{ Anbu } Messo alla prova

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In uno stanzino buio, all'interno del quale non s'affaccia finestra alcuna, v'è una brandina scomoda e sporca. Non filtra abbastanza luce se non quella che proviene dall'esterno, sulla parete frontale che è suddivisa da sbarre metalliche: sì, ad occhio e croce si tratta d'una cella. Nell'angolo a sinistra, è anche presente un water e un piccolo tavolino, ma niente che possa sembrare un'arma od oggetti particolari coi quali potersi difendere. Ce ne sarà davvero bisogno? Quando Akainu aprirà gli occhi, si ritroverà immerso nella penombra senza conoscere la sua esatta ubicazione. Il metodo di "prelievo" del soggetto da parte degli Anbu è piuttosto particolare. Di solito, s'addormenta o si genjutsa la vittima affinché non capisca dove la stiano portando. Dopodiché la si lascia svegliare con tutta la calma del mondo, senza forzarla. In fondo, non ce n'è bisogno. Le di lui mani sono libere da qualunque costrizione, non reputando necessario l'uso delle manette anti-chakra tenendo conto che si tratta d'un Genin. A prescindere, qualora volesse tentare la fuga senza sentir ragioni, troverebbe sicuramente qualcuno di ben preparato nel corridoio che si intravede tra le sbarre. E' ovviamente però privo di qualsivoglia arma, in modo che non possa usarne, ammesso abbia l'intenzione di farlo. Vi sono delle luci al neon che provengono proprio da questo, ma che lasciano l'angolo del letto in penombra - come detto poc'anzi. Abbassando lo sguardo, una figura minuta - circa centosessantacinque centimetri - stanzia contro le sbarre, poggiandovi la schiena. I lunghi capelli bianchi son raccolti verso l'alto in una coda spettinata, con due treccine poste lateralmente al capo che si gettano nella capigliatura restante. Una maschera nera con accenni rossastri è posta al di sopra del volto di questa persona, dalla forma somigliante a quella d'un lupo. Il vestiario che è possibile notare è formato da un paio di pantaloni neri multitasche, infilati in un paio d'anfibi dello stesso colore ben allacciati. Una tasca porta kunai è tenuta attorno alla coscia mancina, mentre dal lato opposto pende una tasca porta oggetti anch'essa scura. La pettorina copre qualsiasi forma del fisico altrui, non lasciando intravedere le curve femminili sottostanti. Al di sotto, la maglietta a maniche corte lascia intravedere il tatuaggio della corporazione sul bicipite destrorso. Un bussare sulle inferriate metalliche tramite la placca di ferro dei guanti alle mani gli causerà non poco fastidio. <Sveglia, principessa.> Si comincia. [ Quest Chiusa ]

15:08 Akainu:
 Non ricorda molto del giorno prima ne di quello che è successo, sa solo di essersi addormentato di punto in bianco, inglobato nel mondo dei sogni a fare i conti con le tragedie del passato. Il fuoco si estende per miglia e miglia nella di lui testa, la casa brucia e il calore si espande invadendogli i polmoni; tossisce mentre la pelle si scioglie bruciandone le carni, il dolore atroce che ne consegue è indescrivibile nella sua brutalità. Perchè proprio adesso? Dopo mesi in cui ha smesso di vivere quell'incubo, ora si ritrova nuovamente catapultato in quell'orrido passato da dimenticare. Nel mondo reale sta sudando, sdraiato sulla branda scomoda, il deturpato suda sette camice con aloni su ogni parte della veste, la fronte lucida e svariate gocce discendono dalle tempie prima che quel dolore divenga troppo forte da spingerlo a svegliarsi. Schiude le palpebre e le labbra ansimando con fare copioso. Gli servono interi secondi per mettere a fuoco l'ambiente, notare come la stanza in cui sosta non è la propria camera e con lui non vi sia Kore; letto piccolo, pareti spoglie ed un water in bella vista. Sbatte le palpebre un paio di volte nell'udire una voce chiamarlo; scosta il corpo, le gambe vengono abbassate, la mano sinistra si solleva per sostenere il capo, il mal di testa l'ha colpito improvvisamente. Il suo outfit rasenta il minimo indispensabile per non dar nell'occhio con una t-shirt bianca a maniche corte a ricoprire il busto lasciando intravedere un petto ustionato con carne viva esposta insieme alla totalità del collo, pantalone in pelle nera con cinta intorno alla vita ricolma di borchie sulla fibbia e scarponcini neri lucidati a dovere; a ridosso di tutto un cappotto leggero dal nero colore con maniche lunghe ricoprendo l'ennesima ustione, esso discende lungo tutta la figura del mostro fino a metà polpaccio. Il viso, ne vogliamo parlare? Tutta la mascella è ustionata, così come il contorno degli occhi mentre i capelli risultano corti, brizzolati e spettinati, questa volta alla luce del sole, si, non ce l'ha nascosto dal cappuccio bensì il viso è liberamente visibile alla qualunque. Le verdi iridi si scostano da destra verso sinistra e viceversa notando le sbarre di quella che è, oramai, palesemente una cella così come s'avvede della persona contro le sbarre. La situazione non è delle migliori ma si alza da quella branda restando nella penombra, seduto, pensieroso alla ricerca della motivazione di quella reclusione ma nulla sopraggiunge nella di lui mente, nulla di utile alla causa <Cosa ho fatto?> la voce rauca per via di quell'incendio che ne ha inevitabilmente corrotto le corde vocali. Il battito cardiaco aumenta leggermente man mano che la consapevolezza di essere un prigioniero si fa strada in lui seppur cerchi di mantenere una sorta di apparente calma.

