una cappa

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17:52 Furaya:
 L'ultima volta che si è avvicendata tra le strade di Suna, è stata sorpresa da un acquazzone che l'ha costretta a trovare riparo sotto una tettoia prima che potesse essere troppo tardi. Lì, vi ha incontrato Kore con la quale ha avuto stranamente una piacevole conversazione a discapito delle capre urlanti della prima volta. Le ha consigliato di rivolgersi al Baazar per una quisquilia riguardante delle cappe ed è in quel luogo che or si sta dirigendo in compagnia del bianco. Veste con una camicia bianca ben abbottonata sul davanti con un fiocchetto nero a circondarne il collo, chiudendosi sul davanti e sulle pieghe della stessa. Le maniche, per quanto lunghe, giunte ad altezza dei polsi vanno leggermente allargandosi per coprire anche parte della mano. La schiena e il ventre sono circondati da un bustino nero con agganci argentati, facendo risaltare meglio la silhouette della donna. Continuando a scendere, vi sono un paio di pantaloni d'egual cromia del bustino infilati in un altrettanto paio di stivali arrivanti poco sotto il ginocchio. Anch'essi son muniti di lacci, richiamando quello che hanno al collo, allacciati sul davanti. Il tacco non è altissimo, ma comunque le permette d'apparire leggermente più alta del solito. Inoltre, a conclusione del vestiario, un lungo giaccone nero è posato sulle spalle per difenderla dall'eventuale freddo invernale. Tra i capelli rosei, spicca il consueto coprifronte che porta sempre - e per sempre - con sé. Sul fianco mancino, è finalmente riposizionata la katana che ha dovuto completamente ricreare a causa della furia di Fenrir che gliene ha distrutta una antecedentemente. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Lancia delle rapide occhiate nei dintorni, soffermandosi maggiormente su bancarelle che potrebbero vendere ciò che cerca e alle quali potersi rivolgere. <Concentrati.> Mormora alla di lui volta, come se fosse questione di concentrazione - neppur si trattasse di una missione. [ Chk On ]

18:04 Mattyse:
 Ed il povero sventurato viene quasi obbligato ad accompagnare la rosata al Bazaar, luogo ove lui, come la propria compare, ha incontrato Kore per la prima volta, trovando una ricetta interessante per fare una... torta? Ma Mat sa giusto come sopravvivere dietro ai fornelli, è carente di esperienza e conoscenze per poter cucinare qualcosa di tanto complesso come uno dei appena citati dolci. Il giovane è stato quasi costretto a causa di una notte traumatica, ove il sonno agitato lo ha sconvolto ed ha reso impossibile il riposo, stordendolo così per la maggior parte della propria giornata, forse è per questo che oggi la sua voglia di vivere è minore del solito? E con minore si intende che non è intenzionato a farsi uccidere, ben si non ha nemmeno voglia di rischiarla la vita, valutando quello sforzo eccessivo almeno per oggi. Il bianco indossa i soliti stivali alti di colore nero, con un paio di pantaloni neri da ninja che son stretti fino a metà stinco dai calzari sopracitati, il busto è coperto da una felpa grigia, un poco più larga di lui, che si vede chiaramente da sotto quella che sembra essere una più piccola giacca di pelle che lo copre e lo protegge in maniera minimale dal freddo che lo circonda. Il cappuccio della felpa è sollevato, coprendo i capelli bianchi, che presentano qualche tono più scuro qua e la a causa del colore provato qualche settimana addietro, colore che non è riuscito a levare completamente la prima volta, mentre lo sguardo a dir poco assonnato tenta di trovar vigore in quelle temperature rigide che dovrebbero aiutarlo a risvegliarsi... ovviamente fallendo. La mano destra, non che unica rimasta, viene tenuta all'interno della tasca della giacca, mentre ciò che resta del sguardo ambrato sembra perso nel nulla mentre avanza un passo in dietro alla rosata, figura che segue come se facesse parte della sua ombra, ma il seguirla è un movimento automatico, è difatti la sua voce a richiamarlo nel mondo dei comuni mortali, svegliandolo da quella sorta di trance < Eh? > Chiede sollevando lo sguardo prima di scuotere un poco il capo. < Cavolo... non mi aiuta neanche il freddo... >

