Sotto il sole

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con Akainu

10:45 Akainu:
  [Vicinanza] Un non bazzicante del distretto sunese si ritrova a girare nei pressi del Baazar dove l'appuntamento con la Sabaku è stato preso. Palese come sia un pesce fuor d'acqua guardandosi intorno alla continua ricerca di Kore evitando sguardi indiscreti, contatti fisici con le persone, in generale evitando di essere visto o additato seppur il proprio vestiario non passi inosservato. Il suo outfit rasenta il minimo indispensabile per non dar nell'occhio con una t-shirt bianca a maniche corte a ricoprire il busto lasciando intravedere un petto ustionato con carne viva esposta insieme alla totalità del collo, pantalone in pelle nera con cinta intorno alla vita ricolma di borchie sulla fibbia e scarponcini neri lucidati a dovere; a ridosso di tutto un cappotto leggero dal nero colore con maniche lunghe ricoprendo l'ennesima ustione, esso discende lungo tutta la figura del mostro fino a metà polpaccio ed un cappuccio è sollevato sul capo evitando, in tal modo, sguardi di puro disgusto ed impedendo ad esterni di notare troppo nel dettaglio quel viso martoriato. Il viso, ne vogliamo parlare? Tutta la mascella è ustionata, così come il contorno degli occhi mentre i capelli risultano corti, brizzolati e spettinati seppur ben nascosti da un semplice cappuccio. Nuovamente ha deciso di nascondersi, in pubblico lo preferisce, non ancora pronto per esibirsi al mondo con tutta la sicurezza necessaria, trova più comodo agire in tal maniera; manca ancora un dettaglio fondamentale per spingerlo a non aver timore dell'esterno, un particolare non da poco. La mano destra tiene su il ninjaphone scrutandone lo schermo ogni due minuti, non si sa mai, forse gli da buca, forse sta facendo ritardo mentre nella mano sinistra un banale cestino da pic nic con al suo interno tutto il necessario per poterlo svolgere al meglio tra cui cibo, bevande, piatte, bicchieri e posate di plastica ed una tovaglia. Consapevole che molte cose vengono portate anche dalla ragazza, averne una in più non fa male. In silenzio, posto all'ombra di un'abitazione nelle vicinanze, attende paziente.

10:54 Utente anonimo:
 Niente cestino, alla fine, in questo non si è lasciata convincere la Sabaku che porta un sacchetto platificato apparentemente pieno, ci sono infatti i due bento ed il telo scelto da Shizuka al suo interno. I pantaloni ha optato per tenere i propri, non si è fatta convincere nemmeno quello, l'unica differenza notabile ora che non c'è la larga casacca a coprirli è che siano a vita bassa sui lombi sporgenti se ne vede l'inizio come si vedono quelle quattro dita di pelle al di sotto dell'ombelico, ove la maglia beige si stringe in una fascia elastica, una maglietta che è composta da un solo uniforme pezzo di stoffa beige dal venre al collo dove si riannoda il tessuto, la schiena scoperta accoglie la sua Sunodeki il cui legaccio smeraldo si mostra dall'intreccio a passare lungo i fianchi della fennec come un abbraccio che poi poggia ben più visibile sulla spalla destra, ossuta quanto scoperta dalla maglietta che lasca intuire il formato senza tuttavia mostrare la schiena, ben occupata dalla sua giara. I suo mattone telefonico è al tascone destro, con due tonici curativi, al sinistro il suo Kunai ed in realtà quando giunge, difficile dire se abbia fatto i capelli o se abbia passato la notte sveglia a ribollire di vendetta e rabbia contro Samira, gli occhi sembrano cercare Akainu tra le figure in disparte, ciondolando, mentre la mano impasta il simbolo della capra, la mente visualizza quelle due sfere di terre e vento a vorticare in quella sabbiosa, quando la giara inizia a far sentire il suo peso e quella diventa una necessità.Per la cronaca, che abbia portato tutto Akainu è una gran fortuna perchè lei oltre alla tovaglia ed ai due bento con pollo teryaki, salmone tatami ed arancini di riso al tonno, ha dimenticato qualsiasi altra cosa possa essere minimamente utile. <Akainu!>Il braccio libero dalla busta èòastificata si solleva, non si sbraccia particolarmente, nessuno dei due ha avuto la bella idea di addentrarsi nella confusione pare, ma intende farsi notare {Chk on}

