Gloria e vanto degli Uchiha

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Giocata di Clan

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15:43 Katai:
  [Esterno - Campo Erboso] Sdump. Un sordo rintocco di ossa, carne, sangue e bende , proprio contro quello che appare come un sacco da addestramento, un bersaglio più docile di qualsiasi legno immaginario. < Ah ! > Sdump. L'ennesimo colpo, portato con il collo del piede sinistro, facendo perno con il gemello e torcendo il busto in senso orario, di circa novanta [90] gradi, per accompagnare il calcio. Una goccia di sudore riga la fronte, scendendo dalla chioma corvina - ispida, ribelle, spettinata - sino alla tempia, dove imperla la pelle pallida, prima di cadere sul manto erboso del suolo. L'astro infuocato illumina, passato il suo zenit, gli allenamenti di un giovane Genin, intento a seguire la Via dello Shinobi, a modo suo ovviamente. E' vestito di abiti comuni e privi di fronzoli: una maglia scura, a maniche corte, con il collo alto e circolare, che sfiora il mento. Un paio di pantaloncini candidi, sgualciti e sporchi di macchie scure, qua e là. I piedi stretti in un paio di calzari ninja che lasciano nudi solo il calcagno e le dita. Bendaggi logori, consunti e sgualciti rivestono le membra superiori e inferiori, più precisamente dai malleoli fino al terzo superiore della tibia e dalla metà degli avambracci fino alle nocche delle mani. Tutto come mera protezione dell'epidermide, un banale quanto inefficace scudo a contrasto di quei colpi che non risparmia, tantomeno si trattiene, avvertendo il dolore dell'impatto, ad ogni slancio, seppur ridotto rispetto al legno del Bosco Oscuro, proprio come gli ha consigliato Shiroichi. Dietro la schiena all'altezza della cintola, una sacca portaoggetti è allacciata e contiene un tonico curativo e due kunai. [Equip: come descritto]

15:52 Akainu:
  [Campo Erboso] Il luogo del misfatto. Ci ha fatto ritorno in breve tempo ma li si è consumato il tutto, un evento che ha dello strano, forse fin troppo ma come posto è il migliore per comprendere il modo in cui vincere contro avversari come Kore o Shizuka. La forza della Sabaku è di gran lunga più alta rispetto a quanto immaginato, ciò la pone su un altro piano rispetto a se; non possiede la velocità necessaria per evitare i di lei attacchi ne la resistenza adeguata per non farsi male eppure, in quanto ha forza fisica, ha dimostrato di sapersela cavare. Distruggere la gabbia di sabbia è risultato semplice a conti fatti, è migliorato ma non abbastanza, ne ha di strada da fare e l'obiettivo Madara è ancora lontano dalla propria portata. Il suo outfit rasenta il minimo indispensabile per non dar nell'occhio con una t-shirt bianca a maniche corte a ricoprire il busto lasciando intravedere un petto ustionato con carne viva esposta insieme alla totalità del collo, pantalone in pelle nera con cinta intorno alla vita ricolma di borchie sulla fibbia e scarponcini neri lucidati a dovere; a ridosso di tutto un cappotto leggero dal nero colore con maniche lunghe ricoprendo l'ennesima ustione, esso discende lungo tutta la figura del mostro fino a metà polpaccio. Il viso, ne vogliamo parlare? Tutta la mascella è ustionata, così come il contorno degli occhi mentre i capelli risultano corti, brizzolati e spettinati, questa volta alla luce del sole, si, non ce l'ha nascosto dal cappuccio bensì il viso è liberamente visibile alla qualunque. Una fascia percorre il busto a cui vi è attaccato un fodero al cui interno è presente una katana la quale si erge sulla schiena in maniera obliqua con l'elsa sulla destra in alto mentre la punta del fodero sulla sinistra ma in basso. Sta evitando la zona polverosa, teme che qualcuno possa averli visti nel post allenamento, per questo avanza nella zona Erbosa del campo di addestramento. Inspira ed espira. Le ustionate braccia compiono un singolo movimento avvicinandosi al petto, sigillo della capra, le due sfere energetiche di mente e corpo son visualizzate nei rispettivi lochi, fronte e sotto la bocca dello stomaco, verde una e gialla l'altra. Ruotano se stesse, ruotano velocemente dando vita ad un movimento dolce e lineare, elegante come l'acqua che percorre il corpo del genin. La prima discende, la seconda ascende, entrambe alla bocca dello stomaco tentando di fondersi al suo interno, intrecciarsi, cercando un contatto per dar vita ad una fusione e provare a creare l'energia bluastra denominata chakra. Potente ed irrequieto, instabile scorre nell'essenza di lui, pieno di domande e di insicurezze ma lo controlla il giusto, quanto basta da smuoverlo nel momento esatto in cui nasce, rinvigorire l'intero corpo. La potenza nel palmo della sua mano. Deglutisce guardandosi intorno quando ode un tonfo sonoro, abbastanza da spingerlo a volgere lo sguardo alla volta di Katai; il Shan sta prendendo a pugni un sacco prima di cadere a terra imperlato di sudore. Rimembra la discussione avvenuta con il ragazzo, il suo modo di insultare gli Uchiha, di prendersela con lui. Avanza con una certa lentezza per accorciare le distanze da egli e fermarsi a circa un paio di metri di distanza dal ragazzino <Fammi indovinare, hai capito di essere uno stupido e ti stai punendo per questo, ho ragione?> non gliele manda a dire, non trattiene le parole ritrovandosi ad insultarlo. Dopotutto, l'orgoglio verso il proprio clan è troppo per passare sopra al comportamento altrui. [Se Chk On][Katana]

