Incontro Casuale

Free

0
0

14:29 Akainu:
  [Seconda Piazza] Ha da poco lasciato casa propria ed il ristorante con le dovute ordinazioni come promesso a Kore. E' sulla strada per tornare nel distretto di Kusa e da li all'ospedale per poter passare il pomeriggio in sua compagnia, oltre al pranzo. La pioggia è finita del tutto, il cielo risulta sgombro da chissà quale nuvola lasciando posto ad un sole in grado di spaccare le pietre, i suoi raggi risplendono portando calore e speranza in tutti coloro che l'hanno persa, così si è soliti dire eppure non per il deturpato. Le verdi iridi vengono alzate al cielo, visibile la preoccupazione nei confronti della Sabaku, della sua condizione sperando di non ritrovarla peggiorata, sperando di vederla dormire; probabilmente avrebbe passato la notte li, con lei a vegliare. Inspira ed espira camminando per la seconda piazza, dirigendosi verso la statua di Sasuke avente tra le mani una piccola borsa per laptop ed un busta di plastica con all'interno del cibo appena sfornato il cui odore risale dalla stessa avvolgendo l'intero ambiente. L'outfit si dimostra leggermente cambiato rispetto al solito con qualche modifica ed accortezza capaci di renderlo più libero. Sul busto indossa solita maglietta bianca smanicata coprendo il ventre ed il petto seppur ne lasci scoperta una piccola parte su cui sono in bella vista le cicatrici; pantaloni di un blu scuro a ricoprire le leve inferiori caratterizzati da svariate pieghe nella zona della coscia e del polpaccio. Ai piedi scarponcini di un marrone scuro tendente al nero di pregevole fattura, necessari per svolgere le attività di tutti i giorni, perfetti per il lavoro da shinobi. A coprire ulteriormente il busto un cappotto privato del cappuccio, colletto sollevato per occupare la parte posteriore del collo, lunga mantella discende fino alle ginocchia mentre le maniche risultano corte tenendo esposte le braccia deturpate; intorno all'orlo delle suddette vi una placca di metallo per tenerle alzate. Intorno alla vita un portaoggetti con al suo interno la classica spada di chakra e l'arco, utili per quelle missioni in cui le armi vengono meno ed infine, sulla schiena, vi sono due foderi contenenti una katana ed una ninjato, entrambi legati al busto tramite un paio di fasce leggermente dorate. Il passo è affrettato, non ha molto tempo da perdere, l'ora è tarda mentre di tanto in tanto tira fuori il ninjaphone per sincerarsi dell'assenza di messaggi d'urgenza da parte della chunin. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

14:50 Rumi:
  [Seconda Piazza] E' una giornata in cui il cielo ha deciso di graziarli con la mancanza della pioggia. Una novità gradita che le ha permesso di non andarsene in giro con un pesante ombrello sopra la testa. Non che non se lo sia portato, visto che sarà pure scema, ma non così tanto! Non ha molto da fare c'è da dire: fra le varie mansioni da Kunoichi non ce ne sono di specifiche per il pomeriggio e quindi ha semplicemente deciso di prendersi un'ora buca. Ora che ha passato passeggiando per i quartieri di Oto senza una meta precisa. Quella piazza è stata dunque solo una meta involontaria del suo itinerario, ma allo stesso tempo anche il teatro del suo pranzo. Di cui ora ne rimangono solo le briciole. Letteralmente, visto che nel sacchetto che conteneva il suo panino ora sono rimaste esclusivamente mollichine di pane che non ha buttato giù insieme al resto. Più per altruismo che per mancanza di appetito. Un altruismo che sta rivolgendo ora ai suoi compagni di avventure odierni: i piccioni. Non è raro che se ne veda qualcuno da quelle parti e lei è sempre stata felice di condividere con loro parte del proprio pranzo. E' in piedi in mezzo al nulla in questo momento ed è con un bel sorriso sulle labbra che sta scavando nel sacchetto per tirarne fuori piccole manciate di pande, che lancia loro così che possano beccarli direttamente da terra. Si presenta come una ragazza molto giovane e dai lunghi capelli neri chiusi in due