L'otino e la giara
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Giocata del 21/01/2023 dalle 11:41 alle 14:46 nella chat "Piazza Centrale [Oto]"
11:46
Utente anonimo:
[Takoyattà] Indossa un pantalone cargo a vita bassa color verde militare, aderente sul pube e lievemente più largo sui polpacci, restringendosi alle caviglie per far spazio agli scarponcini da trekking morbidi, grigi e con lacci verde fluo. Tutto sommato sembra giovanile, alla cinta è attaccato il suo portaoggetti dove tiene due fuda con tronchetto, due tonici curativi e due di recupero del chackra. Superiormente un maglione beige ben sposa la fusciacca smeraldo che attraversa trasversalmente l'intero busto e cinge la vita. Apparirebbe comunque disarmata non fosse per la giara che ne ricopre interamente la schiena allungandosi quasi fino al di sotto dei glutei e ne inspessisce la figura per larghezza come una compagna silenziosa che continua a tacere, segno che non sta attingendo alla sua innata. Il maltempo delle ultime settimane sta compromettendo i suoi allenamenti, ed è un continuo, la nostalgia d'infanzia vaga con la mente verso i deserti abbandonati oltre quelle mura. Gli allenamenti senza Sunodeki invece procedono a gonfie vele, ma dopo ieri ha deciso di lasciare Akainu ad allenarsi da solo e accompagnata da un ombrello chiuso alla porta sta aspettando il suo ordine al Tako Yattà, così da far trovare all'Uchiha del cibo. La convocazione per la missione a difesa delle mura si sta facendo attendere ed egualmente quella da parte degli Anbu, la neve e la pioggia stanno rendendo i suoi giorni vuoti al punto che nell'attesa sembra intenta su un qualche gioco con il suo Ninjaphone vedendo gli occhi dalle note di miele e contornati di un nero intrapalpebrale tipico dei canidae fissi sullo schermo.{CHK ON} Grigio e pregno di umidità il cielo che sovrasta oggi Kagegakure. Tanto per cambiare, anche questa mattina il Villaggio dei Sei si è svegliato sotto la pioggia, ormai è una costante, se non è zuppa è pan bagnato. Il sole per il momento data la stagione soltanto un vano ricordo. Ciò nonostante, una sagoma di scuro vestita si aggira tra le vie del centro otino sprezzante del meteo avverso. L'outfit è quello consueto, giubba tecnica di colore nero la cui zip è tirata su fino a coprire collo e parte del mento per ripararsi dal vento. Lunghi pantaloni del medesimo colore oggi modello skinny che vanno ad infilarsi alle caviglie in un paio di anfibi scuri stile marines. La folta chioma grigia oggi è un disastro, tutta arruffata va ad assorbire ad ogni passo le gocce di pioggia battente fino a che l'intervento di una delle due mani non la scuote per rimetterla a posto. Sul braccio destro legato al bicipite il coprifronte recante lo stemma del Suono, nuovo di zeppa, fiero di ostentarlo ora che ha superato l'esame Genin e un lungo percorso si appresta ad essere intrapreso. Avanza silente e pensieroso fino a giunger nella piazza centrale alla ricerca di un boccone da metter giù, possibilmente caldo per ovviar al freddo. Lo sguardo color pece si posa sull'insegna di un chiosco [Takoyattà], il primo che gli si palesa tra i tanti lì presenti, optando per quello senza sfiacchirsi più di tanto sotto alla pioggia. La manca va ad aprire la porta d'ingresso palesando il suo arrivo ai presenti e all'oste dietro il bancone. < Promemoria, oggi niente maiale > va sibilando tra sé varcando la soglia d'ingresso del posto memore dell'ultima infelice scelta sul ramen fatta qualche giorno addietro. Una presenza attrae la sua attenzione, qualcosa di familiare, qualcosa rimastagli impressa giorni addietro. < La giara! > esclama sorridente ad alta voce in direzione della Sabaku nell'esatto momento in cui si accorgerebbe della sua presenza in loco, avvicinandosi a lei che dovrebbe accorgersi della sua entrata in scena.12:15
Utente anonimo:
[Takoyattà] Il takoyattà è un fast food di takoyaki, il posto preferito della Sabaku sia per il cibo che per la varietà di salse settorizzate in quel range di pietanza, ormai nella see lì ad Oto la fennec è un cliente fisso, abbastanza da starsene in piedi ad aspettare continuando a giocare al cellulare come se si sentisse di cas, quindi distratta oltre ogni possibile dubbio ma palese proprio a causa dell'ingombro che la sua giara fa in quel locale. Tale ingombro sembra venir colto da un "oscuro" figuro, almeno nelle vesti, ma è la menzione alla giara, verbale e diretta, che porta il capo dai biondi e scarmigliati corti capelli a sollevarsi, così lasciando gli occhi dal color delle sabbie liberi di curiosare la direzione di quel suono tanto diretto. <Il deshi.> La vocalità della sabbiosa appare bizzarra ad uno sconosciuto, pochi ne hanno fatta l'abitudine del resto, sembra che ogni sillaba sia la pronuncia di un audiolibro meccanico come se sotto le dune dell'anima ogni possibile adito di emozione andasse seppellito e rifiutato. Lei non parla, constata, ogni suo detto sembra una affermazione prodotta da un aiutante meccanico " ok Sabaku dimmi il meteo di oggi" e non si avrebbe alcuna differenza. Eppure lo schermo del ninjaphone viene oscurato, bloccato, ed infine abbassato verso il proprio marsupio, cenni silenziosi quelli del proprio interesse che si sposta. <Si chiama Sunodeki.> Un'altra affermazione netta, lenta e sillabata, che sembra non avere capo nè coda in un primo momento. <La mia giara, si chiama Sunodeki.> Il proprio nome all'altro non è stato riferito ma perchè fare quello di un oggetto apparente se non fosse importante? Lì giace l'atavico collettivo legame che è intrinseco alla fennec con le proprie sabbie, la propaggine del proprio io, non verso del plexiglass tecnologico e resistente che rivela quel bacino sabbioso, ma ad una compagna dai morbidi fianchi che cingono le forme di una clessidra {CHK ON} [Takoyattà] Avanza tra i tavolini non troppo affollati del chiosco, un leggero vociare di sottofondo accompagna i pochi passi del grigio che lo separano dalla sagoma della Sabaku e della sua giara ovviamente. Accanto alla ragazza fronte bancone uno sgabello libero dove potersi accomodare, ed è esattamente lì che va posizionandosi per soddisfare finalmente quel buco allo stomaco dettato dalla fame che si fa sentire. < Beh ciao Sunodeki, mica morde? > esclama spiritoso alla presentazione da parte di Kore abbozzando un mezzo cenno di saluto alla giara. Ricorda quei discorsi sulla misteriosa sabbia ivi contenuta, e sulla eventualità non proprio remota che fosse mista a ceneri di cadaveri, per poi rialzar lo sguardo verso il volto della ragazza. < Perdonami per l'altro giorno, non ti ho chiesto il nome. Come ti chiami? > prova a metter una pezza alla pessima figura fatta l'ultima volta dove la sua curiosità sul quello strano oggetto prima, e sull'Uchiha poi, ha prevalso sul suo bon ton, ove fosse mai esistito. Almeno ci prova, sembrava una giornata grigia e monotona dove i pensieri potevano aver la meglio, ed invece quell'incontro sembra averlo messo di buon umore. < E' possibile un ramen di verdure? > andrebbe quindi a concludere ordinando al ragazzo sbucato dalla cucina in attesa di conoscer l'identità della ragazza.12:40
Utente anonimo:
[Takoyattà] Segue Vika prendere posto al bancone, lo stesso dove nei pressi viene poggiata una busta grande con il suo asporto, distogliendola dall'Otino per qualche momento. <Grazie.> Non s'avvia ancora, nè smuove quindi segno che ha già pagato si allunga allo sgabello sedendo a sua volta alla sinistra di Vika. <Di tanto in tanto, ma è vaccinata.> Replica alla questione dei morsi esattamente come per le ceneri, senza cambiare vocalità ed è difficile capire l'ironia fredda della Sabbiosa nella maggior parte dei contesti. Tuttavia anima le proprie sabbie, sospingendone il chackra nella giara il tempo viene centellinato al contrario, una clessidra a ritroso che sembra quasi un gioco ad effetto contro la gravità. <Kore Sabaku.