[ Ingresso OMM ] Psycho Med

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21:50 Reykas:
  [Ospedale] Sono passati anni da quando è stato rinchiuso nel reparto di Psichiatria dell'Ospedale di Konoha. Ha seguito le diverse terapie che gli hanno dato ma il dolore e la disperazione, per essere impazzito ed aver ucciso o almeno ha provato ad uccidere una civile ed un compagno di missione sono ancora visibili sul volto del Nara. Si presenta come un ragazzo di ventisette anni, alto e robusto con i capelli mossi, lunghi e blu elettrico, lo stesso colore dei suoi occhi ed una barba incolta e brizzolata. I suoi indumenti sono un paio di pantaloni lunghi di colore beige, una camicia a maniche corte azzurra e delle semplici scarpe chiuse nere. Il coprifronte è legato, tramite una fascia arancione, al braccio sinistro. Al collo un ciondolo in legno che rappresenta il suo clan d'appartenenza: Nara. Sul fianco destro tiene un portakunai e shuriken dove all'interno vi sono un kunai e due shuriken mentre sul fianco sinistro tiene un portaoggetti dove all'interno vi è un tonico recupero chakra, un tonico curativo, un fuuda con il tronchetto da sostituzione ed anche un filo di nylon. Nelle mani tiene il suo nuovo telefonino, comprato da poche settimane e pian piano si sta abituando ad utilizzarlo <Si, sto facendo la cosa giusta> dice mentre si dirige verso l'ingresso dell'ospedale, a pochi metri da lui. Fa un piccolo sospiro quando varca la porta, dando una rapida occhiata all'ingresso, controllando anche dove si trova la reception, avviandosi verso quella postazione <Buona sera, son Reykas Nara e vorrei parlare con chi comanda per poter studiare le arti mediche> esclama con tono gentile ed educato, quasi sforzandosi, ritornando in silenzio. [Equipaggiamento: portakunai e shuriken-> un kunai e due shuriken - portaoggetti-> un tonico recupero chakra, un tonico curativo, un fuuda con il tronchetto da sostituzione ed un filo di nylon]

Notte ormai scesa da qualche ora in quel di Kagegakure, cielo sgombro da qualsivoglia nube palesando il firmamento. Teatro quest’oggi è il settore konohano, nella fattispecie l’ospedale nel quale un Nara a casaccio si sta dirigendo. L’ingresso è preceduto da un paio di scalini, aventi una rampa laterale per permettere l’ingresso facilitato a lettini e sedie a rotelle. Una spiovente tettoia li copre perlopiù, così da essere protetti anche in caso di pioggia. Dall’esterno, è possibile contare almeno cinque piani formanti l’intero edificio, con tanto di finestre per ogni piano e per ogni stanza – nonché per laboratori e ambulatori. Una volta all’interno, superata la porta scorrevole a vetro dell’ingresso, è possibile accedere alla hall e alla reception. Sulla sinistra, contro una parete, son disposte delle sedute per chi è in attesa del pronto soccorso o per delle visite specifiche. Sulla destra, letteralmente opposta alle sedute, oltre ad un orologio che ticchetta l’ora con scarsa euforia, v’è anche una macchinetta del caffè ed una di merendine. Affianco ad esse, s’apre uno dei primi corridoi che portano agli ambulatori più in basso: stanze per le radiografie e per le tac nella fattispecie. Sempre sul lato di destra, ma nell’angolino frontale alla porta d’entrata, v’è un banco semicircolare color panna. Dietro quest’ultimo, una giovane infermiera dai capelli ricci e neri raccolti in una piccola coda in alto; indossa un completo bianco con tanto di tesserino sul pettorale sinistro raffigurante il suo badge. Sta armeggiando col computer, una scatola nera dallo schermo sottile. Direttamente parallelo all’ingresso, un ulteriore corridoio porta altrove – verso delle stanze e verso gli ascensori, nonché le scale che portano al piano superiore. Le pareti son d’un verde vivo che pare dare un pugno nell’occhio a chiunque le guardi in maniera eccessiva e per troppo tempo. Nonostante l’ora, v’è un andirivieni di gente che, tutto sommato, non è neppure esagerato. Qualche dottore si prepara al turno di notte, vestito del camice bianco e della divisa bluastra, prendendo un caffè con un collega. Le luci al neon son accese e, sul corridoio di destra, una lampeggia intermittente. Gli occhi della donna s'alzano in concomitanza con l'arrivo di Reykas, aggrottando le sopracciglia con espressione dubbia. <Perché venite sempre a quest'ora?> Scuote la testa, cliccando un tasto dell'interfono per recapitare un messaggio a qualcuno di ben preciso, portando la cornetta all'orecchio manco. Attende che il telefono dall'altro lato squilli, che all'altro capo alzino la cornetta e che lei possa dunque espletare l'urgenza del momento. <No, sembra una serata tranquilla> La sentirà pronunciare a quel telefono. <se mi fa parlare glielo dico> Tamburella con le dita sulla scrivania, alzando gli occhi al cielo e facendoli roteare - segno d'impazienza. <dott-- direttò-- sì, c'è un tizio che vorrebbe studiare arti mediche.> Silenzio. Fa sì con la testa e mugugna. <Gliel'ho detto anch'io che è l'orario peggiore. Va bene, sì.> Gli indica il corridoio sulla destra. <Terza porta sulla sinistra.> Senza ulteriori spiegazioni. Ottimo. [ Ingresso OMM ]