chignon ed altrettante code. Le stesse vanno a ricadere sulle spalle di un giubbino a bomber di un blu scurissimo, il quale nasconde e praticamente annulla le microscopiche forme di cui il suo corpo è dotata. Ciocche scure vanno ad aprirsi invece sul suo volto sorridente, msotrando occhi di un nero intensissimo che paiono riuscire a brillare ogni volta che i raggi solari incontrano la loro superfice. A completare il tutto vi sono soltanto un paio di jeans, delle scarpe da ginnastica e dei guanti che le proteggono le dita dal gelo invernale. Cosa che fanno anche i grandi para-orecchie pelosi che ora le premono i lati della testa. Insomma, si potrebbe dire che sia una ragazza come tante, fin troppo mescolata alla popolazione giovanile del villaggio dell'Aria. < Ehehehe, lo so che vi piace. Certo che però mangiate parecchio... > borbotta fra sé e sé, osservando come quei pennuti si lancino avidamente sul cibo che sta loro gentilmente donando. < Magari la prossima volta ne porto di pi- oh? > tanto è presa dal suo piccolo gesto di altruismo che neanche si rende conto che -nel muovere un passo- finisca per schiacciare la coda di una di quelle creature, che rapida emette un versetto di dolore. < Ah! Scusa! > è lesta nel ritrarre l'arto, ma il danno è ormai fatto. Le teste di quei piccioni andrebbero a voltarsi contemporaneamente verso di lei, fissandola con i loro occhi vuoti. E prima che possa dire "Ah", la maggior parte di loro le è addosso. Che sia questa la definizione di cameratismo? Non lo sa. Quello di cui però è sicura è che il battere di quei becchi sulla pelle non è piacevole. < HO CHIESTO SCUSA! NO- AHI! SMETTETELA! > ma per quanto alzi la voce, non si scherza con la mafia dei volatili. Insomma: tutto quello che può fare è fuggire ed è quello che decide di fare, alternando passi all'indietro nella maniera più rapida e sconclusionata che la sua coordinazione scarsa le permette. < Ahi! Oh! E Basta! > questa è la colonna sonora che la accompagna per quei pochi metri che riesce a percorrere. Almeno fino a che finalmente non va ad inciampare nei suoi stessi piedi, perdendo l'equilibrio ed in un istante < Cacchio! > ritrovarsi con il sedere a terra e le mani ancora alzate a schermarsi da quella furiosa carica. Che fortunatamnete andrebbe a terminare nel momento in cui si ritrova a raggomitolarsi istintivamente. Insomma, pare aver perso la battaglia. La cosa peggiore? Che questo accade in una piazza pubblica, dove tutti possono vederla. Persino lo sconosciuto Akainu, che potrà godersi il patetico spettacolino da non così tanto distante. Qualche metro, probabilmente.

15:09 Akainu:
  [Seconda Piazza] Le cicatrici sul viso sono esposte oramai da parecchio tempo, ha smesso di nasconderle occultando il viso e tutto ciò che ne consegue. Le ustioni fanno parte di quell'esistenza da anni ed il desiderio di emergere si manifesta con questo primo passo portandolo a mostrarsi; occupano interamente la parte inferiore del viso comprendendo l'intera mascella, il labbro inferiore fino ad estendersi al di sotto del lobo. Le orecchie sono prive della pelle ma di quel tessuto cicatriziale violaceo per via delle bruciature e medesima sorte tocca agli occhi, totalmente circondati al pari di grosse occhiaie. Le bruciature discendono l'intero collo finendo a metà del petto, visibile al di sopra della maglietta intima, così come anche i palmi delle mani stesse. Il deturpato avanza in quelle condizioni, a testa alta non provando più quella paura, quel timore verso il mondo esterno e coloro che lo vivono. In tutti quegli anni si è allenato duramente per arrivare all'attuale livello, essere in grado di far chinare chiunque al suo cospetto, impedendo a parole non richieste di uscire da fauci altrui. Sospira soffermandosi qualche attimo dinanzi alla statu del grande Kage di Oto, Sasuke Uchiha e su quel viso posa lo sguardo chiedendo tacitamente consiglio, invitandolo a parlargli, a dire qualcosa, mostrare la via corretta da perseguire. Desidera arrivare a