Realtà o finzione ?
Free
Giocata del 29/01/2023 dalle 21:15 alle 23:42 nella chat "Piazza Centrale [Ame]"
[Piazza - Verso Fontana] Se quella piazza potesse parlare, racconterebbe di cose assurde avvenute nei pochi giorni che precedono la sera invernale che si palesa dinnanzi ai due: draghi umani e d'acqua, fuochi d'artificio, tentato suicidio, persone in fiamme, e chi più ne ha più ne metta. Questo non li avrebbe fermati, intimoriti forse, sono lì, di nuovo all'ingresso di quello spazio aperto, decisamente più spoglio e disabitato dell'ultima volta, consapevoli che avrebbero trovato meno problemi durante quella passeggiata, o almeno queste erano le premesse. Nakayama indossa una felpona con cappuccio, decisamente larga e grigia, per nulla in linea col suo stile solito, che messa insieme a dei pantaloni grigi della tuta gli danno un look da scappato di casa. L'unica cosa in ordine è la sua amata capigliatura e quei calzari ben legati alle caviglie. Tutto ciò è voluto, in quanto i lividi su schiena e retro delle braccia non gli danno tregua, fornendo un ricambio continuo di dolore al solo contatto con qualsiasi cosa, anche indumenti troppo aderenti. La felpa larga gli fornisce una stazza ancora più impostata del solito, che può benissimo essere scambiata per obesità, se non per il viso asciutto e delineato che si ritrova. Al suo fianco un corvo, un compagno ormai leale, con cui riesce a costruire un'intesa crescente. < Io farei un giro intorno alla fontana e sotto al terrazzo del suicida... Starei uniti, così non ci perdiamo nulla. > cerca di dare una coordinazione, con tono serio, seppur di solito a dare il via alle danze è Katai. Ma oggi Kurou sembra particolarmente preso dalla cosa. < Non me ne andrò di qui senza averci visto più chiaro su cosa cazzo è successo. > Sembra seriamente crucciato per la cosa e concentrato, tant'è che il suo passo si arresta solo qualche secondo all'inizio della piazza, prima di partire spedito alla volta della fontana. < Nel mentre ci scambiamo quello che ci ricordiamo? Così facciamo mente locale... > Il suo andamento è neutro, ma ogni tanto parte una smorfia di dolore, forse accentuata dal vedere da lontano il punto preciso in cui è stato scaraventato. Una serata buia, con una luce fioca, incalzata da quella dei lampioni, sta per accompagnare quei due alla riscoperta dei fatti accaduti durante la festa per l'anno del Coniglio. Sotto un firmamento di stelle,giunge infine, in compagnia di Kurou, nella pancia di cemento, vetro e acciaio del Distretto di Ame. Lì si è consumato il misfatto, qualcosa di così irreale ed assurdo da non riuscire, ancora, a tradurlo in ricordo. E' confuso, visibilmente confuso, ma non nel passo, avvolto da calzari ninjja, dalle tinte fosche, che si abbattono sul selciato, visibilmente più spoglio rispetto all'ultima volta che sono stati lì. La Piazza di Ame langue di un vociare confuso, ma concitato, immersa in un caleidoscopio di riflessi, nel mezzo del quale zampilla la fontana che affianca la statua del Dio Pain. E' vestito di abiti scuri, monocromatici, se non fosse per quel ventaglio rosso e bianco che capeggia al centro delle scapole , abbastanza grande da poter essere visto da chiunque, abbastanza piccolo da non importunare l'intera superficie posteriore della maglia nera che indossa. Il colletto alto e circolare di quest'ultima è nascosto da una sciarpa cremisi, le cui volute di stoffa si attorcigliano attorno al cingolo scapolare, prima di scivolare oltre la spalla destra, come un rivolo di sangue. I pantaloni, poi, si sfregano ad ogni falcata, per quanto breve e accorta questa sia. Ampi e comodi, neri, si stringono all'altezza delle caviglie, da bendaggi candidi che suggellano la stoffa alla carne, l'indumento al passo. < Certo. > Taglia corto, sposando la proposta del Nakayama. E , come lui, rallenta il passo sul limitare della