Visita al papà
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Giocata del 21/09/2022 dalle 11:34 alle 15:43 nella chat "Ospedale [Kusa]"
[Banco Accettazione Ospedale] È mattina all'ospedale di Kusa quando il giovane Shiroichi Nara vi si reca per un incontro che ha qualcosa di speciale, incontrare un neo genitore. <Buongiorno Rasetsu Kokketsu-san è in ospedale?> chiede il ragazzino all'infermiera del banco accettazione, questa risponde di sì e fa per indicargli la strada verso il suo laboratorio <Non si preoccupi, conosco la strada>. E detto questo con un sorriso si allontana dalla calca e si dirige verso il corridoio che porta al laboratorio dello scienziato. Indossa quasi per intero gli abiti da missione, una tuta in un unico pezzo, nera, attillata e a mezze maniche, dei calzari ninja anch'essi neri, legato alla vita il coprifronte della foglia e legato al petto una protezione leggera a piastre, poi vambracci e schinieri; al suo fianco destro un porta oggetti con alcune robe all'interno. Tiene una borsa con la mano sinistra, molto semplice, all'interno ci sono alcune cose che vuole regalare allo scienziato. Gli occhi azzurri coperti dagli occhiali mostrano felicità per la notizia che ha ricevuto pochi giorni fa ma, nonostante il tempestivo avviso del genetista purtroppo è riuscito a passare solo oggi. Il genin è arrivato di fronte alla porta del laboratorio, riconosce subito lo scanner dove la volta precedente il Kokketsu ha passato il suo badge. Bussa alla porta, tre volte <Rasetsu-san... Rasetsu-san...Rasetsu-san?> Non sa perché ha bussato in quel modo, ma l'ha trovato soddisfacente, dovrà sicuramente replicarlo prima o poi. Aspetta fuori la porta del laboratorio con un ampio sorriso sul volto sperando che lo scienziato risponda velocemente invece che farlo rimanere lì impalato come uno stoccafisso. Non appena Shiroichi si sarà avvicinato al laboratorio, potrà sentire indistintamente il pianto lamentoso comune dei bambini e, al seguito, un altrettanto fastidioso lamento proveniente da una voce più matura, non molto roca, ma comunque adulta. <Ti ho dato il biberon...> Piagnucola mentre oscilla avanti e indietro con la piccola Kurona in braccio. E' avvolta in un tutina bianca con disegnata sul fianco mancino una lattina di birra. Di fianco, invece, poco più centrale la baritona frase: "Un altro giro e poi smetto". Non fate domande. Spesso non volete sentire le risposte. Agita le gambine infastidita, assieme alle piccole braccine con le mani strette a pugno. <...ti ho anche cambiato il pannolino...> In che modo non si sa, ma le infermiere del reparto neonatale gli hanno concesso molta pazienza e tanto aiuto. Si sa che in quel reparto ce ne vuole sempre parecchio. <...hai anche dormito fino a mezz'ora fa.> Non riesce chiaramente a lavorare con quel frastuono nelle orecchie. Il bancone da lavoro è cosparso di creme, talco, pannolini - di cui alcuni sporchi, biberon di varia misura, latte in polvere sparso anche sulla superficie al pari di cocaina pronta da sniffare. Una piccola culla - tipiche dell'ospedale - giace nei pressi del rosso con una copertina all'interno ormai spostata. <Apri tu, chiunque tu sia> Non essendo riuscito a cogliere bene l'altrui voce, ma riuscendo quanto meno a sentire che stesse chiamando proprio il demone. <perché ho le mani un tantinello impegnate.