Strascichi

Free

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14:02 Furaya:
 Deve scappare da quelle quattro mura prima che possa impazzire. Deve riuscire a trovare una soluzione. Deve cercare di capire fin dove Shizuka voglia spingersi. L'unica altra cosa che può fare al momento, oltre a trovare delle ipotetiche valvole di sfogo, è rintracciare la figura del bombarolo in qualche maniera. Avvicinarsi al quartiere notturno potrebbe essere più difficile del previsto considerata la sua faccia piuttosto famosa al tempo. <...> Cammina. Cerca di mantenere un passo lento e leggero, evitando quel suo solito passo marziale. D'altronde, non era abituata ad altro. La schiena è ben diritta, gli occhi fissi attenti davanti a sé mentre percorre il sentiero principale circondato da ciliegi in fiore, oltre ad esser parzialmente illuminato dal sole pomeridiano. Indossa uno yukata dalla stoffa nera, disseminato di petali di ciliegio rosa. La cintura in vita è d'un rosa leggero che ne avvolge i fianchi e la vita. Oltre ad esser pieno di fiori come se volesse portar lei stessa la primavera, è abbastanza caldo da proteggerla dalle intemperie odierne. E' privata della katana ch'era solita portarsi dietro poiché l'incontro con Fenrir dopo dieci anni non è stato certo rose e fiori. Per difendersi dall'altrui furia, l'arma bianca è andata praticamente distrutta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri, dalla suola spessa in gomma ed un tacco quadrato che la eleva per qualche altro centimetro. Sono piuttosto comodi invero, inoltre la slanciano quindi ha preso due piccioni con una fava. Sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Un pendaglio raffigurante il ventaglio del Clan Uchiha è costantemente presente al collo della donna, mai rimosso per ragione alcuna. <...> Un altro - ennesimo - sospiro. Sente come se una parte di sé fosse stata strappata via con forza e come se non avesse potuto far nulla per evitarlo, neanche reagire. [ Chk On ]

14:17 Shiroichi:
  [Sotto un ciliegio] Onigiri nella mano destra e libro sulla storia di Konoha nella mano sinistra, così si presenta il giovane Nara mentre sotto un albero di ciliegio è intento a fare uno spuntino e ad acculturarsi su vicende che vista la sua giovane età sembrano distanti anni luce. Un pantaloncino militare con parecchie tasche con sopra una fibbia-coprifronte con lo stemma della foglia, ai piedi dei sandali da ninja classici e a coprire la parte superiore una maglietta chiara con ricamati sia sulla schiena sia sulle maniche il simbolo della famiglia Nara, il suo clan. Non si accorge ancora della donna dai capelli rosei che passa poco distante da lui intento com'è nella lettura, la bocca aperta mentre si avvicina alle labbra l'onigiri, mangia quasi in trance, se gli dessero un pezzo di cartone probabilmente ora come ora non se ne accorgerebbe. Sta leggendo il paragrafo della storia di Konoha dell'invasione di Orochimaru e della conseguente morte del terzo hokage, si lascia sfuggire un commento ad alta voce <Il terzo Hokage è dovuto morire per sigillare parte dei poteri del saggio, ci fosse stato un Nara probabilmente sarebbe riuscito a bloccare Orochimaru quel tanto che bastava per permettere all'Hokage di sfruttare un'altra tecnica non letale> Il commento è freddo, quasi stesse analizzando delle tattiche di combattimento come ai tempi dell'accademia, ma il giovane non sa ancora che la guerra, quella vera, è diversa rispetto ai libri di scuola e alle partite di Shogi, come è altrettanto ignaro che a pochi passi da lui si trovi proprio un' ex-hokage e Nara. <Quanta fiducia nelle persone ci vuole per tornare ad essere alleati dopo il tradimento di Suna...> si domanda ragionando sugli eventi successivi al tentato colpo di stato di Orochimaru mentre deglutisce l'onigiri.