18:29 Furaya:
 Cerca di individuare quella bancarella che aveva visto assieme a Kore, in modo da potercisi fermare e richiedere il tessuto necessario. Si sofferma a ridosso d'un venditore che vende stoffe, così da controllare bene come queste risaltino e l'eventuale costo. <Una ragazza mi ha consigliato il Baazar per dei materiali. Dobbiamo avere le cappe se vogliamo cominciare a reclutare.> Il di lei tono non è poi molto alto, l'importante è che quanto proferito sia adeguatamente udibile dal Senjuu - nonostante stia palesemente dormendo in piedi. Non lo ha buttato certamente giù dal letto, ma quasi. Certo, non gli ha dato neanche chissà quale volontà di decisione a proposito dell'uscita: doveva esserci, punto e basta. E' pur vero che riguarda anche lui, quindi lo ha reputato quanto più normale possibile. <Questo come ti sembra?> E' un materiale in cotone, ovviamente nero, poiché ricorda perfettamente come quelle cappe fossero appunto di quella tonalità. Risulta essere leggermente lucido, quindi risulta essere anche piuttosto adeguato - senza contare che andranno aggiunte delle nuvolette, una sorta di patch. Considerata la sua manualità, cucirle non dovrebbe essere troppo complicato. Deve soltanto adoperare un ago, dopotutto e provare a far andare il tutto per il meglio - evitando magari di ficcarselo in un dito durante la realizzazione. <Penso che ne basteranno almeno un paio adesso.> Indirizzando un'occhiata nei di lui riguardi, lasciando intendere come possano appartenere ad entrambi - in primo luogo. D'altronde, si tratta dei fautori di questa nuova rivoluzione e, in quanto tali, dovrebbero essere i primi a vestirsi in maniera adeguata. Chiaramente, il bianco non sembra essere molto vivo durante la conversazione. Che debba far qualcosa per risvegliarlo? Ci sta già ragionando e il Katon è un'arma sicuramente utile durante queste prese di posizione... basti vedere le cicatrici che Mattyse ha addosso! [ Chk On ]

18:40 Mattyse:
 Lo sguardo del bianco palesa la sua odierna di stare al mondo, gridando in maniera silenziosa una sola cosa: CAFFEEEEE". La rosata però cerca di mantenere la sua attenzione, avvicinandosi ad uno dei venditori per osservare un tessuto prima di chiedere un parere. Mat si avvicinerebbe per poi estrarre la mano dalla tasca, allungandola verso quell'oggetto per afferrarlo e sentirne la stoffa tra i polpastrelli, passandoli appena su di essa mentre l'occhio andrebbe a studiare come questa possa reagire al solo passaggio della pelle. < Conoscendoci, servirebbe qualcosa di ignifugo e antistrappo... altrimenti dovremmo trovare un sistema di sgancio rapido per poterle levare in velocità e senza perdere troppo tempo durante uno scontro... > la mente del bianco è già proiettata verso le possibili problematiche, una cappa ha tanti vantaggi quanti svantaggi in un combattimento, serve qualcosa che si possa aprire con il semplice passaggio di un arto, ma che non si apra da solo con un po' di vento... feltro? Se di qualità potrebbe reggere. < Il tessuto mi sembra buono... ma conviene prenderne qualche metro aggiuntivo, è normale rompere o far male qualcosa quando si fa pratica > E qui lo sguardo si poserebbe sulla rosata, non per accusarla di qualcosa, in quanto per confermare che il suo parere sia stato compreso... ricordiamo tutti quando Kai ha preso a correre con la cappa in fiamme per case facendo il cosplay di una palla di fuoco vero? L'occhio ambrato poi si poserebbe sugli altri tessuti, andando in cerca di qualcosa di simile e che potrebbe anche avere qualche caratteristica migliore. < Tu...tu...tu... > versi che escono dalle sue labbra, soffiando aria da esse e facendo gonfiare le guance. < Ti direi anche di prenderle ma mi sembrerebbe di aver solo fretta... > E per quanto voglia tornare a casa a dormire, non se la sente di sprecare una giornata in questo modo.