> E' riuscito però a tenere in braccio la bambina senza troppi fronzoli, sapendo perfettamente dove poggiar le mani e gli arti superiore onde evitare che caschi o si faccia troppo male. [ Chk On ] [Laboratorio] Dall'interno della stanza il genin sente il pianto della bambina e successivamente anche quello di Rasetsu, già gli viene da ridere ma prova a trattenersi quanto più possibile. Sente l'invito ad aprire la porta e lo coglie al volo. Poggia la mano destra sul manico della porta e l'abbassa per poi aprirla di fronte a sé con gentilezza, sia mai Rasetsu stesse mettendo delle cose proprio lì vicino e lui con l'apertura della porta le facesse cadere. Appena entrato nella stanza chiude la porta dietro di sé e potrà distintamente sentire l'odore tipico dei neonati, quel misto di odore dolciastro e talco che tanto piace alle donne, almeno secondo la sua esperienza. <Auguri Rasetsu-san, congratulazioni> dice come prima cosa, appena entrato, mentre in lui inizia a formarsi l'idea che forse è il caso che almeno i pannolini sporchi andrebbero tolti, sia mai ci fosse un corto circuito o un surriscaldamento di qualche cavo. <Vi ho portato un paio di cosine per congratularmi con voi. Una di queste sono sicuro che ti piacerà più delle altre, ma non farla uscire dalla borsa finché non sei a casa e lontano dalla bambina> dice poggiando la borsa su uno sgabello lì vicino e iniziando a tirare fuori un paio di tutine da bambina una delle quali cita "Sono l'ombra del mio papà" chiaramente filo-Nara, poi un'altra con "Sangue del tuo sangue" per questa ha dovuto cercare un po' più a lungo, alla fine ha chiesto a sua madre di fare un ricamo a mano per tagliare la testa al toro; lei non sembrava troppo convinta ma alla fine ha ceduto; sul fondo del borsone invece c'è un bottiglione da due litri e mezzo di Saké, è andato a chiedere a mezza Kagegakure quale fosse la miglior marca visto che lui di alcool non ne capisce niente e alla fine ha optato per la "Premium Shinobi Ultra Strong" Un bel bottiglione grosso in vetro blu scuro come gli occhi del ragazzino. Ed è solo dopo aver tirato fuori i regali che si avvicina al neo papà e alla figlia per guardarla meglio. <Ma che carina> dice facendo un sorriso enorme in direzione della piccola. Il ragazzino entra dalla stanza con un borsone e un sorrisone smagliante tutto rivolto al demone dai capelli rossi. <Grazie.> Mormora soltanto mentre cerca di cullare la fanciullina. Anch'essa ha dei radi ciuffetti rossi per capelli. Gli occhi pare che debbano ancora assumere un colorito definito e per ora li apre a malapena. Continua a lamentarsi con piccoli mugugni, mentre il demone tenta di mordersi il labbro inferiore sin quando non uscirà una piccola stilla di sangue. C'è ormai abituato a quel dolore, quindi non piega manco un po' l'angolo delle labbra o strizza gli occhi. Il Chakra Suiton fluirebbe nel suo sistema circolatorio, amalgamandosi al sangue nero che scorre nelle sue vene. Con la fuoriuscita del sangue dalla ferita precedentemente descritta, esso inizierebbe semplicemente a galleggiargli attorno in piccole volute di vapore con scintille violacee. L'aura che emanerebbe non è niente di positivo. E' come se una malattia mortale si diffondesse nell'aria assieme alla sua presenza. Due lacrime nere gli scivolerebbero dalla palpebra inferiore sino a scendere alla base del mento, rendendo giallastre le iridi del rosso. Il sangue inoltre confluirebbe anche alle estremità di braccia (dipingendosi per l'appunto di nero integralmente) e delle gambe, coperte in questo caso dagli abiti. Così facendo, una volta attivata l'innata, cerca di ricreare un costrutto che abbia la forma di una mano. Sbucherebbe un palmo dalla grandezza massima di mezzo metro, prolungando il mezzo metro aggiuntivo con la lunghezza d'ognuna delle cinque dita. Queste sarebbero arrotondate all'esterno e non notoriamente affilate come suo solito. D'altronde, adesso ha una bambina a cui badare. Niente di troppo complicato, soltanto una mano composta di sangue nero e coagulata affinché ne assuma perfettamente la forma. Gli occhi ormai divenuti giallastri del demone, con tanto di lacrime di sangue nero a scivolare lungo le gote, si soffermano sulle tutine che questi ha portato con sé. <Potrei entusiasmarmi se fossi una ragazza-madre che non ha soldi per mantenere la bambina. Sono cotone 100%?