Siamo Uchiha

Free

Giocata di Clan

0
0

16:38 Katai:
  [Campo di allenamento] C'è un cielo plumbeo sopra Kagegakure. Pigri cumulonembi s'assiepano tra loro in volute uggiose, a tinteggiare la volta, altrimenti celeste. L'astro infuocato ha ormai intrapreso la sua parabola discendente, finendo irrimediabilmente per piegarsi verso occidente, così da allungare pesanti ombre sul Mondo degli Shinobi. Nel Distretto di Oto, in un angolo adibito a gli addestramenti del corpo militare - e non solo - si trova un giovane Uchiha, novello quindicenne, alle prese con i propri allenamenti. Ha deciso di riprendere con maggior vigore, cercando prove della propria efficacia in un contesto marziale. E' vestito, tuttavia, di abiti sciatti, umili, perlopiù privi di fronzolo alcuno, che non sia meramente quel ventaglio rosso e bianco, che capeggia tra le scapole. Un simbolo che rappresenta il passato, per lui, ma anche il presente, nonché il futuro. Il simbolo del clan Uchiha, il simbolo del clan il cui sangue scorre nelle sue vene e che impatta la sua esistenza in senso letterale. La maglia che indossa è a maniche lunghe, ha un colletto alto e circolare, è nera come la chioma che sovrasta il volto, imperlata di sudore, dal momento che, solo ora, finisce per poggiare le natiche - coperte da un paio di pantaloni lunghi e ampi e scuri- a terra, lasciandosi cadere pesantemente, in un respiro affannato. < Anf. Anf. > La bocca si spalanca, mentre il petto si alza e si abbassa, ritmicamente. Le sue forze psicofisiche lo animano ancora, circolanti in un torrente incandescente che vibra nel sistema ad esso adibito, in quell'organismo dalla fisionomia slanciata e longilinea, che poggia su un paio di piedi fasciati da calzari ninja dalle tinte fosche. Oltre i polsi, fuoriesce dalla maglia un bendaggio candido , ma sporco qua e là di macchie scure, che si avviluppa sino alle nocche. Probabilmente le stesse fasciature che sono strette attorno alle caviglie, suggellando le movenze alla stoffa. Non è armato, se non di un kunai che tiene stretto tra le dita e che, a conti fatti, risulta smussato in più punti. [Equip: kunai x1]

16:39 Katai:
  [Campo di allenamento] edit: [Chakra On]

16:55 Akainu:
  [Campo] Nuvoloso il cielo in quel di Otogakure, oscuro il presagio di simili nubi, la pioggia sta per giungere da un momento all'altro, non manca molto al triste evento. Un giorno come un altro in pratica eppure, nonostante le premesse, si è diretto ugualmente al campo di addestramento del villaggio per seguire un allenamento leggermente più scrupoloso del solito. Son passati giorni dall'ultima volta che si è addestrato, non ha fatto granché, non ha neanche visto Kore in quei giorni ma forse quella distanza può far loro del bene al momento, prendere i tempi necessari. Non lo sa, non sa niente, deve sfogarsi in qualche modo. L'outfit si dimostra leggermente cambiato rispetto al solito con qualche modifica ed accortezza capaci di renderlo più libero. Sul busto indossa solita maglietta bianca smanicata coprendo il ventre ed il petto seppur ne lasci scoperta una piccola parte su cui sono in bella vista le cicatrici; pantaloni di un blu scuro a ricoprire le leve inferiori caratterizzati da svariate pieghe nella zona della coscia e del polpaccio. Ai piedi scarponcini di un marrone scuro tendente al nero di pregevole fattura, necessari per svolgere le attività di tutti i giorni, perfetti per il lavoro da shinobi. A coprire ulteriormente il busto un cappotto privato del cappuccio, colletto sollevato per occupare la parte posteriore del collo, lunga mantella discende fino alle ginocchia mentre le maniche risultano corte tenendo esposte le braccia deturpate; intorno all'orlo delle suddette vi una placca di metallo per tenerle alzate. Intorno alla vita un portaoggetti con al suo interno la classica spada di chakra e l'arco, utili per quelle missioni in cui le armi vengono meno ed infine, sulla schiena, vi sono due foderi contenenti una katana ed una ninjato, entrambi legati al busto tramite un paio di fasce leggermente dorate. Il passo prosegue portandolo ad avanzare in quel luogo momento dopo momento con le verdi iridi a passare in rassegna l'ambiente circostante cercando un piccolo posto isolato in cui dedicarsi a se stesso ma è in quel momento che s'avvede della figura di Katai intento ad allenarsi con quello che assomiglia ad un kunai. Arresta il passo, lo fissa sospirando non poco. Ricorda il messaggio inviatogli ma non si sono dati un vero appuntamento. Socchiude appena le palpebre riprendendo il cammino, avanzando alla di lui volta fermandosi a circa un paio di metri <Che fai con quello in mano?> indicando con un cenno del capo l'arma, l'ultima volta che l'ha utilizzato ha rovinato il rapporto con Kore. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

