Vedo la gente morta

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21:32 Shizuka:
  [Bosco dei ciliegi -> Casa] L'ha fatta tutta a piedi quella strada, evitando volutamente i luoghi affollati e guardandosi attorno con circospezione. Ormai si trova davanti alla porta di casa, le chiavi vengono recuperate dallo zainetto che ha sulle spalle e in breve vengono infilate nella serratura per farla accedere all'appartamento che ora è diventato casa sua anche. Le gambe avvolte in dei pantaloni neri, strappati qui e la sulle cosce, una maglietta nera, che lascia la parte superiore della schiena scoperta, così che quel sangue non macchi il tessuto eccessivamente come accaduto il giorno prima. Una felpa larga e nera anch'essa sopra quella maglia che ancora sta aperta, ai piedi un paio di sneakers anch'esse nere. Una volta chiusa la porta alle proprie spalle, dopo ovviamente aver controllato che Kimi l'abbia seguita, le scarpe verrebbero rimosse tempo zero, rimanendo con un paio di calzine nere, mentre si avventura nel corridoio per raggiungere il salottino, dove appoggerebbe la borsa su di una sedia del tavolo e dove finalmente bloccherebbe il suo incedere, con un sospiro pensate. Nel frattempo quella farfalla rossa andrebbe a posarsi sulla piantina regalatale da Shiroichi, che lei stessa ha poggiato vicino a una finestra. Dopo un attimo di riflessione e due conti, la vocina della rossa dovrebbe far capolino da quelle labbra: << Sono a casa Mio! >> Si perchè lui dovrebbe essere lì ora, non dovrebbe avere da lavorare salvo imprevisti, non sa nemmeno lei bene come affrontare il tutto, ma probabilmente lui inizierà a tempestarla di domande a causa di quegli occhi verdi così distanti dal mare blu che solitamente gli rivolge, deve solo attendere che sia lui a darle il via per una spiegazione particolare. [Chakra ON]

21:50 Kan:
  [Salotto] Seduto a gambe incrociate sul letto, il viso è rivolto al basso, occhiali neri inforcati al di sopra del naso, i medesimi con cui si presenta a lavoro, il tutto per leggere un libro. Niente di troppo pesante, una semplice lettura di narrativa su un samurai alla ricerca di se stesso; emozionante e profondo, un racconto di introspezione psicologica capace di appagarne l'intelletto, il tutto mentre attende il ritorno della Kokketsu. A differenza di lei, la propria giornata si è svolta nella noia più totale, ha lavorato il solito ma senza ottenere alcun tipo di risultato soddisfacente tanto da fargli prendere la decisione di staccare prima e rilassarsi per un tempo decisamente più ampio. Indosso non porta altro che un paio di neri calzari della tuta a ricoprir le leve inferiori ad una maglietta bianca dalle corte maniche a ridosso del busto, in perfetto stile casalingo di chi non ha voglia nemmeno di vivere eppure ha fatto lo stesso in modo di far trovare la cena pronta al di lei arrivo. In cucina le pentole sono sui fornelli, spenti ma l'odorino che ne arriva è quello di ramen caldo di manzo, un piatto semplice in grado di appagare entrambi. Nel silenzio più totale la porta di casa viene aperta attirando l'attenzione del bianco il cui capo si solleva volgendo le dorate iridi alla porta della stanza, attimi brevi prima di udire la voce della rossa portando alla nascita di un ampio sorriso. Il muscolo cardiaco batte più velocemente, emozionato come il primo giorno di convivenza, non vede l'ora di riabbracciarla e stare con lei, passare con ella il resto della serata e della notte. Il libro è gettato via a ridosso del cuscino, una singola spinta di reni lo spinge giù dal materasso ed a piedi nudi si dirige verso il salotto; passi decisi, veloci cercando di raggiungerla <Mia> una volta portati nella suddetta stanza. Accorcia nell'immediato quella distanza troppo ampia ed in un primo momento non fa il minimo caso al colore degli occhi cercando di adagiarne le mani sui fianchi per rubarle un bacio di bentornata, un bacio prolungato, voluto e desiderato prima di distanziarsi incastonando le dorate in quelle verdi. Strizza appena gli occhi <Stai bene?> può aver visto male, può essere un gioco di luce o lei a non star troppo bene. [C On]

22:22 Shizuka:
  [Casa - Salotto] Lui le si avvicina con una semplicità totale, quasi non la osserva gettandole le mani sui fianchi e ricercando un contatto affettuoso che la Kokketsu ricambia in pieno. Si allunga sulle punte alla ricerca di quelle labbra, mentre le braccia si spingono dietro al collo altrui per aiutarsi a rimanere ancorata al corpo del bianco. Si scambiano quel bacio, lei cerca di rubare a lui tutta la serenità che può, ora che la mente è in subbuglio. E' quando il tutto si interrompe che la prima domanda di lui arriva, un tono preoccupato che la fa sorridere: << Sono solo un po' stanca per gli allenamenti ed è successa una cosa strana prima. >> Il sorriso è effettivamente genuino ma un poco teso, come se fosse preoccupata da qualcosa. Lo guarda in quegli occhi ambrati, che non sono cambiati, sono sempre gli stessi, a contrario dei propri che ora sono stati baciati da un dono particolare, che le dovrebbe consentire di accedere a un richiamo che mai si sarebbe aspettata. << Se ti va ti spiego. Divano? >> La proposta è innocente, anche se il tono sembra più serioso di quanto avrebbe voluto, sembra quasi che stia crescendo più in fretta del previsto. Le braccia scivolerebbero lungo il corpo altrui, sulle spalle per poi far si che le manine si congiungano con quelle del Sumi, per poi cercare in qualche modo di trascinarlo delicatamente con se verso quel divano. Se lui non si fosse opposto lo avrebbe in qualche modo obbligato a sedervisi, per poi accomodarsi li di fianco, il corpo volto in di lui direzione, una gamba piegata e l'altra penzolante oltre il limite della mobilia. [Chakra ON]