quel livello, desidera superarlo, essere il punto focale dell'intero clan. Deve diventare più potente, non solo per se stesso ma anche per impedire che Kore si riduca nuovamente così, impedire di perderla per colpa di qualche pazzo assassino in giro per le strade. Capo chino, occhi socchiusi qualche momento mentre quella piccola preghiere viene espressa nella di lui mente, immergendosi completamente nel silenzio prima che esso venga inevitabilmente interrotto dallo schiamazzo provocato da Rumi. Spinto a sollevare le palpebre volge lo sguardo in direzione della ragazza, posa le verdi iridi su ella osservandola mentre scappa dall'attacco di alcuni piccioni, un evento decisamente inconsueto e strano, sicuramente da mettere nella lista di cose prive di senso viste in quei giorni. Alla fine, la naturale conclusione si manifesta in una caduta rovinosa a terra. Smuove qualche passo nella di lei direzione, si avvicina coprendo i metri che li separano fino a soffermarsi al di lei capezzale ricoprendola con la propria ombra, ergendosi senza remore allungando il braccio sinistro con il palmo ben aperto, invitandola a prenderlo <Alzati, non ci fai una bella figura> la mano viene porta vicino al capo di lei senza toccarlo, in attesa che essa venga presa ed aiutarla a tirarsi su. La voce fuoriesce rauca, simile a quella di un fumatore di vecchia data, tono privo di emozione esattamente come lo sguardo in cui è insita solo preoccupazione. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

15:22 Rumi:
  [Seconda Piazza] Vedendosi finalmente lasciare in pace la prima cosa che fa è sospirare con sollievo. La mano destra si leva verso il capo per poterselo grattare, gli occhioni neri puntano verso le code piumate di quelle creature che rapidamente svolazzano verso una meta a lei sconosciuta. Sospira, socchiudendo gli occhi e scuotendo la testolina. < Dannati uccellacci... > mormora a bassa voce, le guance gonfie in infantile fastidio ed un barlume d'odio a brillarle negli occhi. All'improvviso però qualcos adombra la luce del sole. Un'ombra scura ed oblunga che si proietta su di lei. Poi una mano. Non è una scena a lei nuova: probabilmente è la classica tipa che si è fatta i calli sul sedere a forza di caderci sopra. Che venga aiutata a rialzarsi è un evento tutt'altro che raro. Sospira in un primo momento, allungando la mano per accettare quell'aiuto senza starci troppo a pensare. Tali parole non vengono ignorate ed è con un leggero aggrottarsi della fronte che replica: < Purtroppo lo so. > secca ed un po' rimbrottata. Non si lascerebbe comunque sollevare di peso, andando anzi a raccogliere le gambe al petto per poi spingere e sfruttare quella poca atleticità che possiede per andare a rizzarsi sulle due zampe. Un gesto che risulterebbe stranamente fluido per una che è inciampata nei suoi stessi piedi. Una volta in piedi e con ancora lo sguardo basso per potersi osservare andrebbe quindi a ritirare lentamente la mano così da farla ricadere molle alla propria destra. < Comunque grazie dell'aiut-GASP. > nel parlare solleva il volto ed è chiaro che il primo impatto con l'aspetto altrui sia un po' come prendere un pugno sul volto senza alcun preavviso. Gli occhi sgranano e brillano di un certo stupore, mimando un po' lo schiudersi della bocca in una "O" particolarmente marcata. Le ci vuole un secondo intero a rendersi conto della reazione che ha avuto. < Grazie dell'aiuto! > squilla, la voce talmente acuta da risultare palesemente innaturale. Non vi è paura sul suo viso, né disgusto, ma chiaro imbarazzo. < Diciamo pure che sono piuttosto sbadata. Eheh. > ripiegando dunque per il fare finta di nulla va ad infilarsi la mano all'interno del crine, grattando la cuta della nuca con una forza e rapidità che probabilmente finirebbe per scorticare la corteccia di un albero tanta è la frizione. < E poi mi hanno presa di sorpresa. Non mi aspettavo mi attaccassero tutte insieme. > fortunatamente non ha il coprifronte a vista. Altrimenti altro che ramanzine!