Piazza, sino ad arrestarsi, lasciando che l'altro prosegua verso la fontana, per un paio - forse più - di passi in anticipo, mentre lui alza gli occhi verso la finestra che ben ricorda, almeno quella. < Era lassù, vero ? > Indica, verso il quinto piano, una finestra dalla luce spenta. < Ho visto poco di quel che è accaduto in mezzo alla folla. > Rivela, mentre cerca di raggiungerlo nei pressi della fontana, andando a sondare tracce di bruciature e polvere, magari lasciate per incuria, magari per inezia o imperizia dei netturbini. Trascina con sé il suo equipaggiamento, tutto in una sacca portaoggetti che reca alla cintola, dietro la natica destra. [Equip: fuuda con tronchetto x2|tonico pf x1|tonico chakra x2] [Piazza - Pressi della Fontana] Un passo deciso, le braccia raccolte in un quel tunnel, creato dalla tasca che attraversa la felpa grigia da un lato all'altro, che gli permettono di essere comodo e di muoverle il meno possibile, per evitare fitte di dolore inutili. < Esatto, ci passeremo appena finiamo con la fontana... > Alza lo sguardo anche lui, verso l'edificio nella sua interezza, più che la finestra in questione, non riuscendo a ricordare alla perfezione quale fosse quella con l'uomo di mezza età affacciato. Una scena da incubo. < Ti dico quello che ho visto io. > socchiude gli occhi tentando di ricordare, fermando il passo a circa tre metri dal bordo della fontana, e dando uno sguardo superficiale ai dintorni. < Una signora ha urlato, indicando l'uomo che voleva buttarsi. > il tono è serio e le parole scandite, un vero e proprio flusso di pensiero, con delle pause nel mezzo. < Io mi giro, ma ad un artificiere parte un fuoco rosa verso la gente, seminando il panico. Una decina di persone in fiamme. > consuma un'altra pausa, per poi riprendere < Queste persone cercano di forzare la cancellata, per buttarsi nella fontana. Io ho cercato di spegnere il fuoco con la mia giacca, ma anche quella ha preso fuoco. Ero di fianco alla folla in fiamme. > sposta lo sguardo alla sua destra, laddove gli sembra di ricordare il perimetro delle barricate. < Riescono a sfondare la transenna, e la gente corre rischiando di dare fuoco agli esplosivi rimasti. Sarebbero morti tutti, ne sono quasi sicuro. > Fissa di nuovo l'ammasso di acqua e pietra, che zampilla ripetutamente, forse un po' rallentata dal freddo che prova in tutti i modi a cristallizzare quell'incessante flusso liquido. < Ma sono comparse delle figure, due mi sembra, una più rossa una più scura, che hanno sollevato un drago d'acqua che ha spento le fiamme e mi ha scaraventato via. Inutile dire che non ho mai provato sulla mia pelle un jutsu così imponente. Dopodiché sono sparite... > sembra concludere dal tono, ma non è così. < L'unica cosa che ricordo è che mentre le orecchie mi fischiavano, sentivo delle voci arrabbiate, come se stessero litigando tra di loro. Fine. > Conclude, prima di riprendere il passo per avvicinarsi ancora di qualche metro, iniziando a compiere il perimetro della struttura acquea, andando ad analizzare eventuali rimasugli al suolo, o nella fontana, qualsiasi cosa potesse essere caduto, strano o utile alla riscoperta degli eventi. Nel caso avesse rinvenuto qualcosa, lo avrebbe ovviamente analizzato e raccolto, perfino bagnandosi se avesse dovuto entrare nella base degli zampilli. < Si può anche provare a chiedere ad uno della zona se ha visto o sentito voci a riguardo. Dovremmo approfittarne, finché la questione resta recente.