Hypnotized by the light

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16:49 Nene:
 Kami, com'è difficile tenersi impegnati e sobri. Fosse di piombo iniettate di sangue si perdono nell'abissale spaccatura del mondo. Troppa poesia per qualcosa di così becero come un canyon. Non le fa nessun dannato effetto. Forse il tasto dolente è proprio questo - il non risentir di niente e nulla. Quando il tempo libero è diventato così noioso? Un tempo l'avrebbe sprecato a fare qualcosa, e forse anche adesso farebbe lo stesso: Nocivi atti di sollazzo d'anima, piegano il tempo facendone un sottile buco dove l'attimo primo e l'attimo ultimo si susseguono celermente. Fermiamoci, stiamo andando troppo più in la in una mente che non meriterebbe nemmeno l'attenzione d'un cagnotto in cerca della propria mela da abitare. Spigoli: Nene è fatta così. Vorremmo dedicarle parole d'amorevole bellezza, e di certo non potremmo dichiararla apertamente brutta, ma nemmeno fonte d'ispirazione per Baudelaire. Iride come lama d'un coltello, del medesimo colore, tagliano le raccolte rossastre del canyon. Le pende uno stelo biancastro dalle labbra, le raggrinza appena - ed emette una noce di fumo ogni tanto. Pigra. La lena di chi fa' nulla piuttosto bene. Ciocche come fuliggine, nel chaos di guance pizzicate dal freddo. Poggiata alla ringhiera con gli avambracci, ha la tesa sensazione di chi si prepara a saltare giù - in avanti - un cane rabbioso. " Mhnn-- mhn --- Hypnotizeed by the light -- " Fra se e se mastica e miagola qualche pezzo d'una hit uscita un anno fa'. Terribile l'aggiornamento sulla musica. Terribile passo dei tempi. Fa' e ascolta un po' cosa le capita, e il fatto, non la tocca nemmeno a dire il vero. Full black. Cargo, felpa, un cappotto cropped e stretto a livello del costato con il collo alto. Ed un paio d'occhiali dalla montatura vermiglia vorrebbero nascondere l'anima putrida della corruzione del mondo dietro delle lenti rosso sangue. Come a darle un po' di colore. Una musichetta che le esce dalle labbra - a volte sorda, schiacciata dal passaggio del treno - a volte bella delineata nel silenzio totale. A volte stropicciata dalla presenza della sigaretta che le smuove il musetto livido verso il basso. " Mhn-- mhn "

17:17 Atsushi:
 Insegue delle lunghe tracce di metallo che restano rasenti al suolo e si disperdono per quella regione come se non avessero una meta, proprio come lui. Così come se fosse un gioco senza un reale divertimento per tutte le persone normali, invece, nel suo caso, sembra essere veramente interessante cercare di comprendere fin dove possa condurre quell'insana voglia di interferire con la regolarità della vita quotidiana. Come sarebbe quel mondo se tutto cambiasse radicalmente? < ECCO! Il treno!!> La voce fuoriesce con un cambio secco di tono in un breve istante, mentre continua la sua corsa. Osserva arrivare quel corpo metallico dall'indubbio colore ormai spento dal forte sole che ogni giorno lo picchietta, mentre si muove avanti e indietro proprio come un pendolo interminabile. Trasporta merci, chissà di che tipo. Trasporta qualcosa d'importante? Questo non può saperlo, ma se improvvisamente una frana cadesse dalla parete delle rocce e finisse per bloccarne la corsa, cosa succederebbe improvvisamente? < Questo è il punto perfetto!> Sogghigna mentre il corpo cambia la sua direzione repentinamente slanciandosi verso una lunga ringhiera di metallo che impedisce a qualche insano personaggio di lanciarsi verso il vuoto di quello strapiombo rosso sangue. La sua faccia si spreme contro il profilo quasi per passarci attraverso senza concludere niente, ma l'eccitazione di quell'immagine che permane nella sua mente è troppa. Vorrebbe proprio far cadere qualche masso. < Ah. Sarebbe proprio divertente...AHAH.> Se la ride mentre continua a parlottare per dare una vita quasi concreta alle forme astratte dei suoi lugubri spazi mentali. Così le vitree iridi si lasciano sedurre dal percorrere del lungo treno che con il suo rumore sordo abbandona quasi istantaneamente quel luogo desertico. Ed è subito, come un colpo d'ali, che le fantasie erotiche più spinte svaniscono nel freddo e monotono colore della vita quotidiana. < NO! E' già andato via!