E.T. telefono Kore dal suo disco volante
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Giocata del 03/09/2022 dalle 14:29 alle 20:05 nella chat "Piccola Oasi"
15:16
Utente anonimo:
Dopo l'allenamento avuto con Shiroichi ha compreso l'importanza di allenare la sua sabbia, si trova obbligata a dover realizzare la reale forza della stessa per evitare di uccidere laddove vorrebbe ferire e viceversa, ha scelto tuttavia di isolarsi dalla magione Sabaku quel pomeriggio recandosi alla piccola oasi, dove le è più semplice in solitudine lasciar libera la sua sabbia di azione senza collaterali confratelli vicini. Indossa pantaloni verde oliva a vita bassa, aderenti sui lombi e ben più comodi sulle gambe magre fino ad un restringimento lieve appena al di sopra delle scarpe da outdoor color terra. Un kunai, un futa con tronchetto, due tonici curativi e due di recupero del chackra occupano quelle posizioni, apparirebbe disarmata non fosse per la giara, che occupa tutta la sua schiena, legata alla vita da una fascia verde smeraldo che risale poi ad appendere lungo la spalla destra. Eppure non ha peso per lei la Sunodeki, questa appare come una clessidra in vetro ambrato, traspare sul cumulo di sabbia disposto alla metà inferiore che si mostra in quel momento quieta. Sotto quella fascia si riconosce una maglietta, una canotta dalla spallina spessa tre dita, indumento sportivo e dell'uniforme colore verde oliva come i pantaloni. I biondi e corti capelli sono scarmigliati intorno al viso pallido e magro come tutta la sua figura, ogni osso visibile e parzialmente celato come le costole sembra voler sporgere a ricordare la minuta magrezza della figura della fennec, nessun orpello se non il coprifronte portato al collo, il simbolo della sabbia non viene celato su quella figura che stenta nel mostrare la sua reale età, apparendo nella minutezza ancor più infantile. Si è già seduta al di sotto di una palma, nei pressi delle acque, acerrimo nemico della sua sabbia, quando la mano destra va a comporre il sigillo della capra innanzi al ventre. Respira lentamente e misuratamente preparandosi a quell'esercizio mentale conduce poi le due sfere a formarsi in un disegno via via più nitido, la bianchiccia alla fronte e quella marrone e pesante all'addome, l'elemento del vento e quello della terra necessari a comporre il suo legame con la flessuosa giara contro la sua schiena, a vorticare dapprima su sè stesse, l'una in senso orario e l'inferiore in senso antiorario; impiega un po' a comporre quella specifica torsione alla mente per cercare un equilibrio globale del loro movimento, e solo dopo in avvicinamento orario mediante una torsione sempre più fitta a giungere il Chackra Sabaku al centro del petto, con il colore candido di quelle due sfere miscelate nelle note d'oro della sabbia. Solo a controllo ottenuto del chackra gli occhi dalle note mielate e contornati di nero lungo le palpebre sembrano tornare vivi al presente. {Chk ON 30/30} [Oasi] Un sole a spiombo e nessuna nuvola all'orizzonte: il caldo cocente è una delle peculiarità del distretto di Suna. I filamenti iridescenti dell'astro aspersi ovunque sono una cosa a cui la gente del luogo è abituata, ma non i Konohani. <Hrm...> Quindi perché recarsi lì, quando una delle sue prime mete dovrebbe essere l'ospedale? Al momento c'è ancora troppa attesa e l'appuntamento è rinviato a chissà quando. Del resto, quanto mai potrebbe inficiare una spalla lussata sul compimento delle missioni di un ninja? Nairoshi non ha risposto e si è limitato ad accettare il prossimo appuntamento. Ora capisce perché la popolazione si lamenta delle tasse e della carenza dei servizi. I pensieri negativi si ammassano nella sua testa come granelli del deserto, mentre i suoi sandali shinobi calcano il suolo granulato della zona. Proprio alcuni reali frammenti di sabbia, sollevati dal vento pomeridiano, si adagiano su un takuhatsugasa di paglia, uno dei tipici cappelli buddhisti utilizzati dai monaci e che, in quel frangente, risulta utile anche per ripararsi dalla luce scottante. Come di consueto, l'argenteo ha indosso indumenti perlopiù tinti di nero con l'eccezione della porzione superiore: i vari raggi diurni, difatti, si rifrangono su un gi bianco dalle lunghe maniche, il quale cinge il suo busto sino all'altezza della cintola; assicurati agli avambracci vi sono anche delle protezioni in metallo; a coprire le gambe vi sono degli igabakama neri legati assieme all'abbigliamento soprastante con una fasciatura di medesimo colore, in contrasto alla pigmentazione del vestiario superiore; sandali da ninja scuri, abbinati ad un paio di guanti protettivi contro gli urti, completano il suo abbigliamento d'ordinanza. Unici accessori che reca con sé sono: un borsello porta-oggetti assicurato dietro la schiena, all'altezza del rene sinistro e contenente alcuni tonici; un fuda su cui è sigillato il tronco da sostituzione che porta con sè; infine il coprifronte da Genin, legato al collo e in bella vista. Il braccio sinistro lievemente cadente lungo i fianchi, quasi fosse privo di vita, ogni tanto provoca delle leggere fitte. E'un dolore che sopprime mantenendo la consueta espressione cupa e seriosa. La mano destra sorregge un bastone che picchietta sulla sabbia di tanto in tanto, scandendo il ritmo dei movimenti e sulla cui sommità si trova un insieme di vari anelli. Sembra uno dei vari bastoni di preghiera che usano i monaci. Ormai oltrepassata l'entrata dell'oasi, si aggira per le viuzze, intento a trovare il punto in cui sorga il laghetto. Ha bisogno di riprendersi un po'da quel tragitto. Sarà proprio durante quella passeggiata che... <Mh?> I suoi occhi torvi dovrebbero notare una figura ben nota. Sembra intenta a concentrarsi, per questo al momento non la disturba, ma si limita a passarle accanto ad alcuni metri di distanza. Con un veloce... [Flip!] Cenno della mano sul cappello, le rivolge un saluto. Preferisce non disturbarla, a meno che lei non lo desideri.15:54