> Dimostra la sua confusione, nonché lo stordimento, in quel gesto che va compiendo con un attimo di ritardo, nel bel mezzo della Piazza: la mano destra si solleva, assieme al medesimo braccio, portando le dita dinanzi al petto, nel sigillo della [CAPRA]. E' un atto di concentrazione ulteriore, di cui forse, in altre circostanze, non avrebbe bisogno. Invece ora si adopera per suggellare quel moto di volontà grazie ad una mimica motoria, esplicita, diretta. L'atto di compiere quel mezzo sigillo lo porta a TENTARE di fondere le energie fisiche e psichiche in un unicum che mescola la forza di ogni cellula, ogni reazione metabolica che avviene nel corpo, assieme al vigore dei ricordi, alla tenacia dell'esperienza maturata e di ogni grammo di determinazione ; tutto per fondersi nella metafisica composizione del chakra. Nasce, però, dall'unione dei suddetti sforzi, l'uno che rotea e vortica all'altezza delle cervella, l'altro nello sterno, e lì s'incontrano, sfrigolando, incandescenti, in un'elettrica maniera, che scorre nel sistema circolatorio ad essa adibito. Socchiude persino gli occhi, l'istante necessario e sufficiente a cercare , tra le ombre, dietro quei sipari di carne, la lucidità necessaria e sufficiente per affrontare con decisione quel moto mentale. < ... > Non un fiato, mentre , rinnovato dal vigore del chakra, si adopera per osservare, con minuzia e meticolosità, l'ambiente circostante. Si accosta alla fontana, laddove i fuochi erano partiti, almeno fin quando lui ha guardato, dopo di ciò, invece, non ha ben in mente cosa sia davvero successo. Lo ascolta, nel mentre, ascolta tutto ciò che ha da dire e tutto ciò che riferisce, nel dettaglio. Può aggrapparsi a quella voce come fosse un appiglio per la realtà, un faro nel buio. < Ho visto solo i fuochi, in tutto ciò. > Tradisce, a corollario del monologo di Kurou, che lascia terminare, prima d'inserirsi vocalmente. < Io invece ho raggiunto l'uomo , il suicida, ma qualcosa di strano mi è successo. > Il sigillo scompare, al suo posto un pugno , saldo e forte, che scivola sul fianco, nella tasca, a nascondersi, quasi per vergogna. < Una stanchezza ed una sonnolenza improvvisi, che mi hanno reso ancor più instabile e precario. > E solleva il naso all'insù. < Sono caduto...> Ma senza dolore. < ...forse. > E' incerto. < Ho visto...> si sofferma, vago. < ho visto uno sharingan negli occhi di una figura. > Ma non ricorda bene dove fosse, quindi strizza lo sguardo. < uno sharingan più forte del mio. > Come e in che modo l'abbia capito, questo, rimane un mistero, Almeno per Kurou. < E poi mi sono risvegliato in quella stanza, assieme al suicida, che dormiva. > Sbatte le ciglia, un paio di volte. < Arte Illusoria ? > Domanda, incerto. EDIT: [Chakra Off > On |60/60][Impasto Chakra 2/4] [Piazza - Pressi della Fontana] Non un'altra parola, mentre nota il compagno cercare di concentrarsi, nella prassi di richiamare a se le forze, forse intenzionato a condurre le indagini in maniera più frenetica, o forse a pura difesa. Vedendo tutto ciò, e ripensando a quanto questo sarebbe potuto tornargli utile in quella situazione, non si fa scappare l'occasione per interrompere la ricerca ormai in corso, per andare a comporre un segno caprino, con entrambe le mani a differenza dell'altro, ben stretto davanti al petto, il che gli arreca non poco dolore nella zona del gran dorsale piena si segni viola, a cui cerca di far fronte in ogni modo. Andrebbe quindi a visualizzare quella energia dal colore verde, situata nella sua calotta cranica, mantenendo un momento di concentrazione assoluta, per poi spostare l'attenzione sempre più in basso, fino al raggiungimento di un'energia rossa, come fuoco, che divamperebbe nel suo basso ventre. Una volta collocate, ne avrebbe cercato il controllo, convogliandole entrambe in una forma liquida e impetuosa, come due affluenti, che si raggiungono in un unico e impetuoso fiume nella bocca dello stomaco, che avrebbe vorticato mescolandosi in senso antiorario. Il chakra richiamato andrebbe a confluire negli tsubo andando a potenziare l'organismo della shinobi, se fosse riuscito nel suo intento. < Sha... Sharingan? > chiede stupito, rivolto al suo compagno, che si esprime in una spiegazione breve che lascia intendere la rapidità