Patti e confessioni
Free
Giocata del 20/10/2022 dalle 18:14 alle 22:25 nella chat "Quartiere Scientifico"
[Strada] Come è solito accadere da qualche giorno a questa parte, il Villaggio dei Sei è sconquassato da tuoni e lampi.Il cielo è tinto dei colori del tramonto, ma squarciato da folgori e saette che si arrovellano nell'aere scuro. Il Sole ha oramai abbandonato quei lidi, discendendo nella sua parabola quotidiana, verso occidente. E' sull'orlo dell'orizzonte che è stato capace di sbucare dalla cortina di nubi, sottraendosi alla tempesta che imperversa sopra i tetti di Kagegakure. Una frana d'acqua rumoreggia contro il suolo, discendendo , impietosa, su tutto e tutti. Una piccola ombra, di nero vestita, si protegge con un ombrello cremisi che tiene nella mano destra, appoggiato - nel manico - sopra la medesima spalla, così che possa ergersi al di sopra della chioma corvina e ribelle, senza apparente sforzo del suo portatore. La pioggia ricade con forza sull'ombrello, ma sfiora solamente chi vi sta sotto. Il Genin della Nota Nera attende, accanto ad una tettoia che prolunga e protegge la propria schermatura nei confronti del temporale. L'occhio vigile e attento, che scruta i passanti, alla ricerca di un volto noto, un volto famigliare, un volto...amico. Si devono incontrare a metà strada, proprio come prestabilito e potrebbe giurarci che lei passerà di là, per quella strada principale che attraversa il Quartiere Scientifico, un luogo mai visitato prima, ma certamente denso di significato per entrambi. E' vestito di una maglia a maniche corte, nera come gli occhi del giovane Uchiha, sotto di essa un paio di pantaloni altrettanto scuri, del medesimo colore, stretti alle caviglie da bendaggi logori e consunti, gli stessi che si possono ritrovare su gli avambracci, dagli epicondili sino alla epifisi distale di radio ed ulna. Una sacca portaoggetti, dietro la schiena, all'altezza della natica destra, contiene uno scarno armamentario: un kunai, due tonici e un fuuda con tronchetto sigillato. [Equip: kunai x1|fuuda tronchetto x1|tonico pf x1|tonico chakra x1] [Sotto la Tettoia] Ha delle occhiaie pazzesche, contrariamente al solito non sembra proprio essere al top della forma e in qualche modo i vestiti sono tornati quelli di un tempo. Si è nascosta in una felpa extra large nera con dei kanji stampati sopra, un paio di jeans strappati in più punti, gli anfibi ai piedi. I capelli lunghi e rossi sono lasciati sciolti, i fiocchetti a forma di farfalla indossati, orecchini e collane tutti al loro posto ma semi nascosti dal crine. Sulle spalle troneggia quello zaientto nero contenente vari ed eventuali, fra cui chiavi di casa, portafogli, materiale da disegno e quelle cuffie enormi e blu che non portava con se da molto tempo. La farfalla rossa di sangue Doku la segue, l'ha accompagnata in ospedale e ora passeggia con lei verso il quartiere scientifico sotto quella pioggia incessante. Infatti lei sta nascosta sotto all'ombrello enorme e blu che la protegge dal male che cade dal cielo. Dopo aver lasciato Nobu e Saigo ha scritto a Katai per scusarsi per qualche sera prima e per organizzarsi per spiegargli un paio di cose. In fondo è stata lei a pensare a lui nel momento in cui, spaventata dall'ignoranza in cui versa, ha voluto saperne di più su quegli occhi rossi che lui possiede. Il faccino non è dei più solari ma la colpa potrebbe essere anche data alla pioggia, chiunque sa che lei non sopporta proprio quel tempo atmosferico. Nell'intento di proteggersi ancora di più da essa andrà proprio a cercare parzialmente riparo nel suo incedere dove sosta l'Uchiha, scorgendolo poco dopo. << Hey Katai! >> Alza la mano che non sorregge l'ombrello per salutarlo, cercando di farsi notare. [Chakra ON] [Strada] < Shizuka-san > Esordisce, dal principio. La voce altrui l'ha raggiunto senza sorpresa, ma con qualche attimo di anticipo rispetto all'aspettato. La folla che si accalca lungo le strade, nonostante la pioggia, non è delle più tenere, tantomeno con delle stature come quelle della Kokketsu o del giovane Uchiha. Si è ritratto, quindi, sotto quella tettoia obliqua, che getta acqua a destra e manca, fungendo da riparo per diverse anime , attardate in quello spicchio di cemento per cercare riparo. Tutt'attorno gli alti palazzi torreggiano con silenziosa imponenza, fradici di pioggia, ma impassibili nelle loro strutture di cemento, vetro e acciaio. Ogni tanto una folgore si riflette sulle facciate antistanti, andando ad illuminare la strada sottostante e gli occhi di tutti. In tutto questo il Genin della Nota Nera non si volta completamente verso il medico, non in principio almeno. Torce solo il busto, di circa novanta gradi, andando ad accompagnare la medesima torsione, in senso orario, del collo e del mento, così da avere la fronte rivolta all'altra, ma il corpo di tre quarti. < Ti aspettavo. > Commenta brevemente, laconico e conciso. < E' un buon posto per parlare questo ? > Incalza, sinceramente interrogativo. Non si guarda attorno, non ne ha motivo, ora che lei è lì. La mano libera rimane lungo il fianco, bilanciando la gemella impegnata con l'ombrello. Il manico di quest'ultimo è stretto tra le dita adunche e sottili, pallide, che risaltano contro il nero delle sue vesti.