Capre, what else?

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con Furaya

11:42 Utente anonimo:
 Pantaloni neri, comodi a vita bassa del suo equipaggiamento, ove al tascone sinistro porta due tonici mentre al destro il kunai, seppur quello per lei sia arma collaterale, la sua arma reale è la giara Sunodeki forma di clessidra dalla trasparenza ambrata che copre interamente l'area della sua schiena, trattenuta alla vita da una fascia verde che le gira intorno al ventre per poi risalire alla spalla sinistra, nuda e visibile sia frontalmente che alle spalle a causa di una maglia inesistente alle spalle lungo la schiena, per quanto coperta dalla giara principalmente, e composta da un unico pezzo di tessuto color sabbia, elasticizzato, chiuso da una fascia all'altezza dei lombi ed un'altra al collo, quest'ultima coperta dallo stesso coprifronte di Suna. I capelli platino che sembrano pallidamente bianchi sono corti e scarmigliati intorno al viso pallido dai tratti vulpidi, come gli occhi le cui palpebre sono internamente contornate di nero. Una figura che di per sè appare bassina, emaciata, magrolina e non femminile, senza trucco o orpelli a contraddistinguerne l'aspetto. Se ne sta appollaiata sul suo sgabello, apparendo quasi una bambinella di otto anni per magra minutezza, con le bacchette nella mano destra a rimestare la sua ciotola di ramen bollente ed il cellulare nella mano sinistra. Di lei tutto e nulla potrebbero attirare l'attenzione, vista come essere passerebbe inosservata soprattutto negli scivoli dei parco giochi, diversa storia è per l'enorme giara che si porta appresso, non che sia sproporzionata come giara, lo diventa su lei per quanto è piccola. Ma cosa che attira più l'attenzione è il telefono, ora che impara i segreti della tecnologia ha sempre ossessioni nuove e quella giornata sembra contrassegnata da un baccano infernale, il volume non è eccessivo ma si sentono distintamente remix di canzoni interrotte da urla di capre cantanti, e tale è l'attrattiva attenzione che ne dona che pure il ramen lo sta in realtà più piluccando che mangiando

11:52 Furaya:
 Il caldo è fastidioso come al solito, tuttavia sembra esserne abbastanza tollerante - sarà per il gene Yoton che rende il suo corpo talmente lavico da non risentire dell'eccessivo calore? Sta di fatto che si trova nel quartiere centrale di Kagegakure per nessuna ragione in particolare. Per effettuare quel discorso che deve fare, tuttavia, occorre un posto abbastanza ampio. Il centro in cui si trova ora funzionerebbe, ma si tratta di quello principale che potrebbe esser maggiormente sorvegliato a causa della vicinanza con la Torre del Consiglio. Quindi, reputa che non sia propriamente quella adatta al momento. Indossa uno yukata dalla stoffa nera, disseminato di petali di ciliegio rosa. La cintura in vita è d'un rosa leggero che ne avvolge i fianchi e la vita. Oltre ad esser pieno di fiori come se volesse portar lei stessa la primavera, è abbastanza traspirante da difenderla dall'eventuale calore che l'astro solare altrimenti emana. E' privata della katana ch'era solita portarsi dietro poiché l'incontro con Fenrir dopo dieci anni non è stato certo rose e fiori. Per difendersi dall'altrui furia, l'arma bianca è andata praticamente distrutta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti e qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica dello yukata, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri, dalla suola spessa in gomma ed un tacco quadrato che la eleva per qualche altro centimetro. Sono piuttosto comodi invero, inoltre la slanciano quindi ha preso due piccioni con una fava. Sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Un pendaglio raffigurante il ventaglio del Clan Uchiha è costantemente presente al collo della donna, mai rimosso per ragione alcuna. L'unica gioia di quel posto è una delle tante filiali di Ichiraku. <Proviamo il ramen di questo posto...> Borbotta a bassa voce, avvicinandosi al luogo. Una volta giunta innanzi a questo e appropinquandosi a sedersi spostando la tendina che pende dall'alto... <Salv---> ...s'interromperebbe immediatamente a causa d'un suono fastidioso proveniente dal cellulare d'uno dei clienti. <Ma che diavolo è?> La domanda è purtroppo lecita. Fissa l'interlocutrice con un sopracciglio arcuato, figlio della curiosità che le si è dipinta in faccia. [ Chk On ]