14:37 Furaya:
 Il di lei incedere si mantiene lento, come se non avesse fretta alcuna di raggiungere un luogo prestabilito. D'altronde, non ha un luogo da raggiungere che possa definire adatto alla propria psiche e al proprio passato. Scosta distrattamente con un soffio una ciocca di capelli rosati dalla faccia, aiutandosi successivamente con la destrorsa tenendo conto che ormai quei capelli ribelli hanno superato la zona lombare. <Hm?> Sente qualcuno parlare a poca distanza, forse seduto s'una panchina? O sotto uno dei tanti ciliegi che popolano quel bosco ormai fiorito? Il caldo che i raggi solari emanano non sembra darle particolare fastidio a prescindere dallo yukata indossato, forse merito della tempra accresciuta dall'utilizzo dell'innata lavica a discapito di quella d'ombra. Il di lei passo dunque viene indirizzato proprio in tal direzione, spinta dalle conoscenze storiche che questi sta pronunciando ad alta voce, pronta ad intervenire qualora abbia l'ardire di pronunciar sciocche parole nei propri confronti - è questo ciò che pensa ormai la gente di lei, una tiranna che ha optato per far cadere Konoha anziché difenderla ad ogni costo, nonostante fosse scesa sul campo di battaglia proprio con quell'intenzione. <Non basta la fiducia> Esordisce di punto in bianco, sbucando all'improvviso dal sentiero, smettendo di seguirlo e addentrandosi nell'erba dei prati in cui i ciliegi giacciono e crescono. <a volte, devi scendere a compromessi.> Incrocia le braccia al petto, stringendosi nelle spalle come se avesse appena pronunciato la sacra verità assoluta e le orecchie che la stanno ascoltando dovessero subitaneamente osannarla. <A questo punto, ti chiedo: quanta fiducia nelle persone ci vuole per tornare ad essere alleati con Oto?> Perché è l'ultimo villaggio ad essere caduto nelle mani d'un traditore, gestito esclusivamente da questo e dalla sua banda di mukenin. Oto s'è ribellata al Kage e all'Alleanza. Ma invero ci sarebbe da aggiungere un villaggio alla volta a quella frase e domandarsi come diamine hanno fatto a sopravvivere per così tanto tempo prima che giungessero le chimere a decretare chi fosse superfluo e chi abbastanza forte da essere usato come batteria. [ Chk On ]

Furaya tira un D100

Furaya tira un D100 e fa 22

Attendete il fato

In quel giorno soleggiato in cui il mondo vive la sua vita tranquillo e senza particolari pericoli, due figure parlano nel bosco dei ciliegi. Furaya Nara udendo un commento di Shiroichi va nell'immediato a commentare, il che è tutto sensato quanto perfetto. Nel corso della storia i villaggi si sono alleati e traditi tante di quelle volte da non bastare una mano; prima Suna, anni e anni dopo Oto, Kiri persino è arrivata a tradire le alleanze stipulate. Il corso della vita prevede questo ma quando il destino si mette in mezzo, non c'è nulla da fare, bisogna piegarsi ed in quel momento, mentre i due pongono i rispettivi commenti, passa di li un signore anziano sulla settantina di anni. Stempiato e con un bastone, ode a sua volta le parole della ex Decima Hokage rivolte al ragazzino. Si ferma il vecchietto ad un metro da lei ponendo su entrambi il suo sguardo; quegli occhi azzurri sono impregnata da rabbia e tristezza, bagnati talmente tanto da essere in procinto di lasciar sgorgare le lacrime <E quanta fiducia ci vuole per lasciar tornare quella che aveva giurato di difenderci e invece ci ha portati alla rovina?> il suono della voce è tremolante, rabbioso, attacca la Nara con tutte le sue forze, seppur solamente via verbo <Quanta faccia tosta ci vuole a ripresentarsi qui, figlia di Ryota Nara? Tu e tuo padre siete stati una piaga per il nostro villaggio> quanto rancore, quanto odio nella voce. Sputa a terra ai piedi di Furaya pur senza colpirglieli, senza toccarli ma è simbolico il disprezzo nei di lei confronti <Stavamo meglio senza di te. 10 anni di pace e ora sei tornata, questo vuol dire che Kagegakure sprofonderà nel caos e nella distruzione> volgendo poi lo sguardo al ragazzo, a Shiroichi <Stalle lontano, non parlarle, non darle fiducia. Non la merita, la sua è una famiglia di assassini> ultime le parole pronunciate prima di andarsene, di abbandonare quel luogo mentre una lacrime discende sul di lui viso ricadendo al suolo. [ONE SHOT][Continuate pure <3]