> Reclama come se una rabbia primordiale sopravanzasse dall'interno, tanto che con una semplice spinta delle mani si sarebbe scostato dal freddo metallo per tornare a guardare quel mondo normalissimo che lo circonda compresa un'altra persona che proprio poco distante potrebbe aver assistito alla sua commedia in prima fila. Fino a quell'istante non aveva notato la sua presenza pacatamente tranquilla quasi immersa in quel silenzio cristallino del Canyon. < OH.> Strabuzza lo sguardo quasi meravigliato e forse un po' imbarazzato di poter essere stato visto e sentito esprimersi così spontaneamente, così come se avesse un valido motivo di farsi influenzare dal pensiero degli altri. Eppure la osserva in modo inopportuno, d'altronde cosa non lo è di lui?

17:35 Nene:
  [Ponte] Ma che cazzo ci fa' quì, poi? Voglio dire, chi passa il proprio tempo a fissare in niente cosmico da una ringhiera d'un ponte fra una roccia rossiccia e un altra? L'insofferenza sul viso si fa sempre un po più grave, issando il mento a mostrar parte della pelle nivea del collo. Come un cigno che si cede alla morte piuttosto volentieri - ma no, non è così poetico l'atto che ne viene. Sfila la sigaretta dalle labbra lasciando che sia oggetto d'attenzioni delle dita - indice e medio - sbuffando piccata ciò che non è riuscito a penetrare i polmoni. "aish che cazzo." A labbra appiccicate tra loro, come quando si parla di prima mattina con una mezza paralisi facciale, sbuffa - di noia - di scazzo. Ecco potremmo definirla così, permanentemente scazzata. Ed eccola attingere alla fonte di ogni bene. Il cellulare. Si riduce a battere il pollice smaltato di rosso sullo schermo sottile cercando qualcosa, o assolutamente niente. Visualizza qualche messaggio risalente a questa mattina, un vocale incazzato di Kenpachi, e scrolla fra i meme di una pagina che si chiama: Il mio amico Pepo. Pepo è un cagnolino tutto tracagnotto, con il culetto a forma di adorabile peschetta. Ed eccolo, il primo sorriso del giorno. Sbieco e addormentato. "kek" Una risata soffocata e sfiatata le esce fuori dalla boccuccia di rosa, scendendo fra le immagini dei memini che tanto adora, smuovendo la schiena a tornare ritta. Un paio di passi ammazzati dal passaggio d'un treno - ed una folata scellerata le sposta tutto lo shortbob da un lato del viso, scoprendone il profilo grazioso. Ha qualche pallida cicatrice - e quasi sempre la pelle sotto lo zigomo sinistro pare contusa e quasi guarita. Anche le mani, le dita affusolate e delicate - nascondono nocche arrossate, ma di quel rossore che non sai mai se fa' riferimento a botte o freddo. Del resto, è inverno. E' la voce dell'altro a distrarla dal suo scorrere sullo schermo - si ferma, sposta solo la codina dell'occhio a vederlo avvicinarsi, stillare - imbrarazzarsi - e poi osservarla. Sia dannato il nome di Nene se adora cogliere sul fatto i feticismi della gente. Non muove il mento, non subito - forse a dar l'altro il dubbio di non esser stato notato. Un minuto, forse due - ed eccola volger lentamente a lui il mento e lo sguardo. Dal capo, ai piedi - smuove le leve inferiori, i fianchetti stretti nei jeans cargo. Un piccolo tintinnio di ferraglia nascosta le ricordano la presenza della placca di metallo appesa al collo, vecchia effige dei cacciatori di taglie. Non ci pensa nemmeno più, anzi, ora è totalmente focalizzata su Atsushi. " Ti avessi beccato con il c*zzo in mano a guardare il panorama sarebbe stato meno imbarazzante. " Confessa con la lena di chi non è manco stupito. Forse solo leggermente disgustato. Eppure non si flette, ne scappa - scivola la salamandra ad osservarne i tratti del viso senza muoversi dalla sua posizione. " A tratti anche poetico. " Nel suo mondo distorto e surreale, certamente. Curva la boccuccia in una linea che va' verso il basso, riportando la sigaretta a dar ossigeno ai polmoni annichiliti. " Se vuoi buttarti giù fallo da quel lato-- " Indicando uno degli strapiombi non recintati. "Vuoi una mano?"

