Una missione per due

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13:50 Shiroichi:
  [Strada pressi quartiere povero] Il cielo nuvoloso incombe sul villaggio delle ombre, due figura si aggirano tranquillamente per il quartiere povero del settore di Kiri, camminano affiancati l'Uchiha e il Nara. Quest'ultimo è stato invitato dall'amico per portare un messaggio alla signora Ojima, lui non ha la minima idea di chi sia e del perché questo messaggio sia così importante da richiedere segretezza. Il Nara per non dare nell'occhio ha deciso di indossare degli abiti che più si confanno al luogo in cui si trovano e meno al Nara: dei jeans strappati sulle ginocchia con delle catene attaccate ai passanti del jeans che formano delle mezzelune attorno alle tasche dello stesso. Delle comunissime scarpe da ginnastica bianche e una felpa con cappuccio grigia. Il Nara si guarda intorno, non vuole dare nell'occhio, ma allo stesso tempo cerca di essere il più circospetto possibile, le mani nelle tasche per proteggerle dal freddo. Osserva qualche mendicante per strada e di tanto in tanto si ferma a fare dell'elemosina, non è così che crede di aiutare il quartiere, ma almeno può passare solo per qualcuno che vuole fare la carità dall'alto della sua fortuna nell'essere nato in una famiglia decisamente benestante e che vuole contribuire come può a migliorare le cose. Parla a bassa voce verso Katai, quasi come se avesse mal di gola <Puoi spiegarmi un po' meglio cosa dobbiamo fare qui?> chiede il ragazzo che brama informazioni, non può aiutare al meglio se non conosce tutti i dettagli e senza dettagli non può neanche fornire suggerimenti dall'alto della sua esperienza di detective e soprattutto di anbu.[Chk on]

14:06 Katai:
 Fiducia. Quell'atto benevole e caritatevole di totale e incondizionato ascolto del prossimo. Fiducia. Quella forma di rispetto e gratitudine che si esplica nel semplice atto dell'obbedienza - o della coerenza con il prossimo. Il giovane Uchiha ha vacillato, in passato, soprattutto nella sua fiducia verso l'altrui benevolenza, magnanimità. E' stato messo alla prova su più fronti: amicizia, sociale, famigliare. Ha visto vacillare la propria fiducia in Shiroichi e Shizuka, durante la loro missione insieme, ha visto vacillare la fiducia nelle istituzioni, durante il rischioso salvataggio del Daimyo e ha visto crollare la fiducia nella propria famiglia, quando gli è stata restituita la memoria, manipolata e soggiogata dal nonno, tramite lo Sharingan. Nulla, però, è stato capace d'intaccare la fiducia nella popolazione di Kagegakure, che si è ripromesso, ancora una volta, di aiutare. E sebbene la Sabaku non abbia più avuto fiducia in lui, dai tempi del loro scontro d'allenamento, lui ha intenzione di aver fiducia nelle parole del Nara, che, precedentemente, gli ha suggerito di fidarsi di Kore Sabaku. Tutto, nonostante quello che è stato scritto, detto e vissuto. Ora ecco come lui dimostra la propria fiducia, nei confronti di quella popolazione vessata e morente, ecco come ha già stretto un nuovo legame di fiducia con quella gente, camminando proprio sul limitare del Quartiere, avendolo oramai dinanzi, mentre l'andatura devia verso un vicolo laterale, perlopiù intonso, facendo cenno a Shiroichi di seguirlo, un cenno del capo e nulla più, perché le mani sono ficcate nei pantaloni ampi e comodi, dal colore nero, ma stretti alle caviglie da bendaggi candidi, bianchi, puliti. E' la stoffa che si suggella al passo, la carne all'indumento, così da permettergli di muoversi agevolmente e senza intralcio. Lo sguardo indaga l'area circostante, CERCANDO di non dare nell'occhio. Come ? Avvicinandosi al muro alla sua destra, ancora intonacato e verniciato: una delle poche strutture degne di quel nome, che sono ancora in piedi, proprio sul confine del Quartiere Povero di Kiri, là dove il Fiume compie la sua ansa più larga e si aggira verso occidente. FINGE di battere i piedi contro il muro, nel vago tentativo di togliere fango e detriti da quei calzari ninja, dalle tinte fosche, che avviluppano i piedi. La mano si poggia alla parete, sebbene solo le falangi distali possano sfiorare il mattone gelido, poiché solo quelli non risultano coperti da bendaggi di fortuna, atti a coprire la pelle delle mani - e delle braccia -. da escoriazioni ed intemperie. Queste fasciature risalgono gli arti superiori, insinuandosi al di sotto delle maniche lunghe di una maglia nera, dal colletto alto e circolare, che sfiora il mento. < Consegnare un messaggio a questa signora. > Borbotta, all'indirizzo del Nara, senza guardarlo in faccia, impegnato com'è nel suo vago scalciare. < Ma non dobbiamo essere visti. > Aggiunge. < Kore è stata chiara: hai letto i messaggi. > Include, a corollario delle sue parole. < Usiamo la tecnica della trasformazione ? > Domanda, ora osservando dalla parte opposta rispetto a Shiroichi. < Saltare su i tetti fino alla casa di Ojima non mi sembra una buona idea. > E mentre parla, il chakra continua a scorrere incandescente e sfrigolante, all'interno dei dotti ad esso adibiti, rinvigorendo spirito e corpo, poiché unione e conseguenza d'entrambi. [Chakra On|60/60]

