Ingresso clan

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con Saigo, Kan

Ormai è da un po’ che le persone evitano accuratamente il laboratorio dove solitamente troviamo Kan. Infermieri, medici e persino inservienti ci mettono piede proprio se strettamente necessario e non è così difficile vedere persone che giocano a chi pesca il foglietto più corto nell’atrio per evitare di andare proprio lì a fare delle commissioni. Kan e coloro con cui condivide la stanza invece se ne sono quasi fatti una ragione, ogni tanto le provette finiscono dove non dovrebbero stare, i becchi bunsen non vengono spenti durante la pausa pranzo per non parlare di ogni tipologia di contenitore che chiaramente qualcuno non sa lavare e disinfettare come si deve. Qualcuno in quel laboratorio batte la fiacca e i colleghi lo sanno, è giusto chi è più superstizioso che ha iniziato a pensare che abbiano in qualche modo dato vita ad uno scheletro, di quelli della sala di Ortopedia, e ora lui voglia vendetta perché nessuno ha pensato a fargli un innesto di pelle. A chiunque si chieda darà una spiegazione anormale e decisamente fantasiosa diversa, ma infondo questo è l’effetto che spesso fanno i genetisti e le loro stranezze. La vita nel laboratorio comunque scorre tranquilla, certo a parte le dimenticanze e qualche idiota fissato con i vecchi metodi che continua a mandare all’aria gli studi su virus e batteri, il sangue e qualsiasi altra cosa si possa analizzare in un laboratorio, commettendo sempre lo stesso errore di procedura. Tolte quindi le lamentele non è così male l’aria di sospetto che Kan sta respirando a lavoro in questi giorni, tutti alla ricerca del colpevole non aggiornato e smemorato che sta causando problemi. Visto l’orario il grosso dei colleghi è uscito per la pausa pranzo, chi per la fine del turno ed al momento il ninja su cui il fato oggi posa gli occhi è solo nella stanza dai pavimenti lisci e verdognoli che si stagliano in contrasto a mobili e macchinari perfettamente bianchi, tutto è stato ripulito, tutto è sterile per il momento e non c’è una traccia di sporco, le contaminazioni sono il male e lo sappiamo tutti. Provette, siringhe e chi più ne ha più ne metta sono riposte al loro posto o in armadietti dalle ante in vetro o sui ripiani di lavoro perfettamente catalogate o ancora nelle centrifughe che vengono analizzate dai macchinari. Bisogna starci attenti con certe cose. Il compito dell’ultimo medico rimasto è quello di finire di analizzare alcune provette di urina proveniente da diversi pazienti giunto in ospedale lamentando perdita di sangue dai condotti urinari e bruciore pressoché continuo, si sospetta un’infezione batterica ma il compito ingrato dei genetisti a volte è anche individuare il batterio e permettere l’applicazione di una cura corretta. [ambient chiuso]