17:53 Atsushi:
 La presenza di altri esseri umani è sempre un'incognita che non riesce a valutare in modo adeguato, spesso incontra personaggi ingabbiati nelle loro esistenze prive di gioia e assai piatte proprio come il corpo di molte fanciulle. Ogni tanto, però, incappa anche nell'incontro di altri personaggi più fantasiosi che in qualche modo stimolano la sua attenzione. Il volto pallido si chiude in un'espressione beatamente stupida quando l'altra l'appunta per i suoi atteggiamenti ortodossi. Le labbra si serrano mostrando uno strambo sorriso con gli occhi mezzi socchiusi lasciando emergere una certa disfunzione nell'apparire semplicemente normale. Attorno non c'è assolutamente niente di particolarmente attraente: la nuda roccia è ricoperta di sabbia rossa, mentre ogni aspetto del paesaggio risulta crudo e crudele allo stesso tempo forse ricordando le difficoltà che si possono incontrare nell'avventurarsi per quei luoghi ed infine quel crepaccio senza fine che si trova sotto di loro, oppure alle loro spalle e poi ancora per molti chilometri di lunghezza. Si lascia investire senza problemi da quelle parole al vetriolo che ne definiscono il comportamento astruso suggerendone altri altresì poco civili. Le mani affondano nei pantaloni, mentre inclina una poco il capo quasi a voler schivare interiormente ulteriori assunzioni sulla sua persona, mentre si lascia avvolgere dal suo semplice mantello nero. Da come è vestito si capisce che non rientra in una casa da parecchio tempo e i segni dell'usura e del tempo ormai toccano ogni parte del suo vestiario. < Potrebbe essere divertente!> Asserisce avvicinandosi di due passi mentre sollevando nuovamente lo sguardo verso l'altra ne studia per un momento i lineamenti, lasciandosi adesso sciogliere da quella situazione d'imbarazzo. < Non sai che alcune persone possono volare?> Chiede in modo totalmente fuori contesto, forse illudendola che sia dotato di strani poteri, ma chissà. < EHEH.> Ghigna mentre avanza di ulteriori due passi, senza però portarsi nelle vicinanze di quella strana figura. < Pensavo che nessuno sarebbe arrivato in questo posto. Se corressi nudo attirerei l'attenzione di chiunque. No?!> Domanda quasi seriamente come se invero il suo modo di fare passi quasi inosservato, mentre il suo membro esposto alla luce del giorno, invece, possa essere ritenuto elemento di attrazione. < Per caso volevi assaltare un treno?> La interroga gettando il suo sguardo impassibile su di lei e quasi allungando il collo in modo da rendere teatralmente pertinente quella richiesta, quasi incuriosito da come abbia scelto quel posto dimenticato da ogni signore umano eppure da ogni entità divina, ma per puro caso, non da loro due.