16:10 Katai:
  [Campo Erboso] La gamba torna a terra, aiutata dalla torsione del busto - dal cingolo scapolare sino al bacino - in senso antiorario, di circa novanta [90] gradi appena. Ora i calzari si divaricano, quel che basta per guadagnare nuovamente l'equilibrio. Il baricentro cade proprio in mezzo ai talloni, su quel suolo erboso, dove ciuffi verdeggianti raccolgono le fatiche degli allievi e dei praticanti. Il giovane Genin ora ansima vistosamente. < Anf. Anf. > La bocca schiusa ad inalare ossigeno, le spalle che si sollevano e si riabbassano, ritmiche, profondamente ; le braccia che salgono verso il petto, dove vanno ad accompagnare le mani in un'unione ferrea e sicura, componendo una figura in particolare: il sigillo della [Capra]. Non chiude gli occhi, ma fissa il bersaglio preso a calci e pugni fino a poco fa. Nonostante la stanchezza tenta di concentrare la propria energia in un unico bacino di forza e vigore: il chakra. Tenta, dunque, di richiamare l'esperienza ed i ricordi dei suoi quattordici anni, condensati nella mente in una forza psichica che discende verso il basso, per incontrare, invece, l'energia di ogni cellula del suo corpo, amalgamata in una sola fiamma ; così , in un atto di volontà unitario, tenta di fondere le due derivate e concentrarle nel focolare energetico del chakra, all'altezza dello sterno. Un vorticare tiepido, un balsamo per la mente ed il corpo ; un vigore rinnovato. Ed è una voce famigliare a distrarlo, proprio in ultimo, quando si volta, di mezzo busto, andando a poggiare l'iride destra sullo sfregiato. < !! > E così il suo passato riemerge con tutto l'abbacinante peso dei ricordi e delle immagini. Le sopracciglia si sollevano verso la cima della fronte, un velo di sorpresa cala sul viso, per un istante o poco più, difficile da notare, ma palese <d un occhio attento < Hai torto. > Su cosa, però , è ancora da capire. < Avevi detto di poter sopravvivere anche senza parlarmi, eppure eccoti qui. > Rimbrotta, in tono affilato, tagliente. < Ma non ti biasimo. > Aggiunge, andando a socchiudere lo sguardo, chinando appena il mento. < Era inevitabile. > Coaa ? Perché ? E' ermetico, con se stesso e con l'altro

16:16 Katai:
 EDIT: [Impasto Chakra 3/4 | 30/30]

16:24 Akainu:
  [Campo Erboso] Non trova molto spesso gente intenta a seguire allenamenti prettamente fisici; quel mondo è fatto di shinobi dediti alle arti magiche, scelgono di intraprendere una strada facile e poco impervia dove il fisico conta poco lasciando l'arduo compito al chakra. Si, esso è il punto focale e nel pensare ciò, una leggera illuminazione lo sfiora, il chakra è il punto debole anche di Kore; non serve trovare chissà quali strategie, bensì deve stancarla, portarla al limite e senza chakra ella non è un avversario alla propria altezza. Lo stesso vale per Shizuka ma è in grado di resistere a colpi così potenti da rendere le due donne inerme? E' in grado di sopravvivere a simili attacchi ed attaccare a sua volta? Necessita di sperimentare ancora le proprie capacità, la Kokketsu cade a pennello. Umetta le labbra nell'osservare il corpo a terra di Katai mentre impasta il proprio chakra, che il suo obiettivo di divenire uno shinobi si sia concretizzato o si tratta di un deshi alle prese con i primi richiami? Quesiti inutili da porsi attualmente visto il rapporto con esso, totalmente distante, fatto di antipatie per un pensiero opposto e di astio verso quelle parole pronunciate contro il clan Uchiha. Ne attira l'attenzione con una semplice frase ottenendo, come risposta, un'accusa bella e buona; ha torto sul suo essere stupido? No, non è vero, di questo ne è convinto fino al midollo ma la frase che ne consegue lo porta ad alzare il destro sopracciglio rimembrando le proprie parole dell'altra volta <Hai ragione> replica solamente dandogli le spalle, volgendo l'intero busto per poi iniziare a camminare dalla parte opposta per allontanarsi, intento a scegliere un altro punto di quel campo di addestramento, magari quello fangoso dove la difficoltà di movimento è nettamente superiore, abbastanza da spingerlo a migliorare incrementando la potenza dei muscoli delle gambe. Il cammino s'interrompe dopo pochi passi macinando appena un metro così da portare la distanza dall'altro a 3 metri totali <Sei un ragazzino senza importanza, non è inevitabile ma solo un caso> sentenzia definitivamente sostando qualche altro attimo per assicurarsi di averlo zittito. [Chk On][Katana]