22:35 Kan:
  [Salotto] Bacio ricambiato e reso più lungo da quel contatto non desiderando porvi una fine ma permettergli di perdurare nel tempo. Oramai stanno insieme meno del dovuto, vivono nella stessa casa eppure il tempo a loro disposizione si riduce giorno dopo giorno arrivando a pesare sull'animo del bianco il cui desiderio è quello di viverla. Si lascia abbracciare godendosi ogni singolo momento, un contatto caloroso di cui non può fare a minimamente a meno, non più da quando la conosce. Il distacco sopraggiunge e d'istinto la mancina si solleva, indice e pollice si posizionando al di sotto del di lei mento nell'udire quella frase <Lo vedo> incastonando le iridi in quelle altrui, focalizzandosi sul nuovo colore <Cosa hai fatto agli occhi?> e subito l'idea delle lenti a contatto andrebbe a manifestarsi eppure viene scartata quasi subito. Quale motivo avrebbe per indossarle? Perchè cambiarne il colore? Bellezza? Non ne ha bisogno, ella rasenta la perfezione assoluta, un cambio tanto drastico andrebbe a scuotere ogni cosa. Ama quell'azzurro, quell'oceano in cui s'immerge ogni qual volta cerca speranza, comprensione, amore. La curiosità aumenta di momento in momento, può essere tutto e niente, ritrovarsi dinanzi ad una spiegazione meramente scientifica e medica oppure all'effetto di una tecnica in particolare. Dita s'intrecciano con la manina di lei seguendola alla volta del divano annuendo alla proposta; inspira lentamente e con la medesima lentezza espira l'aria dai polmoni rigettandola all'esterno. Adagia il fianco destro contro lo schienale del sofà ponendosi al di sopra del cuscino con gli inferiori arti incrociati, rivolto in direzione di Shizuka per non perdere una singola sillaba delle sue spiegazioni e poterla ammirare ancora <A proposito di allenamenti> giusto metterla a conoscenza di quanto accaduto ultimamente <Qualche giorno fa ho conosciuto il tuo allievo, Shiroichi> rivelando di averlo finalmente incontrato <Stavamo cenando da Ichiraku entrambi. E' proprio un ragazzino> esibendo un mesto sorriso nel ripensare a quell'incontro dove ha promesso di portarlo in giro per farlo vivere e, in più, allenarlo nel combattimento dietro le quinte insegnandogli come essere uno stratega. [C On]

23:09 Shizuka:
  [Casa - Salotto] Non gli avrebbe nascosto nulla comunque, ma è evidente come il nervosismo e la stanchezza si siano ormai poggiati su quel visino dal rientro oltre le mura. Ed ecco che finalmente quella domanda arriva, puntuale nella sua curiosità. << Ora ti racconto. >> Lasciando tutto in sospeso mentre si spostano sul divano e un ulteriore pensiero gli sfiora la mente. Gli occhi verdi si spostano in giro per il salotto, verso il corridoio e la cucina, alla ricerca di qualcosa, o meglio di qualcuno che tuttavia non colgono. All'occhio esterno dorato del Sumi è come se lei si stia sincerando che non vi sia nessuno ad ascoltarli, come se sospettasse di essere seguita. Lui si poggia sul divano, fronteggiandola, e se ne esce con una novità inaspettata che la riporta nel mondo dei vivi. << Oh davvero? Non vedeva l'ora di conoscerti. Forse ti ho menzionato un po' troppe volte... >> Insomma non è un segreto quella relazione e il bianco è una presenza ben più che improtante nella vita della Kokketsu. Un sorriso le si dipinge in volto, quando l'altro afferma di aver trovato il suo allievo un vero ragazzino. << Si lo è. Anche se ha deciso di imbarcarsi in cose importanti. Vuole migliorarsi, l'altro giorno a momenti si brucia da solo con una palla di fuoco! E' un tipo a posto. Te l'avevo detto che non avresti dovuto preoccuparti. >> Gli rifila un occhiolino, consapevole di come il compagno si fosse preoccupato di quella conoscenza acquisita. << Mi chiede spesso di te e di come stai. E' propri un bravo ragazzo. >> Insomma difficile obbiettare su questo, ha deciso di combattere per la giustizia, ha un bel trauma alle spalle ma non demorde e poi le ha dato l'idea per gli occhiali. << Una farfalla si è mostrata a me mentre andavo ad allenarmi. Era enorme, credo fossero almeno cinque metri di apertura alare Mio. >> Inizia dal nulla quella spiegazione, come se fosse prioritaria, come se non riuscisse più a tenere dentro quella esperienza. << Mi ha detto che loro sono le traghettatrici delle anime disperse, aiutano coloro che non riescono a passare oltre ad andarsene. >> Quello che dovrà imparare a fare se deve essere accettata. << Mi hanno offerto la possibilità di stringere un patto. Sono davvero delle evocazioni! >> Il tono è stranamente calmo, anche se l'eccitazione riguardo all'argomento è tangibile. [Chakra ON]

