SHIP SHIP SHIP
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Giocata dal 09/11/2022 20:47 al 10/11/2022 00:00 nella chat "Centro di Kagegakure"
[Strada] Oggi lezione al nabbo. Cioè non è carino da pensare ma davvero potete darle torto? Si ritrova per l’ennesima volta a fare da babysitter ad un agente scelto buttato direttamente nella fossa dei leoni, pronto a combattere e tentare di sopravvivere. Non che le importi poi molto della fine che farà il nuovo arrivato, lui non è che un galoppino ai suoi occhi, qualcuno da sfruttare e su cui arrampicarsi dovesse essere necessario. Cammina così per le strade del centro di Kagegaklure, invitando Fumihiro a starle al fianco nel caso in cui non dovesse averlo fatto di sua spontanea volontà, sa di essere un superiore e sa che per questo lui dovrebbe starle dietro ma non le va di camminare tutta sola senza poter controllare chi ha alle spalle, il fatto d’essere membri della Shinsengumi non lo rende certo fidato. Si volta verso di lui mostrando cos il suo profilo minore, con quel gesto i capelli svolazzarono intorno al suo corpo, un mare biondo fragola raccolto in una semplicissima coda alta, non ci sono ciuffi a fuggire al controllo di quell’elastico invisibile, più semplicemente sottile e trasparente. A seconda della luce dei lampioni il colore dalla sua testa cambia, ondeggiando tra il biondo cenere in assenza di luce per arrivare fino ad un rosa pallido quando colpita direttamente dai raggi <c’è qualcosa di utile che debba sapere su di te?> le labbra appena coperte da uno strato di lucido si muovono in sua direzione, il tono è secco e non troppo amichevole, sicuramente professionale, senza mai scadere nella maleducazione o l’eccessiva gentilezza. Gli occhi rossi, appena ingranditi da quel lieve strato di mascara, si posano su quella figura austera mentre gli da il tempo per rispondere. Cammina per il centro lasciando che siano i suoi anfibi bianchi, perfettamente laccati ad annunciare la sua presenza, suona e stringhe nere ma cuciture gialle a far riconoscere la calzatura come una di quelle più in voga, qualcosa per cui invidiarla. Risalendo dalla caviglia incontriamo un paio di pantaloni eleganti in cotone molto pesante, nero dal taglio a sigaretta le fasciando appena i glutei verbalizzando ulteriormente la sua figura grazie alla piegatura al centro dell’abito. Seguendo con lo sguardo vediamo quei pantaloni chiudersi poco sopra all’ombelico, cingendole dolcemente la vita ma comunque mostrando una lieve porzione di pelle candida. Lo sguardo viene interrotto dalla classica giacca di quella corporazione che lei porta allacciata solo nel bottone centrale, quello al centro dello sterno. Qual singolo bottone permette sì di scorgere parte dell’addome e del petto ma nasconde la gran parte di quella barlette in pizzo nero indossata al di sotto, di cui appunto si intravede solo la cucitura esterna, dal tema quasi floreale, attraverso la scollatura artificialmente creata. In aggiunta a tutto questo la spilla sul suo cuore con il kanji di fedeltà e la fascia al braccio destro riportante lo stesso identico simbolo, lo sfondo è blu mentre il kanji è dorato così da indicare correttamente il suo grado [chk on] La prima ronda, infine. Per fortuna il cielo è clemente questa sera, ma non è detto che il destino lo sia altrettanto. Il sipario si apre nel centro di Kagegakure, dove Fumihiro e la sua superiore avanzano momentaneamente in silenzio, intenzionati a portare avanti quello che, a tutti gli effetti, non è altro che uno strambo rito di conoscimento. Gli ha chiesto di non starle dietro e lui non ha potuto fare a meno di assecondare la richiesta, piuttosto posizionandosi alla sua destra e cercando di mantenere il suo passo. Torreggia su di lei, fiero ed affilato, forte di quasi venticinque centimetri di altezza in più. Ne deriva che i suoi passi sono decisamente più lunghi... e che è costretto ad intervallare quello scambio di leve inferiori in maniera tale da compensare i passi più brevi di lei. Indossa una divisa bianca con bottoni argentati, composta da una giacca a doppio petto e a collo alto, che discende fino a metà delle cosce. In vita è fermata da un'ampia cinta nera, mentre sulle spalle porta una mentellina che si estende fino a metà dei bicipiti, per poi richiudersi sul petto e divenir un tutt'uno con la divisa. Sotto la lunga giacca, dei pantaloni militari del medesimo colore proteggono le gambe, fino a nascondersi all'interno di stivali neri di cuoio alti fino a metà degli stinchi. Al bicipite destro porta la fascia con il simbolo della Shinsengumi, mentre sul volto sono immancabili gli occhialini rossi e rotondi a difesa del suo affilatissimo sguardo color ghiaccio. <Mh...> Mugugna interrogativo quando l'altra schiude finalmente le labbra e gli rivolge la parola. Entrambe le sue mani sono portate dietro la schiena e unite ad altezza della fascia lombare, così da portare il petto ad aprirsi con fierezza e donargli una postura oltremodo marziale. I suoi capelli, neri come la pece e dal taglio eccentrico, oscillano appena in armonia con il moto detenuto, mai occupandogli il campo visivo. <Immagino che tutto dipenda da cosa lei ritenga effettivamente utile o meno, signorina Manami.> Le da del lei per rispetto. E' un suo subordinato, dopotutto... e non ha ancora avuto modo di testare fin dove può spingersi. Questo incontro, invero, potrebbe sciogliere un bel po' di nodi. <Mi permetta di chiederle di cosa ha bisogno... e le dirò se sono la persona adatta a fornirgliela.