16:38 Katai:
  [Campo erboso] Il braccio destro si scioglie dall'intreccio del sigillo, in favore di un movimento che ascende alla fronte e scorre da un lato all'altro, asciugando il sudore con i bendaggi che stringono l'avambraccio. < Anf. > La quantità d'ossigeno nel sangue si va via via ristabilendo, raggiungendo livelli più accettabili per i recettori posti nel torrente circolatorio, così che il respiro si regolarizzi lentamente , le spalle tornino a muoversi con meno violenza e la cassa toracica cessi di espandersi fortemente contro la maglia scura, tirandone gli orli. < ... > Ora, in tutto il suo metro e sessanta, slanciato e longilineo, si volta completamente verso l'interlocutore, il nuovo giunto, che si manifesta come uno spettro delle feste passate. Lui è tutto ciò contro cui ha sempre combattuto, eppure ora non può fare altro che accettarne la presenza, seppur a malincuore, quasi si fosse arreso a un destino tanto ironico quanto nefasto. < Vorrei tanto che fosse come dici tu. > Commenta solamente, lasciando che si allontani quanto necessario per non sentirsi emotivamente vicino a quella presenza ingombrante - eppure è inutile, forse potrebbero essere distanti chilometri , ma sentirlo comunque legato al proprio destino. < Ma su una cosa avevi ragione. > Alza appena la voce, il tono, così da raggiungerlo nella sua distanza. Si sofferma, volutamente, cercando le parole ed il coraggio. < Soltanto un membro del "tuo" clan poteva conoscerne la storia a fondo. > Inspira, socchiude gli occhi - rifugiandosi tra le ombre dello sguardo, in cui non trova conforto, tantomeno un riparo sicuro - e quindi espira, abbassando appena il mento, assieme ad un refluo d'anidride carbonica, dubbi e angosce. [Chakra On|30/30][Equip: come descritto]

16:49 Akainu:
  [Campo Erboso] L'allenamento dell'altro procede tra sudorazioni eccessive e fatiche mentre si allontana da tale figura non avendo più nulla in comune con esso. Questo è quello che pensa ma la verità è ben più lontana di quanto si possa immaginare; il karma a volte fa giri incomprensibili, giri di cui non si riesce a capire il senso per poi giungere all'attacco con una forza inaudita capace di debilitare chiunque in qualunque modo e momento. Il passo arrestato permane così, non si smuove dalla posizione venendo interrotto di nuovo; sospira rigettando l'aria dai polmoni verso l'esterno, cosa significano quelle parole è per lui un punto di domanda. Katai ha la pretesa di considerarsi importante, dunque chi è il ragazzino? Il nome Shan non l'ha mai udito prima d'ora, nessun Kage dei villaggi ha mai portato un simile nome, sicuramente non ad Oto, dunque chi mai potrebbe essere? Semplicemente un ragazzino che se la tira troppo, ciò basta per scatenare il nervoso del genin eppure il dire successivo ha la capacità di insinuare ancor più domande nell'animo dell'Uchiha. Una frase enigmatica ricevuta senza neanche guardarlo, donandogli la propria schiena come unica visione in quanto è ciò che merita. Strofina tra loro le labbra lentamente, la parte deturpata viene bagnata, resa più morbida e meno fastidiosa di quanto non sia già. Ripete l'ennesima frase pronunciata dal deturpato durante il loro primo e ultimo incontro come fosse un mantra o una sorta di presa in giro <Perciò hai aperto gli occhi e capito che le parole del tuo stupido nonno non sono altro che menzogne e deliri?> l'attacca perchè si, perchè il danno morale arrecato agli Uchiha non può passare in secondo piano. Il parente di lui è uno stupido, l'anziano ha dimostrato di essere un'ignorante odiatore solo per il gusto di farlo. Senza voltarsi, dandogli ancora le spalle, le labbra si smuovono in quello che è l'accenno di un sorriso pregno di soddisfazione, lontano dall'immaginare la verità dietro una simile frase. L'odio manifestato nei confronti del clan gli impedisce di formulare l'ipotesi di una di lui appartenenza. [ChK On][Katana]

16:59 Katai:
 Le mani , aperte, vanno ad impattare più e più volte sulle vesti, cominciando dalla maglia sino ai pantaloncini, liberandole dalla polvere in eccesso che si è depositata durante l'allenamento. Lo sguardo, per un istante, cade proprio su gli indumenti, quindi si risolleva sulle spalle dell'interlocutore, piantandogli addosso quelle iridi buie, che ingoiano la luce come un pozzo senza fine. Non prende sul serio i suoi insulti, d'altronde conosce quell'uomo soltanto per la discussione avvenuta , quindi le use opinioni hanno ben poco conto per il giovane Genin, privo del suo coprifronte, oggi e perciò assimilabile a qualunque altro shinobi o aspirante tale. Inspira a fondo, gonfiando il petto e sollevando le spalle, lasciando scivolare ambedue le braccia lungo i fianchi, penzolanti come pallide propaggini di un corpo inerme, almeno di fronte alle offese del destino. < Mio nonno aveva ragione su gli Uchiha come te. > Rimbrotta, lapidario e diretto, stringendo lo sguardo sotto le sopracciglia che scivolano sulle orbite e le schiacciano contro gli zigomi. < Ma spero si sia sbagliato sul tuo clan. > Speranza ? E perché mai dovrebbe sperare una cosa simile ? Che sia giunto a più miti consigli e abbia intenzione di rivalutare quel gruppo di individui a lungo bistrattati e odiati ? Impossibile comprenderlo, tanto per il Genin quanto per il suo interlocutore. Le labbra si stringono tra loro, finendo per assottigliarsi in una linea rosea che solca il viso, poco al di sopra del mento, aride di parole , ma non di enfasi. C'è un trasporto emotivo che brulica nelle budella, ma a stento si palesa ad occhio altrui. < Ci sono altri Uchiha, non come te, che hanno la forza di poter cambiare l'opinione degli altri su quel clan > CHe stia parlando di se stesso ? [Chakra On | 30/30][Equip:come descritto]

