Due sunesi vanno ad Oto
Free
Giocata del 27/09/2022 dalle 15:01 alle 19:41 nella chat "Piazza Centrale [Oto]"
Ad Oto non ci va mai per piacere, fin qui possiamo darlo per scontato, tutte le sue visite in quel quartiere sono sempre state legate a quel maledetto laboratorio e alla ricerca della sua verità e oggi non è poi così diverso, non ci sono ragioni meramente turistiche o di svago che l’han spinta fino a coloro che fino a dieci anni fa, quel che ce può sapere, vivevano nel sottosuolo come talpe, si tratta di lavoro, una missione, un’indagine ed un caso che l’ha portata ad arrovellarsi fino a quando si è vestita, ha preso il primo treno disponibile e si è catapultata in piazza, quindi ora che è lì che fare? Si guarda intorno fingendosi una del posto, non che sia poi così difficile, un respiro e si entra nella parte. Si sistema meglio il giacchetto da biker rosso e nero sulle spalle, le protezioni sono pensanti sulle spalle ma non è mica ciò che indossano le gang? Le mani coperte da quei guanti in pelle nera con le dita tagliate vanno a sistemarle i capelli, lasciati oggi sciolti, lunga la massa biondo fragola che ricade sui suoi abiti, si copre le orecchie, li scompiglia appena così da scrostarsi di dosso l’aria da perfettina della Shinsengumi. Una semplice fascia nera a coprirle il seno, pantaloni neri strappati e cargo a vita bassa da cui spunta la calzamaglia a rete che arriva appena sopra all’ombelico. Sugli strappi sulle ginocchia s’intravede ancora la trama a rombi delle calze ed infine ai piedi un paio di pesanti stivaletti neri, i soliti anfibi solo di un colore diverso, le stringhe sono rosse a richiamare la sua giacca. Si guarda appena intorno, senza doversi mettere alcuna maschera, la faccia da schiaffi assolutamente disinteressata le riesce naturale. Bambini di età variabile, cosa ci si potrebbe fare con questo tipo di esseri umani? Un riscatto lo esclude, sarebbe già arrivata la richiesta no? Vendita di organi? Ma a chi potrebbe mai servire la milza di un bambino di otto anni? Tante domande, nessuna idea delle risposte e soprattutto della pista da seguire, quindi tanto vale continuare a camminare, guardarsi intorno e respirare quell’aria alla ricerca dell’ispirazione [chk on] Sebbene l'atmosfera rilassante delle sabbie gli sia entrata sottopelle, ogni tanto anche lui ha bisogno di cambiare aria ogni tanto: l'ultima volta, dal Bosco Centrale aveva intravisto da lontano l'area dedicata di Oto durante una sua passeggiata serale, e di conseguenza si è organizzato per visitarla - e quale zona migliore se non la piazza centrale? Detto fatto, si prende il treno da Suna e ci si va. Mentre ci si trova a girovagare, soprattutto con lo sguardo, si sistema una specie di giacca color khaki, appoggiata sulle spalle sopra ad una camicia a manica lunga (ma con le maniche girate) di colore bianco avorio con un paio di pantaloni blu scuro con cintura a rifinire, e un paio di scarpe comode grigie con alcune righe decorative bianche. Al braccio sinistro porta un coprifronte nero recante il simbolo di Suna mentre al destro, alla mediana dell'arto tra spalla e gomito, è allacciato un porta-kunai anch'esso nero, dal quale non si separa quasi mai. Sul lombo sinistro, allacciato alla cintola, si intravede una sacca portaoggetti. Ma, anche se non vi è mai stato (fino ad oggi) nel settore otoano, ha come l'impressione che ci sia sempre qualcosa o qualcuno dietro l'angolo... Si guarda intorno cercando bambini dall’aspetto malaticcio, magari senza organi, appena trapiantati qualsiasi cosa e lo sguardo si volge quasi d’istinto vero i laboratori. Sempre più convinta e sicura che la risposta a tutto sia sempre e solo lì dentro. Sospira appena scuotendo il capo come a volersi cancellare quelle sue supposizioni dalla testa. Estrae il cellulare, scorre