16:22 Furaya:
 Fa roteare per un attimo gli occhi verso l'alto quando Matt le fa notare che dovrebbero trovare un indumento che sia addirittura ignifugo e antistrappo. <Forse per te, per me va bene anche una cappa normalissima. Male che va la farò sistemare.> Egli non può effettivamente negare che quello maggiormente a rischio è proprio lui, a discapito della donna che sovente s'è sempre dimostrata abbastanza coscienziosa da non prendersi addosso ferite che potrebbero portarla ad una menomazione. Il bianco, al contrario, ha una bizzarra tendenza a tornare costantemente coperto di nuove cicatrici e ferite - come se fosse del tutto normale. La chiama tattica, ma la rosata ha qualche dubbio in proposito. <D'accordo.> Cerca di andargli incontro almeno per quanto riguarda la quantità di tessuto che potrebbero prendere, così da star tranquilli che sia tutto a posto anche per eventualità che potrebbero sia presentarsi come no. Non gli dà contro bensì tenta di capirne anche il suo punto di vista. Sull'ultimo argomento, invece, preferisce soppesare le parole e concedergli una risposta maggiormente esaustiva. <Continuiamo il nostro giro. Se non troviamo nient'altro di interessante, torniamo qui.> Prova a trovare un punto d'incontro. D'altro canto, è naturale che si debbano trovare compromessi in una coppia, altrimenti tutto ciò che ne nasce è fondamentalmente futile. Quindi, prima di incamminarsi, attende quanto meno che anche il Senjuu voglia spostarsi - non vedendolo per l'appunto poi molto convinto dell'acquisto sì necessario, ma non per forza idoneo all'accontentarsi. Qualora voglia avanzare, lo sguardo della rosata si poggia s'un'altra bancarella di tessuti. Ve ne sono di diversa tipologia, alcuni dei quali piuttosto colorati ed interessanti, ma fuori dalla loro idea. Le cappe devono essere di tonalità scura, nera. Nessun altro colore potrebbe rappresentare al meglio l'Akatsuki che intendono far rinascere. Anche le vesti devono essere piuttosto adeguate. [ Chk On ]

16:33 Mattyse:
 Ovviamente un qualsiasi tessuto, seppur decente, potrà andare bene, Mat parlava solo di cosa sarebbe potuto essere il tessuto perfetto, tessuto che con molta difficolta saprebbero sia lavorare che riconoscere. La sua mente viaggia sempre più avanti, concedendo così alle persone possibili futuri sbagli, come accorgersi troppo tardi di non aver schivato completamente un attacco in arrivo o aver preso alla leggera la stessa lava che qualcuno potrebbe aver sputato... Lo sguardo ambrato scruta quella bancarella, annuendo appena con il capo prima di indietreggiare di un paio di passi. < Vediamo se troviamo qualcosa che possa sembrare migliore... > O che possa convincerli di più, non vuole dire che il tessuto appena trovato dalla rosata non sia adeguato, solo non se la sente di comprare il primo prodotto all'apparenza idoneo che gli capita sotto agli occhi... non stanno parlando di due carote o di fogli da disegno. Mat quindi riprenderebbe quel camminare al fianco della rosata, seguendo ancora la sua sagoma ma cercando ora di rimanere cosciente e non un semplice automa che passeggia. < Te l'ho detto che Kan è sparito? Non risponde più ai messaggi, come se fosse morto. Meno male che avevamo un patto, giusto per far capire quanto le nuove generazioni tengano ai loro obbiettivi. > In effetti, Kan aveva un piano, a detta sua, per prendere il controllo dell'Ochaya, ma sembra non esserne più così interessato, doveva interessargli molto come locale. < A volte mi chiedo cosa differenzi così tanto le nostre generazioni... sono dieci anni, non trenta. > hanno letteralmente meno differenze le generazioni di Mat e Furaya che quella di Mat e Kan, e la differenza di anni è decisamente maggiore nella prima coppia che nella seconda... < pare che non glie ne importi più nulla a nessuno > Forse è un discorso trito e ritrito, ma per una volta non lo sta prendendo per criticare solamente i nuovi shinobi, ma proprio per capirne il possibile ragionamento