[Equip: kunai x1|tonico pf x1|tonico chakra x1|fuuda tronchetto x1] [Sotto la Tettoia] Lui ricambia quel saluto in maniera pacata come sempre, voltandosi in di lei direzione solo parzialmente. Insieme a loro molte persone si sono accalcate in quel posto, forse perchè sprovviste di ombrello o in attesa che spiova un minimo, sembra più affolato del solito quel luogo. << Non credo. Cerchiamo un locale? Dato che la zona è un quartiere pieno di labortori e studi, è anche ricco di piccoli barettini che per pranzo restano aperti per rifocillare i lavoratori. << Punterei a qualcosa di caldo, hai preferenze? >> Domanda prima di allontanarsi da quel riparo guardandosi attorno con quegli occhi verdi brillanti. Ancora quella tinta non l'ha abbandonata, ancora non è riuscita a fare granchè con quegli occhi se non vedere la gente morta o che ha ucciso lei stessa. Tuttavia cercherebbe di non allontanarsi troppo dal ragazzino, in fondo sono due nanerottoli in giro per il flusso di gente che torna a casa da lavoro. << La forse c'è un posto! >> Guardando avanti con lo sguardo, indicherebbe una piccola trattoria in un angolo, che non sembra particolarmente affollata all'interno. Se lui le avesse fatto un cenno positivo, allora si sarebbe mossa in quella direzione, senza staccarlo di molto certo, tenendo ben saldo il proprio ombrello sotto il quale Kimi svolazza appena e si poggia ogni tanto su quelle astine metalliche che sono la struttura di quell'oggetto. Se fossero sopraggiunti davanti al locale senza troppi intoppi, allora la rossa vi si sarebbe pure avventurata all'interno, decisamente stanca di quella pioggia battente, stanca in realtà di moltissime altre cose. [Chakra ON] [Strada] L'ennesima folgore poi l'ennesimo tuono. Si susseguono così quei fenomeni atmosferici che dominano i cieli sopra il Villaggio dei Sei. I lampi si fanno più violenti, man mano che il Sole abbandona questo Mondo, in favore delle prime stelle, nascoste dalle nubi oscure. Non c'è luce, però, nemmeno quella dei lampi, che riesca a rischiarare gli occhi del giovane Uchiha, bui come pozzi senza luce. Entrambi sono fissi sulla Kokketsu, studiandone le reazioni mimiche, il volto, lo zaino, le occhiaie. Gli occhi verdi acceso. E , sebbene la sua vista sia ottima, è solo un altro squarcio di fulmine nel cielo che riesce ad illuminargli un pensiero circa le condizioni di Shizuka. < Tutto bene ? > Domanda, in tono baso, pacato, quasi rispettoso, ma che esita ed indugia, nella sua insicurezza sociale. Glissa così le prime risposte dell'altra, andando a puntare diritto verso il proprio quesito. < D'accordo. > Finisce per seguirla, acconsente a muoversi di lì, trascinandosi con sè l'ombrello e qualche mugugno di troppo per aver urtato questo o quel passante, nella calca sotto la tettoia. < Un ramen, magari. > Tipico di...Oto, no ? Una Nota stonata, non c'è che dire. La segue pari passo, o quasi e , mentre camminano, può notare la farfalla di sangue che svolazza assieme alla Kokketsu, come sempre, accompagnandola persino in quella tormenta d'acqua e tuoni e lampi. < Nh ?! > Un mugugno, quello che si stampa contro le labbra, smorzato proprio da quest'ultime, finendo irrimediabilmente per morire nella cacofonia di suoni e rumori del quartiere. Non porge domande circa quella farfalla, ma annuisce soltanto, all'indirizzo altrui, quando indica un posto preciso, un ristorante non molto affollato. [Locale] Quella domanda diretta di lui viene glissata, come con Akainu non vuole smollare i suoi pensieri pesanti su quei ragazzi che hanno ben altro da fare. La segue, propone un ramen fino a sopraggiungere a quel locale non troppo affollato, dove la rossa entra, chiudendo l'ombrello al volo dopo che Kimi si è poggiata sopra la spalla della Kokketsu. << C'è posto per due? Magari un poco tranquillo? >> Chiede a colui che si presenta per farli sedere, attendendo di essere scortata in un posto del locale dove vi sono come delle piccole stanzette private, un tavolino da quattro persone con delle paratie che lo tengono più riparato. Andrebbe a sedersi all'interno, poggiando ombrello e zainetto in un posto che non infastidisca il moro. Una volta fuggita da quella tempesta la nanerottola si lascerebbe un poco andare, poggiando braccia e testolina rossa sul tavolo innanzi a se dove il cameriere ha lasciato un menù. << Sono solo un po' stanca e ho tante cose per la testa. >> Gli sorride da quella posizione, come se volesse implicitamente suggerirgli che però non c'è alcun bisogno di preoccuparsi. << Mi dispiace per l'altra sera, non volevo farti scomodare tanto tardi. >> Il faccino si incupisce di nuovo, si sente veramente molto in colpa per averlo costretto a muoversi a quella velocità per lei. Gli occhi verdi vanno alla ricerca di quelli neri dell'altro, ci si perdono di nuovo, troppo simili a quelli di Yasuhiko che non vede da troppo. << Ho paura che i tuoi occhi mi faranno diventare matta prima o poi... >> Le sfugge quel commento dalle labbra, è veramente troppo stanca. << Sono troppo simili a quelli del mio fratellino... >> Lo definisce così forse per la prima volta da anni, quando erano piccoli erano stati soprannominati i gemelli dai bambini del quartiere, anche se non si somigliavano per nulla. [Chakra ON] [Strada] Si addentra all'interno del locale, sollevato dal tepore che lo accoglie. Le braccia fredde, fasciate , in parte, dai bendaggi da allenamento, ne giovano immediatamente. Una zaffata di odori e fumi lo investe, lasciando solamente intuire cosa possa essere cucinato nelle sale di quel ristorante. Si sofferma sull'uscio, andando a richiudere l'ombrello con gesti flemmatici,ma precisi. Afferra il manico con entrambe le mani, andando a scuoterlo con dei colpetti decisi , a bassa ampiezza, ma alta velocità. Cerca, così, di liberare l'ombrello dalle gocce d'acqua residua, la stessa che ora si ritrova tra i capelli, quando la mano sinistra, liberatasi, si infila nella chioma corvina, scompigliandola ancor più, se possibile, nel tentativo di togliere un ciuffo di capelli dalla vista dell'occhio destro.Lo sguardo spazia in lungo e in largo in quel ristorante, andando ad anelare un tavolo che possa permettere loro un colloquio indisturbato e discreto. Lascia cadere quella sua prima domanda, mollando la presa sulla curiosità che alberga in essa, preferendo lasciar correre, come fosse semplicemente colpa del chiasso che copre le parole, almeno fin quando non raggiungono il luogo designato. La risposta, però, giunge poco dopo, quando vengono instradati verso un tavolo in disparte, sicuramente più adatto del marciapiede. < Capisco.