un istante la home di ninjagram e si sofferma su un nome, potrebbe chiedere direttamente ma a che costo? Cos’ha da offrire in cambio ora? No meglio evitare. Cerca altre piste e si rimette a guardarsi intorno soffermandosi appena su quella sala giochi, Nene? La cerca appena aspettandosi di trovarla lì mezza ubriaca e mentre in quel caos di pensieri si perde davanti le passa il simbolo di suna. Questo semplice dettaglio le permette di riprendersi, chiude e riapre gli occhi un paio di volte sbattendo le palpebre violentemente per mettere a fuoco meglio. Che mondo globalizzato. Si limiterebbe ad osservare il ragazzo per poi seguirlo <e così i ninja girano ancora liberi mostrando il copri fronte come se fosse onorevole?> che possa portarla da qualche parte? Insomma magari anche suna è coinvolta in quel traffico di organi, ehm bambini ancora deve considerarli come esseri viventi. Solo quelle semplici parole prima d’avere l’illuminazione sulla pista da seguire per oggi. Entrare in quella sala giochi, andiamo è il posto perfetto per puntare ragazzini e poi trovare quelli adatti da rapire. Un sorriso divertito nasce sul suo volto mentre si dirige verso l’ingresso e porta la destra sul pomello, si volta poi in direzione di quel membro di Suna. Quale delle due piste è meglio seguire. Il dubbio la fa esitare qualche istante mentre i suoi occhi si concentrano sul ragazzo, analizzandolo, studiandolo cercando di capire se lo ha già visto, se è schedato come criminale e tutte le informazioni possibili che potrebbe aver intravisto in sede, uno sforzo di memoria necessario ora[chk on] [Piazza - in giro] Nel suo sportarsi da un punto all'altro della piazza, guardandosi d'intorno in maniera incessante, si trova a soffermarsi sulle ataviche lastre di pietra che contrassegnano le varie zone della piazza e alle basi delle stesse lastre campeggiano le statue dei precedenti Kokukage che hanno guidato il villaggio dagli inizi fino ad oggi. Tra un settore e il successivo, continua a girovagare tra le bancarelle della piazza osservandone i contenuti più disparati - ed è proprio dopo che si è staccato dall'ultima bancarella della Prima Zona, durante lo spostamento alla successiva, che riesce a sentire un commento emanato da voce femminile nel rumoreggiare del luogo. Si ferma, per un istante, per capire da dove potesse provenire; lo sguardo dardeggia tutt'intorno a sè, cercando una possibile fonte ma le persone presenti sono in numero tale che gli diventa difficile se non impossibile. Scrollando le spalle, ricomincia a muoversi verso la Seconda Zona. < Più che onorevole, per me è appartenenza. Sia al Villaggio che al mio settore. > Il riferimento del settore è palese, dato il simbolo impresso sul coprifronte. La frase viene detta con un tono vocale tenue, come se rivolto proprio a quella voce commentatrice, mentre il passo quasi ciondolante lo spinge innanzi. Sai tratta di qualcuno di cui sospettare? Con la mano ancora sul pomello della porta d’ingresso alla sala giochi lo fissa <oh beh> replica semplicemente <come se ci fosse dell’onore nell’essere un ninja come quelli che stupidamente dieci anni fa ci condannarono tutti alla disfatta> sospira appena osservandolo mentre si allontana. Non che il pensiero sia espresso con amarezza e quasi astio per la necessità di aderire al personaggio, lei si è un chunin del settore di Suna ma lo è solo per poter diventare più forte, lei non sarà mai fiera di quel ruolo, si tratta solo di necessità. Non ci sono altri sguardi verso quel ragazzo, ha detto ciò che pensa cercando di farlo risultare il più odioso e schifato possibile e poi lascia stare, scegliendo così di entrare nel locale, dubita che qualcuno di così legato ad uno stupido copri fronte possa essere complice del rapitore di ragazzini. La campanella sopra alla porta