14:24 Shiroichi:
  [Strada pressi quartiere povero] Segue l'amico in quel suo peregrinare verso una meta a lui sconosciuta si ferma poco distante da lui quando lo vede pulirsi le scarpe per non dare nell'occhio eccessivamente. Non parla molto quest'oggi ma lo sguardo sembra sereno sebbene attento, si guarda intorno come se volesse valutare al meglio la situazione di quel posto, Si chiede come mai di tutti i settori del villaggio quello di Kiri sia l'unico messo in quelle condizioni; da anbu ha girato quelle strade parecchie volte e se prima in qualche modo dava la colpa agli attacchi delle chimere adesso che non nota ancora cambiamenti gli viene da pensare che il problema non siano solo le chimere ma che debba esserci anche altro. Quando Katai inizia a parlare l'altro lo ascolta attentamente senza però guardarlo come se volesse far credere che ciò di cui stanno parlando sia una cosa di poco conto e che non desti così tanta attenzione nella sua mente. L'idea dell'Uchiha è quella di usare la tecnica della trasformazione, non è male come idea ma non sembra convincere a pieno l'anbu <In zone come questa dove c'è così poco da fare e da vedere tutti si fissano a guardare gli estranei> dice lui iniziando il suo discorso sempre parlando a bassa voce <Credo daremmo meno nell'occhio con le nostre vere facce, siamo stati qui già altre volte, se cambiassimo aspetto daremmo più nell'occhio che con i nostri veri volti a parere mio> dice il ragazzo proponendo il suo punto di vista all'altro <A meno che questa donna non debba conoscere i nostri veri volti, ma anche qui... la tecnica della trasformazione ha i suoi limiti...> dice lui sollevando le spalle ma lasciando campo libero all'amico per decidere come agire, lui dopotutto è lì solo perché casualmente ha scoperto di questa donna e vuole vederci più chiaro, al momento insomma non è la sua missione e trova sia giusto che le decisioni vengano prese dall'Uchiha.[Chk on]

14:36 Katai:
 sotto un cielo plumbeo, dove ogni nuvola che sfila via è bitorzoluta e pigra, il Villaggio delle Ombre stiracchia la sua quotidianità, nel pomeriggio appena iniziato, dove l'astro di fuoco ha raggiunto oramai lo zenit e s'appresta a discendere la parabola decadente, giornaliera, che lo condurrebbe ad ovest, lontano, oltre gli sguardi di ogni cittadino, oltre le Mura. Là va anche il pensiero del giovane Uchiha, per un istante, forse troppo, tale da renderlo più impacciato nei movimenti, proprio perché artificiosi, forzati, per nulla necessari ad una reale utilità. Ma mirati ad un solo ed unico scopo: depistare. Inspira, mentre ascolta le parole altrui, inspira a fondo, gonfiando il petto sotto quella maglia scura e sollevando le spalle, con la gabbia toracica che s'espande e si riempie d'ossigeno, assieme ai fumi e gli odori del pranzo, che qualcuno, in quel luogo, si permette ancora di consumare. Un lusso riservato a pochi, che , probabilmente, man mano che ci si addentra nel Quartiere, diviene sempre più rado. La mano, d'istinto, scivola alla tasca posteriore dei pantaloni, lì dove un biglietto rozzo, scritto a mano, con poche righe - perlopiù quelle che gli sono state indicate nel messaggio - è tenuto in una busta chiusa,sigillata sì, ma nulla che non possa essere forzato da una mano anziana e tremolante. < Hai ragione. > Commenta, continuando a sbattere i piedi contro il muro, prima anteriormente, poi posteriormente, con i talloni che schioccano contro il mattone. < E se ci mutassimo in animali ? > Incalza, finendo per guardarlo, davvero, solo ora, per un istante fugace, di poco conto, quasi a voler cogliere, superficialmente , le reazioni mimiche a cui l'altro deve essere sottoposto. < Nessuno fa caso a degli animali. > L'idea, a parer suo, è geniale. < La vecchia Ojima non deve per forza conoscere i nostri volti, purché riceva il messaggio. > Obietta lui e chiarisce. [Chakra On| 60/60]