> Tronca, di netto, lasciando che la confidenza acquisita con l'altra non sia d'intralcio al loro discorso, né alla fluidità di quest'ultimo. Si siede al posto di mezzo, né lontano, né vicino alla Kokketsu, ma a distanza tale da poter consumare un pasto frugale, ma parlando con voce abbastanza bassa da non essere udito da orecchie estranee alla conversazione. < Nh ? > Batte le ciglia, però, una volta soltanto, a quel seguito verbale. <...> Non replica immediatamente, meditando sul da farsi. Una pausa, ecco, voluta e cercata. < Non sapevo avessi un fratello. > E perché avrebbe mai dovuto, in fondo ? La risposta è tiepida, titubante, esita quel che basta per permettergli di affondare gli occhi neri, come schegge d'ossidiana, che si infilzano nel verde brillante dell'altra. < Non preoccuparti per l'altra sera. > Conclude, in tono pacato, basso, tranquillo. [Locale] Si alza dal tavolino, quel corpicino troppo formoso scivola su di esso come un gatto pigro farebbe nello stiracchiarsi le zampe anteriori. Sospira a mezza voce, lasciando che quel nervosismo, quella tensione si allenti. << Non è un fratello di sangue. Siamo cresciuti insieme fin dall'età di sei anni. E' un Uchiha anche lui. >> Gli rivolge un sorriso pacato, come a sottolineare il fatto che consideri un fratello qualcuno che condivide con il qui presente qualche gene. Però è sparito, allontanatosi da lei in maniera quasi totale per varie ragioni. << La missione è stata spaventosamente dura. Il mio compagno di team ha subito una lesione al bicipite del braccio destro e una frattura multipla e scomposta di radio e ulna del braccio sinistro. >> Si mette così dal nulla a raccontare quanto realmente accaduto, sa che non è stupido e condividere quelle informazioni generiche non è così terribile. << L'altra ragazza ha rotto lo sterno e incrinato alcune coste. >> Non parla di se stessa, forse perchè i suoi danni sminuirebbero la cosa. Poi torna quello sguardo verde su di lui, prima stava fissando il bicchiere davanti a se. << Come mai sei corso in ospedale l'altra sera? >> La domanda è pregna di curiosità, ha riletto il messaggio più volte ma non riesce a cogliere il grado di urgenza con il quale invece lo ha letto il moro. Kimi nel frattempo si è posata su una delle sedie, per non dare fastidio e per non sfiorare per errore Katai con le proprie ali velenose. Il cameriere dovrebbe tornare, bussando prima di affacciarsi. << Un ramen caldo con il maiale grazie! E dell'acqua! >> Non vuole anche il thè e sente che dovrà stare lontano dal Sake per un po'. [Chakra ON] Si siede con precisione, avvicinando poi la sedia al tavolo, per favorire la postura che si flette in avanti, così da andare a poggiare i gomiti sul bordo dello scranno. Le mani si giungono, sulla superficie lignea, intrecciando le dita in un dedalo di ossa, sangue e pelle. Le spalle leggermente anteposte, come ali di un nero rapace, curvo sul proprio trespolo, assiso in cerca di qualcosa che meriti la sua attenzione. In questo caso, però, è Shizuka ad avere la sua completa concentrazione. I pantaloni neri, ampi e comodi, che permettono qualunque movenza senza ostacolarne nessuna ; vengono sgualciti dalla seduta che si approfondisce appena, assestando la posizione guadagnata. La sua figura, di nero vestita, si esalta in quella netta contrapposizione cromatica, che vige tra il tessuto indossato e la pelle al di sotto. O al di sopra, nel caso del volto, dai tratti obliqui e ripidi, scoscesi, riuniti nel mento aguzzo che è crocevia dei suoi lineamenti. < ... > In silenzio la ascolta, torcendo leggermente il mento in sua direzione, per poterla osservare in volto, così che lo sguardo buio, derubato della sua luce, riesca a dilagare su i tratti altrui, indagandone le reazioni, quasi volesse scardinarne la verità in una sola occhiata, senza che ella apra bocca. < ?! > Le sopracciglia sussultano, all'udire quell'informazione snocciolata da una stanca Shizuka. < Un Uchiha ? > Ripete, schiudendo le labbra, incredulo. < Forse mi avevi già accennato a lui, allora. > Tenta di rievocare delle memorie dei loro precedenti incontri, andando a rovistare nella memoria- la stessa che gli è stata modificata e sottratta, salvo poi essere restituita, proprio qualche tempo fa. < Non ho ancora affrontato missioni così dure. > Rivela, titubante. < Sono corso perché ho creduto fosse importante, per entrambi. > Annuisce appena, sottolineando il suo dire. < Hai parlato di un argomento a me caro, nel messaggio. > Continua, incalza. < Lo sai. > Edit: Quando l'inserviente entra nella stanzetta, lo osserva < Un ramen e del thè verde per me> Asserisce, in direzione del cameriere. [Locale] Gli sorride, << Sicuramente. Yasuhiko ho pure il suo nome tatuato addosso. >> Il nome, una cosa così banale, quelle quattro lettere, quel soprannome impresso per sempre sul suo corpo, marchio nero su un corpo candido che sanguina sempre di nero. E poi un pensiero nuovo le compare nella mente, fare un elenco, segnare su quel corpo ogni persona che sia abbastanza importante da essere ricordata. E incredibilmente il pensiero non finisce sul ragazzo, non di nuovo come anni prima: che sia maturata? La testolina rossa viene scossa, come a scacciare quell'idea malsana per la quale ha bisogno prima di una risposta dal soggetto stesso. << Io spero che tu non debba mai farlo. E' stato spaventoso. >> Le braccia vengono incrociate attorno al corpo, istintivamente, anche se vaa finire che così accentua quel davanzale. Ma al di la di questo ottiene una risposta a quella istantanea