15:12 Shiroichi:
  [Sotto un ciliegio] Il Nara viene distolto dal suo pensare ad alta voce quando sente qualcuno rispondere ad una domanda che non credeva nemmeno di aver posto ad alta voce. Alza lo sguardo e vede una bellissima donna in yukata dai capelli rosati, sembra quasi uno spirito di quella foresta di ciliegi che tanto è frequentata in questo periodo dell'anno. <Ma scendere a compromessi in questo modo non vuol dire prestare il fianco ad un eventuale tradimento?> chiede con una luce negli occhi che gli brillano nel parlare di argomenti tanto seri e complessi per un ragazzino della sua età anche per quanto curioso e appassionato di storia sia. <Non ho la risposta signora> si ferma un secondo <credo che molto dipenda da una chiara valutazione di vantaggi e svantaggi che una decisione può portare.> dice con un'innocenza che ha dell'incredibile <A volte non si può vincere in toto e bisogna accontentarsi di una sorta di...> si ferma <pareggio?> Guarda negli occhi della donna poi continua <comunque la mia domanda credo fosse più etica che effettivamente pratica, sto vaneggiando, non ne so molto di queste cose sono uscito da poco dall'accademia> dice ridacchiando lievemente imbarazzato e sminuendosi, dopotutto la curiosità non necessariamente porta alla sapienza. Improvvisamente un signore anziano si intromette nella conversazione; sulle prime il ragazzino non capisce cosa il vecchio intenda con il suo parlare astioso e rancoroso, poi quando nomina i Nara fa il collegamento e si rende conto che la donna in yukata non è altri che l'ex decima Hokage. Strabuzza gli occhi inizialmente incapace di parlare, ma quando il vecchio sputa in terra è come se il ragazzo si ridestasse da un sonno profondissimo e con una freddezza nella voce che non gli si addice risponde al vecchio <E lei chi è per dire questo se non un vecchio rancoroso. Tutti criticano senza sapere tutti i fatti, senza sapere che magari una decisione per quanto sofferta era l'unica possibile. Lei è qui perché kagegakure è stata creata sulla base di quei sacrifici di ninja e di persone come lei e me era presente nella stanza della decima-sama quando si è trovata coinvolta negli avvenimenti che hanno poi portato alla caduta di Konoha? Perché se non era lì non ha diritto di criticare le decisioni altrui che l'hanno comunque portata a vivere una vecchiaia serena.> Sbuffa, probabilmente gli è salito un po' troppo sangue al cervello e avrà confuso avvenimenti, ma nella sua testa quello che ha detto è sacrosanto. <Inoltre, se lei è davvero la decima hokage è parte della mia famiglia, e le garantisco che sia io che i miei genitori ci impegniamo moltissimo perché lei possa vivere la sua vecchiaia in sicurezza. Si ricordi che ognuno ha fatto e farà scelte nella sua vita di cui più avanti ci pentiremo, non per questo dobbiamo essere biasimati o odiati per questo> mentre pronuncia queste parole il ragazzino si avvicina passo dopo passo al vecchio fino quasi ad andargli contro a brutto muso finché egli, impassibile, decide di andarsene. Non sopporta chi sputa sentenze e attacca persone a caso, soprattutto non chi lo fa in questo modo. Si gira verso Furaya e la guarda. <Mi dispiace> dice semplicemente.

10:55 Furaya:
 Non è una buona giornata tanto meno lei è dell'umore giusto per affrontare diatribe del genere. Dunque, incanala una buona - generosa - dose d'energia. Respira, divarica i polmoni e la cassa toracica per accoglierne quanto più possibile. L'espressione sorpresa permane fissa sul di lei volto mentre gli occhi chiari fissano l'interlocutore - il vecchio, in questo caso. /Fiducia/ ed è una stilettata al petto - a destra. /Rovina/ ed è una stilettata sullo sterno. /Figlia di Ryota Nara/ è un pugno nello stomaco che le fa svuotare di getto i polmoni dall'aria accumulata in precedenza. Ciò che ha sempre desiderato è NON essere in NESSUN modo ricordata come FIGLIA di Ryota Nara, provando a comportarsi in maniera OPPOSTA al genitore che ha scatenato una delle guerre più cruente della storia - dopo quella delle chimere di fronte alla quale impallidirebbe anche quell'uomo pregno d'orgoglio e d'alterigia. <Eppure se io non fossi tornata, non ci sarebbe stato nessuno ai portoni di Kiri in grado di fronteggiare la minaccia delle chimere.> L'unica frase che riesce a pronunciare è questa, poiché altre parole sarebbero enormemente superflue. Di solito, avrebbe risposto, si sarebbe opposta, avrebbe fatto prevalere la sua sicurezza e il suo orgoglio. Ma a che pro? L'anziano ha vissuto quelle battaglie, evidentemente riesce a ricordarsene talmente tanto bene da saper proprio dove andare a parare. Rammenta alla perfezione la vita passata tra le mura konohane sotto il comando della Decima Hokage che, di fondo, non s'è comportata molto bene rispetto ai predecessori. Deve dargliene atto, ma ciò non implica che si trovi concorde con quanto pronunciato dall'anziano. Il karma è come se avesse lavorato per andarle contro, nonostante cercasse esclusivamente d'attaccare bottone con un ragazzo che studia storia - e lei ha fatto parte di quella dannata storia! <Il fatto che mio padre fosse un assassino non implica che l'intero clan Nara lo fosse! Ho combattuto contro mio padre. Se ricorda quanto detto, vuol dire che rammenta anche quell'accaduto.> E all'epoca non era neppure Hokage, era una Consigliera. Dunque, non aveva tutto questo gran potere decisionale sulla popolazione, tanto meno poteva decidere di comandare. Tuttavia, ha sempre - s e m p r e - combattuto affinché nessuno potesse paragonarla a suo padre. Fa male. Quelle parole non le scivoleranno addosso tanto facilmente. Torneranno a farsi sentire quando sarà da sola e avrà orecchie soltanto per esse. Non arresta il vecchio, piuttosto l'attenzione volge immediatamente nei confronti di Shiroichi che, a differenza dell'anziano, la difende a spada tratta. Nessuno lo farebbe per lei tra le mura di Kagegakure. Nessuno si sognerebbe mai di mettersi dalla sua parte essendo malvista dall'intero villaggio delle Ombre. E' così paradossale, poi, che fosse un membro illustre del clan... delle Ombre. <...> Gli occhi languidi s'alternano tra lui e l'uomo giunto ad interrompere quel pomeriggio già disastroso per la donna. Porta una mano alle labbra, abbastanza da coprirle e fa una smorfia. Non sopporta il fatto di tacere. Non può però obiettare. Sa che è vero. Quel che l'anziano ha professato purtroppo ha un fondo di verità: ha fatto scelte sbagliate. S'è lasciata abbindolare da un terrorista, ha lasciato che una faccia del Monte dei Volti venisse distrutta soltanto per cercare di tener unita l'Alleanza con la /paura/. Qualora tornasse indietro... oh, rifarebbe tutto in un altro modo, nonostante questo metodo stesse persino funzionando. Non serve fiducia - serve un capro espiatorio, un nemico comune che riesca a tenere tutti uniti. Ad esempio: le chimere. Per la vecchia Alleanza, un bombarolo terrorista. Stende l'altra mano in avanti per cercare di raggiungere la spalla di Shoirichi. Vi s'aggrappa, stringe leggermente la presa così da attirare il di lui sguardo. <Non ne vale la pena. Devi usare i fatti per dimostrare al prossimo come sei realmente. Le parole hanno smesso d'avere effetto ormai da tanto tempo.> E' un dettaglio che s'è stampata in testa ormai da tanto, troppo tempo. Ed è anche per questo che ha deciso di tenere quella sorta di discussione pubblica in piazza. Perché deve dimostrare. Le parole non basteranno, ma mettersi a nudo davanti agli altri, dimostrare che ha difeso il portone di Kiri dalla minaccia... beh, sarà un inizio. <Qual è il tuo nome? Hai detto che sei un Nara.> Assottiglia lo sguardo, curiosa. [ Chk On ]