23:26 Kan:
  [Salotto] Attende quel racconto mentre si portano sul divano fronteggiandosi ma prima di iniziare il discorso, Shiroichi è tirato in ballo; egli è una presenza nella vita della Kokketsu, al quanto importante essendo divenuto, in poco tempo, un allievo della rossa, il ragazzo alla quale lei avrebbe dovuto insegnare per portarlo a migliorare <Ho intuito qualcosa> lasciando che una piccola risata divertita fuoriesca dalle di lui labbra <Quando gli ho detto chi sono è rimasto è bocca aperta, ha mostrato entusiasmo e si, la prima cosa che ha detto e quanto parli di me> nel proferire ciò la destrorsa si solleva ricercando il di lei visino, le dita si portano sul mento, un mero gesto per poterla guardare meglio, rendersi ancor più conto della fortuna che si ritrova nell'averla come ragazza. Brevi attimi in cui la mano viene riabbassata <Già, vuole diventare Hokage e renderti fiera di lui, direi che in ambizioni non è secondo a nessuno> un obiettivo a dir poco importante, difficile da raggiungere ed ancor di più da sostenere <Tanti ninja padroneggiano il katon, un elemento al quanto diffuso> pensa ad alta voce, pensa a se stesso, alle proprie abilità nell'utilizzo del fuuton, di come il katon possa batterlo con estrema facilità. Quel ragazzino potrebbe divenire un bel problema se se lo ritrovasse nemico <Io? Preoccupato? Ti confondi con qualcun altro> incrociando i superiori arti al prezzo, facendo una palese finta ma ricorda anche lui di come un po' di gelosia sia insorta. Si fida ciecamente di lei ma non degli altri, non sopporterebbe vedere qualcuno il cui intento è portargliela via ma quei discorsi vengono accantonati nell'immediato, improvvisamente ella riprende l'argomento occhi andando a fornire delle prime spiegazioni narrando una storia. Serra la mascella, la scruta dandole tutta l'attenzione necessaria; apprende di una farfalla gigante <5 metri? Al pari di una chimera> essi sono le bestie più grosse mai viste nella di lui vita. Prosegue il racconto aggiungendo ulteriori nozioni <Aspetta aspetta, le farfalle sono traghettatori dei morti? Aiutano i fantasmi ad andarsene?> stupito, preso alla sprovvista tanto da spalancare le fauci incredulo, non sa neanche lui cos'altro dire. Percepisce l'eccitazione di lei così come lei può percepire lo stupore di lui <E tu? Hai accettato? E cosa c'entrano le farfalle della morte con i tuoi occhi?> curioso di sapere il continuo, avanza con i glutei sul divano per avvicinarsi come un ragazzino con la madre ansioso di conoscere il proseguo della favola. [C On]

23:49 Shizuka:
  [Casa - Salotto] Le guance si colorano di violetto quando il ragazzo fa dell'ironia riguardo a quanto la rossa parli di lui agli altri, tanto che quel visino si scosta lateralmente e si imbroncia un poco: << Non vedo che male ci sia... >> Si insomma alla fine è il suo ragazzo no? Ci tiene così tanto da sbandierarlo ovunque, dovrebbe essere qualcosa di negativo? Dovrebbe nasconderlo? Perchè mai! Però le sfugge una risata sentendo i propositi dell'Anbu. << Addirittura Hokage? Questo non me lo aveva detto, anche se continua a dire a tutti che vuole rendermi fiera di lui. Secondo me l'ha presa troppo sul serio, io non sono nessuno di così importante per ora! >> Insomma tutte quelle attenzioni la mettono in difficoltà, sta facendo i conti con il fatto di essere un esempio, cosa che prima non era mai accaduta e che comunque va ricercando da quando ha deciso di prendere posizione come Kokketsu, insomma dovrà abituarsi agli occhi puntati su di lei. Il fare ironico e la negazione che ne sovviene riguardo alle preoccupazioni altrui la fa nuovamente sorridere, indubbio come lo stare con quello che ha scelto come compagno di vita le consenta di rilassarsi, nonostante abbiano più cose serie di cui parlare. E' per quello che inizia quel racconto, che effettivamente sa più di fiaba che non di storia realmente accaduto. Lui ascolta, domand incuriosito, chiede chiarimenti. << Si, aiutano coloro che sono incastrati ancora sulla terra proseguire oltre, a varcare le porte che conducono all'aldilà. >> Conferma il tutto, seriosa. << L'ho visto con i miei occhi >> Conferma, proprio quegli occhi verdi che sfoggia davanti a lui, forse ancora più simile a Rasetsu del solito in quel frangente. << Loro mi hanno messa alla prova, vogliono vedere se sono in grado di adempiere al compito di convincere le anime ad andarsene. Se sarò all'altezza stringeranno un patto con me. Però la mia anima sarà loro quando arriverà la mia ora. Non potrà traghettare o andare oltre, rimarrà una sorella, resterò una traghettatrice per sempre. >> Questo il prezzo da pagare, restare per sempre in un limbo per cui non si va mai oltre, aiutare gli altri per sempre rinunciando al proprio riposo, forse meritato. Spiega pro e contro di quella scelta, lui deve sapere, deve conoscere cosa stia lei mettendo in gioco per poter sfruttare quella forza, al pari con le chimere almeno nelle dimensioni. << Quella farfalla blu ha detto che mi ha concesso di vedere i defunti, così da poterli convincere ad andare oltre. Credo che il colore sia cambiato all'ora.... >> Non ne ha la certezza, nessuno le ha detto che ci sarebbe stato quell'effetto collaterale, per ora spera solamente che quelle iridi tornino al loro colore normale quando sarà scelta o rifiutata. [Chakra ON]