11:19 Akainu:
  [Vicinanza] Le verdi iridi tengono un basso profilo giochicchiando al telefono, in particolare con snake, una versione del tutto moderna dove usi i serpenti famosi della storia al posto della classica biscia. Il pollice si muove veloce a ridosso dello schermo con il chiacchiericcio dei passanti sempre incessante. Il baazar è un posto estremamente vivo, i sunesi si recano in massa a quel mercatino dove è presente ogni genere di cosa, antica e nuova, classica o moderna, appartenente alla cultura di Suna ed alla cultura generale; in una situazione normale avrebbe suscitato la sua curiosità ma l'idea di entrare in contatto con qualcuno, commerciante o semplice passante, non è un'idea che desidera rendere reale. Piccolo, una figura minuta rispetto alla mole della folla, sta passando facilmente inosservato ed è in quel caso che una voce va a richiamarne il nome. Difficile da riconoscere quando le voci si sovrappongono ma è alzando le verdi iridi che tra quel cumulo di persone nota la minuta Sabaku con una busta in mano ed uno stile leggermente diverso dal solito. Si stacca dalla parete dell'abitazione riponendo il cellulare nella tasca del pantalone incominciando a camminare, dirigersi verso essa districandosi tra le varie persone li presenti. Non chiede permesso, bensì le evita tutte come se stesse partecipando ad una gara di limbo. Veloce cerca di essere fino a giungere dinanzi a lei ad una distanza irrisoria. Il respiro, lievemente più affannato, non per il caldo o per la fatica ma per lei, dovuto a lei ed il cuore batte lievemente più veloce <Kore, ciao> leggero il sorriso manifesto sul volto del genin, un sorriso leggero, appena accennato <Stai bene, molto bene> guardandone il vestiario dall'alto verso il basso percorrendo le totali fattezze di lei <Fai strada?> non ha idea di dove voglia andare, in quel posto non sa muoversi, non sa cosa ci sia da quelle parti. Lasciar decidere a lui non è la cosa migliore da poter fare, anzi, potrebbe farli perdere in un nano secondo.

11:52 Utente anonimo:
 Sul suo mattoncino lei probabilmente di snake ha quello vecchio, unico ed inimitabile, non viene dal Bazar ma da fuori e malgrado l'appuntamento fosse al limitare Akainu sembra aver scelto un limitare non troppo effettivao cosicchè il suo avvicinamento rallenta, come se aspettasse sia l'altro ad uscire dal flusso di persone mentre il braccio sinistro si allenata. La giara fattasi leggera le permette quantomeno di non gravare di sudore la schiena seppur il clima variabile della giornata sia un non indifferente contributo.Gli occhi tondeggianti e dalle palpebre contornate di nero seguono la figura incappucciata di cui probabilmente deve aver riconosciuto posa e vestiti, finiscono per sbattere rapidamente un paio di tocchi accogliendo quel complimento con un iniziale silenzio. <è solo....una maglietta.> Si ma è da donna tanto per cominciare, che non sarebbe male. <Sono in ritardo? Ho disattivato tutte le sveglie del dormitorio, compresa la mia, stamattina alle otto Samira-chan aveva un provino per una pubblicità di...Non so cosa.> Ammette immediatamente dopo andando ad annuire, sì farà strada, e si aspetta che Akainu sia abbastanza visibile da allungargli la busta coi bento, a quanto pare lei ha la sua giara a cui pensare, quando la mano destra sotto i legacci si chiude per lassare l'oggetto gli occhi dal viso segnato di ustioni, dagli occhi verdi, scendono verso la mano sinistra dell'altro, allungando anche la propria libera non cerca solo di appioppargli il peso della sua busta, a quanto pare, cerca il contatto e lo cercherebbe tanto prolungato quanto sarebe la riluttanza di Akainu a suggerire una separazione non necessaria mentre il passo inizia a muoversi verso il bosco al limitare del Bazar, un bosco di ciliegi che la fa da confine alla riservatezza dei Sunesi. <Andiamo...Sai che ieri con il mio occhio ho guardato il sedere di uno della Shinsengumi?> No che non può saperlo, ma per qualche motivo la fretta di abbandonare il Bazar sembra reale e quell'informazione lasciata lì al suo passo spedito senza apparente motivo
{Chk ON}

