Ma sei sicuro?

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con Katai

16:13 Utente anonimo:
 Nei pressi del Dojo Uchiha la Sabaku siede ad una delle panchine, è uno dei suoi giorni di riposo ed in assenza di sole sta aspettando che sia Akainu a finire il suo allenamento stavolta, le gambe incrociate sulle quali poggia il libro di racconti su Shukaku ed i suoi rapporti con Suna, sembra essersi fatta prendere da quella storia al punto da volerne proseguire la trama. Indossa un jeans chiaro abbastanza modaiolo rispetto al solito ed aderente, quindi visto quanto è magra sarà uno di quei jeans per bimba 12-14 anni, ed un paio di scarpe da Outdoor comode. Superiormente una maglia larga a maniche corte con la scritta nera 'I <3 Suna' presa sicuramente a qualche baracchino, e con il simbolo di Suna stampato dietro la scritta. Nel portaoggetti tiene un fuda con tronchetto, il suo ninjaphone, due tonici curativi e due di recupero del chackra, ma apparirebbe comunque disarmata non fosse per la giara, che occupa tutta la sua schiena, legata alla vita da una fascia verde smeraldo che risale poi ad appendere lungo la spalla destra. Eppure non ha peso per lei la Sunodeki, questa appare come una clessidra in vetro ambrato, traspare sul cumulo di sabbia disposto alla metà inferiore che si mostra in quel momento quieta. I biondi e corti capelli sono scarmigliati intorno al viso pallido e magro come tutta la sua figura, ogni osso visibile e parzialmente celato come le costole sembra voler sporgere a ricordare la minuta magrezza della figura della fennec, nessun orpello se non il coprifronte portato al collo, il simbolo della sabbia non viene celato su quella figura che stenta nel mostrare la sua reale età, apparendo nella minutezza ancor più infantile.

16:24 Katai:
  [Esterno dojo Uchiha] Nel cielo si rincorrono nuvole grigie e uggiose, alternate con la volta celeste, dove la parabola dell'astro infuocato discende oramai verso occidente, dopo aver raggiunto il suo zenit quotidiano. Le ombre si allungano nuovamente, dopo essersi rintanate dietro lo sguardo infuocato del mezzogiorno.I quartieri dei clan di Oto si presentano come un agglomerato di edifici bassi, in netto contrasto con il cuore di Kagegakure, che svetta verso l'alto, qui è il legno e il mattone a dominare, non il vetro, né l'acciaio. Qui il verde s'intervalla regolarmente al cemento dando respiro e spazio agli sguardi dei passanti. I tralicci dell'elettricità si rincorrono lungo le strade, intervallati ai lampioni, ma l'odore della tradizione e la forza dell'abitudine si mostrano con energia dinanzi a gli sguardi di chi giunge sin lì per la prima volta. E' il caso del giovane Uchiha, che , nonostante i recenti sviluppi, non ha ancora trasferito la propria dimora, ma è alla ricerca di chi, per ora, è considerato l'unico parente in tutto il villaggio. Si trascina lungo una strada contornata dai muretti di cinta tipicamente residenziali, coperto di fasciature che non risparmiano le dita delle mani, né il collo o le ginocchia. Sopra questo bendaggio salvifico - primo soccorso autocondotto - una maglia nera, dal collo alto e circolare e un paio di pantaloncini bianchi. I piedi calpestano il selciato con pesantezza, quasi ogni falcata costasse fatica e sono stretti entro calzari ninja che lasciano libero solo il tallone e le dita. E' diretto verso il dojo Uchiha, dove gli è stato indicato che questo si erge, lui, nuovo a quella famiglia tanto quanto un figlio prodigo che ritorna a casa - più o meno. Una sacca portaoggetti, legata alla cintola, poco sopra la natica destra, contiene un tonico per recupero chakra ed uno curativo, così come due kunai ed un fuuda con sigillato all'interno il tronchetto da sostituzione.