12:05 Utente anonimo:
  [Ramen Bar] Il piede sinistro rabbocca dallo sgabello ciondolando al ritmo delle urla caprine, segno che anche se non sorride si stia divertendo evidentemente tanto. Abbastanza da non notare Furaya o chicchessia seppur sia proprio la Nara a far sollevar gli occhioni mielati dal telefono alla Sabaku quando le parla direttamente. Quegli occhi hanno uno strano brillio, sedotto dal movimento danzerino del piede libero dal disimpegno dello sgabello. <Capre che cantano!> L'ovvietà di quella risposta rende la fennec ancor più infantile di quanto non appaia e soprattutto viene accompagnata da un sollevare della mano sinistra che sfodera lo schermo verso il decimo Hokage con il fare fermo, secco, ed allo stesso tempo petulante quasi da bestiola in fase di scondizolio. <Non sono meravigliose?> Sì, cioè no, cioè parliamone ammettiamolo. Le vesti di Furaya e la sua imprudente confidenza sembrano metterla a suo agio più di quanto non dovrebbe nè il visibile nè il celato probabilmente. <La più bella la metterò come suoneria personalizzata al mio squinzio!> Un dato di fatto, quest'altro però non è stato richiesto per quanto ritiri il cellulare appena mostrato per fermare il video ed aprire la fotocamera: eh si, sta imparando. I primi tentativi di #foodporn eccoli là, tutti concentrati verso il suo ramen. Per qualche motivo sembra un giorno buono per la fennec, uno strano buonumore che solitamente non l'accompagna. C'è da dire che per quanto è secca il ramen darebbe l'aria di una che lo fotografa più di quanto non lo mangi. <Esisterà un clan con delle capre ninja secondo lei?> Domanda verso Furaya come se stesse meditando di cambiare clan.

12:24 Furaya:
 La risposta che giunge dalla controparte la lascia... sbigottita? Cioè, insomma. Non è da tutti i giorni ricevere come risposta: 'delle capre che cantano'. <Capre che cantano.> Lo ripete ad alta voce, saggiando quelle parole come se finora non ci avesse creduto abbastanza. Sbatacchia le palpebre, annuendo. Prende posto sullo sgabello nei pressi di Kore, ma ci ripensa. Si distanzia di uno e vi si siede con calma. Va bene così. Meglio tenere le distanze dagli psicopatici, specialmente se già non si è mentalmente stabili di proprio. <Se continuano all'infinito, no. Altrimenti, sono tollerabili?> Una domanda quella che viene posta poiché non saprebbe definirli in nessun'altra maniera. Gli occhi si spostano da Kore al menù. cercando di decidere quale ramen sia il migliore in assoluto da poter prendere. <Un ramen di manzo, grazie.> Ordina alla volta di chiunque possa esserci in ascolto dall'altra parte del bancone, tornando a soffermarsi sulla fanciulla. La coda dell'occhio capta la presenza di qualcosa sulla schiena altrui, portando in effetti le iridi glaciali a fissar la giara. <E quella giara?> Non rammenta un clan che ne abbia, difficilmente ha avuto a che fare con gente di Suna se non durante la guerra, e sicuramente in quel frangente non era intenta a guardare che magiche innate gli altri usassero sicché era protesa alla difesa dei portoni del villaggio della Foglia. <S-Squinzio?> E' una terminologia giovanile della nuova epoca? Non comprende il significato, quindi risulta essere spiazzata anche visivamente parlando. L'espressione confusa ormai fa parte del suo essere. Deve imparare ancora molte cose su quella Kagegakure e in particolar modo sugli abitanti che la popolano. <Spero vivamente di no, bastano i cani ninja, non credi? Se poi urlassero ogni volta in battaglia, nelle missioni di spionaggio sarebbero un problema non indifferente.> E' troppo pragmatica delle volte, dovrebbe pensare al LUSSO d'avere dalla propria una CAPRA che urla. Una fottuta capra. Non un cane. Però la mentalità retrograda da battagliera la fa sempre da padrone in questi contesti. Saprà ancora fare delle battute? [ Chk On ]

12:38 Utente anonimo:
  [Ramen Bar] Furaya realizza la realtà -capre che cantano- ripetendo le parole che portano il biondo fennec ad un singolo quanto semplice annuire convinto prima che lo sguardo si dedichi alla foto di ramen, che manda immediatamente su whatsapp posando il telefono. <Potrei ascoltarle tutto il giorno!> Stellina, che ti sta capitando? Quell'ossessione nuova sembra avere effetti benefici all'animo della Sabaku che torna a rimestare il ramen, sta palesemente aspettando che sia abbastanza tiepido quando il profilo smuove verso sinistra, alla domanda della Nara, smuovendo le ciglia dalla bordatura scura malgrado la mancanza di trucco sugli occhi dalle note sabbiose. <Si chiama Sunodeki> La prima risposta, a quella domanda sulla giara, sembra l'ennesima ovvietà probabilmente così tanto avvezza al concepimento di quell'oggetto ninja da non riconoscere apertamente che non sia una conoscenza comune. <Le piace? Credo che oggi Sunodeki sarebbe di buonumore, ma se la sveglio davanti a tutti la gente poi mi fissa.> Il punto è che era così concentrata sulle capre cantanti che tanto non si è accorta la fissassero egualmente. Affonda le bacchette tirando su i primi udon mentre si inclina in avanti per succhiarne, pulita per quanto il movimento risulti rozzo, piccoli bocconi che richiedono più movimento. <SHFQUINFIO Fi!>Conferma coniando quel termine all'uopo evidentemente per mancanza di sicurezza. Anche in questo caso però l'esserino per quanto empatico non sembra realizzare l'ovvietà del non esser compresa, tanto più che il discorso si sposta sulle capre, palesemente di suo maggior interesse al momento. <Ma nelle missioni di non spionaggio sarebbe la parte bella! Un esercito di capre cantanti che fanno un urlo di battaglia in coretto!> Poggiato il telefono sul bancone spiega la mano sinistra verso Furaya, mostra il palmo ampliando il braccio come se disegnasse un arcobaleno che solo i suoi occhi infantilmente brillanti stanno guardando: ha un sogno, un sogno lucido e definito. <Una cosa tipo: andiamo capre della patria il giorno di gloria èèèè arrivato. Contro noi e la tirannia...> La canticchia pure, cioè, capite il peso di una ossessione inutile, piccola e ridicola, su un essere ossessivo? è tutto definito, disegnato, arrovellato e contorto nella sua pazzia, perchè tale è l'ossessione, radicata e ben cardine di pensiero quando ci si mette pure nell'inutile. La mano si riabbassa su quel jingle appena mugolato alla fine e con essa gli occhi tornano su Furaya. <E poi i caproni hanno le corna, farebbero un lavoro migliore dei cani.> Rendendosi ora piena la sua attenzione su Furaya ne contempla il colore degli occhi, familiarizza realmente coi tratti dell'altra per la prima volta, incluse le vesti, con una visibile ed insistente curiosità dello sguardo quando smette di guardarla in viso per un lungo momento e torna, metodicamente, ad un silenzio strambo come se meditasse. <Lei è una Uchiha?> deve aver intravisto il ciondolo, dopo giorni di pedinamento fuori dal Dojo Uchika le basta mezzo millimetro del simbolo di quel clan probabilmente a riconoscerlo

