Il vicolo nel Multiverso.

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22:00 Katai:
 E' una serata piena di luci. Il cielo brilla di un firmamento lontano, mentre tutt'attorno un caleidoscopio di colori s'infrange contro vetro, acciaio e metallo. Il cemento, poi, a corollario di tutto, si erge imponente attorno allo sguardo spaesato di un giovane Uchiha. Gli occhi bui anelano la pace di un Mondo tangibile, vessati dalle visioni che sono apparse di recente, in contemporanea ad argomenti solamente sfiorati, a nomi meramente sussurrati. Sulla giugulare, sotto il colletto alto e circolare della maglia scura, è stampato quel simbolo sconosciuto, di cui non ha compreso ancora origine e provenienza, nonché modalità di esecuzione. Si è svegliato semplicemente con quel tatuaggio addosso, o almeno così ha creduto. Ed è lì per scoprirlo. S'avventura, infatti, in compagnia del Nara, verso il vicolo dove tutto è iniziato. < Queste visioni mi distruggono. > Gracchia, come un corvo spaventato. E' vestito di abiti scuri , monocromatici: una maglia con le maniche lunghe, un paio di pantaloni neri, ampi e comodi, con bendaggi che cingono la stoffa e suggellano la carne all'indumento, il passo al vestito. I piedi, invece, sono stretti entro calzari ninja delle tonalità del blu scuro, che lasciano spazio solo alle dita. Dietro la cintola, invece, all'altezza della natica destra, una sacca portaoggetti trascina con lui tutto il suo scarno armamentario: due fuuda nei quali è sigillato , rispettivamente, un tronchetto da sostituzione, un kunai, un tonico curativo e due tonici per il recupero del chakra. < Non riesco a capire cosa le provochi..> Si lamenta con l'altro, lì di fianco. [Equip: kunai x1|fuuda con tronchetto x2|tonico curativo x1|tonico chakra x2]

22:11 Shiroichi:
  [Centro] Cammina al fianco dell'Uchiha con uno sguardo stanco e preoccupato, anche lui ha avuto delle visioni e non riesce a capirne l'entità. I suoi abiti sono quelli da lavoro, vambracci, schinieri e pettorale, tuta integrale nera e scarponi militari; gli mancano solo maschera e ninjato a completare l'outfit da anbu. <Non dirlo a me, sembrano così reali> dice il ragazzino mentre tutto intorno a sé svettano i palazzi del centro di Kagegakure; di tanto in tanto è convinto di vedere ancora una volta gli stendardi della famiglia Nara su qualche palazzo, ma proprio come appaiono spariscono, in un battito di ciglia. <Speravo fossero capitate solo a me, ma a quanto pare non è così> dice il ragazzino parlando con l'amico e dirigendosi verso il vicolo del negozio di tatuaggi <Ho parlato con una persona che conosco, mi ha detto che i genjutsu non lasciano segni fisici sul corpo, questo spiegherebbe anche perché quando hai usato il rilascio illusorio non è cambiato nulla...> riflette Shiroichi guardando l'amico per poi domandargli <Hai sentito la tua amica Ahmya? Sai se ha avuto anche lei delle visioni del genere?> chiede incuriosito ma abbastanza convinto del fatto che la risposta, se Katai ce l'ha, sarà positiva. Svolta l'angolo ed entra nel vicolo di qualche sera prima, il negozio di tatuaggi non sembra esserci né vi è traccia della musica che li ha attirati tutti lì. <Che poi se non era un genjutsu... cosa è successo, cosa abbiamo visto?> il Nara più ci pensa e più gli sembra di vedere cose che non ci sono, gli sembra anche di sentire delle voci che urlano di catturare Katai e che gli Uchiha vanno schiavizzati.