16:56 Furaya:
 Allontanatasi dalla prima bancarella, non resta da far altro che cercarne un'altra che sia di maggior interesse. Di tanto in tanto, allunga le mani soltanto per soffermarsi più su d'una che sull'altra. Niente che possa tutt'ora cogliere il suo interesse, ma poco male. Si limita dapprima ad un mero cenno del capo per tutta risposta, concentrandosi invece sugli argomenti che il bianco tira fuori successivamente. <Credo che Shizuka sia più collaborativa o così mi pare di ricordare. Ignora Kan e concentrati sull'aiuto che puoi darti lei nell'ambito medico.> Non ci trova niente di troppo complicato. Forse perché s'è stancata anche lei di dover rincorrere le persone, di sperare che qualcuno di loro finalmente capisca cosa c'è realmente da fare. Quando una persona decide di non darti aiuto, a meno che tu non voglia fargliela pagare, è bene che venga lasciata a sé stessa. Ci perde soltanto il prossimo. <La differenza sta nel mondo in cui sei cresciuto. Eri già abbastanza grande per ricordare come si vivesse nel vecchio mondo, con dogmi e insegnamenti legati a quella vita. Hai vissuto durante delle guerre, loro vivono in pace da ben dieci anni.> Si tratta d'una pace che i vecchi ninja si sarebbero soltanto potuti sognare. Era il desiderio della Judai qui presente, la quale veniva addirittura additata come Dittatrice della Pace piuttosto che ascoltare il suo punto di vista. Era meglio rifiutare quella possibilità perché il mondo non era capace di viver senza le guerre. E or che non possono farsele? <Lui, invece, era troppo piccolo per apprendere passivamente quegli stessi insegnamenti. Quindi, crescendo, ha adottato una visione prettamente moderna.> Si riferisce ovviamente a Kan con questa argomentazione poiché il Senjuu ha tirato fuori proprio il nome di quest'ultimo come punto di riferimento. La mano svicola lungo il lembo di un kimono, ponderando se sia il caso o meno di concentrarsi anche su altri abiti, piuttosto che sul tessuto d'una cappa ben più necessario. <Sia io che te abbiamo vissuto in un'epoca provata dalle guerre, è come se fossimo stati noi stessi fautori di questo grande villaggio. Non eravamo più in grado di collaborare, ma venendo costretti abbiamo dovuto farlo. Non ti ricorda qualcosa?> L'obiettivo ultimo di Al Miaeda. Dare un nemico comune al mondo intero, affinché esso potesse collaborare con tutti gli altri - anziché da solo. Si lascia conseguentemente sfuggire una risata a fior di labbra per quel che deve aggiungere al contesto. <Anche Senshi ha una visione totalmente opposta alla mia. Spesso e volentieri, mi definisce antiquata - specialmente da quando ha capito cosa vuol dire.> Sdrammatizziamo. [ Chk On]

