Spaghettata di mezzanotte

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01:59 Utente anonimo:
 Se ne sta sul suo letto, palesemente sveglia ma compostamente distesa, indossa dei pantaloni lunghi e grigi, comodi e tenuti da un elastico sul vitino ossuto dalle ossa del bacino pronunciate, pantaloni da tuta monocolore che terminano in calze bianche e che ricoprono le gambe piegate con le ginocchia che puntano verso il tetto. Superiormente una maglia che dev'esser lo scarto di qualcuno o comprata apposta per non uscire, il colore blu scuro è uniforme ma è almeno tre taglie più grandi della sua, in poche parole sembra che le abbiano messo uno straccio addosso a coprire le ossa, uno straccio con al centro del petto quattro anelli intrecciati, di diverso colore, uno per ogni punto cardinale. Sembra una di quelle maglie regalo a qualche gara senza significato così vista, ma anche la Sabaku non ha molto significato al momento apparente. Sunodeki è sul suo scalino basso, quadrato, di quelli in legno che si usano per raggiungere i ripiani alti ed è invece la postazione apparentemente ufficiale alla destra della Sabaku ma non a terra direttamente, abbastanza vicina da poter poggiare la mano destra su quel liscio materiale di vetro apparente ma rinforzato, forato alla parte superiore di un filtro ad uopo per fare in modo che la sabbia possa uscire ed entrare solo in maniera volontaria del Sabaku. Il fatto che la mano poggi sulla flessuosa clessidra non vuol dire che la stia in qualche modo accarezzando, è anzi immobile in realtà, intenta a rigettare sulla finestra le iridi dalle note di miele contornate dal nero dell'interno palpebrale. A giudicare dalla foto sul suo comodino, una foto rifotografata con il ninjaphone tempo addietro, rispetto a Kombu lei di eredità da quel tratto canidae ha ereditato solo il taglio degli occhi, l'eccessiva magrezza dei fennec ed i capelli biondi e paglierini sulle bianche note.

02:01 Utente anonimo:
  [M.Sabaku] A proposito dei capelli che aderiscono contro il cuscino non sembra esserseli pettinati già mai di suo, ancor meno di recente, sono spigati e mostrano tutti i segni di chi dopo una doccia ha deciso che i capelli possono asciugarsi da soli, mantenendo ciocche crespe come risultato della compattezza umida. Il braccio sinistro è piegato appena, la mano poggia sul ventre con il palmo ma sembra un mero appoggio più che un confortevole risultato ad un dolore all'addome. <Perchè non ho mai comprato delle cuffie.> Questa una semplice e secca atona risposta alla domanda di Nameko. Delle coinquiline, altre tre, con cui condivide quella stanza Nameko è quella con cui forse si trova meglio, forse perchè in grado di apprezzare il reciproco silenzio visto che anche Nameko a differenza di Samira non è una gran ciarlona, resta il fatto che per qualche motivo nel loro rado rivolgersi parola si ritrovino sole, e che la coinquilina sembra inizialmente e stranamente incuriosita dalla ragione per cui non ascolta qualcosa con il suo Ninjaphone. Conosce Nameko abbastanza da sapere che non è quello il fulcro a cui vuole giungere ma che sarà un lungo giro intorno alla sua assenza agli allenamenti sia del giorno prima che di quello odierno. Pur avendo dichiarato tale impegno non l'ha assolto, e non sembra aver fatto nulla limitatamente allo starsene a letto aspettando in silenzio il deperimento o il sopraggiungere di altri bisogni fisici da espletare, alzandosi limitatamente per questi, ed infatti la domanda sulla sua assenza giunge diretta poco dopo, dev'essere per questo che Nameko le piace più delle altre, non abbonda mai di carote prima del bastone, evitando questioni sdrucciolevoli nel sociale limitato della Sabaku.

02:01 Utente anonimo:
  [M.Sabaku] <Avevate bisogno di me? Stamattina c'era la resistenza al Genjutsu, a me non serve...Il mio occhio è il migliore.> Pur andando ad Oto per giorni ha raramente mancato le sessioni di allenamento, e solo nei premissione organizzati, l'assenza al campo che la vede comunque presente alla Magione deve aver destato le attenzioni della giovane introversa abbastanza da porre quella domanda. <Conosco Fujiko-Sama, non direbbe mai una cosa del genere.> Avevi il mio orecchio, ora hai la mia attenzione, più di tre frasi da Namiko determinano il momento opportuno per girare quantomeno la testa ad un paio di letti di distanza, ai piedi del quale la scrivania personale della ragazza la ospita seduta ed intenta sulle sue pergamente, l'occhio però vaga alla sua giara verde, una forma simile ad una ciliegia di due olive nella maturazione migliore, unite in un singolo stelo alla cima del quale il foro riporta il medesimo materiale della propria Sunodeki. <Le tue sabbie sono chete, Nameko-chan> Determina mantenendo quella freddezza che sembra relegata all'ammissione di un dato di fatto, risalendo alla compagna di stanza. <Non ho voglia, la mia Sunodeki è sempre più inquieta, resisterle è sempre più complicato.> Il condividere quell'abilità non implica che l'altra possa realmente comprendere il suo stato, anzi è realtà dei fatti che raramente se ne sia citato, non con loro, l'unico confessore in quella Magione del piccolo ossessionato feticcio è il sensei Amir, probabilmente più prossima affettuosamente ad un vecchio in decadenza che ad una quasi coetanea come Nameko.