Il ferro dei guanti va di nuovo a sbattere contro le inferriate così da generare quel rumore fastidioso che, data la zona, riverbera in un'eco. Per Akainu che s'è appena svegliato in un posto che non conosce, quel rumore crea leggermente fastidio alla sua testa. Deve mettere bene a fuoco la zona che ha davanti. La figura dell'Anbu è ancor frontale al suo lettino, in piedi e ben eretta, equipaggiata di tutto punto con quel che è necessario. <Niente, in realtà. Si tratta d'un gioco personale.> Si stringe nelle spalle, lasciandosi andare anche ad una piccola risatina di scherno per condire il tutto. Il silenzio in quel luogo è tombale, come se fossero soltanto loro due i protagonisti e gli occupanti. E' un posto che ad Akainu non dice niente, si tratta meramente d'una cella e lui si trova dalla parte sbagliata delle inferriate. Quest'è quanto. <Sai chi sono e cosa vuol dire questa maschera?> La domanda è lecita, deve anche capire con chi sta avendo a che fare prima di spiegargli la reale motivazione che lo porta ad essere lì dentro. L'essere che pare averlo imprigionato lì inizia a camminare avanti e indietro davanti alla cella, sotto gli occhi dell'Uchiha gesticolando con la mandritta coperta dal guanto. <Devo iniziare a cambiare metodo, però. Sta diventando seccante.> Parlare con un povero malcapitato dietro le sbarre... Potrebbe iniziare ad imprigionarli direttamente sul campo, arrestandoli per qualche stronzata in cui lei stessa li ha messi. Oh sì, questo sarebbe veramente tanto divertente... E' un peccato che non le sia venuto in mente prima. Per il Genin, probabilmente non sarà facile aver a che fare con qualcuno che pare aver perso il lume della ragione o che si diletta soltanto ad aver alla sua mercé qualcuno da torturare. [ Quest Chiusa ]

16:06 Akainu:
 Appena svegliatosi le iridi non colgono pienamente quanto accade ma la figura dietro le sbarre è ben visibile, in particolar modo il tatuaggio sul braccio. Lo riconosce, il medesimo dell'Anbu che l'ha interrogato per quanto riguarda la missione da lui sostenuta. Non riconosce la voce per via del modificatore ne può ricordare molto altro, la penombra inoltre non aiuta la corretta visione dell'ambiente e delle persone; permane seduto sul lettino tenendosi la testa con la mancina, necessita ancora di parecchi momenti per riprendersi ed ora comincia a pensare di esser stato drogato proprio dall'Anbu li presente ma il motivo è tutt'ora sconosciuto <Posso sapere le regole di questo gioco?> domanda mantenendo un tono di voce piuttosto basso, tranquillo ma non rilassato. Mantiene la guardia alta nonostante tutto, non si fida di niente e nessuno, essere rinchiuso in una cella lo rende solamente vulnerabile ad attacchi avversari. Deglutisce mentre con il palmo destro fa forza sul materasso per portarsi in piedi, barcolla leggermente come avesse bevuto qualche bicchierino di troppo; qualche passo avanti viene fatto prima che una domanda precisa venga formulata. Istintivamente le iridi vengon portate sulla figura in questione osservandola nel silenzio più totale per lunghi secondi <Un membro della squadra Anbu> su cosa voglia dire quella maschera <Sei Taiyo? Se ti servivano altre informazioni sulla missione C bastava mandare un messaggio come l'ultima volta> digrignando i denti per quel male incessante alla testa che non accenna minimamente a passare. Persino il voltastomaco sta giungendo, si, sta diventando un cadavere e se qualcuno non gli da un'aspirina il prima possibile avrebbe utilizzato persino quel water li presente <Deduco non sia la prima volta che porti gente in una cella> quella frase non lascia spazio ad alcun tipo di dubbio <Perchè sono qui? Cosa vuoi da me?> cambia il tipo di domanda, non più cosa ha fatto ma cosa pretende dal genin in questione. Non avendo fatto nulla, è implicito supporre che ci sia qualcosa sotto.