00:28 Kan:
  [Salotto] Nulla è l'implicita risposta che desidera fornirle, essere al centro dei di lei discorsi e dei suoi pensieri lo rende ben più che fiero, lo rende felice, sapere di essere giunto tanto a fondo, di esser divenuto una parte importante e fondamentale della di lei vita a tal punto da risultare un argomento fisso nei di lei discorsi. Si limita a sorriderle, ancor di più nell'avvedersi di quel broncio, una delle tante espressioni capaci di farlo impazzire e sciogliere come non mai prima d'ora <Già, l'ennesimo Nara Hokage in quel caso> il terzo nella storia di Konoha. Realizzare o meno quel sogno dipende solamente dal ragazzino, difficile e arduo come percorso come si addice a chiunque abbia ambizioni di una certa levatura ma non concorda sull'ultima frase di lei arrivando a scuotere il capo in merito <Tu sei la più importante e chiunque ti conosca può confermarlo. Sei in grado di imprimerti negli altri in una maniera mai vista prima> la Kokketsu ha un potere del tutto esclusivo e solamente suo, invidiabile da molti, potente e coinvolgente. Inspira ed espira nell'affermare ciò, non parla solo come suo compagno e fidanzato, non è solamente di parte bensì si riferisce al modo in cui ha saputo imprimersi in lui in un momento della propria vita in cui nessun altro avrebbe trovato posto in quel cuore. Lascia in disparte il sentimento provato verso la Kokketsu per riprendere il discorso di quelle farfalle lasciando sempre di più stupito, di stucco <Wow> incredulo nell'udire il compito delle farfalle nel mondo. Quelle evocazioni posseggono un ruolo incredibile, un vero e proprio collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti come fossero parte di un film <In pratica avresti la possibilità di visitare l'aldilà con loro...> un pensiero non indifferente e, inevitabilmente, una figura si manifesta <...potresti incontrare Kushina..> s'incupisce leggermente. Kushina è morta e con il tempo ha cercato di metterci una pietra sopra ma adesso gli vien messa davanti la possibilità di poterla rivedere un'ultima volta, salutarla <Come puoi convincere un'anima ad andarsene?> ennesima curiosità del bianco, se non fosse che la parte più strana sopraggiunge in seguito <Un prezzo alto da pagare, sei sicura di voler accettare?> non solo, in caso di morte di entrambi verrebbero separati definitivamente, non più uniti ma divisi da un compito alla quale ha aderito. La spiegazione sugli occhi finalmente arriva e come il resto della storia ha dell'incredibile. Destro si alza velocemente, palmo destro aperto contro il di lei viso bloccandone il verbo nell'immediato <Ferma..puoi vedere i morti? Con gli occhi nuovi puoi vedere le persone morte? Figata> sbarrate sono le dorate iridi, spalancate le labbra <E cosa vedi? Ne vedi tanti?> la curiosità aumenta sempre di più. Si trova a fare i conti con qualcosa di nuovo, di soprannaturale, una branca dove il suo intelletto può essere solamente buttato dalla finestra e non importa, ha la possibilità di apprendere qualcosa di nuovo e, per la prima volta, di stupirlo sinceramente. [C On]

01:38 Shizuka:
  [Casa - Salotto -> Cameretta di Kan] Ennesimo, dopo la Judai un altro possessore di ombre vuole ricoprire quel ruolo. << Spero che lui sia più resistente dell'ultimo. >> Non è astioso il commento, ma si rende conto di quanto la rosata non sia così stoica come favella di essere, dopo la missione ne vede le ferite, le fratture mai curate. Il Sumi però è in disaccordo sull'importanza della nanerottola, tanto da considerarla la più importante, il violaceo su quelle guance aumenta: << Tu sei di parte! >> Boffonchia. Non realizza ancora delle sua potenzialità, di come invece che investire la Nara con la propria furia, l'abbia spinta involontariamente ad aprirsi, confessarsi. Però il discorso cade, lo stupore del Sumi aumenta ad ogni parola della Kokketsu. Non riesce ad intromettersi in quel flusso di pensieri, il pensiero altrui lo porta all'amica perduta. << Non sono sicura che io possa accedere all'aldilà. Soprattutto non ora, per il momento devo solo condurli al laghetto che c'è nel bosco dei ciliegi. >> Insomma non sa bene se lei possa visitare un mondo che non le appartiene, forse una votla diventata una sorella a tutti gli effetti ma per ora dubita di esserne in grado. Però la mente si spinge su altri lidi, altrove, Ryoma, potrebbe forse rivedere anche lui? Chissà. << Se Kushina fosse ancora legata alla terra si, credo che potrei vedere la sua anima errante ora. Altrimenti non credo. >> Lei vede solo coloro che per qualche ragione sono rimasti attaccati al mondo dei vivi. << Non so come posso fare. Credo che dipenda da anima ad anima. E' come con i pazienti no? Ognuno ha la sua storia da raccontare e va aiutato in maniera diversa. >> Applicare la legge dei viventi su coloro che non ci sono più è qualcosa di azzardato ma potrebbe anche funzionare. << La mia anima appartiene già al sangue nero ti ricordo! >> Il tono è ironico, anche se forse ci crede un minimo anche lei in quella leggenda secondo cui la loro anima sia stata venduta a un demone. << In ogni caso, sarei felice di poterti accompagnare dall'altra parte. Poi ci vedremmo comunque spesso. La mia anima resterà comunque tua per sempre. >> E' diventata effettivamente color melanzana mentre ha fatto quell'affermazione, meno male che ci pensa il bianco a trasformarsi in un bambino curioso e stupito. Le scappa una risata, mentre si getta fra le sue braccia, sospingendolo forse troppo e finendo sul divano sopra di lui. << A dire la verità tornando a casa ho cercato di non guardarmi troppo intorno. Però al bosco ne ho visti tre, due gemelline e la loro mamma... >> Si interrompe, le viene in mente il perchè la madre delle due si fosse uccisa e poi fosse rimasta al fianco delle figlie. << Come si chiamava tua madre? >> Si alzerebbe da quella posizione, abbandonerebbe il bianco per avviare i propri passi verso la camera da letto di lui, quella in cui stava prima non quella dei nonni. [Chakra ON]