tintinna semplicemente al suo ingresso, durante il passaggio. L’antipatico di Suna per ora viene archiviato, infondo lo ha guardato abbastanza a lungo da memorizzarne il volto quel tanto che basta da ritrovarlo poi tra gli archivi in sede. Ora è tempo di indagare, se lei fosse un rapitore questo è sarebbe un buon posto per avvicinare le innocenti vittime, lo sguardo vaga per cercare di comprendere la fascia d’età di frequentatori di quella determinata sala giochi, comprenderlo le permetterà anche di capire se potrebbe o meno essere nel posto giusto, l’assenza di bambini piccoli o di ragazzi alle soglie della vita adulta significherebbe che probabilmente non è quella l’attività commerciale corretta, dovrebbe rimettersi a girovagare insomma[chk on] [Piazza - in giro] La risposta dalla misteriosa voce femminile non tarda a farsi aspettare, e risulta pure essere piena di apparente astio e rancore verso gli shinobi, in particolare verso quelli che una decina d'anni or sono portarono il mondo ninja alla rovina. < Se per il solo onore di essere un ninja condanneresti uno solo per gli errori dei nostri predecessori... > Non completa la frase, si ferma in tronco mentre parla. Inspira lentamente, inalando il cupo aere di Oto per poi sospirare con la stessa lentezza con cui ha inspirato. Sceglie di non continuare a parlare, ma si decide a ricominciare a muoversi verso le prime bancarelle della zona simboleggiata dalla statua di Sasuke e Seiri Uchiha, il Secondo e Terzo Kokukage. Mentre si allontana, forse per scelta, all'altezza della lastra si ferma, sussurrando qualcosa nell'aria sperando che qualcuno l'ascolti. < ...allora non saresti molto diverso da loro. > Poche parole, ma che gli suonano affilate come la lama di un kunai, mentre il cerebro invia impulsi al resto del corpo del sunese il quale si rimette in moto verso la prima bancarella che vede. Questa non è la ludoteca giusta, ci sono solo vecchi bavosi che ci si giocano lo stipendio, beh è stato un buco nell’acqua, in quella piazza comunque è pieno di posti simili, meglio proseguire. Esce nuovamente dalla sala giochi in cui aveva appena messo piede riprendendo a camminare, per quanto abbia ignorato la prima frase dello sconosciuto di Suna ora che esce e si mette a camminare nella sua stessa direzione ne può ascoltare il continuo, per quanto sia costretta a concentrarsi parecchio per poter comprendere quello che le è stato detto, isolando quel suono in mezzo al coro di voci in giro in quella giornata. <Tzè> la lingua che sbatte contro il palato, il semplice scocco, il suono del disprezzo puro <oh io sono molto diversa, ne riconosco i limiti a differenza di voi stupidi shinobi, convinti d’essere potenti> continua con quel discorso, lanciando offese quasi all’aria, senza la sicurezza di poter essere udita dallo sconosciuto che ora andrebbe anche a superare, il suo è un passo spedito, sicuro e veloce una camminata che punta a raggiungere la sala giochi non troppo lontana di cui può già vedere l’insegna al neon, deve solo trovare il post con il target corretto e poi da lì potrà iniziare la sua vera e propria indagine, magari non finirà oggi ma ormai si è convinta di essere sulla giusta strada, non sa ancora a cosa portano quei rapimenti ma è sicura di aver trovato una buona chiave di lettura per capire come identificare le vittime. A casa, una volta tornata nella sede della Shinsengumi, chiederà l’accesso alle loro cartelle cliniche per scoprire se si tratta di bambini in buona salute o meno, così da capire se ha senso seguire la pista della vendita d’organi o se orientarsi su altro come prostituzione minorile o sperimentazioni. [chk on] [Piazza - in giro] Il cammino prosegue tra i banchetti, che presentano merce di tutti i tipi e per tutti i gusti - ma non sembra esserci nulla che lo aggrada, anche