15:40 Akainu:
  [Seconda Piazza] Il braccio teso in avanti, la mano aperta, un gesto gentile in apparenza eppure fatto solamente per togliere quella ragazza dai possibili impicci. Sa cosa vuol dire fare certe figure in mezzo alla gente, sa quale sia la possibile reazione del crudele mondo in cui viviamo, in particolare ad Oto. Non si muove, resta fermo a coprirla con la propria ombra ritrovandosi i ragazzi del sole contro la propria schiena; il calore non viene sentito, il caldo non percepito, quelle bruciature hanno saturato tale sensazione portandolo ad un'innaturale sopportazione delle alte temperature, relativamente. L'ode imprecare contro gli uccelli i quali oramai sono andati via con il proprio bottino e con la vendetta in tasca, svolazzano lontani dileguandosi alti nel cielo, oltre i palazzi, oltre le mura stesse di Kagegakure. Stringe le altrui dita debolmente all'interno del palmo, vi mette una certa forza nell'aiutarla a tirarsi su, rimettersi in piedi. Un gesto automatico che non gli costa nulla praticamente, uno sforzo minimo rispetto ai propri allenamenti ma nel fare ciò inevitabilmente lo sguardo viene alzato bloccandone le parole. Una reazione già avveduta in passato, sorpresa, stupore nel vedere un viso del genere, tanto deturpato e tumefatto da portare conati, moti di schifo in chiunque lo guardi; si aspetta di vederla contorcersi a quella visione, attende silente eppure, l'unica reazione è un visibile imbarazzo, una voce squillante di chi sa di aver fatto qualcosa di sbagliato. Innalza il destro sopracciglio nell'osservarla mantenendo quella distanza a tratti infima prima di fare un passo indietro per riottenere il proprio spazio vitale tornando a guardare il luogo in cui è caduta <Sbadata e nemica dei pennuti> mere considerazioni le sue su quello che è riuscito a vedere, quello che ha potuto dedurre da tutta la scena susseguitasi <Sei nervosa?> il suo continuo grattarsi ne è un chiaro sintomo, va bene il suo essere un'inguaribile stupido ma fino ad un certo punto. Le reazioni umane ha imparato a conoscerle grazie a Kore, ha fatto pratica nell'interpretare i di lei sguardi, le sue parole, il tono di voce in base alla situazione, tutto il tempo passato con lei è servito a prepararlo a vivere in un certo qual modo <Quando minacci una famiglia, o un branco, non puoi aspettarti reazione diversa. Cosa gli hai fatto?> piega il capo di lato facendo schioccare il collo volgendo il busto in direzione della statua di Sasuke, tornando a guardare il proprio capo clan di un tempo, uno degli antenati più potenti che gli Uchiha abbiano mai avuto, al pari delle vere e proprie leggende <Chi sei ragazzina?> per lui, ella è al pari di una ragazzina nonostante, con molta probabilità, non abbiano un'età poi tanto diversa, questione di punti di vista. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

15:54 Rumi:
  [Seconda Piazza] Le guance tornano a gonfiarsi nel sentirlo rivolgersi a lei in quel modo. Due bei palloncini diafani che le fanno assumere un'espressione infantile e contrita. < Non è colpa mia se quei Cosi sono soltanto degli ingrati voltagabbana. > borbotta, sfilando con lo sguardo verso la propria destra per sviare quello altrui. Le mani si abbassano e puntellano ai fianchi tramite i polsi, mostrando quanto il pensiero ancora la indispettisca. Dura però poco a fronte di quella domanda. Nervosa? Lei? Le palpebre sfarfallano rapide mentre cerca il suo sguardo, il sopracciglio destro che già combatte per innalzarsi a combaciare con quelle peculiari decorazioni rosse che s'ergono sulla fronte, dietro le ciocche scure. < Vorrei vedere. Tu