11:12 Shiroichi:
  [Sotto un ciliegio] Il vecchio non presta nemmeno orecchie alle sue parole e questa cosa lo manda ai pazzi; digrigna i denti <Il fatto è che lui è vivo e al sicuro e molti non hanno avuto questa fortuna,non dovrebbe perdere tempo a serbare rancore, si crea solo altra discordia in questo modo> dice con una voce che sembra quasi il soffiare di un gatto mentre ha ancora puntato lo sguardo verso il vecchio che si allontana. Si volge poi verso la donna e china il capo sia per la tristezza di quella scena sia per rispetto nei suoi confronti <Sì, sono un Nara, Judahime-sama> usa l'onorifico anche se, proprio come dimostrato dal vecchio, probabilmente quasi nessuno nel villaggio lo userebbe nei suoi confronti. <Mi chiamo Shiroichi, sono figlio di Takumi e Shouko> risponde con gentilezza mentre osserva la donna che ha ancora un velo d'ombra negli occhi a causa di quelle parole, ma che al momento sembra lasciare posto alla curiosità sull'entità del ragazzo. <Mi dispiace essermi intromesso> dice scusandosi implicitamente per il suo scatto d'ira che non solo non da torto alle parole del vecchio e anzi, semmai dimostra il contrario, ma anche perché non si ritiene in grado di poter perorare la causa della donna visto le conoscenze parziali che ha della storia da lui citata. <Ho ancora un paio di onigiri, le andrebbero?> chiede provando a cambiare discorso e indicandole il piccolo contenitore che fin'ora era rimasto nascosto vicino alla radice del ciliegio.

11:38 Furaya:
 Vorrebbe sparire. Non è il prototipo della giornata migliore che potesse aspettarsi. E pensare ch'era uscita di casa per evitare d'affrontare problemi peggiori, trovandosene comunque altri addosso da dover in qualche modo smorzare. <E' anche vero, però, che molti sono deceduti a causa di quella guerra.> Deve far notare l'ovvio perché purtroppo ci sono stati vinti e vincitori. Lascia cader ambedue le mani - sia quella portata per indulgere Shiroichi a smettere e sia l'altra che ne copriva la bocca e la smorfia. <Rivangare il passato non è la cosa migliore da fare, tuttavia ci sono delle conseguenze da considerare e delle quali dovrò prendere atto finché respiro.> Mette ulteriormente in chiaro, avvicinandosi ad una delle panchine che rasentano il sentiero che dapprima stava percorrendo. <Ti va se ci sediamo?> Non è che le stanno tremando le gambe, ma la discussione col vecchio ha drenato le ultime energie che aveva in serbo. E' un fascio di nervi, potrebbe esplodere da un momento all'altro, ma è così brava a nascondere le emozioni che non sarà difficile erigere una nuova armatura. Una nuova maschera. Forse più forte, d'un materiale ancora più resistente. Oppure erigi una statua in grado di sostenere tutte le cattiverie del mondo, tutte le ingiurie e gli abbandoni. Il male universale. <Penso d'aver sentito il nome dei tuoi genitori da qualche parte. Ma è passato così tanto tempo.> Da non ricordare più tutti i membri del clan, sarebbe improponibile. Molti di loro sono sicuramente morti durante la guerra, altri hanno probabilmente deciso di non averci neppure a che fare nonostante fosse lei a guidarli. <Pensi di potermi procurare un incontro con il vostro Capo Clan attuale?> La domanda sorge d'impeto, senz'alcuna ragione, ma è comunque qualcosa che avrebbe dovuto fare presto o tardi e reputa che sia il momento di mettersi in marcia. Deve sobbarcarsi di queste problematiche e risolverle anziché lasciare che crescano, che aumentino e vadano peggiorando la sua condizione. <Mi ha fatto passare l'appetito.> Riferendosi al vecchio di poc'anzi, pertanto rifiuta l'invito al cibo con un cenno di diniego del capo e della dritta. Ne attende un responso per la panchina prima di potercisi effettivamente avviare. [ Chk On ]