13:25 Furaya:
 Ora immaginate una Judai già nervosa perché quel terrorista bastardo è partito allo sbaraglio contro l'Ochaya senza prendere in considerazione le idee altrui. E immaginatela arrovellarsi la testa per capire cosa fare. Adesso, immaginatevela un'ultima volta mentre ascolta tutto il giorno queste capre urlanti mixate a canzoni di dubbio gusto e provenienza, musica che lei non ha neanche mai ascoltato dato che son emersi nel giro di quest'ultima decade in cui è rimasta intrappolata in un cristallo. <Mettiti delle cuffiette, però.> Un consiglio spassionato il suo, giusto per evitare che possa infastidire lei in primis - specialmente se in questo momento si trovano sedute anche fin troppo vicine, pur essendoci un mero sgabello di distanza. <E' dotata di vita propria?> Si riferisce alla giara sicché Kore lascia intendere che abbia dei sentimenti, delle sensazioni. Inoltre, stabilisce che qualora la svegliasse, la gente attorno a lei la guarderebbe in maniera eccessiva e fastidiosa. <La gente guarda perché è curiosa o perché le piace ciò che vede. Non sempre per mettere in cattiva luce.> Succede anche questo. D'altronde, la maggior parte delle occhiate che riceve lei, al contrario della Sunodeki, son proprio quelle negative di coloro che son sopravvissuti e non grazie al suo comando durante l'ultima Grande Guerra. <...> Non pone altre domande nei riguardi della terminologia utilizzata per definire il suo ragazzo, stringendosi piuttosto nelle spalle; sorridendo e annuendo perlopiù. Per fortuna, la sua ciotola di ramen arriva nel giro di pochi attimi, pertanto si premura di staccar le bacchette e agguantarle con la destrorsa. <Buon appetito.> Augura a qualunque orecchio in ascolto, che sia quello di Kore o di qualunque altro cliente appioppatosi lì all'ora di pranzo. D'altronde, la qui presente Judai non è capace di mettersi ai fornelli, figurarsi preparare un ramen come si deve. Si sarebbe dovuta fermare appositamente a mangiarne uno fuori. <Nelle altre missioni, sì. Sorprenderesti il nemico, quindi perderebbe la concentrazione in battaglia. Un colpo e l'avresti fatto fuori.> Annuisce convinta adesso che stanno parlando la stessa lingua. Quindi, può dare una visione completa della cosa rispetto al mero urlo delle capre in questione. <...> Le sfugge una piccola risata dalle labbra, coprendo immediatamente queste ultime con il dorso della mano, distogliendo persino lo sguardo dall'interlocutrice. Non può mica farsi vedere mentre ride d'una scempiaggine, ne andrebbe del suo innato orgoglio! Si schiarisce la voce, difatti. <Ma i cani... Coff... hanno morsi e artigli. Le capre esclusivamente le corna ed un urlo che potrebbe... infastidire, no? Sarebbe più utile quello. Tipo una sorta di tecnica innata che permette di destabilizzare l'udito altrui.> Non starai vaneggiando anche tu dietro a questa psicopatica dai capelli perlacei? Non farti coinvolgere in queste cose! <Mh?> Abbassa lo sguardo verso il ciondolo che porta al collo, immaginando che la domanda che l'è stata posta sia a causa di quello. <No, sono una Nara.> O per meglio dire 'eri'. [ Chk On ]