16:38 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] Il Dojo Uchiha non è difficile da riconoscere per Katai, se la tirano così tanto che il ventaglio simbolo del clan prende tutta la facciata, la nota stonata davanti a quel Dojo è solo la Sabaku, sia per la maglietta, sia per il coprifronte, sia per la giara, sia perchè insomma...Diciamolo le settimane passate a fare la Stalker fuori dal Dojo l'hanno ormai resa una presenza riconoscibile e riconosciuta. Non parla comunque con nessuno, non l'ha mai fatto, se ne sta lì con il suo libro sfogliando le pagine come se stesse aspettando il bus ma senza fretta di prenderlo realmente, anzi, potrebbe aspettare il prossimo se fosse o ascoltare la storia della vita di Forrest. Quando di tanto in tanto solleva lo sguardo verso i passanti è per controllare chi esce dal Dojo ed è in una di queste occasioni che la figura di Katai attira le note sabbiose del suo sguardo contornato di nero internamente alle palpebre, si prende tempo, tuttavia, senza scostare le mani dal libro occhieggia il fare sconsolato dell'altro come se cercasse di scavare nei meandri della propria mai visibile empatia interpretandone in qualche modo la camminata. <Sì, sei anche depresso come un Uchiha, ma sei ancora sicuro?> In fondo si erano lasciati con una certa insistenza della Sabaku, che irrompe con quelle parole pronunciate meccanicamente, senza che lei possa sapere di quanto la vita di Katai da quel giorno è andata a rotoli ma che suppone la vicinanza al Dojo come una casualità, dopo le plurime negazioni dell'altro, esattamente come lo è per lei.

16:46 Katai:
  [Esterno dojo Uchiha] Sotto ogni benda la pelle tira e si fessura, quasi fosse un velo troppo corto e leggero, intrecciato finemente , ma molto delicato. Ogni movimento, quindi, è ridotto al minimo, non che abitualmente fosse diverso, ma ora c'è un motivo in più per tenere le mani ficcate nelle tasche dei pantaloncini, per misurare ogni passo come fosse il primo. Le labbra sono giunte, sigillate in una linea rosea e sottile, che si stringe a mordere ogni smorfia che appare sul volto. Il tonico curativo ha sortito il suo effetto benefico, ma la pelle ha ancora bisogno di cure e tempo per riprendere il suo stato naturale - e chissà se mai lo riguadagnerà. < K'so.> Sibila, quando è costretto ad una torsione del busto per poter svoltare strada, proprio come gli è stato indiato precedentemente da un passante. Il coprifronte, con su incisa la Nota Nera, è al suo posto sotto la chioma ispida e ribelle, che si drizza sul capo e discende ai lati del viso in un paio di ciocche più lunghe, mai realmente quieta, mai realmente al suo posto. < Tu > Chiosa, quando oramai il ventaglio rosso e bianco capeggia sull'edificio dinanzi a lui, inconfondibile. Le sue parole, però, sono all'indirizzo della Sabaku e nel tono si riscontra una certa sorpresa, a meno che..< cosa ci fai qui ? > Domanda dal principio, rinnovando la sua curiosità, che non era mancata al loro primo incontro. Una domanda per un'altra, senza alcuna risposta. Arresta il passo, infine, in prossimità dell'altra, a qualche metro di distanza, quelli necessari e sufficienti affinché con una sola occhiata possa includere lei e l'entrata del dojo , insieme.

16:56 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] Katai non le risponde inizialmente, è la Sabaku a tener serrate le sottili labbra con espressione tanto seria quanto curiosa, con leggerezza il capo inclina appena verso destra quando viene additata alla seconda persona singolare. <Io...> Un soffio a quella distanza, senza però chiudere ancora il libro sulle gambe incrociate. <Non mi hai risposto, non si fanno domande se non si danno risposte.> La vocalità si mantiene quella di un audiolibro, non se ne intuisce l'accezione, stupore, curiosità o animosità non trovano trasporto tra le corde vocali della Fennec. Gli occhi dalle note sabbiose cercano tuttavia con fare pieno quelli neri del giovane quindicenne, Uchiha, pure minorenne, come fa a non essere nell'interesse della Sabaku? Sarebbe impossibile.<Sei sicuro? Sai...Esiste la teoria del bassista, ci sono persone che sono in grado di riconoscere il bassista di una band senza osservare gli strumenti che tengono in mano. Ecco, tecnicamente gli Uchiha hanno la sindrome del Bassista. Secondo me ti sbagli, tu secondo me sei un Uchiha. Io riconosco i bassisti.> Dinoccola abbassando lo sguardo al suo libro e voltando la pagina. <Comunque.> Aggiunge senza che abbia mai cambiato tono o enfasi nelle parole. <Leggo, non si vede?>L'ovvietà di quella dichiarazione non pare ironica nè derisoria, ma sembra anche consapevole che non sia questa la domanda che Katai ha posto, o quantomeno, non quello che gli interessava sapere chiedendone le ragioni nei pressi del Dojo. <Ti sei messo poi a studiare?> Non lo guarda, mentre chiede. <Rendimi fiera mio giovane Padawan>