22:21 Reykas:
 Le luci serali iniziano a comparire e il Nara ha deciso proprio di proposito di dirigersi in Ospedale proprio ora, anche perché prima aveva altro da fare. Sembra essere abbastanza tranquillo come turno lavorativo, dando delle lunghe occhiate per TENTARE di memorizzare al meglio il posto, contando di preciso le sedute in sala e anche dove si trova di preciso l'orologio, così come le macchinette dei drink e degli snack. Ogni piccolo dettaglio potrebbe essere utile mentre il colore delle pareti, di quel verde vivo, sembra infastidirlo, infatti fa una smorfia con le labbra ascoltando poi le parole dell'infermiera <Senta, non mi interessa se gli altri vengono o meno a quest'ora. Non devo dare nessuna spiegazione e penso che per ampliare le nostre conoscenze, non ci sia un orario ben preciso. Potrebbe essere anche notte fonda oppure l'ora di pranzo o l'alba. Se uno ha voglia di imparare, impara sempre> annuisce un paio di volte, convinto di ciò che ha detto. Nota che la donna parla con l'interfono e dopo qualche istante gli viene indicato la stanza dove andare <Grazie> dice secco e serio, incrociando le braccia al petto, dirigendosi dove gli è stato detto di andare, PROVANDO a controllare come sono le porte, se hanno qualche targhetta all'esterno o qualche maniglia particolare. Ecco che dopo qualche secondo, bussa alla terza porta sulla sinistra e solo quando riceve il permesso per entrare, lo farà, presentandosi a chi di dovere con <Buona sera, mi chiamo Reykas Nara e la ringrazio per il tempo che mi sta dedicando> vuol comportarsi in maniera più educata possibile per quel colloquio di lavoro. [Equipaggiamento: portakunai e shuriken-> un kunai e due shuriken - portaoggetti-> un tonico recupero chakra, un tonico curativo, un fuuda con il tronchetto da sostituzione ed un filo di nylon]