non saresti nervoso se uno stormo di piccioni ti avesse attaccato? > fraintende forse il significato di quella domanda, ma ciò non toglie che ugualmente sembra aver avuto il potere di cancellare l'imbarazzo dal suo viso. Sostituendolo con dell'irritazione aviaria pare. Le nari si aprono al commento successivo, filtrando ed eiettando due piccoli sbuffi d'aria piuttosto secchi. < E' stato un incidente. Credo di aver pestato la coda di uno di loro ed il resto ha deciso che sarei stata lapidata, pare. Mpfh, neanche all'accademia erano così suscettibili quando mi capitava di pestare i piedi di un compagno. > si lascia sfuggire quel pensiero senza neanche pensarci, roteando gli occhietti nelle orbite grandi e facendo finire le iridi dalla parte diametralmente opposta. < Mh? > un nuovo verso viene dalle sue labbra e rapido è lo sguardo nel fissarsi nuovamente sul viso dell'altro. Le braccia si levano dai fianchi e si intrecciano rapidamente all'altezza del petto. I Kami ringraziano il fatto che non ci sia molto lì da poter rendere quel gesto eccessivamente volgare. < E' Rumi, non Ragazzina. > lo corregge, gonfiando questa volta solo la guancia destra. Il tono vorrebbe essere duro, ma nel pratico non è che venga fuori chissà quale autorità da quella vocetta allegra e squillante. < Posso farti la stessa domanda? > di certo un po' curiosa lo è. Anche perché l'altro s'è fermato a parlarle e tanto le basta per tenere alta l'attenzione su di lui.

16:16 Akainu:
  [Seconda Piazza] L'espressioni di lei gli ricordano qualcun altro, incredibilmente le somiglianze con la Kokketsu sono decisamente tante, forse parenti o solamente due ragazzine estremamente simili con una vena per i comportamenti più bambineschi di tanto in tanto. Stranito nel rivedere la rossa in una ragazza dai tratti completamente diversi ma ugualmente puri, forse anche troppo per un villaggio come Oto <Il mondo è opportunista, prende ciò che vuole e poi ti getta via> una filosofia un po' spicciola, priva di positività ma in gran parte vera per qualunque situazione. La busta e la borsa vengon passate nella mano destra, il tempo passa ed ha promesso alla Sabaku che non si sarebbe fermato per nulla al mondo ed invece si ritrova li a parlare con una completa sconosciuta dinanzi alla statua del grande Sasuke. Le piccole reazioni della mora ne attirano l'attenzione, frasi avanzate con nervosismo ed irritazione nei confronti dei pennuti che l'hanno aggredita, una scena ancora impressa, divertente per certi versi se il momento fosse stato diverso <I piccioni li faccio al forno la domenica, non si avvicinano a me> i gusti son gusti ma mangiare i piccioni forse va ben oltre le normali concezioni. Il tono è serio, non sta scherzando, quegli uccelli sono il suo pasto di tanto in tanto e non lo diciamo ma si tratta anche del suo piatto preferito in assoluto, al di sopra dei takoyaki e del pesce, piccione al forno con rosmarino. Si tratta di un'altra storia. Con il busto voltato si limita a seguirne le parole, media l'attenzione riservata se non fosse per qualcosa di specifico, la sbadataggine esce fuori anche in tempi accademici. Una frase può dire tutto e niente a seconda dell'interpretazione <Il tuo essere goffa va avanti fin da ragazzina, venivi punzecchiata in accademia?