17:03 Katai:
  [Esterno dojo Uchiha] Rimane impalato lì in mezzo alla strada, dove, a differenza della maggior parte delle strade di Kagegakure, non passano macchine, ma solo qualche carretto trainato a mano o a cavallo, conservando la purezza architettonica ed ambientale di quei Quartieri. Non teme, quindi, di finire anche sotto gli pneumatici di qualcuno, dopo essere finito sotto le spire fameliche di una palla di fuoco. < ... > Non risponde , sul principio, alla kunoichi, bensì saggia le sue parole, le soppesa con cura, senza trovarvi un capo logico - per ora. Inspira, a fondo, gonfiando il petto, ma subito viene smorzato da una fitta di dolore vicina al cuore, dove il kunai di Shiroichi è andato a ledere la carne. L'espressione del giovane Uchiha non tarda a deformarsi in una smorfia, strizzando gli occhi e chinando appena il mento, per il tempo d'un battito di ciglia, salvo poi tornare ad aprire un occhio alla volta e piantarli entrambi, nuovamente, sull'interlocutore. < Sto cercando una persona.> Rivela, in tono pacato, non così cordiale come si dovrebbe, ma neanche astioso ; piuttosto grigio. < Un Uchiha ovviamente. > Continua, qualora l'ossessività altrui non fosse pienamente saziata dalla prima spiegazione. < Avresti dovuto dirmelo prima , forse..> Si arrende, in quel sussurro che l'altra potrà udire a tratti - o interamente, a seconda dell'attenzione che sta ponendo alla conversazione - rivolto più a se stesso che alla kunoichi. < Mi dispiace, ho avuto da fare. > E la mano destra esce dalla tasca, finendo per allungare un indice bendato verso la fronte, dove capeggia il simbolo della sua appartenenza ai ranghi militari degli shinobi di Oto - e Kagegaure, ovvio.

17:16 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] Continua con lentezza a sfogliare quelle pagine del tomo, senza apparente fretta ma con un'attenzione che pare labilmente sedotta tanto dalle immagini quanto dalle parole di Katai. <Una persona, ha senso, chi? Che motivo hai di cercare un Uchiha se non sei un Uchiha e sembri anche mal sopportarli?> La curiosità è donna e nel suo caso è fennec, una creatura naturalmente curiosa che decide infine di lasciarsi sedurre dalle parole del giovane Uchiha, sollevando gli occhi tondeggianti e chiudendo definitivamente il libro che non nasconde sulla copertina il personaggio principale, il demone monocoda. <Avrei dovuto dirti prima cosa? Che patisco il fascino del bassista?> La domanda continua a non avere accezione ironica, il tono della Sabaku rende parecchio sforzo nel definire se stia scherzando o se sia di una serierà terrena e semplicistica. Osserva quella mano salire verso la fronte, indicare il coprifronte e le labbra si tendono, un leggero sollevamento alla zona sinistra sembra più un tic che un sorriso. <Beh, congratulazioni, è per questo che sembra che ti abbiano schiacciato con una pressa idraulica?>Le mani si appoggiano contro il libro chiuso con fare placido, no, come prima risulta sempre più chiara una cosa: non ha fretta, il che vuol dire che può continuare così anche tutto il giorno se lo desidera, è solo la sua capacità di fissare così a lungo Katai dal basso a render in qualche modo inquietanti le attenzioni dell'ossuta fennec. Dopo qualche momento tuttavia scioglie quell'aggancio delle pupille verso la facciata del Dojo, l'ennesima persona che ne viene fuori è analizzata e perde le sue mire immediatamente, chiunque stia aspettando non è quella persona

17:29 Katai:
 I demoni contro cui le parole di Kore lo mettono dinanzi, sono gli stessi con cui deve fare i conti ogni notte. L'altalena del sonno è ben visibile anche sotto lo sguardo, dove delle occhiaie violacee si affacciano, timide, sulla pelle. Che sia davvero per ciò che è accaduto nei giorni scorsi o solo per le ferite che gli impediscono un corretto riposo, non è dato saperlo. Abbassa appena il mento, ma lo sguardo rimane piantato lì dov'è, buio come le notti derubate delle loro stelle e insistentemente inchiodato sul volto della kunoichi. < Ho il mio motivo.> Replica, secco, conciso, tanto schietto quanto sincero. < Si chiama Akainu > Rivela, desistendo, quasi quel nome potesse toglierla di mezzo, magari soddisfatta nella sua morbosa ossessività. Socchiude lo sguardo, riflessivo, rintanandosi nelle ombre che calano sulla vista. Inspira. Espira - questa volta senza patemi. < Niente, lascia stare. > Taglia corto, preferendo non esporsi ulteriormente, se non necessario, ovvio. < No, nessuna pressa idraulica. > Commenta, andando a schiudere nuovamente lo sguardo, pregno di un paio di iridi d'inchiostro, così appiccicose da risultare indiscrete, almeno a tratti. < No, questo è colpa di un allenamento troppo intenso. > Rivela, andando a lasciar cadere la mano libera verso il fianco, penzolando come morta - bruciacchiata, sì, ma morta. E farebbe per muovere qualche passo verso il Dojo, quasi la conversazione fosse terminata lì e le sue necessità ora avessero la priorità, ma si sofferma, ancora una volta, esitando, torcendo il busto ed il collo in direzione della Sabaku, che così a lungo lo scruta e , di rimando, il giovane Uchiha non fa che imitarla, incatenando le pupille alle sue, in silenzio. Interrogativo.