13:37 Utente anonimo:
  [Ramen Bar] All'invito sulle cuffiette la fennec solleva lo sguardo, come se non avesse mai pensato ad una cosa simile. <Cuffiette...> Ha senso, pare, mostrando quel pensiero al mormorio e dando conferma di non aver nemmeno meditato sulla tecnologia finchè non si è presentata la reale necessità di un telefono. Nessuna collanina, nessun braccialetto, nulla sulla Sabaku lascia intendere a parte quel cellulare e la Sunodeki, che ci tenga un minimo a ciò che le si vede addosso, persino ora mentre mangiucchia annuendo alla domanda sulla sua giara. <Una cosa del genere...Immagino si possa dire così.> Non sembra trovare una spiegazione migliore nè cercarla in realtà limitandosi a sollevare appena le spalle ossute prima di agganciare il mezzo uovo. <Sono una persona discreta.> Ed è vero anche se dal video delle capre potrebbe non sembrare, nella conversazione ha un tono morbido e molto misurato, non alza mai la voce e se non per quando canticchia o reagisce ha una vocalità più matura del suo aspetto con una sonorità atona della sillabazione. è anche palese come ne stia evitando il volto seppur ascoltando le parole altrui mentre mangia le labbra scure e sottili sembrino sollevarsi appena verso sinistra in un ghignetto. <Un genjutsu uditivo legato all'urlo delle capre, sarebbe il massimo, super efficace. Strano che qualcuno non ci abbia già pensato.> Lei sarebbe la prima a deconcentrarsi se si trovasse di fronte una marea di capre canterine sulle note della marsigliese probabilmente. <Mh?> Una Nara, nuovamente gli occhi risalgono su Furaya a quel nome ma passano prima dal suo ciondolo e poi dalla metà del suo viso, solo dopo andando a cercarne gli occhi. <Quello però è il simbolo degli Uchiha.> Un'ovvietà che sembra porre una domanda discreta, appena un bisbiglio. <Non ho mai conosciuto un Nara> La sua curiosità sembra ora inevitabile sui tratti altrui come se stesse cercando di accozzare ad un nome di Clan qualcosa di distintivo nell'aspetto senza davvero porsi la questione del genetismo, ove lei stessa fa larga eccezione rispetto al poster di Gaara sopra il suo letto. <Vuole dividere i mochi al te con me dopo?> A giudicare dai suoi visibili tutti 45Kg non sembra capace nemmeno di finire il ramen con cui è finita più a giocare che a mangiare per sforzo, figurarsi mangiarci sopra un dolce intero, per quella che viene espressa come una necessità

14:07 Furaya:
 Nel suo piccolo, ora come ora, si limita ad usar le bacchette e a mangiare il suo ramen. Vi soffia sopra con delicatezza, portando poi i noodles alle labbra e assaporandone il sapore. <Ahhh, che buono!> Dopo aver masticato con grazia - quanto meno l'educazione non l'ha trovata in un pacchetto di patatine - si appropinqua a quel complimento che potrebbe anche non raggiunger nessuno, tanto meno aver bisogno d'approvazione esterna. E' buono, questa basta per farla tornare lì una seconda volta. <Mi sembravi assolutamente poco discreta quando sono arrivata qui.> Riferendosi per l'appunto al video e al suono delle capre che stava facendo andar per l'aria fino a qualche momento prima, così presa da quanto scoperto - dalla sua nuova ossessione. Continua poi beatamente a mangiare come se non avesse detto a sua volta niente di troppo sconveniente. Non si cruccia poi molto del fatto che Kore non mantenga un contatto visivo. Non è che lei si stia comportando granché diversamente, senonché di tanto in tanto ci si soffermi un po' di più del dovuto. <Non ci avranno pensato perché le capre che urlano non esistono come clan o non sono capaci d'usare dei genjutsu.> Sentenzia con quel suo fare da saputella, stringendosi persino nelle spalle. D'altronde, nessuno ha avuto modo di veder un clan simile, sicuramente non sarebbe passato per niente inosservato. Come minimo. Insomma, immaginate un ninja che gira con una capra urlatrice. La domanda, seppur indiretta e non posta, le giunge forte e chiara come la ricerca d'una spiegazione. <E' un ciondolo regalatomi da una mia amica, era un'Uchiha.> La spiegazione concisa è quella che riesce quanto più a darle sicché non ha motivo per aggiungere anche la storia che c'è dietro. Sarebbe troppo lunga, troppo logorroica e il sol pensiero di ricordare Hanabi le fa stringere il petto. <Beh, allora piacere di conoscerti> Si pulisce le labbra con l'angolo del tovagliolo, prima di stender poi l'arto destrorso - poggiate le bacchette sulla ciotola - così da poter stringere quella altrui qualora ella lo consenta. <Furaya Nara.> Un nome oltremodo leggendario dieci anni prima, attualmente segnato dalla disgrazia e dall'odio generale per esser caduta in battaglia ma esser sopravvissuta. Sarebbe dovuta morire come fanno i grandi condottieri. <Sicura di farcela?> Difatti, non sembra essere una ragazza che mangia molto, ma d'altronde potrebbe sorprenderla. Magari è un pozzo senza fondo o soffre del verme solitario. Le sorprese e le stranezze non finiscono mai. [ Chk On ]