17:12 Akainu:
  [Campo Erboso] Questa volta l'insulto è più personale arrivando ad additarlo come l'Uchiha verso cui il nonno ha portato i suoi insulti. In pratica il genin rappresenta tutto ciò che nonno e nipote odiano di quel clan e ciò vuol dire che sta crescendo, dimostrando di essere effettivamente parte di quella famiglia incorporando in se tutti i valori dell'unico clan in grado di governare Oto. Inspira gonfiando il petto, il collo si piega di lato, sulla destra, schioccandolo e successivamente si porta anche sulla sinistra schioccando anche quel lato. Lento il moto del deturpato nel voltarsi per porsi frontalmente all'altro, riportare le verdi iridi sul viso altrui <Gli Uchiha come me? E dimmi, cosa sono io?> serioso nel porre quella domanda, adesso vuole comprendere fin dove arriva la stupidità del di lui pensiero, a quali picchi il nonno è stato capace di portarlo ma poi una speranza diviene manifesta. In quelle parole s'avvede un cambiamento nella di lui personalità come se qualcosa fosse effettivamente successo, in grado di smuoverlo <E perchè lo speri? Ti sei innamorato di qualcuno di noi? Ti sei fatto degli amici e speri di non essere ucciso nel sonno?> si, lo prende in giro facendo leva su quel suo odio immotivato, su quella paura nei confronti di esseri superiori in grado di fare la differenza. Non distoglie lo sguardo adesso che le cose stanno divenendo sempre più interessanti, inizia a scavare a fondo della questione eppure Katai ha la capacità di lasciarlo a bocca aperta ogni volta che parla; non per l'arguzia o l'intelligenza quanto per le frasi in se proferite. Finalmente espira quell'aria trattenuta <L'opinione degli altri? Stai sperando che qualcuno ti faccia cambiare idea? Gli Uchiha sono rispettati esattamente come devono esserlo. Nessun altro clan merita il rispetto tanto quanto gli Uchiha. Noi abbiamo fatto la storia, noi siamo sopravvissuti dalla creazione del mondo ninja fino ad ora> deglutisce, inghiotte grumi interi di saliva <E poi, cosa ti dice che quell'Uchiha non sia io? Io farò cambiare l'idea che tutti hanno di noi. Farò in modo che il nostro nome ritorni ad essere simbolo di potere in tutto il mondo, fare in modo la sola idea di sfidarci venga considerata una follia> un grande obiettivo per permettere la rinascita definitiva del clan. [Chk On][Katana]

17:27 Katai:
 Solo ora può fronteggiarlo nuovamente, solo adesso che l'altro torna a girarsi, riesce a scrutarne il viso, sul quale le iridi si piantano con insistenza, come schegge di ossidiana che feriscono e penetrano, quasi volesse scardinarne i pensieri solamente con uno sguardo. E chissà che un giorno non riuscirà a farlo davvero. < Ho capito che non è il clan a definire uno shinobi, ma le sue azioni, i suoi comportamenti. >Sentenzia, non poi così diretto come, forse, l'altro avrebbe sperato. Forte delle parole di Shizuka, che hanno infuso speranza nel suo futuro e non solo la buia e nefasta fatalità del destino. Ascolta il monologo dell'altro, così fiero e tronfio del proprio status, così fortemente determinato a ristabilire un gioco di potere che pare aver perso, da qualche parte, in una piega della storia. < Dalle tue parole non sembra che questo "potere" sia in tuo possesso, in "vostro" possesso ..> sottolinea le due parole, calcando il tono proprio su quelle. < ..hai smarrito qualcosa, Uchiha ? > Lo addita, ora, quasi canzonandolo, proprio come fatto dall'altro sino ad ora, ma il tono è serio, più di quanto ci si potrebbe aspettare. < ..hai così tanto bisogno del tuo clan per affermarti ? > Domanda, spostando il discorso più sul personale e avanza un paio di passi, forse accorciando le distanze di un [1] metro appena, tanto per poter abbassare la voce e studiare meglio le reazioni altrui. < Se sei così convinto di essere quell'Uchiha, perché non cominci da me ? Cambia la mia idea di voi > Lui se ne tira fuori, del tutto, quasi non portasse con sé il gene maledetto di quel clan. [Chakra On | 30/30][Equip: come descritto]