17:56 Mattyse:
 Il bianco non sa se le parole della Nara siano o meno ponderate, non sa se queste stiano uscendo in maniera quasi automatica o se le stia pronunciando a seguito di un complesso ragionamento che, nel caso, deve aver fatto nei giorni precedenti, ma lui non può che ascoltare, apprendere e comprendere cosa possa essere effettivamente accaduto. Sa pure lui che la principale differenza fra lui e Kan è proprio le condizioni in cui sono cresciuti, ove uno doveva sopravvivere in casa da solo e decidere con attenzione che passi fare, l'altro ha avuto il privilegio di sbagliare e vivere in serenità. Dove uno non si è dovuto far problemi per uccidere, l'altro ha avuto la possibilità di scegliere e valutare se sia o meno una cosa giusta, ma sperava quanto meno che le differenze potessero essere solo nelle scelte fatte e non nella volontà o nella determinazione per raggiungere i loro obbiettivi... Un piccolo sorriso appare sul suo volto quando gli viene sottolineato che i villaggi ora convivono in una apparente pace, dovuta ad un nemico comune, era quello che voleva fare no? In teoria lo ha raggiunto senza dover diventare lui quel nemico. < Era quello che volevo... > Lo ammette senza troppe difficoltà, ma non è completo. < Ma non così. Vale ben tanto la pace senza la libertà? > Nessuno di quei bambini è mai andato al mare, o a pescare... mai visitati i villaggi stranieri o le bellezze di quel mondo che aspettano al di fuori di quelle mura. < E poi... non sono neanche così sicuro la guerra sia effettivamente finita... > Razzismo, odio, fame... all'interno di quei villaggi c'è chi ancora se la prende con gli altri solo per un coprifronte diverso... < Kiri è ancora in una condizione ridicola... Oto la vedo ancora come una nemica... > e Furaya pure, ne è sicuro. E' un discorso che lo ha stancato, ma che ogni tanto lo investe e lo obbliga a pensarci su... forse si sta ammorbidendo e sta iniziando a pensare di star sbagliano lui. In effetti è da un po' che non si trova a combattere, a mettere in gioco la propria vita... Ma con un braccio cosa può fare? Morire, ecco cosa. Osserverebbe Furaya avvicinarsi ad un altro venditore e la seguirebbe, studiando affianco a lei la merce esposta, senza però dar pareri su di essa. Non sta effettivamente controllando i tessuti, sta pensando ad altro... un SMS da Shizuka lo ha ricevuto, un indicazione su chi potrebbe aiutarlo per il braccio... Si sta ammorbidendo, deve tornare per strada e mettere alla prova quella pace, magari hanno raggiunto quello che volevano Mat e Furaya anni addietro... ma prima di appendere le carte bomba al chioda, vuole recuperare sua figlia ed esserne sicuro.

18:50 Furaya:
 Non avrebbe saputo in alcun modo scegliere parole diverse da quelle che ha esposto poiché le reputa assolutamente veritiere. Il modo in cui si viene cresciuti, tenendo anche in considerazione le persone delle quali si viene circondati, fa assolutamente molto in tutto. Tentenna col capo pur non rivolgendogli completa attenzione visiva, interessata com'è a trovare delle stoffe che facciano al caso loro. <Senti> Cerca d'interrompere soltanto momentaneamente quel flusso di coscienza che proviene dal Senjuu. <prendiamo le stoffe che abbiamo visto all'inizio.> A parte quelle, nessuna di quelle appena visionate le sembra avere un senso. Si affida alla prima sensazione provata, come se il destino volesse dirle qualcosa in particolare. Ne aspetta un responso, ma nel frattempo trae un profondo respiro così da poter organizzare mentalmente le parole da dirgli. <E' anche per questo che stiamo fondando l'organizzazione: per permettere una libertà meno effimera di quella attuale.> Gli ricorda uno dei principi cardine dell'Akatsuki che vogliono rendere nuovamente vivida, coinvolgendo chiunque desideri - per un motivo o per un altro - uscire fuori dalle mura e riuscire a vedere coi loro occhi cosa si sono persi quando hanno deciso di lasciare tutto in mano alle chimere. Di base, hanno dovuto riequilibrarsi, hanno dovuto ricostruire, ma ciò non implica lo stagnare all'interno di quattro mura che non sarebbero dovute neppure esistere. <E' come se il Consiglio tenesse tutti sotto scacco, ma allo stesso tempo ogni membro di Kagegakure stia organizzando una rivoluzione silenziosa.> Ha avuto questo presentimento già a partire dal Mizukage e dagli accordi che sono stati fatti in precedenza. Dovrebbe aver reso noto anche a quel bastardo l'obiettivo che si è prefissata, d'altronde egli vorrebbe che uscissero fuori a occuparsi proprio delle chimere. <E' a causa di Oto se è venuta a crearsi l'ultima battaglia e, nonostante questo, solo perché Kioshi è deceduto, sono io quella che coglie le conseguenze.> Si limita ad un'alzata di spalle, rivolgendo i polpastrelli delle dita alla volta d'un ennesimo tessuto. Attende che anche il Senjuu possa pronunciarsi in merito, ma al momento non sta trovando niente che possa soddisfare sé stessa. Che sia poi legato anche al suo desiderio d'uscire fuori da quel villaggio è un discorso già affrontato e del quale Mattyse è ovviamente al corrente. [ Chk On ]