17:37 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] Non replica inizialmente, sembra accettare il mistero sul motivo dell'altro finchè un nome non viene pronunciato tra loro, è lì che invece quel mistero sembra in qualche modo contrariare la Sabaku al punto da sollevare le mani dalla copertina del libro per comporre il sigillo della capra, respira lentamente e misuratamente preparandosi a quell'esercizio mentale, per qualche momento gli occhi si appesantiscono nell'espressione mentre il disegno conduce poi le due sfere a formarsi in un alone via via più nitido, la bianchiccia alla fronte e quella marrone e pesante all'addome, l'elemento del vento e quello della terra necessari a comporre il suo legame con la flessuosa giara contro la sua schiena, a vorticare dapprima su sè stesse, l'una in senso orario e l'inferiore in senso antiorario; impiega un po' a comporre quella specifica torsione alla mente per cercare un equilibrio globale del loro movimento, e solo dopo in avvicinamento orario mediante una torsione sempre più fitta a giungere il Chackra Sabaku al centro del petto, con il colore candido di quelle due sfere miscelate nelle note d'oro della sabbia. Solo a controllo ottenuto del chackra gli occhi dalle note mielate e contornati di nero lungo le palpebre sembrano tornare vivi al presente, sulla figura dell'Uchiha. <Perchè cerchi Akainu?> Il tono atono sembra essersi screziato ora, nella sua difficile interpretazione sembra una domanda più perentoria che curiosa rispetto alle precedenti. <Non lo farò, fidati, io non lascio stare nulla.> è un'ossessiva, non lascia stare nemmeno lo spennacchio dei giorni sul calendario che ne diventerebbe pazza e ci penserebbe tutto il giorno, la dichiarazione schietta e sincera mostra quanto la richiesta dell'altro sia impraticabile senza spiegarne il motivo. <Akainu non usa il Katon.> La domanda semplicemente non è posta, è intesa in quelle parole, chiaro che ne abbia visto i segni di ustione escludendolo dall'allenamento. {Chk ON 35/35 3/4}

17:49 Katai:
 Ha già avuto modo di vederla adoperare il chakra per controllare, modellare e creare dal nulla delle figure di sabbia a suo piacimento. < !? > Non si scompone dinanzi al sigillo della Capra che l'altra va eseguendo, tantomeno ai possibili risvolti di quella pratica mentale. Ora, forte del suo percorso accademico e non solo, ha ben chiaro l'operato dell'altra, nonché le finalità di quell'atto. <...> Non la interrompe, andando però a torcere il busto completamente verso di lei, di nuovo, attratto dalle conseguenze delle sue azioni. < Perché gli devo parlare.> Ed i ninjaphone ? Quei sconosciuti. Di fatto, però, si è accorto di non possedere il numero dell'Uchiha ed è quindi costretto, di fatto, a cercarlo personalmente. Non che la prima eventualità fosse stata realmente presa in considerazione, ovvio. L'insistenza della donna si riflette su un'espressione accigliata, dove le sopracciglia scivolano verso gli occhi bui e le labbra si stringono, senza alcun sorriso di sorta. < Sì, questo oramai è chiaro. > Commenta solamente, grigio nel tono, con voce stanca. < Come sai che Akainu non usa il Katon ? > Una domanda, ora, che è lui stesso ad insinuare, volutamente interrogativo, inquisitorio. < Non era con lui che mi sono allenato.> Corregge, un attimo dopo, volendo chiarire i dubbi altrui.Rimane in silenzio, poi, andando a spostare lo sguardo dal volto della kunoichi alla giara a forma di clessidra che reca sulla schiena, quasi in attesa che qualcosa accada, aspettandosi i primi granelli di sabbia di lì a poco.