se spende alcuni minuti su ognuna di esse ad osservare ciò che ci sta in vendita. La voce misteriosa, intanto, replica al Kori che, quasi preso alla sprovvista, alza un sopracciglio - il destro - alla risposta. Nell'ascolto, lo sguardo continua a dardeggiare intorno alla ricerca inane della fonte di suddetta voce femminile, salvo vedere di sfuggita una possibile figura che però si dilegua celere tra la folla. < Non è il mio caso, ci tengo a rimanere con i piedi per terra invece che farmi prendere dalla mania del potere...che finisce inesorabilmente per corromperti o corroderti, a seconda della persona. > Alzando lo sguardo, nota un'insegna al neon che indica la presenza di una sala giochi non troppo distante da dove il sunese si trova attualmente. Incuriosito, si comincia a spostare verso di essa, fino a che non si ha a trovare davanti la porta d'ingresso, che viene aperta per entrare: la sala si presenta con semplicità: l'interno è abbastanza semplice di colori, anche se questi sono quasi coperti sia da alcune luci al neon attaccate ai muri, sia alla luce degli schermi di alcune macchinette a soldi, ma anche di console per giochi arcade e anche una zona dedicata per i più giovani, anche se sembra abbastanza...sospetta per un luogo del genere: ma forse è solo un'impressione sua. Si avvicinerà ad una delle console per provare ciò che offre. Lei prosegue, il suo unico obiettivo è l’indagine anche se quella conversazione fatta di frecciatine e continuo ignorarsi a vicenda le solletica l’animo in maniera piacevole <allora togliti il coprifronte o dimostrerai solo di essere come gli altri. L’orgoglio porta sempre alla brama di potere> ed è assurdo che proprio lei lo dica, che contesti questo ai ninja quando senza nemmeno rendersene conto sta facendo la stessa identica cosa, anche se senza alcun orgoglio bisogna ammetterlo. Ma eccoci dunque arrivati al negozio di suo interesse. Osserva anche il compagno di passeggiata entrare nello stesso identico posto e lo sguardo si sofferma su di lui. Ok questo è sospetto, anche se potrebbe sembrare paranoica <come ti chiami?> domanda fermandosi a qualche centimetro da lui e quella console mentre lo sguardo rosso torna a vagare per la zona alla ricerca di quel target di ragazzi, lì è ben fornito quindi potrebbe anche trattarsi del posto giusto. Sorride e semplicemente andrebbe ad analizzarli cercando questa volta delle somiglianze con coloro che sono spariti, somiglianze fisiche ovviamente cercando nella sua mente di fare degli elenchi, degli insiemi qualcosa per accumunarli tutti e racchiuderli, non ha molte informazioni ed è davvero come cercare un ago nel pagliaio ma se capisse cosa interessa al rapitore, o ai rapitori, potrebbe anche capire chi seguire, quale bambino potrebbe essere la prossima vittima? Tutte queste domande si accumulano nella sua mente mentre processa ogni informazione in suo possesso, mentre la categorizza, pensa e ripensando, che il gestore del posto sia complice? Analizza velocemente il tutto richiudendosi in un silenzio selettivo, inspirando profondamente[chk on] [Piazza - sala giochi] Mentre è seduto davanti ad una delle console, ecco che la voce misteriosa non fa tardare la sua risposta, alla quale fa eco il gesto del Kori: la destra si sposta alla mediana del braccio sinistro e con un gesto veloce slega il nodo grazie al quale il coprifronte era saldo allo stesso: senza quel sostegno, esso cadrebbe per terra se non fosse che la stessa mancina lo sostiene, staccandolo dallo stesso e infilandolo nella tasca dello stesso lato, cercando di non farsi notare più del necessario. < Parole saggie. Il mio nome è Shisaki, visto che l'hai chiesto. > Comincia ad armeggiare con lo schermo davanti a sè, e successivamente prova a fare ciò per cui qualcuno entrerebbe in una sala