> Replica con fare blando, senza eviscerare alcun fastidio o menzione a quelle scuse come se fossero un qualcosa a cui non ha semplicemente fatto caso, quello a cui fa palesemente caso invece è l'ordine del giovane che la porta verso il giovane dietro il bancone. <Ma no, scherzava, non è un Konohano. Vuole la porzione da otto con le tre salse, ostrica, mayo e curry.> Praticamente ordina per lui e fa una cosa stranissima, chi la conosce sa quanto è finto: sorride. Si mostra affabile con il giovane per poi tornare ad appiattirsi su Vika immediamente come se avesse rimosso il foglio di carta con il sorriso da sopra la faccia. <Guarda che qui fanno solo Takoyaki, la prendono sul personale se gli dai dei mangiaramen.> Pronuncia ora concentrandosi sugli occhi neri dell'altro, i capelli tuttavia chiari vengono assaporati in un secondo momento. A differenza di Katai non nota nel giovane la conformazione che la porterebbe a fare da talent scout. <Di che clan sei?> I segni sul viso non aiutano nè richiamano nulla alla sua memoria ma sa tramite Shiroichi che non potrebbe essere un Inuzuka {CHK ON|Inn Controllo della sabbia II 2/4 |73/75} [Takoyattà] Lo sguardo si alterna tra il viso chiaro della ragazza e Sunodeki nel mentre vengono finalmente completate le presentazioni con la scoperta del nome della Sabaku. D'un tratto, quasi istintivo, la mancina del giovane poggiata sul bancone va sollevandosi in direzione di Kore, sobbalzando leggermente dallo sgabello, quasi a volerla stoppare per tempo da quell'iniziativa di cambio ordine, per poi arrestare il movimento del braccio a mezz'altezza ed esclamare < Va bene mi fido, spero almeno che dentro non ci sia il maiale >. Cosa gli abbia mai fatto quella bestia non è dato saperlo, ma una cosa è certa, l'ultima volta che lo ha mangiato è andato poi dopo di stomaco. E questo è un motivo più che sufficiente per intraprendere l'ennesima battaglia contro i mulini a vento stile don chisciotte. Si riaccomoda, ritornando nuovamente alla posizione comoda che aveva assunto in precedenza. La conversazione entra subito nel vivo con la Sabaku che malgrado l'apparenza pare sia anche lei interessata a socializzare con il Genin. E la domanda, diretta, subito coglie nel segno toccando corde nell'animo di Vika abbastanza tese. < Mio nonno, o meglio così ero solito chiamarlo, era l'ultimo rimasto in vita della famiglia Tomori > esordisce con quello che è il prologo della sua storia, d'un tratto lo sguardo ed il tono della voce si fanno seri dando l'impressione di quanto ci sia più di un nervo scoperto al riguardo, per proseguire < Sono stato adottato da lui quando venni portato in salvo qui con la nascita del Kagegakure. Non era uno shinobi, di occupava di alcuni terreni qui al Distretto, è morto di vecchiaia qualche tempo fa. > Nuovi dettagli emergono dal racconto del grigio, fosse stata una conversazione con un abitante del villaggio qualunque avrebbe avuto delle remore, ma trattandosi di una kunoichi non ha retaggi a parlarne, del resto ognuno di noi ha una sua storia da raccontare ed un proprio passato. In quei ricordi per il momento non ci sono eventi tragici o episodi crudi, non ci sono storie di omicidi o famiglie straziate, ma solo una leggera malinconia dettata da una miriade di tasselli sparsi qua e là, confusi e vaghi, in attesa di essere rimessi in ordine. < Non ho mai conosciuto i miei genitori, non so cosa facessero e se sono ancora oggi vivi. Sto provando ad andare a fondo per scoprirlo. Tu invece cosa ci fai spesso qui al distretto del Suono? > conclude, di fatto rispondendo a modo suo alla domanda della Sabaku circa il clan di appartenenza e le sue origini, andando poi a sviare il discorso su di lei prima che quel racconto cominci a farsi troppo pesante ammorbando senza motivo alcuno la sua interlocutrice più del dovuto.13:34
Utente anonimo:
L'affermazione sul maiale fa affilare gli occhi tondeggianti della Sabaku in una espressione bieca e dubbia. <Non hai mai mangiato dei tako? Sono polpette di polpo> e sono tra le cose più buone del mondo per la Sabaku, e sicuramente tra quelle che le mancherebbero se tornassero alla vera Suna un giorno visto che in mezzo al deserto il polpo costerebbe uno sproposito. Ma lì sono tutti distretti, tutti alla pari ed esiste un Takoyattà per le sue gioie. Alcuni granelli inizian a filtrare oltre la nuca, esposto sotto l'attaccatura dei capelli un occhio di sabbia con l'iride rossa ed un tomoe di sabbia è tatuato e forse ora visibile quando una spra di granelli vi passa otre, serpeggiando lungo la spalla destra e propagginandosi come una serpe verso il sacchetto da asporto.<Tomori, mai sentito> commenta inizialmente come se nel frattempo nulla stesse accadendo se non che le sue sabbie formano concretamente una vpera del deserto lunga un metro che si attorciglia intorno alla busta ed al suo manico. La storia de nonno potrebbe anche richiamare altre persone alla propria memoria ma se lo fa sedimenta nel silenzio.<Mi dispiace per la tua perdita.> Pronuncia osservandolo da quella sua posizione profilata. La Sabaku ha perso qualcuco? quella frase non sembra una afflitta condoglianza ma un bigliettino associato ad un mazzo di fiori viola. <Se fossero ancora vivi che faresti?> La domanda però passa rapidamente in secondo piano da quel racconto tragico viene colta alla sprovvista. Gli occhi si sgranano leggermente come se davvero non se l'aspettasse ma il momento ha un che di breve. Quindi lei ed Akainu visti da fuori non sembrano stare insieme? Che fossero strani come coppia l'ha sempre detto e ribadito ma al punto di non sembrarlo nemmeno sembra darle necessità di qualche momento di meditazione. <Quando piove sposto i miei allenamenti qui con Akainu, acqua e ceneri di morti non vanno tano d'accordo.> Replica infine con fare diretto. <Lo guardavi strano...Ti piace?Ti capirei...è un tipo.Se vuoi ti aiuto a conquistarlo> Se tanto non sembrano una coppia, parlando così seriamente, perchè non giocarci sopra? Macabra e fredda fennec insensibile{CHK ON|Inn Controllo della sabbia II Costrutto serpe 2/4 |70/75} [Takoyattà] La conversazione è più interessante che mai, e non viene affatto disturbata dal rumore di pentole e bicchieri che proviene dalla cucina lì a qualche metro. Non solo per l'importanza a livello personale del breve incipit sul suo passato, a catturare l'attenzione del genin vi sono anche le abilità della Sabaku di manipolare a suo piacimento la sabbia nonché quei connotati in corso di mutazione. < E quindi questo il segreto della giara? > domanda nuovamente incuriosito mentre un sorriso nuovamente torna a smuovere le sue labbra che si erano fatte fin troppo seriose. Lo sguardo si accorge di quello che sta avvenendo intorno a Kore, e osserva il tutto interessato non avendo mai conosciuto prima d'ora alcun esponente del clan Sabaku, men che meno gente proveniente da Suna. Il tema della principale della conversazione resta però ancora la sua storia, ma i toni della narrazione scivolano via più distesi ora che la Chunin ha trovato il modo per focalizzare l'attenzione di Vika sulle sue caratteristiche. < Beh fossi in loro pregherei per non incontrarmi.. > risponde con sarcasmo, non perchè non abbia voglia di sapere, anzi, ma perchè il rancore per averlo abbandonato senza una spiegazione oggi chiara è ancora forte. Ma per fortuna il discorso si chiude qua, per ora. [ E' vero c'era Akainu con te! > Gran paraculo, fingendo di averlo rimosso ma invece era stato volutamente omesso, o comunque la domanda iniziale della ragazza ne aveva completamente deviato ogni riferimento a lui. < Beh diciamo guardava più lui strano a me > sorride, accennando indirettamente al fatto che la sua presenza inizialmente non era ben voluta da parte dell'Uchiha al cospetto della Sabaku. Ma la sensazione di soggezione che apparentemente senza motivo provò in quel momento, quella la ricorda più che bene, e chissà che Kore non l'avesse capito. < Piuttosto, più che conquistarlo, lui potrebbe aiutarmi a scoprire qualcosa di più > conclude, del resto Akainu è un otino come lui ed è graduato da molto più, sicuramente lui o qualcun altro potrebbero dargli una mano ora che è diventato genin a cavarci fuori qualcosa dal suo passato se i genitori fossero stati degli shinobi. [edit] < E' vero c'era Akainu con te! >14:15