17:04 Katai:
  [Campo di allenamento] la manica della mano destra passa sulla fronte, in un gesto distratto e flemmatico. La stoffa scura ed i bendaggi trascinano via gocce di sudore dalla pelle pallida, sormontata da ciuffi corvini che ricadono, in maniera disordinata, sulla cima del viso. Questi guadagna, lentamente, la consueta espressione grigia ed atona, ma colorata di una ruga o due scavate nella fronte, dove le sopracciglia si schiacciano verso gli occhi. Quest'ultimi, stretti contro gli zigomi, si sollevano solo ora verso il cielo, trascinando con sé il capo ed il collo, che si estende sino al massimo possibile dell'articolarità, scagliando quelle iridi d'ossidiana verso il cielo plumbeo, come se cercasse qualcosa, tra le nuvole. <...anf. ..> Respira, ancora e ancora, a pieni polmoni, ma via via la ventilazione si regolarizza, le spalle si sollevano sempre meno, il petto si espande ma in maniera più contenuta. E così finisce per sbattere le ciglia, persino, un paio di volte. Le mani si portano oltre le spalle, queste si estendono e i palmi vengono a contatto con il terreno polveroso e brullo, indubbiamente gelido, proprio come l'Inverno che incombe, proprio come la stagione più fredda dell'anno, persino lì, tra le mura amiche del Villaggio dei Sei. Il cielo sembra farsi più cupo, man mano che i minuti passano, ma non tarda a riportare l'attenzione sulla terraferma, soprattutto quando la sagoma di Akainu incombe in sua direzione. < Nh ? > Mugugna, quando prima i passi, poi la voce, dell'altro Uchiha, raggiungono i timpani. < Oh, beh, provo a colmare le mie lacune. > Rivela, a conti fatti, quel che , se non si era capito, è un suo punto debole. Forza. Contatto. Resistenza. < ..ma senza successo. > Termina, masticando amaro, con un'occhiata che si rivolge al tronco ligneo che ha preso di mira , poco più in là e sul quale capeggiano tagli di scarsa fattura, perlopiù graffi o simili.[ Chakra On| 60/60][Equip: kunai x1]

17:15 Akainu:
  [Campo] La visione di Katai intento ad allenarsi con le armi è strana in quanto in quel nuovo mondo nessuno le adotta, nessuno utilizza tali aggeggi per combattere facendo leva solamente sulle arti magiche o sui genjutsu. Umetta le labbra nell'osservarlo in silenzio dopo avergli posto quella domanda, una lacuna questo è certo ma non può essere colmata solamente colpendo un tronco, tagli appena visibili su di esso denotano la poca forza in possesso del ragazzino. Fondamentale dettaglio la forza fisica per rendere i colpi incisivi, efficaci più che mai altrimenti sono solo coltelli da bistecca; inspira ed espira portando le verdi iridi sul tronco e successivamente al ragazzino nel momento in cui viene notato. Non vi è chissà quale sguardo o attenzione, non vi sono emozioni particolari sul volto del deturpato il quale si limita ad assistere sentendo da parte sua l'ovvio. Lo vede con i suoi stessi occhi, consapevole che non basta così poco per migliorare nell'utilizzo delle armi, serve una dedizione più ferrea rispetto alle arti magiche, una concentrazione maggiore, un'attenzione ben più grande <Noto> commenta in primis mantenendo un tono basso, ripensando alle parole di Kore dalla loro ultima uscita insieme. Fare qualcosa per mettere fine a quella situazione, una discussione semplice, senza pretese, qualcosa di puramente umano e tranquillo <Cosa speri di ottenere? Una migliore abilità di lancio? Imparare a destreggiarti con armi da corpo a corpo? Perchè a seconda degli obiettivi, l'addestramento cambia> ne sa qualcosa avendoli sperimentati praticamente tutti per migliorare in ogni singolo ambito delle armi ritrovandosi a saperle lanciare, padroneggiare, tenerle in mano in maniera tanto semplice da farlo sembrare naturale, qualcosa di tutti i giorni a cui pochi possono aspirare <E perchè vuoi colmare quella lacuna?> inarcando il destro sopracciglio, decisamente più incuriosito rispetto a tutto il resto. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