> Non la guarda. Le offre il suo profilo sinistro, quel lato da cui i capelli son più corti, senza neanche donarle la coda dell'occhio. Fiero, guarda avanti sicuro di quello che dice. Impareranno una cosa di Fumihiro... la paura non fa parte del suo repertorio emotivo. Nel bene... o nel male. Si limiterà a questo, quindi, lasciando spazio di manovra all'ufficiale, mentre quelle mani opportunamente coperte da guanti bianchi, giochicchiano alle sue spalle. Lo studia con la solita attenzione, non c’è persona che reputi degna di essere sottovalutata quando indossa quella divisa, lo sguardo che gli rivolge quindi dura abbastanza a lungo per permetterle di cogliere i dettagli dell’altrui figura. Nonostante sia costretta ad alzare il mento per osservagli il volto non sembra che la questione la turbi più di tanto, non è così insicura da farsi turbare da una cosa simile. Avanzano e non pare turbata nemmeno dal passo altrui marziali sì ma decisamente discontinuo in quanto a ritmo a causa della differenza di stacco di coscia tra i due. Nemmeno sembra un dettaglio in grado di intaccare la sua sicurezza, che poi la possa irritare invece è comprensibile visto quanto ama la precisione e la ritmicità in certi momenti, non che sia incapace di nasconderlo da quel volto che resta una maschera di professionalità, manca il sorriso ma l’aspetto dell’agente scelto le suggerisce che avrebbe ben poco effetto su di lui. Quando ogni singolo centimetro visibile di quella figura è stato impresso nella sua mente torna a guardare la strada, voltandosi nuovamente e lasciando che lui appaia nel suo campo visivo solo di lato. Lui è lì e non lo prende di vista ma nemmeno si focalizza su di lui <intendo in cosa sei bravo e in cosa fai schifo> replica semplicemente <devo sapere cosa sa fare chi è sotto la mia responsabilità> continua semplicemente fornendo persino una spiegazione alquanto secca, non c’è vera curiosità nel suo animo, non ancora almeno, si tratta di una mera necessità, se mai dovesse condurlo in qualche indagine deve sapere come usarlo, se contare su di lui o se limitarsi ad attendere che muoia <devo conoscere i tuoi interessi, le tue inclinazioni per creare un diamante> o più semplicemente per sfruttarle al meglio. Sapere fino a dove può spingersi, fino a quanto lui starà in silenzio, conoscere il suo livello di ingenuità. Necessità che si fa come bisogno più pressante della semplice curiosità. Le iridi scrutano intorno a loro, c’è il solito via vai di persone, qualche ubriaco che già barcolla per le strade, probabili prostituite o aspiranti tale, lo sguardo scorre su tutti e tollera, chiudendo le palpebre e scostando la sua attenzione da loro e i piccoli eventuali crimini che possono star per compiere, non è della shinsengumi occuparsi di semplici criminali e non è da lei sporcarsi le mani [chk on] Se lei è una che non ama sporcarsi le mani, lui addirittura le mani le copre con i guanti. Lo stesso scenario scorre sotto gli occhi di Fumihiro, ma mentre si riflette in quegli occhialini cremisi, non sembra essere in grado di passare oltre. Non raggiunge l'animo dell'agente scelto. Totalmente indifferente ai bisogni del mondo e alla sofferenza dei più deboli, o all'influenza della malavita, avanza in attesa che l'altra gli risponda. Non è l'unico ad essere sotto esame, invero. Il fatto che non la stia guardando non significa che non abbia iniziato a raccogliere quei piccoli frammenti necessari a ricostruire il puzzle del plausibile profilo caratteriale di colei che gli fa da superiore. Ad ogni modo, non esiterà a risponderle. La mano destra abbandona la schiena, raggiungendo il mento e massaggiandolo appena. Nel mentre la sinistra resta chiusa a pugno dietro di se, ad altezza della fascia lombare. <Vediamo un po'...> Da dove iniziare? Potrebbe cimentarsi nel pessimo tentativo di non risultare vanaglorioso, ma non lo farà. Il suo ego spesso trova spazio tra le sue labbra e prende forma di parole e pensieri. <Sono uno smodato amante della semantica e della semiotica. L'oratoria è sempre stata una mia passione ed amo ascoltare quello che il corpo del mio interlocutore ha da dire, prima ancora delle sue parole.> Come un predatore che studia la propria preda. Le parole possono mentire... mentre le reazioni no. Il corpo non mente mai. <L'approccio razionale e lungimirante mi ha sempre premesso di compiere scelte mirate e funzionali... almeno fino ad ora.> Quanto basta per arrivare al terzo decennio di vita senza farsi arrestare mai. <Ed il tutto è condito con una discreta abilità nelle arti magiche da shinobi.> Mira ad essere un esperto fruitore di Ninjutsu. <Con specializzazione sulle mie abilità peculiari.> Non Jutsu comuni, quindi. Le sue labbra si schiuderanno ancora una volta, donando alla ragazza il prospetto dell'altro lato della medaglia. <Sono molto bravo ad ottenere quello che voglio...> In ogni senso. Sia materiale che immateriale. Raggiunge sempre i suoi traguardi ed ottiene sempre quello che vuole: oggetti, vantaggi, informazioni o che sia. <Questo fa di me un ottimo interrogatore, ma ho una scarsissima propensione ad accettare i -no- come risposta.> Iniziano le note dolenti. Anche se... ora che è nella Shinsengumi potrebbe essere persino legittimato a rifiutare i no. <Non amo sporcarmi le mani. Preferisco un lavoro pulito e veloce, dove la mente...> si picchietta la tempia con il dito della mano sollevata. <... vince sui muscoli. Questo mi ha sempre reso insopportabili risse e sceneggiate da gorilla.> E tanto per concludere... <Alla stessa maniera, non ho mai avuto un particolare interesse nell'utilizzo delle armi, poichè ritenute superflue ed inefficaci il più delle volte.