale per quel ragazzo nerboruto. Abbandonando quella posa, andrebbe a concentrarsi sui primi cavoli, scoperchiando anche quella zona dal telo protettivo, e chinandosi un'altra volta ricercando quelli più maturi, tenendo fede alla spiegazione appena abbozzata a Fujirama. Non vuole fare la figura di quello che predica bene e razzola male. < Fujirama, ti va di raccontare a Katai cosa è successo al chiosco di ramen? > richiede, ma è voltato di spalle rispetto al biondo, quindi non sicuro che le sue parole vadano a termine. < Forse lui conosce quella pazza del monopattino... > In realtà, conoscendo l'indole silenziosa dell'Uchiha, vuole solo aprire un discorso, per agevolare il lavoro a tutti.

00:17 Fujirama:
 Il giovane Fujirama è rannicchiato affianco alla fila di cavoli, e ne tiene proprio uno tra le mani. Lo osserva intensamente, molto intensamente, come cercasse di capire effettivamente tramite una qualche illuminazione se c'è del buono in ciò che ha fatto, e soprattutto in ciò che ha preso <Accidentaccio!> esclama, guardando l'ortaggio come se ne vedesse uno per la prima volta in vita sua. Chiude gli occhi, appoggia la cassetta a terra e delicatamente il broccolone raccolto al suo interno <Peeerfetto...> auspica, incalzando Kurou, e cercando di convincere gli altri e sè stesso. <Uh?> alza la testa alla domanda dell'Uchica, e ragionando una possibile risposta si riporta in posizione eretta, con gli occhi rivolti verso il cielo e l'indice della dritta puntato al centro del mento <Mmm... non saprei proprio...> ragiona un attimo, poi di scatto punta il braccio teso verso terra, caricandolo con l'altra mano come un fucile <Potrei-> dapprima entusiasta, poi si blocca <no, spaccherei tutti i cavoli.> poi l'attimo dopo di scatto va ad incrociare indice e medio di entrambe le mani al centro del petto, formando una X <Potrei-> ancora una volta la sua carica è ammansita dal pensiero seguente <no, sarebbero copie impalpabili...>. Strizza gli occhi, innervosito bonariamente <Accidentaccio, sono una cavolo di capra!>. Volge lo sguardo verso Kurou, interrogativo, e la domanda del konohano ispira Fujirama di nuova linfa, nonostante sia colma di collera <Sicuro! Quella maledetta teppista deve pagarla, accidentaccio!> stringe il pugno e resta in piedi, lasciando i cavoli ai suoi ricordi. Torce l'intera figura in direzione di Katai, e inizia a sbracciare e gesticolare ampiamente nello spiegare tutta la scena <Da non credere! Una tizia al chiosco si è messa a minacciare tutti per un monopattino che non riusciva a scavalcare POVERINA!> discute animatamente, sbeffeggiando il soggetto della storia con un tono cantilenante <Lo ha distrutto, spaventando le persone e come se non bastasse ci ha cercato di intrappolare in un Genjutsu, nemmeno troppo originale, sinceramente...> se la bulla un pochettino il biondo, più facile a pericolo scampato! Continua <Ha insultato tutti! La mia famiglia, me, il proprietario del monopattino, me, Kurou, e anche me!> non è ironico, probabilmente non si accorge di essersi ripetuto più volte, sintomo involontario di quanto tutto ciò l'abbia ingastrito <Se solo la rivedessi le sparerei un cannone d'acqua dritto sulla sua faccia stupida, accidentaccio!> e tutto il carattere d'adolescente del Senjuu si nota tra queste parole.