17:22 Katai:
  [Campo di allenamento] Accetta , implicitamente, quel divario d'altezze. Non si alza da terra, ma respira profondamente, ristabilendo, definitivamente, l'equilibrio biochimico del sangue. E così non ha più bisogno di affannarsi oltre, poiché il respiro torna placido, visibile sì, ma tranquillo. E' lo sguardo, però, a farsi carico di un insieme di pensieri e parole taciute sul nascere. Lo sguardo nero, buio, che cerca, infine, il verde dell'interlocutore. Non si sofferma sulle sue cicatrici, tantomeno indugia nella loro osservazione, preferendo, di gran lunga, osservarlo in volto, dove tutta la sua attenzione è focalizzata. L'armamentario altrui, parzialmente celato, è solo un dettaglio che fa da sfondo a quell'incontro fortuito, ma programmato da tempo. D'un tratto la mano armata si ritrae, portando la punta del kunai verso la spalla opposta, il gomito flesso in un angolo estremamente acuto. Il busto si torce, accompagnando l'irrigidimento dei muscoli del tronco e del braccio, le gambe si divaricano appena, strusciando sul terreno brullo, producendo un sonoro sfrigolio. Quindi il braccio scatta in avanti, rilasciando la contrazione della muscolatura, come una molla che viene liberata dal proprio giogo. E le dita lasciano la presa sul manico del kunai solamente nel momento in cui quest'ultimo si trova perpendicolare al tronco bersaglio, lì di fianco, a qualche passo di distanza. L'intento, di fatto, è quello di mirare al legnoso nemico, TENTANDO di conficcare l'arma tra le sue spire. < Mpf > Sbuffa,in concomitanza, sonoramente, ma lasciando che l'aria fuoriesca solamente dalle narici, in un rantolo forzato, che discende il naso e si perde nell'aere umido e freddo. < Vorrei riuscire a rendere il mio colpo efficace. Che sia dalla distanza o no. > Continua, senza guardarlo, preso dal proprio lancio. < Perché penso che un ninja debba conoscere la propria forza, ma ancor meglio i propri limiti. > Saggezza ? Sì, quella spicciola, di un libro in particolare. 'La Via del Ninja - Trova il tuo bushido'. < E tu, invece ? Mi cercavi ? > Domanda, insinuando, senza alcun tono inquisitorio.