giochi, ovvero giocare. < E tu chi saresti, voce misteriosa che mi segue da quando ho messo piede qui a Oto? > Anche se in effetti non si è accorto di nulla in particolare, forse perchè distolto dal resto della piazza, al sunese è bastato farsi due calcoli in tasca per arrivare alla conclusione che qualcuno lo stesse osservando sin dal principio e che avesse un motivo ben preciso per farlo. Ma non gli è, forse, dato saperlo - nè gli interessa, forse: meno si invischia in cose che non gli riguardano, meglio è per sè. Shisaki di Suna, spera le basti come informazione per arrivare poi a rintracciarlo più avanti. Per ora meglio togliersi qualsiasi dubbio sul gestore del locale, o almeno sul commesso. Proprio per questo una volta aver ascoltato le sue parole andrebbe a ricerca del bancone <colei che ti salva da una grossa figuraccia> replica semplicemente camminando e raggiungendo così il commesso o chi per esso dietro alla cassa. Lo osserva con attenzione <quel tipo strano lì vorrebbe dei gettoni> ed è così che indica Shisaki senza aggiungere altro se non un cenno al moro sperando d’essere vista, lo invita quindi ad avvicinarsi sperando che capisca. Un buon modo per rompere il ghiaccio con chi dirige la baracca. Andrebbe a questo punto a fissare il mezzo, il quasi uomo davanti a lei <dimmi questo posto è sempre così pieno di ragazzini?> non che lei possa passare propriamente per donna adulta ma questo è un altro paio di maniche, decisamente. Attende quindi una sua risposta, negativa o positiva che sia <e di ragazzini ricchi?> a lei interessano soprattutto gli ultimi scomparsi, deve comprendere, avere qualche informazioni <no vabbè chiedo perché non ho visto tanta sicurezza qui attorno, con i ragazzi ricchi si fanno un sacco di soldi e penso che potrebbe servirvi una specie di security, sai sono brava> sorride ora, un’espressione affilata, furba come se davvero fosse interessata a proporsi per quel lavoro, beh poter tenere d’occhio la situazione dall’interno dovrebbe essere decisamente comodo [chk on] [Piazza - sala giochi] < ... > E fu così che venne salvato dal fare un'enorme figuraccia: non gli è mai interessato frequentare le sale giochi, quindi si pensa essere poco strano che non sia pratico. Ma alla fine è riuscito a trovare la fonte di quella misteriosa voce: una ragazza con qualche anno in più di lui sulle spalle ed un abbigliamento che sarebbe strano per chiunque, solo che ci si trova nel posto dove la stranezza è di casa. La vede dirigersi verso il banco e parlare al ragazzo dietro lo stesso per poi indicare propio il Kori, il quale si alzerà di sua sponte e si avvicinerà allo stesso. < Uh...sì, infatti...avrei bisogno qualche gettone... > Viene detta, questa frase, con un leggero velo di titubanza forse dettato dall'imbarazzo. Mentre attende che il ragazzo gli consegni qualche gettone, ascolta la ragazza fare domande al moro riguardo...a dei bambini? La curiosità aumenta, nel genin sunese: chi è veramente costei? Si dice che proprio la curiosità uccide il gatto - o il ninja incauto - e che quindi non ne valga la pena di fare domande sull'argomento. Per ora, rimarrà in attesa lì al banco. Tutto perfettamente secondo i piani, anche se il piano viene elaborato di secondo in secondo. Nel momento stesso il cui il ragazzo di Suna si avvicinerà il bancone e attira l’attenzione del commesso lei andrebbe a lanciargli un’ultima occhiata di sfuggita lasciando che il suo chakra esca dagli tsubo e raggiunga il commesso/proprietario. Andrebbe così a sconvolgere due sensi del povero malcapitato, il tatto che vorrebbe alleggerire un po’, quasi come la sensazione di esseri appena fatto un cannone gigantesco e la memoria, ciò che davvero le serve. Vorrebbe così andare ad intromettersi nella sua mente cercando semplicemente di risalire alla settimana prima