La signorina oltre l'inferriata non sembra essere molto entusiasta di quel che accade all'interno della stessa. Tutt'altro, è annoiata. Per quanto Akainu possa provar timore, non è abbastanza per risvegliare la curiosità e l'interesse della Generale. Quest'ultima è ancor lì fuori, muovendosi avanti ed indietro come se stesse soltanto cercando d'ingannare il tempo - di divertirsi un po' nell'ambiente lavorativo. <Tu stai zitto e rispondi soltanto quando vieni interpellato. Io ti rivolgo le domande e tu rispondi senza aggiungere quesiti superflui.> Ecco le regole. Chiara e concisa. Lascia intendere che comanda lei e che gestisce tutto quel che sta facendo. Le iridi glaciali di Boryoku fissano colui che ha di fronte, nonostante questi non possa dirlo con assoluta certezza a causa della maschera. La voce distorta poi rende la situazione ancora più surreale, ma dovrebbe conoscere quanto meno la fama della corporazione Anbu, abbastanza da sapere che girano sempre e costantemente con quella maschera sul volto. <Taiyo...> Borbotta per tutta risposta, dando un altro colpo alla sbarra più vicina con la placchetta metallica così da far riverberare il tutto nella cella. L'ennesimo rumore che genera fastidio alla testa e alla cognizione del ragazzo. Chissà cosa gli avranno versato in qualche bicchiere... O nel cibo che ha mangiato di recente. <Voglio arruolarti. Con la faccia che hai, una maschera ti starebbe proprio bene.> Sghignazza, facendo agitare la coda argentata dietro le sue spalle. Assesta il proprio incedere ed incrocia le braccia al petto. Vuole aspettare la sua reazione ch'è sicura non tarderà ad arrivare. E' così facile prendere per i fondelli le persone perché si lasciano prendere automaticamente dalle loro emozioni. C'è chi agisce arrabbiandosi, chi lamentandosi di quanto sfigato possa essere e al contempo chi lascia soprassedere. Akainu in che lista si potrebbe collocare? [ Quest Chiusa ]

17:12 Akainu:
 Regole ben precise quelle enunciate dall'Anbu in questione, regole in cui lui o lei comanda ed il genin obbedisce senza dire altro. Questo è che l'altro o l'altra desidera ma, purtroppo, far avvenire le cose in tal modo rasenta davvero la noia più totale, abbastanza da portare chiunque allo sbadiglio facile <Ora capisco perchè ti secca questo metodo, ne avrei anche io le palle piene> adagiando il destro palmo contro il muro, il mal di testa sta piano piano diminuendo; la fronte non pulsa più come prima, bensì ora sente solamente una leggera mostra a schiacciargli le tempie, niente di così insormontabile. Scuote il capo lentamente per riprendere ad avere una visione chiara del circondario e di cosa sta avvenendo intorno <Si, Taiyo. Mi ha fatto domande sulla famiglia Anamura arrivando a chiedermi alcune deduzioni mie sul caso> prende una breve pausa <Secondo me non sapeva che pesci pigliare se è arrivato o arrivata a tanto> non sapendone il sesso <Ma sto notando che non è il solo a cui la missione ha suscitato interesse> altra breve pausa mentre sfrutta una delle doti che palesemente non ha, ovvero la parlantina. Parla cercando di guadagnare tempo e farle dire perchè l'abbia portato li, cos'ha fatto di tanto grave da portarlo in una prigione <Come mai la squadra Anbu si è interessata al caso a missione conclusa?> una specifica non da poco. Non gli interessa sapere del loro agire ma come mai si sono mossi con così ampio ritardo rispetto allo svolgersi degli eventi. Piano piano, passo dopo passo, si avvicina a quelle sbarre per ridurre sensibilmente la distanza fino ad udire quella confessione. Vogliono arruolarlo, lui, che non ha mai visto di buon occhio tale corporazione, adesso si ritrova a dover fare i conti con una simile richiesta. Il karma è bastardo sotto tutti i punti di vista ma insieme alla confessione giunge anche un velato insulto; istintivamente la destra si solleva per carezzare il proprio viso, in particolare la macella deturpata. Non ha armi, è dietro delle sbarre con un anbu davanti e chissà quanti altri nei dintorni; indifeso ed inerme come un bambino appena nato <La mia faccia sta bene così, grazie> replica solamente trattenendo il nervoso, reprimendolo, trovando assai stupido lasciarsi andare in una situazione come questa <Il motivo?> dell'arruolamento, s'intende.