21:56 Katai:
 Le ombre sono oramai calate sul Mondo degli shinobi, quando tre di questi, animati da buoni intenti e caritatevoli propositi, tentano una missione tra le più difficili mai tentate. Un'impresa che pochi hanno osato anche solo sperare di compiere. Stanno chini sulla terra, che è estremamente bassa, approfonditi in quella che , a conti fatti, è una vera e propria raccolta di cavoli. Incredibile. L'impresa però, è assai più ardua. La vera sfida non è strappare qualche ortaggio alla sua alcova di terriccio e sabbia e acqua, no, la vera sfida è sfamare un quartiere come quello povero di Kiri. E' una prova a cui si sono sottoposti in pochi, tra le più complicate mai davvero tentate. < ... > Tace, mentre la schiena si curva, le mani affondano tra le zolle e ne estraggono l'ennesimo cavolo, finendo per poggiarlo nella cassetta adibita. Le gambe divaricate e larghe, che puntellano il peso, a contrasto diretto con la postura che si flette e si estende, ritmicamente, coadiuvata dal respiro, ogniqualvolta allunga le falangi per tirar via il cavolo. < Nh ? > Mugugna, di fronte alla rassegnazione di Fujirama, che dimostra come, a conti fatti, la fatica vada compiuta con il sudore della fronte e non con quello della mente. < Non preoccuparti. > Taglia corto, senza guardarlo in maniera diretta, non fin quando i due rimbalzano l'uno con l'altro una questione spinosa, che vede il Biondo esprimersi con toni vivaci e accorati, probabilmente piccato nel vivo. < Avete idea di chi fosse ? > E' la prima domanda che pone, arrestandosi un attimo, ma poi subito dopo. < Avete cercato di capire perché lo facesse ? > Non è la prima domanda che si ipotizzerebbe, non è neanche l'ultima probabilmente. E' quella che, semplicemente , farebbe uno come lui. Non è la sua indole quella di ripagare con la medesima moneta , tantomeno di ripagare i colpevoli con la loro stessa inerzia. Li squadra, quindi, entrambi, neanche lontanamente preoccupato di sostenere i loro sguardi.[Chakra On|60/60][Equip: come sopra]

22:23 Kurou:
 I cappucci sono belli, enormi, tondeggianti, tutto come l'ultima volta. Alcuni frutti di quel terreno presentano delle imperfezioni, ma alla fine quelle rigogliose foglie argentate, sempre per quel gioco di luce che piove dal cielo buio invernale, splendono di vita propria, sovrapponendosi l'una con l'altra per formare quelle sfere così invitanti. Al solo pensare a quante salse possano nascere da un sapore così distinto, la saliva del taijutsuer non può che scorrere, costringendolo ad usare la manica di quella felpa grigia per un istante, nell'asciugarsi un rivolo di bava cadente. Ora è chino, concentrato, afferra un cavolo, poi un altro, stacca con attenzione la base piena di foglie di scarto, e posiziona tutto ciò che riesce ad estrarre in quella cassetta a pochi centimetri dal suo piede destro, che raggiunge con piccole torsioni del busto, senza muoversi dal posto. Ma l'orecchio è teso, e si compiace della maturità del suo nuovo acquisto nel non devastare il raccolto con qualche Jutsu. Dopotutto, chiunque avrebbe provato a prendere una strada più semplice, ma non avendo nessuna abilità specifica allo scopo il rischio di fare danni è davvero alto. < Vedrete, con un po' di olio di gomito finiremo in men che non si dica. > ne è convinto e in fondo, non è la prima volta ne per lui, ne per Katai. Il racconto inizia, e la sua concentrazione sui cavoli non rallenta, con la mente che inevitabilmente viaggia a ricordare i dettagli di quella scena ambigua, confusa e poco piacevole, ma che per qualche ragione rimane decisamente curiosa da affrontare. Così curioso da voler a tutti i costi sentire l'opinione di Katai, e 'sentire' non a caso, perchè in quel momento Kurou dà le spalle agli altri due, come isolato da tutto. Ma la tentazione di irrompere nella narrativa è troppa, specialmente incalzata dalle perplessità dello spettatore. < Non sappiamo chi fosse, ma continuava a sminuirci e a vantare il suo essere importante... > è questo che ricorda, che ha catturato la sua attenzione, con l'eventuale possibilità che fossero i vaneggiamenti di una pazza. < Era pallida, capelli rosa... > abbozza un identikit, alzando un po' la voce per farsi sentire dalle retrovie, mentre le mani continuano ad adoperarsi sulle sfere argentee. < Sembrava arrabbiata con ogni cosa attorno a lei, ho provato a capire il perchè ma...> una piccola pausa, forse pensante < Non ci sono riuscito. E poi Fujirama le sarebbe saltata addosso da un momento all'altro. > una piccola risata, nel pensare che forse è una fortuna non aver potuto comprendere di più.