con la quale è stato reso vulnerabile. < Uno sharingan più forte del tuo negli occhi... E' quel jutsu che fai quando ti diventano rossi? Quello del tuo clan? > se la risposta fosse sì, anche l'affermazione sul genjutsu sarebbe stata plausibile. In fondo la stanchezza è un impulso del cervello e per quanto ne sa Kurou, questo non può essere indotto da nessun ninjutsu che lui conosca. Un vero e proprio ragionamento per esclusione, basato però su una scarsa esperienza. < Magari troveremo qualcosa di più, intanto prova a cercare qui intorno qualche dettaglio strano... Magari a me sfugge, essendo stato partecipe della cosa. > un punto di vista esterno sarebbe utile, e un'ultima occhiata più approfondita, in particolare nella zona in cui ricorda aver visualizzato le due figure sbiadite, sul retro della fontana. Di nuovo avrebbe guardato a terra principalmente o nell'acqua. [Piazza - Pressi della Fontana] EDIT: [Tentativo Impasto Chakra]
Giocata del 31/01/2023 dalle 21:45 alle 23:58 nella chat "Piazza Centrale [Ame]"
< Proprio quello. > Taglia corto, di fronte alla titubanza altrui. Non pare curarsene poi molto, sebbene alcuni nodi vengano al pettine e si incastrino pure. Sì, non ha modo, né intenzione di dirimere i dubbi e le domande dell’altro, non al momento, almeno. Si adopera, infatti, per lasciar andare il sigillo, che si perde in un pugno chiuso, tremolante, sbiancato sino alle nocche delle dita, laddove si avviluppano e si attorcigliano dei bendaggi candidi, che sbucano dalle maniche lunghe della maglia scura e stringono la pelle, proteggendola - almeno parzialmente - dall’intemperie e dalle escoriazioni più superficiali. Il pugno si nasconde nella tasca, quasi vergognoso. < Qualsiasi residuo possibile, sarà già stato portato via dal vento o dagli spazzini. > Afferma, masticando un boccone amaro, che tuttavia contiene un risvolto del tutto inaspettato : un’intuizione , che balugina alla mente, forse preda dei fumi del chakra. < A meno che non si guardi dove uno spazzino non potrebbe arrivare. > Il gemello, infatti, si distende in un indice teso e adunco, puntato verso il cielo, o forse verso il quinto piano di un edificio antistante. < Andrò a controllare. > Annuncia, finendo per dirottare il chakra verso le leve inferiori, lì dove si concentra ed espande, oltre gli tsubo sull’epidermide, tale da ricomporsi , all’esterno del corpo, in una patina invisibile e collosa, che non lascia spazio ad immaginazione alcuna - per chi sa vedere bene. Questa si spalma ed amalgama al di sotto dei piedi, emergendo attraverso i calzari e fornendo un appiglio indissolubile verso la parete verticale dell’edificio, sul quale, ora, lento, ma costante, passo dopo passo, quasi temesse una rovinosa caduta, si arrampica con determinazione, frammista ad una chirurgica attenzione. Sembra che abbia paura, almeno nell’andatura. La schiena è curva in avanti, cercando di bilanciare la forza di gravità che richiama il peso del corpo verso
[10:18]
terra. Le braccia larghe, a donare la fittizia impressione di un equilibrio più stabile. E così la chioma corvina, che si getta all’indietro, liberando la fronte pallida e assecondando la caduta di ogni grave, che possa anche solo sperare d’inerpicarsi sin lassù. [Chakra On |60/60][Rilascio del Chakra Avanzato 2/4][Movimento 1/4] Sguardi a destra e a sinistra, espressioni confuse, nel tentativo di ricostruire immagini vaghe e sfocate, con allo stesso tempo degli ematomi che rendono difficoltoso ogni movimento un po' più agile. < Ancora non riesco a capire... > sospira tra se e se, ormai assorto da pensieri, buttando l'occhio alla cieca intorno a quella fontana ripulita da un gigante flusso di chakra Suiton. Intanto, uno spiraglio di iniziativa, da parte dell'Uchiha, distoglie l'attenzione dal suo perlustramento. < ... > Dalle parole e dai gesti, Katai sembra davvero volenteroso