dell’ultimo rapimento. Come in un film che viene velocemente fatto scorrere sullo schermo vorrebbe andare ad analizzare e rivedere tramite la memoria del commesso tutto ciò che è successo e soprattutto cercando gli ultimi rapiti, per vedere se hanno frequentato quel luogo, se sono stati avvicinati da qualcuno, provare a memorizzarne i volti, alla ricerca quindi di ogni informazione utile al suo caso. Similmente in quel lasso di tempo cercherebbe anche informazioni sulla sua abilità come combattente, scoprire se è o meno un ninja potrebbe essere utile per le prossime mosse. Silenziosa e come se nulla fosse rovisterebbe nella memoria altrui per avere qualche informazione, per scoprire anche la minima traccia. Non si limiterebbe solo a vedere se direttamente coinvolto ma anche se è a conoscenza di voci, dicerie su quel che sta accadendo lasciando comunque all’uomo l’impressione che non sia stata affatto lei ad usare il genjutsu ma semmai quello strano ragazzo con coprifronte al braccio. [Illusione di due sensi][illusione mnemonica][chk: 40/50] [Piazza - sala giochi] E' lì, in attesa, davanti al bancone: aspetta solo che il ragazzo moro gli dia i gettoni necessari per provare una delle console della sala - dato che ci è dentro, perchè non testarne una? Mentre aspetta, però, rimane ad ascoltare, forse senza neanche accorgersene, le parole della ragazza e, non appena il Kori alza lo sguardo sul moro, lo vede con lo sguardo perso nel vuoto: come se si fosse fumato un cannone di proporzioni colossali tutto d'un botto. < ... > Si guarda un momento attorno, imbarazzato: non sa come divincolarsi da quella strana situazione. Sul bancone non vede alcun gettone, quindi non può di fatto usufruire della sala stessa, indi per cui decide di fare l'unica cosa che gli rimane: tornarsene sui suoi passi e concludere questa stravagante giornata alla piazza di Oto. < Uh...ok, allora io vi lascio che ho...uhh...un allenamento da fare e mi aspetta un amico al Campo di Suna! > Terminato di parlare, si stacca dal bancone e saluta la ragazza. < Buona serata, allora...strana ragazza misteriosa. > Di dirigerà quindi alla porta, per poi uscire in strada e ritornare in quel della Sabbia. [Exit] Il suo controllo permane intatto, continua ad analizzare andando a risalire nella sua memoria, se trovasse qualche dettaglio utile continuerebbe ancora fino a scovarli tutti. O almeno per un periodo di tempo decente, non appena il ragazzo di Suna però si allontana allora andrebbe a sciogliere il suo incantesimo liberando da quella stretta mentale il ragazzo dietro al bancone. Sbatterebbe poi le palpebre un po’ confusa, fingendosi tale, guardandosi intorno per poi cercare lo sguardo del ragazzo <è successo anche a te?> domanda appena, un tono titubante quasi quello che vorrebbe far trapelare dalla sua voce <ma…> solo ora si volterebbe verso l’uscita presa da Shisaki. La mano destra che si alzerebbe indicando l’uscita e soprattutto colui che se ne è appena andato, apre appena le labbra e tornerebbe al ragazzo dietro al bancone <ma…> così stordita da non riuscire ad elaborare una vera frase alla ricerca di quel conforto normale tra le vittime. Scuote quindi il capo <mi sa che ho bisogno di bere, ci sono anche delle birre qui? Te ne prendo una mentre mi faccio un paio di game, tu intanto pensa alla mia offerta> scuote il capo e le spalle come per togliersi la pessima sensazione di dosso, continua a fingere d’essere stata vittima della stessa illusione, non si pone come inconsapevole carnefice. Passerà così qualche altra ora, gironzolando con una birra per quel posto alla ricerca di informazioni, voci possibili vittime e tutto quello che potrebbe trovare, magari lei stessa verrà abbordata da qualcuno di strano, infondo non dimostra molto più dei suoi sedici anni [end][chk: 40/50]