14:52 Shiroichi:
  [Strada pressi quartiere povero] L'amico sembra dargli ragione per poi proporre di trasformarsi in animale <Stesso problema, animali o persone la tecnica potrebbe non essere efficace e poi... degli animali che portano un messaggio? Mi sembra roba da altri tempi> dice lui derubricando questa idea, per poi continuare <Beh basta fare una semplice passeggiata e lasciare il messaggio dove dobbiamo allora, niente animali, niente altre facce, inoltre se avessi voluto utilizzare quella tecnica sarebbe stato più saggio partire già da casa con un altro volto, cambiare qui attirerebbe più sospetti che altro> aggiunge per poi dare una leggera pacca sulla schiena all'amico e avvicinarsi al suo orecchio <Basta pulire quelle scarpe, per un appostamento devi essere naturale, tre ore a pulire delle scarpe non lo fa nemmeno il calzolaio del kage secondo me> il tono è ovviamente serio ma bonario, lui si limita a movimenti apparentemente insignificanti e ben calcolati per evitare di attirare troppo l'attenzione e, qualora dovesse comunque attirarla si limiterebbe a far finta di non essersi accorto di essere osservato. <Andiamo e stai al gioco> dice lui cercando di scuotere un pochino la tensione dell'amico per suscitare in lui reazioni più naturali possibili, dopotutto sono due ragazzi ed è giusto che almeno in apparenza si comportino come tali <Allora? Come procede l'utilizzo di ninder? Fatto qualche conquista?> chiede lui accennando ad un sorriso sornione con il palese scopo di distrarre l'amico con un discorso decisamente più faceto e che è probabile che due ragazzi della loro età facciano; e questo di ninder è il primo che è venuto in mente al Nara.[Chk On]

15:05 Katai:
 Un sorriso si allarga sul volto, al limitare delle labbra, sul confine tra queste e la guancia destra, solo quella. E la stessa s'infossa , quando la bocca si tira d'un lato, per palesare la consapevolezza dell'ironia altrui. La pacca sulla schiena, poi, lo desta, come fosse semplicemente perso nei propri meandri, nei propri pensieri. < ... > Non risponde, ovviamente e non di certo per evitare sospetti, quanto più per mera indole, che emerge, spontanea e mesta, nell'interazione sociale, ancor più laddove questa è liberamente espressa, nella confidenza e l'amichevole relazione con il Nara. Non annuisce nemmeno, quando decide di distanziarsi dal muro, lasciando cadere di lato il braccio, sul fianco, così che la mano finisca vicino alla tasca dei pantaloni, la stessa che contiene la busta sigillata. E così fa cenno all'altro di seguirlo, decidendo , infine, per addentrarsi nei luoghi del Quartiere con nient'altro che la loro pelle e le loro ossa - e qualche straccio addosso. Ecco come finisce per svoltare nuovamente l'angolo, con passo preciso e cadenzato, ma trascinato da quel peso della segretezza che, abituato o meno, non riesce a sopportare con facilità. E' un ninja, probabilmente non adatto alle missioni di spionaggio e , per cosa sia davvero adatto, è ancora tutto da scoprire. L'altro, invece, decisamente più avvezzo, lo invita a sostenere una farsa nella quale, pian piano TENTA di calarsi, ma mantenendo la sua aria consueta, quel fare scostante e distante, che però tradisce una mera scorza, atta a difendere, proteggere. Un giorno, forse, anche a dissimulare, ma chissà. Un cenno del capo lo guida, lentamente, verso le zone limitrofe del Quartiere, decidendo per la strada più diretta, quella già percorsa, una volta, con Shizuka ed un'altra con Kurou. Non che lui sia una personalità nota nel Distretto di Kiri, ma non è neanche una faccia nuova, mentre le mani tornano nelle tasche e la voce s'espande, pacata. < Un abominio. > Rivela. < Non entrerò mai più su quell'applicazione. > Non scuote la testa, troppo calato nella parte. < E tu, che mi racconti ? > [Chakra On |60/60]