Utente anonimo:
Non ha alcuna idea del perchè Nairoshi debba avere una spalla lussata, ma sembra nemmeno aspettarsi di poterlo vedere lì, o di poterlo vedere in generale da come gli occhi sulla zona sembrano guizzare verso la sua fgura una volta riconosciuta. Quel cenno dell'altro viene accolto quasi con titubanza da parte della fennec, un leggero indietreggiare del capo che suona come il rifiuto di un contatto mai avvenuto in contrasto con la risposta delle labbra. <Ciao Konohano, non pensavo che quegli strani cappelli qualcuno li usasse ancora...> Dinoccola osservandolo dal basso, cosa che avrebbe fatto comunque da in piedi figurarsi seduta a gambe incrociate. Il tono è modesto, abbastanza udibile nel riserbo che l'altro mostra ad avvicinarlesi, ma abbastanza contenuto da non risultare sguaiato, accompagnato dalla solita sonata atona della sillabazione che dona un retrogusto quasi robotico e privo di accezione alla sua cadenza. Risvegliato il chackra l'energia viene convogliata verso la sua Sunodeki, non è difficile vedere come la giara in forma di clessidra e dal finto vetro ambrato e trasparente, inizi a gettar dei granelli verso l'alto, come se contasse il tempo al contrario o stesse impastando un'illusione, non sempre la sabbia che si vede risalire sembra reale, non quanto la manciata di qualche pugnetto che invece abbandona realmente il foro superiore. La Sabaku da canto proprio mentre la sabbia si addensa poco oltre la sua spalla sinistra non pare accorgersi della spalla lussata altrui, nè guardare a quel braccio morto che le apparirebbe semplicemente disteso lungo il fianco. <Puoi avvicinarti, devo fare un allenamento di equilibrio.> Qualsiasi cosa voglia dire equilibrio per una stalker ostile e squilibrata come lei, sembra quasi nelle intenzioni voler rassicurare altro, seppur fattualmente non faccia comprendere il fine. Non faticherà Nairoshi a vedere la sabbia iniziare a serpeggiare verso il basso, tra le gambe incrociate, come a farsi strada in un continuo tra la sabbia dell'oasi. Conscia è la fennec che solo i propri granelli sono sotto il suo controllo ed inizia quell'esercizio che scavando nella sabbia simile sembra voler mantenere quel controllo. La sabbia può apparire identica allo sguardo ma solo la sua, dominata, è parte integrante di una Giara che ha scelto lei come portatore, ossessionandola ed infine avendola come se fosse di sua coscienza.
{Inn Attiva 29/30 2/4} [Oasi] Di tutte le persone che avrebbe pensato di incontrare, la Sabaku era quella che meno avrebbe preferito trovare. Non per un'avversione, ma per la presenza di quella spalla che potrebbe suscitare domande scomode. Sembra che Mikura abbia un pessimo senso del pericolo e una grande sfortuna al gioco delle probabilità. Un bene che non sia un giocatore d'azzardo. <Non volevo disturbare una sessione di allenamento.> Ammette, avvicinandosi e usando il bastone cerimoniale per sostenersi meglio durante l'incedere. Giunto in prossimità di una delle palme, si siede lentamente a terra a pochi metri dalla ragazza. La schiena vien adagiata alla corteccia della pianta e l'accessorio di legno appoggiato al suolo. <Ho anche un nome, Kore.> Asserisce con un lieve sospiro e un'espressione criptica. E lei lo conosce bene, quindi perché non chiamarlo con quello? Fatto sta che il trovarsi lì non costituisce alcun impedimento all'allenamento della giovane, quindi potrà assistere tranquillamente. Lo sfoggio dell'innata si realizza con una sottile pioggia di granelli verso l'alto. Ha già avuto modo di osservare un simile prodigio, una cosa invidiabile per uno come lui, che proviene da un clan che non ha mai dato origine ad alcuna abilità innata. Incrocia le braccia all'altezza del petto, mentre squadra la sua esecuzione con interesse, seppur la sua espressione sia sempre quella di un tizio che potrebbe squartare una persona da un momento all'altro. <Equilibrio fisico o spirituale?> Replica con un'altra domanda, mentre il guardo trasla verso gli edifici maestosi che circondano la zona. Non gli dispiacerebbe allenarsi, ma la camminata lo ha spossato e le sue condizioni fisiche non sono delle migliori. Di tanto in tanto, si massaggia l'avambraccio sinistro, come se sperasse che questo possa fargli passar le rade fitte di dolore. Il silenzio, una volta che l'altra avrà ottenuto il controllo completo, verrà tuttavia rotto di nuovo. <Sono sicuro che avrai una risposta ovvia ad un'osservazione così ingenua...> Storce la bocca. Del resto quel quesito riprende a piene mani quello che disse durante l'ultima missione. <Ma pensavo che i Sabaku portassero la loro giara con loro solo quando erano distanti dalla sabbia desertica.> Come in occasione del loro incarico nella foresta. Lì non vi era alcuna risorsa con cui usare la propria innata. Tuttavia, vicino al confine con Kiri, ha usato ancora quella che conteneva il suo enorme otre. Una domanda abbastanza legittima da un individuo che riconosce a malapena le innate presenti nel proprio villaggio.16:43