22:30 Fujirama:
  [Campo di cavoli] E' tutto preso dal suo racconto, concitato nei dialoghi e nei gesti, che resta quasi spiazzato dal commento di Katai, il quale lo rassicura brevemente sulla sua incapacità di raggiungere una soluzione tramite il jutsu <Uhm?> lo osserva inclinando il capo, probabilmente se l'era dimenticato dopo la sfuriata elargita per descrivere l'accaduto di qualche sera prima <Non ho mai pensato a una tecnica che possa aiutare a raccogliere cavoli...> fa spallucce, guardando a terra, per poi tramutare la sua titubanza in un sorrisone <...magari ad innaffiarli sì!> e poi ride brevemente, facendo seguire una linguaccia all'indirizzo di Katai. Torna a ragionare: la mancina si va ad avvinghiare al torace, e piega il gomito della destra per massaggiarsi il mento <Però... io dovrò imparare anche le tecniche di Terra...> stando a ciò che il suo clan lo porta a studiare <...forse... quando riuscirò a padroneggiarne qualcuna potrò essere utile da questo punto di vista!> inizia a sorridere, prendendo consapevolezza di quella che potrebbe essere una buona idea <Aiuterò a sfamare chiunque ne abbia bisogno, accidentaccio!> e ancora sorride, lasciando cadere il braccio sinistro e mostrando il pollice rivolto al cielo verso i due. <Hop! Non perdiamo tempo!> si dice da solo, e si ritrova nuovamente a terra, a chinino, immergendo le dita sotto un altro cavolo, con sguardo determinato. Fujirama, con la lingua stretta tra i denti per l'impegno, lascia che Kurou risponda, e intanto stringe con la mano intrisa di chakra il fusto sotto l'ortaggio, spezzandolo di netto e concedendogli di estrare la sfera verde <Huooo! Ottimo!> si emoziona. Mentre ripone il secondo cavolo, scuote il capo, sbuffando <Baka...> commenta sentendo ciò che dice Kurou. E' evidente che l'insulto sia rivolto a colei di cui il bananone sta parlando, tanto che incalza <Capelli rosa schifosi, aggiungerei...> abbastanza inutilmente. Dopo aver abbandonato l'ortaggio nella cesta torna in posizione eretta <Certo! Solo perchè fa le illusioni e spara aria dalle dita non mi faccio certo intimorire, accidentaccio!> stringe i pugni con l'espressione più dura che conosce <Nessuno si può permettere di comportarsi così, è veramente da cafoni e rovina la pace della povera gente!> [Chakra ON 30/30][Portaoggetti: Fuuda]

22:51 Katai:
 Attende, ma non molto. Presto riprende a chinarsi su quel campo coltivato, sfiancando i muscoli erettori spinali, nonché gli addominali, nell'espirazione forzata che compie ad ogni affondo. Le orecchie sono tese a cogliere il belato delle capre, lontane, ma ancor più alle parole dei due astanti, quelli che, come lui, condividono l'impresa. Ed è ammirevole come, nonostante tutto quel che si dice degli abitanti di Kagegakure, nonostante le divisioni provocate dal passato e dalla stretta relegazione entro quelle mura difensive, ci siano ancora shinobi degni di quel nome, shinobi provati dalle vicissitudini, ma pronti a rialzarsi. Proprio come quel lavoro che stanno compiendo, proprio come quella missione che si accingono a portare a termine, in silenzio - nessun clamore, infatti, è stato smosso - almeno in un certo qual senso. Verbalmente, infatti, non sono affatto poveri di discorsi e questi, però, vertono su di una piega - o piaga sociale - che però, inizialmente, non riconosce. Sembra disinteressato, almeno all'apparenza, dal momento che non arresta il proprio operato, ma si prodiga, con rinnovata tenacia, per cogliere l'ennesimo cavolo, sforzandosi di pulire via le prime foglie più secche, i pezzi di scarto e le zolle di terriccio che si trascinano dietro. < ... > Tace, mentre lo sguardo buio è fisso sulla superficie irregolare dell'ortaggio, andando inevitabilmente a sottoporre quest'ultimo alla sua osservazione clinica e minuziosa. < Non credo di conoscere qualcuno che corrisponda alla vostra descrizione. > E neanche potrebbe importargli molto, in verità. E' piuttosto preso dalla dedizione con la quale i due si profondono in quell'impegno preso verso i più bisognosi. < Kurou...> Esordisce, mentre rigira tra le mani un cavolo, l'ennesimo. < Fujirama..> Li richiama, entrmabi. < Credete che Kagegakure possa essere salvata ? > Questiona, di getto, come se fosse l'argomento principale del momento. < Non dalle chimere, intendo, ma da se stessa. > Inspira. < Voglio dire: c'è tanto Dolore in quel Quartiere , che ho paura possa scoppiarvi una rivolta da un momento all'altro. > Sebbene lui, di sociologia, ne conosca davvero poco. < E se un villaggio è pronto ad abbandonare un pezzo di se stesso, allora non siamo più uniti come pensavamo, o sbaglio ? > Argomenti spinosi. Argomenti che , sotto quelle stelle, risplendono di una luce sinistra.