14:13 Mattyse:
 La ragazza congela un secondo quel loro discorso per esprimere il suo parere sulle stoffe, sul fatto che la prima trovata risulti essere anche quella migliore. < Concordo... pensavo ci fosse altro di qualità, ma questa volta è stata davvero la prima cosa trovata... > é una cosa che spesso lo lascia interdetto, quando trova quello che cerca al primo colpo, rimane sempre un poco insicuro e timoroso di aver fatto un acquisto affrettato, ma quanto meno ora ci hanno provato, hanno frugato da altre parti. Furaya gli ricorda che è per quella libertà che stanno formando quella organizzazione a dir poco legale, per liberare abitanti che sembrano accontentarsi di quella mezza prigione. La donna poi nomina il consiglio, Mat ancora non ha capito quale sia l'utilità di questo e quale sia la sua influenza nei diversi settori... sono lì per controllare i kage? Ma come possono tenere in scacco shinobi tanto forti da essersi appropriati tale carica? Gli unici soggetti che possano sfiorare la mente del bianco in un ruolo tanto pericoloso sono il finto kami e Yukio... E se vi fosse lui dietro al consiglio? Mat non lo conosce abbastanza per sapere se abbia mai avuto mire espansionistiche o il sogno di comandare su tutte le terre Ninja, ma se così fosse, adesso lo avrebbe realizzato... e probabilmente si starebbe pure annoiando a burattinare il consiglio e i kage. < ora però mi viene una domanda di cui io so già la mia risposta... Ma vorrei sapere la tua... > Il bianco cessa di camminare, portando il suo sguardo assonnato verso la figura della rosata, osservandola con fare serio, anche a causa della stanchezza. < ...Se la libertà fosse la diretta causa della guerra? Se dovessi scegliere fra un popolo rinchiuso ma in pace, o uno libero ma in guerra... cosa preferiresti? > Cosa sarebbe meglio per tua figlia? Le mani sporche di sangue ma gli occhi pieni del mondo, o una coscenza pulita, ma con conoscenze limitate del luogo in cui vive? Il tutto ovviamente consapevole che non si tratti esattamente del caso in cui sono ora, la guerra come già detto è alle porte e non vede solo gli shinobi come soldati, ma se la rosata dovesse mai scegliere, cosa sceglierebbe?