22:24 Katai:
 L'arteria urbana che percorre il centro nevralgico di Kagegakure è irta di pericoli, ma quelli affrontati dai giovani Genin esulano dalla semplice minaccia fisica, anzi, sembrano aver colpito direttamente la mente - e forse il cuore. Quel luogo è un crogiolo di vite, che trascinano con loro speranze, paure, ansie e dubbi, mentre un altro Mondo pare collidere con la realtà, dinanzi a gli occhi del giovane Uchiha, vividamente. Non è ancora venuto a capo di quanto successo e, ogni giorno che passa, sembra più lontano dalla verità. < Credo che questo significhi qualcosa > Picchietta con l'indice destro sul collo, lì dove il simbolo a cinque punte svetta sotto la stoffa, che ora viene tirata verso il basso, proprio dalla stessa mano che utilizza per sottolineare il suo punto di vista. Gli abitanti, ignari e inconsapevoli, sfilano ai loro lati, mentre , qua e là, potrebbe quasi giurare di aver visto qualche Uchiha in catene, costretto all'obbedienza da uno sconosciuto qualunque, proprio mentre svolta un vicolo, gira un angolo, supera un passante e sfila dinanzi ad una vetrina. Il suo riflesso stesso, in quei negozi, è proiezione assai preoccupante e dolorosa. Non indossa simboli, lui, né decori , né fronzoli che possano ricondurlo a questo o quel gruppo organizzato, figuriamoci ad un clan. < Lasciano segni sulla mente, infatti..> Bofonchia, amareggiato. I suoi, di strascichi, sono piuttosto evidenti. < Non ho il numero di Ahmya. Non saprei dove trovarla. > Ammette, stringendosi nelle spalle tremendamente sincero. < K'so > Sibila, come serpe calpestata, quando dinanzi ai suoi occhi, dove c'era il negozio di tatuaggi solo poche sere prima, ora non c'è nulla se non un una porta chiusa, priva d'insegne.

22:35 Shiroichi:
  [Vicolo] <Sicuramente, tutto è iniziato da lì> dice il ragazzino concordando con l'amico. Osserva le mura del palazzo e picchietta i mattoni con il pugno come a cercare una qualche entrata segreta oppure un bottone che gli permetta di sbloccare qualcosa, ma tutto ciò che vede sono solo mattoni, mattoni e ancora mattoni. <Sì ma quando quel ninja mi ha preso il collo mi ha lasciato dei segni, se fosse stato un genjutsu non sarebbero rimasti...> dice il ragazzino pensieroso toccandosi istintivamente il collo proprio dove era stato attaccato. <Che poi, che razza di cosa era quella? Mio padre dittatore, io morto e addirittura villaggi esterni alle mura?> dice il ragazzino domandandosi il significato di quella visione <Ma poi tu sai cosa cavolo è un multiverso?> chiede guardandolo negli occhi; una nuova visione, un ninja recante lo stemma di famiglia Nara vede Katai e lo riconosce come Uchiha, sta per attaccarlo. Il Nara scatta di fronte all'amico e lo spinge via come a volerlo nascondere da qualcuno che in realtà vede solo lui. Passano pochi istanti e il Nara si riprende guardando Katai <Scusa, credevo stessero per attaccarti> dice il ragazzo in tono contrito ma allo stesso tempo incavolato, è consapevole che quello che ha visto non era vero, ma se n'è reso conto troppo tardi e il suo corpo ha agito prima della sua mente. <Dobbiamo trovare Ahmya in qualche modo, potrebbe finire anche lei nei casini se le prendessero le visioni nel momento sbagliato...> dice il ragazzo preoccupato per quella che di fatto per lui è solo una sconosciuta. <Che informazioni hai su di lei? C'è qualcosa che possa aiutarci a rintracciarla?>

22:48 Katai:
 < Mh. > Mugugna, solamente , finendo per incrociare le braccia al petto, stringendo le leve superiori in un nodo di carne, sangue e stoffa. Quel singhiozzo vocale nasce nella gola e muore contro le labbra giunte, allineate in una sottile ruga rosea che solca il volto, poco al di sopra del mento aguzzo. La chioma corvina cessa di oscillare a destra e manca, quando oramai arresta il passo, nel vicolo da dove tutto è iniziato. Le mura dei palazzi sono strette, costipano il respiro e lo sguardo. Quest'ultimo non può andare lontano, non in quell'anfratto urbano dal quale difficilmente riesce a sfuggire. < Sembrava un'altra realtà. > Sentenzia, lapidario e diretto, andando a socchiudere gli occhi dietro le palpebre, lasciando che quei sipari di carne e ciglia scivolino sul suo sguardo , così che le ombre possano lenire i mali dell'animo - come quelli della mente, d'altronde. China appena il mento verso il basso, riflessivo ed è proprio come se il peso del capo aumentasse di colpo, ma progressivamente. < Un multi-che ? > Domanda a voce bassa, ma tale da poter essere udita dall'altro, vista la loro vicinanza e la parziale assenza di passanti, lì, in quel vicolo secondario. Ciò che rimane del resto di Kagegakure pare albergare oltre il fondo del cunicolo di mattoni e cemento. Finisce quasi con le natiche a terra quando l'altro lo spinge via e lo sorprende in tutto e per tutto, dal momento che lo coglie ad occhi chiusi. < Hei !> Si lamenta, allargando le braccia, strabuzzando gli occhi. < Ma che..? > Interroga l'altro con espressione visibilmente stupita. < Credo sappia cavarsela da sola. > Si ricompone, dibattendo le vesti, come a volerle sistemare. < Ma sono d'accordo con te. > Continua, a sua volta, setacciando gli indumenti. < Ma è sempre stata lei a trovare me. Non so chi sia, né dove abiti..> Scrolla il capo, arrendevole. < Anche se...ha un fratello. > Conclude, sollevando gli occhi sull'altro, infine.