14:29 Utente anonimo:
  [Ramen Bar] Al commento sulla sua precedente discrezione si guarda intorno, come incuriosita, ma non essendoci più capre cantanti a mezzo volume nessuno in quel momento sembra particolarmente interessato a lei, o al duo nello specifico. <Comprerò delle cuffie.> Conviene acconsentendo come se stesse propinando la ragione in favore della Nara con un mero atto giuridico, qualcosa che avverrà, prima di andare a giochicchiare con la soia del suo ramen pigliandola per germoglio singolo ad uno ad uno, il gomito sinistro si allunga contro il bancone. <Se un giorno andassi a vivere da sola in una fattoria del deserto potrei allevare capre che fanno i genjutsu, lo farei in mezzo al nulla così potrebbero cantare tutto il giorno!> La sua ossessione si sta radicando in pianta stabile, ormai, ha costruito una casetta isolata, un recinto di faggio, un abitino bucolico sul suo corpo striminzito ed una pentolaccia di rame tra le braccia per distribuire fiori alle caprette. Il suo capraio della mulino bianco prende forma tra i germogli di soia su cui getta gli occhi con insistenza mentre ascolta. <Era vuol dire che non è più sua amica, che non è più una Uchiha o che non c'è più?> La domanda è un soffio spontaneo ma la ragione del suo interesse non è dichiarata, eppure ha un tono delicato, di chi non si aspetta una reale risposta probabilmente perchè ha compreso unendo alla questione specifica un frammento di cordoglio. Quando l'altra si presenta appoggia però le bacchette per torcersi, allungare la mano destra appena oltre il petto e proporla di rimando, mentre le sopracciglia si aggrottano le dita ossute stringono appena più forte la mano altrui come se stesse facendo uno sforzo più mnemonico che fisico. <Credo di averlo già sentito da qualche parte...> Un soffio poco convinto, del resto le sue lezioni in accademia sono rimaste ferme diversi anni, lo dice come se l'altra avesse detto di chiamarsi Cielina Dion probabilmente.<Kore Sabaku> Pronuncia a sua volta prima di smuovere nuovamente un sorriso bieco, come se stesse predando qualche bestiola, alla questione dei mochi. <Solo uno, ormai li voglio assaggiare, è da stamattina che penso ai mochi al te di questo posto, ma se prendessi il dolce senza il pasto sembrerei maleducata.> Più che verme solitario c'è da pensare che si scordi di mangiare, e che la costituzione l'assista nel resto, ma la sua ossessione del mattino era stata coperta dalle capre quindi almeno a mezzo ramen è arrivata, e quella non è una pasticceria ma lei ha deciso che voleva QUEI mochi, quelli industriali di Ichiraku che in realtà è specializzato in altro. Mezzo del suo ramen sta ancora rantolando nella ciotola ma ritratta la mano vi torna più impettita, ora che sa che potrà dividere i mochi per l'appunto, prende il cucchiaio e si concentra sul mero brodo come se dovesse aprirsi lo stomaco in vista del dolce senza toccare il resto. <Prenderei anche una capra nana, di quelle che restano piccole ha presente? Esisteranno capre nane, esistono un sacco di cani nani, perchè non le capre? Anzi...Un capro nano, così lo posso chiamare Giorgio.> è tornata lì, nel suo posto felice, in campagna con le capre in mezzo al deserto e con la pentolaccia in mano e nemmeno se ne è accorta, è bastato tornare qualche istante sul brodo con lo sguardo per ridare un senso alla sua ossessione. <Chissà se al mio ragazzo piacerebbe venire a vivere con me e le mie capre. Lei ci verrebbe? Con le capre dico.> La questione non sembra retorica, si ferma, la fissa, la guarda e aspetta una risposta vera in silenzio quindi no, la domanda è serissima

10:01 Furaya:
 A quanto pare, è riuscita a convincere la ragazza ad acquistare un paio di cuffie onde evitare che quel suono assordante di capre che urlano possa dar fastidio a qualcun altro oltre sé stessa. Akainu dovrà ringraziarla quando avranno modo e tempo di conoscerci, un giorno. Si limita ad un lieve cenno del capo sull'argomento passato delle cuffie, riprendendo a mangiar con calma e garbo, soffiando ad ogni boccone, quel ramen che ha nella ciotola. <Se riesci in quest'opera, suppongo che avrai creato una nuova razza di animali ninja o quanto meno un'arma di distruzione di massa sottoforma di capre.> Qualcuno, in silenzio, starà già pensando a come scappare da questa orrida quanto possibile situazione. <Nessuno se lo aspetterà mai.> Conclude con un'alzata di spalle, come se non avesse detto proprio nulla di sconveniente. Sta solo dando adito a delle idee malate, ma divertenti; delle idee che andrebbero totalmente accantonate pur di non sentir di nuovo l'urlare di quelle dannate capre. Ora, diventeranno il suo maggior incubo. Il problema è che Kore ne è particolarmente convinta, sembra essere proprio partita per la tangenziale. E nessuno potrà fermarla ancora. La domanda che le viene rivolta circa la sorte di Hanabi, la fa stringere leggermente nelle spalle e innalza la sua armatura dorata affinché non possa venir ferita ulteriormente. <È stata data per dispersa durante l'ultima guerra. Quindi, non saprei dirti se è ancora viva o meno.> Lei non la vede comunque da anni e secoli, ha soltanto saputo - per ovvie ragioni - che era stata dichiarata Mukenin dall'Alleanza. Quindi, prima della guerra era quanto meno in vita, nonostante già non la vedesse da qualche anno. Tende la mano in sua direzione, pulendole dapprima ad uno dei tovaglioli presenti, stringendo infine quella altrui. Ignora il fatto che possa aver sentito il proprio nome, è qualcosa a cui è abituata, quindi lascia semplicemente scemare il discorso. <Piacere di conoscerti.> Le sorride, mantenendo un tono di conversazione piuttosto piacevole. A proposito dei mochi, non si sente tanto in dovere di tirarsi indietro. Lei ama i dolci, ma non lo ammetterà mai, tanto quanto ama il ramen. Campa solo di quello. E riesce a mantenere un fisico invidiabile soltanto allenandosi costantemente, altrimenti avrebbe già come minimo le maniglie dell'amore. <Va bene, dividiamo. Adesso, hai fatto venir voglia di mochi anche a me.> Ridacchia appena, tornando a divorare la ciotola nella quale è rimasto ormai più brodo che altro. Agguanta una fettina di carne di manzo con le bacchette, portandola alle fauci. L'argomento conseguente a proposito delle capre nane la lascia... Leggermente sbigottita. Certo, il terrorista con cui condivide casa è un amante dei cinghiali tanto da essersi fatto, all'epoca, un esercito. Quindi, è naturale che anche altra gente sia fissata con cose strane come delle capre nane. <Non sono un'esperta di animali... Ma posso dirti che non ne ho mai viste prima d'ora. Forse a Suna si possono trovare? O non sono animali da clima desertico?> Delle capre... Nel deserto. Guarda, non penso sia la cosa più vicina ad un territorio adatto a quelle bestie, però ci hai provato. Questo è l'importante. Provarci sempre, fallire... Un paio di volte? <Non credo riuscirei a sopportare per troppo tempo il loro urlo.> Il che implica un semplice "no" all'ultimo quesito espresso da Kore. [Chk On]

