Pietra e legna. Ecco cosa caratterizza tutto ciò che circonda il buon Taiyo, man mano che discende nella sede segreta degli Anbu e si avvia verso le celle. Il suo arrivo è stato intercettato da collaboratori stanziati stabilmente lì, che or ora lo scortano proprio in direzione della stanza di detenzione richiesta dal neo Anbu. Una donna, nello specifico, fa da guida all'interno della labirintica struttura per l'accoglienza temporanea dei criminali. <Mi raccomando.> suggerisce al giovane Taiyo, sicuramente riferendosi a quello che sta per accadere. <Evita il contatto fisico, se non è strettamente indispensabile. Non sappiamo come potrebbe reagire o cosa potrebbe escogitare.> Continua a camminare con rigore e serietà quasi marziali. <Inoltre, a meno che non se ne possa assolutamente fare a meno, non aprirei la cella.> Ciò che l'Anbu di guardia suggerisce è un approccio più distante, filtrato dalle sbarre. Dopo qualche istante, il duo di agenti segreti si ritroverà di fronte ad una schiera di cinque celle. Tutte piene, ma solo una è degna della loro attenzione. Dritto innanzi a se, Shiroichi potrà notare questa stanza sbarrata ampia non più di tre metri per tre. Il prigioniero porta delle catene di ferro ai piedi, convenientemente attaccate al suolo, mentre un'asse metallica blocca i suoi polsi a circa quaranta centimentri di distanza l'uno dall'altro, così che non possa produrre sigillo alcuno. Genji siede sul lettino della sua stanza e non favella. Sembra essere particolarmente abbattuto e non si cura di coloro che vanno e vengono, ormai dal giorno della sua cattura. Che scelga il da farsi, il nostro giovane Anbu! La sua compagna d'arme si posizionerà lateralmente, al limitare delle sbarre, così da fornire assistenza qualora il ninja detenuto abbia l'infelice idea di provare colpi di testa.
Le danze si aprono senza fare troppi complimenti. Taiyo accetta i consigli della guardia e di conseguenza inizia il proprio interrogatorio con fare sprezzante. Genji mugugna appena, ma non parla. Volge il capo verso il proprio interlocutore e cerca il contatto visivo per qualche istante. Tuttavia, ciò che attende l'anbu non è neanche lontanamente paragonabile al fare irriverente e vivace che Genji aveva durante la missione. Quegli occhi felini, che quella notte brillavano quasi di luce propria, ora sono spenti e disillusi... a coronare un'espressione assai depressa e remissiva. <...> Ascolta le prime parole dell'Anbu, ma all'accenno al proprio micetto, Amatsu, Genji abbassa nuovamente lo sguardo e si lascia andare contro la parete con la schiena. Non sembra essere in vena di chiacchiere e, con tutta probabilità, iniziare il discorso facendo riferimento al proprio compagno brutalmente ammazzato, non è stato un toccasana per il prosieguo della chiacchierata. <E' in questo stato da quando lo abbiamo portato qui.> Trauma post risveglio, evidentemente. E' svenuto appena dopo aver realizzato di aver perso il compagno di una vita, e subito dopo si è risvegliato in cella. Da solo. <Non spiccica parola dal momento del risveglio. Credo che si sia rassegnato all'idea di passare il resto dell'eternità qui.> O di passare il resto della vita da solo. Chi lo sa. Sta di fatto che non spiccicherà una parola. Neanche una sola. Il miglioramento delle sue condizioni in cella non sembra esser preso neanche lontanamente in considerazione.