> bullismo, presa in giro, questo viene fuori dalle di lui deduzioni, sbagliate o meno ancora non lo sa. Conosce se stesso, sa cosa ha subito in passato, tutte le angherie per via di quell'aspetto da parte dei compagni i quali l'hanno accreditato come mostro, scacciato, tenuto in disparte; il clan stesso, una parte, l'ha emarginato per le mancanze come shinobi non rispettando i criteri degli Uchiha stessi. Di nuovo quella reazione, guance gonfie simile ad una bambina arrabbiata, un comportamento infantile <Rumi> ripete ad alta voce il nome <Si, le assomigli davvero> senza fare nomi, senza dire a chi si riferisca, pensando ad alta voce con tono basso e voce sempre rauca <Akainu Uchiha> fornendole il proprio con una semplicità disarmante, alla fine basta poco per sapere qualcosa di più su di lui <Ti chiami soltanto Rumi?> un clan? Un nome altisonante? Non lo sa ma quella curiosità emerge. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

16:39 Rumi:
  [Seconda Piazza] Parole che alcuni descriverebbero come sagge, altri come nefaste. Lei? Lei... scrolla le spalle. Un gesto di indifferenza, ma non di disinteresse. < Forse. > replica verso di lui, mostrando un sorriso affilato ed uno sguardo ricolmo di furbizia. < Ma alla fine c'è sempre qualcuno pronto a raccoglierti da terra. > lo sguardo si posa sull'Uchiha in maniera significativa. Dopotutto è così che è andata, no? E' qualcosa che rimane non detto, ma lapalissiano sul suo volto. Che per un istante pare persino scrollarsi di dosso la goffagine di qualche istante addietro. Peccato che basti veramente un soffio di vento per farlo cambiare ancora. E questa volta c'è del disgusto vero a macchiarlo. < EW! > esclama schifata alla sua rivelazione, con tanto di angolino destro della bocca che si solleva e capo che si ritrae appena. < Ma non sono tipo "topi con le piume"? Chissà le malattie che ti sei scampato. > borbotta, lanciando un'occhiata al punto in cui quei pennuti sono scappati qualche istante indietro. < Cioè... spero che almeno tu non li prenda per strada. > chissà se a Kagekagure ci sia un vero e proprio allevamento di piccioni. Domande per un'altra volta, probabilmente. Ed il motivo è che l'altro cambia discorso, riportandola in un istante ad un tempo ben distante, seppur non così tanto. < Oh? > per un attimo pare stupita della richiesta, ma poi le ci vuole nulla per rifletterci davvero. < Mmmmmmmh > mugugna nell'afferarsi il mento fra le dita. Balla da una gamba all'altra, spostando il suo peso lentamente mentre i pensieri volano nel silenzio. Le ci vuole fin troppo per trovare la giusta risposta. < Nah. Credo di essere troppo adorabile per quello. Eheh > e ride ancora, seppur non lo faccia con forza o tracotanza. E' una risata breve, ritmata ed acuta. Quasi "maligna"... non fosse che lei di maligno ha ben poco. < Io? > come sempre è rapido il suo viso a mutare, incapace di nascondere o filtrare le proprie emozioni. Si guarda, solleva le mani per poter osservare i propri stessi palmi e li rigira. < Non so di chi parli, ma spero che sia carina! > vanità e non malizia vanno ad arricciarle il tono, il quale è ben seguito da un ghignetto sardonico e dall'aria un po' discola. Va persino a sporgersi appena verso l'altro, per sottolineare con il corpo tali parole. < Uchiha? > questo è di certo qualcosa che non si è aspettata. Aggrotta per un attimo la fronte, si zittisce... ed alla fine annuisce con decisione. < Ah, quei tizi. > ridacchia ancora una volta, avvicinandosi le mani agli occhi per stirare la pelle che circonda le orbite, aprirla per esporre la sclera bianca e l'iride completamente nera. < Effettivamente ora che ci penso parli un po' come parlano loro. > non è una presa in giro, ma le è noto come il carattere degli appartenenti al clan sia per lo più tendente al tenebroso. < Kitase, comunque. > no, niente cognomi rindondanti od altisonanti. Origini umili le sue, forse persino banali. Od almeno è quello che pensa.