17:37 Akainu:
  [Campo] Katai si rialza non demordendo, bensì desideroso di continuare il proprio addestramento contro quel tronco di legno iniziando ad assumere una posizione di combattimento sotto gli occhi del deturpato; riconosce quei movimenti, li ha praticati a sua volta da principiante, tempi lontani in cui ha cercato un modo per trovare la propria strada senza colmare alcun tipo di lacuna bensì trovando una vera e propria vita da seguire. Strofina le labbra tra loro, lento quel moto mentre la destrorsa si solleva, il destro arto viene piegato all'indietro con le dita ad avvinghiarsi intorno all'elsa della katana stringendola con forza per poi estrarla dal fodero. La lama si mostra dinanzi al ragazzino mentre quest'ultimo cerca di conficcare l'arma all'interno del tronco eppure all'Uchiha manca la forza necessaria per compiere una simile operazione; il kunai tocca la superficie lignea facendo entrare solamente la punta seppur di poco. Innalza la katana facendo qualche passo in avanti per diminuire le distanze ed avvicinarsi al ragazzino coprendo quei metri scarsi a separarli; la katana viene sollevata e, con una modesta quantità di forza, cerca di colpire con il piatto il kunai avversario per farlo ricadere verso il passo, staccarlo dal tronco puntando al terreno <Il colpo non può essere efficace se ti manca la forza necessaria per compierlo, sia dalla distanza che non> tranquillo, pacato nel fare le proprie osservazioni in merito all'operato altrui <Invece di concentrarti sui tuoi limiti dovresti limare la tua forza> rendendola efficace, ancor migliore rispetto a quanto già non sia. Una lezione imparata con il tempo smettendo di inseguire le arti magiche per migliorare le proprie abilità con le armi. Si silenzia a quell'ultimo quesito del ragazzo distogliendo lo sguardo, portandolo altrove ed avvicinandosi al tronco ma di lato, senza intralciare l'altro. Divarica le gambe flettendo appena le ginocchia dando piccoli colpetti al tronco senza immettervi chissà quale forza, per ora si limita a prendere la mira <Si perchè abbiamo avuto delle divergenze ultimamente> esordisce in quel modo senza entrare troppo nello specifico, per ora. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

17:47 Katai:
 Il braccio si distende, il busto si torce appena, nonostante l'irrimediabile perno dei piedi che vincolano il movimento al suolo. La mano si apre, proprio quando una traiettoria ideale e rettilinea si congiunge, perpendicolare, al tronco bersaglio. Ed il sibilo del metallo nell'aria è poco più di un sussurro, poco meno di un sibilo. Sdump. Il rintocco sordo del kunai contro il legno, dove si conficca per una manciata di millimetri appena. < Mpf > Sbuffa, nuovamente, finendo per osservare il proprio operato dalla distanza, distanza di qualche passo, in effetti, non di più. < ?! > Le sopracciglia si sollevano, entrambe, lentamente, quando l'altro Uchiha poggia la mano sull'elsa della sua katana, finendo per estrarla e utilizzarla come strumento per andare a disincagliare il proprio unico e solo kunai, proprio dalle spire del tronchetto da allenamento. Stringe le labbra, lasciandolo ai suoi intenti, ma non mancando di osservarne le movenze e le decisioni, con un piglio curioso , attento, indubbiamente insistente. < Limare la mia forza, mh ? > Ripete, in tono interrogativo, questionando più a se stesso che all'altro, quasi stesse ragionando ad alta voce. < Lo terrò a mente. > Concede, quasi a volersi liberare di quel discorso, per poterne affrontare un altro. Il kunai, in tutto ciò, rimane a terra, ancora abbandonato. < Credevo fosse acqua passata..> Si limita a rispondere, in tono pacato, ma lento, tranquillo. C'è una vena interrogativa, però, in quel dire, che ora si rafforza nello sguardo che volge all'altro, lì, di fianco al tronco. E' uno sguardo lungo, fisso, che non pare volersi distogliere per nulla al mondo. [Chakra On | 60/60][Equip: kunai x1]

18:04 Akainu:
  [Campo] L'abilità con le armi dell'altro sono scarse ma esso non demorde sbuffando, fissando quell'arma cadere ma ancor di più fissando il deturpato. Sente gli occhi altrui addosso nel momento in cui inizia ad armeggiare con la katana dando piccoli tocchi al legno, senza porvi forse, mero allenamento per le braccia quello messo in atto dal genin; ha imparato qualche tecnica in più, qualcosa per potersi difendere ma deve usare il tutto con estrema parsimonia se non vuole restare a corto di energie. Umetta le labbra con un veloce moto della lingua, essa carezza la superficie delle labbra in maniera lenta, precisa <Si> tirando su appena con il caso chiudendo le gambe per fare qualche altro passo portandosi al fianco del ragazzo ma con le verdi iridi puntate al tronco <Quando ho capito in cosa sono bravo, non ho pensato ad imparare altro ma ho lavorato su quello che già conoscevo per renderlo più forte, più efficace> il destro arto si alza allungandosi in avanti andando a toccare con la punta della katana il tronco spingendola appena <Tu stai facendo praticamente questo> continuando a spingere con l'arma contro la corteccia per poi ritirarla. Le gambe vengono divaricate con la sinistra posta in avanti e la destrorsa leggermente più indietro; la pianta si solleva appena mantenendo solamente la punta contro il terreno. Piega il braccio destro tirando all'indietro la katana ma puntandola contro il tronco mentre la mano sinistra va ad avvinghiarsi sull'elsa a sua volta. In quel momento tenterebbe di effettuare uno scatto poderoso in avanti verso il tronco allungando entrambe le braccia verso l'avversario ligneo cercando di perforarlo ficcando al suo interno la katana, rompendo così da permettere l'infilzamento. In caso di successo si ritroverebbe a contatto con il legno e la katana al suo interno <E questo è l'obiettivo> lasciando andare la katana, mantenendola infilzata <Mi ci è voluto tempo per arrivare a questo e nonostante ciò, so che posso andare anche oltre> inspira ed espira volgendosi per portare le verdi iridi in quelle oscure del conclannato. L'argomento cambia rapidamente, si concentrano sulle divergenze, su ciò che hanno avuto da dire. Le labbra si smuovono appena, uno sbuffo <Non per me, quello che è successo non posso ignorarlo, non ci riesco> più forte di lui, più forte di ogni altra cosa è quel ricordo. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