La ragazza dai capelli neri fissa l'interlocutore, quando questi le rivolge una quasi ramanzina, con espressione preoccupata. Che sia ammattito di colpo? Ma adesso una non può neanche lamentarsi in santa pace d'aver a che fare con gente che si presenta ad orari improponibili? <Neanche a me interessa che voglia tu abbia, se di imparare qualcosa di nuovo o scolarti un litro di vodka mentre guardi l'ennesimo paziente morire durante il turno di notte.> Borbotta con fare evidentemente spazientito e strafottente, incurante che il direttore sia tre stanze più lontano e possa mettere a repentaglio la sua posizione con un innocuo insetto spia - tipo una mosca. Sì, probabilmente lascia vivere i suoi dipendenti nell'ansia più totale. Non servono neanche telecamere, tutto sommato. Quando il Nara s'avvierà nel corridoio, potrà notare una targhetta - sulla terza porta sulla sinistra, come anticipato - con la dicitura 'Kenshi Aburame - Direttore Sanitario'. Le altre due porte recitano: 'vietato l'ingresso ai non addetti' e 'ambulatorio'. Bussa alla porta dell'ufficio, la cui voce del suo occupante recita un atono: <Entra pure.> Quando Reykas sarà all'interno della stanza, potrà notare la semplicità dell'ufficio. Bianco, asfissiato dal disinfettante con attestati vari sulle pareti recanti il nome del direttore. Inoltre, sulla sinistra, son esposti quadri raffiguranti i ventricoli del cuore e l'anatomia umana in generale, il flusso del sangue nel corpo. Sul lato opposto, come a voler vedere i due caratteri opposti della stessa persona, vi son degli insetti imbalsamati e racchiusi nella sua teca: cervi volanti e farfalle, perlopiù. Sulla scrivania bianca, invece, oltre ad un laptop, svariati documenti e altre cianfrusaglie necessarie a svolgere quell'incarico infausto, prendono posto delle piccole pietre d'ambra. Qualora vi si guardasse all'interno, non sarebbe innaturale trovarci altri insetti quali scarafaggi - o tali somiglianze. Invece, per quanto riguarda il datore di lavoro... Un giovane dall’aria sbarazzina, capelli bianchi e lecca lecca in un angolo della bocca, del quale è visibile solo lo stecchino, siede dietro la scrivania con tanto di stetoscopio attorno al collo e camice bianco. Le mani son infilate nelle rispettive tasche del camice, mentre sulla targhetta posta al di sopra petto è visibile la dicitura “Direttore Sanitario – Medico Cardiologo: Kenshi Aburame”. Gli occhi chiari son arrossati, sbadigliando sgraziatamente. E’ soltanto or visibile la caramella rossastra dal forte odore di fragola che aleggia attorno alla propria figura, raggiungendo le nari del ragazzo. <Accomodati pure e dimmi tutto.> Gli indica una delle due sedie poste nei suoi pressi. [ Kenshi Aburame: https://i.pinimg.com/236x/e1/21/f2/e121f21abe62af7830be64fa98bda3bd.jpg ][ Ingresso OMM ]