13:13 Kan:
  [Salotto -> Cameretta] Le sopracciglia vengon sollevate a quell'affermazione, ben conscio di come i due abbiamo una visione diversa sui ruoli all'interno della società. Non vede di buon occhio le posizioni di comando, esse non sono altro che una trappola all'interno del mondo ninja, un modo per legare qualcuno in maniera al quanto definitiva e l'Hokage è praticamente la summa di ciò <Ha ancora tanta strada da fare anche se gli ho detto come la penso. L'Hokage, ma in generale i Kage, sono una catena alla vita, una limitazione alla libertà di una persona e non augurerei a nessuno un simile destino> ritorna quel pensiero primario con cui si sono conosciuti. Le limitazioni sono tante ma grazie a Shizuka ha imparato a limare questa caratteristica additandola solamente a determinate fasce dell'esistenza <Mi sono offerto di allenarlo> confessa distogliendo le dorate iridi per qualche momento <Non sa ancora come usare bene la sua ombra e chi meglio di uno che sta dietro le quinte può aiutarlo?> è il suo ruolo dopotutto, restare indietro, pianificare e fare da supporto piuttosto che stare in prima linea come la Kokketsu e la Judai. Ritornano le iridi sul visino dell'Unica vedendola divenire violacea, si lascia andare ad una risata estremamente divertita <Sei bellissima con il broncio> lo è sempre ma a volte riesce ad esserlo ancor di più <Però no, non lo sono> il passato ne è una prova <Kushina mi teneva a bada in passato ma sei tu colei che è riuscita a cambiarmi, come? Essendo semplicemente te stessa> prendendo una breve pausa <Sei riuscita a far aprire Furaya semplicemente parlando e per quanto possiamo essere alleati, siamo sconosciuti ma tu ci sei riuscita> deglutisce serrando le labbra in un mesto sorriso <Shiroichi ha detto che ci vorrebbero più Shizuka al mondo e per quanto io ti voglia solamente per me, non posso non concordare> prendendosi il proprio tempo, solo qualche secondo <Tu potresti davvero cambiare questo mondo, essere quel faro di speranza di cui tanti hanno bisogno> serioso nel tono quanto nelle parole, lo pensa sul serio. Shizuka ha fato diverso dal suo, il destino ha scelto per lei una strada completamente diversa rendendola speciale per tutti; si, ha la fortuna di essere riuscito a far nascere in lei dei sentimenti per se stesso ma ciò non toglie quanto il fare di lei possa rendere quel mondo migliore. L'egoismo del Sumi viene soppresso, lo trattiene, allo stesso tempo detesta quella situazione, è sua, solamente sua, non deve essere di nessun altro. Scuote il capo in maniera quasi impercettibile mentre parlano delle farfalle <Cos'ha quel laghetto di speciale? Ogni volta che siamo andati al bosco non è mai successo nulla> forse solamente perchè ella non si è mai interessata realmente alle farfalle ed al loro mondo prima di quel momento ma inevitabilmente il pensiero verte su Kushina. Possibile ch'ella sia ancora li? Possibile che abbia deciso di restare nel mondo dei vivi per vegliare su di lui rinunciando a passare dall'altra parte? <Se per caso la trovassi, vorrei esserci...desidero salutarla per l'ultima volta> deglutisce, si forma un groppo in gola mentre la sclera diviene lucida, parlare di lei è ancora difficile, l'assenza dell'amica fa male, dannatamente male. E' colpa sua se non ce l'ha fatta insomma e deve fare i conti con ciò fino al giorno della morte. Annuisce comprendendo il modus operandi senza aggiungere altro in merito, d'altronde ha ragione, sono pur sempre dei pazienti. <Al sangue nero? Non starai dimenticando qualcuno?> innalzando il destro sopracciglio, non può ritrovarsi ad avere il di lei sangue come rivale, sarebbe uno scontro impari contro cui non possiede la minima speranza ma la confessione di lei sopraggiunge. Rinasce il sorriso del Sumi, le iridi risplendono nel medesimo momento in cui ella diviene ancor più viola; allunga il busto nella di lei direzione, le labbra ricercano la controparte. Palpebre abbassate lasciandosi andare in quella dimostrazione senza proferir verbo alcuno <Ti amo> talmente sincero quell'amore da essere imparagonabile, puro, nato dalla semplicità di lei avente la capacità di conquistarlo <Non vorrei farmi accompagnare da nessun'altra> sempre ammesso che non sia lui il primo a lasciare quel mondo ma adesso non ci pensa, troppo crudi quei discorsi eppure, l'idea di restare li anche dopo la morte lo sfiora. In brevi attimi il proprio modo di fare la spinga ad assalirlo ritrovandosela addosso; l'avvolge innalzando i superiori arti stringendola in un abbraccio <Mi dispiace per loro> una mamma con le proprie gemelline, un triste destino ha colpito la di loro vita. Quel contatto viene meno, la lascia andare vedendola alzarsi dirigendosi nella camera, non quella matrimoniale ma la propria personale. Ennesimo colpo di reni per scendere dal divano e seguirla lungo il corridoio fino ad oltrepassare la soglia della cameretta. Preso alla sprovvista da quella domanda si ritrova stranito <Aoi Sumi> non lo pronuncia dal giorno in cui l'ha appreso <Perchè? Pensi abbia deciso di non passare oltre?> è possibile, una madre che abbandona il figlio alla nascita può essere portatrice di sensi di colpa di impareggiabile pesantezza ma sono passati quasi 20 anni da quel giorno e ha trovato la felicità con Shizuka, la vita gli ha dato tutto e non potrebbe chiedere qualcos'altro salvo una ma per quello ci sta lavorando. [C On]