18:05 Akainu:
  [Campo] Edit [Se Affondo Perforante]

18:13 Katai:
 Lo ascolta, ma solo adesso si muove per andare a raccogliere il kunai lasciato a terra. Piccoli passi, perlopiù distratti, che riducono la distanza con il bersaglio legnoso, così da raggiungerlo in una manciata di falcate, quelle necessarie e sufficienti ad azzerare la lontananza con l'arma. Si china, flettendo il busto e le spalle, in avanti. Il movimento è lento, serafico, flemmatico e sembra quasi rallentato nel tempo. Se osservato al microscopio, si potrebbe notare come vi sia una certa assenza in quei gesti, una mancanza di attenzione, dovuta, probabilmente, all'ascolto attivo e partecipe dell'interlocutore. <...> Non replica, non inizialmente. Si ammutolisce, invece, dinanzi a quelle parole esplicative ed eloquenti. < Mi stai dicendo che dovrei diventare ancora più bravo con le Arti Magiche ? > Domanda, retorico, tornando poi eretto, dopo aver chiuso le grinfie sul kunai. Lo stesso kunai perso in principio, una volta, lo stesso kunai comprato in una bottega ben precisa, lo stesso kunai che ha infranto il suo rapporto con la sensei Kore Sabaku e lo stesso kunai che ha scelto come simbolo della sua strada sulla carriera ninja. E' sempre quel kunai, è stata colpa sua, per molte delle sue vicissitudini. Che sia maledetto ? O forse è solo il suo sangue ad esserlo. Tiene l'arma tra le dita, solo alcune ovviamente, ma lo sguardo ora torna su Akainu e le sue movenze. < ! > Le sopracciglia si sollevano, proprio verso l'alto, verso la cima della fronte, dove sfidano l'attaccatura dei capelli. Lo osserva andare a conficcare la katana nel bersaglio, perforarlo in profondità. < Allora cercherò di andare oltre. > Sentenzia, in tono basso, quasi sussurrante. < Parlamene. > Esordisce, lapidario e diretto, alzando le iridi buie sull'occhiata altrui.