23:14 Kurou:
 La cassetta risulta sempre più stretta, tant'è che vuoi per le chiacchiere o per la praticità di aver già svolto quella mansione, quest'ultima potrebbe dirsi riempita. Quindi, inserendo all'interno di quel rudimentale contenitore in legno l'ultimo cavolo, si accingerebbe a ruotare quelle ginocchia sporgenti in modo da risultare dritto di fronte ad essa, ed afferrandone i manici con quelle mani avvolte dai guanti protettivi, andrebbe a sollevare quel peso modesto con la forza dei quadricipiti, distendendo gambe e schiena, per compiere quei dovuti passi verso la casa degli attrezzi volti a cambiare il recipiente con un medesimo vuoto. Nel tragitto, avrebbe buttato l'occhio sull'operato degli altri, nel valutare quanto tempo possano avere, prima di dover tornare alla loro dimora. La sensazione di stare in compagnia, e non rinchiuso in quello stretto monolocale, non è poi così male dopotutto. Ma un richiamo, interrompe quel passo, mentre le parole scorrono a fiumi, interrotte solo da quel cambio di argomento, quella domanda improvvisa che ribalterebbe in pochi istanti il cervello del Nakayama. < ... > lo sguardo sgranato, interdetto, verso l'Uchiha, con quella cassetta in mano che a momenti gli sarebbe caduta sui piedi. Piccoli attimi di pausa, per racimolare i pensieri, e sparare una verità tanto comoda quanto pura. < Secondo me non ha molto senso pensarci. > molta neutralità nella voce, come se ciò che viene detto sia l'ovvio < Però ha senso provarci! > questa viene spinta con un pizzico di allegria, come a ridare vita ad un tono preoccupato e malinconico. < Insomma se siamo qui a raccogliere cavoli da terra è perchè siamo disposti ad ogni cosa pur di fare la differenza. > Onore e fierezze nella parole cercano di concludere < Quello che dovremmo chiederci è: tutto ciò è abbastanza per salvare Kagegakure? > la sua faccia sembra accentuare ancora di più il suo sorriso, a compensare il ricadere in dubbi e incertezze all'interno del discorso. < La mia risposta è No, abbiamo ancora molto da fare, ma come oggi, faremo tutto ciò che è necessario per vivere tutti al meglio e in pace. > C'è chi per 'tutti' intende gli abitanti di Kagegakure, e chi purtroppo si riferisce a cerchie più piccole, come il proprio villaggio, o la propria famiglia, o peggio ancora solo se stessi.