10:23 Utente anonimo:
 Sta temporeggiando con il brodo, il cucchiaio nella mano destra quando la sinistra libera si solleva a grattar lievemente il mento. Non risponde sull'arma di distruzione di massa ma per qualche motivo a guardarla così brevemente meditabonda sembra che la mente ne sia silenziosamente sedotta. Per quanto se ne ossessioni l'argomento ovini, già rapidamente divenute suoneria personalizzata per il povero Uchiha, viene accostato alla menzione sull'amica dispersa. <Strano, non sembra così anziana, ha un sigillo di gioventù Furaya-sama?> L'idea dell'eterna giovinezza è futile sui tratti acerbi della fennec che della sua età si rispecchia solo allo sguardo, eppure la curiosità ferale delle volpi è viva su questioni che sembrano inutili ai più molto spesso. Tuttavia per qualche motivo decide di somatizzare l'argomento Uchiha contro ad una sua volontà palese, prima o poi troverà l'informazione che cerca ma quel giorno sembra destinato ad essere l'ennesimo poi. A risollevare fare ed umore c'è l'accordo sui mochi, tanto che accosta quanto rimane del suo ramen per intercettare oltre il bancone il cuoco. <Una porzione di mochi al tè per favore! Per due!> Specifica conscia che non mischierebbe mai la sua forchettina di legno con quella della Nara godendosi l'attesa a quanto pare senza finire il pasto che doveva essere principale. <Non credo...Però le pecore sono animali piuttosto comuni per noi, quindi magari con le capre ci si può lavorare...> La fattibilità della cosa sembra un ennesimo punto a favore della rossa che rifiuta l'invito, non sa che si perde, ad una bucolica vita di campagna in mezzo alle capre spegnendo definitivamente i sogni della Sabaku. <I Nara sono il clan di manto d'ombra non è vero?> Che detta così sembra una leggenda alternativa all'uomo nero, se infatti non dona a vedere esplicitamente di aver letto o studiato il nome altrui quantomeno sulle quattro leggende di base dei clan più famosi di Konoha sembra mostrare un minimo interesse ed infarinatura. <Che poi è destino.> Che per chiamare il chackra serva il sigillo proprio della capra. <Vediamo se ci riesco> A fare cosa non lo dice ma prima dell'arrivo dei Mochi dovrebbe aver tempo e quanto muove nel sigillo della mano destra è palese ad un rudimento base, figuriamoci a Furaya. Quell'animo dal movente non bellicoso non dice ed è quel pensiero che conduce rapidamente le due sfere, la bianchiccia alla fronte e quella marrone e pesante all'addome, a vorticare dapprima su sè stesse, l'una in senso orario e l'inferiore in senso antiorario, impiega un po' a comporre quela specifica torsione alla mente per cercare un equilibrio globale del loro movimento, e solo dopo in avvicinamento orario mediante una torsione sempre più fitta a giungere il Chackra Sabaku al centro del petto, con il colore candido di quelle due sfere miscelate nelle note d'oro della sabbia. Non dovendo muoversi dovrebbe avere tempo e concentrazione per quel singolo atto cercando di rimanere viva e reattiva alla mente abbastanza da cogliere eventuali segnali di risposta o allarme dell'altra {Chk ON 30/30 3/4}