18:00 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] Osserva le reazioni dell'altro con il fare guardingo di un predatore, per quanto minuto, che sembra pronto a cogliere ogni cenno. Quando l'altro dichiara di dover parlare con Akainu quello stesso sguardo si affila. <Parlare di cosa?> L'insistenza anche stavolta non sembra trasportata da una curiosità fine a sè stessa ma da qualcosa di più viscerale che ne rende le atone sillabe quasi rauche. Dissipando il chackra verso la propria clessidra non è difficile trovandosela di fronte vedere come la giara in forma di clessidra e dal finto vetro ambrato e trasparente, inizi a gettar dei granelli verso l'alto, come se contasse il tempo al contrario o stesse impastando un'illusione, non sempre la sabbia che si vede risalire sembra reale, non quanto la manciata di qualche pugnetto che invece abbandona realmente il foro superiore. La consapevolezza del risveglio nella sua Sunodeki inizia a solleticare l'animo della Sabaku, è come entrare in una collettività, interamente connessa ad ognuno dei propri granelli di sabbia, responsabile per ogni cristallo intriso di sangue e morte ormai, non dimentico come un deserto sedimentato, cumulatore dei propri ricordi. <Io ci vado a letto, tu che scusa hai?> Questa la replica, secca, sul Katon. Mentre lo dice, a frutto di quella inquisizione dell'altro, come se ne fosse risentita la sabbia che sgranula alle sue spalle si sta agitando. Che abbia malinterpretato la ricerca dell'altro? L'animo della fennec sembra atavicamente legato alla protezione del suo cucciolo. <Perchè lo stai cercando, Katai-Kun?> Una domanda che stavolta, per quanto cerchi di forzare morbidezza nel tono, sembra non voler accettare la vaghezza finora radicata tra loro, conversazioni fatte di non detti su cui sta ergendo un muro di sabbia agitata ma ancora informe, conscia che l'altro non stia richiamando il chackra non sembra veder ragione di richiamare il proprio occhio, cosa che sarebbe stata la sua prima reazione se conoscesse la verità.{Chk ON 34/35 Inn 2/4}

18:12 Katai:
 Non batte ciglio, tale è la concentrazione, sostenuta da una certa buona dose di curiosità. Lo sguardo palleggia tra la Sunodeki dell'altra sino al suo volto, saggiandone la determinazione in quel colloquio dai tratti investigativi, ma mantenuto, sino ad ora , piuttosto vago, da ambedue le parti. E' Kore a sbottonarsi per prima, di fatto, nella maniera più esplicita e chiara possibile, tradendo una sua relazione con l'Uchiha. < Oh. > Mugugna, quasi imbarazzato, dal basso dei suoi quattordici anni e mezzo. Riesce a pugnalare qualcuno, ma non a pensare due persone insieme intimamente - o è solo una facciata ? Deglutisce, visibilmente esitante, sin quando la forza della sua interrogazione non torna a far da padrona sulle membra. Inspira, aria e granelli di sabbia, probabilmente, per poi gettar fuori anidride carbonica e dubbi. < Nessuna scusa. > Sentenzia, conciso, soffermandosi un istante. < Evidentemente lo conosci meglio di me. > La scoperta dell'acqua calda, insomma. SI arrende a quell'evidenza, così come alle domande dell'altra, ignaro, tuttavia, delle questioni di clan alle quali l'altra possa essere addentra o meno. Ecco perché, al termine dell'espirazione, dopo un pausa dalle sue parole, raccoglie tutta la sua capacità mimica possibile, andando ad assottigliare le labbra, ma rilassando al contempo gli zigomi ed il profilo obliquo dei lineamenti, sollevando appena le sopracciglia. < Mi ha promesso di allenarci insieme. > Mente, in tono pacato, netto, così scandito che ogni parola pare soppesata con cura.