16:59 Akainu:
  [Seconda Piazza] Qualcuno pronto a raccoglierti da terra, parole veritiere ma solo in parte capaci di farlo riflettere. Cadere, essere usati è orribile, non tutti sono disposti a chinarsi, ad abbassare se stessi per aiutare qualcuno ma non è il destino del deturpato questo, non è suo il compito di aiutare il prossimo. Ha una visione più ampia del proprio futuro che esula dal semplice aiuto per viaggiare verso un bene superiore, più grande e maestoso fatto di gloria restituita al clan, di gloria ridata alla povera Oto, ora un villaggio come tanti quando un tempo il timore nei di lei confronti ha superato i suoi stessi confini <E' stato solo un caso. Reggiti sulle tue gambe e non contare troppo su aiuti esterni> un consiglio spassionato di chi ha vissuto in questo modo per un'intera vita contando sempre su stesso, tenendo lontani altri esseri viventi, isolandosi completamente dal mondo. Sorpreso per la prima volta alza entrambe le sopracciglia al verso di disgusto nei confronti dei piccioni senza comprenderne il motivo. Schiude le labbra mantenendo inalterata quella somma sorpresa <Sono uccelli, non pipistrelli> restando in tema topi con le ali <Non te lo mangi il pollo? O non lo so, le quaglie> tutti volatili commestibili, i piccioni non differiscono molto da questi simboli della cucina. Così come con Kore, non capisce tutto questo astio nei confronti di quei polli più piccoli che svolazzano in giro liberamente e senza controllo <Si, mi metto tutte le mattine con una retina sul tetto di casa a catturarli> il viso privo di emozioni va in netto contrasto con la palese ironia proveniente da quella frase, persino il tono assume un'inclinazione di quel tipo. Non continua, non fornisce i dettagli ovvi su come si procura quella cibaria non trovandoli necessari, si fida dell'altrui intelligenza e perspicacia. Sospira lasciando perdere Sasuke mentre il cibo nella busta inizia lentamente a raffreddarsi, di poco ma quel processo lo si percepisce dall'odore meno marcato proveniente da essa <Adorabile e modesta anche> la modestia è davvero il suo forte, nuovamente emerge una marcata ironia nel proprio dire concentrando le verdi iridi in quelle nere altrui, incastonandole in quel mare oscuro. Carina...non ci ha mai pensato, non ha mai riflettuto sull'aspetto di Shizuka a tal proposito. L'immagine della rossa va a crearsi nella mente del deturpato, il viso, il suo modo di fare <Si, direi che è carina> concludendo, assodando quel dato di fatto, definendola come tale senza aggiungere poi troppe informazioni in merito e poi ecco l'appellativo. "Tizi" accompagnato da una smorfia di lei ritrovandosi a sospirare inevitabilmente <Adesso veniamo additati come tizi, siamo molto più di questo> sono il clan per eccellenza di Oto, nulla e nessuno può portarli ad essere di meno <Rumi Kitase, me ne ricorderò quando vedrò inciampare qualcuno> si, un minimo di stronzaggine ogni tanto emerge anche da lui, raramente ma c'è, seppellita nel profondo. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra | Arco di chakra]

17:26 Rumi:
  [Seconda Piazza] < Caso. Destino. Tutte parole che a volte hanno lo stesso significato. > solleva le spalle per un attimo. < Questa volta ci sei stato, quindi il mondo non è poi così Stronzo, no? La vita è più casuale di quanto si pensi. Dovessi preoccuparmi di cose del genere sì che avrei le occhiaie fino alle ginocchia. > che abbia un po' la testa fra le nuvole è palese, ma a lei non sembra pesare. Non ora, quanto meno. Le cattiverie della vita ancora non paiono essere arrivate a segarle le gambe, pare. Poco male, tanto vale si goda questa purezza fino a che può. E quale miglior modo se non parlare di piccioni. < Stessa cosa. > pipistrelli, piccioni... tutta roba che di certo non metterebbe in bocca. < Sì, ma... > ci riflette, arricciando la bocca tutta verso destra. < Non so, se ne stanno in mezzo alle strade e lo smog. E non vengono allevati. > tutti contro che sembra appuntarsi nella sua immaginaria lista mentale. < Magari però allevandone qualcuno in casa? Si potrà fare? > beh, sono quesiti che probabilmente non avranno risposta in questa occasione. Poiché ci sono altri argomenti di cui parlare e che richiedono la sua -poca- attenzione. < La più modesta. > sottolinea con un sorrisetto furbo ed impettendosi visibilmente. Una posa che si sgonfia nell'attimo in cui l'altro le