11:55 Shiroichi:
  [Sotto un ciliegio] <Certo, sono morte tante persone, ma non è detto che se aveste agito diversamente ne sarebbero morte di meno...> dice d'impeto senza riflettere sul fatto che probabilmente la donna si è immaginata gli scenari alternativi ai fatti accaduti per l'equivalente dell'intera vita di Shiroichi. Annuisce quando la donna gli chiede di andarsi a sedere su una panchina poco distante; va a prendere il contenitore vicino alle radici e segue la donna alla panchina. <Probabilmente hanno combattuto con voi> sottolinea il CON in contrapposizione con un eventuale PER a indicare che i suoi genitori hanno sempre detto di aver combattuto con l'hokage, non per l'hokage; quanto effettivamente fossero vicini alla donna non lo sa, ma non è quello l'importante. <Non ho molta influenza nel clan ad essere onesto, non ho ancora nemmeno imparato a controllare la mia ombra...> dice imbarazzato <...Ma chiederò sicuramente ai miei genitori di intercedere per voi, Judahime-sama> sorride gentile, sperando davvero di riuscire a fare qualcosa per aiutare la donna. Attende che la donna si sieda per poi imitarla sedendosi al suo fianco. È incuriosito dalla donna, dalla sua storia ma soprattutto al momento è incuriosito da cosa vuole dire al Capoclan. <Se vuole posso lasciarglieli, sono veramente buoni e io ne ho portati via fin troppi> ridacchia imbarazzato. Non sa proprio che dire, non ha mai incontrato una persona che era stata tanto importante e non sa bene quale sia il limite a ciò che può dire e che non può dire quindi dice la prima stupidaggine che gli viene in mente <Le sta veramente bene lo yukata> E QUESTA SAREBBE UNA COSA DA POTER DIRE AD UN HOKAGE?! TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?!

13:29 Furaya:
 La visione dell'altro lato è senza dubbio fondamentale, difatti ascolta attentamente quel che Shiroichi afferma circa la possibilità che ci sarebbero state le stesse ed identiche morti. <Ci fingevamo delle divinità> Asserisce nei di lui riguardi, abbassando per un attimo lo sguardo verso il suolo. <eravamo così forti da distruggere villaggi interi> Nessuno può negare che fossero veramente forti. Ninja leggendari delle Cinque Grandi Terre che coesistevano, ma che spesso finivano con il farsi la guerra. E non a caso, la Judai è stata contenta quando, dopo dieci anni, affrontando una chimera ha faticato un po' più del normale. Si è sentita nuovamente una mortale che può migliorare sé stessa per essere forte, ha trovato finalmente qualcuno che potesse tenerle testa. <e siamo stati ripagati con la giusta moneta.> Villaggi distrutti e privati della loro vera forza, riducendosi ad essere una copia dell'originale fatta male o a morire in battaglia. Una degna morte per un guerriero sarebbe stata questa, ma il Finto Dio nutriva altri piani per la rosata. <Combatterono molte persone sotto il mio comando e per il mio volere, ma non posso ringraziare o pregare ognuno di loro. Sono morti o sopravvissuti come guerrieri.> Può chinare il capo. Nient'altro. Può portare loro rispetto, ma non s'inginocchierà. Deve dimostrare coi fatti che tiene ancora alla sua terra, deve dimostrare con il proprio volere che riuscirà nuovamente a dare vita al villaggio della Foglia nonostante le speranze siano vane. Dimostrerà che le chimere possono essere perseguitate e distrutte una volta per tutte, prima che continuino a disseminare terrore e panico sino a raggiungere le mura di Kagegakure e ripetere la strage. Ed è un peccato che il villaggio delle Ombre questo non lo capisca. <Ti ringrazio.> E' già un passo avanti visto e considerato come sua cugina non sia in grado d'avere una funzione simile, oltre al fatto d'essersi chiusa tra le quattro mura di casa permettendo esclusivamente a Senshi di veder sua madre e frequentare le persone che vuole frequentare. Non riesce ad avere un rapporto con Tachiko che sarebbe stata il cardine per far storie al Capo Clan. Sedutasi a sua volta, inchina leggermente la schiena in avanti come se il peso del mondo intero la stesse schiacciando verso il basso e le causasse non poco spiacere. <Oh no, ma non preoccuparti! Davvero, sono a posto così.> Nonostante tutto, dimostra ancora d'avere un briciolo d'educazione, di non sfruttare chiunque abbia davanti per raggiungere il suo scopo ultimo. D'altronde, non ci si può fidare di nessuno, ma è pur sempre meglio averli affianco così da poterli controllare meglio. <Uh?> Abbassa lo sguardo verso lo yukata che indossa. <Grazie?> Si ringraziano i complimenti, no? [ Chk On ]