18:24 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] Katai sembra investito dalla verità snocciolata in quella fredda semplicità così terrena da risultare arida e tutt'altro che romantica, non fosse pre la protezione palese che spinge alla fine l'Uchiha a donare una spiegazione più netta. <E hai intenzione di entrare nel Dojo per reclamare il tuo allenamento?> L'implicita domanda è sull'impossibilità che gli Uchiha glielo farebbero fare, ma viste le ustioni sul corpo di Katai non sembra aver timore particolare della minaccia che Katai può rappresentare. La sabbia sta allentando la sua mossa, la sua ondosità si fa meno scattosa e minacciosa di quanto l'altro non s'attendesse, ma l'odio dichiarato da Katai per quel clan continua a solleticare la curiosità della fennec in qualche modo. Le mani vanno a scostare il libro al suo fianco destro, le gambe che erano incrociate iniziano a sciogliersi. <Non ce lo vedo Akainu a fare allenamenti per beneficienza, pare che io non lo conosca abbastanza in fondo.> Determina tornando ad ammorbidire il tono indugiando con lo sguardo sull'altro senza tuttavia mettere realmente in discussione quanto detto. <Ad ogni modo dovrai aspettare, Akainu stasera ha da fare.> Ma che è gelosa pure di Katai? Kore ma tutto apposto? Ah-no, in effetti no, si parla di Kore mai niente sembra apposto nella sua testa fatta di rovelli pazzi e silenziosi, pure il suo amico immaginario se ne avesse uno sarebbe pazzo. <Sei davvero sicuro di non essere un Uchiha?> La mente ossessiva non sembra dimenticare o mollare, o lasciar perdere, il fulcro con cui quella loro conversazione è iniziata.

18:26 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] {Chk ON 34/35 Inn.Attiva}

18:39 Katai:
 < Ho intenzione di trovarlo per chiedergli quando e dove. > Replica, sbrigativo, andando a decorare la propria menzogna con ulteriori dettagli, che, questa volta, affiorano alla mente con meno fatica, avendo già una base sulla quale edificare la propria menzogna. Eppure distoglie lo sguardo, proprio verso le porte del dojo: due bastioni di legno su cardini in metallo e le effigi del clan Uchiha stampate sopra in formato gigante. Ovviamente quell'edificio è inconfondibile e non c'è modo di scambiarlo per un altro, tantomeno di ignorarlo, ecco. Deglutisce, andando a nascondere quel singulto verso un'altra direzione, che non sia lo sguardo attento e investigativo della kunoichi. Per non destare sospetti, tuttavia, riporta, lesto, gli occhi su di lei, sostenendone le occhiate, bilanciando il peso su ambedue le leve, equamente. < Magari il suo prezzo deve ancora dirmelo. > La conforta, andando a rassicurare l'opinione che l'altra ha dell'Uchiha sfregiato, quasi volesse avvalorare l'ipotesi altrui. < Oh. > Finalmente un'informazione utile, per entrambi o solo per uno, non è possibile capirlo, ma sicuramente ben accetta dal giovane Genin della Nota Nera. < Grazie per avermelo detto. > Risponde, educato e cordiale, potendo tornare nei propri panni, ma solo per un attimo, poiché la Sabaku torna alla carica, come un toro delle risaie, a testa bassa, dritta al punto, senza remore, insistentemente. < Ah , te l'ho già detto. > Ribatte, con voce pesante, che si inclina nel discendere la china del volume. < Ma se anche fosse, sarebbe un problema ? > Ora rigira ll takoyaki al contrario. E sfrutta l'altra per un proprio scopo, un tornaconto tanto personale quanto caro.

18:51 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] Ascolta le parole dell'Uchiha mantenendo quella curiosità di semplice e fredda indagine, annovera tuttavia quelle informazioni sul prezzo di Akainu, così come il tono di conforto che l'altro usa. <C'era del sarcasmo, ovviamente.> Lo specifica come qualcuno che si ritrova costretto a specificarlo due volte, quasi volesse togliere all'altro la preoccupazione di doverla pure confortare obnubilando quella prospettiva. Inclina il capo alla questione del ringraziamento. <Ho detto che stavo leggendo, non che lo stessi facendo qui per fare le strisce nere alle api.> Sentenzia senza alcuna accezione, imperturbabile come al solito, come a voler sindacare che stia aspettando è lei l'impegno dell'Uchiha per logica deduzione. Tuttavia l'esasperazione dell'altro la porta ad alzarsi in piedi prendendo il suo libro. <Beh, certo che lo è, in fondo il mio ragazzo è un Uchiha ma è tutta una copertura, non sapendo come distruggere il clan ho deciso di farlo dall'interno, così quando siamo soli in una stanza, ad uno ad uno, fingendo un gioco molto interessante fatto di fruste e corde li posso immobilizzare.> Ne cerca gli occhi neri e lo fa con una serietà d'espressione e tono disarmante. <In quel momento inizio a mangiarli, gli occhi sempre per primi, sono più succosi e morbidi di quelli dei Noribiki, poi le guance, è carne tenera, il resto lo seziono e congelo, così per un mese nonh o problemi di cibo.> Problemi che ha a giudicare dalla sua magrezza ma è così incapace di sembrare divertente che persino il sarcasmo, chiaro nella sua affermazione, sembra la reale confessione di un cannibale sessuale. <Non mi è sembrato ti andassero a genio gli Uchiha, quindi...Ben chiaro stai cercando la mia preda, non intendo fartelo mangiare, trovati un altro Uchiha Katai-Kun.>Porta il libro al petto, scricciolo tutto impettito e serioso che lo guarda dal basso anche fosse sulle punte, praticamente si è messa in piedi e dall'alto dei suoi 153 centimetri non è cambiato quasi nulla