conferma tale ipotesi. < Ah, insomma conosci una ragazza simpatica, modesta, divertente e carina. Da come ne parli direi proprio che valga la pena prendersi una cotta. > lo prende bonariamente in giro, punzecchiandolo sull'argomento anche se in realtà non è che abbiano chissà quale confidenza. Gioca con il fuoco, oppure semplicemente non si rende conto dei suoi modi. < Sì, lo so. Sono abbastanza sicura che non ci sia qualcuno che non vi conosca. > il fatto che ci scherzi su non significa che sia così tanto ignorante. < Comunque senza offesa, mh? Alla fine sei stato gentile... non credo che siano in molte ad avere la fortuna di essere aiutate da un'Uchiha. > verità? voci infondante? Non staremo qui a sbrogliare questa matassa. Perché purtroppo il nostro tempo è finito. Va infatti a fare un passo di lato, chiaramente intenzionata ad allontanarsi. < Basta che tu non pensi a me quando sei in compagnia di questa tua "Amica". > risponde con un rapido occhiolino e scuotendo una mano in un saluto gentile. < Grazie ancora per la mano e... le chiacchiere! Purtroppo ora credo che mi tocchi andare. Ci si becca in giro, ok? > detto ciò si dirigerà verso la strada a sé più vicina. Sparirà presto fra le viette, inghiottita dalla città come una formichina nel suo formicaio. La rivedremo? Chissà, magari prima di quanto ci si aspetti. |exit|

18:14 Akainu:
  [Seconda Piazza] Serra le labbra qualche momento prima di rispondere <Non sono d'accordo> non lo è di certo <Il destino è il futuro già creatosi, qualcosa di preimpostato da essenze superiori mentre il caso è qualcosa che accade all'improvviso, senza preavviso, qualcosa non prevista dal destino> su questo ci crede, non può essere altrimenti. Se caso e destino collidono vi è un problema alla base di tutto, del significato stesso del mondo <Da come parli, tu non credi al caso ma al destino, al volere del fato> ci vede questo in quelle parole, una fervente credenza nel fato e nel suo modus operandi. Niente accade per caso, nulla succede per un motivo futile ma tutto per una ragione ben precisa. Un discorso complicato, difficile da affrontare per chiunque, probabilmente nessuno è realmente in grado di dargli un vero e proprio senso logico. Incredibile come stiano parlando di piccioni e pipistrelli arrivando a paragonarli, ha davvero dell'assurdo <Fallo, poi fammi sapere cosa ottieni> riferendosi all'allevamento di quegli animali in casa, dal canto suo non ha la minima voglia di scoprire cosa può accadere nel caso, sa solo che mai in vita sua vorrebbe avere un piccione a gironzolare per la propria abitazione. Ha rifiutato le capre di Kore, non vuole mettersi un'animale ancor più sporco vicino a se. China il capo, lo scuote prima di riportare sul viso altrui le verdi iridi in quel sorriso furbo, una ragazza che sa ben più del mondo rispetto a quanto non dia a vedere <Ho già la mia cotta per qualcuno, non c'è spazio per un'altra> tagliando direttamente le gambe allo scherzo, non desidera che passi un qualcosa del genere. La Sabaku è l'unica al momento, l'unica con cui può essere se stesso, con cui riesce a stare senza doversi vergognare del proprio aspetto e nascondersi <Tutti ci conoscono Rumi ma è il come, il problema> come conoscono gli Uchiha, come un clan senza più coraggio, come un un gruppo normale quando in realtà essi sono molto di più. Essi sono la progenie di Oto, cresciuta grazie a Sasuke, prosperata grazie alla presenza di una forza come lo sharingan al suo servizio e non per chissà quale fantasia. Loro sono la vita e la morte del villaggio del suono <Nessuna offesa, non mi andava di vedere qualcuno possibile minaccia di scherno> ha identificato così la situazione della ragazza, senza prove, senza nulla, ha reagito vedendo se stesso in quella posizione. Di nuovo si schiudono le labbra, sorpreso, preso alla sprovvista; corruccia la fronte non sapendo cosa rispondere ne cosa replicare, perchè mai dovrebbe pensare a qualcuno che neanche conosce? <Ok e attenta a dove cammini> unica replica accompagnato dall'ennesimo ed ultimo scuotimento del capo. S'incammina verso l'ospedale aumentando il passo per raggiungere Kore ed iniziare finalmente quel pomeriggio in di lei compagnia. [END]

Mentre sta tornando da Kore, Akainu incontra una Rumi attaccata dai piccioni e caduta a terra. Nell'aiutarla a rialzarsi iniziano a chiacchiere in quella prima conoscenza tra i due.