02:02 Utente anonimo:
  [M.Sabaku] L'ammissione resta vigile, costante, all'ombra dei non detti di una comunione che può essere compresa solo in parte quindi. <Se ascolto il vento soffiare sulle mie dune rischio di compromettere le mie missioni, anche le più facili.> Un soffio, nient'altro in quelle parole che tornano a voltar di viso verso la finestra. Nuovamente distolta la vista alla compagna di stanza sembra più una comodità che una reale chiusura alla sua risposta, lasciando che la mente possa ripercorrere i reali e recenti cedimenti della sua psiche, incolpare Sunodeki sarebbe illegittimo da parte sua, finchè la tentazione di punire fisicamente dei ragazzini rapiti potrebbe rovinare la sua reputazione almeno ne avrebbe avuta una, ma meditare di mandare all'aria una missione di livello D componendo un sigillo è un'altra storia. Un sigillo dal fallimento è un'ambrosia succulenta da rifiutare e se ad una creatura incline alla follia aggiungi l'orgoglio il costrutto derivato sa essere decisivo. <Dubito che Asuke-sama mi darà altre missioni, al momento, avrà finito quelle di ricerca e quelle di fatica, e poi Samira sta migliorando con i suoi sollevamenti.> Determina senza mai cambiare accezione o inflessione nel tono, smuovendo i polpastrelli della mano destra sulla liscia clessidra come si farebbe un leggero grattino ad un gatto. <No, non vado a Oto stasera.>La voce cala di un'ottava nel rispondere a quella specifica domanda, una inflessione quindi la sua voce la ha in qualche modo ma ancora ne maschera nell'animo sabbioso fin dove l'imposizione del suo credo le concede, una pecca misera la sua che prende compostezza immediatamente dopo.

02:03 Utente anonimo:
  [M.Sabaku] <Non c'è un motivo, è un Uchiha, sono gente tarata dalla follia. Non gli serve un motivo per essere odiosi, o non sarebbero così odiati da ogni granello di storia del mondo Ninja, perchè?> Torna a voltarsi verso la compagna stavolta, è inusuale che una loro conversazione si inoltri sul personale e questa volta non è la giara altrui il centro iniziale ma la persona che occupa la sedia, abbastanza da muovere in lei una domanda. Il silenzio è un dogma per la fennec ed in quel dojo è interrotto da pochissime condizioni, con la maggior pare di loro non ha piacere di parlare e con gli altri non ha bisogno di farlo, di questi altri Nameko sembra far parte. <Sì, sto bene. Hai finito la tua ricerca o ti serve una mano?> Chiede scivolando con lo sguardo ai rotoli sulla scrivania occupata prima di decidere di sollevarsi, inizialmente a sedere, si limita a ergere il busto distaccandosi da Sunodeki con la mano per sciogliere le gambe oltre il lato opposto del letto. <Devo ancora restituire un libro alla biblioteca centrale, ma la bibliotecaria è...inquietante.> Che sia lei a dirlo è forse la parte più inquietante. <Pensavo di ridarlo al mio amico, ma perchè non vai tu domani, con la scusa cerchi quello che ti manca.> Il tema di quella ricerca è ai fini di missione, non entra nel dettaglio ma sembra implicitamente negare un aiuto migliore allo studio che la coinquilina fa ormai da giorni. <Sì, certo che ho un amico.> Sentenzia poggiando i piedi a terra ed alzandosi in piedi, ora che la maglia ricade larga com'è per lungo ne arriccia i lembi per mettere le mani in tasca avvicinandosi verso la scrivania. <Ah, beh si.>

02:05 Utente anonimo:
  [M.Sabaku] Sono anni che non sembra averne uno, non ne ha nemmeno mai nominato uno, probabilmente quando ha giustificato le prime assenze con allenamenti con qualcuno del clan Uchiha devono aver pensato che fosse sotto acidi o che stesse iniziando ad avere degli amici immaginari. Torce il busto con le spalle incassate in avanti verso il suo comodino, il ninjaphone muto sotto davanti alla cornice sporge appena dall'angolo. <Qualche annetto, può essere. Non la vedrei così, non si può mai essere i soli ad essere soli> Determina tornando a voltarsi verso la porta e quindi verso la scrivania, riprendendo il passo. <Non mi sembra che tu sia andata al neşid stasera, ti piaceva.> Rallenta nei pressi della scrivania occhieggiando i rotoli che occupano quasi tutto lo spazio disponibile. <Vado a prendere un tè, se domani mattina Fujiko-sama chiede di me dille che sto male.>L'orario tardo è il migliore per aggirarsi in quel giardino, e visto che sono sole quella sera forse consentire a Nameko di studiare fino a tardi è persino un atto di gentilezza, qualcosa che da quanto detto intende perdurare. <Sì, Nameko-chan, pensa alla tua ricerca.> L'ultima volta che ha sospeso gli allenamenti e gli studi ha impiegato cinque anni a riprenderli, probabilmente tanti quanti ne ha pensati Nameko in silenzio sotto sotto per mera deduzione visto che vive nella Magione da meno. è come se nessuno di loro l'avesse conosciuta prima, l'hanno presa così, come stava, quando l'età non rendeva più sensata la presenza di una familiarità di supporto. <Sto solo aspettando notizie per la mia missione.Voglio tenermi...Concentrata> Limita quelle parole prima di passare oltre. Il passo attutito dai soli calzini oltre la porta si avvia verso il giardino zen e la solitudine può tornare a regnare e raffreddare la mente della fennec scendendo al piano terra della Magione.