23:05 Shiroichi:
  [Vicolo] Il respiro del ragazzo si fa corto ed affannato a seguito dell'ultima visione e del colpo inferto all'amico per proteggerlo da un nemico invisibile. <Sì ma può davvero esistere un'altra realtà?> chiede a Katai poco convinto. Lui ha sempre avuto l'animo da detective fin da piccolo e non ha mai creduto a cose che non possono essere viste o provate. <E se anche esistessero noi come ci siamo finiti dentro e perché abbiamo queste visioni? cosa significano?> si domanda il genin parlando più a sé stesso che non a Katai che sicuramente non ne ha idea tanto quanto lui. <Un multiverso, la voce nel vicolo ha detto qualcosa tipo che non si interferisce col multiverso, ma cosa cavolo dovrebbe essere un multiverso? Una specie di jutsu?> dice poco convinto. La sera prima ne ha parlato con Kan e non ne ha cavato un ragno dal buco, il genetista è stato parco di ipotesi. <Mi dispiace> dice il ragazzino guardando preoccupato l'amico <Mi era sembrato di vedere uno di quei ninja strani venire contro di te e provare ad attaccarti> dice rammaricato spiegandosi meglio; poi per la rabbia da un forte pugno contro il muro di fronte a lui; abbastanza forte da far risuonare l'eco per quasi tutto il vicolo che, a differenza del centro centro è molto più silenzioso. <DANNAZIONE!> urla il ragazzo <Non posso fare bene il mio lavoro o le missioni se sto così!> Un altro cazzotto <Dannazione!> ecco che Katai potrà rivedere in quello sfogo lo Shiroichi della sera del monte dei volti di pietra contro Sadako. Le mascelle sono serrate e gli occhi chiusi come se aprendoli il ragazzino temesse di ritrovarsi nuovamente in quella dittatura distopica con a capo suo padre. Prova a darsi un contegno e ascolta ciò che il ragazzino dice parlando di Ahmya <Lo spero per lei, ma dobbiamo parlare con lei; cosa sai di lei, quali sono le sue abilità, magari lei è già riuscita a liberarsi di questa cosa> dice il ragazzino speranzoso e glissando completamente sul fatto che lei abbia un fratello, non gli serve a niente saperlo.

23:22 Katai:
 < Io..> Esita, visibilmente, proprio dinanzi a quella prima domanda, che, di fatto, potrebbe ribaltare concezioni e concetti, tutti in una volta sola. E lui, poi, dal basso dei suoi quasi quindici anni, non riesce a concepire un pensiero così vasto e complesso, non in apparenza, almeno. < ..io non ne ho idea. > commenta, arrendevole, spalancando le braccia, scuotendo il capo, lasciando che i ciuffi corvini dondolino a destra e sinistra, finendo sulla fronte, spettinati e in disordine, proprio come al solito. Gli occhi neri sono puntati sull'altro, mentre ne ascolta le parole, ma non con la stessa attenzione che si dovrebbe porre ad un argomento come quello. E' confuso, visibilmente confuso. < Non lo so. > Ribatte alla prima domanda. < Non lo so. > Alla seconda. E finisce, poi, per voltarsi di scatto, andando a tirare un calcio ad una lattina di ninja-cola , accartocciata e vuota, finita sul selciato lurido del vicolo. E' un gesto esasperato, frustrato, condotto proprio con la rabbia di chi non riesce a venire a capo di un bandolo annodato e intrecciato. < K'so > Gracchia. < Sì, mi ricordo ora. > Blatera, mentre la mente si fa via via più lucida, nuovamente, tornando a ragionare sulla questione che, evidentemente, non ha una soluzione nel luogo da loro visitato in principio e , forse, in nessun altro da loro visitabile. < Cercherò di trovarla. > Ora alza gli occhi al cielo, dove il firmamento risplende lontano e freddo. < Non so dove, né come, ma cercherò di trovarla. > Replica. La speranza è che l'unione dei tre possa portare ad una svolta nelle indagini, a meno che..< E se dovessimo iniziare da questo ? > Alza nuovamente il dito andando ad indicare il simbolo impresso sul collo. < Ne hai mai visto uno simile ? >