Akainu centra perfettamente il punto della situazione: l'altra si sta annoiando - anche parecchio. <Vero?> Ne conviene, facendo schioccare due dita tra di loro come a voler sottolineare quanto appena pronunciato. <Il problema è che son ben poche le persone che vengono meno a questo mio ordine. Tu, per esempio, mi stai assecondando il che è un ottimo punto a tuo favore se volessi arruolarti davvero.> Ammette con voce pacata, pur sempre modificata dalla maschera che indossa per ovvie quanto valide ragioni. Una maschera che però un tempo incuteva timore, adesso soltanto battutine fuori contesto. <A chi altro ha suscitato interesse? Sentiamo.> Il caso Hanamura lo conosce approfonditamente poiché l'ordine di cessazione del comando nei confronti di Taiyo lo ha lanciato ovviamente Boryoku. Inoltre, per la carica che ricopre è altresì naturale che abbia conoscenza di tutto quel che accade nel villaggio, oltre ai movimenti degli Anbu suoi subordinati. <Per esempio, questo è uno dei casi in cui le tue domande sono fuori luogo. Ciò non implica che io possa punirti in qualche modo, ma che semplicemente tu venga ignorato.> Tutto qui. Sta cercando, come ormai anche l'interlocutore dovrebbe aver capito, un modo per sfogarsi e per divertirsi. L'ultima volta è stato divertente. Ha passato un mese intero a torturare un ragazzino di neanche vent'anni, tagliandogli via un braccio soltanto perché riportava il simbolo degli Anbu ancora impresso sulla pelle. Lo ha torturato così tanto mentalmente da lasciargli soltanto quel marchio distintivo addosso: un arto in meno. E si è divertita così tanto... S'è vendicata per tutto quel che ha fatto negli anni passati pensando di prenderla in giro. E adesso? E' annoiata. Ha perso il suo giochino. <Andiamo, Akainu!> La voce si finge leggermente eccitata. <Arrabbiati! Dimmi qualcosa! Non c'è divertimento se trattieni le tue emozioni.> Sospira pesantemente, scuotendo poi la testolina ammantata di argentei ciuffi. Infine, viene chiesta la motivazione dell'arruolamento. Si tratta d'un quesito effettivamente avente un senso; potrebbe meritare risposta. <Non vuoi divertirti con noi andando ad acciuffare qualche riprovevole assassino, furfanti e ladri che necessitano soltanto d'attenzione? Non vuoi partecipare a missioni di recupero informazioni?> Ironia. La più totale ironia. Pare lo stia prendendo in giro, sarebbe un'assurdità se in quelle parole ci fosse un fondo veritiero... [ Quest Chiusa ]