17:42 Akainu:
  [Campo Erboso] Anche nell'animo dell'Uchiha quelle prime parole gli ricordano qualcosa, si, anche a lui il discorso di Shizuka torna alla mente. Ella gli ha parlato di come i Kokketsu vengano additati al pari dei demoni ed il compito di lei è screditare quella diceria, mostrare al mondo un Kokketsu diverso il cui modus operandi non è la distruzione <E' vero, non è chi siamo tanto quello che facciamo che ci qualifica> una frase saggia <Ciò non toglie che i nostri geni sono quelli. Una parte di noi non può allontanarsi dal percorso prescritto. Volenti o nolenti, una parte di noi rispecchierà sempre il mondo da cui proveniamo> così come Shizuka è destinata ad ereditare il gene Kokketsu, anche il genin è destinato a portare con se il gene degli Uchiha ereditando molti dei loro comportamenti, molte delle loro ambizioni per farle proprie. Katai commette quell'errore, l'errore di provocarlo tirando in ballo il potere. Solleva il capo, porta le verdi iridi al cielo mentre le labbra si espandono in un sorriso per poi lasciare che il tutto sfoci in una strana risata, non è divertito eppure ride. Il chakra è in totale fermento nel corpo del genin, lo sente spingere, tentare di uscire dal corpo del deturpato ma lo controlla, lo spinge verso l'alto alla volta del viso, lo fa viaggiare lungo il collo facendogli attraversare ogni singolo canale presente in quella zona per poi infonderlo dentro agli occhi; l'afflusso di chakra è continuo e costante mentre tenta di attivare l'unico potere in grado di distinguerlo dagli altri esseri vivente, l'unica sua vera abilità. Tenta di sprigionare la giusta quantità di chakra all'interno dei bulbi oculari facendola agire in essi, riempiendoli e circondandoli, in questo modo, in caso di successo, le iridi cambierebbero lentamente di colore, il verde diviene più scuro e più chiaro allo stesso tempo lasciando spazio ad un rosso scarlatto simile al sangue; la pupilla nera al centro ed intorno ad essa una minuscola goccia definita tomoe, una per occhio. Abbassa il viso, le iridi, ora trasformate, scrutano il viso altrui <Il nostro potere è sempre qui, siete voi ad averlo dimenticato ed è arrivato il momento di ricordarvelo> l'ha presa sul personale. La mente torna alla foresta, al giorno in cui ha attivato lo sharingan per la prima volta, il giorno in cui, per farlo, ha dovuto vedere la morte con i propri occhi decretano il suo destino, decretando come la morte l'avrebbe seguito nel suo lungo percorso <No no, non ho bisogno di loro per farlo. Io mi affermerò TRA loro fino a diventarne il capo e subito dopo riprenderò ciò che è di diritto degli Uchiha in cima ad Otogakure come Kokukage> piani lunghi, piani già decisi ed un percorso da fare. Inclina il capo di lato, lo squadra, l'osserva dall'alto verso il basso <Perchè? Cosa ci guadagno nel farti cambiare idea? Non sei nessuno> mettendo il punto, rendendo nota l'altrui posizione. [Chk 19/20][Se Sharigan I][Katana]

18:02 Katai:
  [Campo erboso] < !! > Le parole di Akainu trapassano la sua carne, la stoffa e le ossa, giungendo sino al cuore, ferendolo più di quanto qualunque suo altro insulto avesse mai potuto fare. La fatalità insita nella sua affermazione gli attorciglia le budella, un nodo alla gola si forma con forza, andando a strozzare il respiro. Le sopracciglia si sollevano verso l'alto, strabuzzando gli occhi lo fissa in volto, muto, silente, stordito da quell'affermazione. Non batte ciglio, le labbra leggermente schiuse. <..il mondo da cui proveniamo..> Ripete, a bassa voce, forse udibile dall'altro, forse no, infatti è rivolto più a se stesso che all'interlocutore e cantilena quelle poche parole come fossero un monito terribile , in netto contrasto con quanto Shizuka gli ha paventato, con quanto il medico ha saputo scardinare le sue paure. <...> Il respiro accelera, quando gli occhi dell'altro cambiano colore ed una reazione istintiva e impulsiva si agita nelle membra. Se è paura quella che alberga in lui, non lo paralizza, bensì lo anima. Paura per quel destino che è costretto ad affrontare, per quel fato che è destinato a percorrere. Un passo si muove, lento e trascinato, proprio verso l'altro, camminando in sua direzione mentre questi parla, lui lo fronteggia, muto, accostandosi ancora, nel tentativo di avvicinarsi per due [2] metri ancora, giungendo in sua prossimità, ritrovandosi a fissare quegli occhi proprio come successo con quelli del nonno. Il mento che si alza man mano che si avvicina, cercando di colmare il divario d'altezza. < Guardami ! > Esclama, in una sola parola che sembra più un ordine che un invito. Il tono alto, seppur la vicinanza. Ora il suo chakra pare reagire alla stregua dell'altro, in uno zampillo energetico che si coagula nel sistema ottico, imbevendo quest'ultimo dell'afflusso abbacinante dell'energia psicofisica di cui dispone ; un atto fuori dal controllo della volontà, una deviazione del torrente circolatorio quasi istintiva, che andrebbe ad irrorare l'intero bulbo oculare, il nervo ottico ed il chiasma, sino alla corteccia visiva primaria, reagendo con il gene insito nelle sue cellule, che subito codifica per un cambiamento visibile dell'iride e della sclera, persino della pupilla. Così il nero dei suoi occhi dovrebbe lasciar spazio al rosso sangue, la pupilla profondamente buia, contornata da un cerchio scuro, sul quale vortica una lacrima nera, una goccia che ruota e s'arresta, mimando l'occhiata che l'altro gli rivolge. Sharingan. Ora la mano destra andrebbe ad avanzare, ma lenta, verso l'altro, cercando di artigliare la stoffa della sua maglia bianca, tirandone un lembo, qualora vi fosse riuscito, tale la vicinanza. < Guarda chi sono ! > Ripete, ad un soffio dall'altro. < Guarda gli Uchiha cosa mi hanno fatto ! > Sincero, diretto, in tono disperato, vagamente roco per la voce strozzata dalla terribile verità. [Chakra 29/30][Attivazione Sharingan lv.1][Equip: come descritto]