13:45 Shiroichi:
  [Panchina] <E per questo tutti i villaggi hanno pagato, no? La foglia, il Suono e tutti gli altri, non sono altro che le ombre di ciò che erano. Continuare a covare rancore a che altro serve?> chiede in modo retorico tanto da non lasciare il tempo alla donna di rispondere <Voi, come anche gli altri ninja leggendari avete perso, questo è un fatto e il vostro onore sicuramente vi farà ribollire il sangue, a che altro serve inveire a quel modo?> domanda, stavolta aspettandosi una risposta. <Siete stata una leader, non ci si aspetta che una leader conosca ogni singolo nome dei suoi sottoposti, o sbaglio? Non fatevene un cruccio> Fosse semplice Shiro...
Il ragazzino fa una lieve alzata di spalle al rifiuto della donna nel prendere gli onigiri <Va bene> sorride. Solo dopo il ringraziamento di lei si rende conto di cosa ha detto alla donna; la consapevolezza lo fa diventare rosso in volto, nemmeno avesse mangiato il peperoncino più piccante sul pianeta. Resta in silenzio un paio di minuti per poi riprendersi e chiedere con circospezione <So che non sono affari miei e che non siete tenuta a rispondere, e sono consapevole della mia impudenza, ma volevo chiedervi... Di cosa volete parlare con il capo clan?> Ha lo sguardo puntato verso la donna ben consapevole che potrebbe arrivare un rimbrotto da parte sua; di solito le alte sfere fanno così dopotutto quando i ragazzini fanno domande che non competono loro, no?

14:05 Furaya:
 E' innegabile che, per quanto si possa odiare qualcuno, ci sarà sempre la controparte che aiuterà chi viene odiato. Ed è un bene perché ciò significa che ci sono persone in grado d'ascoltare e di pensare con la propria testa, vedendo la situazione dal punto di vista della razionalità. <Sei uno dei pochi che riesce a guardare in faccia noi ninja del passato senza darci la colpa per qualcosa.> Di base, è vero che è colpa dei ninja se le guerre si sono succedute col passare delle epoche portando esclusivamente a morti una dopo l'altra. E' pur vero che la pace si sarebbe potuta trovare con qualunque altro mezzo, ma nessuno ha mai voluto ascoltare la Judai - soprannominata tra l'altro Tiranno della Pace proprio per questa ragione - perché troppo stupida per capire. <Serve a loro per accusare qualcuno per quanto perso. Se non fossero in grado d'accusare qualcuno, non smetterebbero di vivere nel rimpianto.> L'unica spiegazione logica che si riesce a dare è questa che gli ha esposto. Non riesce a trovare altre parole, non ne troverebbe neanche sforzandosi più del necessario o spremendo le meningi: perché è /questo/. E' così che la gente ragiona. E' più facile prendersela con loro che con la divinità che ha deciso di riprendersi tutto ciò che reputava d'aver donato nelle mani sbagliate. <Mi impegnerò a conoscere ogni singolo nome per erigere un monumento funebre di nome e di fatto quando ricostruiremo Konoha.> Gli rivolge un'occhiata di sottecchi che non nasconde - non riuscirebbe - tutta la serietà che ha messo anche nelle parole appena pronunciate. Lo farà davvero perché quando si mette in testa qualcosa difficilmente poi abbandona l'idea. E' un po' come quando è stata minacciata d'entrare nella Yugure o avrebbe dovuto formare un esercito. E ha formato l'esercito perché non ha ceduto. Per quanto riguarda l'argomento del Capo Clan, si stringe nelle spalle. Va poggiandosi contro lo schienale e distende le gambe. Lo sguardo sfiora i petali di ciliegio sopra di sé. <Voglio che mia figlia possa vivere nel Quartiere. Con o senza di me. Ma che la mia presenza non implichi un deterrente anche per lei.> Normalità. Almeno questo per una bambina innocente che non deve in nessun modo sobbarcarsi i problemi del genitore - come fece la Judai prima di lei. [ Chk On ]