Utente anonimo:
Occhieggia il bastone dell'altro, il modo di camminare, ma invece di dedurne un male al braccio pare osservarlo come se fosse una zoppia. <Ti sei slogato la caviglia?> Lo chiede come se fosse la cosa più ovvia da pensare, in presenza di un bastone, seguendolo tuttavia sedersi senza mostrare quell'inabilità che avrebbe sospettato la domanda. <Lo so.> Specifica inizialmente alla questione del nome. <Nairoshi Mikura, di Konoha.> Sillabe quelle parole come un libro, ed è difficile capire quanto della sua freddezza sia dovuto alla concentrazione, quella serpe di sabbia infatti continua ad inspessirsi dalla sua giara, e scava, scava, sotto l'invisibile, sotto il primo strato, dove cerca la desità di un piatto tondo, dal diametro di un metro, in grado di porsi centralmente al di sotto delle proprie natiche, ed è non potendole vedere ma solo sentire che accorpa la sua sabbia, reticolando la preesistente nel piano di quell'oasi. <Tendenzialmente non mi è spontaneo chiamare le persone per nome, noi Sabaku limitiamo molto tale uso, ma solo con i Konohani mi capita che la provenienza sia interpretata come un insulto. Posso usare il tuo cognome? Sarebbe meglio per te?> Malgrado l'algida domanda ne osserva il viso, cercandone gli occhi, come se si stesse ponendo la questione in maniera più accurata di quanto non traspaia. <Credo più fisico che spirituale, mi è successo un imprevisto...Ieri.>Dichiara a quella sua domanda, mentre tuttavia concretizza quel piatto lentamente e senza fretta sembra in vena di dire più parole del solito, come se la potesse aiutare o se Nairoshi avesse fatto chissà cosa per meritarle. <Quando ho trafitto Amatsu ho pensato che fosse frutto della tensione del combattimento, non avevo mai usato la mia sabbia per uccidere. Ieri però mi stavo allenando con un mio conoscente, un Nara, non volevo fargli male ma solo soffocarlo abbastanza da fargli cedere il controllo dell'ombra, così gli ho compresso il viso e quando la sabbia si è dissolta...Beh. Gli ho fatto più male di quanto pensassi, aveva ematomi, escoriazioni, graffi e tumefazione uniformemente. Cos sto cercando di prendere controllo della forza della mia sabbia provandola su di me. Prima di fare male a qualcuno per davvero.> Detta così sembra una cosa altruista ma la capacità di controllare la propria innata dovrebbe essere la base logica a prescindere, quanto però determinato sulla propria capacità è chiaro quando concretizzato il disco inizia a governarne il sollevamento, la sabbia ambientale inizia a defluire, se non quella che resta con lei sul disco, quasi a conferma concomitante della domanda di Nairoshi, visto che la sua sabbia resta agglomerata e ne vedrà altra cadere lentamente, semplicemente colare via, finchè il disco non avrà raggiunto i trenta centimetri dal suolo in maniera uniforme dal suolo. Quando gli occhi dalle note mielate della sabbiosa scendono su Nairoshi, ora lievemente più in basso di lei che fluttua su un disco di sabbia immobilmente a gambe incrociate, sembrano fissare l'avambraccio leso. <Quando l'hai detto al sentiero a Kiri pensavo che mi stessi prendendo in giro ma no...Non ai miei livelli almeno, ed in ogni caso non allo stesso modo. è la nostra Giara a sciegliere il suo portatore, ricordo la prima volta che ho visto Sunodeki, l'averla desiderata non mi assicurava questa giara, ma so che la desideravo perchè lei desiderava me. Non vi è un modo semplice da definire, anche potendo controllare altra sabbia, quella della propria giara resta intrisa di un legame speciale che la rende più forte e priva di peso al Sabaku che la porta> Il che spiega come un essere tanto ossuto possa portare una giara grande più della sua schiena senza mostrare segni di cifosi. <Ed è per questo che non sento il mio peso, cosa che rende la mia idea un buco nell'acqua. Ma a questo non avevo riflettuto.> Soffia sospirando via con sconfitta il fallimento in realtà riuscito e guardando il disco sotto di sè. <Anche se potrei aver inventato un nuovo mezzo di trasporto...> Dinoccola mostrando per la prima volta all'altro la tipica curiosità della discendenza fennec, da cui non ha preso la scodinzolante simpatia ma che è tattile, cercando di carezzare i bordi del disco come se non li avesse prodotti lei e dovesse saggiarne la robustezza. {Inn Attiva 27/30 Creazione seduta piatta 2/4, sollevamento 2/4} [Oasi] Le palpebre calano leggermente sugli occhietti, mentre il copricapo gli consente di sopportare meglio il caldo. <Non è una questione di mancanza di rispetto, tutt'altro.> Nairoshi ha sempre dimostrato di essere molto fiero delle sue origini Konohane. <Tuttavia, un nome ci definisce ancora più dell'appartenenza al nostro clan...> Schiocca la lingua al palato, mentre prosegue con una punta di solennità, esplicando cosa egli intenda. <Kore Sabaku è diversa da ogni altro individuo di Suna e da ogni membro del suo clan, così come Akainu.> Spiega brevemente la sua logica, mentre cerca di alzarsi in piedi. In quel momento, gli occhi grigio-acciaio si posano su quelli della fennec, per poi chiudersi e accenna ad un moto di assenso con il capo. <Non essendoci più alcun Mikura oltre a me, il cognome va più che bene.