reazione del morettino. << Abbiamo affrontato uno Sharingan con tre Tomoe. >> Si forgia di quel termine appreso da Akainu, utilizzando una parola che lui sicuramente potrà capire. << E' stato tremendo e io non voglio che nessun membro del mio team rischi la vita per colpa di quel potere. Devo poterli proteggere sempre. >> Lo sguardo verde è decisamente acceso, vivo, sicura di quanto dice, per quanto ormai nella testolina rossa non sia più Saigo la figura da proteggere maggiormente ma sia Nobu. << Ho bisogno di imparare e conoscere quei tuoi occhi, di cosa sono in grado e come contrastarli. Ho solo pensato che scoprire la storia di chi siete avrebbe aiutato e poteva interessarti studiare insieme. >> Alla fine perchè non studiare una materia insieme invece che dividere le forze? Inoltre l'altro avrebbe potuto scegliere cosa fare, se continuare la vendetta di suo nonno o meno. Il cameriere come arrivato se ne va con le ordinazioni, per poi tornare poco dopo almeno con le bevande. << Ti va di farlo insieme? >> E' stanca, le frasi a doppio senso non le coglie manco quando è sveglia, figurarsi ora. [Chakra ON] L'ordinazione viene elargita con disinvoltura, sebbene non abbia realmente fame, ma è solo un gesto formale per accaparrarsi il tavolo e tenere a bada le grinfie degli inservienti. Solo ora, in seguito alle parole altrui, si lascia sprofondare nella seduta, appoggiando la schiena alla sedia e adagiandosi completamente su di essa. Inspira, gonfiando il petto, sollevando le spalle, espandendo la cassa toracica sotto quella maglia nera, dal collo alto e circolare, che sfiora il mento. Il respiro quindi ricade all'esterno, nuovamente, attraverso le narici, in uno sbuffo sonoro che porta con sé anidride carbonica e dubbi. < ... > Non risponde, non in principio, ma rimane ad osservarla con occhi fissi e indiscreti, sicuramente insistenti. Sembra volerle strappare ogni informazione dalla faccia , prima ancora che possa esplicitarla. Lo sguardo nero pare un gancio affilato che trapana la mente. < Conosco molto poco dello Sharingan.> Ammette, sincero. < Ma indubbiamente so di cosa possa essere capace appena risvegliato.> Serio in volto, duro nei lineamenti, ma non nel tono della voce, che si presta all'accondiscendenza , almeno nei suoi confronti. < Ci sto. > Commenta, solamente, laconico e conciso. < Come e da dove hai intenzione di partire ? > Domanda, curioso. < Saprai sicuramente che il mio clan non permetterebbe mai ad un'estranea di studiarne i segreti nel dojo.> E' scontato, sebbene nemmeno lui sia un assiduo frequentatore di quel posto. < Quindi dovremo trovare un altro modo. > E ora allunga la propria mano verso la bevanda servita dal cameriere, iniziando a sorseggiarla, ma mantenendo sull'altra le iridi d'ebano. [Locale] Ancora lei racconta, da informazioni e spiega il motivo per cui vorrebbe indagare sulla storia di quel clan. Lui la osserva, paziente, scrutandola come se la rossa nascondesse mai qualcosa su quel faccino tondeggiante. << Ho chiesto ad Akainu, lui mi ha detto spiegato parecchie cose già. Ma penso che una lezione di storia sia ugualmente utile non trovi? >> Domanda con un sorriso sul viso, mentre poco dopo finalmente giundono i ramen caldi, forse troppo per essere ingurgitati immediatamente, almeno per lei. Magari possiamo andare nelle grandi biblioteche, non so se ve ne sia una a Oto ma sono sicura che a Kusa ci sia, e forse anche in centro. >> Insomma da qualche parte la storia del passato dovrà essere narrata, se non sui libri almeno sul ninjanet. Nemmeno aveva ipotizzato di entrare nel Dojo Uchiha, ormai ha ben chiaro quale sia la segretezza che ogni clan decide di applicare. Si versa un poco di acqua nel bicchiere prima di sorseggiarne un poco. << Piuttosto... come stai tu? Hai davvero intenzione di farti un tatuaggio? >> La domanda sembra campata per aria considerato il discorso appena affrontato ma forse in qualche angolo recondito della testa ha bisogno di distrarsi, di allontanarsi dal caos e dal nervosismo accumulato, una sera per non pensare a Noumu, ai bambini morti, al team. << Hai fatto qualche missione? >> Chiede, domanda si informa, su cose che non la riguardano, per scappare dai suoi demoni che al momento la torturano non poco, facendola dormire sempre meno la notte. Lo sguardo verde è fisso sul viso altrui, quel faccino poco espressivo che si contrappone a una gentilezza quasi sempre presente nel verbo. [Chakra ON] [Locale ! Interno] Le dita della mano destra si stringono attorno al bicchiere di thè verde, cinque falangi adunche e sottili che si prendono il loro tempo per strangolare quel contenitore , senza finire irrimediabilmente per gettare a terra il liquido che contiene. <...> Il gesto di flessione del gomito e della spalla è preciso, misurato, lento, così che possa portare alle labbra la preziosa bevanda.Prende un sorso lungo, prolungato, continuo, inspirando dalle narici mentre ingurgita ancora e ancora. < Cos-? > Rimane interdetto, stupito, esterrefatto. Le sopracciglia si sollevano verso l'alto, strabuzzando gli occhi, disegnando una ruga sulla fronte, altrimenti limpida e liscia. Le labbra schiuse, ancora inumidite dal liquido verdastro e caldo, fumante. < Akainu ? > Ripete, fissandola costantemente. < Cosa ti ha detto ? > Nemmeno a lui ha elargito tali conoscenze e non sapeva nemmeno che ne avesse, lui, reietto di quel clan, che non ha stretto alcun buon rapporto con loro, proprio come il giovane Uchiha. < Credo che tra me e lui si sia creato un muro fatto di silenzi e incomprensioni, soprattutto riguardo la sua ragazza. > No, non è gossip, è la pura e semplice verità, che ha appreso giusto il giorno stesso, dalle parole della Sabaku stessa. < Ad Oto c'è una biblioteca al campo d'addestramnto, ma credo che simili conoscenze oramai siano di appannaggio del Villaggio dei Sei, non trovi ? > domanda, avanzando quell'ipotesi. L'argomento poi devia considerevolmente, virando verso vette più leggere < Forse, chi lo sa..