di andare fin dalla zona in cui il suicida si è esposto, l'ultima volta, forse per ripercorrere lui stesso il suo punto di vista o forse per la maggior probabilità di trovare residui della catastrofe. < Stai attento... Ti faccio da palo. > tenterebbe di seguirlo a terra, nei movimenti, in modo da dargli una sorta di protezione, più agli occhi di chi avrebbe potuto vedere in loro una coppia di topi da appartamento che sfruttino il chakra per i loro furti notturni. D'altronde la paura di Kurou è che non abbiano una forte autorizzazione per andare fino alla casa dell'uomo triste, ma la sua fiducia nella mobilità e nella capacità di analisi di Katai, lo rende solo spettatore di quella indagine più approfondita. < Dovresti provare a buttare un occhio dove ai visto quegli occhi... > prova a suggerire, mentre ora il passo segue la leggerezza del compagno che si arrampica in verticale tramite una patina di chakra, e lo sguardo vira su quello dei passanti, pronto a dare spiegazioni in caso qualcuno noti le loro pratiche un po' ambigue. < E ricordiamoci di tenerci il tempo per chiedere in giro! Magari non siamo gli unici ad aver visto tutto. > [Chakra On 30/30] [1/4 movimento per seguire Katai a terra] I passi sono lesti, ma si fanno più incerti, soprattutto in prossimità della finestra dove, tempo addietro, il suicida si era affacciato. Sembra aver timore, di cosa non si capisce molto bene, ma sicuramente lo dimostra nella chirurgica precisione dei passi, nell'oculata amministrazione delle movenze. La schiena leggermente curva in avanti, i capelli, invece, ricadono all'indietro. Le braccia sono larghe, tese, atte a mantenere un equilibrio che, in realtà, è già garantito dall'adesione energetica che lo assicura alla facciata del palazzo. Tra cemento e vetro si districa, indipendentemente da tutto il resto, quasi noncurante di ciò che, là sotto, potrebbero pensare e di quanto rischioso possa essere avventurarsi in un territorio già sensibile, irritato dai recenti disordini della Festa dell'Anno del Coniglio. < ... > Non un fiato, mentre attinge alla propria lucidità, sbattendo gli occhi un paio di volte, quasi a voler ripulire ogni possibile detrito mentale dalla visuale che lo attanaglia: occhi rossi, occhi di fuoco, Sharingan. E quindi, temendo per se stesso e forse anche per Kurou, TENTA di agire sul proprio sistema circolatorio, andando a dirottare e deviare il flusso di chakra attraverso l'organismo, a tal punto da raggiungere il sistema ottico, imbibendo ogni tessuto - muscolare o nervoso che sia - di quell'energia psicofisica che dovrebbe reagire con i geni insiti in ogni cellula, qualcosa di recondito ed ancestrale, che potrebbe far cambiare il fenotipo delle sue iridi in qualcosa di caratteristico, di straordinario. Sharingan. [Chakra On 60-2/60][Doujutsu Lv.2 Off > On |2/4][Rilascio del Chakra Avanzato On] Alla stregua di una guardia del corpo, eccolo lì che si erge, vestito da straccione, a soffermarsi ai piedi di quel palazzo, dove a cinque piani di distanza, pochi giorni prima, una persona stava pensando di togliersi la vita, la sua una e unica. Ancora è ignota, probabilmente ad entrambi, la situazione che ha portato alla miccia di tutto quel casino, ma la tristezza di un uomo ha evidenti ripercussioni su tutto il mondo che lo circonda, e di questo Kurou è già consapevole. A rigore di questo, per arginare altri casi di violenza, povertà, maltrattamenti e chi più ne ha più ne metta, deve cercare la forza di mantenere l'ordine, e lo scoprire le intenzioni di quelle figure, dalla bontà incerta, avrebbe dato una marcia in più alla sicurezza del quartiere di Ame. Le mani sempre nella capiente tasca della felpa, sfaticate, mosse solo per spostare qualche detrito da terra ed eventualmente raccogliere prove utili o informazioni. Il suo sguardo, è verso l'alto, così come i capelli laccati, come una