> Il che significa che nel suo repertorio ha qualcosa in grado di ovviare al problema. Sembra aver terminato il proprio monologo... e solo ora posa la coda dell'occhio sinistro sulla figura di lei. <Il mio profilo le sembra idoneo?> Non gli interessa davvero. Il parere degli altri gli è sempre scivolato addosso... ma conoscere chi lo circonda è fondamentale. Non può farne a meno. <Abbastanza da ricavarci un diamante, s'intende. Della mediocrità non importa a nessuno, in fondo...> E dopo quel breve istante distoglie ancora lo sguardo da lei. Si gode con un senso di inaspettata pace le risponde che giungono da parte del sottoposto. Ogni singola parola suona alle sue orecchie come una spettacolare melodia, le luci conducono il suo sguardo a rivolgersi verso le altrui labbra nascondendo per ora la sua reazione. Presta chiaramente attenzione ma non permette a lui di percepire quell’ode che parte semplicemente dal suo cuore, finalmente qualcuno che parla la sua lingua. Se la gode tutta la spiegazione, il piccolo monologo concedendosi, solo all’affermazione finale, un sorriso affilato e compiaciuto. Che lui reciti una parte per compiacerla è ovvio che le passi per la mente, per questo la sua è una reazione moderata ma in ogni caso le piace quello che le orecchie hanno potuto udire. Le labbra si tendono quindi, tirate in un simmetrico sorriso, senza alcuna sbavatura <solo la pressione darà una risposta> replica semplicemente lasciando che nuovamente il volto torni imparziale. La pressione vero <la prossima volta che ti mostrerai gradirei vederti in divisa > non lo sta guardando. Qualsiasi dettaglio le sue parole o il suo atteggiamento fornisca è frutto di uno studio, solo parlando ora della divisa può rendergli chiaro d’averlo studiato, non mostra completamente le sue carte ma al tempo stesso non gli permette di sottovalutarla troppo, che non sappia fin dove arriva il suo potere ma sia ben conscio che non è completamente indifesa <la giacca bianca non va bene> aggiunge poco dopo continuando a camminare, mentre i suoi occhi si spostano verso un vicolo, dire che non sappia già cosa troverà lì sarebbe esagerato. Si tratta semplicemente di una delle zone di spaccio del centro, alcuni dei suoi contatti sono lì e a quest’ora se non sbaglia completamente i suoi calcoli dovrebbe esserci solo qualche strafatto a terra, i pesci interessanti sono tutti a far rifornimento in attesa dei clienti dei night club. Devia naturalmente verso destra avvicinandosi quindi all’ingresso <e sarà un piacere per me spiegarti perché> le parole non sono certo state scelte casualmente. Ora eccola rallentare appena per rendergli chiaro che si sta addentrando in quel vicoletto che da sul retro di qualche poco conosciuto locale, un luogo che puzza di piscio e vomito, sangue e lacrime, uno dei luoghi più degradati di tutto il centro e uno dei luoghi in cui chiunque appartenga a quella corporazione passa di tanto in tanto per dar sfogo alle proprie frustrazioni <dimmi qual è il tuo obiettivo nella Shinsengumi?> domanda infine andando a cercare con lo sguardo qualche reietto della società ed avvicinandosi <e ti prego di risparmiati qualsiasi cazzata tu abbia detto ai piani superiori, voglio la verità> nessuno diventa un cane del governo per amore della propria patria, questo lo sa[chk on] L'altra non lascia trasparire poi troppo, ma un sorrisino finale conferisce a Fumihiro la potenziale consapevolezza che dall'altro lato v'è un interlocutore affine a se. La cosa non gli dispiace. Alla questione riguardante la divisa, non si opporrà più di tanto. Non è nella posizione di dettare regole o tentare di cambiarle... per ora fare il bravo soldatino è la scelta migliore. <Sarà fatto.> Non replica e non si perde in inutili chiacchiere. La vita militare sembra calzargli addosso con innaturale eleganza, in netto contrasto con il marciume dei vicoli dentro cui si stanno avviando or ora. <Sono tutto orecchie.> Ammette, lasciandosi scappare una risatina sommessa e brevissima. Dentro di se spera che sia qualcosa di intrattenente. Qualcosa che gli dia la conferma che entrare nella Shinsengumi è stata la scelta giusta. Dopotutto... è in uno dei vicoli rinomatamente più malfamati che si stanno addentrando. Di certo non può aspettarsi caramelle e fiorellini. No... lui quegli ambienti li conosce bene. Ci ha sguazzato. Ne è venuto a galla, come un distillato di morte e sofferenza. <Mh?> Spezza il silenzio ancora una volta, quando l'altra gli rivolge una domanda tanto peculiare quanto prevedibile. Il mugugno interrogativo anticipa solo di qualche istante la risposta. <Sono entrato nella Shinsengumi per aspirazione personale. Diciamo... per appagare il mio ego.> Non ha timore di sbandierarlo. Dopotutto le aspirazioni personali non sono necessariamente una brutta cosa, no? Peccato che il suo discorso non si fermi lì e doni un'accezione sicuramente meno condivisibile al tutto, moralmente parlando. <Ho ritenuto che fosse arrivato il momento di fare della mia vita qualcosa di concreto.> Preambola, per poi arrivare al sodo. <E la carriera militare è la via più facile per ottenere quello che voglio.> Cosa vuole non lo dice, però. <Guardare questo villaggio dall'alto di quella torre d'avorio...> la sede della Shinsengumi <... dev'essere uno spettacolo non indifferente.> E no, non intende letteralmente il panorama. Lui si riferisce a guardare il mondo dall'alto verso il basso. Poterne dettare le leggi e plasmarne flusso ed evoluzione. <Sa abbastanza di verità?