15:18 Shiroichi:
  [Strada pressi quartiere povero] Il suo tentativo di depistaggio dei pensieri dell'Uchiha sembra andare a buon fine, l'amico si decide a camminare e a fare strada tra quei vicoli mentre iniziano a parlare del più e del meno, esattamente come due adolescenti farebbero <Addirittura un abominio? Perché?> chiede lui paventando curiosità, che sia reale o fittizia non è dato saperlo, Shiroichi non sa nulla del mondo degli incontri online e non è il tipo da farli. Cammina al fianco dell'amico tenendo ancora una volta le mani nelle tasche e guardandosi intorno cercando di osservare i volti dei passanti e dei residenti della zona per cercare di capire se qualcuno li segua o meno. <Io nulla di nuovo, sto per fare i buchi alle orecchie, tradizione di famiglia> aggiunge lui anticipando la probabile domanda dell'altro <Poi sono andato in televisione, per una cosa di beneficienza di Shinobi for children, ma ho perso la prima manche contro Kore> dice lui senza però sembrare realmente rammaricato dalla cosa <Dovrebbero riconvocarmi per vedere se riesco a piazzarmi almeno al terzo posto, ma non so nemmeno chi sarà il mio sfidante; però guarda!> dice lui tirando fuori il ninjaphone dalla tasca destra del pantalone ma senza ancora attivarne lo schermo per tentare di sfruttare la rifrazione dello stesso per controllare alle sue spalle la presenza di qualcuno di sospetto che segue i loro passi. Una volta fatto questo attiverà lo schermo con la pressione del tasto laterale, entrerebbe poi in galleria per mostrare una foto dell'outfit che gli hanno fatto indossare in trasmissione e che lui ha poi deciso di tenersi pagandolo alla produzione perché gli era piaciuto. <Il presentatore sembrava voler combinare un appuntamento con me e qualcuna del pubblico> racconta il tutto come se a lui facesse piacere e come se se ne stesse vantando ma in realtà Katai che dovrebbe conoscerlo bene dovrebbe capire che la sua è tutta una facciata e che al momento non prova interesse in quel genere di cose.[Chk On]

15:37 Katai:
 < E'...complicato. > Taglia corto, andando a stringersi nelle spalle, dando prova di poter avere reazioni consone, normali, fisiologiche, anche se immerso in una farsa delle più semplici: quella di interpretare se stesso, senza pregiudizi e senza pregressi. Il passo, però, non si arresta, salvo in prossimità di un incrocio. Esita, indugia, forse quell'istante che basta per essere scoperto, per essere osservato con maggior attenzione, forse semplicemente , invece, per decidere qual è la strada più giusta per raggiungere la casa dell'Ojima, ovvero la casa vicino all'unica fontana presente in tutto il QUartiere Povere di Kiri. Ecco come, il passo successivo alla frenata, è più lesto, più veloce, più impacciato degli altri, proprio perché traduce la fretta dello shinobi di Kagegakure, la sua smania di arrivare alla meta, nonché consegnare quel messaggio, a quanto pare di vitale importanza. < Nh ? > Mugugna, in un singhiozzo onomatopeico, che , partorito dalle corde vocali, si schianta contro la dentatura candida, nascosta dal profilo delle labbra rosee e sottili, aride di parole, così come di saliva. < La tua famiglia te lo impone ? > Incalza, quasi curioso, quasi deviato , almeno mentalmente, dal proprio scopo, per il frangente d'un attimo. Le spalle, poi, rimangono leggermente curve, mentre si accosta allo schermo del cellulare, dove tenta d'individuare la foto che l'altro ha intenzione di mostrargli. Non coglie lo stratagemma sopraffino(?) atto ad individuare eventuali inseguitori, bensì si concentra su quell'abbigliamento mostrato, che non risulta tra i più comuni. Indubbiamente originale. < Sai, credo che non tutti abbiano un ninjaphone in questo Quartiere. > Sussurra, a bassa voce, rivolto alle orecchie del Nara, prima di scostarsi, tornando ritto , ma mobile, diretto verso un vicolo più lontano. [Chakra On | 60/60]