> Si assicura che sia tutto a posto ovviamente, perché la bambina è in una fase particolare. Deve essere curata e amata, deve assicurarsi che non contragga alcuna infezione. <Ma io voglio vedere adesso!> E s'imbroncia di nuovo - stessa cosa che emulerebbe anche la piccola iniziando di nuovo ad agitarsi. <No no, Kuro-chan, non esiste.> Le sussurra abbassando lo sguardo su di lei, continuando poi a muover gli arti superiori con lentezza così da cullarla come si deve. [ Chakra: 63/65 ][ PV: 98/100 ][ 2/4 - Hijutsu Kokketsu II ON + 2/4 - Creazione I Costrutto ] [Laboratorio] Vede il Kokketsu attivare la sua innata, non è troppo convinto che del motivo della creazione della mano di sangue ma non proferisce parola mentre questa viene creata <Ovviamente sono cotone 100%! E per di più sono anche ricamate a mano!> dice quasi fingendosi offeso per l'insinuazione <Ma infatti questo non deve entusiasmare te!> risponde onesto, per te c'è quello che è rimasto nella borsa. Continua a guardare la bambina che sembra essersi leggermente calmata, la testolina rossiccia si nota parecchio, questi sono sicuramente i geni del Kokketsu. <Senti ti offendi se metto in ordine un pochino?> Ovviamente la domanda del genin è solo un pro forma perché lo scienziato non avrà nemmeno tempo di rispondere che lui si è già messo a lavoro: Prima cosa i pannolini sporchi <Questi li gettiamo via> Apre il sacchetto dei rifiuti speciali e li getta lì dentro. Poi, carico come una molla prende i pannolini puliti e li impila piegati su una scrivania vicino alle creme e al talco. Dopodiché prende una specie di asciugamano, sicuramente NON rubato dall'ospedale e lo poggia in quello che lui ha arbitrariamente deciso essere il fasciatoio della bambina. <Dovresti essere più ordinato, così troveresti tutto subito e non trasmetteresti ansia alla bambina> lo rimprovera gentilmente il ragazzino <Mi hanno sempre fatto fare il babysitter al dojo del clan> dice come per spiegare allo scienziato il perché un quattordicenne abbia queste conoscenze così particolari per un ragazzino. <Kuro-chan? Che diminutivo carino, che nome avete deciso di darle?> chiede curioso mettendo le braccia dietro la schiena e inizia a dondolare leggermente a destra e sinistra. Gli occhietti del demone sbatacchiano un paio di volte nell'istante in cui Shiroichi spiega che quelle tutine sono state addirittura cucite a mano! E chi se l'aspettava? Lui non di certo. <A mano? Le hai fatte tu?> Ecco, forse adesso stai proprio esagerando. Ma d'altronde, che ne può sapere? Poggia delicatamente la bambina all'interno della culla che ha diligentemente 'preso in prestito' dal reparto neo-natale dell'ospedale. Deve eseguire dei test su Kuro-chan per assicurarsi che sia tutto a posto, per le quali avrà chiaramente bisogno anche di Shizuka. Le sistema la copertina addosso mentre il costrutto del demone fungerebbe da oscillatore, così da permetterle di addormentarsi meglio. Spingerebbe la culletta in avanti, richiamandola indietro e così fin quando avrà risorse per gestire quell'ammasso di sangue volante e galleggiante. <Tra te e sua madre> Indicando con un cenno del capo Kuro-chan. <mi pulite il laboratorio meglio della donna delle pulizie. Sono certo che sia stata lei a lasciare quel bicchiere sporco in mezzo ai cavi dell'alimentazione!> Difatti, ha provveduto a licenziarla. Così, senza scusanti, senza neppure un'eccessiva spiegazione. Ha soltanto pattuito che la signora non debba proprio più mettere piede in quel laboratorio. <Ci sto provando ad essere più ordinato, ma non riesco a starle dietro ventiquattr'ore su ventiquattro mentre devo anche lavorare. Quando Dokuhiro non c'è, devo inventarmi qualcosa.