15:00 Kan:
  [Laboratorio] Le nuvole esterne in quel di Konoha occultano il cielo portando un velo di oscurità ma dopo la notte passata, quell'oscurità riesce a non tangerlo più di tanto, anzi, aver passato del tempo con la Kokketsu l'ha aiutato immensamente riuscendo a calmarlo, farlo riprendere ma è giunto il tempo di tornare a lavoro e quale miglior compito se non analizzare delle urine? Un compito in grato, orrendo ma qualcuno deve pur farlo, non lui ovviamente ma qualcuno si eppure è stato affidato al bianco. Seduto su uno sgabello dietro un bancone, il Sumi tiene entrambi gli occhi sul microscopio con un vetrino ben posizionato avente sopra di se una goccia di quelle urine sporche di sangue. Gira lentamente la manopola dell'attrezzo per migliorare la visione, ciò che compone urina e sangue e magari trovare il batterio in grado di scatenare ciò. Indosso porta una camicia bianca a maniche lunghe abbottonata fino al petto lasciando intravedere parte del collo con l'ultimo bottone sciolto; alle leve inferiori un paio di blue jeans aderenti in maniera perfetta i quali vanno a restringersi man mano che ci si avvicina alla caviglia ed un paio di scarpe marroncino scuro a concludere quell'outfit. Il camice bianco è posto sopra tutto quanto avente il badge con il nome sul lato destro e tre penne poste nel taschino sul lato sinistro; le mani sono racchiuse in un paio di guanti in lattici evitando, così, di contaminare ogni cosa. In ultimo legato alla vita un portaoggetti contenente fuda ed inchiostri speciali donategli dai Sumi. Osserva silente per poi sbuffare, ora che è da solo può evitare tutti quei discorsi sospettosi continuando con i propri studi, l'analisi, di base, fa parte di questa branca ovviamente ed è per tale motivo che si alza dallo sgabello facendo qualche passo verso una vetrinetta contenente dei libri di genetica, ne prende uno tramite la mano destra iniziando a sfogliarlo per trovare qualche nota in grado di semplificargli la vita. Nel mentre visualizza le due energie, quella mentale nella zona del terzo occhio e quella fisica sotto la bocca dello stomaco aventi la forma di due piccole sfere, la prima gialla e la seconda verde. Cerca di far vorticare entrambe velocemente su stesse per attuare un movimento rotatorio per poi tentare di smuoverle; quella mentale inizia a discendere lungo il corpo del bianco smuovendosi alla massima velocità mentre quella fisica, al contrario, lo risale alla medesima velocità, entrambe hanno come obiettivo la bocca dello stomaco. Una volta giunte li tenterebbe di farle scontrare e fonderle l'una nell'altra con forza e velocità, i due colori si mischiano così come entrambe le forze ed in caso di successo da tale unione dovrebbe nascere un'energia ulteriore, blu come il cielo ovvero il chakra, forza di ogni shinobi. [Se Chk On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

Il lavoro è duro e sporco e mai come in questo caso puzzolente. Il volto di Kan è per metà coperto dalla mascherina, che impedisce al respiro di contaminare i campioni, e per l’altra metà da quella cuffietta usa e getta sui capelli portata con lo stesso identico scopo, non è proprio un genetista alle prime armi il nostro Sumi. Si alza, giustamente, dopo aver dato uno sguardo a quella coltura batterica che sta proliferando in allegria e pace sul vetrino per andare a recuperare il libro di genetica, mentre lascia che il processo faccia il suo corso e cerca nei manuali un aiuto per arrivare alla conclusione delle sue analisi si sentono solo i suoi passi, giusto quando è di schiena può percepire un improvviso sventolio, che sia tornato qualche suo collega dalla pausa pranzo? Avrà tutto il tempo di capirlo tornando al suo posto e guardandosi in giro, se fosse interessato, per rendersi conto di essere ancora da solo. Chissà. Tornando invece al suo microscopio troverà un foglio davanti su cui è segnato decisamente con una pessima grafia “escherichia coli”. Rivolgendosi invece al vetrino si potrà notare come ogni singolo batterio sia semplicemente sparito, togliendolo dal microscopio si noterà come è stato praticamente annacquato da una soluzione salina che non solo ha sporcato tutto lo strumento di ricerca ed i bordi annessi al tavolo, costringendo ad una pulizia profonda del banco da lavoro per l’ennesima volta. La deduzione sarà poi corretta? Non lo può sapere davvero al momento, dovrebbe rimettersi a fare tutto il lavoro ma può semplicemente fare uno sforzo deduttivo: l’escherichia coli può trovarsi nelle urine? Sì. Questo però bassa per imputare a quel batterio l’infezione? L’unica cosa certa è che il primo campione è andato perso. Mentre queste informazioni possono venir analizzate e processate da Kan lo stesso potrà rendersi conto di un paio di provette che sembrano svolazzare nel nulla alla sua destra, passano veloci. Non che sia così strano quando il laboratorio è gremito di studiosi ma ora? Non dovrebbe essere solo? [ambient chiuso]