13:30 Akainu:
  [Vicinanza] Solo una maglietta o meno, non interessa al genin le cui attenzioni e sguardi son per la Sabaku, nient'altro vien visto, non che voglia ovviamente. Meno sguardi incrocia, meglio sta, sempre stato così e sempre lo sarebbe stato. Avvicinatosi alla ragazza, continua a squadrarla abbastanza attentamente senza una piega mentre il dire di lei emerge nuovamente. In un brevissimo attimo le labbra si estendono in un leggerissimo sorriso impregnato di divertimento per una situazione che ha dell'assurdo, incredibile pensare ad una rivalità del genere, ad un odio scellerato per una compagna di stanza <Ancora con questa ragazza? Lasciala perdere, rovinarle la vita non risolve nulla, ti mette solo in una posizione di torto> molto pragmatico su questo ma ciò non toglie che, anche lui, avrebbe agito in modo simile se non più aggressivo ma questa non è la sede per parlarne. Vi è tempo per esplorare il carattere nascosto dell'Uchiha, adesso concentriamoci su questo lato. Verdi iridi abbassati alla volta della busta la quale viene presa con la mano sinistra, tenuta insieme al cestino, stretta in modo tale da non farla cadere ma è il gesto successivo a lasciarlo al quanto sorpreso. Inghiotte grumi interi di saliva scrutando la mano libera alla ricerca della propria, chiaro come l'acqua l'intenzione ma la soggezione giunge nuovamente a trovarlo, colpirlo con forza proprio per l'esposizione a cui deve essere sottoposto. Lento il moto del braccio, innalzato alla volta di Kore, le dita della destra si attorcigliano intorno alla mano di lei stringendola appena con poca forza, solo il giusto per starle vicino ed incamminarsi al confine con il bosco. Non una camminata lunga ma sotto il sole non è il massimo, faticosa e distruttiva eppure non fa una piega. Cammina silente al di lei fianco, mano nella mano fino a quando ella non esordisce cambiando totalmente argomento <Ah> unico commento a tale rivelazione, ha guardato un altro, l'ha spiato con quell'occhio <Perchè?> lecito quesito quando, all'improvviso altro gli viene in mente <E' per via di quel messaggio sul conoscere fratelli, ragazze piccole e cose simili?> leggera l'ansia in crescita mista ad un pizzico di gelosia perfettamente notabile.

13:46 Utente anonimo:
  [Verso Bosco] Alla più che giusta remora di Akainu affila lo sguardo qualche momento, è stavolta il suo di sorrisetto che si affila, sollevandosi leggermente e sghembo verso sinistra <Tanto è così stupida che ha pensato fosse mancata la luce...A tutti i cellulari del dormitorio della magione, pensa quanto devi essere co***one> Bisbiglia apparentemente soddisfatta di quella marachella veramente eccessiva quanto inutile che ha compromesso la mattinata a chiunque ma soprattutto a quella baldracca. Quell'espressione vittoriosa si cala più incerta alla mano di Akainu, come se dovesse assicurarsi che l'altro ne abbia colto le intenzioni e questo avviene, non senza remora notabile prima che le dita si ripieghino con fare morbido, accolta quella presa che sfiora appena il dorso ustionato della mano dell'Uchiha il passo smuove verso il bosco non distante, quello dei ciliegi, gli occhi rifuggono il profilo incappucciato di Akainu mentre lei non pare patire il sole, al contrario i pochi raggi sbiondiscono i capelli quasi bianchi di un riflesso desertico come quello dei suoi occhi. <Per caso...Il punto è che aveva una mutanda arcobaleno e mi sono avvicinata, sembrava divertente. Avevo mandato il mio occhio in giro per il bazar a cercare la maglietta, così non devo stare troppo in mezzo alla gente.> Non sembra rimarcabile quel concetto, nè degno di nota, il modo in cui ne racconta e per cui ha iniziato a sfruttare quel Jutsu ad ogni occasione sembra più mettere un punto verso l'altro in merito ai propri progressi, come se fosse quella la cosa importante di cui tenerlo aggiornato. Quando il capo si risolleva sul suo profilo quella domanda sembra cogliere la sua perplessità. <No...Certo che no.Quella è una cosa che riguarda te.> Che ne noti la gelosia non è cosa che può dirsi lapalissiana ma la mano sinistra viene sollevata cercando di portarsi appresso quella di Akainu. <Ti sto toccando no?> Come a doverglielo mostrare, in memoria ai messaggi della sera precedente, cercando l'attenzione della parte più occultata del viso, i suoi occhi, prima di riabbassarne e con essa anche riprendere la ricerca del percorso. Le fronde dei ciliegi iniziano a gettare ombra sul loro tardo mattino. <è da tanto che aspettavi?>Domanda nuovamente in merito al proprio ritardo come se fosse una colpa da dover dichiarare. <Non è lontano.> Sollevando la mano libera sulla direzione. <è una piccola conca circondata da un gruppo d'alberi più fitto.> Una cattiva disposizione quindi, che ha creato quasi una nicchia d'erba isolata. I rumori del Bazar iniziano a farsi distanti. {Chk 30}