15:52 Shiroichi:
  [Strada pressi quartiere povero] <È sempre tutto complicato Katai-kun, dovresti scioglierti un pochino> lo rimbecca lui quasi come se gli stesse dando consigli d'amore, che poi il Nara ne sappia poco e niente lui stesso questo è un altro paio di maniche. Continua a seguirlo anche verso l'incrocio, lo vede titubare ancora una volta, ma non dice nulla, ci sta che non essendo originari di quel quartiere si perdano agli incroci e l'indecisione dell'Uchiha gioca decisamente a loro favore da questo punto di vista <Non lo impongono> risponde lui <è una tradizione non so quanto antica che i membri della mia famiglia di facciano i buchi alle orecchie una volta diventati chuunin, è una specie di trofeo, se così vogliamo definirlo> risponde il moro che non sembra vedere quella cosa come un'imposizione dall'alto come l'Uchiha sembra averla percepita <Solitamente le orecchie le bucano i membri del clan, ma io ho chiesto esplicitamente che fosse Shizuka a farmeli perché per me lei è di famiglia e alla fine hanno accettato> dice lui con tono trionfante verso l'altro. Lo sguardo si fa serio quando l'altro lo rimbecca per il ninjaphone, solo per un secondo perché poi torna nuovamente ad addolcirsi <Sanno che non siamo di qui, non ho bisogno di nascondere cose che sono comuni in altri distretti> gli dice poggiandogli poi una mano sulla spalla come per rasserenarlo <Un giorno ti porto a lavoro con me, così impari qualcosa di interessante> gli dice sorridendogli, è sempre meglio che Katai impari anche questo tipo di tecniche per il futuro piuttosto che fare le cose alla cieca, almeno secondo Shiroichi. [Chk on]

16:08 Katai:
 < Mpf > Sbuffa, sonoramente, questa volta più spontaneo, decisamente più naturale, coerente con se stesso e con l'indole che lo contraddistingue. Socchiude gli occhi, mentre cammina su quel sentiero dai caseggiati diroccati, sfilando tra vagabondi e senza tetto, mendicanti ed ambulanti. Si nasconde, per un attimo, dietro quei sipari di carne, che calano sul suo Mondo, andando a rifugiarsi tra le ombre, come per trovare qualcosa, qualcosa che sfugge. Ed il mento non si abbassa, bensì si solleva, di qualche grado, andando a reclinare appena il capo, scuotendo la chioma ispida e ribelle, decisamente indomita, sospinta dai bagordi del vento, che s'insinuano tra le crepe dei caseggiati, soffiando come serpi fameliche, al limitare della strada. Le spalle si sollevano, abbracciando il collo, spingendo quel bavero di stoffa verso l'alto, fino a sfiorare la bocca. Quest'ultima giace ferma, immobile, quasi intonsa. < Sai voglio diventare un Chunin anche io. > la motivazione è presto detta. < Ho intenzione di progredire nella carriera ninja. > Ma non basta. < Solo così potrò essere un punto di riferimento per il mio clan. > Qualcosa di inaspettato, forse anche per chi lo ascolta. E lo dice su due piedi, senza andare ad osservare Shiroichi, mentre continua a camminare, consapevole di non trovare ostacoli sul proprio percorso, eccezion fatta per qualche buca o calcinacci lasciati a se stessi. < Non ho intenzione di diventare un Kage, come tu mi hai suggerito. > Continua, spiegandosi. < Nel mio libro c'è scritto 'uno shinobi senza nome, che protegge il villaggio con la sua ombra'. > Apostrofa, recitando a menadito quello spartito. < Io voglio correggere quella frase. > Annuncia, andando a schiudere lo sguardo, dinanzi a sè, nuovamente. < Credo che il nome di uno shinobi sia importante. Identifica chi egli è. Da dove viene. E perché fa ciò in cui crede. > E' maturato quel giovane shinobi ? Forse. < O sbaglio ? > Gli si rivolge, adesso, adesso che il discorso è totalmente cambiato e lui lo osserva, di sottecchi, offrendogli solamente il profilo destro del viso. [Chakra On 60/60]