18:21 Akainu:
  [Campo Erboso] Basta una sola frase a distruggere ogni sua certezza, rompere ogni idea bonaria creatasi in quella mente fragile. L'ode ripetere quelle cinque parole come un mantra, parole significative, pregne di verità perchè è vero; si può crescere, si può fare un viaggio, essere le persone migliori al mondo o le peggiori che costui abbia conosciuto ma nulla è in grado di allontanarci da chi siamo e da cosa siamo. Non esiste essere umano in grado di compiere ciò perchè prima o poi s'imbocca la strada predestinata; come Madara fece un tempo, tutti gli Uchiha successivi hanno agito in maniera simile, hanno adottato parte delle sue idee, hanno fatto propria la pazzia di cui la leggenda del clan è portatrice. Loro come ogni altro clan, nessuno escluso e prima si giunge a una tale consapevolezza, prima la vera forza comincia a manifestarsi, i dubbi a venire meno riuscendo a vedere la strada ed il mondo con occhio lucido. Nel suo caso è avvenuto tutto nel momento in cui ha capito di possedere l'occhio, li ogni cosa è divenuta chiara, le proprie idee sono piombate in lui come un fulmine a ciel sereno e gli obiettivi da tempo nascosti, riemersi dall'oceano di insicurezze in cui ha vissuto per anni e anni. Nota il destabilizzarsi altrui, ha fatto breccia, l'ha colpito nel profondo percependo, anzi no, sentendo quel giovane cuoricino sgretolarsi ad ogni sillaba. Il sangue scorre mentre l'animo di Katai muore sotto il peso della consapevolezza. Non smuove un passo al di lui avvicinarsi, fermo, immobile al pari di una statua ne segue le movenze permettendogli di avvicinarsi, di gridare persino, un imperativo ordine che viene subito eseguito, guardandolo, fissandolo con intensità. Sotto i propri occhi, in quella scala di grigio, lo sharingan altrui prende forma manifestandosi; sopracciglia entrambe sollevate, labbra schiuse per la sorpresa ed in quel preciso istante tutte le frasi senza senso, tutti quei discorsi privi di un collegamento, improvvisamente, assumono concretezza, significato. Katai non è un nessuno, bensì anch'egli fa parte di quella dinastia, parte dello stesso clan ottenendo la risposta su come il nonno potesse sapere la storia. L'arcano mistero viene svelato, una famiglia di Uchiha e lui ha vissuto nell'ignoranza oppure è solo un astio? Non lo sa ma ben preso lo stupore lascia spazio ad un sadico divertimento; una risata ne emerge, divertita, fatta con gusto, incredulo su come il mondo gira eppure non oppone resistenza lasciandosi prendere dalla stoffa della maglia, chinando lo sguardo per guardarlo. A sua volta avvicina il viso, quasi a sfiorarlo, confrontando i propri occhi con quelli altrui <Non sono stati loro> esordisce all'ultima affermazione <E' il Karma che ti punisce per aver sputato su chi sei, Uchiha> sottolineando l'ultimo nome, ponendovi un marcato accento, rendendo veritiera quella sua nuova condizione da cui non può più fuggire. Ampio il sorriso stampatogli sul viso, 32 denti esposti e la soddisfazione ad avvolgerne le fattezze. [Chk 18/20][Sharingan I][Katana]