15:46 Kan:
  [Laboratorio] La cuffietta e la mascherina cominciano a dargli un certo fastidio, troppo coperto ma tant'è, prima o poi il fastidio sarebbe passato mentre legge quel libro sfogliando le pagine alla ricerca di qualcosa di utile per venirne a capo. Non ha mai lavorato sui batteri, non di quel tipo cercando di concentrarsi sul sangue e su tutti i suoi risvolti, su ciò che esso possa portare ad una persona; vivere con una Kokketsu lo spinge anche in quella direzione ma mentre è concentrato in quella lettura che percepisce un fruscio alle proprie spalle. Corruccia la fronte preso alla sprovvista voltandosi di scatto ed iniziando a guardarsi intorno, per tutta la stanza notando la totale assenza di persone; volge una veloce occhiata anche alla porta d'ingresso la quale dovrebbe essere chiusa impedendo l'ingresso di aria oltre alla totale assenza di finestre per il medesimo motivo. Sbatte un paio di volte le palpebre scuotendo il capo, forse è solo una sensazione, forse è stato lui stesso. Inspira ed espira ricominciando a leggere quel libro mentre ritorna nella postazione senza staccare gli occhi dal tomo, trova notizie interessanti certamente ma niente in grado di aiutarlo concretamente e solo sollevando le dorate iridi che si accorge della presenza di un bigliettino vicino al microscopio, messo davanti in bella vista con un nome <Escherichia coli> ripete ad alta voce totalmente stranito e preso alla sprovvista <Eh?> non comprende del tutto quella dicitura seppur l'abbia già sentita nominare da qualche parte <Quando l'ho scritto?> i dubbi cominciano a venire, quesiti su cosa abbia fatto, soprattutto, quando l'ha fatto. Non ricorda di aver chiuso gli occhi od essersi appisolato ne di aver preso appunti, sicuramente non su un fogliettino volante come quello. Scuote nuovamente il capo andando a sedersi sullo sgabellino per riportare gli occhi in prossimità del microscopio e, sorpresa, tutto è sparito, non c'è più nulla in bella vista <Ma che...> stacca velocemente il viso togliendo il vetrino per poterne vedere il contenuto ad occhio nudo. La destrorsa va ad aprire un cassetto del bancone tirando fuori un paio di occhiali <Smemorato si ma cieco anche no> essi posseggono una montatura nera con lenti quadrate; vengono indossati per guardare meglio il contenuto, annacquato e con esso anche lo strumento ed i bordi del tavolo <D'accordo> alzandosi in piedi <Lo scherzo è durato anche troppo, forza vieni fuori imbecille sfascia lavori> guardandosi nuovamente intorno, innalzando il tono vocale ricercando la presenza di un suo collega, visibilmente irritato dal dover ricominciare tutto da capo. Forse quel batterio è la soluzione ma l'aver perso il lavoro ed il dover ricominciare tutto da capo scatena una dose di nervoso non indifferente continuando a scandagliare la stanza fino a concentrarsi su un evento strano, due provette svolazzano in aria, passano veloci. Schiude le labbra dalle quali non emerge suono alcuno, toglie gli occhiali con la mancina gettandoli sul bancone e strofinando gli occhi con la medesima <Se vuoi farmi paura non ci stai riuscendo, vieni fuori e falla finita, ho del lavoro da fare> sbuffa, gli occhi bruciano, probabilmente è solamente stanco mentre tenta ancora di seguire quelle provette. Sicuramente non crede a niente di più di un jutsu di qualche tipo a lui sconosciuto. [Chk On][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