> Almeno nel suo caso. Quella frase sembra essere un modo per facilitarle le cose, che un metterla al corrente di un passato decisamente nefasto. <Se l'hai pensato, me ne dispiaccio.> Afferma con il suo solito tono atono e impersonale. E'difficile dire se sia veramente dispiaciuto o meno, come del resto è difficile per il Genin intuire se l'altra, a volte, stia scherzando o meno. Nessuno dei due brilla per animosità o capacità di alterazione vocale. <Ma è raro sentirmi scherzare.> Quindi, quando dice qualcosa, spesso lo fa con tutta la serietà. Poco sarcasmo, lo shinobi è un tipo con i piedi per terra e poco prono ai voli pindarici. <Mh...> Mugugna, mentre ascolta le spiegazioni dell'altra circa. <Mi sembra di capire che i Nara non brillino molto per resistenza fisica.> Questo è il suo primo commento e lo fa grattandosi la nuca. Poco sa che la stessa persona con cui si è scontrata Kore è la stessa a cui sta pensando lui. <O, almeno, questa era l'impressione che mi aveva dato il ragazzo che avevo incontrato.> Conciliando tale osservazione con le informazioni della giovane, sembra che questo sia un problema abbastanza comune tra loro. Aspetta a rispondere alla sua asserzione, pensando a quello che dice poco dopo sulla sua giara. Tuttavia, nello stesso momento, sotto di lei si è formato un disco di sabbia di circa un metro che riesce a tenerla sospesa in aria. <Però...> Commenta, adesso decisamente sbalordito: non pensava che potesse creare anche una cosa del genere. La meraviglia di quello strano volo lo fa alzare più velocemente, sfruttando il bastone usato poco prima. Lentamente si avvicinerebbe alla ragazza, rimanendo comunque ad una distanza di un metro. <Non pensavo potessi fare anche una cosa del genere!> Per poi ritornare all'argomento principale. <Da come ne hai parlato, Sunodeki sembra essere quasi senziente...> O, almeno, per una del clan deve esserlo. <In casi come questi, l'allenamento fisico è senz'altro utile.> Non guasta mai migliorare le proprie capacità. <Tuttavia... > Si prende una leggera pausa. <Prendi le mie parole con le pinze.> Mette le mani avanti. <Se tra te e la sabbia esiste un legame, per poter dosare la tua forza dovresti lavorare con quella parte di te che tiri fuori mentre combatti.> Anche se si trattava di un allenamento, se non avesse preso sul serio lo scontro, non avrebbe portato nessun risultato. <Si dice che spesso convenga combattere con freddezza...> Aggrotta le sopracciglia, mentre alza lo sguardo verso la fennec. <Forse ricercare quella freddezza aiuterebbe anche la tua sabbia.> Prova a elargirle un consiglio su cosa cercare.17:26
Utente anonimo:
La questione del nome viene ascoltata in un silenzio pressochè religioso. <Spesso chiamo Akainu semplicemente Uchiha>Specifica con un mormorio verso l'altro seppur sia chiaro quanto intenda dire, della serie se pure il tipo, lo squinzio, chiamatelo come volete, lo chiama per cognome ad un certo punto c'è da livellare non tanto quel che intende ma le sue capacità con la confidenza nell'altro. <Ma Mikura sia. Come sai di essere l'ultimo? Non ho mai sentito parlare di questo clan.>Chiedere così direttamente di una possibile estinzione non sembra toccarla pianissimo sull'altro mentre stacca le mani dai bordi del suo disco rinnovando il suo interesse sulla figura altrui. Inizia a condurre lentamente quel disco, in cerchio, intorno alla figura di Nairoshi che intanto si è sollevato in piedi mostrando il suo stupore quasi apertamente. <Perchè no? Mi hai visto creare una pala, un disco è più semplice di una pala...Ed è più piccolo> Semplifica quel concetto con estrema ingenuità probabilmente trovando ovvio che più piccola sia la cosa creata più facile sia plasmarla per la sua innata, cui ora ne spinge la mente parallelamente al suolo inizialmente mantenendosi a trenta centimetri dallo stesso e poi in graduale sollevamento, CERCA inoltre di mantenere da Nairoshi la medesima distanza, come se si muovesse su un arco di circonferenza che lo vede come centro, presto si troverà a dover rotare il disco su sè stesso per rimanere con il busto verso il Mikura cercando di rendere efficacemente contemporanei quei due movimenti. <In un certo senso Sunodeki è consenziente, il suo nome vuol dire clessidra.> Sostiene con una fredda fermezza le capacità della Sunodeki, ha una vita che non è totalmente indifferente da questo. <Il punto è esattamente questo, controllare la sabbia della Sunodeki è già uno sforzo, se la lasciassi libera basterebbe vedere il suo movimento, riderebbe o farebbe delle cose al posto mio che non ci sono concesse. Con Amatsu è stato evidente ma non ieri. Per quanto un Nara sia palesemente svantaggiato una cosa è voler battere qualcuno, un'altra rischiare di finire davanti agli Anbu perchè per sbaglio gli hai fatto esplodere gli occhi fuori dalle tempie.E poco ci mancava> Precisa terminando quella sua rotazione mentre parla. <Ti dirò...> Torna ad abbassare il capo cercando la sabbia sotto di sè, ormai quasi a livello in altezza dell'alto Mikura, praticamente alta come non è stata mai se non forse quando Akainu l'avrà presa in braccio. <Scomodo non è, potrei abituarmi. Come mai non mi dici perchè sei con un bastone a supporto? C'è qualcosa che non va in te oggi.