18:32 Katai:
  [Campo erboso] Il Sole inizia oramai la sua parabola discendente, virando verso occidente, tinteggiando il mondo d'una luce più cupa, così le ombre si allungano sul Mondo e una di esse, vestita di abiti comuni e umili,in piedi di fronte ad Akainu, con il mento drizzato all'insù assieme allo sguardo, scossa dal fremito di una rabbia primordiale ; ammutolisce. Gli occhi di brace, che si specchiano nei corrispettivi altrui, trovando il medesimo sguardo, incatenati in un gioco del destino che li ha resi partecipi del nefasto scherzo dei kami - tutto ai danni del giovane Genin. Le dita della mano destra artigliano la stoffa della maglia altrui, quasi volesse strapparne i segreti semplicemente ghermendolo. Le parole dell'altro non hanno significato per lui, un'importanza minima poiché all'oscuro della verità, ignoranti circa gli avvenimenti più recenti, ma anche passati. Tutto si rincorre nella storia del giovane Uchiha, condensato ora in qualche lettera che riesce a mormorare, a denti stretti. < Ti sbagli ancora. > Non ha motivo di alzare la voce, poiché sono vicini abbastanza da potersi udire in un sussurro. < Mio nonno ha modificato la mia memoria, non so come ma è riuscito a celare il mio passato. > Esplicita, dando prove e significati ai discorsi fatti fino ad ora.< Mi ha ingannato ..> I denti che si stringono, la mascella rigida, gli zigomi duri. Il volto contratto in una smorfia di rabbia. < ..ed ecco cosa mi ha reso. > Gracchia, finendo per rafforzare la presa sull'altro. < Sono maledetto dal sangue degli Uchiha. > Destinato, forse, a percorrere le loro orme proprio come l'altro ha ribadito poc'anzi ?

18:33 Katai:
  [Campo erboso] Edit: [Chakra On | 28/30][Sharingan lv. 1]

18:47 Akainu:
  [Campo Erboso] Il pensiero di far del male al ragazzo l'ha sfiorato, attaccarlo per dimostrare come il loro potere sia ancora grande ma poi, cosa ne avrebbe ottenuto se non un'insignificante morto sul territorio di Oto? La morte o il ferimento di un ragazzino qualunque non avrebbe fatto scalpore, nessuno si sarebbe scandalizzato più di tanto eppure, alla luce dei fatti, comprende di aver agito nel modo più giusto. Il fato l'ha messo davanti ad una scelta, attaccare o meno un membro del suo clan in totale ignoranza, non l'ha fatto ed ora sta venendo premiato, gli viene fornita una strada diversa. Mille i pensieri ad affollarne la mente, mille le teorie sui possibili finali di quella storia e solo adesso comprende la grande fortuna ottenuta. Il nonno di lui si è davvero dimostrato uno stupido fin dall'inizio, non sono parole dettate a caso, ha la prova di come si sia sempre trovato nel giusto e ora si davanti a se vi è un ragazzino frustrato, arrabbiato, ricolmo di tristezza e odio verso quegli occhi. Non sa nulla della memoria ne di come si possa cambiare o modificare ma può capire quel tipo di rabbia per averlo privato della sua identità instillando in lui il desiderio di vederli tutti bruciare. Può sfruttarla a suo vantaggio, il primo passo per avere il clan, averlo come desidera. Il destro braccio si solleva, innalzato mentre il palmo della mano tenta di appoggiarsi sull'altrui spalla in una morsa leggera senza alcun tipo di intento bellico <Tuo nonno ti ha privato della tua identità, ti ha tolto il diritto di scegliere se essere o non essere uno di noi> ricalca solamente i fatti con parole più dirette senza giri di parole inutili <Ma adesso hai la possibilità di vedere il mondo con i tuoi occhi. I tuoi veri occhi> l'accento viene posto su quel veri, un chiaro riferimento allo sharingan ed un ripescare le frasi pronunciate al loro primo incontro <Mi hai chiesto di farti cambiare idea> prende tempo ritornando indietro <Allora seguimi, unisciti a me e insieme possiamo ridare gloria al clan Uchiha, il nostro clan e dimostrare al mondo intero chi siamo realmente e non solo la facciata che, quelli come tuo nonno, hanno sempre visto> umetta le labbra sfiorandole con veloce moto della lingua <Possiamo essere i migliori, non è quello che vuoi? Adesso puoi scegliere...odiaci oppure seguimi e impara chi siamo> in caso di successo precedente, la mano viene ora staccata dalla spalla altrui indietreggiando con il braccio destro il quale torna parallelo al corpo. L'ha posto dinanzi ad una scelta e adesso, lo sharingan lo fissa in attesa della sua definitiva risposta. [Chk 17/20][Sharingan I][Katana]

18:59 Katai:
  [Campo erboso] Non si ritrae dinanzi al tocco dell'altro, lascia che la sua spalla accolga la mano del consanguineo, in un gesto che getta un ponte tra i due, il primo, flebile, precario e fatale collegamento tra i due Uchiha. E non solo fittizio, ma fatto di carne, ossa e sangue. L'uno incatenato all'altro, così come i loro sguardi, così come i loro Sharingan, vincolati nel riflettersi l'uno dentro l'altro, in una visione del Mondo così sanguinolenta e buia. < ... > Non replica alle sue prime parole, ma tantomeno abbassa lo sguardo, rimanendo con il mento all'insù, per colmare il divario d'altezze, che si esplica in una conversazione impari, posta su due piani differenti, ma via via più simili, più vicini. < ..vedere con i miei veri occhi..> Ripete, in un sussurro, quasi stesse cercando la verità dietro le illusioni del nonno. < Voglio essere così forte da spezzare le illusioni del Mondo dei Ninja. > Sentenzia, deciso e diretto, in tono pacato, ma determinato. < Voglio mostrare a tutti la verità, guardandoli con i miei occhi. > Ripete, alludendo alle parole dell'altro Uchiha. < Nessuno dovrà più soffrire come ho fatto io. Nessuno dovrà più vivere in un'illusione. > Commenta, profetico, cercando le parole mentre ora finisce per liberare anch'egli la maglia di Akainu, lasciando scivolare il braccio lungo il fianco, penzolando verso il vuoto, come un'ala di un rapace dal nero piumaggio, che ha trovato finalmente la propria preda ed ora ne saggia la resistenza. Le labbra finiscono per serrarsi, duramente, chiuse in un sigillo di carne e sangue e ossa, mute, lasciando che il tramonto di sangue dello Sharingan rifletta la sua volontà, forte di quello sguardo capace di vedere al di là delle menzogne altrui. [Chakra 27/30 ][Sharingan Lv.1]