Povero Kan costretto a ripulire tutto e ricominciare il lavoro. La sua rabbia è ben comprensibile ma nessuno replica a quell’appello, anzi si sente un rumore metallico e poi uno dei macchinari, la centrifuga, viene messo in azione. Il solito rumore inizia piano piano e non ha nemmeno il tempo di prendersela nuovamente con il collega dispettoso che le provette all’interno della centrifuga, che ora gira con vigore, vengono lanciare e fatte partire dal macchinario, s’alzano in volo come missili e ricadono a terra come pesanti macigni frantumandosi in più punti, infondo sono state lanciare a raggio. Che il macchinario sia rotto? Beh è+ chiaro come la cima dello stesso non sia stato chiuso e probabilmente le provette non sono nemmeno state inserite correttamente, non sarebbe la prima volta che capita in quella stanza in particolare <opsie> Può SENTIRLO. Kan finalmente può udire una voce che corrisponde a quel pugno quasi trasparente che si sbatte verso il macchinario. Analizzando la figura interna si può notare quest’uomo sulla trentina, non ci sono rughe visibili sul volto scoperto e non indossa nemmeno un camice, pantaloni e maglietta dello stesso colore seppur risulti impossibile determinarlo visto che ad occhio nudo si percepisce solo una scura sfumatura. La cuffietta? Manco a parlarne, lunghissimi e voluminosi capelli di un colore che, beh al momento appare bianco e trasparente <ma che macchinario è? Ai miei tempi mica era così> Non si riescono a vedere dettagli del volto, solo dei lineamenti abbastanza affilati e quella che forse è una fascia a tener indietro i lunghi ciuffi sulla testa ma non è chiaro. Non riflette la luce ma sembra che essa gli passi attraverso <che laboratorio del cavolo> lui prosegue, godendosi quei momenti di gloria. Solo adesso il misterioso essere nota d’essere visto e percepito. Non accadeva da anni, in realtà fino a poco tempo fa non era realmente libero di aggirarsi nel mondo. Si volta a fissare Kan, la bocca si apre appena stupito <OH NO NON MI PRENDERAI> ed è con queste parole che inizia la rocambolesca fuga verso la porta chiusa. Fa cadere qualsiasi provetta, libro o macchinario leggero trovi sul suo passaggio senza troppi complimenti. La figura risulta comunque imponente, un omaccione che per quanto trasparente ed estremamente leggiadro un tempo doveva pesare sui novanta chili, che tutto sommato non sono così tanti visto che ad occhio e croce è raggiunge quasi i due metri d’altezza. Non è decisamente sovrappeso ma al tempo stesso non risulta un fiorellino, è semplicemente spesso per quanto la luce che lo attraversa senza problemi lo renda decisamente difficile <NON MI VINCOLERENTE A NESSUNO> dichiara durante la sua fuga. Tutto questo avviene in davvero pochissimo tempo ed il misterioso figura non è a più di sette metri da Kan. In questo momento qualcosa si risveglia in lui e ha semplicemente una consapevolezza: sa come fermare il teppista in fuga. Dentro di sé qualcosa glielo sussurra, lo suggerisce e lo urla, mai come prima è stato sicuro di qualcosa[ambient chiuso]