> Domanda, quasi stuzzicandola e invogliandola a pensare che non lo sia. La verità è che quella dichiarazione è parziale. Incompleta. Tuttavia chi si aprirebbe così ciecamente ad uno sconosciuto? Sicuramente non un serpente come Fumihiro. Si avvicinano, davanti a loro ormai due strafatti mezzi addormentati pronti ad iniettarsi nelle vene la prossima dose, pronti ad usare la droga per scappare dalla miserabile esistenza, forse vecchi ninja caduti in disgrazia, non le dispiacerebbe affatto. Sorride pronta a fornire la spiegazione per cui la giacca bianca, e anche i pantaloni in realtà, non sono adatti al loro lavoro. La domanda è solo che cosa potrebbero mai c’entrare quei due pesci piccoli con il loro lavoro. Oh beh questa questione è più inclinazione personale condivisa da molti membri di quella corporazione. Il discorso in ogni caso continua mentre lei invece andrebbe a concentrarsi. Il chakra uscirebbe prepotentemente fuori da tutti gli tsubo del suo corpo, diretta a chiunque sia nel raggio in quel vicolo. Velocemente andrebbe a colpire tutte le loro menti, già annebbiate dalla droga e dall’0alcool, si spera per questo indebolite. Silenziosa e senza manifestare alcun segno il suo chakra vorrebbe colpirli uno dopo l’altro lasciando fuori solo Fumihiro e i due malcapitati davanti a cui si è fermata <e se ti dicessi che uno dei due è un pericoloso criminale che si è introdotto nei laboratori di Oto e ha trafugato informazioni importanti?> domanda senza aspettarsi davvero una risposta <come vorrei fargli confessare i loro crimini?> ancora una volta il suo tono non aspetta una risposta vera e propria <scegli il colpevole> lo osserva quindi andando semplicemente a controllare l’illusione che sta invece tenendo attiva per gli altri, occupa semplicemente due sensi: vista e udito, il resto non serve. Il mondo che vuole mostrare è identico a com’è o meglio era nella realtà, due membri della Shinsengumi nel vicolo che si accingono a parlare gentilmente con due drogati all’angolo di una delle strade più malfamate. Silenziosa aspetta solo che il compagno faccia la sua mossa, coprendogli le spalle come un vero superiore dovrebbe fare o più semplicemente parando il suo di culo <quello spettacolo sarà condivisibile o prevedi una sola poltrona?> aggiunge poco dopo in riferimento alla sua ultima frase. Non è il solo a mirare alla cima del villaggio, il suo obiettivo nella testa è più chiaro che mai quindi non resta che capire se considerarlo come possibile alleato o come probabile nemico [illusione di 2 sensi: vista e udito][illusione di gruppo][chk on] Ascolta attentamente quello che l'altra ha da dire... e nel mentre osserva tutto ciò che lo circonda. In breve tempo raggiungono una coppia di tossicodipendenti, che la ragazza decide di utilizzare come banco di prova per testare le capacità e le inclinazioni di Fumihiro. Eccola li, quindi, a settare le regole del gioco. Ladri di informazioni, un vicolo poco frequentato e due soggetti da far parlare. <Informazioni interessanti dai laboratori di Oto, eh?> Domanda retorico. <Se un'informazione è importante, tendenzialmente provo a metterci su le grinfie.> Ammette, muovendo i primi passi verso la coppia di barboni seduti per terra. <L'Informazione è la chiave per una vittoria strategica e per immensi profitti.> Le informazioni si usano per elaborare strategie vincenti, si usano per colpire i nemici nei punti deboli... o semplicemente si vendono o si usano per ricattare. Non è importante quale sia l'informazione... l'importante è che Fumihiro ci metta le mani su. Ad ogni modo, la ragazza gli chiede di scegliere chi sia il ladro tra i due. Potenzialmente nessuno dei due... e Fumihiro lo sospetta. Ma crediamo veramente che questo velenoso e pericoloso individuo si lascerà scappare l'occasione di somministrare il dolore e amministrare la paura? Proprio quando gli viene espressamente richiesto? Giammai. Ha ben trent'anni di esperienza in tortura ed distillazione della paura. Non sa che l'altra ha coinvolto tutto il resto del vicolo in un potete Genjutsu, ma la cosa non sembra interessargli. Lo vedrà, lei, allontanarsi con movimenti ben soppesati e fluidi. Tipici di chi conosce alla perfezione il proprio corpo e sa come muoverlo per non risultare impacciato. Potrà vedere le sue mani incontrarsi ad altezza del petto, lì dove indice e pollice della destra pizzicano il tessuto del guanto sinistro alla punta del medio e con una leggera trazione lo sfilano via. Un movimento innaturalmente elegante, se pensiamo a quale sia il suo reale significato. Il suo veleno scorre costantamente nel corpo... e ora che il Chakra ne rinvigorisce le prestazioni, è più reattivo e virulento che mai. Non esiste un punto del corpo di Fumihiro che non sia contaminato e pericoloso... ma è chiaro che le mani hanno il potenziale offensivo maggiore, per una mera questione di versatilità. Ormai prossimo ad barbone di sinistra, cercherà di sollevare la gamba del medesimo lato con una calma devastante. Una calma che viene tradita dagli intenti, i quali porteranno la suola dello stivale contro il petto del malcapitato. Non vuole calciarlo... bensì pesantamente accompagnarlo fino a stendersi schiena a terra, così da poter poi farvi pressione con il proprio peso. <Quindi... uno di voi due è in possesso di informazioni che al sottoscritto interessano.> Preambola, abbassando il baricentro e posando entrambe le braccia sul ginocchio che fa pressione sul corpo del barbone a terra. <Lasciate che metta in chiaro una cosa: non amo essere preso in giro e questo non è un gioco.