Utente anonimo:
La domanda di Vika ne attira l'attenzione ancora una volta con fare vagamente scrutatore, le palpebre si assottigliano appena. <Se fosse un segreto lo staresti vedendo?>La contro domanda ha una morbidezza verbale che è rara nell'arida sabbiosa, quasi di compiacimento ma no, perchè usare le mani quando la serpe si solleva portando con sè la busta e facendola aleggiare accanto al proprio fianco. Nel frattanto a Vika giunge il suo ordine ma a quelle polpette non concede che un'occhiata. <Perchè essere vivi e lasciarti con tuo nonno?> Al dubbio che sembra muovere Vika non ci arriva la Sabaku in qualche modo. Inizialmente non commenta sulla questione di Akainu, quando l'altro realizza e sembra illuminato sorride brevemente ma è un gesto meccanico di educato rimando. <Ed ecco la risposta sul perchè bazzico Oto.> Un Uchiha, maledetti pazzi Uchiha. Inizia a sollevarsi a sua volta dallo sgabello mentre l'ascolta. <Perchè dovrebbe farlo?> Aiutare Vika non la vede come una attività che Akainu farebbe per hobby ma cosa può offrire quel giovane la Sabaku sembra non escluderlo del tutto. <Devo andare adesso, è quasi ora di pranzo per noi, buon pomeriggio giovane Vika.> Perchè di fondo malgrado l'aspetto acerbo si vede eccome che la Sabaku ha superato i 23, e la freddezza della sua verbalità conferma l'età più dell'aspetto. <Cerca di non cacciarti in qualche pasticcio curiosando nellle giare della gente.>Un soffio il suo che attende la risposta prima di allontanarsi a riprendere l'ombrello sotto il quale si riparerà la ossuta e bionda figura giara inclusa e una serpe al suo fianco destro che protegge e trasporta nell'aere il pranzo per sè e per l'Uchiha {CHK ON|Inn Controllo della sabbia II Costrutto Serpe |69/75 EXIT} [Takoyattà] Lo sguardo rimane fermo sulle movenze della Sabaku, distolto soltanto quando si rende conto che tutto quel socializzare aveva fatto finire in secondo piano il motivo per cui si trovava lì, ovvero cibarsi. Le famose polpette sono arrivate da un pò, riposte sul bancone dal ragazzo della cucina in maniera quasi furtiva per non disturbare i due shinobi. < Se permetti ne assaggio una > non vuol sembrare nuovamente sgarbato nei confronti della ragazza, andando solo a quel punto ad assaggiare la prima di quelle polpette di polpo annuendo il capo sin dai primi morsi < Avevi ragione, sono buonissime! > possibile che si concluda qui la sua battaglia contro il ramen di maiale? Per il momento si, sembra garbargli molto quella pietanza a base di pesce tanto da ingurgitarne subito una seconda di polpetta con fare soddisfatto. < Beh ipotizzo combatta anche lui con l'effige del villaggio del Suono, un alleato in più non fa mai male > va argomentando una volta che anche il secondo boccone finisce per essere completamente inghiottito. Che l'Uchiha tra i due finora conosciuti fosse quello meno aperto e affabile non c'erano dubbi, ma se il collegamento mentale Clan-Villaggio fatto dal genin non è errato i due potrebbero tranquillamente ritrovarsi in missione insieme in un futuro non troppo remoto, per cui perchè non collaborare. Il tempo è tiranno, e quello concesso ai due oggi è ormai scaduto. Sorride al saluto della ragazza, in effetti Vika sarebbe esattamente il tipo da farsi cogliere con le mani nella giara di qualcuno pur di curiosare. < Buon rientro, e grazie per avermi fatto scoprire questa prelibatezza! > Va sorridente nel mentre anche le restanti polpette verrebbero fagocitate in tempo record a salutare la Sabaku. Nuove relazioni e nuovi rapporti si stringono in quel di Otogakure, i primi pezzi di quel complesso puzzle iniziano così a smuoversi, in attesa della giusta collocazione. [END]