23:21 Fujirama:
  [Campo di cavoli] <Uh?> lo shinobi biondo mette da parte il suo fare concitato, sentendosi richiamato. Inclina il capo, tiene lo sguardo fisso su Katai e increspa le sopracciglia <Uh-mhm...> rumoreggia, confuso. Non sembra aver ben capito il quesito dell'Uchiha <Da... se stessa?> e ribalta i ciuffi dall'altra parte, seguendo l'opposta torsione della testa, esattamente come fa un cane quando cerca di capire se è arrivato il momento della passeggiatina. Titubante, si gratta una tempia con indice e medio <Ma... Katai-senpai... non eravamo a Kiri quando quella tizia ha fatto la matta.> credendo che si stia riferendo ancora a quell'evento <Eravamo da Ichiraku, a Konoha...>. E' così dubbioso perchè gli viene difficile pensare che il ragazzo di Oto abbia mischiato così malamente due discorsi diversi, tanto da chiedersi se è lui stesso a non capire. Si china ancora, rannicchiandosi come una raganella, con le ginocchia belle alte e larghe e il busto incurvato in avanti. E' sotto sforzo, ma il chakra di cui è attualmente intriso gli fa sentir meno la fatica. Allunga le mani verso il cavolo successivo, le pianta per terra e commenta, prendendolo come un nuovo argomento <Non devi nemmeno pensarci, Katai-senpai.> facendo una sorta di ghigno, anticipando il *clock* prodotto dall'ortaggio che si stacca dalle proprie robuste radici. Lancia un'occhiata al compare konohano, entusiasta nel sentirgli dire quelle parole <Ben detto, Kurou-kun!> quasi esultando. Espira e guardando l'Uchiha risponde <Faremo quanto serve per alleviare le sofferenze di quel distretto, anche se non capisco come staccarsi possa portargli un miglioramento...> si sbilancia per riporre il cavolo <...e se dovesse scoppiare, faremo in modo di far ragionare i cittadini e gli daremo la visione positiva del mondo che ho io... anzi, che abbiamo noi!> torna a rialzarsi <Altrimenti che senso avrebbe continuare a vivere, dico bene?> e si lascia andare in un ampio sorriso che sembra quasi stonare con i discorsi catastrofici che i tre stanno affrontando <Io non abbandonerò mai quello che è un pezzo del nostro villaggio, lo giuro sull'onore del mio Clan!> e appoggia una mano sulla propria spalla, proprio dov'è cucito il simbolo dei Senjuu. Incalza Kurou, prendendo l'onda delle sue ultime parole <Io sono disposto a partecipare a qualsiasi missione pur di migliorare le cose, e convincerò chiunque sia scettico, pessimista o amareggiato a dare qualcosa in più! Kiri risorgerà!> piega il braccio, stringendo il pugno. [Chakra ON 30/30][Portaoggetti: Fuuda]

23:30 Katai:
 Il sollevamento carichi pesanti di Kurou è sicuramente da ammirare, ma da ammirare e basta. Per chi ha intenzione di emularlo, invece, ci sono altre strade. Per chi, invece, sfoglia il proprio cavolo come fosse una margherita, in attesa di risposte che possano convincerlo davvero, allora la questione è tutt'altro che semplice. < ... > Tace, proprio in prossimità delle gesta altrui. Tace, in silenzio, mentre il respiro gonfia e sgonfia il petto, sollevando le spalle, espandendo la cassa toracica, sotto quella maglia scura, dal colletto alto e circolare, che sfiora il mento. Il simbolo sulla schiena, invece, quel ventaglio rosso e bianco, stilizzato, si erge ad unica nota di colore, nell'amalgama buio di quella sagoma nerovestita. Il mento, poi, rimane basso, mentre alcune ciocche corvine cadono sulla fronte e sulle sopracciglia. Sono quest'ultime, però, a sollevarsi, di scatto, assieme allo sguardo. Il naso rimane puntato verso il terreno, ma le iridi no. Queste si dirigono a gran velocità verso Kurou, le cui parole riecheggiano nella notte come un macigno scagliato verso la Luna. < !! > Le labbra si schiudono, appena, inalando ossigeno, speranze, determinazione e vigore - che non deriva assolutamente dalla quantità di chakra che gli scorre nel corpo. < Bene. > Commenta, senza sorrisi, senza felicità nel tono, ma solo