16:53 Furaya:
 In verità, il Consiglio potrebbe anche aver trovato il miglior metodo per trattenere quella finta pace che stanno vivendo nelle mura di Kagegakure. Se le persone non hanno un posto in cui andare, è naturale che non passi loro per la testa l'idea di ribellarsi. Non ne avrebbero ragione, non saprebbero neanche dove recarsi una volta abbandonato questo loco. C'è anche da considerare il legame fiduciario che lega la popolazione di Kagegakure al Consiglio, il quale pare averli salvati e aver dato loro finalmente una casa in cui poter vivere lontano dalle chimere che appestano tutti i territori esterni. Quindi, che dietro il Consiglio possa o meno esserci Yukio, il Kami o chicchessia non è molto rincuorante adesso né si potrebbe far qualcosa in merito. Quel che è certo è che la presenza di Yukio non renderebbe sorpreso nessuno. Ad ogni modo, hanno deciso che sia il caso di raggiungere la bancarella che hanno visto precedentemente, difatti si muoverebbe nuovamente in tal senso. La domanda sorta da parte di Mattyse le fa rallentare per un attimo l'andazzo. L'espressione sul di lei volto non muta granché, tuttavia cerca di pensare ad una risposta quanto più esaustiva possibile. Solleva le sopracciglia, mostrando per l'appunto lieve sorpresa. <La libertà è sempre stata la diretta causa della guerra. Chi ti rivolge battaglia è perché vuoi limare la tua libertà: che sia di avere qualcosa, di vivere o di ottenere nel futuro.> La mancina scivola in direzione dei vari tessuti che vede davanti agli occhi, saggiandone distrattamente la consistenza, ma avendo di base trovato quella che effettivamente tornerebbe loro utile. Non essendosi poi molto allontanati da questa, non risulta neanche troppo complicato avvicendarsi per prendere il necessario. <Libero di scegliere quello che vogliono dalla loro vita: combattere e morire, vivere e proliferare.> Mormora solenne, arrestando l'incedere proprio nei pressi del venditore precedentemente selezionato. Non trova la necessità di sollevare lo sguardo in direzione del Senjuu poiché è consapevole che la sta ascoltando nonostante sia manchevole di contatto visivo. <Per vivere in pace, hai bisogno di un dittatore che ti dica cosa sia più giusto per te e per il popolo, che costringa il prossimo a non commettere una guerra per futilità. Tuttavia, non si tratterebbe di una vera libertà, il che ti spinge a chiederti: vuoi essere libero o vuoi vivere in pace? Non puoi avere entrambe le cose.> E' una consapevolezza lunga una vita perché, come ben si sa, la Nara venne addirittura definita un tiranno proprio per l'obiettivo d'avere la pace per le mani e definirla a suo piacere. Tutto sommato, non era molto distante dalla verità già a quel tempo: se nessuno vuole la pace è perché non la desiderano davvero, pur rimpiangendola. <Salve, vorrei della stoffa per delle cappe all'incirca delle nostre misure.> Si rivolge subito dopo al commerciante, come se l'argomento appena trattato non fosse niente affatto complicato e importante. [ Chk On ]

17:45 Mattyse:
 Il quesito posto dal ragazzo è diverso dal classico, non si tratta più di semplice pace e guerra, non si tratta più di volere o meno imporre una pace, come i due stavano già architettando nella decade passata, il bianco vuole porre un dubbio che potrebbe anche cambiare il punto di vista dei soggetti in questione: una semplice scelta, pace o libertà. Mat ascolta le parole della rosata, seguendola nel mentre verso il primo negoziante, rimanendo accanto a lei e cercando di seguire il suo ragionamento. < Non si possono avere entrambe le cose, anche noi pensavamo all'ottenimento della pace attraverso una finta guerra... > Che vedeva Mat come nemico comune, ma pur sempre una guerra, no? < Ma quale sarebbe meglio? Io preferirei insegnare a mia figlia ad uccidere senza rimorso piuttosto che obbligarla ad una vita tra quattro mura. > Forse tua figlia sa già farlo Mat... ma comunque il pensiero era abbastanza intuibile, il Senjuu ha sempre vissuto come spirito libero, appreso le cose con studio teorico e affacciato poi con delle prove pratiche, creandosi un bagaglio di esperienze non così irrisorio a differenza invece di molti soggetti che hanno avuto modo di godersi la vita e la propria infanzia, privandosi però delle bellezze che il mondo in cui vivono possono donare. Il bianco si affiancherebbe ancora alla Nara quando questa andrebbe a chiedere la stoffa al mercante. < Possibilmente... come se avessi entrambe le braccia. > Evitiamo gaf strane tipo il quantitativo di stoffa necessaria per un menomato. Forse la cosa potrebbe ancora essere divertente. < e datecene anche tre o quattro metri in più, sono sicuro che serviranno. > Meglio avere materiale a prendere polvere, che poca stoffa sul sedere, no?