18:28 Akainu:
  [Campo] Il fulcro del discorso viene centrato da parte dell'altro sintetizzandolo in una sola frase il cui scopo è proprio quello; sprecare le energie per imparare qualcosa di nuovo quando si può dare ancora molto in ciò in cui si è bravi è un sacrilegio per il deturpato nonostante gli allenamenti siano incentrati sulle armi. Quell'arte merita completa dedizione, una costanza priva di eguali per arrivare a livelli accettabili. Annuisce con un lento moto del capo alla fine del proprio discorso <Se è quello che sai fare, si. Sei arrivato al tuo massimo? Io non credo e fino a quando non l'avrai raggiunto, questo tuo allenamento è futile, uno spreco di tempo> facendo ben attenzione a non chiedere prove, non vuole vedere il fuoco, non può vederlo altrimenti rischia di avere un'ulteriore crisi e questa volta non vi è Kore ad aiutarlo, è da solo e non sa quanto possa fare senza un vero e proprio aiuto. Deglutisce inghiottendo grumi interi di saliva ora che ha ottenuto la completa attenzione del ragazzino, in particolar modo dopo aver infilzato quel ciocco di legno lasciandovi al suo interno la katana. Una mossa veloce, forte che mostra i suoi progressi in merito, decisamente più importanti rispetto a quanto sfoggiato in tutti quei mesi <Allora smetti con questa farsa, quel kunai non ti ha procurato altro che guai da quando l'impugni> tutto è nato da li, i guai sono nati da quell'arma usata contro Kore e tale evento ha portato alla nascita di una catena decisamente fastidiosa. Corruccia la fronte andando a dargli la schiena, le dita scivolano sul piatto della lama della katana, la toccano, la sfiorano portandosi sull'elsa la quale viene afferrata con la destra e, immettendo nel braccio il massimo della forza in suo possesso va a sfilare l'arma dal tronco tirandola via <Secondo te come mi sono fatto queste ustioni?> una domanda sciocca, stupida la cui risposta è palese oltre ogni limite <Ho avuto un'incidente da bambino, un incendio che mi ha segnato per sempre> cercando di sintetizzare il più possibile la propria storia ma non entrando nei dettagli <Il fuoco mi ha segnato, non solo fisicamente> sperando nell'intelligenza altrui per comprendere il discorso. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

18:43 Katai:
 Memore di quanto successo in precedenza, proprio in quel luogo, proprio di fronte a quegli ammassi rocciosi che fanno da sfondo , replica. < Non ti mostrerò cosa ho imparato > E di certo non per segretezza, ma per scongiurare eventuali ricadute altrui. < Ma non so se potrà mai bastare per proteggere il Villaggio da ciò che c'è là fuori. > Ma , di questo, non sembra intenzionato a parlarne, non ora, almeno. China appena il capo, verso il basso, per portare lo sguardo sull'oggetto metallico che tiene tra le dita e gira e rigira, lentamente, quasi stesse cercando di esaminarlo a fondo, in ogni suo dettaglio ; neanche stesse tentando di scoprire un qualche segreto nascosto tra le sue forme levigate, ma smussate in più punti. < Questo kunai , per me, è come un simbolo. > Spiega, in termini spiccioli, andando dritto al sodo. < Lo terrò con me. Sempre. > E per quale sadico motivo, oltretutto, non è dato saperlo, ma indubbiamente è una scelta già compiuta, senza via di ritorno. Approfitta delle spalle altrui per andare ad armeggiare con la tasca dei pantaloni, dalla quale estrae una fascia di tessuto rosso, cremisi, che lega alla coscia e sul quale assicura l'impugnatura del kunai. < Il fuoco è l'elemento che padroneggio meglio. > E l'unico, almeno per ora. < Non posso permettermi che sia il mio solo elemento. > Il perché, è presto detto, mentre solleva ancora gli occhi sull'altro, piantandoglieli dritti nella schiena, proprio come lui ha fatto con la katana ed il bersaglio di legno. < Se dovessimo combattere fianco a fianco..> un'ipotesi non così remota come potrebbe sembrare. < ..dovrò imparare ad utilizzare un altro elemento del chakra. > Annuncia, serio, ma tranquillo, quasi stesse parlando del meteo.