19:05 Katai:
 Ora le braccia si animano, entrambe, ascendono lentamente al petto e si intrecciano dinanzi allo sterno, stringendosi in un nodo di carne, sangue, ossa e bende. Non senza qualche fatica, ovvio. Non senza qualche smorfia di dolore, che, sulle prime, potrebbe farlo desistere, ma è un gesto pregno di consapevolezza, forte della sua volontà di creare una sorta di barriera tra lui e l'altra, idealmente, s'intende. <...> Non le risponde, non in principio e tantomeno in seguito, lasciando che termini il suo monologo, ascoltandolo per intero, continuando a fissarla e dandole, così, l'illusione che la sua attenzione possa essere realmente catturata da quella sceneggiata. I capelli corvini dondolano contro le carezze del vento, mentre quest'ultimo si agita, vista l'ora che si fa più tarda e porta il Sole sulla soglia dell'orizzonte, smuovendo l'aria serale con più forza e foga rispetto al giorno. Quelle carezze, tuttavia, sulla carne sono come graffi, soprattutto laddove quest'ultima risulta maggiormente offesa dalle ustioni lievi che sono rimaste sull'epidermide. Il margine sinistro delle labbra si tira da un lato, infossando la medesima guancia in quello che potrebbe essere scambiato per un mezzo sorriso, una bozza della naturale espressione umana. In tutto ciò, lui, forte della sua tipica curiosità, andrebbe a questionare. < Chi o cosa sono i Noribiki ? > Insinuandosi nel parlato altrui, prima che termini del tutto, a quanto pare. < Si mangiano davvero ? > Innocente, dal basso dei suoi quattordici anni, slanciati e longilinei nel suo metro e sessanta d'altezza. Anche se l'altra si alza in piedi, il suo mento rimane leggermente chino, per colmare il divario d'altezze. < A te, invece, sembrano andare particolarmente a genio. > Insinua, a sua volta, fissandola di rimando. < E' solo una questione affettiva o li consideri particolarmente ? > Incalza.

19:19 Utente anonimo:
  [Pressi Dojo Uchiha] La domanda di Katai sui Noribiki porta la Sabaku a sollevare le sopracciglia con fare finanche saccente. <La dimostrazione che devi studiare, ecco cosa sono.> Dichiara con fare lapidario. Ma quando l'altro sembra cedere all'incedibile storia di violenza domestica, cannibalismo e serial killer l'animo fennec sembra gongolare d'eccitazione. <Certo.> Si mangiano, lo dichiara con la medesima fermezza rilassando l'espressione allo sguardo. <Ma non stracuocerli, gli occhi stracotti si seccano troppo, tipo quelli nostri, pare che sono pieni di sabbia non sono buoni. Li devi accompagnare con la mayonese al terayaki, è la morte loro.>Ok adesso potrebbe anche esser chiaro che stia scherzando malgrado le capacità umoristiche di Alexa nella vocalità.<Anche questa cosa è tipica degli Uchiha sai?> Risponde alla domanda finale riguardo al proprio interesse. <La convinzione che a tutti debba sbattere di questo clan...Akainu, Iara...>Inizia ad elencare ma si ferma come se avesse risolto la questione brevemente alla sua testa. <Ma si sà, è cosa che sanno tutti, ogni quattro Uchiha matti in tre lo dico sempre.> Così semplicemente non risponde osservando le porte dell'Uchiha. <Senti...Vai a prendere il tuo appuntamento e dì ad Akainu che lo aspetto al Tako-yattà, ho fame e mi sono scocciata, e non risponde al telefono. Anzi...Digli che la sua ragazza è matta e ringraziasse che sei il mio allievo la prossima volta che prende appuntamento con qualcuno quando mi ha promesso i Takoyaki.> Solleva la mano destra per puntare indice e medio sui propri occhi e poi su quelli dell'altro. <Stai accorto falso Uchiha, io so come trovare le persone>Soffia con più enfasi di Liam Neeson al telefono in direzione di un innocentissimo Katai. < A costo di scandagliare pure i bordelli di Kagegakure e ti assicuro che quello che c'è dentro tu non lo vuoi vedere.Cià>Attende qualche secondo, una possibile replica, ma immediatamente dopo CERCA di scartare la figura dell'altro per dirigersi verso la piazza centrale di Oto {Chk ON 34/35 Inn.Attiva|Exit}