11:43 Furaya:
 Il suo ramen è quasi giunto a conclusione, non resta da far altro che concludere quei rimasugli di noodles rimasti nella ciotola assieme al resto. Pondera poi - ma neanche troppo per non destare sospetti in maniera eccessiva - nei riguardi della domanda che la fanciulla le pone. <Credo che sia genetica. Mi porto semplicemente bene i miei anni.> Solleva il mento, come a voler sembrare sicura di sé e di quel che ha detto ad alta voce, convincendosi automaticamente di quanto si è detto. In realtà, ha perso dieci anni del suo tempo restando congelata in un cristallo, quindi l'unica fortuna è stata difatti quella di non invecchiare. Kore si premura poi di ordinare una porzione di mochi per entrambe, al che la Nara le rivolge un tacito ringraziamento con un cenno della testa. <Non sono un'esperta> Torna a ribadirlo perché non si sa mai. Di base, non saprebbe dare per l'appunto una risposta adeguata. <però, potresti sempre provare e farmi sapere se funziona.> Le sta dando davvero adito come se fosse qualcosa da fare assolutamente. Ipoteticamente potrebbe farlo anche soltanto per divertimento, giusto per capire fin dove la psicopatia umana possa spingersi. Neppur dovesse studiarne le conseguenze, considerando che è possibile consultare un libro di storia - nel quale è anche scritto il suo nome - per comprendere dov'è il problema. <Mh? Sì.> È un po' sorpresa dal fatto che Kore conosca il manto d'ombra, che di base è effettivamente una tecnica così chiamata tra quelle del clan. La guarda di sottecchi, giusto per comprendere (o provare a farlo) qualcosa in più su di lei. <Che combini?> La domanda le sorte piuttosto spontanea, notando l'attivazione del chakra. Da parte propria, è già bello che attivo come sempre, quindi non ha granché timore nei suoi confronti. Certo, potrebbe anche trattarsi di un membro della Shinsengumi in borghese, quindi essere abbastanza allenato tanto quanto lei. Tuttavia, si limita a tener la situazione sotto controllo come a volersi fidare, ma nel profondo provare completa sfiducia. [ Chk On ]

11:50 Utente anonimo:
  [Chiosco Ramen] Non replica alla questione dell'età, presto con il richiamo del Chakra la sua mente appare intenta altrove seppur i sensi della fennec restino presenti oltre quel sigillo. Non fatica Furaya a scandagliare il suo profilo. <Non l'ho mai visto.> Il manto, o almeno non ancora caso vuole che i Nara non siano inusuali, semplicemente non sembra essersi imbattuta o mai realmente interessata a tale conoscenza quando le mani poggiano sul bancone e gli occhi si chiudono. <Sveglio Sunodeki.> La risposta ha un che di semplice, scontato e forse troppo ovvio, così come la questione mentre la giara alle sue spalle dal materiale ambrato quanto trasparente inizia a fare il suo decorso. La forma di clessidra conta bene il suo tempo, ma invece che dall'alto in basso sgranula al contrario, come se fosse un'illusione ottica perchè la sabbiolina leggera che trapassa il finto sughero non ha una visuale netta in quel gioco di conteggio. <Davvero non ha mai visto una giara dei Sabaku?> Non è rimasta inascoltata quella iniziale curiosità ma le capre segnano la sua giornata ed il suo buonumore, per quanto la sabbiosa creatura sembri incapace nel suo candido pallore di un sorriso che possa definirsi tale diverso è per quella strisciolina di sabbia senza forma alcuna che inizia a circondarle il collo appena al di sopra del coprifronte, gli occhi dalle note di miele cercano una risposta sul viso della Nara come se vi fosse sostanzialmente dell'incredulità. <Lo sa almeno chi è il Kazekage Gaara?> Ma guarda te se stqa cretina da pure a Furaya quasi dell'ignorante toh! {Chk 29 Attivazione Innata}

12:17 Furaya:
 L'argomento Nara vien fatto passare in secondo piano, dal momento che Kore dice di non aver mai avuto modo di vedere una Kagemane all'opera. Per fortuna, non sembra essere una richiesta indiretta, così facendo non deve neanche improvvisare una scusa plausibile. <Sunodeki?> Resta ad ammirare però l'altrui fare, incuriosita ovviamente da quel che sarà poi possibile fare con quella giara. <In realtà, ne ho viste.> Rammenta di Dyacon, quel suo amico scomparso chissà dove, sparito nel nulla senza lasciar traccia. Non è poi molto contenta, lo si evince dal tono piatto con cui espleta quella constatazione. <Conoscevo un Sabaku, tempo fa. Ma non ho avuto spesso modo di vederlo all'opera con la sua innata. Quindi, è come se fosse una novità per me.> Ciò che si sente in dovere di aggiungere è esclusivamente questo. Mantiene quel tono pacato e basso, in attesa di ricevere l'ordinazione precedentemente richiesta dalla Sabaku. Nota il volteggiare della sabbia attorno alla di lei figura, aprendo leggermente gli occhietti azzurri per via della sorpresa manifestata. È sicuramente un controllo acerbo, forse non sta neanche mostrando tutte le sue capacità. <Riesci a compattarla?> Che abbia un funzionamento simile all'innata dell'Hasukage Yukio, la Kokketsu? Anche loro riescono a manovrare un elemento, nel loro caso del sangue, che viene coagulato fino a formare dei determinati costrutti. Differente è l'innata Nara o quella Yoton delle quali, almeno una volta assieme, la Judai faceva uso. <Non l'ho conosciuto di persona, ma ho avuto a che fare con un Kazekage tempo addietro.> Quando faceva parte del Consiglio oppure quando è diventata Hokage, o ancora durante la guerra contro Suna pur non avendoci avuto a che fare direttamente. Però non si può dire che non abbia avuto modo di conoscere gente importante, per di più storica come Gaara anche soltanto dai libri di storia. <Mostrami qualcosa.> La invita, gesticolando appena con la dritta giusto per assecondare il proprio discorso. [ Chk On ]