> La mano sinistra, ormai spoglia del proprio guanto, si protende verso la fronte del barbone per terra con l'indice teso e dopo pochi istanti... [Tap!] quel minuscolo e semplice contatto avviene. <...> Le tossine entrano nel corpo del barbone e nel giro di qualche secondo il loro effetto inizia già a manifestarsi. Il barbone a terra rantola e ha qualche spasmo involontario. Probabilmente la sua condizione fisica crea una pessima combo con il veleno del Doku... ma una cosa è certa: la vita lo sta lentamente abbandonando. <C'è un limite al dolore che un corpo può sopportare. Mi auguro di ottenere quello che voglio prima che il nostro amico lo raggiunga.> Lo sguardo affilato scruta il barbone libero da dietro gli occhialini cremisi. Il suo viso non fa una piega. Non una smorfia. L'idea di star avvelenando a morte un uomo non lo turba neanche un po'. <Quindi... uno di voi due è stato nei laboratori di Oto?> Domanda simulando un sorrisino e un'espressione quasi felice. Peccato che nel mentre colpi di tosse e le tipiche reazioni al veleno stiano scandendo i secondi che restano ad entrambi, come fossero i rintocchi di un orologio a pendolo. Per quanto riguarda la ragazza e la sua ultima domanda, si limiterà a risponderle mentre è di spalle. <Non sono egoista.> Si, ora si spaccia per filantropo. <Quel panorama è lì per chiunque abbia la voglia e la forza per apprezzarlo.> Non ha nessuna aspirazione totalitaristica. Il potere concentrato in una persona sola non ha mai funzionato.[Chakra ON][Veleno Tossico I° Livello] Lascia che il mondo, che tutti all’infuori di loro quattro, barboni compresi, vedano il mondo proseguire per la sua normale strada, due agenti che chiedono informazioni e aprlano, amabili e benvolenti verso i più deboli. Nulla potrebbe lascia trasparire la realtà dei fatti, i rantoli, i colpi di tosse e tutto quello che invece sta accedendo. Mentre quindi gran parte della sua concentrazione è utilizzata per mantenere attiva quella silente illusione lei si limiterebbe ad osservare il suo modo di agire, senza parlare o intervenire guardandolo come si comporta con le due creature di cui non potrebbe importarle di meno. Che li ammazzi o meno non è davvero un suo problema. Lo osserva infliggere dolore con un semplice tocco, non ha idea di come faccia e sembra anche importarle poco, ora sa che può farlo non è una brutta notizia. Inconsapevole di quanto lui sia in realtà simile a Nene ma va bene così, sarebbe un problema se iniziasse a credere di potersi sbronzare solo toccandolo. Lei resta silente osservando ed ascoltando il tutto, come specificato la vita di quei tossici non è affare suo, sarà solo Fumihiro a doversene importare, qualsiasi conseguenza non sarà mai sulle sue mani ma su quelle dell’agente scelto, come già detto non sta parendo le chiappe solo a lui ma più che altro a sé stessa. L’ultima frase giunge abbastanza chiara infine, passa quasi ad ignorare le sofferenze dei poveri malcapitati perché più interessata a quella rivelazione, sapere di poterlo considerare più nell’insieme alleati che in quello dei nemici è già qualcosa e la spinge ad essere davvero d’aiuto, creare quel diamante puro potrebbe essere una mossa tattica, assicurarsi d’avere potere sulle sue conoscenze a abilità potrebbe aiutarla a crearsi un complice capace. Non sorride e non mostra altri sentimenti <attento a non lasciare tracce> solo in virtù di quella nuova presa di coscienza l’aiuto, lo imbocca quasi ricordando a lui la regola numero uno della Shinsengumi: non farsi mai beccare. [illusione di 2 sensi: vista e udito][illusione di gruppo][chk on] Fa -no- con la testa, pregno di disappunto. Dal duo non sembrano sopraggiungere informazioni e la cosa lo contraria alquanto. <Mi sembrava di esser stato chiaro...> Il contatto del dito con quella fronte inerme non cessa. Continua a somministrare al malcapitato una massiccia dose di veleno, noncurante del fatto che il suo corpo potrebbe risentirne in via definitiva. <Il tempo scorre e la vita gli sta sfuggendo di mano, amico mio...> si rivolge esplicitamente verso il barbone non minacciato, provado a ricattarlo con i sensi di colpa. <Non hai molto tempo per salvarlo. Quelle informazioni valgono davvero la vita di quest'uomo?> Amici o meno, non fa differenza. Non tutti sono in grado di convivere con la consapevolezza di aver causato la morte di qualcuno. Questo Fumihiro lo sa. Quindi perchè non utilizzarlo come sentimento su cui far leva per ottenere quello che si vuole? Intanto non termina il contatto con l'altro interrogato, che sicuramente fa più fatica a parlare e rispondere. La cosa non tange il virulento shinobi, che invece si crogiola nel fatto che con tutta probabilità il tizio ci lascerà le penne. Era stato chiaro, no? Non avrebbe interrotto il contatto fino all'ottenimento delle informazioni che vuole. Non è colpa sua se loro quelle informazioni non le hanno. <Fai le dovute valutazioni. Non resta molto tempo.> Si stringe nelle spalle, applicando maggiore pressione psicologica al barbone libero. Intanto la voce di Saigo sopraggiunge ancora una volta. Questa volta per una calda e sentita raccomandazione. <Non si preoccupi.> Continua a darle del lei, seppur dandole le spalle. <C'è un motivo se mi permetto di indossare abiti bianchi.> Si lascia scappare un sorrisino beffardo, ma che all'altra potrebbe sfuggire perchè di spalle. A differenza di qualsiasi altro tipo di tortura o interrogatorio, Fumihiro distrugge il proprio bersaglio dall'interno. Non ci sono ferite... non c'è sangue. Non c'è violenza. Niente di niente. Semplicemente qualche rantolo e qualche spasmo, e infine il corpo del nemico cade come una foglia in autunno. Come se ciò non bastasse, inoltre, con la sua dotazione ha ricevuto una pergamena per imparare ad utilizzare il marchio distopico. Il suo modo di agire non era subdolo abbastanza, eh? Adesso ha anche i mezzi per plagiare la memoria di chi ha visto qualcosa di troppo. Questa cosa, tristemente, gli da ancora più sicurezza nel proseguire in quella malsana e marcescente psicopatia. <Tic... tac...> Il tempo scorre. La vita, pure.[Chakra ON][Veleno Tossico I° Livello]