> Annuncia, mentre i ramen vengono portati e poggiati sul tavolo, ancora fumanti, bollenti. Lo sguardo cade sul proprio piatto, salvo poi risalire la sagoma della Kokketsu, piantandosi sul suo viso. < Ho partecipato a due missioni di grado D. > Rivela, annuendo a sua volta. < L'ultima proprio con Akainu e Kore > Dichiara, in tono più basso, più grave. [Locale] Attenzione qui si scoprono gli altarini, Shizuka ha guadagnato abbastanza rispetto da Akainu per avere delle rivelazioni che il bruciacchiato non ha fatto nemmeno a Katai in persona, un membro del suo stesso Clan! << Forse cose che per te sembrano banali! >> Cerca di limitare quello che a conti fatti potrebbe essere un inizio di dissapori fra i due. << Tipo che la virgoletta nel vostro occhio si chiama tomoe. Che prevedete le cose e che tre tomoe è il grado massimo raggiungibile. >> Questo ciò che ricorda, da quello scontro semplice in cui lo ha letteralmente distrutto con la di lei rapidità di azione. Ma a quanto pare non c'è alcun bisogno che sia lei a mettere delle pulci nell'orecchio al giovane dagli occhi neri. Pare che si sia già accorto di avere difficoltà a raggiungere il consanguineo. << Che cosa c'entra Kore? >> La domanda sorge spontanea, oltre al fatto che anche la bionda è rimasta indietro in quel turbine che ormai è la vita della rossa. Non è che voglia spettegolare ma sembra preoccupata di quello strano triangolo. Il quattordicenne le rivela poi che anche Oto possiede una biblioteca, in prossimità del campo di addestramento, però conviene con lui che ormai quella storia probabilmente sarà di dominio pubblico. << Potremmo anche parlare con dei ninja un poco più anziani... >> La prima che le passa per la mente è Furaya, poi Tenjiro, chissà perchè non il contrario. Comunque quelle idee si susseguono su come reperire quelle notizie, spremendo le meningi di entrambi. Per quel che riguarda il tatuaggio lui resta sul vago, però le racconta delle missioni, così che possa concentrarsi su quelle almeno. << Non sembra essere andata benissimo dal tono... >> E' una domanda posta come affermazione, dato che sembra aver quasi boffonchiato le ultime notizie. Lo sguardo verde si fissa su di lui, mentre le manine spezzano le bacchette di legno per poi iniziare ad armeggiare con il ramen e il suo manzo. [Chakra ON]
Giocata del 21/10/2022 dalle 15:10 alle 18:47 nella chat "Quartiere Scientifico"
[Locale|Interno] Tiene ora il bicchiere ricolmo di thè verde , proprio nella mano destra, stringendolo con forza, sino a sbiancare le nocche.Non sbuffa, non batte ciglio, sembra quasi non respirare, persino. Lo sguardo nero si approfondisce sull'interlocutore, fissandolo in volto, diretto, insistente, indiscreto. L'ombra delle iridi dilaga su tutto. Non si muove nemmeno dalla posizione guadagnata sulla sedia, totalmente dedito e concentrato all'ascolto della kunoichi. <...> Tomoe.Potenza.Preveggenza.E' tutto ciò che l'altra ha da rivelare, è tutto ciò che gli viene mostrato, ma che, in parte, non conosceva neanche lui. Non si è preoccupato di studiare il nome della lacrima nera che giace nello Sharingan, sebbene abbia già avuto modo di osservarla allo specchio e non solo. < Mio nonno aveva quelle tre lacrime nello Sharingan..> Esala, schiudendo le fauci, ma non per bere, bensì per tornare a respirare. < Sì esatto. E' come se il mondo rallentasse. > Socchiude lo sguardo, il mento si abbassa di qualche grado, mentre rovista nella mente per cercare le parole capaci di descrivere l'abilità dello Sharingan. < Riesco ad anticipare la traiettoria del volo degli uccelli..> Inizia < ..so dove andrà a finire una penna che cade dal tavolo.. > si sofferma <..è come se potessi percepire con un istante di anticipo ciò che accadrà. > No, non precognizione, ma preveggenza, appunto. < Kore ? > Domanda ora, retorico, tornando a fissare il medico, così anche il suo ramen fumante. < Mi ha detto che Akainu non sarebbe felice di vedermi ad oggi. > Rivela, su due piedi - anzi, su due natiche, poggiato pesantemente su queste. < Non conosco il motivo, ma forse c'entra la missione che abbiamo affrontato insieme. > Commenta, stringendosi poi nelle spalle, preferendo andare a spezzare le bacchette per adoperarsi con il proprio pasto. Eppure, ancor prima di aver anche solo bagnato le posate, si rivolge ancora all'altra, alzando gli occhi bui su di lei. < Non conosco molti shinobi anziani, anzi, nessuno..> Tradisce, amareggiato. [Locale] Il manzo finisce nelle labbra della ragazza, che sembra abbastanza soddisfatta di quello che ha iniziato ad assaggiare. Ma prima di questo il morettino si lascia sfuggier che il nonno era uno shinobi di tutto rispetto, in grado di utilizzare ben tre tomoe. Poi racconta cosa significhi per lui usare quel problema di preveggenza, rallentare gli uccelli, salvare le penne che cadono dal tavolo. Un sorriso le si dipinge sul viso, riesce quasi a immaginarsi il quattordicenne che scopre certe cose un poco alla volta, stupendosi di ogni istante risparmiato. << E ti piace questa abilità? >> La domanda viene posta con una spontaneità totale, come se volesse indagare quali sono i suoi rapporti con quegli occhi rossi, senza prendere in considerazione il resto della famiglia. << E perchè mai non lo sarebbe? Non fidarti troppo di lei comunque, soprattutto se c'è di mezzo Akainu. E' molto gelosa! >> Lo dice con tranquillità e un filo di tenerezza e comprensione nella voce. Ha colto quanto l'amica sia morbosamente attaccata all'Uchiha, cosa che un poco la fa sempre pensare a Kan. Di nuovo viene menzionata in rispsota quella missione affrontata insieme, che però