> E manco in lei, se è per questo, vista la mole di parole pronunciate ma probabilmente l'attaccamento emotivo alla sua sabbia seppur non visibilmente sotto sforzo manca dell'abilità di un maggior controllo mentale al resto. {Inn Attiva 26/30 spostamento rotatorio 2/4 torsione sul proprio asse 2/4} [Oasi] Si umetta le labbra e scruta il disco sollevato da terra. In effetti è una cosa molto più semplice da generare, rispetto ad un normale dispositivo di sollevamento. La mancina sale a massaggiare leggermente il mento. <E'molto semplice.> Alza lo sguardo al cielo, scrutando il sole che si staglia sopra il villaggio. <Perché tutte le persone a cui puoi pensare...> Rivela con un leggero e pacato sorriso, mentre riabbassa lo sguardo. <Sono già tutte morte dieci anni fa.> Non sembra esserci nemmeno una traccia di tristezza in quell'espressione, benché sia raro vedere Mikura sorridere. <E i miei genitori dinanzi ai miei occhi.> Un dettaglio ancora più macabro che viene proferito dal ninja. Avrà avuto quattordici anni al tempo, forse tredici. Non sono cose che un individuo dovrebbe vedere ad un'età simile. Forse è per questo che vedere morire Amatsu non gli ha provocato alcuna reazione. <Konoha ha dato origine a molti ninja e a clan rinomati ovunque...> Principia alla loro storia di famiglia. <Ma noi non abbiamo mai avuto quella che potreste chiamare "abilità innata".> Di fatto, si trattava di uno dei tantissimi clan minori che popolavano il villaggio della foglia. <Nonostante questo, i miei genitori riuscirono a diventare Jonin e hanno dato la vita per la loro patria.> Fa spallucce ed esala un sospiro paziente, giungendo così al termine della sua piccola storia. <Mi sembra di capire che la maggior parte del nostro team non abbia vissuto un'infanzia felice.> Ma, se per l'Uchiha è possibile leggerglielo in faccia, nel senso più letterale possibile, per Nairoshi non è propriamente così. Chissà quale è il passato di Kore. Forse, in quel villaggio, è più facile trovare persone che abbiano sofferto a causa dell'improvviso cambiamento che ha portato al costruirsi di Kagegakure, che altro. <Allora, perché al posto di controllarla come se usassi un guinzaglio, non provi a comunicare con lei?> Fa spallucce. Non mette in dubbio che sarebbe difficile provare a farlo, ma è pur sempre la sua sabbia. Non quella di qualcun altro. <Hai mai provato a meditare, Kore?> Chiede alla fine, prima di passare ad altro. <Questo bastone lo porto spesso con me, quando non sono impegnato in missione: viene usato dai monaci per passeggiare, me lo aveva dato una persona.> Un monaco nomade, non a caso, che aveva ricevuto ospitalità dalla sua famiglia. Adesso, tuttavia, gli è utile anche per sorreggersi. <Per quel che riguarda la spalla...> Distoglie un attimo le iridi dalla Sabaku, poggiandole verso il suolo. Sembra che stia pensando a qualcosa. <Preferisci la versione lunga o la versione corta?> Del resto, dati i fatti accaduti, potrebbe anche optare per essere il più sintetico possibile.18:01
Utente anonimo:
Ascolta la storia familiare di Nairoshi mentre quella fluttuazione sul disco scivola al suo termine all'altezza quasi dell'altro. Lo fa in un silenzio rispettoso, religioso di quella storia seppur aggrotti le sopracciglia quando gli occhi scontrano quel sorriso bizzarro. <Io ho avuto un'infanzia felice.> Sostiene con una sillabazione talmente priva di emozione che logicamente verrebbe da pensare il contrario. Dice solo quello però, sul suo passato non si sbottona malgrado la sincerità dell'altro, non ha avuto problematiche a parlare esplicitamente della propria giara ma quel tema sembra per lei godere del piacere di un trincerante silenzio. <Credo che la comunicazione stia piuttosto alla base...O non potrei dar alla mia sabbia la forma che desidero suppongo.> Replica con tono leggermente più incerto, a quella sua domanda infatti affila lo sguardo, come se stentasse a comprendere. <Intendi chiudendo semplicemente gli occhi per liberare la mente o mettermi a far versi?> A differenza dell'altro lei il sarcasmo pare conoscerlo, ma non sa usarlo, ce l'avete presente le barzellette di Alexa? Questa è Kore, tutto sommato. Si trova comunque a negare con un gesto convinto del capo. <Non è un buon esercizio per me, se sto ad occhi chiusi, in silenzio, senza che nulla occupi la mia mente presto i pensieri si annidano, e non sono mai piacevoli. Non esco bene dalle sessioni di meditazione, posso stare ferma per intere ore con il corpo ma la mente no.> Il che sembra un paradosso, visto che non ha una grande mobilità, così seduta sul suo disco per aria potrebbe sembrare un comodino, eppure da quanto afferma la sua mente è in un movimento costante, svicolando rapida da ogni piccola ossessione all'altra, cercando con naturale veemenza ogni fissazione con cura fino alla sua risoluzione. <Quella lunga, mi piace ascoltare.> Sfortunatamente per le speranza di Nairoshi sembra prediligere un riassunto completo ad un sintetico capoverso. Se ne sta comunque ferma sul suo disco, e la fatica sembra allentare, ora che non lo muove più è quasi come se non dovesse curarsene, CERCA tuttavia di concentrare il chackra sui palmi dei piedi, iniziando invece ad alzarsi in piedi stabilmente mentre ne ascolterebbe. Stabilizzate le gambe appena divaricate sarebbe più in alto di Nairoshi. <Spalla dolorante, meglio che io cada dall'altra parte suppongo.> Specifica come se prevedesse l'imprevisto cercando di voltarsi con il busto, e donando a Nairoshi il fianco sinistro.