16:21 Shiroichi:
  [Strada pressi quartiere povero] Il discorso viene cambiato in favore di quelli che sono i propositi dell'Uchiha per il suo futuro, lui lo ascolta continuando a camminargli di fianco <Sono sicuro che ci riuscirai> dice incoraggiante l'altro, Katai dopotutto è un ninja capace anche se differiscono sui modi per portare giustizia l'obbiettivo è comune e Shiroichi non può che essere contento di questa decisione presa dall'altro <Puoi diventare un grande ninja anche senza essere Kage> afferma lui molto tranquillamente <E mi auguro che se mai dovessi diventarlo io possa sempre avere il tuo appoggio per aiutare le persone a vivere in un mondo più giusto e più buono> afferma l'altro quasi come se stesse già cercando di intessere delle relazioni politiche con un alto rappresentante di un clan potente. Ascolta poi la frase ripetuta a memoria dall'Uchiha, vi si sente praticamente rappresentato, in quanto anbu non ha nome, e il caso vuole che usi le ombre come innata. La domanda però lo perplime per un secondo <Io credo che il nome di uno Shinobi sia importante solo in relazione a quello che suscita nella mente degli altri, non credo sia necessario saperne il nome per dar valore a ciò che fa> giustamente se lo chiedi a un anbu... <Prendi ad esempio il signor Shinzou... conoscere il suo nome non ha dato più valore a ciò che fa per proteggere il villaggio, il valore è rimasto quello.> dice il ragazzino per poi concludere <Lui ha fatto quello che ha fatto perché voleva? Perché doveva? Noi non lo sappiamo ma quello che ha fatto è stato un bene per tutti. Quindi il suo nome è importante perché ci permette eventualmente di fidarci di lui, ma fondamentalmente il fatto che conosciamo il suo nome probabilmente al signor Shinzou non interessa. Non so se riesco a spiegarmi> effettivamente il discorso è un tantinello confusionario ma il messaggio si spera sia arrivato comunque.[Chk on]

16:33 Katai:
 Questa volta il sorriso è spontaneo, pacato, sincero. Differisce da quello divertito di prima, ma stira comunque le labbra, andando ad allungare le stesse sulla metà inferiore del volto, proprio al di sopra del mento aguzzo, crocevia dei suoi lineamenti. Quest'ultimi, obliqui e ripidi, permangono giovani, dando l'impressione di un quindicenne qual è, ma nello sguardo nero, buio, gorgoglia il passato, in torbide acque, tali da rendere difficile la lettura del futuro, una prospettiva nebulosa, di cui pare ardua la visione. < Così sarà > Sentenzia, lapidario, diretto, andando a ruotare il capo verso l'altro, me solamente quello. Una lieve torsione del mento, ma nulla più. Il cingolo scapolare rimane intonso, appesantito, sì, da un grave invisibile, che lo costringe ad anteporsi, lievemente, come ali d'un nero rapace, curvo sul proprio volo ; ma pur sempre fermo e immobile rispetto al movimento del capo. La chioma corvina ciondola ancora, a destra e manca, quando dirige i passi verso il vicolo dapprima prefissato, così da imboccarne la strada, oramai giunti quasi ai confini del Quartiere Povero, lì dove l'abitazione della vecchia Ojima dovrebbe sostare, proprio dove hanno scoperto che fosse, lui e Shizuka, insieme, una sera di tempesta. Lo stesso momento in cui ha scoperto l'Arte del Fulmine e l'affinità del suo chakra con la stessa. < Uhm. > Mugugna, pensieroso, di fronte all'arzigogolato intreccio di parole altrui. < Penso di aver capito. > Taglia corto. < Ma lui ha un nome anche tra la gente di questo posto. Il suo nome...> si sofferma. < ..o soprannome. > Si corregge. < lo rende un punto di riferimento per tutti, anche per chi non lo conosce e non sa cosa fa. E' questo che intendo. > E si ferma, infine, proprio all'imbocco di un vicolo cieco, in fondo al quale si trova una catapecchia in rovina, di bandoni e lamiere e cemento e mattoni. E lì, poco distante, una fontana. < Quella è la casa di Ojima. > [Chakra On |60/60]