18:12 Furaya:
 Pare che quest'oggi la vecchiaia sotto forma di saggezza si faccia sentire leggermente più del solito. Vuole soltanto riuscire nel proprio obiettivo, provarci, ammettere d'averlo fatto senz'alcun ripensamento. Volge leggermente lo sguardo in sua direzione, cercando soltanto in questo momento proprio il volto, percorrendone le cicatrici e soffermandosi sugli occhi ambrati. L'espressione seria della Judai va soffermandosi sul viso del bianco a causa dell'affermazione che ha poc'anzi espresso ad alta voce. <Io preferirei non insegnarle ad uccidere, se vuoi la mia onesta opinione. Non ci crederai, ma credo di essere a mia volta stanca di desiderare una pace effimera.> La pace non sarà mai reale, hanno provato in tutti i modi a portarla avanti e non ci sono certamente mai riusciti davvero. Le problematiche del mondo intero ne fanno da ostacolo e non possono, in due, affrontare tutto quel che si metterà davanti. Formare una squadra, un esercito è l'unica chance di ottenere quanto meno l'obiettivo comune: riconquistare i territori. Lasciare ai posteri l'ardua sentenza di come gestirli, consapevoli d'aver fatto del loro meglio; lasciare un'eredità che non dovrà essere dimenticata; rimettere a posto il torto commesso e rivendicarsi per quanto perso. <Il mio obiettivo è riconquistare i vecchi territori? Così sia. Chi vuole può seguirmi, chi si metterà contro di me riceverà la conseguenza delle proprie azioni e chi non vuole può decidere di restare a morire tra quattro mura senza poter guardare, almeno una volta, il mare.> Durante l'intera conversazione, il di lei tono è rimasto piuttosto pacato e basso, in modo che, trovandosi nelle vicinanze del Senjuu, soltanto questi possa effettivamente aver sentito la sua considerazione nonché punto di vista. E' pronta comunque a tirare fuori i ryo necessari al pagamento, aspettando soltanto che il commerciante dica loro la spesa effettuata. <Torniamo?> Invita soltanto infine il bianco, così da metter fine a quella giornata d'acquisti rivelatasi essere discutibilmente un'apertura mentale su quello che potrebbe diventare il loro futuro d'ora in avanti. [ In caso End ]

18:24 Mattyse:
 E questa è una di quelle volte in cui il Senjuu fatica a comprendere il parlare della rosata, perché risponde dicendo di preferir che sua figlia non sappia uccidere, lasciando così presupporre che potrebbe favorire ad una riduzione di libertà personale per un po' di pace, ma il continuo di quel discorso dice l'esatto opposto, promettendo pure conseguenze importanti per chi sarà d'intralcio... Il bianco quindi abbasserebbe il volto, rivolgendo il proprio sguardo verso il suolo e permettendole così di pagare nel mentre. Non proferirebbe più parola, quello che poteva aver da dire lo ha detto, a contrario la sua testa continua a rimuginare su quanto detto dalla Nara... Probabilmente, se dieci anni prima non fosse stata l'hokage, se non avesse motivo di sentirsi responsabile per quanto accaduto, non desidererebbe riconquistare i territori come invece vuole adesso. Il bianco inizia a vedere quei loro piani mirati a riconquistare l'onore perso in quella guerra, più che nella volontà di ridare ai cittadini di quel villaggio la loro casa... Se così fosse, sarebbe sicuramente un obbiettivo egoista ma che il Senjuu non potrebbe giudicare... solo gli viene da porsi una domanda, quanto ancora i due avranno qualcosa in comune? Quando le loro strade smetteranno di percorrere una parallela all'altra e riprenderanno a scontrarsi? E soprattutto... con quanta forza? Forse è consapevolezza, forse è timore, ma Mat sa bene che presto o tardi i due inizieranno ad avere progetti diversi e man mano sempre più contrastanti, è così che hanno iniziato... con un esplosione e della lava... Una piccola risata sfugge dalle sue labbra, risata che viene sedata rapidamente. Speriamo solo riescano a trovare dei validi compromessi...[END]

Mat e Furaya si recano al bazaar, sotto consiglio di Kore, per acquistare dei tessuti con cui i due pensano di fare delle cappe.
Nel giretto Mat espone ancora una volta il suo dubbio riguardo le nuove generazioni, giungendo alla conclusione che pace e libertà non sono due cose in grado di coesistere. Chiede così a Furaya quale sia la sua preferenza, trovandosi così, all'apparenza, su due linee di pensiero differenti, accomunati però da una questione di orgoglio della Nara.
Poca roba, solo due chiacchiere in piena tranquillità