23:13 Reykas:
 <Già il semplice fatto che lei beva vodka invece che del rum dice tutto ed inoltre il bere alcool durante l'orario di servizio non penso sia permesso> a meno che sia imboscato in qualche stanza o in qualche laboratorio e nessuno potrà vederti e farti la ramanzina ma son dettagli. Da un'ultima occhiata in direzione della donna seduta alla reception, incamminandosi verso la porta dove lo aspetta il Direttore Sanitario, facendo un ghignetto quando legge la targhetta vietato l'ingresso ai non addetti'. Si da una rapida sistemata ai capelli prima di entrare nella stanza. CERCHEREBBE di acquisire più dettagli possibili, dando delle rapide occhiate ai diversi attestati appesi al muro, così come ai quadri raffiguranti i venticoli del cuore e altre parti dell'anatomia umana <Interessante. Lei quindi è specializzato in Cardiologia anche se io son più interessato alla Psichiatria> premette prima di iniziare il suo discorso, soffermandosi adesso sulla persona che si trova d'avanti, leggendone il nome <Dottor Kenshi Aburame, la ringrazio ancora una volta per questo prezioso incontro per me> ancora una volta, sentendo il forte odore alla fragola, prima di accomodarsi nella sedia alla sua destra <Non so se ha sentito della mia storia ma meglio che sia io stesso a raccontarla> visto che è lui il protagonista <Molti anni fa, prima di Kagekagure, ero un Chuunin del Villaggio della Foglia> oltre che fidanzato dell'allora Decimo Hokage ma meglio non specificarlo <Ero stato promosso da poco e mi avevano assegnato una missione di livello C, insieme ad un altro membro del mio stesso clan> fa una piccola pausa. Il tempo di leccarsi le labbra con la punta della lingua. Un tic o un vizio nervoso? Non è dato saperlo <Il nostro compito era catturare una prigioniera ubriaca, la quale si era rinchiusa dentro un negozio di liquori. Sembrava stava andando tutto per il meglio prima di> adesso le mani si stringono a pugno, quasi in maniera invontaria <impazzire. Son stato attaccato da delle molotov costruite dalla fuggitiva, i quali mi hanno bruciato parte dei miei vestiti e corpo e lì mi son riaffiorati dei ricordi brutti. Avevo in mente di uccidere la prigioniera e ho tentato anche di eliminare il mio compagno di missione. Era come se il mio corpo e la mia mente si fossero distaccati dalla realtà. Come se avessi solo quell'obiettivo, a costo della mia stessa vita> fa un piccolo sospiro, gettando aria dalle narici, come un toro in una corrida <Son stato bloccato dagli Auror e portato in Ospedale. Son stato rinchiuso nel reparto di Psichiatria per tre lunghi anni, facendo della terapia e dei colloqui con gli esperti, fino a quando non ho avuto il permesso di uscire. Son tornato dall'Hokage e ho abbandonato la mia carriera da shinobi, vivendo in una campagna, facendo una vita umile, coltivando il terreno> lo sguardo e la sua attenzione è rivolta al medico, continuando con il suo racconto <Fino a quando è successo la guerra. Ho deciso di ritornare alla mia vecchia vita e ho pensato anche a cosa è meglio per me e per gli altri. Ho deciso di venire in questo luogo per imparare le arti mediche ed anche per ricercare una cura per le malattie mentali, nello specifico nelle allucinazioni e nei ricordi spiacevoli che indeboliscono i ninja> ritorna in silenzio, cedendo parola all'altro. Cosa succederà adesso? [Equipaggiamento: portakunai e shuriken-> un kunai e due shuriken - portaoggetti-> un tonico recupero chakra, un tonico curativo, un fuuda con il tronchetto da sostituzione ed un filo di nylon]

La donna fissa l'interlocutore oltre il bancone aggrottando le sopracciglia e strabuzzando gli occhi successivamente. <Vada via, per piacere, che non ho tempo da perdere con lei.> Agita la mandritta totalmente infastidita dalla risposta piccata che il signorino qui presente le ha dato. Spera soltanto che se ne vada dalle scatole il prima possibile, così diventerà un problema del direttore e non suo. Arrivato nell'ufficio, quest'ultimo s'appresta ad alzarsi in piedi per accoglierlo, chinando in avanti il busto affinché possa salutarlo - come educazione stabilisce. <Psichiatria? E perché ne sei interessato?> La domanda gli sorge spontanea a causa del parlare altrui, andando a riprendere posto sulla poltroncina nera mentre indica al Nara le sedie libere davanti alla scrivania dove sarà per lui possibile prendere posto. <Difficile aver sentito la tua storia, Reykas-san. Se ancorché si trattasse di dieci anni fa soltanto, ero un ragazzino.> Si stringe nelle spalle, mostrando un piccolo sorrisetto mentre si rigira tra le labbra il lecca lecca che si stava pregustando già prima che il Nara intervenisse nella sua routine notturna. Lo lascia parlare. Di tanto in tanto, alza un sopracciglio; altre volte, si limita ad annuire con un lento movimento del capo. <...> Tentenna leggermente, si massaggia il mento con la mancina, tenendo le braccia incrociate. Pondera bene cosa dirgli, anche perché gli ha rivelato una fedina penale neanche troppo pulita. <Mi hai appena rivelato d'essere stato detenuto in reparto per via d'una tua instabilità emotiva che potrebbe, dunque, ripresentarsi in situazioni di forte stress.> L'espressione attenta è divenuta oltremodo seria, soffermandosi di fatto sull'altrui espressione, così da valutare attentamente ogni sua reazione. <Vuol dire che io dovrei concederti la fiducia sul 'nulla di fatto', ANZI rischierei persino di mettere a repentaglio i miei pazienti. Comprendo che siano passati anni, ma chi mi garantisce che tu non abbia nuovamente un episodio violento del genere? Dovrai essere costantemente affiancato> Nel primo periodo, sarebbe anche normale considerando che dovranno insegnargli e spiegargli come si comporta un buon medico, come opera e quant'altro. Per non parlare della necessità d'una pazienza infinita con alcuni pazienti, uno stomaco forte per sopportare le viscere altrui di fuori e il sangue, la morte. <ed io vorrei una garanzia se deciderò di assumerti. A prescindere che tu voglia poi trovare una cura per determinate malattie, siamo un centro pieno di risorse come lo era la vecchia Kusa. Questa è la sede centrale, ma potresti lavorare anche nel settore konohano. E per lavorare, intendo dire che non avrai tutto a disposizione soltanto perché auspichi a delle ricerche e a degli obiettivi.> Glielo mette per iscritto, gli concede di sapere tutte le perplessità che son passate nella testa dell'Aburame non appena Reykas ha iniziato a straparlare - forse un po' troppo. [ Ingresso Omm ]