12:22 Utente anonimo:
  [Chiosco Ramen] <Sì, il suo nome, è Sunodeki...Vuol dire clessidra> Conta il tempo forse, sì, ma della sua pazzia. Così quella spiegazione è soffiata come l'ennesima ovvietà incompresa da parte della sabbiosa la cui curiosità si concentra sulle parole seguenti della Nara, sul Sabaku di un passato che non conosce. Le mani si mantengono contro il bancone mentre la sabbia si agglomera intorno al collo della Sabaku come un cappio che invece di stringere e soffocare abbraccia il suo animo, il buonumore passato alla stregua delle capre urlanti si sbriciola quando i Mochi vengono serviti, la mano sinistra spinge il piattino verso l'esterno, tra lei e Furaya. C'è un motivo per cui quando la sua innata è attiva gli sguardi vengono attratti su di lei e non è per il bell'aspetto che non ha ma perchè la sabbia sembra divenire presto l'unico mezzo comunicativo che conosce e riconosce, così l'impasto della sua innata scivola verso il bancone come un unico cordame prima di iniziare a compattarsi in qualcosa che inizia a somigliare ad una testa, delle dimensioni della propria peralto ma con il muso che si fa più lungo, la base sbriciolata sembra un prolungamento dal suo collo, una serpe di sabbia leggera e fina che si compatta presto in una testa di capra non belante che risponde alla domanda di Furaya sulla capacità di compattarne abbozzando un sorriso delle labbra sottili e scure. <Un Kazekage qualsiasi non vuol dire nulla, Gaara-sama non era un semplice Kazekage, lui era bellissimo, bravissimo e perfetto.> Sì, sì Furaya, c'è poster sopra il suo letto di un Gaara magari seminudo, la faccia è tutta quella così come l'adorazione non di semplice discendenza dispersa nel tempo genetico. Cala gli occhi verso la testa di capra ricreata, la segue e conduce verso il piatto di Mochi ove è la capra che CERCA di prenderne uno tra le fauci ovine per avvicinarlo verso le proprie labbra come se si stesse scambiando cibo bocca a bocca, cosa che intende fare, con una testa sabbiosa di capra. Ed è subito TSO.
{Chk 28-Inn. Creazione testa di capra 2/4, prendere Mochi 1/4}

17:34 Furaya:
 La spiegazione di Kore è fondamentale - Sunodeki vuol dire clessidra. Ed anche qui la Judai non può fare a meno di annuire distrattamente, tenendo però conto dell'informazione ottenuta. I Mochi giungono a destinazione, ma a quanto pare la signorina qui presente ha tutt'altro da fare rispetto a quel che l'altra vorrebbe. Mangiarli soltanto sembra essere troppo facile. <...> Quando la sabbia inizia a prendere forma, la donna trattiene il respiro. Non lo sta facendo davvero. Non sta creando una testa di capra mozzata, la qual cosa, seppur fatta di sabbia, è tremendamente orribile. La fissa con espressione a metà tra il sorpreso e lo schifato perché, tra tutte le forme che poteva creare, di certo la capra se la sarebbe anche dovuta aspettare... <Io non ci voglio credere...> Sussurra a bassa voce, scuotendo appena la testolina ammantata di rosei ciuffi, mentre continua a guardarla alternando lo sguardo tra la composizione di sabbia e la sua creatrice. <Non posso obiettare> A proposito di Gaara, stringendosi nelle spalle. Gesticola appena con la mandritta quand'è pronta per aggiungere la conseguenza delle parole altrui. <tuttavia, anche noi konohani veneriamo Hashirama definendolo quasi una divinità, ma ciò non implica esserne... così... ecco.> Fa roteare la mano nell'aria come se non trovasse delle parole idonee da usare nel contesto. Le palpebre si spalancano di getto quando la capra afferra quel mochi... e il costrutto s'avvicina poi alle labbra di Kore. <No, ti prego... Per tutti i Kami...> Borbotta, arretrando leggermente sullo sgabello - come se la cosa non la costringesse, a momenti, a cader di chiappe al suolo. <Senti, facciamo che ti lascio anche quel mochi, mh?> Ormai presa alla sprovvista, tira fuori dalla tasca delle banconote arrotolate, lasciando sul bancone il necessario per pagare la propria consumazione. Ha visto troppo. Vuole soltanto andarsene. <...ci si vede.> Forse, mai più. Magari la prossima volta senza capre moleste...? [ Exit ]

Un incontro normale in quel di Ichiraku volge in argomenti... bizzarri: capre.