14:26 Shizuka:
  [Casa - Cameretta] Una mano viene mossa verso la fronte altrui, dove verrebbe colpito da un indice in maniera leggera, un sorriso sulle labbra femminili per sottolineare che sia qualcosa di scherzoso: << Tu tendi a dimenticare che non tutte le catene della vita sono così terribili. Ti danno sempre qualcosa in cambio, bisogna vedere cosa conviene a te. >> Insomma è sempre una questione di priorità, secondo il bianco di un anno fa, pure le catene imposte da una relazione stabile dovevano essere insopportabili. Il faccino però si stupisce al dire altrui, a quanto pare l'ha preso molto in simpatia: << Beh quel ragazzino ha un sacco di insegnanti ora, se non diventerà Hokage la colpa sarà anche nostra! >> Ironizza, ma poi i complimenti la portano a colorare le guance di viola e mettere quel broncio e con il passare delle affermazioni altrui la situazione peggiora e basta, comprendendo tutto il visino e pure le orecchie. << Se ci fossero più me sarebbe problematico... E non essere sciocco, una persona che si ricopre di oscurità non può essere una luce! >> Boffonchia più del dovuto, decisamente imbarazzata da quel punto di vista, messa innanzi a delle verità non considerate appieno e per un breve istante è Ryoma a tornarle in mente, quello che le diceva riguardo all'essere destinata solo al male e nulla più. Come detto siamo noi a scrivere la nostra storia. Fortunatamente il discorso decade, si torna alle farfalle e più lei spiega e più domande sorgono da quel compagno: << Credo che sia solo un punto di ritrovo come un altro, solo che il bosco aiuta a nascondere nella nebbia quel che deve essere celato. >> Non sa se quel luogo abbia un significato mistico, sicuramente le verrà detto più avanti in tal caso. Anche il bianco come la rossa fa muovere il pensiero verso coloro che sono venuti a mancare e dei quali si conosce vagamente la sorte, per il Sumi ovviamente è la migliore amica che non è riuscito a proteggere. << Se dovessi vederla te lo farò sapere mio. Penso che farebbe piacere anche a lei sapere che può dirti qualcosa. >> Un sorriso comprensivo le si stamperebbe sul visino, è chiaro che capisce quanto quell'ultimo saluto valga per probabilmente entrambi. L'ironia sulla sorte prescelta viene accolta in maniera singolare, altrettanto ironicamente ma forse con un pizzico di timore, che viene spazzato via dalle parole della Kokketsu, che sembra essere votata a lui solo. Lui si avvicina, ricerca le labbra femminili che non si negano nonostante l'imbarazzo e poi le snocciola quelle due singole parole: << Ti amo anche io. >> E questo è decisamente indubbio, chiunque li veda insieme confermerebbe quella condizione. Sembra che il chunin accetti a sua volta quel patto strano, con la promessa di andare a trovarlo spesso, condivide il dolore per quella famiglia persa e poi la rossa si attiva, dirigendosi verso la camera di lui dopo aver chiesto della madre. Non risponde nemmeno alla domanda del genetista in erba, aprirebbe la porta della cameretta guardandosi attorno con aria circospetta. Tuttavia non pare scorgere nessuno all'interno, nessuna figura aleggia nella stanza ne nella casa del Sumi apparentemente. I cricetini si mettono in moto, andando a riflettere sul vero ruolo di quegli animali. << Credo che un'anima non possa restare ancorata a questo posto per tanto tempo. Penso che il mio compito sia quello. >> Insomma avrebbe dovuto chiedere prima, ma quel sospetto sulla presenza della madre altrui non viene confermato, ma doveva comunque provarci. << Temo che non riuscirò a trovare nemmeno Kushina. >> Gli sorride, si volta verso di lui stringendogli le mani con entrambe le proprie, in una sorta di sostegno. [Chakra ON]

11:12 Kan:
  [Cameretta] Le abitudini sono difficili da modificare, così come un pensiero lungo anni è arduo da infrangere ed il Sumo non fa eccezione alcuna in questo senso. Con il passare del tempo a contatto con Shizuka, un determinato lato del suo carattere è andato ad affievolirsi fino ad estinguersi completamente nei confronti dei legami sentimentali ma non sulle catene in generale. Ruoli di potere, cariche di alto prestigio, tutto ciò costringe l'essere umano ad essere legato ad un luogo, ad un qualcosa, vincolato nella possibilità di libertà. Le rotelle nella testa, mentre formulano una serie di pensieri, vengono scombussolate del colpetto del ditino della rossa; istintiva la reazione nel chinare il capo strabuzzando gli occhi, la fronte creare un paio di solchi di rughe <Il Kage in cambio ti da solo un mucchio di responsabilità, scartoffie da leggere e compilare e troppe vite sul groppone a cui pensare> non mostra la presenza di peli sulla lingua nell'identificare la carica dell'Hokage come una seccatura vivente <Per quanto riguarda il resto, ho smesso di considerare i sentimenti una catena vincolante più di un anno fa, da quando una certa rospa si è alzata dalla sedia gridandomi addosso in mezzo alla gelateria> l'esatto momento in cui ha iniziato a provare qualcosa di non ben definito per lei, il giorno in cui il proprio mondo ha iniziato un lento ma inesorabile cambiamento. Una storia già raccontata ma è bene ribadirla di tanto in tanto <Se non diventa Hokage vuol dire che non ci credeva abbastanza da impegnarsi al massimo> ma sorride nell'avvedersi del visino stupito di lei, infantile e dolce al medesimo tempo, dotato di un fascino unico nel suo genere. Una serie di complimenti vengon fuori dalle labbra del bianco, essi rappresentano il pensiero di una persona cambiata proprio grazie a lei, una ragazza in grado di modificare le vite degli esseri umani solamente vivendo. Il colorito divenuto viola lo spinge a ridacchiare, l'esilarante scena riesce a farlo sciogliere <Se ci fossero più Shizuka dovrei comprare una casa il quadruplo più grande di questa> non ha mica detto di volerle lasciare in giro ed a tutti. Shizuka è sua e lo resta in tutte le sue versioni esistenti e non <La tua oscurità è solamente la manifestazione di un potere> arto destro superiore si allunga in avanti, l'indice va ad adagiarsi sulla parte sinistra del di lei petto, in prossimità del cuore <Mentre quello che sei veramente, è qui dentro. Qui, in questo punto, risiede una luce così grande da essere più luminosa del sole stesso> l'indice ricade sul sofà mettendo fine a quel breve ma significativo contatto <In poco tempo sei riuscita ad essere la mia luce, non oso immaginare cosa tu possa fare in una vita intera e quando tutti riusciranno a vederti come ti vedo io, quando anche tu ti vedrai in questo modo> china il capo esibendo un sorriso ma non divertito, felice, speranzoso <Andrò in giro a vantarmi di quanto sia fantastica mia moglie> l'idea di sposarla non viene meno neanche adesso. Ne ha parlato brevemente in passato ed ora ritorna. Il tempo ancora non è giunto eppure sta progettando quell'evento con un crescente e fervente desiderio di realizzarlo, rendere il sogno realtà. Annuisce per quanto riguarda la funzione del bosco con le farfalle, non ha molto da aggiungere, un luogo di ritrovo come un altro ma con una marcia in più sostanzialmente, finendo per sorridere nuovamente all'idea di poter dire addio a Kushina come si deve, salutare l'amica di un tempo. Quell'amore reciproco, dimostrato per l'ennesima volta, scaturisce in un bacio, sentito e voluto venendo ricambiato ma la durata è breve, troppo per i suoi gusti ritrovandosi a seguirla in quella stanza. Insolita la richiesta del nome della madre e silente osserva il fare altrui, il controllare la stanzetta da letto, rimasta totalmente immutata ed intoccata da quando sono andati a vivere insieme; al dire di lei quella piccola luce nelle dorate iridi viene meno, si spegne abbassando il viso, lasciando ricadere al pavimento lo sguardo lasciandosi prendere la mano, sostenere. Una scia liquida percorre i connotati del viso, un paio di lacrime discendono su di esso, un pianto silenzioso, di pochi attimi ma necessario ad espellere quella delusione. [C On]