23:34 Shiroichi:
  [Vicolo] Con le nocche arrossate e sbucciate il ragazzino ascolta le parole di Katai, questo suo non sapere è comprensibile; sono due quindicenni che si sono appena affacciati al mondo ninja e al mondo in generale ed è verosimile che non sappiano le cose più complesse. <D'accordo, se la trovi fammi sapere> dice il ragazzino passandosi le mani tra i capelli esasperato e tirandoli tutti indietro. Poi risponde alla domanda dell'amico <Quando ho parlato con Kan l'altra sera mi ha detto che probabilmente non è un tatuaggio normale ma un sigillo, e di cercare di informarmi con qualcuno su questi ultimi> risponde seriamente <Ma non conosco nessuno che sia esperto di sigilli; l'unica cosa che mi è venuta in mente di fare è contattare Shizu e chiederle se magari conosce qualche tecnica per tatuare che possa portare a simili effetti collaterali; oppure visto che lei fa amicizia con tutti se conosce qualche esperto di sigilli che potrebbe darci qualche risposta.> dice il ragazzino pensieroso per poi tornare a parlare dopo poco <Altrimenti l'unica sarebbe chiedere a un medico, magari Tenjiro-san potrebbe saperne qualcosa, lui sembra molto saggio> dice il ragazzino elencando tutte le alternative possibili che possano venirgli in mente. <Ma poi la donna sapeva che saremmo andati a cercarla, ma dove potremmo mai trovarla? è sparita nel nulla senza lasciare traccia e non abbiamo uno straccio di prova che possa ricondurci a lei> dice il ragazzino lamentandosi per questa situazione spinosa nella quale si sono ritrovati. <Hai notato se queste visioni accadono in momenti particolari o altro?> chiede il ragazzino cercando di fare un brain storming riguardo al funzionamento del pentagramma che hanno sul collo. <No, non conosco questo simbolo, ma so già che deve scomparire dalla mia pelle se i suoi effetti sono quelli.>

23:47 Katai:
 Lo ascolta con attenzione, adesso. Sì, adesso che l'altro pare snocciolare più di quanto abbia detto fino ad ora. Sono dinanzi ad un vicolo cieco - in tutto e per tutto. Letteralmente. POche sono le informazioni in loro possesso e quelle che possiedono appaiono ancor più confuse. < Un sigillo ?! > Alza gli occhi, entrambi, piantandoli diritti contro l'altro, proprio per volergli strappare di dosso quelle informazioni che , sino ad ora, ha taciuto. E' uno sguardo insistente, indiscreto, che si inoltra sul volto altrui, cercandovi risposte ancor prima che possa fornirle, ancor prima che riesca a formularle. < Chi è questo 'Kan' ? > Domanda, forte di una curiosità che, nonostante tutto, non pare sopita e ne muove le labbra, ancor prima che la mente. E' così che finisce quasi per cambiare discorso, almeno parzialmente. < Dividiamoci e vediamo di scoprire qualcosa. > Propone, infine, annuendo appena, come a voler sottolineare la sua idea. < Abbiamo delle persone da trovare , prima ancora di darci per vinti. > Forte di una rinnovata speranza, apre un palmo - il sinistro - e lo rivolge al cielo, mentre la mano destra, chiusa in un pugno, si abbatte su quest'ultimo, in un tonfo sordo e sonoro di pelle su pelle. < Purtroppo no. > Scuote il capo. < Non riesco davvero a capire da dove provengano e come saltino fuori. > Sbuffa, sonoramente. < Forse, come medici, potrebbero aver avuto già a che fare con dei sigilli del genere..> Avvalora l'ipotesi altrui, per la quale sembra necessario incontrare sia Shizuka e che Tenjiro.