quella puntuale presa di coscienza. Segue poi un richiamo all'atto pratico, che lo vede socchiudere gli occhi, dietro la linea delle palpebre. Sipari di carne che calano verso il basso, andando a celare la mente nel buio, più di quanto già non lo sia là fuori, lontano dai centri abitati. < Allora cominceremo noi. > E , usando la prima persona plurale, non pare escludere nessuno, ma neanche includere qualcun altro, esplicitamente. < Ho intenzione di creare un gruppo di persone che possano aiutare davvero. > Si sofferma, lasciando loro il tempo di digerire il tutto. < Non intendo sostituirmi al governo di Kagegakure. > Commenta. < Ma voglio essere d'aiuto. Seriamente. > Pare deciso, almeno nel tono. < Cominceremo dal Quartiere Povero di Kiri. > L'ennesima pausa, voluta, cercata. < Faremo ciò che i ninja del passato hanno sempre fatto meglio: proteggeremo. Difenderemo. > In sinstesi. < Vigileremo su i più deboli. > E solo ora schiude nuovamente lo sguardo. < Saremo ciò che Kagegakure sarebbe sempre dovuta essere per Kiri: un deterrente contro il Dolore, contro la Guerra. > E punta le orbite buie su entrambi, uno alla volta. < Facciamo ciò in cui crediamo. >

00:00 Kurou:
 La conversazione sembra essere volta in qualcosa di più profondo, come accade spesso di recente, forse a causa della situazione sempre più aspra che li circonda. Così anche Fujirama incalza, e come c'era da aspettarsi, anche la sua carica di iniziativa supporta il pensiero del taijutsuer, mentre Katai, è ancora intento ad ascoltare, il che sembra solo un pretesto, per continuare a snocciolare il discorso. Forse è qualcosa che si tiene in testa da tempo, ma che ancora non ha condiviso, ne accennato. Mai in toni così convinti. E quella sera ormai scura, rende il tutto terribilmente serio. < ... > non una parola nel tornare serio, abbandonando il sorriso smagliate e rincuorante, per tornare veramente attento. Ora si sta parlando del loro futuro, e nulla gli avrebbe vietato di tirarsi indietro, di fronte a quella richiesta. Ma pur cercando, non ne avrebbe trovato nessun motivo. Neanche uno per non fidarsi di quel ragazzo silenzioso, che alla loro giovane età è così lungimirante da trascinare chiunque e conoscendo la sua scarsa indole al parlato, in quel momento di parole ne ha dette molte e nessuna di queste è sbagliata. < Non c'è bisogno che te lo dica... > In quel momento la cassetta di cavoli, appesa a quelle ancore di braccia possenti, gli limita i movimenti, perciò si limiterebbe ad un cenno di consenso, ad annuire con la testa muovendo quel ciuffo a fisarmonica fin sotto al mento, per poi risalire. < Puoi contare su di me! > e probabilmente, così sarà sempre. La fiducia è troppa, per spezzarsi nel momento più cruciale. Ma lo sguardo volge irrimediabilmente su Fujirama, in attesa anche del suo verdetto, e con una breve spinta avrebbe appoggiato il suo raccolto, all'ombra dei raggi lunari. Guardandoli per qualche istante, quei bozzoli d'argento verde, riuscirebbe a vedere in essi il futuro di quel villaggio, sommerso dalle giganti mura. E raccogliere l'ultima cassetta, prima di abbandonare il campo, avrebbe assunto un sapore diverso, e forse anche gli ortaggi al suo interno. [ END ]

00:07 Fujirama:
  [Campo di cavoli] Alla prima affermazione dell'Uchiha spalanca gli occhi, alleviando leggermente il ghigno che teneva in faccia. Si volta per un attimo verso Kurou, come a voler vedere anche le sue reazioni, poi torna su Katai <Noi?> chiede a bassa voce prima c'egli possa proseguire nella sua spiegazione. Man mano che l'ombroso shinobi parla, Fujirama sembra sempre più eccitato, tanto da stringere i pugni e lasciarsi sfuggire un <Sì!> dopo la parola "deboli" dell'altro. <E andiamo, Katai-senpaaaai!