Giocata del 22/11/2022 dalle 15:10 alle 19:38 nella chat "Centro di Kagegakure"
Si gode lo spettacolo senza manifestare particolari emozioni, solo quel sorriso che spunta sul suo volto, una piega delle sue labbra che però permette a coloro che non sono sotto genjutsu di immaginare quanto ciò che osserva le piaccia. L’immobilità del suo corpo per il resto la fa da padrona, lei ha dato quell’avviso e non interverrà altro, se lui dovesse commettere qualche errore non sono davvero affari suoi, para le spalle ad entrambe ma è ancora lì, pronta a lasciare che a pagare le conseguenze dei loro atti sia semplicemente solo lui. Le piace quel che vede, la maschera che pare essere caduta e le permette di spirare oltre lo squarcio ma ancora non sono alleati, hanno lo stesso scopo e non deve guardarsi le spalle certo ma non è detto che questo basti, che tutto ciò resti immutato. L’uomo soffre e l’amico? Il compagno di droghe? In realtà lei aspetta solo che quello spettacolo grottesco lo porti a rimettere addosso a Fumihiro tutto quello che ha ingerito, immagina già quegli abiti bianchi sporchi di alcool e bile. Tace però limitandosi ad aspettare la conclusione dell’interrogatorio. Non ci sono orologi che ticchettano nella sua testa soprattutto perché chiunque sia in quel vicolo è sotto una bellissima illusione ed è solo per questo che ora fa avvicinare i due agenti al futuro morto, lo sostengono, gli prendono i primi battiti e mantengono sempre l’adeguata calma. Lei in quell’illusione sembra addirittura estrarre un cellulare, il compagno gli chiede di resistere, inizia a sciorinare un elenco di droghe assunte ai due in veste ufficiale, insomma è tutto così coerente con l’overdose, con la morte accidentale. Non aggiunge altro dettaglio, non ci sono urla disperate o momenti di grottesca preoccupazione, trasmette solo l’idea che sia grave sì ma tutto sotto controllo, d’altronde i barboni in quei vicoli hanno poco da guadagnare ad avvicinarsi ai quattro <sì comunque è sempre meglio il nero> aggiunge semplicemente nella realtà, aspetta ancora il momento finale, il culmine ed è con questa speranza che effettuerebbe semplicemente un passo indietro, non si sa mai quanto potente possa essere il getto di vomito o quanto ampia la pozza di pipì che ben presto rilasceranno entrambe le loro innocenti vittime [illusione di 2 sensi: vista e udito][illusione di gruppo][chk on] Quel contatto persiste. La vittima continua a rantolare, seppur la sua forza e la sua voglia di reagire inizino ad esser sempre meno insistenti. Gli occhi azzurri di Fumihiro restano puntati sulla figura morente ancora per qualche istante. Gelidi e fermi, come quelli di un serpente. Non vibra il suo animo, neanche nel momento in cui la vita abbandona colui che stava combattendo con la suola della sua scarpa. <...> Assottiglia appena le palpebre. Non proferisce parola, inizialmente... salvo poi limitarsi ad un semplice. <... peccato.> Pronunciato assieme al lieve inclinar del capo verso il lato. Resta ancora un ospite di cui occuparsi. Un ospite verso il quale viene indirizzata tutta la sua attenzione, ora. Le iridi cristalline, come il ghiaccio, pugnalano l'altro barbone. Probabilmente si starà chiedendo cosa stia succedendo o perchè stia accadendo proprio a loro... perchè la vita sia così ingiusta... ebbene, Fumihiro è la reincarnazione di questa ingiustizia. Esistono uomini che non agiscono per un motivo ben preciso... esistono uomini che vorrebbero solo vedere il mondo bruciare. Forse Fumihiro è uno di loro. <A-A-A...> Interrompe qualsiasi cosa l'altro voglia dire, portando l'indice destro in prossimità delle sue labbra. Lo zittisce fisicamente, mentre dopo aver sollevato la mano sinistra [SNAP!] richiama l'attenzione del barbone con un sonoro schiocco di dita. <A me gli occhi.> Vuole che si concentri su di lui e che abbia ben chiara la sua immagine. Si riporterà eretto di fronte a lui, per poi far incontrare le mani ad altezza dell'addome e comporre in sequenza i sigilli del bue, del drago e del cane. Il chakra, che violento scorre nel suo corpo, viene meticolosamente plasmato e piegato alla propria volontà. L'indice del neo membro della Shinsengumi verrebbe portato a contatto con la fronte del bersaglio... e da questo contatto dovrebbe concretizzarsi il reale effetto di quella tecnica. L'infusione di Chakra del Doku, infatti, dovrebbe agire a livello delle terminazioni nervose del bersaglio per quanto concerne la memoria e i ricordi. Potremmo considerare un veleno anch'esso, seppur con il potere di annebbiare la mente, irretire i sensi e alterare ciò che fino a pochi istanti prima poteva essere una certezza. Ebbene, qualora la tecnica vada in porto, il barbone si ritroverebbe con un bagaglio di ricordi che non gli appartiene. Per lui la shinsengumi l'ha salvato da una triste morte da overdose, mentre il suo compagno è stato meno fortunato. <Stai bene?> Domanda, mentre sul suo viso si apre un falsissimo sorriso cortese. <Dovresti smettere di assumere quella robaccia... può uccidere.