non è nemmeno stata esplicitata in maniera più completa. << Non mi hai mica detto cos'è successo ancora! >> Sottolinea la disattenzione altrui o il fatto che glissi di proposito, mentre si avventa su quella pasta immersa nel brodo di carne. Attenderebbe qualche istante, ascoltando le risposte e i dubbi altrui. << Beh anziani mi sembra un poco esagerato. Ma possiamo chidere a due di Konoha che conosco! Una è Furaya Nara, l'altro un mio collega, Tenjiro Hyuga. Sono sicura che loro avranno delle notizie storiche da darci a riguardo, almeno la prima. >> Insomma mette a conoscenza l'altro dei nomi di coloro a cui è rivolto il di lei pensiero, in fondo chi conosce di più anziano di loro? Mattyse manco lo considera e nemmeno Rasetsu. [Chakra ON] [Locale|Interno] Solo ora si dedica al proprio ramen, accostando il petto al bordo del tavolo e andando a poggiarvi sopra i gomiti, così che le bacchette possano scendere perpendicolarmente alla brodaglia, immergendosi nella zuppa di uova marinate e maiale. Si fa largo tra il mais sparso qua e là, cercando di arrotolare una porzione di noodles al meglio che può. Il volto è flesso, in direzione della portata, ma non manca di porgere le orecchie all'ascolto di Shizuka. L'odore del piatto irretisce i sensi e riempie le narici, eppure la mente rimane concentrata sulle parole altrui, quasi fosse una mera distrazione per lui, il ramen s'intende. < Nh ? > Si ferma, infine, dinanzi alla prima domanda che gli viene posta. Batte le ciglia, una volta solamente, sollevando le iridi nere. < ..nessuno mi ha mai chiesto se mi piacesse..> Un'insolita questione per un insolito Uchiha, niente di più e niente di meno, ma la sua reazione è decisamente singolare. < Sì. > Taglia corto. < Vorrei essere capace di svilupparla maggiormente. > Rivela parte dei suoi allenamenti, quindi. < Vedere oltre il momento attuale, poter capire l'attimo futuro che fugge..> Discorsi che vanno ben oltre la sua giovane età,dimostrando una maturità differente rispetto ai suoi coetanei. < ...è come guardare attraverso un'illusione costante. > Sospira. < ..ogni attimo vissuto è già passato e può essere anticipato. > Stringe le labbra, poi, facendosi più scuro in volto. < Non ne ho idea Shizuka-san.> Replica, in risposta alla sua seconda domanda. < No, non mi fido di Kore, ma devo potermi fidare di Akainu ed ora..> si sofferma, dubbioso, esitante. < ..non so se posso. > Torna a serrare le labbra, sigillando la bocca ancora una volta. < Ti spiego in breve: ci siamo trovati a dover salvare degli operai che lavoravano ad uno scavo sul Monte dei Volti di Konoha. > Inizia, finendo per abbandonare le bacchette da un lato. < Kore si è sentita , in qualche modo, 'comandata' da me, come se le avessi impartito degli ordini. > Si sofferma, ancora. < Ci siamo punzecchiati a vicenda. Lei ha tentato di abbandonare la missione.> Conclude, grave. < Diciamo che la nostra affinità, in team, non è proprio la migliore. > Ma si rianima, poi, dopo quel monologo , andando ad illuminare il volto. < Ho conosciuto Tenjiro Hyuga ! > Esclama, nel piacevole ricordo del medico-filosofo. < Ma Furaya Nara no, chi sarebbe ? Come possiamo contattarla ? > Incalza, volenteroso. [Locale] Quella risposta stupita giunge mentre lei è alle prese con i noodles. Riesce a malapena a mandare giù il boccone prima di ridacchiare divertita. << Penso sia una cosa normale no? Io adoro le mie abilità, mi fanno sentire protetta e penso che siano uno dei modi migliori per esprimere chi sono in realtà. >> Vogliamo parlare di quelle ali che ha creato? O delle lance di sangue che usa per ferire i nemici? Ogni oggetto che viene creato parla di lei, in un modo o nell'altro, e considerato che la ragazza è un artista, questo è ancor più significativo. Ascolta le parole altrui, sembra che sia veramente molto intrigato da quegli occhi, da ciò che possono svelargli, sembra davvero che quel mondo lo soddisfi. << Sono contenta che ti piaccia, hai già scoperto una cosa in più sugli Uchiha in questo modo! >> Sembra così banale e scontato no? Eppure lui forse nemmeno ci aveva fatto caso che una delle prime scelte riguardo a quanto chiesto dal nonno sarebbe stata proprio su quanto amore riversare in quel potere e se utilizzarlo o meno. Ma la seconda domanda posta ottiene una risposta forse un poco più stanca, dubbiosa. Non si fida della Sabaku ma vuole fidarsi di Akainu: << Se vuoi posso chiederlo io a lui. In fondo ho il suo numero... >> Di nuovo a semplificare i problemi altrui, cercare di aiutare per quanto possibile, in maniera disinteressata. Ascolta quanto avvenuto in missione, il fatto che la sua amica fennec si sia sentita costretta da qualcuno di cui non riconosce la forza. In fondo non la conosce sotto quell'aspetto, ma le sembra comunque un poco guerrafondaia almeno dal punto di vista del morettino. << Io credo di aver trovato il miglior team di sempre solo l'altra notte. >> Un commento nuovamente relativo al Ryuuzaki e alla Manami, che ormai considera compagni contro la morte. Fortunatamente quel riferimento agli anziani rianima un poco l'amico, tanto che il faccino pallido della ragazza sorride mentre di nuovo mangiucchia qualche pezzo di carne. << Tenjiro è una persona fantastica. Per quanto riguarda Furaya ho il suo numero, le manderò un messaggio. >> Ma di quante cavolo di persone ha il numero di telefono sta nanerottola? Basta spacciare contatti! [Chakra ON]
Giocata del 21/10/2022 dalle 21:31 alle 23:30 nella chat "Quartiere Scientifico"