> Come in questo caso. L'unico lato positivo è che Kurona non ha necessità di star attaccata alla madre poiché si nutrirà esclusivamente di latte artificiale. La mano continua a dondolare la culletta cosicché la bambina possa finalmente addormentarsi. <Kurona Kokketsu.> A lui sembra anche ovvio, ma chiaramente la controparte potrebbe non conoscere cosa voglia significare per lui quel nome - a tratti ormai anche sconosciuto. <Mi serve un dannato caffè. Anzi, per riuscire a star dietro ai suoi ritmi, devo riempirmi di nuovo di Sbrilluccica.> Altrimenti si addormenterà contro un angolo della stanza prima del tempo. Certo, potrebbe prendersi un congedo per paternità... e poi chi si metterà a controllare tutte le sue funzioni vitali, così da accertarsi che stia crescendo come si deve? E' pur sempre un progetto, una sorta di esperimento per quanto sia effettivamente sua figlia legittimamente. [ Chk On ] [Laboratorio] Il Kokketsu sembra stupito dal fatto che le tutine siano cucite a mano, crede le abbia fatte lui <Nono, le ha ricamate mia madre, io ho solo fornito gli spunti, ancora non ho imparato a cucire> sottolinea quell'ancora come se per lui fosse logico che prima o poi imparerà anche quell'abilità così da utilizzare meglio la tecnica di clan. <Beh posso capire che i bambini creino caos, non ti biasimo. Tranquillo> dice il ragazzino mentre si sfrega le mani dopo aver dato almeno una sistemata sommaria al laboratorio e torna ad avvicinarsi alla culla che viene dondolata dal costrutto di sangue <Piacere Kuro-chan> dice alla bambina affacciandosi lievemente alla culla. Ascolta poi ciò che il genetista dice <Non so cosa sia la Sbrilluccica, ma non sono sicuro di volerlo sapere, quindi non dirmelo, ma se vuoi prendere un caffè posso guardare io la bambina per due minuti, sempre che ti fidi, ovviamente> dice il ragazzino guardando lo scienziato <Comunque se vuoi dai un'occhiata all'interno del borsone per vedere il tuo regalo fai pure!> nel frattempo torna a guardare la bambina che nel frattempo sembra essersi calmata un pochino, chi l'avrebbe detto che quelle mani di sangue fossero capaci di creare anche della calma, almeno in qualcuno, si intende. È proprio una Kokketsu, sarà una cosa di famiglia, è per questo che è tranquilla, probabilmente un qualsiasi altro bambino sarebbe scoppiato a piangere a vedere un costrutto degno della famiglia Addams. <Non ho preso niente alla tua compagna, non conoscendola non saprei cosa regalarle, un giorno credo sia il caso che me la presenti, almeno posso rimediare> dice onesto e con tranquillità in direzione del rosso. Il rosso si limita distrattamente ad annuire. Non commenta né aggiunge altro a proposito delle tutine, ma si stringe nelle spalle. Le osserva di nuovo. <Questa mi piace.> Riferendosi alla tutina che reca la scritta 'Sangue del tuo Sangue', giusto per non essere di parte in alcun modo. <Non posso ancora portarla a casa, altrimenti la lascerei alla madre che, di contro, deve rispettare l'orario di visita.> Pur trattandosi del laboratorio. Si tratta d'una paziente, ragion per la quale deve adempiere comunque allo stretto regolamento dell'ospedale. Non ha potuto transigere più del dovuto. <Non trattandosi d'un bambino comune, devo assicurarmi che tutto funzioni alla perfezione e non posso prendere alla leggera neanche il singolo vagito.> Non ci sono altri esperimenti precedenti dai quali trarre degli spunti. Deve riuscire quanto meno a capire da solo cosa c'è che va e che non va. Tutto ciò che può sembrare lineare e normale va comunque tenuto sotto controllo, a priori. Il costrutto continua a muoversi senz'alcun sotterfugio sinistro, ma semplicemente con un'unica intenzione. La bambina pare cullarsi beatamente. S'avvicina quindi al borsone, lanciando però un'occhiata alla culla prima di farlo, almeno per accertarsi che non ci siano altri segni contrari. Apre il borsone con tranquillità, così da tirare fuori quel bottiglione da due litri e mezzo di sakè. Gli occhi prendono la forma di due cuoricini neri con la boccuccia socchiusa. <QUESTO LO FINISCO TUTTO STASERA PER FESTEGGIARE LA NASCITA DI KURO-CHAN!