16:28 Kan:
  [Laboratorio] Nessuna risposta sopraggiunge, al contrario, solo silenzio mentre la centrifuga si attiva senza avviso alcuno, in maniera totalmente improvvisa attirando lo sguardo incarognito del Sumi, schiude le labbra per parlare non facendo in tempo a far uscire neanche mezza sillaba che le provette saettano fuori ricadendo a terra, sporcando tutto <Merda> cerca di muoversi velocemente in direzione dello strumento, di avvicinarsi e premere il tasto dello spegnimento <E' chiaro che non sei un collega, chi cazzo ti ha fatto entrare qui? E' una zona vietata> alzando sensibilmente il tono di voce, non si rivolge a nessuno in particolare, ancora non s'avvede di nulla seppur speri che il burlone di turno si faccia vedere uscendo allo scoperto. Solo in quel momento una voce viene fuori, spalanca completamente le iridi e tramite l'udito cerca di voltarsi nella direzione da cui proviene il suono <Beccato> soddisfatto, gli occhi si illuminano, finalmente può vedere chi è il malfattore, capire chi sia il maledetto entrato li per rovinargli tutto il lavoro costringendolo a pulire, probabilmente per tutto il pomeriggio prima che arrivino gli altri e nel voltarsi il corpo si indurisce. Questa volte le iridi sono si spalancate ma non per la soddisfazione quanto per la sorpresa, una sorpresa in grado di raggelargli il sangue fino all'ultima goccia; ciò che vede è inspiegabile, impossibile, un uomo trasparente, sulla trentina, vestito in modo non consono a quel luogo ma soprattutto, trasparente e sta parlando, sta toccando i macchinari. Al di sotto della mascherina le labbra sono schiuse, non riesce a parlare, non sa cosa dire mentre segue quell'essere molto simile ad un fantasma eppure dovrebbe essere Shizuka quella in grado di vedere i morti, non lui ma lo è davvero? No, non è possibile, è sicuramente un jutsu, un'illusione? Altamente probabile, così spiega anche il disastro all'interno della stanza e solo allora viene visto a propria volta <P-p-prenderti?> preso alla sprovvista da quella frase lo vede fuggire verso la porta tirandosi giù ogni cosa, macchinari, libri, provette <EHI!> gridando a voce alta, quell'uomo sta buttando centinaia di migliaia di ryo nella pattumiera ed in quel momento una strana sensazione s'impossessa del bianco. Sbatte velocemente le palpebre, le labbra tremano guardano l'essere trasparente con il corpo a muoversi da solo sollevando lentamente l'arto destro in sua direzione, la mano aperta mentre il chakra comincia a smuoversi in autonomia, passa per ogni parte dell'essenza del Sumi con la mente totalmente estraniata, impregnata di pensieri, di flashback nei riguardi di una foto in particolare tenuta nascosta, sotto chiave; la foto mostra la sua famiglia, sua madre, i suoi nonni ed una quarta figura in piedi senza volto, bruciato dal fuoco. Non sa perchè ci sta pensando proprio adesso, non ha la minima idea, tutto accade improvvisamente, non controlla niente. Il chakra tenta di fuoriuscire dal corpo ricollegandosi a quel ricordo, cerca di viaggiare verso l'uomo per avvolgersi intorno alla gola come una catena, stringersi intorno ad essa bloccandone i movimenti <FERMO> grida ancora mentre prova ad impedirgli la fuga. [Chk 78/80][Se Kindred II][Portaoggetti: fuda e inchiostri speciali]

Mentre lui cerca di legare quella figura con il proprio chakra il cartellino sul suo petto si muove quasi freneticamente, ciondola, sbatte quasi come se avesse vita propria e volesse fuggire. Similmente il cartellino non visibile indossato nel non taschino del non uomo inizia a fremere, muovendosi reagendo al chakra di Kan che semplicemente si muove mosso dall’istinto. I due cartellini fremono in quegli istanti ed è in quel momento che Kan potrà sentire un bruciore arrivare dal pettorale destro, lui che frequenta una tatuatrice ed è tatuato potrà paragonare quella sensazione agli aghi che graffiano la pelle. Un kanji andrà a formarsi lì e mentre il dolore svanisce la figura si blocca <merda> dice quello che ora sta diventando sempre più un uomo, i capelli sono bianchi e lunghi sé ma tendenti al rosa, la pelle è estremamente pallida e gli occhi scuri, neri. Le mani risultano grandi, pronte a schiaffeggiare con immenso amore e gli abiti neri, così come i sandali ai piedi. Il suo fisico è a metà tra il muscoloso ed il morbido, muscoli ricoperti del tempo da un lieve e caldo strato che lo fanno risultare un gigante buono. La faccia si delinea così come il resto del corpo che assume colore ed una vera consistenza. In quell’istante il cartellino smette di vibrare e si mostra solo su Kan, svenendo dal suo taschino. Il sumi potrà ben intuire nel tempo come quell’oggetto sia importante per entrambi. Mentre pian piano alle foto nella sua mente si va a sovrapporre a quella figura però l’uomo che ora ha una vera forma umana sembra persino più sorpresa <cazzo…non sarai mica…> la bocca è spalancata, la voce non è calda ma nemmeno distaccata, profondo il suo tono e non ci potrebbe aspettare altro vista la fisicità. Una pausa mentre sbatte le palpebre ormai incatenato ed imprigionato per sempre <mio figlio?!> non ci crede nemmeno lui mentre lo dice. Altra pausa, altre palpebre che sbattono poco convinte <un seimei?!> lui è sempre più esterrefatto e lascerà passare un bel po’ nel pieno stupore e silenzio prima di sospirare sconfitto <seguimi ti spiegheremo tutto> preso atto della realtà non può che tornare con la coda tra le gambe dal suo clan, ecco perché l’avevano relegato ma risparmiato fino a quel momento, loro sapevano, quei bastardi non glielo hanno mai detto. Avrebbe probabilmente dato tutto per non incontrare i suoi errori di quando era vivo ma adesso avrà davvero un sacco di tempo per dare le dovute spiegazioni al figlio e mostrarsi per chi è davvero. Un genetista mediocre in vita che pretende sempre di avere ragione, il tipico furbetto che con quel poco che sa fare prova a cavarsela, sempre pronto a fregare il prossimo per salvarsi la faccia ma non per questo un cattivo soggetto, diciamo che la sua moralità è decisamente labile. Presuntuoso l’abbiamo detto? Ma ha anche dei pregi, forse. Quando Kan controllerà scoprirà che sul suo pettorale destro è apparso il Kanji di medicina così come al padre è apparso sul pettorale sinistro e gli sarà spiegata l’importanza di quell’oggetto[end]