14:23 Shiroichi:
  [Panchina] Sorride per quello che reputa un complimento <Sarete anche stati ninja leggendari, ma non eravate da soli, non è giusto addossarvi tutte le colpe> dice molto semplicemente quasi fosse la cosa più scontata del mondo; certe volte si stupisce di come ragionino gli adulti, quando hanno combattuto hanno scelto di farlo, non sono stati obbligati,non possono prendersela con il capo solo perché la battaglia è stata persa. <Sa... quando all'accademia ci hanno spiegato il funzionamento delle missioni e come le squadre sono composte ci è stato anche spiegato che bisogna avere fiducia nel proprio leader... Io penso che le cose non cambino né quando cambiano le dimensioni della squadra, tipo un esercito, né quando cambiano i gradi, tipo un Hokage. I ninja della foglia hanno avuto fiducia in voi, ma la vostra sconfitta non implica che voi non foste nel giusto, ma anche se lo foste stata, quelli che hanno combattuto al vostro fianco credevano nella causa per la quale combattevate e solo perché avete perso non è giusto lasciar ricadere la colpa solo sul leader... ma sicuramente lei le sa e non c'è bisogno che l'ultimo dei genin venga a rimarcare l'ovvio> sorride tranquillamente mentre si gode una leggera brezza di vento che sembra quasi voler alleggerire l'aria che si è venuta a creare con questi discorsi. <Quando ricostruirete Konoha... spero di essere al vostro servizio quando questo accadrà> Va bene che i suoi genitori gli hanno detto che si combatte sempre CON qualcuno e non PER qualcuno, ma diamine sta parlando con il decimo hokage, un minimo di rispetto, mica poteva dire "spero di essere al vostro fianco" sarebbe suonato un tantino presuntuoso. Quasi è deluso dal sentire il motivo per il quale la donna vuole parlare con il Capo clan, ma una madre è pur sempre una madre, ci sta che abbia anche questo tipo di preoccupazioni <Farò il possibile per farvi avere un incontro> dice risoluto e con un sorriso che spera appaia rassicurante alla donna.

15:04 Furaya:
 Non riesce a controbattere alle parole di Shiroichi. In effetti, è ciò che si sarebbe detta per coprire quel che ha fatto. Non si sente in dovere d'aggiungere altro poiché basta che possa sentirsi capita. Un lento movimento del capo necessario ad annuire è la risposta che gli viene concessa dalla rosata. Non troverebbe parole adatte, non riuscirebbe ad argomentare oltre. <...> E' naturale che possa sentirsi in colpa a causa di quant'accaduto ed il fatto che la gente la accusi continuamente non l'aiuta affatto, anzi incentiva quella sua condizione che di base è quel che vogliono. S'interessa all'argomento successivo, rivolgendogli l'attenzione e lo sguardo. <Ho certamente fatto degli errori di valutazione, d'altro canto non ci aspettavamo neanche che il Finto Dio ci attaccasse mentre ci scontravamo tra di noi.> Ed è stato qui l'errore di valutazione perché un buon stratega avrebbe per l'appunto sfruttato QUELLA SITUAZIONE. Certo, sarebbe stato un colpo basso, ma qualcun altro l'avrebbe definito lampo di genio. <Anche l'ultimo dei Genin può avere parola s'è in grado di farlo.> Deve avere il giusto temperamento, non deve lasciarsi abbattere dai pregiudizi del suo grado e quanto ne consegue. Ma può assolutamente (e deve) dire la propria. E' una scuola di pensiero che la Nara perseguiva molto. <Se nessuno te lo impedirà, volentieri.> Lascia fuoriuscire una piccola risata d'accompagnamento alla frase, quasi cercasse di stemperare il momento e la crudezza dei discorsi finora affrontati. <Io sono sicura di voler combattere per un futuro migliore e non voglio che mia figlia cresca dentro delle mura e non possa mai vedere il mare.> La reference - PERDONATEMI - era un po' d'obbligo! Però è coerente sicché all'interno di Kagegakure si ha una cascata e qualche laghetto sparso qui e lì. Oltre ad Ame che galleggia sull'acqua. Shiroichi sembra anche risoluto nel pronunciarsi certo che riuscirà a farle avere un incontro. Le labbra sfuggono al suo controllo e alla sua armatura, arcuandosi verso l'alto in un piccolo sorriso divertito. <Ti ringrazio.> L'educazione - prima di tutto. Un po' come quando ha messo Konoha prima di sua figlia, ma questo è un altro discorso ch'è meglio non tirare troppo fuori. [ Chk On ]

15:22 Shiroichi:
  [Panchina] Il ragazzo si sente sollevato dall'espressione rivoltagli dalla donna e sorride quando gli dice che è giusto che anche lui dica la sua <Allora farò in modo di avere sempre qualcosa di intelligente da dire> ridacchia in risposta, glissando palesemente sull'errore di valutazione della decima hokage, ci pensa già da sola a fustigarsi aiutata dai vecchi bacucchi che stanno più di là che di qua, per sentire il bisogno di rincarare la dose. <Più che impedirmelo, credo sarebbe più corretto dire, se potrò esserle utile, un ragazzino che non è nemmeno in grado di usare le tecniche peculiari del proprio clan in una battaglia per la ricostruzione della foglia non serve a molto> dice con tono severo nei suoi stessi confronti, deve impegnarsi di più nell'allenamento pratico invece di passare il suo tempo libero solo sulla teoria. <Un futuro migliore è ciò che chiunque si augura, spero solo che voi troviate dei sostenitori migliori dell'ultima volta che non vi rinfaccino un'eventuale sconfitta> dice diretto, non è una critica nei confronti della donna, ma potrebbe risultare una presa in giro a voler essere maliziosi, mentre lui semplicemente spera che non le ricapiti rivivere ciò che sta già vivendo. <Ci mancherebbe altro, non è giusto che il vostro stigma ricada anche su vostra figlia... Perdonatemi però la domanda sciocca; come mai preferite che vostra figlia viva nel quartiere del clan piuttosto che con voi, soprattutto considerando che potrebbero accettare il suo trasferimento ma non necessariamente il vostro?> nella sua mente non c'è un motivo valido, dopotutto se dovesse trattarsi dell'apprendere le tecniche del clan chi meglio dell'ex capo clan potrebbe insegnarle? Inoltre potrebbe anche correre il rischio che sua figlia le venga messa contro dalle malelingue nei suoi confronti.