> E urla. Sì, perché è contento. Peccato per Kurona stessa che ricomincia a piangere e a lamentarsi nonostante si stia facendo amabilmente dondolare dalla mano di sangue. <NoOoOoOoO!> L'unica gioia è che Shiroichi è lì nelle vicinanze se vuole aiutarlo a far calmare la bimba mentre lui è titubante. Lasciarla piangere o bere il saké e poi sopportarla? Cerca però di poggiarlo giù delicatamente, al centro esatto del bancone cosicché non ci sia nessun rischio ipotetico di cadute accidentali. [ Chk On ] [Laboratorio] <Sapevo ti sarebbe piaciuta, sentissi le lamentele di mia madre quando le ho detto che frase ricamare!> dice soddisfatto il ragazzino mentre osserva il Kokketsu guardare le tutine, sapeva per certo che quella Nara sarebbe stata cagata poco, ma lui voleva comunque portarla. <Ho capito, e come procedono i suoi primi giorni?> chiede il ragazzino osservando la piccola cercando di capire ad occhio nudo se effettivamente possa esserci qualche differenza con un bambino "normale", ma non ne vede, quindi forse è una cosa più interna alla bambina. Il Kokketsu trova finalmente il saké ed è decisamente contento del regalo, tanto da iniziare ad urlare e a far piangere la bambina, che, nonostante il sangue demoniaco è troppo tenera <Shhhhhh La bimba!> rimbrotta lo scienziato mentre prova a prendere in braccio la neonata e iniziare a cullarla <No piccina non è nulla, non piangere> dice in tono dolce e quasi materno il ragazzino, mentre con le iridi azzurre cerca un ciuccio, la cosa più simile che trova è il biberon con quello che spera sia latte in polvere e proverà a darlo alla piccola. <Tieni cucciola non ci pensare il papà prima o poi imparerà a non urlare> dice tutto questo sorridendo alla neonata mentre la culla sorreggendole la testa con il braccio destro, poi guarda Rasetsu <Impara a controllarti, due litri e mezzo in una sera sono troppi!> lo rimbrotta con la voce materna che sta usando per tentare di calmare la bambina <Inoltre se devi controllare la bambina sarebbe il caso che tu resti almeno sobrio, avrai tempo per berlo, ma pensa prima alla piccola, anche perché sei un grande scienziato diamine!> Prova a stimolare l'ego del Kokketsu per provare a ficcargli un po' di sale in zucca, anche se non sembra convinto che questa cosa in realtà possa servire a qualcosa.
Giocata del 22/09/2022 dalle 13:51 alle 15:33 nella chat "Ospedale [Kusa]"
Fa spallucce nei confronti delle lamentele della madre a proposito della frase che ha dovuto ricamare sulla tutina della bambina. <Non ne capisco la ragione, è perfetta.> Forse perché la signora non può capire la situazione. D'altronde, è ricollegata al clan del quale il demone fa parte. <Per ora, sembra andare tutto bene. Devo svolgere delle analisi, come ti ho detto.> Tuttavia, deve anche comprendere quando sia il momento giusto per farlo. Non può addormentarla né sedarla, quindi avrà bisogno dell'aiuto della madre. Tempo al tempo, come si suol dire. Lascia andare momentaneamente quella bottiglia di sakè che continua però a guardare con occhi sognanti, occhi d'un amante che non vuol lasciare andare il suo partner nonostante sia ormai ora d'andare a lavoro. <Va bene, va bene, ma ora dalla a me.> Stende le braccia scure, disseminate di sangue nero a causa dell'innata attivata precedentemente, così da aspettare che la bimba possa giungergli in braccio. Sorreggerebbe al contempo il biberon, così da farglielo bere. Sembra comunque attaccarsi alla tettarella, quindi così male non è. Forse ha davvero fame nonostante abbia mangiato relativamente da poco. Deve crescere, no? Il costrutto al momento non viene utilizzato, rimasto fermo contro la piccola culla che poc'anzi stava spingendo tramite l'ausilio mentale. <Un grande scienziato? Sei serio? Non me lo dice mai nessuno. Cioè, so di esserlo!