19:36 Akainu:
  [Campo Erboso] Ha parlato, ha sfruttato quella possibilità donatagli dal fato per girare la disgrazia di Katai a proprio favore. Non avrebbe mai creduto ad una simile eventualità, anzi, la sorpresa è lecita eppure la strada verso la conquista del clan sta prendendo sempre più forma; ora non è da solo, qualcun altro ha sofferto, qualcun altro è deciso ad una rivalsa. Ne ascolta le parole, la determinazione proferita, non gli serve una parola diretta, non gli serve un si perchè comprende il significato dietro quelle frasi, lo capisce dal gesto di lasciargli andare la maglia. Lui in primis ha sofferto per colpa del clan e dell'essere umano, in un certo senso ha subito un tradimento a sua volta da parte di quelli che l'han messo al mondo. Inspira ed espira soddisfatto, la mano si alza di nuovo, nuovamente poggia il palmo sulla spalla del ragazzo incastonando lo sharingan in quello di lui. Mostrare la verità. Si, avrebbe fatto anche questo, forse non la verità voluta da Katai ma l'avrebbero mostrata, anzi, dimostrata; gli Uchiha non sono svaniti, non si sono rammolliti ma stanno ritornando. Lo vede, vede quel destino avvicinarsi sempre più. Inspira ed espira, prende tempo, lascia al ragazzo il metabolizzare degli eventi prima di proferir parola <Faremo avverare tutto questo. Diventeremo così forti che l'intero clan sarà costretto a riconoscerci e una volta che ne sarò a capo non accadranno più simile cose. Nessuno oserò più privarci della libertà di scelta, nessuno oserà più tradirci e pugnalarci alle spalle> prende qualche momento di pausa <Saremo portatori di forza, gloria e...verità> sfrutta le parole di lui, le riporta alla di lui attenzione creandosi un alleato fatto e finito. Sa bene che hanno ancora moltissima strada da fare, la forza va incrementata e per ora, seppur, è un nessuno, sta mettendo le basi per un futuro roseo in cui far avverare ogni suo singolo desiderio <Adesso andiamo> staccando la mano dalla spalla <Voglio conoscere il nostro ritrovato...parente> il sorriso permane sul viso del genin mentre lo sharingan viene disattivato. Qualche attimo attende prima di incominciare a camminare invitandolo con un gesto della mano a seguirlo, probabilmente alla volta di qualche locale di Oto in cui fare conversazione. [END]

19:49 Katai:
  [Campo erboso] < ... > Lo ascolta, lo lascia terminare il suo monologo, conscio di come le loro opinioni potrebbero tornare a divergere, seppur gli intenti siano simili. L'uno mira a restaurare la gloria del clan, l'altro a spazzare via il Dolore dal Mondo dei Ninja. Come riusciranno a perseguire questi scopi è un futuro lontano ancora da scrivere, ma ora un nuovo Uchiha è sorto, sebbene rimanga distante dalle parole altrui, almeno per ora. Non palesa, né manifesta alcuna conferma, se non un cenno del capo, che si flette verso il baso , assieme al mento e si rialza poco dopo, un cenno d'assenso, un patto siglato nel rosso sangue dei due Sharingan, così vicini,ma così diversi. Quando l'altro ritira lo sguardo cremisi, anch'egli emula l'atto di volontà e ne interrompe il flusso energetico verso gli occhi, così che le ombre possano ingoiare l'iride scarlatta e tornare a dominare lo sguardo nero, buio. < A me non interessa essere a capo del clan. > Proferisce, inspirando a fondo, gonfiando il petto e sollevando le spalle. < Percorrerò la Via dello Shinobi..> afferma, soffermandosi un istante < ..diventerò così forte da dimostrare come gli Uchiha possano essere un esempio per gli altri. > Stringe le labbra, in una linea rosea e sottile, arida ora, per i discorsi fatti, che hanno seccato la bocca. < Saranno le mie azioni a decretare il successo del clan, sarò un vanto per loro. Per voi...> si sofferma, una pausa lunga, ricercata, voluta. < ...per noi.> Annuisce ancora, seguendo pari passo il consanguineo, diretti altrove. ( E N D)

Katai e Akainu s'incontrano di nuovo ma in un contesto diverso. Katai rivela di essere un Uchiha dando un senso alle sue deliranti parole; alla luce di ciò Akainu sfrutta il dolore del ragazzo per renderselo alleato e portarlo dalla sua parte nella scalata al potere all'interno del clan.