11:47 Shizuka:
  [Casa - Cameretta] Lo vede raggrinzire la fronte, dopo quel colpo spontaneo e non violento mentre espone la sua e la mette sul ridre, su ricordi del passato che sono solo l'inizio dei cambiamenti del Sumi. Tirerebbe su il nasino, verso il cielo prima di rispondere in maniera vanitosa: << Evidentemente una certa rospa aveva tutte le ragioni per urlarti contro! >> Come se in parte la ragione l'avesse lei, che si è messa a fare il diavolo a quattro tanto per cambiare. Poi commenta riguardo alle possibilità di Shiroichi e il nasino viene arricciato: << Se non lo diventa non credo che sia solo una questione di impegno. Konoha ha una lunga tradizione di Hokage provenienti da quel Clan. Bisogna solo vedere se è portato e mi sembra troppo buono. >> Sta parlando dell'anbu o di se stessa? Lei effettivamente ha la testardaggine e la risolutezza per prendersi un ruolo simile ma forse è troppo bonacciona per essere un buon capo. Ma mentre i cricetini si arrovellano arrivano quei complimenti a distrarla, che vengono ribaditi da ironia e gesti esplicativi di quanto lui la consideri luminosa, per se stesso e in generale per gli altri. Quel viola sulle guance non accenna a diminuire, mentre lei rimane sempre più imbronciata, come se dovesse per forza negare quello che l'altro afferma, ma non riuscendoci troppo a parole. E poi non contento di tutto quello che già le sta facendo subire, rincara la dose con quella frase e quel sorriso felice riguardo al farla diventare sua moglie. << Smettila Mio! Non ci sarà bisogno di vantarsi di niente! >> Le manine si agitano in avanti, negando tutto, negando ogni singola parola in maniera agitata, peccato che quella frase possa avere due interpretazioni, ma lei non ci pensa proprio, troppo imabrazzata per dire altro. Cambia argomento quasi con piacere dopo quel bacio, però poi le viene un'idea parlando della madre che non ha voluto lasciare le figlie e si precipita in camera di lui. Purtroppo quella fantasia viene disillusa, probabilmente portando con se la realizzazione del suo vero ruolo in quella vita oltre la morte. La brutta notizia viene condivisa lasciando spazio a una tristezza che si concretizza con quelle lacrime che solcano il volto dell'albino. Gli occhi verdi se ne stupiscono, non perchè non immagina il dispiacere, ma perchè il suo compagno no aveva mai pianto prima di quella notte dopo Kiri, per il terrore. Le mani vengono lasciate, i palmi della rossa si poggiano su quelle guance, asciugandole per quanto possibile: << Se riuscirò a stringere un patto con loro, potrò chiedere come funziona l'aldilà forse. E magari troveremo un modo per salutarla un'ultima volta. >> Senza pensarci, in maniera spontanea nuovamente cerca di porsi in quella posizione di faro di speranza per il prossimo, condividendo con colui che ama tutto quello che può della sua esistenza, del suo potere, pur di farlo felice. << Magiamo qualcosa e andiamo a nasconderci sotto le coperte? Lì nessuno vede quanto soffri, solo io! E so curare! >> Gli rifila un occhiolino, provando a essere un supporto, una complice discreta e una cura allo stesso tempo, senza però negargli la possibilità di buttare fuori quel dolore, senza sminuirlo. [Chakra ON]

12:15 Kan:
  [Cameretta] Inarca il destro sopracciglio mentre i ricordi di quella giornata gli passano davanti come fossero avvenuti ieri, chiari e limpidi al pari di un fiume incontaminato <Perchè sei una testa dura che non si arrende mai> prende una brevissima pausa <E ringrazio i kami tutti i giorni che tu non l'abbia fatto> altrimenti le cose sarebbero potute andare diversamente, lui da solo o, peggio, invischiato con qualcuna non in grado di apprezzarlo come fa lei, qualcuna in grado di peggiorarlo sensibilmente. Rimane stranito da quella frase, non da Shizuka, una contestazione della bontà altrui <Da quando essere troppo buoni è un impedimento? Non sappiamo com'era Furaya prima di tutto questo ed io non ho la minima idea di come fosse l'altro Nara, per quanto ne so poteva essere un pezzo di pane> la conoscenza della storia è molto labile, troppo tempo è passato dagli Hokage passati ed a parte il nome non possiede la minima idea di che tipo di persone siano state <Tu sei buona eppure come Kage saresti perfetta. Sei leale, sei giusta, sai farti amare e riesci a far uscire il meglio dalle persone> la sequela di complimenti non accenna ad interrompersi ma questa volta possiedono un valore aggiunto, un'indicazione sul ruolo in cui il Sumi la vede bene <Per questo io non sono adatto al comando, non possiedo quelle qualità, non ispiro fiducia o speranza> al contrario di lei dove la speranza può essere il secondo nome. La luce presente in lei, alle dorate del bianco, è ben visibile ma è l'ultima frase a farla agitare irrimediabilmente, uno smuoversi delle braccia eppure la risposta, l'obiezione nasconde in se una conferma? Non ha negato ma dando per assodato quell'evento <Non ci sarà bisogno? Perciò, diventerai mia moglie, un giorno?> non si tratta di una proposta, non desidera farlo così, ne parla eppure vuole conoscere ancor di più i suoi sentimenti, le sue intenzioni in merito. Vederla agitata, imbronciata e di un colorito pari alle melanzane lo fa sorridere, sono proprio quelle espressioni a scioglierlo quando meno se l'aspetta, quelle in grado di mostrargli chi sia veramente Shizuka, il suo esatto opposto e, di conseguenza, la ragazza che ha fatto breccia nel cuore di qualcuno convinto di non poter provare sentimenti. Si ritrovano nella propria stanza, si guarda intorno ma la notizia che non vi sia nessuno, unita al non poter dire addio a Kushina risultano troppo pesanti per trattenere la tristezza. Le lacrime fuoriescono in automatico irrigando il viso, bagnandone le gote, parte delle guance e le labbra, umidicce, fastidiose, evita l'altrui sguardo mantenendolo basso ma è qualcosa che non può nasconderle, non per troppo ritrovandosi con le manine a ridosso del viso. Lento il sollevare delle iridi incastonandole in quelle verdi, un colore a cui deve far l'abitudine per i prossimi giorni <Vorrei che ti conoscesse, le saresti piaciuta e sarebbe stata al settimo cielo> conoscendo i gusti dell'amica, sa bene come Shizuka le sarebbe piaciuta e, probabilmente, sarebbero divenute amiche a loro volta. La mancina si solleva, il dorso della mano va ad asciugare appena gli occhi togliendo gli ultimi residui di lacrime <Si, è un po' che non mi faccio curare> rigettando il tutto nell'ironia ma accettando di buon grado quella proposta e passare del tempo insieme, in intimità. [C On]