> Modestia a parte, nessuno può dir che non lo sia a giudicare dagli esperimenti che ha portato a termine - anche se, nell'effettivo, la maggio parte dei suoi esperimenti non sono catalogabili come umanamente possibili e soprattutto ben poco legali. <Due e litri e mezzo in DUE ORE E MEZZA, non in una sera. Devo battere il mio record di bevute!> E il fegato che dice? E' d'accordo a questo stile di vita? [ Chk On ] [Laboratorio] <Bah... le mamme, sono sempre fatte così non stare a pensarci!> risponde glissando mentre continua a cullare la piccolina. Ed è proprio in quel momento che si attiva l'istinto paterno dello scienziato che dopo nemmeno trenta secondi gli chiede di rendergli la piccola. Shiroichi sorride a questa richiesta, un po' perché intenerito dal volto angelico della piccola Kuro-chan (siamo proprio sicuri che ci sia il DNA di Rasetsu lì dentro?) e un po' perché lo fa sorridere la premura con la quale il demone si sta occupando dell'infante <Agli ordini Paparino> gli dice con voce un po' mielosa il Nara mentre si avvicina a lui per porgergli la bambina con delicatezza. Osserva con gioia che la bambina mangia di gusto <Una volta che sarà grande sarà una forza della natura, ci scommetto> dice il ragazzino guardandola e rivolgendosi al padre. <Certo che sono serio, la tua capacità in materia è indiscussa, almeno per me, poi se ci sono male lingue questo non lo so, io non ci presto troppa attenzione> continua a lisciare il pelo allo scienziato, sperando di rabbonirlo abbastanza da fare in modo che quest'ultimo gli dia ascolto riguardo la prossima affermazione <E sai cosa sa fare anche un grande scienziato?> piccola pausa per aumentare la curiosità del rosso <Sa aspettare il momento giusto per festeggiare, fai gli esami alla piccola, assicurati che sia al sicuro con la madre o alla nursery dell'ospedale e solo dopo apri il mio regalo!> ed ecco qui il bastone dopo la carota <Poi sarebbe comunque il caso che rimanessi sobrio in modo che se dovessero esserci inghippi non sarai preso dai fumi dell'alcool> conclude la sua arringa mentre si domanda se il suo tentativo di "manipolazione" è andato a buon fine e se riuscirà a mettere un po' di sale in quella zucca rossa. Aggrotta le sopracciglia al pensiero che tutte le madri siano così apprensive. <Quindi anche Dokuhiro sarà così?> La domanda gli sorge assolutamente spontanea. D'altronde, la ragazzina non ha dovuto passare nove mesi con un piccolo umano nella pancia. L'istinto materno potrebbe anche non essersi risvegliato in lei. Ne risulterebbe priva, no? <E' una Kokketsu, purtroppo non purosangue, ma comunque una Kokketsu.> Nessuno dei due ha una discendenza diretta, sono stati innestati. Per questa ragione, neppur lui, avente però il sangue di Yukio, potrebbe essere definito un purosangue fatto e finito. <Un grande scienziato, in realtà, saprà ottenere grandi risultati dalla clonazione di Kuro-chan.> Un nuovo capitolo sta per iniziare. La nascita della bambina era soltanto il primo passo per scrivere la grande storia del genetista. Ma per poterlo fare, deve ovviamente cominciare dalle basi e riuscire ad ottenere dei progressi maggiori e sempre migliori. <E va bene, va bene. Non preoccuparti. Non voglio lasciare mia figlia da sola> Quanto è strano sentirglielo dire? <figurati adesso> Che deve controllare ogni suo parametro ed annotarlo. La piccola, nel frattempo, ha terminato anche quel biberon e ha la faccina soddisfatta di chi ha fatto il caricone di lattuccio. <so essere abbastanza coscienzioso quando voglio.