Taiyo cambia completamente l'approccio, ora che scopre lo stato d'animo del proprio interlocutore. Tuttavia, il cambio radicale di tono non passa inosservato a quell'uomo che, seppur spento, non è affatto stupido. Anzi, il fatto che l'anbu si sia permesso di portare il nome di Amatsu sulle proprie labbra, attira daccapo l'attenzione del ninja. Un'attenzione quasi ferale. Il suo sguardo è daccapo puntato su Taiyo, ma è rabbioso. Basso, ma intransigente. <Capirai cosa sto provando in questo momento quando prenderò tuo fratello, o tua sorella, e gli taglierò la gola sotto i tuoi occhi.> Finalmente parla e non lo fa con le migliori delle intenzioni. Sembra essere parecchio avvelenato, ora come ora. <Non riversare su di me la tua scialba e fasulla apprensione. Credi che sia stupido? Non ho cresciuto il mio micetto tra le margherite e i cuoricini.> Ricalca appositamente la nomea affibbiata alla creatura defunta, così da far capire all'altro l'effettivo spessore intellettuale del proprio interlocutore. Ad ogni modo, nonostante la rabbia provata ad ogni singola sillaba, non abbandona la propria seduta sul lettino. Non muove un muscolo. <Stai veramente chiedendo ad un ladro perchè ruba?> Scuote la testa, con disappunto. <Io non racconterò assolutamente nulla. Solo se parlassi, Amatsu sarebbe morto in vano.> Dimostra di avere una cieca fedeltà verso il credo del furto. Le proprie azioni erano ponderate e giustificate dai propri ideali... ed è in virtù di suddetti ideali che la bestia felina ha perso la vita. <Giustizia? Tsk.> Sbotta, mentre le sue gambe si muovono appena e le catene risuonano nella stanza. <Quella Giustizia che prima priva della vita un essere vivente e dopo si pone il problema di capire chi è nel torto e chi nella ragione?> Subito dopo aver finito, scoppia in una risata quasi isterica, palesemente fondata sulla contraddizione che quella situazione rappresenta. <Fammi il piacere... ho smesso di combattere per quella Giustizia tanto tempo fa.> Il totale sentimento di disillusione e sfiducia è palese. Tangibile. <E se ti dicessi che i ladri sono gli Anamura? Che noi abbiamo recuperato le pergamene che erano nostre di diritto, ma che ci son stati sguinzagliati contro i cani dei Kage? E se ti dicessi che non siamo stati noi i primi ad attaccare, ma ci siamo solo difesi dopo esser stati inseguiti? Come ti sembra questa storiella? eh, Anbu?> Ma la sua parlantina si spegne subito dopo. Quanto di quello detto sia verità e quanto sia menzogna, non è dato saperlo. <Sparisci dalla mia vista.> Sentenza. <Chi si erge a Giuria e Boia senza avere i diritti per farlo... dovrebbe soffrire ciò che ha sofferto il mio vecchio amico.> La decapitazione.
Taiyo torna aggressivo e sfida nuovamente il prigioniero. Le parole dell'Anbu riecheggiano nella cella e di rimando non troveranno altro che una nuova, fragorosa e isterica risata. <AHAHAHAHAH!> Difficile capire se stia ridendo di gusto o se la follia stia iniziando a prendere il sopravvento sul raziocinio. Sta di fatto che dopo quella fragorosa risata, Genji si alzerà dal proprio lettino e si dirigerà verso le sbarre, fino a fermarsi ad un mezzo metro da queste. <Io un giustiziere? No. Semplicemente odio chi mi piange addosso per un tornaconto personale. Non sai chi fosse o cosa fosse Amatsu. Non sai chi fossi o cosa fossi io. La tua falsa e ipocrita empatia puoi rificcartela dietro la maschera.> Socchiude le palpebre, quando gli viene dato dell'animale. Un ghigno ferale si apre sul suo volto per qualche istante, mentre le labbra si schiudono ancora. <Lo sono sempre stato.> Un animale. <E ne sono sempre stato fiero.> Le sue pupille si assottigliano esattamente come quelle dei felini. Se non fosse per la famiglia animale differente, Genji si comporta esattamente come un Inuzuka. <La vita è una questione di punti di vista, amico mio...> Ridacchia muovendo un paio di passi indietro e lasciandosi inglobare dall'ombra della cella. <Sei sicuro che sia io quello dietro le sbarre? O magari sei tu quello in gabbia?> Accuse sottili, che potrebbero esser carpite come no dall'anbu interrogatore. <Non ho intenzione di dirti un bel niente. Tanto sappiamo entrambi come andrebbe a finire.> Si stringe nelle spalle. <Anche se ti dicessi la -mia- verità, cosa potresti mai fare? Sei un granello di polvere in un deserto pieno di sassi più grossi e imponenti di te. Qualsiasi cosa io dica non potrà mai essere confrontata con la parola degli Anamura.> Del sano vittimismo non fa mai male, no? <Farli finire in cella? AHAHAHAH Devi essere uno nuovo...> Ebbene si... prima o poi capita a tutti i paladini di doversi scontrare contro i muri dell'ipocrisia e della corruzione. Che sia vero o meno quello che dice il carcerato, è innegabile che la famiglia Anamura sia potenzialmente intoccabile per vari motivi. E l'influenza economica non è neanche il primo tra questi! Tanto per cominciare, come giustamente Taiyo dice, non risulta nessuna denuncia di furto ai danni degli Anamura. Quindi, di base, manca proprio il presupposto per credere alle parole del ninja felino e provare a incriminare la famiglia nobile. <Porta il tuo perbenismo e la tua attitudine altrove, ragazzo. Il mondo reale non è un posto per sognatori ed illusi.> E così se ne torna sul proprio lettino, sedendovisi a peso morto. E' qui che la compagna Anbu interviene ancora. <Guarda il lato positivo... almeno con te ci ha parlato.> Ridacchia divertita e per nulla toccata dalla questione o dalla sceneggiata. Pare non volersi immischiare. <Se dovesse interessarti, nella sala al primo piano ci sono i suoi effetti personali sequestrati. Non abbiamo trovato nulla di interessante, però.> Cianfrusaglie ninja di varia natura, appartenute al detenuto.