{Inn Attiva 26/30, Controllo del Chk 2/4} [Oasi] Nairoshi spiega il proprio passato abbastanza tranquillamente. <Non posso farmi una risata sulla morte delle persone che mi erano vicine...> Non è privo di sensibilità, a discapito dell'espressione che sceglie di indossare ogni singola volta. <Ma, se il destino lo vuole, posso portare fede alla loro memoria con le mie azioni.> E'in questo modo che il ninja ha affrontato il suo dolore. Si umetta le labbra, mentre la calura lo sta lentamente uccidendo. Fa spallucce solo con quella non intorpidita dalle fitte e dalla cute che tira in ogni momento. Circa la meditazione storce leggermente il naso. <Non è una procedura così sbagliata...> Commenta. Chissà se ora è sarcastica o no. Lui ha sempre trovato la meditazione un metodo estremamente catartico. Tuttavia è chiaro che per la ragazza sia un'altra questione: quando prova a meditare, pensieri negativi iniziano a scivolare e superare le barriere della sua mente. <Se ti andrà, un giorno potrai raccontarmeli.> Di sicuro non ci tiene a metterle fretta, preferendo glissare quella conversazione. <Ormai siamo un team.> Che alla ragazza piaccia o meno. <Condividere i nostri pensieri, quando ce la sentiamo, può alleggerire il peso sulle nostre spalle.> E di spalle appesantite il Mikura se ne intende abbastanza, soprattutto in un simile frangente. Sfortunatamente, la kunoichi predilige una spiegazione lunga. Inala aria dalle narici e alza gli occhi al cielo. <Da dove posso cominciare...> Cerca di mantenere il contatto visivo, complice il fatto che la ragazza le si stia rivolgendo dal fianco sano. <Era mattina ed ero nel quartiere notturno.> Un ossimoro abbastanza palese. Come è palese che quel distretto voglia dire guai per chiunque si avventuri lì. <Ho incrociato Akainu in quelle zone e ho visto tre commessi di un locale intenti trasportare un sacco...> Attenzione, possibile che l'Uchiha fosse reduce da una notte brava? Nairoshi non è il tipo da mentire troppo, soprattutto ad una compagna di team. <Ho pensato di aiutarli, mentre uno dei tre commessi ha chiamato "sfregiato" Akainu e quest'ultimo gli ha rifilato un pugno.> E ti pareva che l'Uchiha c'entrasse qualcosa. Sempre nei guai, quei due. <Di lì a poco si è scatenata un'esplosione in un locale poco distante da lì.> Cerca di essere abbastanza sintetico e, al tempo stesso, di non tralasciare alcun dettaglio. <Akainu è andato ad indagare, mentre il sacco, caduto a terra per il pugno dell'Uchiha, si è mosso.> Insomma, non sta risparmiando nulla alla Sabaku. <Ero intenzionato a capire cosa ci fosse all'interno e sono stato assalito dai tre, che si sono rivelati in possesso di abilità ninja.> Si gratta la tempia e aggrotta le sopracciglia, pensando a quello che dovrebbe dire da lì innanzi. Kore potrebbe sospettare che al Mikura piaccia buttarsi in situazioni in cui si trova numericamente svantaggiato. <Ne ho messi in fuga due...> Senza neanche troppa fatica, in realtà. <Quando Akainu è tornato, mi era stato chiesto dall'unico uomo rimasto di lasciare la zona e dimenticarci di quel sacco, pagandolo con qualcosa.> Abbassa lo sguardo, pensando a cos'altro potrebbe dire. <Non volevo coinvolgere un mio compagno in un mio colpo di testa, così gli ho chiesto di andarsene.> Magari gli avrebbe coperto la fuga, se fosse stato necessario. Quindi, nonostante questo, avrebbe preferito che lo spadaccino non intervenisse nella diatriba. <Nonostante questo, Akainu è rimasto conscio del fatto che avrei aperto il sacco e che non avrei ceduto ad un ricatto.> Gli aveva dato il tempo di darsela a gambe, giustamente. <Siamo riusciti a mettere in fuga quell'individuo e ad aprire il sacco, che conteneva un uomo privo di sensi.> Una storia di criminalità bella e buona, quella in cui sono andati ad infilarsi per puro caso. <Lo abbiamo lasciato alla gente locale, temevamo che quel tizio sarebbe tornato con i rinforzi.> Hanno dunque preferito darsi alla fuga. <La ferita me la sono procurata durante il combattimento contro quell'uomo, un tizio alto e pelato.> E, dunque, questa è la conclusione della storia.18:38
Utente anonimo:
Nairoshi sembra intuire la necessità di spiegare quel sorriso seppur la cosa non sia stata esplicitamente chiesta, nè pare la Sabaku intuire dove voglia portare quella prima frase vista la maniera confusa con cui lo guarda. <Cosa ti faceva sorridere allora?> Chiede esplicitamente con una curiosità fredda. Mettendosi di profilo rispetto all'altro distrae lo sguardo, immobile qualche momento quando viene menzionata la questione del team. <Non c'è un qualcosa di specifico, sono una creatura incline alle ossessioni. Immagino che come l'abbia compreso io ti sia chiaro che non ho molti amici, non è che non sia avvezza alla solitudine.Semplicemente cercare di svuotare la mia mente dalle distrazioni non è un terreno in cui la mia mente prolifica frutti desiderabili> Determina parte di quella confidenza richiesta come se non vi fosse realtà supplementare in cui scavare, ammettendo allo stesso tempo e come sovente le capita, la sua inclinazione alle ossessioni, qualcosa che non nega e che sembra intrinseco nella natura fennec rendendole faticoso spesso la cessione all'evidenza se un tarlo è sopito alla mente. Intanto il disco inizia ad inclinarsi, CERCA con il chackra stabilmente convogliato alle piante dei piedi, di tenersi a buon angolo, occhi sul terreno finchè non si cerca nell'immobilità in piedi, di condurre la rotazione sul suo asse esercitando la propria capacità di stare attaccata alla sua stessa sabbia in caso di movimenti più rapidi o inclinazioni più drastiche. Intanto Nairoshi inizia il suo racconto e seppur dica di non sapere da dove cominciare da qualche parte comincia, non batte ciglio sulla questione del quartiere notturno ma è quando l'altro menziona la presenza di Akainu che si volta a guardarlo. <Ma ti è sembrato che si fosse perso? Quando gli ho proposto di andare in una bisca e usare il mio terzo occhio per barare alle carte sembrava stesse per svenire.>