> felice di aver trovato nell'Uchiha la determinazione e la grinta che poco prima predicava. Alza le braccia nel esprimere la sua gioia, come quando si segna, anche se... anche se c'è una domanda che gli sovviene che non lo fa essere sereno fino in fondo e man mano che rimbomba nel suo cervello, come un tarlo, ammazza il suo entusiasmo <Ma Katai-Senpai, non dovrebbe essere questo il dovere di ogni shinobi quando fa una missione?> si gratta leggermente una guancia con tutte le dita <Almeno, a me è stato insegnato così all'Accademia... difendere i più deboli... proteggerli... aiutarli...> ripete facendo a sua volta mente locale <A che servirebbe creare un gruppo?> è quasi intimorito nel fare queste domande: l'intento rispecchia esattamente il suo credo-ninja, e proprio per questo non vuole che le sue domande risultino insulti agli occhi scuri del cittadino di Oto <E'... è una cosa legale?> chiede, teso. Proprio mentre esprime i suoi dubbi si volta di scatto verso Kurou, e stavolta è lui quello più carico e sicuro nell'accettare la proposta. Fujirama resta quasi stunnato dalla cosa, come se il bananone l'avesse risvegliato dalle proprie paure e a puntare al bene sempre e comunque. Il sorriso torna a tingergli il volto, e la determinazione fiocca da ogni poro del biondo <Hai ragione, Kurou-kun! Non c'è scusa che tenga di fronte al voler fare del bene! Per questo siamo shinobi!> stringe i pugni e risolleva le braccia <Ti seguirò, Katai-senpai! Kiri risorgerà!> ripete ancora. Quindi tutto bello baldanzoso e sorridente, si getta verso la sua cassetta di cavoli, quasi piena, e seguendo Kurou, la porterà dove la lascia lui. Lascia il campo pieno di speranze e di fierezza. [END]

00:14 Katai:
 Accade tutto su un campo di cavoli, nel bel mezzo del nulla, sopra le piane coltivate di Suna. Sotto un cielo di stelle. Il firmamento osserva ogni cosa, gettando la sua luce siderale su tutto e su tutti. Le stelle sono lontane, ma lo sguardo del giovane Uchiha si solleva verso il satellite più vicino, verso quell'argentea sfera che volteggia sopra i caseggiati, le mura, il Mondo. E , in silenzio,rimane con il naso all'insù, per qualche istante, forse minuti. Ascolta le loro reazioni e più che osservarle, le percepisce. Quelle anime affini echeggiano nella sua, come una cassa di risonanza le amplifica, le riverbera, sino ad espanderle tutt'attorno, nel silenzio dei campi. E ora le mani tornano libere, proprio quando decide di poggiare l'ultimo cavolo nella cassetta che gli è stata offerta, inizialmente, da Kurou stesso. E' verso di lui, che, per primo, lo sguardo devia e cala, come una scure d'ossidiana grezza, falciando capelli, pelle, occhi. < ... > Annuisce, di rimando, conscio di come quell'artista marziale possa echeggiare a lungo in un semplice cenno del capo, seppur profondo e deciso. Sul Biondo, poi, si sposta, senza che gli occhi esprimano un reale giudizio, ma soltanto un peso, il peso del dubbio, che è insito in ogni nuovo inizio, in ogni atto di coraggio. < Non tutti gli shinobi proteggono e difendono e basta. > E con quelle parole, un moto allo stomaco si risolleva in ricordo della sua missione, proprio con i due amici , ora non presenti. < C'è anche chi utilizza il chakra come un'arma d'offesa. Un'arma contro gli indifesi e i più deboli. > Rimembra così, solo mentalmente, le missioni all'Oasi di Suna o quella in soccorso della bambina vessata dalla gang locale < Un gruppo è per unire le forze. Le forze degli intenti. > Oratore, lui, giovane quindicenne, plasmato tanto dal passato quanto dal presente. < Solo che...> riflette. < ..ci servirà un nome. > Conclude, pensieroso, guardando verso l'Alba Rossa, ad est. (E N D)

Finalmente, Kurou accompagna Fujirama ai campi coltivati di Suna, dove avrebbero incontrato Katai per continuare la raccolta dei cavoli da fornire ai poveri di Kiri. Tra racconti vari, durante il duro lavoro, sorgono perplessità sulla situazione attuale e viene presa una decisione: formare un gruppo che possa aiutare Kagegakure, a partire dal Quartiere Povero di Kiri, senza sostituirsi al Governo attuale.