Il giovane Anbu sbotta e sfrutta le proprie abilità per allungare la propria ombra e costringere al controllo forzato il prigioniero interrogato. Questi viene costretto ad alzarsi e riavvicinarsi alle sbarre, mentre nuove parole rabbiose e minacciose vengono soffiate alla sua volta. <Tsk.> Evidentemente scocciato dall'essere controllato da qualcun altro, Genji fissa Taiyo con aria di sfida. La tensione nell'aria è palese. <Tu il gatto e io il topo...> Ci riflette su, senza neanche cercare di liberarsi da quella morsa. <Sei solo un micio che soffia fuori dalla gabbia di un leone che è stato catturato da qualcun altro. Nulla di più e nulla di meno.> Cerca di ferirlo nell'orgoglio. Forse vuole convicerlo a farsi levare le manette per provare la differenza di abilità tra i due? <Io, almeno, non ho una maschera.> L'Anbu si sta facendo palesemente prendere dalla rabbia. A tal punto da minacciare di morte un prigioniero già assicurato alla legge e che, palesemente, non ha intenzione di collaborare con un organo di polizia in cui non crede. Minacciarlo di morte e tortura non funzionerà. Questa strada era diventata impercorribile nel momento in cui Amatsu ha abbandonato queste terre! Catturarlo vivo sarebbe stato assai più efficace per costringerlo a parlare. Ad ogni modo, proprio mentre la rabbia di Taiyo raggiunge il suo apice, questi sentirà una salda presa sul suo avambraccio sinistro. Una presa inaspettata che, con uno strattone, spezza il sigillo del ninja e libera dalla morsa dell'ombra il prigioniero. Di chi è questa presa? Dell'Anbu di guardia. Per un primo momento resta in silenzio. Lascia al giovane Shiroichi la possibilità di riflettere su quanto accaduto, ma non tarderà troppo nell'ammonirlo. <E' già in cella.> Secca. Severa. <Noi non siamo dei carnefici. Ne tanto meno siamo dei vigilantes anonimi che usano la maschera per portare in giro il proprio personalissimo concetto di giustizia.> Per quanto la maschera di lei sia completamente anonima e impenetrabile, lui potrà sentire uno strano senso di disagio. Come se fosse realmente in grado di immaginare quanto severo e penetrante sia lo sguardo di lei in questo momento. <Chiaro?> E' bene che l'altro sappia cosa significa essere un Anbu. Ovviamente, nel mentre si è aperto un discreto ghigno sul volto di Genji, che sembra quasi appagato nel vedere il giovane Taiyo rimproverato dalla superiore. <Eheheh...> Ridacchia divertito, lasciandosi scappare un commento affilato e pericoloso. <Credi che sia una maschera a nascondere la tua identità... giovane Nara?> Zan zan! L'utilizzo di quell'arte peculiare... si, lo ha esposto notevolmente. Con tutta probabilità non sa il suo nome... e non sa il suo volto, ma sa potenzialmente a che clan appartiene! Cosa potrà mai fare da dentro una cella è un mistero, ma questo dovrebbe comunque insegnare qualcosa al buon Shiroichi. <Sei decisamente nuovo qui...> Prima che possa proferire altro, però, la ninja guardiana sventola rapidamente il braccio verso di lui. Il suo chakra si tramuta istantaneamente in una folata poderosa di vento e [SWOOOOOSH!] Genji viene sbalzato via e sbattuto violentemente contro il muro di pietra alle spalle. <Silenzio.> Ne ha per tutti. Non lo sta difendendo mica! Tuttavia, non mancherà di mettere un paletto invalicabile. <Questo interrogatorio finisce qui.> Si, lo decide lei. E sarà inamovibile finchè l'altro non imparerà a controllarsi e farà proprio il credo degli Anbu. <Troverai i suoi effetti personali di sopra, come dicevo. Possiamo andare.> A Shiroichi resterà ancora qualche istante per poter scambiare due parole con un Genji stordito, prima di esser scortato altrove dalla guardiana delle celle.[End]