freccia nera in direzione di un Uchiha, di cui a tratti noterebbe i suoi più decisi e focosi, tipici del jutsu menzionato poco prima. Gli viene difficile pensare che possano esserci degli occhi più potenti di quelli, già capaci di metterlo in ginocchio e procurargli incubi per diversi giorni. Contro uno shinobi dalle stesse capacità di Katai, ma meno caritatevole, il taijutsuer sarebbe già morto. Non dice una parola, mentre probabilmente i pochi passanti serali, sotto le luci dei lampioni osserverebbero sconcertati, o sarebbero troppo presi dai loro affari per accorgersene. Davanti ad ogni reazione, avrebbe tenuto la sua faccia di bronzo, troppo concentrato sull'obbiettivo, in un'attesa snervante che non vuole in nessun modo spezzare, dando ulteriori difficoltà ad un corvo in perlustrazione. Ma la tentazione di rendersi utile è molto alta. Lo sguardo ricadrebbe più in basso, su un anziano, forse immerso in una passeggiata notturna, ben imbacuccato, in prossimità dei due shinobi, che camminerebbe lento, sotto a un lampione. Essendo vicino ad esso, Kurou deciderebbe di virare la sua attenzione e compiere qualche passo, tenue e pacato, verso il vecchio uomo, andando a farsi notare da subito per attirare l'attenzione. < Salve! > un approccio come tanti, con tanto di cenno della mano in sua direzione, svolto alla destra del suo volto, rendendo un po' più libera quella tasca felpata che si trova davanti al suo stomaco. < Se posso disturbarla, vorrei farle qualche domanda sui fatti accaduti in questa piazza durante le festività, non so se ne è al corrente o se era presente... > Al primo cenno, ne sarebbe bastato uno, di interesse nella conversazione, avrebbe tirato dritto con un leggero sorriso, ad approfondire le chiacchiere con un anziano, che di solito si ritrovano ad essere i cittadini più curiosi e loquaci. < Ha sentito di uno strano dragone d'acqua che ha spento le persone in fiamme? Ha per caso visto qualcuno nei pressi della fontana da cui è partito? O ci sono voci riguardo ai responsabili di questo episodio? > continuerebbe, cercando di intavolare a sua volta con empatia, per non far sembrare il tutto un interrogatorio. < Sa, ero davanti alle transenne in quel momento, in soccorso dei presenti. Dobbiamo capire chi ha messo fine a quel trambusto, per essere sicuri di non avere problemi del genere in futuro. > dopo questa breve digressione proseguirebbe < Per caso conosce anche l'uomo che ha tentato il suicidio durante la festa? Sembrava di mezza età, abita al 5° piano di questo palazzo. > [Chakra On 30/30] Forte del proprio doujutsu, sbatte le ciglia, ancora una volta, finendo per riaprire lo sguardo sul Mondo, uno sguardo di sangue, fuoco e pece. Uno sguardo di brace, dove un cerchio nero strozza la pupilla e ad esso sono appese due lacrime, due lacrime nere. Due tomoe. Lo Sharingan decodifica e traduce gli impulsi neuromotori degli esseri viventi, nonché ogni fotogramma analizzato, come fosse una tavolozza già dipinta, da una mano prevedibile. 'Al quinto piano di questo palazzo'. E' lì che si dirige, è lì che rimane appeso - o appollaiato, che dir si voglia. La suola dei calzari calpesta il cemento della facciata, lo stucco che si sgretola, la vernice che viene via. E' ben attento a non intaccare l'integrità delle imposte aperte o di quelle chiuse - vista l'ora. Si erge, però, come un rapace nerovestito, sul volto del palazzo, lì nei pressi del quinto piano, mentre ora si accovaccia, non senza qualche sforzo, finendo per genuflettersi in prossimità del davanzale della finestra, proprio dove l'uomo, il suicida, si era tanto adoperato per porre fine alla sua esistenza. < ... > E' lì, in silenzio, che andrebbe a mirare, ravanando visivamente con l'intento di scovare eventuali impronte, tracce di scarpe che possano aver macchiato il muro, magari dell'intonaco crepato dal peso di un corpo pronto