02:05 Utente anonimo:
  [M.Sabaku] Non è una menzogna il fatto che si tenga concentrata, la sua concentrazione vaga su una realtà molto semplice che sta generando un nuovo punto di svolta, non potrà incolpare per sempre Sunodeki della sua imprevedibilità, Kan potrebbe aver avuto ragione, lei si nasconde dietro la sua sabbia per quel che è suo desiderio e realizzare che Akainu sia stata una catena tranciante tra lei e la tentazione di ferire un compagno di missione è simbolico del fatto che non abbia rivelato all'altro la recente intenzione di cercare Shukaku del suo clan, finirebbe oltre le mura e l'unica cosa che ce la tiene dentro è quella catena, un anello tutt'altro che arrugginito ed è su quello strato di ruggine che si trova a riflettere mentre aspetta il bollitore appena acceso dall'interruttore, mentre spenna la menta con metodo per metterla nella tazza e prepara le foglie di tè nero nel filtro metallico e tondo, dalla lunga catenella cromata. Un anello così nuovo e lucido si dimentica in fretta, non è come quelle cose vecchie e consunte che si fa fatica a dimenticare, come quei tubi che alla lunga macchiano una parete per sempre di ruggine ed umidità impregnando le pareti, le cose nuove sono una sostituzione semplice. Predisposto il tè solleva la mano sinistra iniziando quel che sembra un conto, uno, due, tre, levando il quarto dito con maggior lentezza fissa quel numero ricavato alle dita, nessun grillo a cantarglielo che deve contare sulle dita, non è esattamente il loro habitat quel che li circonda se non il giardino zen che sta in mezzo a sabbia fittizia del loro campo di addestramento.

02:06 Utente anonimo:
  [M.Sabaku] Ha impiegato quasi quattro mesi a darsi un movente, qualcosa che la tenesse ancorata al semplice fatto che non si ha paura di perdere nulla quando non si ha nulla da perdere, ma se quello sforzo lo perdesse prima sarebbe un'altra scusa sotto la quale seppellirsi nel silenzio, la stessa scusa per cui non ha fatto menzione alle sue reali intenzioni ora che l'ossessione per i Noribiki pare essere sedata altrove, la stessa scusa per cui negarsi gli allenamenti è solo qualcosa che sta rimandando, la stessa per cui prepara il tè in piena notte. L'infusione sta fumando oltre la tazza prima di rimuovere il filtro e ripulirlo per il prossimo, a quella postazione da te. Potrebbe dirglielo, in effetti, che tra poco sono quattro mesi, dovrebbe farlo e liberatasi la mano sinistra ci pensa cercando qualcosa in tasca ma trovando solo il ricordo che è rimasto sul comodino contro la coscia. Dalla lucina alla balconata superiore Nameko-chan sta ancora studiando, forse non è così urgente, forse è meglio aspettare, in fondo si può partire anche per dimenticare come fanno alcuni, esperienze alla mangia, prega, ama fuori dalle mura. Sedendosi su una delle panchette di legno davanti ai tavoli bassi con la tazza a scaldare le mani quel pensiero riesce a farla sorridere, da sola capita spesso, l'occhio indignato che dovrebbe giudicarla è solo il suo ma può facilmente arricciarlo per soffiare tra i fumi nella tazza. Avrebbe dovuto comprare delle cuffie per farsi compagnia, la solitudine non è mai isolata ma non è mai nemmeno una buona compagna e di notte lo è anche meno, avrebbe dovuto andare ai neşid serali, magari anche Nameko-chan si sarebbe sentita meno secchiona se si fosse ritrovata sola in stanza quella sera, ammesso che quella della fennec si possa ritenere compagnia visto che preferisce bere il suo tè da sola che proseguire la scomoda prassi chiamata conversazione.{exit}

Dopo il litigio con Akainu la Sabaku si ritrova di notte a conversare con la compagna di stanza, inizia a pensare se non si stia creando un modo indolore per andarsene, per evitarsi un pessimo futuro, preferendo crearsi delle scuse anticipo. Lasciando la coinquilina allo studio notturno va a farsi un tè, finisce persino a tentarsi di scrivergli ma non ha portato il telefono. Mantiene ad ora il silenzio sulle recenti intenzioni discusse con Asuke-sama di cercare il demone codato ma inizia a chiedersi perchè ci tenga così tanto a non rendere Akainu partecipe di quella scelta.