[sorry avevo dimenticato il pv: https://i.pinimg.com/564x/5d/14/08/5d1408d9ced68ef57b6cc1af2798f737.jpg]

17:02 Kan:
  [Laboratorio] Il cartellino sul petto inizia a muoversi velocemente, freneticamente mentre il chakra avvolge quell'individuo bloccandone il passo, medesimo cartellino si muove anche sul petto altrui; con la coda dell'occhio s'avvede di quel movimento inconsueto, vuol parlare quando un bruciore giunge dal pettorale destro costringendolo ad abbassare la mano spalancando gli occhi. Istintivamente il palmo si adagia sulla zona lesa piegando in avanti il busto, stringe il pettorale per quel dolore improvviso che lo costringe a digrignare i denti; è simile ad un tatuaggio ma non essendo pronto si ritrova a soffrire senza voce, strozzato completamente perdendo di vista l'altro il quale adesso assume forma fisica, colorato per di più ed allo stesso tempo strambo più che mai. Solleva lo sguardo in sua direzione, lo squadra incredulo <E-e-tu chi sei?> balbetta trattenendo il male del petto, non capisce, non capisce davvero nulla, cosa sta succedendo? Cosa gli sta succedendo? Soprattutto, cosa ha appena fatto? Mille domande e l'assenza totale di risposte, almeno è quello che pensa perchè una verità gli viene sbattuta in faccia come un treno in corsa cogliendo di sorpresa; la foto nella sua mente acquisisce un volto nel sentire tali parole. Occhi sgranati, il cuore si ferma, figlio? Lui non ha un padre, lui se n'è andato, è svanito nel nulla <Cosa diamine vai blaterando?> non ci crede, non crede una singola parola di quell'affermazione ma insieme alla rivelazione fasulle si aggiunge un altro nome <Sei cosa?> Seimei, cosa è un Seimei? In vita sua mai una singola volta ha udito quel connubio di termini, tutto così strano, tutto così senza senso. Scuote il capo prendendo fiato, trattiene un versetto di dolore mentre il busto torna diritto e la mano si stacca per sbottonare quella camicia, il lato desto viene scostato notando la presenza di un tatuaggio, un Kanji di medicina <Cosa...> è sicuro di non aver mai fatto nulla del genere, Shizuka non l'ha mai tatuato in quel posto e non le ha chiesto niente di simile ma l'altro vuole essere seguito, vuole spiegare <Spiegheremo? Chi deve spiegarmi cosa? Cosa diamine è successo e tu chi diamine sei?> palese come fatica a credere, dopotutto, come potrebbe? Un uomo si presenta li dichiarando un legame di parentela e con scherzi annessi. L'avrebbe seguito ma solo per capirci di più prima di mandarcelo una volta per tutte, magari accompagnato da una denuncia alle autorità. [END]

Ingresso nel clan Seimei per Kan.

Ovviamente è stato un ingresso diverso vista la situazione anormale.
Non ho nulla da dire, mi è comunque piaciuto come ti sei mosso, spero ti divertirai con il PNG

No exp perchè il premio è il clan