a lasciare questo mondo. < K'so. > Sibila, a denti stretti, allungando una mano verso il bordo della finestra, cercando, nel tatto, una conferma del proprio ricordo, quasi temesse, in realtà, per la sua sanità mentale. E si sporge, infine, proprio per osservare la stanza all'interno della finestra, qualora sia possibile, qualora vi riesca, per cercare di aggiungere dettagli alla propria memoria, per quanto fallace essa sia. [Chakra On|58-1/60][Sharingan Lv.2 On][Rilascio del Chakra Avanzato On] < Grazie! > Questa sarebbe stata la risposta con un caloroso sorriso e un breve inchino di gratitudine, a prescindere dall'esito di quella piccola conversazione. Il busto inclinato di pochi gradi, mentre il leggero tirare della pelle ricorda ai lividi sulla schiena di agire, provocando pizzichi di dolore che Kurou si ritrova costretto a sopportare davanti al signore appena disturbato. Tornerebbe ben presto ad alzarsi in posizione eretta, congedandosi con quel gesto, e rivolgendo di nuovo lo sguardo sulla posizione dello shinobi appiccicato al muro, intento ormai a scrutare l'interno di quella scena, in cerca di dettagli. Tornerebbe in postazione, altri pochi e piccoli passi verrebbero svolti, rinfoderando le braccia in quella tasca, ormai come zona sicura, a proteggersi dalla fredda brezza serale che compie il giro di tutta la piazza. Da quel punto riesce a vederne l'interezza, quella maledetta fontana, e quella imponente Statua, raffigurante un uomo molto importante per la cultura del luogo, ma di cui Kurou ignora completamente l'essenza e soprattutto il nome. Ma lo sguardo ricadrebbe a terra, alla base dell'edificio. Di nuovo a guardare un pavimento, ma quello sarebbe stato proprio il punto in cui Katai sarebbe caduto, da quella esatta posizione mantenuta adesso. Eventualmente avrebbe aguzzato lo sguardo, su quel marciapiede, tentando di trovare qualche oggetto fuori posto, o qualsiasi cosa da poter analizzare e riferire successivamente al compagno. Attenderebbe quindi la discesa di quella ombra dagli occhi scarlatti, per l'ultimo e definitivo allineamento di informazioni, prima del ritorno ad un punto di ristoro, più calmo... E più sicuro. [END] < Mpf > Sbuffa, sonoramente, lasciando che un rantolo d'aria percorra le narici, verso il basso, ruzzolando sulle labbra sigillate, strette l'una contro l'altra, in una linea rosea e sottile, ma piuttosto secca. Arida di acqua, quanto di parole. E' silenzioso, infatti, se non per quell'onomatopeica reazione, che non scompone il volto, se non per brevi cenni, come un mimo maldestro che si lascia sfuggire, qua e là, qualche accenno di umanità. I suoi lineamenti, di fatto, per quanto obliqui e ripidi, appaiono tirati, tesi, rigidi. Gli zigomi si evidenziano contro la pallida luce lunare, assorbendo a malapena i riflessi di un'illuminazione artificiale quantomai fioca e stentata, forse assopita dopo i bagordi della Festa. Inspira, gonfiando il petto, sollevando le spalle, finendo per stirare quella maglia scura, dal colletto alto e circolare, che indossa con noncuranza, mentre gli orli decadono verso il basso, assieme ai capelli, attratti dall'inesorabile forza di gravità. Non sfugge alla legge della fisica nemmeno il movimento che compie, a ritroso, sollevando la schiena, in una spinta dei reni, andando a drizzare, per quanto possibile, quella postura genuflessa. E discende la china del palazzo, così com'era salito, finendo irrimediabilmente per giungere a terra, nei pressi di Kurou. < Non caveremo un ragno dal buco. > Sentenzia, masticando l'amaro di quegli sforzi infruttuosi, almeno sino ad ora. < Andiamocene, prima che ci prendano a badilate. > Commenta, scuotendo appena il capo, scrollando le spalle, gettando addosso all'altro quello sguardo di brace, che s'estingue, poi, nella pece più nera, prima che le tenebre inghiottano entrambi, diretti altrove ( E ND)