Non riesce a non interromperlo seppur continui a non sembrare nè ironica nè seria nè tesa, nulla. Oltre quel quesito, spalle rivolte verso il suolo e rotazione ferma, non lo interrompe ulteriormente, sospira semplicemente, scuotendo appena il capo, alla questione dello "sfregiato" come se tutto il resto fosse diretta conseguenza prevedibile. Ascolta tuttavia la storia con interesse evidente, per qualche motivo però poi necessita di tornare in una condizione piana, rabbassando l'inclinazione del disco. <Ma siete cog**oni però, ma nessuno dei due ha pensato di avvisare la Shinsengumi dopo aver visto un uomo in un sacco?> Riabbassa la propria altezza gradualmente, cercando di scendere seppur si mantenga in piedi sul disco, cercandone lo sguardo con un'espressione affilata. <Quanti anni hai Mikura?>
{Inn Attiva 25/30 pendenza 45°, Controllo del Chk, rotazione sul proprio asse 2/4} [Oasi] Alla domanda della fennec l'argenteo risponde con un semplice. <Nulla, sono solo orgoglioso di quello che hanno fatto.> In un certo senso, non ha motivo di essere così devastato dalla cosa. <E'vero, ho visto cose che nessun ragazzino dovrebbe vedere...> E l'evento lo ha senz'altro colpito emotivamente. <Ma loro sono morti facendo quello che volevano: difendendo il loro villaggio.> Spiega il suo punto di vista, nonostante anche lui si sia sentito male quando vide ciò che era successo. <Ed è una morte da ninja.> Non da codardi. Questo è l'importante. Per quello che riguarda la storia, invece. <No, non mi è sembrato spaesato, né sotto effetto di qualche sostanza se lo stai pensando. Forse voleva solo farsi un giro.> Come lui, del resto non aveva mai sentito di quel quartiere. Oppure era davvero reduce da qualche notte di stravizi e follie e ha smaltito tutto prima di trovarlo. L'insulto viene accolto con uno scuotere della testa da parte del ninja. <Certo che ci ho pensato.> Socchiude lo sguardo, sospirando. Il suo tono è altamente impersonale e privo di alterazioni in un simile frangente. <Ma parlando con quegli uomini, ho notato questo: se il consiglio fosse voluto intervenire, lo avrebbe già fatto.> Proprio tramite la polizia governativa, del resto. <Pensaci un attimo, Kore: se a due Genin neofiti basta gironzolare di giorno...> Nemmeno di notte, proprio di giorno, quando il sole splende e nessuna attività può essere celata con così tanta facilità. <Per trovare prove e capi d'imputazione, la Shinsengumi non dovrebbe avere alcun problema, anche agendo sotto copertura.> Soprattutto con le risorse di cui dispongono: il governo non sarà certo in una condizione di crisi economica, dato quanto pagano di tasse quotidianamente. <Invece la situazione continua a peggiorare. Perché?> Aggrotta le sopracciglia, ma quella domanda è chiaramente retorica. E la risposta che vuole insinuare è che, evidentemente, al consiglio vada bene così. Non vuole intromettersi negli affari del quartiere e, chiaramente, non vuole saperne niente di ciò che accade al suo interno. <E, se è come penso, il tizio rapito proveniva da un locale rivale.> Uno sfarfallio di ciglia accompagna quelle parole. <Portarlo alla Shinsengumi ci avrebbe solo procurato altri guai.> Avevano già fatto abbastanza con quella bravata, ha preferito non estendere l'eventuale rappresaglia anche ad altri. <Ventiquattro.> Vuole capire dove voglia arrivare e che cosa le passi per la testa, quando le chiede l'età. Non sospetta nulla di buono, eppure attende senza troppe pretese.19:17
Utente anonimo:
Se ne sta in piedi su quel disco, gli occhi intenti su quelli chiari dell'altro per diversi istanti accogliendo la realtà su quel sorriso dedicato ai genitori Jonin. Un momento di quella storia sembra attraversare lo sguardo, una vibrazione leggera delle palpebre, ma non aggiunge alcuna parola in quel primo momento. Studiata l'aderenza è il momento della rapidità, inizia a fare avanti ed indietro, in linea retta, mentre ascolta Nairoshi portandosi a 5 metri da lui e poi nuovamente ad un metro, lo fa più volte, almeno 2, ma come prima la cosa sembra non costarle sforzo ed è chiaro che stia iniziando ad abituarvisi quando incrocia le braccia sotto i seni scarni, così scarni che palesemente non servono di reggiseno e non mostrano timore della gravità. Quel gesto solitamente legato ad una chiusura nella conversazione ha invece una nota opposta nella Sabaku, che abitudinariamente se concentrata su qualcosa tende ad arricciare le braccia contro il torace. Il discorso sugli agenti sotto copertura viene così accolto. <La tua sfiducia nei confronti delle scelte politiche di Kagegakure fa quasi paura Nairoshi.> Determina, collegando quelle parole a quanto espresso durante i loro lavori di scavo. <Quindi sei automaticamente il responsabile in una situazione del genere, tanto più con Akainu che è un ragazzino...Dovevi pensare anche a questo prima di escludere del tutto le forze dell'ordine da questa bravata. Potevate farvi male.> Le ragioni che portavano i due al quartiere notturno non sembrano mettere particolare tarlo alla Sabaku, se indagasse dovrebbe ammettere che curiosa per natura un giorno c'è finita in mezzo seguendo il suo occhio svolazzante e non pare pronta ad una confidenza simile. Il disco sabbioso si mantiene a circa 30/40 centimetri dal suolo in quel frangente, cosicchè nel metro di distanza Nairoshi le sembra quasi al suo livello con i suoi 155 centimetri di possanza. <Pensare che avevo smesso da poco di seguire Akainu con l'occhio di sabbia, mi toccherà ricominciare.> è seria?! Beh si lo è, ma lo sembra?! Fare gli stalker è un investimento vitalizio, stava quasi per cascarci arraffata la preda e invece bisogna mantenere dominio die propri impulsi, domani riprenderà le sue missioni serali. Se ne sta a braccia incrociate mentre fa quella considerazione. <Rido.> E non lo fa, il che rende forse ridicolo il contrasto. <Quasi tutta la mia famiglia è morta facendo quel che volevano comunque, tutta concettualmente, non per questo la loro assoluta mancanza di remore nei miei confronti mi ha lasciato indifferente. Mio fratello, lui più di tutti.> Specifica tornando assai dopo su un argomento che era precedente e questo conferma quanto detto sulla sua mente balzellante ed ossessiva, quel tema è rimasto lì, quasi minimizzando il resto delle parole ascoltate. <Sei comunque un Konohano Mikura, quindi ti piace il ramen, c'è un Ichiraku alla piazza principale di Suna ci vuoi venire? Voglio vedere per quanto riesco a spostarmi...> Il che intende che svolazzerebbe fino alla piazza, concettualmente se lo farà scoprirà di avere una autonomia di parecchi metri prima di sentire il chackra iniziare a venir troppo meno.