15:46 Furaya:
 L'altro d'altronde reputa di non essere abbastanza idoneo a causa della mancanza, nel suo repertorio, delle tecniche peculiari del Clan. <Una volta che sarai riuscito ad attivare l'innata per la prima volta, le altre tecniche verranno col tempo. Tutto può essere appreso.> A meno che non si sia del tutto negati. Un esempio sono i full Taijutser totalmente incapaci di sfruttare le arti magiche o illusorie, ma quello è un discorso differente. L'importante è che non s'arrenda e che tenti il tutto per tutto per diventare quel che vuol essere davvero. Le parole d'un Kage fanno sicuramente il loro effetto, a patto che si creda in quella figura, tuttavia al tempo stesso bisogna impegnarsi da sé per riuscire nell'obiettivo. <Lo spero anch'io.> Anche se non cambierebbe mai la gente di Konoha per nessun altro, è ancorché vero che, pur riuscendo a ristabilire il vecchio status di villaggio, non è detto che la gente decida di tornarvi nella sua totalità. Potrebbero anche sentirsi maggiormente sicuri all'interno delle mura e non fuori. La domanda finale che le viene rivolta ha senso, tuttavia ha anche una sua risposta. Si prende come al solito il suo tempo per riuscire a dargliela in maniera esaustiva. <Perché è in grado d'usare la Kagemane> E' questo il punto. <quindi, per discendenza e per la padronanza dell'Ombra, è ingiusto che non possa vivere tra le mura del Quartiere esclusivamente per le mie colpe. Quindi, che non accettino me, ma che possano accettare lei.> E' questo ciò che vuole. E' questione d'orgoglio e testardaggine ormai, specialmente se la mette su questo piano e da questo punto di vista. Resterà volentieri a parlottare con Shiroichi del più e del meno, magari anche di qualche accenno storico che riguardi il Clan o i Villaggi in generale. E soltanto in seguito lo saluterà per ritornare sui suoi passi sentendosi un poco più sollevata, ma togliendosi pian piano quei coltellacci dalla schiena per riuscire a far risanare nuovamente le ferite riaperte. [ EXIT ]

16:02 Shiroichi:
  [Panchina] Ascolta con attenzione le parole dell'hokage annuendo di tanto in tanto; gli infondono coraggio e voglia di non mollare, anzi di allenarsi con ancora più dedizione di prima <Grazie mille, aiuta sentirselo dire da qualcun'altro, ma soprattutto da qualcuno come voi> dice con tono calmo ma con una punta di allegria. Dopotutto per essere la sua prima chiacchierata con un membro di spicco della società ninja poteva andargli molto peggio, e avrebbe potuto dire anche cose molto più stupide, mannaggia allo yukata <Ho capito> dice semplicemente il ragazzo alla spiegazione sul perché voglia che la figlia cresca nel quartiere del clan, è più che logico il pensiero della donna; è proprio vero, una madre è pur sempre una madre, e le madri mettono sempre l'interesse dei figli prima del loro. <Ne parlerò stasera stessa con i miei e li tartasserò fino a che non saprò che ha avuto il suo incontro; e quando sua figlia verrà a vivere da noi farò in modo che nessuno le rinfacci la sua parentela> dice tranquillamente. Resterà poi a chiacchierare del più e del meno con la donna apprendendo quanto più possibile dalle sue parole ed ascoltando interessato anche gli accenni storici del Clan e dei villaggi essendo certo che tutte queste nozioni gli saranno utili per essere un ninja migliore. Una volta che le strade dei due si saranno separate il Nara se ne andrà dritto nel quartiere dedicato al clan nel settore di Konoha per parlare con i suoi genitori del suo incontro odierno e chiedere che venga trasmessa la sua richiesta al capo clan, sperando al contempo che magari accetteranno non solo di far vivere la figlia nel quartiere, ma addirittura di accettare lì anche la madre in modo da non farle vivere separate. [Exit]

Shiroichi è seduto sotto un albero a leggere un libro di storia ad alta voce, attirando una vecchia carcassa ambulante come Furaya. Nel parlare di vicende andate, un anziano avvisa Shiroichi di allontanarsi da un'assassina come lei, di non starla a sentire. Contrariamente, il giovane la difende e restano al bosco dei Ciliegi a parlottare.