> borbotta rimettendosi il guanto che precedentemente era stato levato. <Il tuo amico non ce l'ha fatta... non siamo arrivati in tempo. Spero che questo ti sia da monito.> Chissà... avrà anche preso una vita, ma dall'altro lato potrebbe averne salvata un'altra dalla strada e dalla droga! Magnanimità o delirio di onnipotenza? Who knows. [Chakra ON][Veleno Doku I | Tossico][Marchio Distopico] L’illusione permane per tutto il tempo. Mentre lui si occupa di apporre quel sigillo, riconosciuto solo dai sigilli composti in sequenza ed il successivo gesto, lei si limiterebbe ad estrarre davvero il cellulare, chiama il numero per le emergenze, non c’è molto da mentire in merito. Quindi quando il ragazzo termina lei si limita a rilasciare la sua illusione così che chiunque sia abbastanza vicino possa sentire le sue parole, non sono ricordi falsati quelli si tratta invece di realtà <Saigo Manami Ufficiale della shinsengumi, Kagegakure-son Centrale-gun tre ban a metà vicolo> parla veloce, il momento potrebbe essere concitato ma la sua voce è tranquilla, professionale non c’è traccia di emozione. Descrive semplicemente il luogo in cui si trovano, lo fa con sicurezza senza bisogno di guardarsi in giro, altro segnale di quanta attenzione presti a ciò che la circondi praticamente sempre, per lei è ben difficile perdersi<segnalo un barbone morto per overdose, siamo arrivati tardi, chiedo che venga prelevato per una questione di salute pubblica> il suo busto si muove prima in senso orario e successivamente in senso anti orario così da potersi guardare per bene intorno, gli occhi rossi si posano su tutti i derelitti presenti <e che gli anbu passino di qui più spesso, la situazione è degradante devono far sgomberare> c’è sempre tempo per rimproverare la vecchia istituzione ninja, quel retaggio passato che così fortemente odia così come tutto ciò che le ricorda l’avvento del dio. Infondo continua a dare a loro la colpa, un singolo errore ed è costata la vita a così tante persone, a tante altre invece è costata l’infanzia. Appena riattacca il telefono torna ad osservare Fumihiro <noi qui abbiamo finito possiamo andare> ed è con queste parole che si limiterebbe a riprendere il passo fino a superarlo. Non si volta per cercarlo né tantomeno per controllare la situazione alle loro spalle <cos’ho appena visto?> domanderebbe poi mentre vorrebbe allontanarsi dalla scena di quella morte incidentale, le parole sono pronunciate a voce abbastanza bassa per non essere udito da nessuno che non le sia praticamente incollato, come al momento dovrebbe essere l’agente scelto. Il segnale è chiaro, sta parlando nuovamente liberamente, diverso è capire a cosa si riferisca con quel quesito apparentemente semplice [illusione di 2 sensi: vista e udito][illusione di gruppo][chk on] Lascia che la propria compagna si dedichi alle formalità, mentre lui si sistema i guanti e lascia i malcapitati alle proprie spalle. Non proferisce parola. Non aggiunge niente che non sia strettamente indispensabile. Si limita a guardare il circondario con i propri occhi di ghiaccio da dietro quegli occhialini rossi, con un'altezzosità degna di chi ritiene di esser stato benedetto da una divinità. Di chi pensa di avere il sangue blu. Beh... il suo sangue non sarà propriamente blu, ma qualcosa di speciale lo ha sul serio. Saigo lo supera, ma non le permetterà di staccarlo troppo. Presto anche le sue leve inferiori si mobiliteranno, così da riportarlo al passo ed accompagnarla ancora in quella scampagnata tra le ombre del disagio. <Mh?> Mugugna interrogativo, quando l'altra gli parla sottovoce. In pochi istanti analizza quella domanda. Comprende a cosa si stia riferendo, ma forse non è ancora il momento di rivelare al cento percento le proprie carte. <Ha visto il suo miglior agente all'opera, signorina Manami.> Se ne vanta, perchè la modestia non fa parte del suo bagaglio culturale. <Esistono tanti modi per interrogare un sospettato... ed esistono altrettanti modi di travisare la realtà.> fa spallucce, lasciandole intendere che si riferisce al marchio distopico: tecnica che gli hanno insegnato proprio una volta entrato nell'organo militare. <Non è indispensabile ferire una persona per distruggerla.> Lui lo sa benissimo e anche lei dovrebbe saperlo. <La si può uccidere dentro... su più livelli.> Fisico, emotivo, psicologico... e Fumihiro ama assaporare il dolore che le sue cavie provano ogni volta che uno di questi strati va in frantumi. <Avrebbe preferito un approccio differente?> Forse è stato troppo pulito. Magari alla superiore piace lo splatter![Chakra ON] La loro ronda e la passeggiata prosegue senza molti intoppi, si sono concessi giusto un momento di svago, anche se in realtà lo scopo più che ludico era istruirlo a quella sua nuova vita a quella nuova maschera. Proseguono dunque in quella passeggiata allontanandosi dal luogo del crimine mentre saranno poi i soccorsi, meglio i becchini, ad occuparsi di quel che è successo e anche eventuali domande, beh non daranno che supporto alla loro tesi, overdose. Ascolta quella risposta senza contestare nulla in merito, non sembra non soddisfatta né delusa evitando dunque di arrivare al punto, di mostrare ciò che davvero voleva, se l’altro nasconde le sue carte il minimo che può fare lei è nascondere di volerle svelare <assolutamente> replica in risposta <ognuno agisce come è più portato, l’importante è il risultato> replica lei. Infondo è la regina del non sporcarsi le mani, gioca con la mente altrui, la sconvolge e lo incastra tra illusioni, realtà