[Locale | Interno] < Non mi hai mai parlato delle tue abilità. > Commenta, curioso, mosso da quella iniziativa che è solito prendere, soprattutto con chi ha in confidenza. L'insicurezza sociale, in questo caso, sparisce, ma permea ogni reazione, nel profondo, come parte di quel carattere che si trascina dietro da quattordici anni e mezzo - più o meno. < Devo saperne di più, Shizuka-san.> Ammette, affondando le bacchette nell'ennesimo intreccio di noodles e maiale e uovo.Il movimento è impulsivo, più frenetico, quasi rabbioso. Sfoga la millesima parte di un nervosismo palpabile. < No, non c'è bisogno che lo faccia tu. > E' deciso nel tono, sicuro nella voce. Lo sguardo basso, mentre tenta di far fronte all'ennesimo boccone di spaghetti , arrotolando quest'ultimo con le bacchette trattenute con la mano destra, mentre la gemella si occupa di tenere fermo il piatto , ancora caldo. < Nella missione di cui mi accennavi ? > Domanda, incalzando l'altra. Inspira, profondamente, dopo aver ingurgitato l'ennesimo boccone. Le spalle si sollevano, il petto s'espande, la cassa toracica si schiaccia contro la maglia nera, dal collo alto. < Arigatou Shizuka-san.> La ringrazia della sua premura e della sua disponibilità, annuendo appena, in una flessione breve del mento, che sottolinea quanto detto. < Cosa pensi che possa sapere questa furaya Nara riguardo a gli Uchiha ? > Domanda, dubbioso, non conoscendo il soggetto, non ha modo di capire o comprendere a fondo quello che può aspettarsi da un soggetto del genere. Così , poco dopo, torna a poggiare le bacchette sul tavolo, prendendosi una pausa. [Locale] La testolina si muove di lato, stupita dal fatto che ci sia bisogno di parlare delle di lei abilità. Si ferma proprio mentre stava tirando su dei noodles in realtà in una posa molto divertente. << Mhm? >> Come a sottolineare qualcosa di ovvio. Finirebbe quel boccone, berrebbe un sorso di acqua per poi rispondere. << Beh sono una Kokketsu no? Diciamo che in generale assomiglio un poco a Kore, posso creare oggetti con la mia abilità. >> Insomma una creatrice di costrutti, ma lei non lo fa certo con della bellissima sabbia dorata. << Utilizzo il mio sangue per farlo. >> L'affermazione viene fatta con una naturalezza sconcertante, come se fosse una banalità, anche se in fondo non è poi così normale combattere utilizzando la propria linfa vitale. Eppure quel discorso viene abbandonato per condividere un poco di felicità con l'altro, riguardo al fatto che sia soddisfatto del proprio potere, eppure la reazione è abbastanza nervosa. << Hey Katai! >> Lo richiama, come a focalizzare l'attenzione su di sè, cercando di allontanarsi dal nervoso. << Ne saprai di più! >> Una certezza, deve solo avere pazienza, troveranno il modo. L'aiuto per quel che riguarda Akainu viene rifiutato, viene ascoltata però per ciò che riguarda il resto: << Si senza di loro sarei morta probabilmente. >> Di nuovo lo dice con una tranquillità inusuale, mentre lo sguardo si fissa un attimo nel nulla per poi tornare sulle uova nella ciotola. << Furaya ha combattuto la grande guerra. Quanto meno potrebbe sapere delle leggende. >> Teorie, dicerie alla peggio. Comunque quella donna ha vissuto prima di affrontare quel cataclisma, qualcosa dovrà pur conoscere del suo vecchio mondo no? Era Hokage poi! [Chakra ON] Chino sul suo piatto, non solleva la testa, almeno fin quando l'altra non accenna alla sua abilità, nonché alla somiglianza con la Sabaku. Che cosa hanno in comune ? Dal suo punto di vista, davvero niente, ma è indubbio che i loro doujutsu li accomunino - almeno a detta del medico. < Kore controlla la sabbia e la manipola e la modella..> Afferma, dopo aver ingerito un boccone di spaghetti, trascinando dietro anche un pezzo di maiale sfilettato e arrostito. < ..tu come fai a farlo con il sangue ? > La domanda banale, sincera, curiosa. La ricerca, totalmente innocente, di una comprensione maggiore delle abilità altrui. Non ha motivo di sfidarla, tantomeno non riesce ad immaginare un futuro in cui possa averla come nemica, quindi i suoi quesiti sono rivolti perlopiù con lo stupore e la sorpresa della sua giovane età. < Nh ? > Il suo nome echeggia nella bocca dell'altra e così finisce per sollevare gli occhi dal piatto, piantandoli dritti in quelli altrui. La notte divora il verde. < Sei riuscita a sopravvivere ad una missione così pericolosa , Shizuka-san..> Inizia, andando ad alludere ad altro, confermandolo poi nel proseguo del discorso. < ...come ninja medico è tuo compito sopravvivere più a lungo degli altri, non è così ? > Domanda, infine, quasi fosse una cosa scontata, da protocollo. < ..come fai a fronteggiare la morte in quel modo ? > Il quesito che riversa fuori di getto, lapidario, improvviso. < Potrebbe aver combattuto con gli antenati del mio clan, quindi ? > Questiona, lasciando ferme le bacchette, immobili sul bordo del piatto. [Locale] Il fatto di spiegare la propria innata come quella della fennec confonde un poco il quattordicenne, che considera il tutto ad alta voce. << Beh è roba mia no? E' un liquido alla fine, lo impregno di Chakra e lo modello, esattamente come Kore fa con la sabbia no? >> Ovvio, banale, scontato. Non è utile specificare che si possa fare solo con il Chakra suiton, non è importante dirgli che possono anche infettare la gente con quel potere. In fondo questi sono segreti che forse vedrà disvelati se mai combatteranno insieme. Quel nome pronunciato per distrarlo da quel nervosismo ottiene l'effetto sperato tant'è che si ritrovo quel mare nero addosso, concentrato sull'erba smeraldinea. Boffonchia qualcosa riguardo la missione, per poi fare una domanda che suona retorica ma che lei non condivide per nulla. << Come ninja medico il mio compito è quello che nessuno muoia durante la missione. Non di sopravvivere più degli altri. >> Non avrebbe mai permesso a qualcuno di lasciarci le penne prima di lei, questo è qualcosa che non è cambiato nel corso delle missioni. << Affrontare? Noi eravamo lì per fare una missione, ci siamo solo ritrovati in una casino molto più grande del previsto e credo sia solo