00:08 Shiroichi:
  [Vicolo] Il ragazzino annuisce grave a quella domanda dell'amico ma non proferisce parola alcuna mentre esasperato si sfrega le palpebre con l'indice e il pollice della mano destra. <È il ragazzo di Shizuka, un genetista> dice il ragazzino dando così la possibilità all'amico di dissetare la sua sete di conoscenza. <D'accordo, io devo comunque già incontrarmi con Shizuka in questi giorni, tu va' da Tenjiro-san così i due medici che conosciamo li abbiamo aggiunti all'equazione, poi in questi giorni cerchiamo di capire cosa può scatenare queste visioni in modo da poter evitare che appaiano in momenti inopportuni e ci confronteremo a vicenda> espone il suo piano con precisione militare il Nara guardando negli occhi l'amico <Poi se nessuno di loro due sa niente chiederò a Furaya-sama quanto ne sa di sigilli e come spezzarne uno.> Ecco a cosa serve essere amico dei ninja del passato, sicuramente quello che stanno vivendo loro l'avranno già vissuto oppure sperimentato sulla pelle di qualcun altro. <E poi dobbiamo trovare la vecchietta. Lei sicuro è la chiave per la risoluzione di questa faccenda, ma senza uno straccio di prova non saprei minimamente da dove iniziare le ricerche; non aveva nemmeno con sé un coprifronte per ridurre quantomeno il campo di ricerca, probabilmente dovremmo dividerci i settori del villaggio così da sprecare meno tempo possibile nella ricerca.> conclude il ragazzino <Io posso iniziare da Konoha e tu da Oto, penso che sia più facile per noi andare in quei posti; una faccia nuova la noteremmo subito> dice mentre un'altra volta gli stendardi Nara iniziano a comparire sugli edifici. Non sono reali... Non sono reali... non sono reali. <Vado a casa Katai-kun, sono stanco e stressato e voglio riposare; dovresti fare lo stesso anche tu> dice il ragazzino che aspetterà il segno di assenso dell'amico e un suo eventuale saluto prima di allontanarsi in direzione Konoha[END]

00:14 Katai:
 Inspira a fondo. L'aria del vicolo risale le narici, per poi sollevare le spalle e gonfiare il petto. La maglia scura si tende, sopra quel profondo respiro. Solo ora riprende a muoversi, avanti e indietro, quasi sul posto. E' un rapace in gabbia e , a stento, riesce a star fermo. Le braccia oscillano lungo i fianchi, al ritmo dei suoi passi. La luce delle stelle illumina il sentiero dei suoi pensieri, mentre , muto, rimane in ascolto delle parole altrui. < ... > Non un fiato, non una parola, solo l'anidride carbonica che, reflua, discende le narici e rotola sul petto, portando con sé la millesima parte di un nervosismo palpabile. < Mai sentito nominare. > Neanche da Shizuka stessa, tra l'altro. Forse solo un accenno, una sera qualunque. Fatica a ricordare e fatica anche a volerlo fare. < Bene. > Annuisce, volendo porre un punto a quella loro reciproca presa di coscienza. Un patto, in effetti - o quasi. < Perché non documentarci noi stessi ? > Propone, non volendo dipendere necessariamente da gli altri. < Trovarla non è una priorità ora, Shiroichi-kun. > Lo corregge. Dal suo punto di vista, infatti, quella è solo l'artefice di tutto, lui vuole liberarsi prima di quel marchio che, se l'altro ha ragione, è un vero e proprio sigillo. < Vuoi cercare una faccia vista una sola volta in tutta Kagegakure ?! > Sbotta, visibilmente sorpreso e contrario a quella proposta. < Ah, va bene. > Alza meramente una mano, in segno di saluto, accogliendo il commiato altrui con un'aria sconfitta, ma nonostante ciò lo seguirebbe, almeno sino allo svincolo sulla strada per Oto. ( E N D)

Katai e Shiroichi, vessati dalle visioni, sono costretti a rincorrere una realtà che non comprendono. Si incontrano per tornare sul luogo dove tutto è cominciato: un vicolo del Centro di kagegakure.
Lì propongono varie ipotesi , ma ben poche soluzioni.
Sul finale decidono di coinvolgere altre persone in quella ricerca.