e memorie senza mai scomporsi, questo modo di ottenere informazioni le permette di non avere mai un capello fuori posto. Si volta qualche secondo a fissarlo nuovamente <mi hai mostrato che i pantaloni neri non ti servono ma indossa la divisa quando sei in turno> lo direbbe andando a squadrarlo dall’alto verso il basso. Solo dopo aver chiarito nuovamente quel punto, dopo essere tornata per l’ennesima volta sul discorso può proseguire avviandosi poi alla conclusione di quel giretto <appena torniamo compila il rapporto e consegnamelo, lo correggiamo insieme> che brava sensei. Sì è così che si chiama insegnare i lavori più pallosi cos che poi possa svolgerli qualcun altro. Il sorriso divertito comunque resta sul suo volto, seppur non ci siano stati complimenti vocali quell’espressione dovrebbe bastare. Non gli ha detto che è stato bravo eppure sembra decisamente soddisfatta di quel che ha visto <hai domande?> aggiunge solo alla fine, il tono è generico e tranquillo, proprio come si farebbe con uno stagista, con un nuovo schiavetto [chk on] Su una cosa sono d'accordo, infine: conta il risultato. Non commenterà oltre, il nostro Doku, che invece si lascia andare ad un non troppo velato e compiaciuto sorrisino. <Ne sono contento.> Con la coda dell'occhio le dona qualche sguardo indagatore. Nota quel sorrisino ricambiato, ma non osa sbilanciarsi più di tanto. Magari si sbaglia e sta interpretando male... ma ad occhio e croce sembra che la ronda sia andata a genio al suo superiore. Tace a riguardo. <Sarà fatto, signorina Manami.> Che vi sia ironia in quello che dice? Difficile a dirsi. Forse è solo divertito dall'insistenza della ragazza, ma la cosa non sembra turbarlo più di tanto. Metterà la divisa nera sul serio. <C'è un'ottima probabilità che il nero mi stia anche meglio. Dicono sfinisca...> Anche se lui non ha tutta questa necessità di snellirsi ancor di più. E' già alto come una pertica. Il discorso circa i suoi poteri scivola lentamente nell'oblio. Nessuno dei due accenna oltre alla cosa e forse è anche meglio così. Avranno tempo e modo di conoscersi in maniera più approfondita, ma come primo appuntamento può anche andar bene. L'altra sembra essere abbastanza impressionata da farsi bastare ciò che ha visto e Fumihiro non ha intenzione di stuzzicarla oltre. Piuttosto si passa alle formalità e alla burocrazia... compiti che solitamente tediano parecchio la gente, ma che Fumihiro non sembra disprezzare più di tanto. <Sarà fatto.> Quella sua smania di controllo, mista a delirio di onnipotenza e acutezza invidiabile, fanno di lui un amante dei rapporti, degli schemi e delle cose in ordine. C'è un motivo se si veste di bianco, no? C'è un motivo se uccide senza spargere sangue. Ad ogni modo, continua a camminare al fianco della ragazza, quando ecco che la domanda cardine gli vien posta. Ha domande? Forse si. La prima che gli balena in mente è: <Era necessario?> Non v'è rimorso alcuno in quella domanda. Solo mera curiosità. Dopotutto non si è fatto scrupoli ad uccidere quando non era stato espressamente richiesto. Ovviamente si sta riferendo all'interrogatorio e alle informazioni che stava raccogliendo. <Ha senso che continui le indagini, o era solamente per diletto?> Magari vuole sul serio scoprire cosa sia stato trafugato dai laboratori di Oto.[Chakra ON] Il climax è stato raggiunto e mentre la sua perfetta coda di cavallo ondeggia sulla schiena il discorso sembra proseguire naturalmente, vede quel sorriso ricambiato, ne ascolta le parole e non spezza le sue speranze, non ne ha alcun bisogno ora. Dona alla sua figura maggior attenzione con i suoi occhi rossi quando parla dell’effetto snellente del nero, per qualche istante il suo cervello devia in maniera terribile mentre gli occhi indugiano analizzandolo, indugiano sul basso ventre davvero un istante più del necessario prima di risalire e tornare alla strada, andiamo indossa la divisa certi o pensieri zozzi può tenerseli per dopo. Non èè una grande vittima dei bei ragazzi, è una vittima di qualsiasi essere di sesso femminile che non le sembri viscido e tutto si può dire di Fumihiro ma non che lo sia. Non che questo metta lui in una posizione preferenziale è solo che ha quel piccolo problema ormonale per cui basta davvero poco e subito la testa va ad immaginarsi cose di cui ha solo sentito parlare. Ne osserva i guanti, unico dettaglio che potrebbe essere vagamente da uomo viscido per riportare sui corretti binari la propria testa, evitando di approfondire il ricordo di quando ha chiesto a Matono una foto del pacco. Evita proprio di cadere in quel tranello per non arrossire come un peperone, si concentra sui guanti. Il discorso prosegue ed eccola esprimersi in una risatina limpida e controllata, gode del dolore che ha provocato, di quella morte e della ferita emotiva <non indagare oltre> non per ora. Forse un giorno lo coinvolgerà, lo userà e si fiderà al punto da metterlo su quella pista ma le pare troppo furbo rispetto alla media degli schiavi per permettersi un passo falso <era un tentativo> aggiunge poco dopo scuotendo le spalle <chiunque in quella feccia potrebbe saperne qualcosa> no, non era necessario. Non lo ammette onestamente consapevole di come potrebbe costarle una nota di demerito ma lascia che lui possa intuirlo, non dice parola che potrebbe essere usata contro di lei ma tra ciò che esce dalla sua bocca e il modo in cui lo fa permette all’Agente scelto di vedere attraverso la sua rete <rientriamo ora> ed è con queste parole che si avvieranno verso la sede, ci sono dei rapporti da scrivere [chk on]