17:59 Akainu:
 Non serve un genio a comprendere l'altrui noia o non avrebbe tirato in ballo la questione gioco <Mi sono svegliato rinchiuso in una cella e un Anbu a farmi da guardia. Non è saggio provocare> semplicemente ci va con i piedi di piombo non avendo la benchè minima idea di chi egli o ella sia ne di cosa sia capace. Sicuramente, per averlo portato li dentro senza che se ne accorgesse, deve avere una potenza di gran lunga maggiore alla propria non essendosi accorto di nulla, nemmeno di essere prelevato da casa propria, sempre ammesso che si sia addormentato sul proprio letto o divano. In tutto questo deve chiedere a Kore se ha sentito qualcosa ma l'attenzione viene attirata da una domanda ben specifica <Ammetto che ha stuzzicato anche la mia fantasia, sono il primo a portare avanti la teoria che dietro quel furto ci sia qualcosa di più> mettendosi in mezzo personalmente <E poi un altro ragazzino, vuole diventare detective, un Nara di nome Shiroichi> pronunciandone il nome <Ha chiesto a me di collaborare ma perchè non lo fate voi? Avete un'interesse in comune, potreste avere reciproci benefici> mera osservazione di chi è totalmente estraneo alla cosa. Il passo prosegue giungendo alle sbarre, finalmente, dopo una lenta camminata e su di esse va ad appoggiarsi con la schiena. Si sistema mettendosi comodo, respira profondamente <Ignorarmi non t'annoierebbe ancora di più?> riprendendo il discorso di prima, per combattere la noia bisogna far qualcosa e anche delle domande fuori luogo possono risultare divertenti. Umetta le labbra strofinando la lingua su di esse con una certa lentezza con il fine ultimo di renderle meno fastidiose e decisamente più abbordabili. Il non troppo velato insulto non riceve, come da lei sperato, una reazione soddisfacente tanto da arrivare a pregarlo. Sospira pesantemente <Non è prerogativa di un Anbu trattenere le emozioni?> e si ritorna la discorso di prima, situazione troppo scomoda per reagire male, senza armi oltretutto. La katana rappresenta il 90% della sua forza, senza di essa è pari ad un insetto. Domande palesemente pregne di ironie e tanto bastano a farlo desistere, a declinare l'offerta ricevuta; quello può farlo anche da solo <Vanno riportati necessariamente vivi?> improvvisamente chiede ciò rimembrando una consapevolezza sopraggiunta al risveglio dello sharingan <Comunque se cercate un cane da tartufo per le informazioni, andate da Shiroichi, in quanto aspirante detective è perfetto> breve pausa <Io preferisco mettermi alla prova in altro modo> concludendo infine.

L'Uchiha dimostra quanto meno d'avere spirito di osservazione e di adattabilità. Trovandosi di fronte un Anbu reputa che non sia assolutamente saggio dimostrarsi poco propenso al dialogo o troppo invece affine alle minacce. Non male. Boryoku ne pare contenta, tanto da limitarsi ad un annuir leggero del capo. Successivamente, tira fuori un'argomentazione che lascia leggermente perplessa la donna dalla maschera raffigurante un lupo. <Temo che anche questa faccenda non ti riguardi. Per quanto sia apprezzabile il tuo impegno a ficcanasare in giro, intendo.> Gli rende noto che come atteggiamento non è certo dei migliori, tuttavia è ciò che farebbero per l'appunto gli Anbu. Tuttavia egli è privo della maschera che l'assoggetterebbe alla corporazione, motivo in più per non infilarsi in fatti che non lo riguardano poi molto da vicino. Sta di fatto che qualcosa va portato a termine e Boryoku sta continuando a ragionare, pur non dandolo a vedere. Fidarsi di chi ha di fronte è una scelta oltremodo sbagliata, pertanto c'è soltanto un obiettivo che potrebbe perseguire. <Posso metterti alla prova. Ti affiderò una missione. E ti farò avere i dettagli privatamente. Non potrai sfruttare in alcun modo il nostro nome, tanto meno una maschera.> La dimostrazione che vorrebbe ricevere è quanto più ovvia possibile. Chiaramente dipende da quanto Akainu possa riuscire a cogliere da quella spiegazione appena accennata del Generale Anbu. L'espressione altrui è ovviamente nascosta, il tono pare pacato senz'alcuna eccessiva inflessione. Inoltre, c'è da considerare come il modulatore vocale possa effettivamente causare non pochi fastidi all'interpretazione. In fin dei conti, quel che c'è da fare o da decidere... al momento resta nelle mani dell'Uchiha dietro le sbarre. Strano, ma vero... pare avere qualche diritto. [ Ambient - Chiusa ]