19:04 Akainu:
  [Campo] Per fortuna l'idea del fuoco come prova viene scartata per fortuna arrivando a tirare, metaforicamente, un sospiro di sollievo nell'udire quelle parole. Un giorno avrebbe attenuato il problema, magari risolto completamente tra svariati anni ma non adesso, troppo presto, troppo fragile per riuscire in un'impresa tanto titanica quanto impossibile <Siamo Uchiha Katai, se c'è qualcuno che può abbattere le minacce la fuori...siamo noi> l'orgoglio per quel nome viene fuori, la dedizione per essere il più grande del clan emerge. Loro hanno la forza di battere le chimere, di distruggere le minacce esterne con ogni mezzo a loro disposizione. Gli da le spalle armeggiando con la katana, la rigira tre le dita, smuove il polso facendo roteare la lama per poi, sollevando il braccio, andare a riporla all'interno del fodero posto sulla schiena. Sospira fissando il tronco ma mantenendo l'attenzione su Katai, nei di lui riguardi <L'unico vero simbolo a cui devi dar retta è quello sulla tua schiena> l'ha visto il simbolo del clan, il medesimo che non ha mai portato prima ed ancora non ha intenzione di farlo. C'è tempo per quello, c'è tempo prima di affermarsi come membro ufficiale e deve solo fare la prima mossa perchè tutto questo abbia finalmente inizio ma da dove cominciare, difficile a dirsi. Nuovamente si parla del fuoco come elemento, come arte per poter combattere e difendersi durante uno scontro, come forza, la stessa del clan, la stessa che, ideologicamente, dovrebbe scorrere nelle vene del deturpato. Le labbra si sollevano appena in un minuscolo accenno di sorriso, lievissima la ruga formatasi al lato destro, un singolo accenno che svanisce nell'immediato per poi voltarsi tornando a guardarlo, incastonando le iridi in quelle altrui <Siamo Uchiha, ce l'abbiamo nel sangue. Pensaci> all'altro elemento, non proferendo nulla, non dicendo nulla ma ce l'hanno, più l'altro che il deturpato. Cammina, avanza portandosi al suo fianco ma con lo sguardo rivolto al lato opposto <Ho intenzione di tornare nel clan, di mostrarmi e riprendermi il posto che mi spetta> rivelando le proprie intenzioni <Andrò alla magione e darò inizio alla mia ascesa> concludendo, infine, il discorso. Una decisione importante quella presa, la più importante della sua vita che avrebbe dato inizio ad ogni cosa <Mi aspetto di vederti li> con quell'ultimo dire ritorna ad avanzare, andare avanti per superarlo definitivamente così da lasciare quei campi. Non si è allenato ma ha fatto qualcosa di meglio <Ciao> prima che la notte giunga, tirando fuori il ninjaphone ed aprendo la chat di Kore. [END]

19:17 Katai:
 < Siamo..> Si blocca, però, al solo udire quella parola. Una semplice parola che lo porta ad afferrarsi la testa, mentre la vista si offusca, le ombre danzano dinanzi allo sguardo, luccichii frenetici riempiono il suo cono visivo. E le tempie pulsano. Martellano. Fotogrammi di una realtà distopica appaiono come fossero tangibili. Potrebbe allungare una mano ed toccarli, uno ad uno, compresi quegli stendardi Nara che discendono dai palazzi, compresi quei figuri incatenati che seguono, pari passo, i loro padroni. Uchiha schiavizzati, Akainu compreso. < Arghh.> Rantola, mentre il busto si china leggermente in avanti, la schiena lo segue, così le mani mollano il kunai, che cade a terra, sotto i suoi piedi, mentre scuote appena il capo, strizzando il viso in una smorfia di dolore e disappunto. < K'so. > Sibila a denti stretti, cercando di scacciare quelle visioni con un moto del capo, a destra e sinistra, quasi stesse cacciando una mosca o qualcosa del genere. < Anf. Anf. > Ansima, nuovamente e questa volta non è la fatica fisica ad aver causato quel respiro corto, bensì uno sforzo puramente mentale, psichico. < Al ..al momento..> Si riprende, lentamente, tanto nel corpo quanto nella mente. Oramai ha imparato a convivere con quelle visioni, ma non ha ancora capito cosa le scateni. Non ha ancora capito come liberarsene. < ..non credo di essere ...> esita, dinanzi a quegli ampi respiri. < ...abbastanza forte. > Conclude, un istante dopo. Mentre gli occhi sbattono una, due , tre volte, alzandosi infine su Akainu, nuovamente, quasi a volersi sincerare della sua reazione, qualora ve ne fosse stata una. < Ci sarò. > Conclude, prima che l'altro possa dileguarsi. < Ho intenzione di essere un esempio, ma per farlo, il clan dovrà appoggiarmi. > Destini affini, forse incrociati, forse divergenti. Sicuramente destini Uchiha. ( E N D)

Finalmente s'incontrano da soli e parlano. Parlano poco ma ciò basta a rimediare ad un guaio, un danno successo in passato confermandosi entrambi Uchiha ma con obiettivi diversi seppur simili.