22:34 Reykas:
 Il ragazzo è concentrato sulla figura del Direttore Sanitario, visto che ha mandato a quel paese la donna che sta lavorando alla reception ma senza essere diretto. Si trova seduto proprio di fronte a lui e si prende qualche secondo di tempo per poter rispondere, con tono gentile ed educato in questo modo <Comprendo comprendo> fa un lungo sospiro, appoggiando le mani sulle sue ginocchia mentre lo sguardo è fisso sull'Aburame dicendogli <No. Le prometto che son guarito, anche perché quando son uscito dall'Ospedale, son andato a trovare la fu Decima Hokage: Furaya Nara> nonchè sua fiamma amorosa ai tempi e chissà se in futuro potranno ritornare insieme <Lei mi ha concesso di ritornare a lavorare come shinobi, cosa che ho fatto per alcuni mesi prima di abbandonare per vivere una vita più semplice> annuisce un paio di volte, facendo su e giù con la testa <Ah, ero anche sorvegliato da alcuni Anbu, quindi non ho fatto nessuna cazz> si blocca, facendo un mezzo sorriso <Danno. Volevo dire danno> ecco che adesso si prende qualche secondo di pausa per poter riflettere al meglio sulle sue successive parole <Si. Capisco le sue perplessità, come è giusto che ci siano, dopo aver ascoltato la mia storia e le prometto che posso affiancare da chi volete voi, iniziando anche da lavori più umili, a condizione che io possa imparare questo mestiere. Sopporterò tutto ciò che mi capiterà davanti ai miei occhi> che siano shinobi sfracellati o la morte stessa <Lavorerò anche nel settore Konohano ma datemi una possibilità> ecco che adesso ritorna in silenzio, cedendo parola al manipolatore d'insetti. [Equipaggiamento: portakunai e shuriken-> un kunai e due shuriken - portaoggetti-> un tonico recupero chakra, un tonico curativo, un fuuda con il tronchetto da sostituzione ed un filo di nylon]