stato istinto di sopravvivenza.... >> Non ha affrontato proprio niente, ha cercato di bloccare quella macchina da guerra, e ora cerca di studiarla per non soccombere allo stesso modo di nuovo. Riguardo alla decima poi pone quella domanda. << Forse. Sinceramente le lezioni di storia in accademia mi annoiavano a morte. Però glielo chiederò! >> Insomma è un modo come un altro per arrivare a delle nozioni, se la Hokage non sa nulla verrà messa da parte. [Chakra ON] < Mh. > Un mugugno, un sussulto della voce, un singhiozzo verbale che si anima nella gola, per poi strozzarsi contro le labbra giunte, sigillate tra loro. E' l'unica risposta che fornisce , in principio, alla spiegazione dell'interlocutore. < Kore dice di essere più forte di me. > Inizia, affondando nuovamente le bacchette nella brodaglia. < E forse è vero. > Continua, spintonando i noodles contro i pezzi di maiale e mais sparso ovunque. < Ma devo trovare un modo per batterla, altrimenti non riuscirò mai a spiegarmi con lei.> Non che sia davvero interessato a gettare un ponte tra lui e la Sabaku, ma è importante che lo capisca, poiché intimamente legata all'unico membro del clan Uchiha che conosce e di cui può o deve fidarsi. < Non ho ancora riconosciuto il suo punto debole. > Rivela così di averci pensato almeno. < Eh ?! > Solleva gli occhi dal piatto e dal ramen, ancora una volta, gettandoli addosso alla Kokketsu. La chioma corvina che oscilla appena, nel moto del capo, scivolando sulla fronte e ai lati del viso, in un paio di ciocche più lunghe delle altre, ispide e ribelli come un nido di serpi irretite. < Sì, ma se tu cadi per prima, gli altri non avranno scampo. > E' la sua visione delle cose, sicuramente molto personale, indubbiamente originale, ma studiata sulla base delle strategie insegnategli in accademia. < Non credo che siate sopravvissuti solo grazie al vostro istinto, ecco. > Borbotta, tornando sul proprio piatto di ramen bollente, che ora si va lentamente raffreddando, man mano che passa il tempo. < Credo che la storia sia molto importante, invece, Shizuka-san. > Bacchetta, senza guardarla, ora. E' solo la sua voce a raggiungerla. < Dalla storia impariamo il futuro e, confinati in questo villaggio, isolati dal resto del Mondo, è importante conservare la storia, per non perdere la memoria..> Temi a lui cari, per esperienza soprattutto. [Locale] Ascolta il suo punto di vista sulla Sabaku, considerando il fatto che nemmeno lei si sia mai rapportata in termini bellici alla bionda. Forse perchè fondamentalmente non le interessa sfidarsi con qualcuno di cui si fida. << Lei ha cercato di imparare al meglio come difendersi dagli Uchiha. Proprio perchè conosce Akainu. >> Insomma la fennec è un buon muro da sormontare per uno come lui. << Così su due piedi ti direi i Takoyaki. >> Ovviamente sta parlando del punto debole di Kore, << Se non ricordo male le sue salse preferite sono Curry e paprika? Forse ce n'erano altre... >> Eccola che si mette a pensare, mentre prende la propria ciotola con due manine per finire il brodo al suo interno. I punti di vista dei due differiscono sul ruolo del ninja medico, forse perchè li vivono in maniera diversa. << E' questo il punto. Io non cado. >> Gli rifila un occhiolino, il tono è più leggero di quanto forse ci si aspettasse, ma lo dice con una leggerezza incredibile, sembra molto sicura di se, colei che è uscita da quello scontro con solo un livido sul braccio, che sta nascosto sotto gli indumenti. La ciotola ormai vuota sul tavolo sancisce ormai la ormai prossima fine della serata. << Non ho detto che ignoro la storia! Semplicemente non riesco a tenermi in testa tutte le date e i nomi della gente! >> Insomma ha solo la memoria corta per le cose che non le interessano veramente tanto. Il telefono suona, un messaggio le arriva in risposta finalmente da Saigo, un sorriso le si dipinge sul volto, in qualche modo rincuorata anche solo di ricevere un 'sono viva' indiretto. Imparare per non ripetere, ecco forse a cosa può tornare comoda Furaya! Katai le ha dato un buon suggerimento. [Chakra ON] Le bacchette oramai raschiano il fondo del piatto, non c'è molto altro, tranne la brodaglia, là dentro. Gli ultimi noodles vengono arrotolati e portati alle fauci, che, spalancate, accolgono la succulenta pietanza, insaporita d'ogni spezia necessaria e sufficiente a donare a quel cibo il suo caratteristico ed immancabile sapore. < Ha un occhio, che forse riesce a vedere attraverso le illusioni. > O ne è semplicemente immune, ecco. Ma questo lui non può saperlo, poiché non ha compiuto grandi giri mentali durante il loro scontro - unico e isolato - ma bensì ha messo in atto delle strategie differenti, che poi gli sono costate il rapporto con la Sabaku. < Mpf ! > Sbuffa, dinanzi al suggerimento altrui, riguardo il punto debole di Kore ovviamente. Non lo prende sul serio, affatto. Glissa, quindi, la risposta, evitando di proseguire su quel terreno per lui fin troppo ironico, ma amaramente ironico. < No, non cadere Shizuka-san.> Proferisce, ma non prima di aver terminato la brodaglia, ascoltando in silenzio la convinta affermazione altrui. Il piatto viene scansato di lato, così le bacchette, lasciando spazio solamente alle sue mani, ora giunte l'una all'altra, sul tavolo. < Sarà fondamentale, per me, fare tesoro della storia del mio clan, invece. > Serra le labbra, i lineamenti si induriscono, i tratti obliqui si verticalizzano. < Solo così potrò decidere. Solo così potrò sapere la verità. > E' convinto, lui, del suo operato, o quantomeno del suo obiettivo. Così termina il suo dire, alzandosi dalla sedia e decretando la sua dipartita. < Allora a presto Shizuka-san.> Saluta, scrutandola in volto. < Fammi sapere appena Furaya Nara ti risponderà al messaggio. > Incalza. < Voglio incontrarla. > ( E N D)