> Tralasciando che sta già programmando di portarsela al quartiere notturno, nonostante quest'atto di coscienzioso non abbia proprio NIENTE. Ed è anche per questo che non lo pronuncia ad alta voce. Conoscerebbe la risposta. <Andiamo a prendere questo caffè? O vuoi tenerla tu mentre vado io?> Gli domanda mentre dondolerebbe anche la bambina, poggiandola però adesso contro la spalla e tenendo la mano gemella posta sul retro dell'altrui schiena. Qualcosa la sta imparando dai... [ Chk On ] [Laboratorio] <Non lo so, non conosco Dokuhiro-san per pronunciarmi, solitamente succede a tutte le madri, ma il vostro è un caso più unico che raro quindi non saprei dirti> risponde onesto il ragazzino, e fa un cenno di assenso alla risposta dell'uomo riguardo la discendenza della bambina, poi azzarda una battuta <Magari un giorno morirò e tu mi clonerai rendendomi immensamente più figo> dice quasi ridendo il ragazzino anche se non ha pienamente collegato il fatto che per fare una cosa del genere dovrebbe effettivamente morire; no questo non è decisamente nei suoi piani. <Bravo papà, così mi piaci!> dice allegro avvicinandosi allo scienziato e tentando di dargli un'amichevole pacca sulla spalla in segno di approvazione. Approva poi la sua proposta <Ma sì andiamo a prendere un caffè> annuisce allegro il ragazzino aprendo la porta allo scienziato in modo da farlo passare senza fare movimenti strani con la bimba in braccio; una volta che il genetista sarà passato il genin fa per chiudere la porta dietro di sé ma prima chiederà al rosso <Hai con te il badge per rientrare?> in caso di risposta affermativa il ragazzino procederà a chiudere la porta, in caso contrario invece darà il tempo allo scienziato di prenderlo e di uscire nuovamente. Una volta fatto questo lascerà che lo scienziato faccia strada verso la caffetteria dell'ospedale dando un occhio di tanto in tanto alla bimba che ora che ha il pancino pieno sembra essere molto ma molto più tranquilla rispetto a prima. Una volta arrivati in caffetteria l'anbu prenderà un caffè nero amaro e si fermerà a fare ancora quattro chiacchiere col genetista prima di salutarlo e lasciarlo alle sue cose per andare agli allenamenti degli anbu nella foresta dove inizierà a fare pratica anche con il doton [END] Innanzi alla risposta di Shiroichi a proposito della battuta precedentemente rivolta all'argomento maternità di Dokuhiro, il demone sceglie saggiamente di non rispondere. Si prodiga in un'alzata di spalle e tant'è. Son quelle cose che si scoprono soltanto vivendo, quindi dovrà semplicemente andare avanti con la propria vita di tutti i giorni. <Non penso di poterti clonare da morto senz'aver prima qualcosa del tuo DNA, ma al momento non sussiste come ipotesi tanto meno come problema.> E' qualcosa che sta studiando soltanto in questo momento, al quale si sta applicando oltretutto con ogni fibra del suo essere. Mantiene la bimbetta contro il suo petto, assicurandosi di non effettuare alcun movimento bizzarro. Le sorreggerebbe perlopiù il capo e il collo, continuando a cullarla delicatamente. Lascerebbe che sia Shiroichi a chiudere la porta dietro di sé, mentre si tasterebbe distrattamente il camice da laboratorio. <Sì... Credo sia il badge.> Forse la risposta effettiva non la conoscerà mai finché non torneranno all'interno del laboratorio. Si dirige quindi verso la macchinetta del caffè in modo che possa prenderne uno fortemente dolce. Perché non si direbbe, ma a quanto pare adora le cose dolci il nostro demonietto da quattro soldi. C'è qualche infermiera che lo guarderà di traverso, come al solito, scuotendo il capo ma pronte col telefono in mano a chiamare i servizi sociali, nella malaugurata ipotesi il rosso faccia qualcosa di poco sconveniente. Infine, se ne tornerà diligentemente nel suo laboratorio in attesa che Dokuhiro venga a dargli un minimo di cambio. [ Exit ]