16:45 Shiroichi:
  [Strada pressi quartiere povero] Oramai sono arrivati ad un vicolo cieco, probabilmente, se Katai non ha sbagliato strada la loro "missione" è giunta al termine. <Certo indubbiamente, ma non è il suo nome a far di lui quel che è né a dare valore alle sue azioni> dice il ragazzo cercando di spiegarsi al meglio <Però capisco cosa intendi dire> gli sorride bonario, sono punti di vista differenti i loro ma convergono fino quasi a fondersi talvolta. Katai annuncia che sono arrivati e gli indica la casa della donna, ora devono solo consegnare il messaggio. Il moro si avvicina alla casa e la osserva cerca in qualche modo di schermare alla vista la figura dell'amico cercando di dare meno nell'occhio possibile mentre lui consegna quella lettera. Il Nara sembra osservare la fontana e il vicolo cieco dietro di essa <Katai-kun, hai davvero un pessimo senso dell'orientamento, te l'avevo detto che questa non era una scorciatoia per arrivare a Kusa, la prossima volta il tragitto lo decido io!> dice con tono canzonatorio all'amico facendogli un fugace occhiolino. L'obbiettivo è semplice, se non devono destare sospetti è più facile giocarsi la carta di essersi persi piuttosto che semplicemente stare lì qualche secondo per poi andarsene, dopotutto sono sempre e comunque esterni al quartiere e vedere loro consegnare una lettera a qualcuno sicuramente potrebbe destare curiosità e sospetto nei confronti dei locali. Una volta che Katai avrà adempiuto al suo scopo il Nara continuerà a seguirlo dove vorrà andare cercando di parlare del più e del meno. [End]

16:48 Katai:
 Qualcuno si abbevera alla fontana, qualcun altro raccoglie secchi d'acqua da portare a casa, altri, invece, ne approfittano per fare il bucato. In quel luogo, in quel posto, il tempo sembra essersi fermato. Per lui, quindicenne, abituato a gli agi della tecnologia e dell'acqua calda, tutto ciò appare assurdo. E' un impatto ancor più forte, tanto nel cuore e nello spirito, perché il contrasto con il proprio vissuto è ancor più netto, ancor più evidente. < ! > Le sopracciglia si sollevano, andando a sfiorare la fronte limpida, sopra la quale scivolano ciuffi corvini e ribelli. La bocca non si schiude, ma i fumi del pranzo raggiungono ancora le narici, sebbene smorzati, misti alla puzza di bruciato, forse laddove qualcuno ha tentato di cuocere un cibo di fortuna. Di riscaldare qualcosa di freddo a tal punto da incendiarlo. Forse ha un altro modo ancora per sacrificare se stesso in favore di quella popolazione. Forse non ha ancora dato tutto ciò che aveva. Forse l'Arte del Fulmine può portare elettricità e luce in quel buio diroccato e in rovina. Dovrà parlarne con chi di dovere, soprattutto con chi si occupa della gestione di quell'abitato. Inspira, a fondo, prima di incamminarsi verso la porta della casa della signora Ojima. Gli occhi si piantano sulla catapecchia, tenendo sotto osservazione eventuali figure nel luogo, qualcuno di sospetto o semplicemente di appostato. Facce, volti, movimenti, reazioni , mimiche ; un elenco di dettagli che è abituato ad osservare, non tanto per lavoro, quanto per puro diletto, per mera curiosità - che , da sempre, lo ha contraddistinto. Lo sguardo è schiacciato, ora, tra sopracciglia e zigomi, indurito dalla sporgenza di quest'ultimi. Senza sorriso raggiunge la porta , senza difficoltà estrae la lettera sigillata dalla tasca e in un gesto fluido, appesantito dai pensieri, si accovaccia, in prossimità dell'uscio, che non sembra neanche tenere i cardini perfettamente, tantomeno sigillare l'ingresso. Un gesto della mano destra, armata di lettera, devia verso il radio, supinando il braccio, lanciando così all'interno dell'abitazione quella posta. Majima sarebbe fiero di lui. E come giunto, si allontana, facendo marcia indietro, come nulla fosse, sebbene le ciglia sbattano su gli occhi, più volte. < Hai ragione. > Sostiene. < Andiamocene. > Taglia corto, uscendo dal vicolo, diretto altrove ( E N D)

Shiroichi e Katai si trovano nel Quartiere Povero di Kiri per consegnare una lettera alla vecchia Ojima.
Il contenuto della lettera è chiaro e scritto a mano dall'Uchiha stesso, un messaggio per la suddetta: una richiesta d'incontro.

Note Off:

- Il contenuto preciso del messaggio si rifà alle missive On ricevute.
Per visionare le missive, basta chiedermele e le mando.

- All'attenzione di Tenjiro.