13:05 Shizuka:
  [Casa - Cameretta] Nonostante quello che dica il Sumi riguardo al loro incontro sia molto dolce, si ritroverebbe a dover fronteggiare una linguaccia, completa di piercing. Un gesto infantile per rispondere all'ennesimo pensiero carino nei di lei confronti. Poi il bianco obbietto a quel suo essere troppo buono, non è detto che sia un limite e lei viene addirittura descritta come avere le carte in regola pre prendere le redini di un distretto, se non di un paese intero. << Essere troppo buoni è un limite! Io ad esempio proteggerei Rasetsu da chiunque solo perchè è di famiglia! E diciamocelo che non è proprio un santo! Un Kage non deve fare favoritismi! >> Stende le braccine lungo il corpo, pugnetti che si stringono come a sottolineare uno dei limiti più grandi per il suo diventare responsabile di un intero paese. << Non credo che le mie priorità coincidano con quelle di una persona che dovrebbe pensare al bene del paese! >> Già, lei principalmente pensa al bene del suo stesso sangue, della famiglia in senso stretto, ma non riesce a vedere come un villaggio intero possa diventare la sua famiglia, non ancora per lo meno. << Tu non sei adatto al comando solo perchè dovresti sorbirti un sacco di cose noiose che non ti piacciono! >> Secondo lei, lui avrebbe tutte le carte in regola per fare qualsiasi cosa, però semplicemente il suo spirito è troppo libero per metterle in pratica. Ma quel discorso si interrompe, decade in favore dei ricordi più dolorosi per l'albino, lasciando modo a quelle lacrime di sgorgare, di quei desideri reconditi di venire espressi. Lei gli sta accanto, si contrappone a quelle lacrime con un sorriso comprensivo: << Lei mi conosce sicuramente e le piaccio. Vuoi mangiare addirittura a letto o lo facciamo sul divano? >> Le manine andrebbero ad allontanarsi dal suo viso dopo che lui cercherebbe di asciugare quelle lacrime, per scendere e intrecciarsi con una delle sua mani non appena possibile. Cercherebbe quindi di trascinarlo con se, verso la cucina per prendere due piatti, e poi sotto le coperte, a ricevere delle cure speciali. [Chakra ON][//END]

14:23 Kan:
  [Cameretta] Smorfia in tutta risposta a quella linguaccia, due ragazzini che si comportano come tali, almeno nel privato e va bene così, non hanno bisogno di dimostrarsi niente, si conoscono, sanno come sono fatti. Nuovamente si trovano in contrasto ma dalle parti opposte, lei parla di limiti mentre lui le concede un dover fin troppo ampio secondo la mente della rossa <Partiamo dal presupposto che difendere la propria famiglia non è un male ne un reato ma credo ci siano modi e modi di difendere qualcuno> un ruolo troppo pesante per uno come lui, troppo chiuso e limitante ma sa bene come agirebbe. Umetta le labbra, la lingua viene scostata, fatta emergere per carezzare le labbra, renderle più morbide e meno fastidiose riducendone la secchezza <Perchè ancora non riesce a vedere la grandezza della tua forza ma in fondo, diventare Kage è una vocazione. Se non la si possiede, è tutto inutile> è un ruolo dato fin dalla nascita, solo in pochi possono ricoprire quella carica come i Kami desiderano, tutti gli altri finiscono per essere inetti, marionette prive di spina dorsale. Shizuka non rientra in quella categoria, lei può divenire un grande Kage, un grande comandante e leader di un paese se solo credesse di più in quello che è realmente <Anche e le giornate sono troppo corte per sprecarle in quel modo. Ho una sola vita e voglio godermela> prendendo posizione su qualunque cosa riguardi il comando. Non possiede ambizioni del genere, clan, villaggio, possono stare benissimo dove sono con i loro capi purchè lo lascino libero ed in pace di vivere come desidera, senza restrizioni, senza catene e leggi a tenerlo imprigionato. Tutto quanto viene accantonato lasciando spazio al dolore, alla sofferenza, alle lacrime, consolato solamente dalla presenza di lei; gesti e parole comprensive di chi comprende cosa sta provando, di chi l'ha visto debole e fragile. Sorride allungando la destrorsa per darle una minuscola carezza sul visino <Non ho dubbi> piace a Kushina, questo è certo <Sul letto, che domande> accorcia i tempi in attesa delle cure speciali. Si lascia prendere la mano e trascinare in cucina per prendere l'occorrente ad una cena tranquilla, veloce con la centro le coccole. [END]

Shizuka torna a casa dopo l'incontro con le farfalle e si interfaccia con Kan che si avvede immediatamente del cambiamento dell'altra. Chiacchierano un poco, sfiorando argomenti più o meno seri che si concludono in un momento di coccole da vera coppietta.