Purtroppo - o per fortuna - Kenshi non è così giovane da non saper come reagire innanzi a delle futili promesse. Ognuno di loro è dovuto maturare quando, ormai undici anni prima, il mondo è crollato su sé stesso. Sospira pesantemente e lo lascia terminare prima di poter aggiungere il suo pensiero su quant'espresso dall'altro. Si schiarisce la voce, sistemandosi meglio sulla poltroncina. Unisce le mani davanti a sé, stendendo le braccia. <La Decima era anche quella che asseriva che l'Alleanza funzionasse alla perfezione, salvo poi ritrovarsi a fronteggiare Oto - dopo essere stata conquistata dalla Yugure senza che l'Alleanza intervenisse per tempo - esclusivamente con l'aiuto dell'Hasukage.> Fa spallucce, tanto per fargli capire il soggetto che lui ha usato come vantaggio. Storce appena le labbra, poiché non pare essere stato affatto convinto. D'altronde, avrebbe dovuto sapere che la Judai non conta più nulla a Kagegakure. <E non devo aggiungere che Konoha è caduta a causa delle sue mancanze.> Fa una nuova alzata di spalle, tanto per non farsi mancare mai un po' di gestualità da sommare alle parole. Va da sé che tutto ciò che viene proferito successivamente dal ragazzo non ha più alcun valore, nella fattispecie s'è fuori per buona condotta soltanto perché un Kage, dieci anni prima, ha detto che andava bene così. <Portami un certificato di salute mentale. Recati da Kan Sumi.> Che, per quanto sia un genetista, reputa che sia più qualificato di un Rasetsu, anche se quest'ultimo è in grado d'entrare nella testa delle persone. Shizuka è occupata con ben altro, quindi non vuole disturbarla ulteriormente. Gli altri medici hanno già dei reparti appositi da controllare. <Mi fido della sua parola e trovo che visitarti sia quanto più necessario possibile. Se e quando lui mi darà conferma che non avrai altri episodi simili, allora ti assumerò.> Quest'è quanto. S'alza di nuovo in piedi ed effettua un nuovo inchino. Gli rivolge un piccolo sorriso di cortesia - forse addirittura falso. Difficile dirlo. <Grazie per la tua candidatura.> Mormora in sua direzione, aspettando appunto che Reykas vada via e che adempia a quanto richiesto dal direttore sanitario il quale sembra essere anche abbastanza inamovibile. [ End, salvo altre domande o richieste da parte di Reykas ]

23:31 Reykas:
 Le sue non voglion essere solo parole ma anche fatti. Non parla a vanvera ma ha un obiettivo: diventare un genetista per poter fare ryo e sopratutto esperimenti. Alza il sopracciglio sinistro quando sente la prima parte dell'altro, rispondendogli con <Come detto, non so cosa sia la Yugure ma potrei informarmi e poi farmi una mia idea> scrolla le spalle <Non siamo qui per parlare di ciò che è successo anni addietro ma sul mio posto di lavoro in Ospedale> piccola pausa prima di poter continuare con <Andrò a cercare Kan Sumi per fare questo certificato medico> ecco che adesso si alza dalla sedia <A presto e grazie ancora una volta per il tempo che mi ha dedicato e a prescindere da tutto, è stata una piacevole serata> ecco che adesso, se non viene bloccato, esce fuori dalla stanza allontanandosi, dando poi una rapida occhiata alla postazione della Reception, per controllare se nel frattempo la donna ha terminato il turno o meno ma in completo silenzio, per poi infine uscire dall'Ospedale. Dove andrà adesso, non è dato saperlo. [SE END ANCHE PER ME]

[ Non è un ingresso ufficiale ]

Reykas si dirige in Ospedale per discutere con il Dirigente di una possibile assunzione.
Gli racconta della sua vicissitudine anni addietro con un disturbo mentale che l'ha tenuto in psichiatria per tre anni, la qual cosa stuzzica la curiosità del Dirigente, ma che non crea in questi la giusta base per assumerlo.
Il Nara dovrà reperire un certificato medico psichiatrico per mano di Kan Sumi.


Okay, sei stato coerente col tuo PG, ma anch'io dovevo essere coerente col PNG!
Dire che sei stato ricoverato in psichiatria per tre anni a causa di un raptus, purtroppo, per quanto coerente con Reykas, risultava essere incoerente con un'assunzione immediata.
Quale sano di mente - appunto(?) - avrebbe assunto Reykas senza aver prima la certezza che sia mentalmente stabile? v.v

No exp.