{Inn Attiva 24/30, controllo chk} [Oasi] Quando quella. <Oh, no! Non sono sfiduciato.> E come definire tutto quello che ha detto in passato, allora? <E'solo che...> Sospira con un'espressione leggermente più mesta. <Il modo di agire quegli individui mi ha fatto capire che, in quel posto, nessuno teme niente dalla legge.> Neppure gli individui più pavidi sembrano essere intimoriti al pensiero della legalità. <Parlavano di droghe e sostanze illegali come se fossero caramelle.> Caramelle molto pesanti, in un certo senso. Tutto quello lo ha portato all'unica conclusione possibile: al consiglio non sembra fregare nulla di quello che accade là dentro. La vera domanda, se quell'ipotesi fosse corretta, sarebbe: perché? Che cosa ci guadagnerebbe a farlo. <Se avessi potuto escludere qualcuno da questa storia, avrei preferito escludere Akainu: era stato proprio lui a dire di andare via...> Ma sembra essere più lunatico di quel che pensasse. Era stato proprio lui a dirgli di andarsene, all'inizio e Nairoshi gli ha solo riferito che si sarebbe rifiutato. A quel punto lo spadaccino sembrava sulla soglia del darsela a gambe, ma qualcosa gli ha fatto cambiare idea. <Ma non potevo cedere ad un ricatto, per questo gli ho detto di andare: coinvolgerlo non era nei miei piani e, almeno, mi sono assicurato che non si fosse fatto niente.> Assicurarsi è un parolone. Diciamo che è stato lui a fare da sacco per le botte e basta. Questa è l'unica lancia che può spezzare a proprio favore. Quello che poi dice la ragazza gli fa aggrottare le sopracciglia, mentre un'espressione confusa si dipinge sul suo volto. <In che senso controllarlo con l'Occhio di Sabbia?> Conosce la tecnica, ormai, ma la sua domanda verte sulle medesime intenzioni della Sabaku. Starà scherzando, probabilmente. Giusto? Le parole successive di Kore fanno sgranare leggermente gli occhi dell'argenteo, rompendo la maschera di indifferenza che lo circonda. <Oh...> E'tutto quello che riesce a dire, per poi aggiungere. <Non posso dirti come comportarti, penso che ognuno abbia il proprio modo di reagire. Ma ti ringrazio per avermelo raccontato.> Per quanto riguarda il ramen, invece, Nairoshi scuote la testa con un'espressione di disgusto. <Preferisco evitare, non amo il ramen.> Lo mangia solo se necessario. Attenzione, si scoprono gli altarini. <Se conoscessi un luogo in cui fanno gyoza o takoyaki, sarebbe meglio.> E'il momento di snocciolare una curiosità sulla storia dell'argenteo. <Ogni volta che vado alla sede principale di Teuchi a Konoha, ricevo delle occhiatacce perché chiedo altri piatti al posto del ramen.> Ormai sembra che lo faccia apposta. E poi dice che non gli piace cacciarsi nei guai. A quel punto, se Kore vorrà fare strada, accetterà l'invito. Ma dovrebbe farsi veramente vedere quella spalla. |20:01
Utente anonimo:
Nairoshi sente la necessità di spiegarsi a quanto pare, del suo giudizio in relazione al quartiere notturno ed a quanto lo stesso non tema di esporsi finanche parlando apertamente di temi non esattamente appropriati al pubblico. <E alla fine ti sei fatto male tu, bella mossa Mikura...> Determina quasi con un bisbiglio, e si, vi è del sarcasmo pare, fissandone il braccio leso ora che sa a cosa ricondurre quell'apparente zoppia. La questione del suo occhio la prende ancora più seriamente invece. <Nel senso che posso muovere il mio occhio a circa una decina, forse dozzina di metri da me, all'incirca non mi è difficile introdurlo in casa di Akainu, un secondo piano è ancora tollerabile, basta una finestra aperta ed un po' di ingegno.> Adesso uan cosa agghiacciante per Nairoshi probabilmente è molto chiara: non sta per nulla scherzando, da come ne parla è lapalissiano che l'abbia fatto realmente. <è per lui che ho iniziato a lavorare a questa tecnica, credo sia per questo che i Sabaku mi hanno suggerita per la questione degli Anamure, il mio occhio non è tra i più distanti ma è diventato tra i migliori, pecco in altro come puoi notare.>Indicando il disco con un gesto del capo,disco che non è stato di alcun aiuto all'obbiettivo di quell'allenamento ma ch sembra divertirla visto che non si mostra intenzionata a scendere. Ben chiaro che non è per seguire Akainu che ha sviluppato quella tecnica, la ragione è più profonda, ma è comunque ingiusto quanto per lei sia persino normale ammettere di cogliere due piccioni con una fava. <Niente ramen?> è il suo momento, sgranando appena le palpebre, di mostrare uno stupore palese, un Konohano che non mangia ramen è come un leone vegetariano per la mente della Sabaku a giudicare dalla sua espressione. <Gyoza...Immagino si possa fare. Andiamo, verso la via del bazar c'è un posto che fa solo ravioli.> Sembra un compromesso che la mette a suo agio più di quanto non si aspettasse inizierà quindi a far strada a Nairoshi fluttuando orizzontalmente sul suo disco, scoprirà probabilmente l'autonomia quantomeno rendendo produttiva la cosa. <Devo ammetterlo, è piuttosto figo.> Non deve porsi il problema di ingrassare per sedentarietà ma...Parliamone. In presa bene sembra aver ignorato o quantomeno accantonato la questione del racconto, forse ad altro momento o forse a mai, chi lo sa. E poi Nairoshi ha già abbastanza informazioni per farla arrestare il personale sembra poter essere omesso con facilità.{Inn Attiva 22/30, controllo chk, spostamento 4/4-Exit}