14:00 Akainu:
 La situazione in cui si è ritrovato improvvisamente non pare voler finire, rapito e rinchiuso per poter entrare in quelle file, si ritrova ad uno scontro verbale con l'Anbu. Non sa chi sia, non ne conosce il sesso ne il grado all'interno di quella squadra ma una cosa è certa, per permettersi di fare tutto quello, non si tratta di uno shinobi qualunque. Deglutisce nel guardarlo, le verdi iridi son fisse sulla figura al di la delle sbarre mentre tenta invano di carpire qualche informazione, un minimo accenno di emozione così da comprendere come comportarsi <Per sopravvivere bisogna ficcanasare, al contrario di quanto si pensi> anche se ha vissuto nella completa ignoranza, sa ben guardarsi da determinate cose ma la stupidità di quel cervello non gli permette di ragionare come si deve e, di conseguenza, si trova nei guai fino al collo ma questi sono dettagli che è meglio non far emergere. Si trovano in una situazione di stallo dove ha espresso la propria posizione in merito a quella specie di reclutamento, non gli piace essere un cane da tartufo ma se si tratta di battaglie, di combattere mettendosi alla prova, allora, forse, qualcosa si può fare eppure Boryoku emerge con qualcosa di diverso; inarca il destro sopracciglio, scruta l'Anbu da capo a piedi sbattendo un paio di volte le palpebre, il mal di testa sta passando, vero ma risulta ancora presente, pressante; umetta le labbra ascoltando quella proposta, non sfruttare il loro nome ne una maschera, svolgere una missione con la propria faccia come un ninja normale. Probabilmente vuole vedere come se la cava senza le spalle coperte dalla squadra speciale. Il silenzio cala tra i due, pensieroso il genin, non gli viene messa fretta alcuna bensì si prende quei minuti necessari per pensarci, per riflettere sulla fattibilità della cosa <E va bene> non serva a nulla chiedere quale sia il suo compito, le nozioni sarebbero giunte nel privato, evidentemente si tratta di qualcosa di non ufficiale, qualcosa che non deve essere registrato negli archivi.

Nonostante si trovi dietro le sbarre, ha tentato in qualche modo di guadagnarsi quella sua libertà. Per quanto riguarda Boryoku, in effetti, l'interesse nei confronti del prossimo è molto labile. Potrebbe anche decidere arbitrariamente di lasciarlo marcire nella cella Anbu, giusto per farci qualche strano giochetto sadico dei suoi. Tuttavia, avendogli dato una missione da portare a termine, tutto sommato deve anche comportarsi in maniera equilibrata. Inoltre, il modo in cui è stato prelevato per essere messo sotto torchio ed eventualmente arruolato non è neppure umanamente normale. Lo fa soltanto per i suoi interessi, per divertimento considerando come vengano date missioni agli Anbu che non son neppure lontanamente paragonabili a quelle d'una volta. Una volta aver accettato, la donna si limita ad un mero cenno del capo - il cui volto permane perennemente nascosto da una maschera. <Fatti un riposino, verrai prelevato a tempo debito.> Con tutte le dimenticanze del caso. Ad esempio, non ricorderà come c'è arrivato né come se n'è andato; tanto meno l'ubicazione esatta di quella base e di quella cella che l'ha ospitato per un paio d'orette - forse più. La discussione avuta con Boryoku non viene assolutamente intaccata, lasciando peraltro intuire ciò che è intenzionata a nascondere, ma per ovvie motivazioni anche facilmente intuibili. Che missione attenderà per il nuovo quanto ipotetico soldato alla mercé d'un Generale annoiato? [ End ]

14:23 Akainu:
 Ha scelto nonostante la consapevolezza della pericolosità della cosa, oltre dell'ambiguità. Per dare una missione con il chiaro e preciso compito di non mettere in mezzo gli Anbu vuol dire che non si tratta di qualcosa di normale, al contrario, è qualcosa di puramente illegale probabilmente. In risposta riceve solamente un cenno del capo, niente di più da quella figura così misteriosa quanto sadica nel suo modo di porsi. Umetta le labbra, le schiude e le richiude a quel suo dire finendo per sospirare. Non ha modo di uscire li da solo, se ce l'hanno portato senza che se ne accorgesse, vuol dire non avere la minima possibilità di confrontarsi con loro, in particolare ora senza le proprie armi. Annuisce a sua volta dando le spalle, incamminandosi alla volta del lettino e su di esso va a sedersi in primis e successivamente si sdraia su di esso; capo adagiato sul cuscino, verdi iridi fisse sul soffitto, espressione priva di emozioni. Schiude le labbra sbadigliando, ne approfitta veramente per fare un riposino, crogiolarsi nel letto in attesa di essere liberato <Lo prenderò nel culo> girandosi di lato, ponendo il fondo schiena contro il muro per evitare che tale situazione giunga troppo presto. Lentamente le palpebre si abbassano, l'oscurità ne avvolge lo sguardo ed in quell'istante il sonno torna a prenderlo, a farsi sentire finendo per addormentarsi sul serio fino al momento della propria liberazione, solo i kami sanno in che modo sarebbe avvenuta, se tra un calcio nelle chiappe od una strattonata nel sonno. [END]

Akainu viene "convocato" nelle celle Anbu per un ipotetico arruolamento.
Le cose non vanno esattamente come vorrebbero (sia per l'uno che per l'altro).

Pertanto viene proposta una missione ad Akainu per metterlo alla prova.

No exp