19:36 Katai:
 < Mh > Mugugna, dinanzi a quella che è, evidentemente, una sorta di ammonimento. < Yare yare > Si porta la mano alla nuca, andando a massaggiare la chioma corvina,spettinandola, se possibile, ancor più e strizzando lo sguardo come se volesse rifugiarsi dietro quella semplice espressione, dietro quelle confortanti ombre. Non riesce a sparire come vorrebbe, quindi, di fatto, si ritrova lì, ancora dinanzi alla Sabaku. < Sono sempre convinto che qualche granello della tua sabbia ti si sia infilato nel cervello.> Rimbrotta, ironico, sia nel tono che nelle parole. Schiudendo nuovamente lo sguardo, all'unisono, di fronte alla sua conoscenza degli Uchiha - che rasenta quella di un saggio del consiglio , o quasi. < Li conosci così bene che potresti farmi una lezione, proprio come mio nonno. > Eh ? Chi ? Ora tira in ballo il parente, proprio all'ultimo e lì non c'è alcuna menzogna, alcun fraintendimento, ma tanta allusione - e un cumulo di non detto. Tace, poi, quando il permesso di proseguire gli viene concesso, la libertà di liberarsi di quella scomoda inquisitrice. Non sospira di sollievo solamente per educazione - e forse per mantenere la maschera che si era tirato sul volto, proprio in principio. < Si, Kore-sensei. > La canzona, allungando timidamente un sorriso verso il bordo delle labbra, infossando la guancia nella medesima direzione. < Ci vediamo > Replica, all'indirizzo della kunoichi ,dinanzi a quella sua velata minaccia, più simile ad un avvertimento, piuttosto. Non oppone alcuna resistenza al suo scartare di lato, anzi lo favorisce in una torsione del busto di circa novanta gradi, prima di volgere lo sguardo al dojo Uchiha, risalendone la strada, cercandone l'ingresso. Ed eccolo tornare a casa. ( E N D)

19:36 Katai:
 < Mh > Mugugna, dinanzi a quella che è, evidentemente, una sorta di ammonimento. < Yare yare > Si porta la mano alla nuca, andando a massaggiare la chioma corvina,spettinandola, se possibile, ancor più e strizzando lo sguardo come se volesse rifugiarsi dietro quella semplice espressione, dietro quelle confortanti ombre. Non riesce a sparire come vorrebbe, quindi, di fatto, si ritrova lì, ancora dinanzi alla Sabaku. < Sono sempre convinto che qualche granello della tua sabbia ti si sia infilato nel cervello.> Rimbrotta, ironico, sia nel tono che nelle parole. Schiudendo nuovamente lo sguardo, all'unisono, di fronte alla sua conoscenza degli Uchiha - che rasenta quella di un saggio del consiglio , o quasi. < Li conosci così bene che potresti farmi una lezione, proprio come mio nonno. > Eh ? Chi ? Ora tira in ballo il parente, proprio all'ultimo e lì non c'è alcuna menzogna, alcun fraintendimento, ma tanta allusione - e un cumulo di non detto. Tace, poi, quando il permesso di proseguire gli viene concesso, la libertà di liberarsi di quella scomoda inquisitrice. Non sospira di sollievo solamente per educazione - e forse per mantenere la maschera che si era tirato sul volto, proprio in principio. < Si, Kore-sensei. > La canzona, allungando timidamente un sorriso verso il bordo delle labbra, infossando la guancia nella medesima direzione. < Ci vediamo > Replica, all'indirizzo della kunoichi ,dinanzi a quella sua velata minaccia, più simile ad un avvertimento, piuttosto. Non oppone alcuna resistenza al suo scartare di lato, anzi lo favorisce in una torsione del busto di circa novanta gradi, prima di volgere lo sguardo al dojo Uchiha, risalendone la strada, cercandone l'ingresso. Ed eccolo tornare a casa. ( E N D)

Kore sta aspettando Akainu fuori dal Dojo Uchiha, Katai si sta recando al Dojo per stanziarvisi, si fermano a parlare e la situazione si fa tesa quando il nome di Akainu viene fuori con sospetto da parte di entrambi. Infine Katai ha tutte le prove che mancavano per poter annoverare a Kore gli aggettivi di pazza, stalker e bulla, dopo una serie di minacciosi e mecabri racconti su come cucinare a puntino gli occhi degli Uchiha