14:06 Akainu:
  [Vicinanza] Impossibile non ridacchiare all'inveire di lei contro una compagna, dunque è questo che succede quando si hanno rapporti sociali. Non solo amichevoli ma anche di odio, strano come quell'esperienza gli manchi, come vorrebbe poter inveire pure lui invece di esser sempre e solamente un recluso <Beh, non è una cosa stupida. Da come parli, non credo lei sappia di avere la tua antipatia, di conseguenza non pensa ad una rappresaglia nei suoi confronti. E' facile dare la colpa ad altro ed un blackout è la cosa più probabile se tutte le sveglie smettono di funzionare, non trovi? Avere una trovata intelligente non vuol dire che altri siano stupidi> si insomma, non prende le parti di nessuno ma continua con il pragmatismo facendole pure un complimento non troppo velato ovviamente. Inspira ed espira <Continuo ad essere della mia opinione comunque> ovvero lasciarla perdere. In tutto ciò la mano di lei viene presa, non senza qualche remora, la stringe appena incamminandosi, avanzando passo dopo passo tenendo la distanza al minimo, standole più vicino possibile, anche quando un pizzico di gelosia emerge come sentimento del tutto nuovo. Mai una singola volta ha compreso la gelosia, mai provata o sentita eppure, adesso, sopraggiunge come un piccolo fulmine a colpirlo, in maniera inaspettata, senza essere stata richiesta. La giustificazione di tale sguardo al sedere di altri giunge e non può aspettarsi niente di meno dalla Sabaku la quale osserva tutti, perchè dovrebbe stupirsi <Wow, mutande arcobaleno...> allibito dalla descrizione ed evita possibili commenti in merito cercando di dimenticare quella visione ma, purtroppo, è impossibile, resterà per sempre legata a lui. Fortuna vuole che adesso si collega a qualcos'altro di ben più interessante e che lo riguarda <Allora puoi spiegarmela? Ieri non hai voluto ma oggi...oggi ti tocca, perchè quelle domande?> desidera sapere, brama la conoscenza e comprendere dove voglia andare a parare la giovane genin mentre ne stringe maggiormente la manina ora sollevata. Annuisce, semplice cenno del capo al contatto tra loro, qualcosa di estremamente raro <Non da molto, 10 minuti> molto poco tutto sommato mentre il vociare del baazar diviene sempre più lontano, simile ad un ricordo. La gente è piccola, il casino li sta abbandonando <Hai scelto un posto appartato> una vera e propria camporella per così dire, un luogo dove possono restare da soli.

14:23 Utente anonimo:
  [Verso Bosco] Al commento di Akainu ridacchia appena. <Come fai a non capire di avere il mio astio quando ti ho chiamata stupida scimmia?> Ottempera lasciando tuttavia rabboccare un sospiro. <Non importa. Hai ragione.> Realmente non importa probabilmente la sua tensione è ora unicamente devoluta a quell'incontro, allo sforzo di non stringere troppo le dita della mano sinistra e di tener per sè il battito accelerato ed ansioso. <Un tizio strano, sì> Commenta sulle mutande arcobaleno. <Però simpatico, un simpatico nudista.> Lo racconta con fare spicciolo, anche stavolta quello è un mero dato di fatto più che uno sviluppato interesse nel frattempo la nicchia ricreata dagli alberi inizia ad essere visibile, la mano cerca di sciogliersi da quella di Akainu per aggirarlo a ficcar ricerca nella sua busta della tovaglia scelta da Shizuka che sembra la stampa di un deserto ad onde. <Ho cercato di spieartela, è per la tua strana convinzione che la mia esperienza possa essere per te in qualche modo didattico. O quantomeno pratico rispetto alle tue bizzarre letture>Commenta scorciandolo di profilo prima di superare il banco di tronchi più fitto. <Ho scelto un posto appartato sì...> Gettando il telo e trattenendole con le dita solo due lembi lo stende, osservando la colorazione sabbiosa scelta dalla Kokketsu come se lei si dimostrasse tanto monotematica a tutti, beh lo è. Slaccia la fascia smeraldo della sua Sunodeki e con essa anche l'apporto del suo chackra viene meno quando la poggia delicatamente su un angolo della tovaglia appena stesa, per il momento non sembra necessitare di quel controllo, si prende cura della sua giara con dolcezza ed ogni motivo di tensione e controllo fisico sembra poter essere devoluto in altro. Abbandonata la giara è chiaro come la maglietta lasci la schiena nuda integralmente, e che non indossa una fascia quindi è più o men piatta di natura, oltre ad avere le scapole pronunciate dalla magrezza curva. <Così se vuoi abbassarti il cappuccio non dovrebbe vederti nessuno.> Dinoccola tornando a voltarsi nella sua direzione, osserva la mano occupata da Akainu come a controllare che effettivamente ha dimenticato tutto. <Se vuoi.> Specifica iniziando a sedersi sul bordo della tovaglia per togliersi gli scarponcini

14:39 Akainu:
  [Vicinanza] Alzate velocemente son le spalle, forse ha ragione lei o forse bisogna guardare la scena da un altro punto di vista, un'ulteriore, diverso rispetto a quanto ci si aspetta. Cessa di commentare non volendo far divenire quell'argomento il fulcro della giornata, anzi, preferisce avere una giornata quanto mai tranquilla e priva di pensieri piuttosto che doverne risolvere o pensare a qualcosa di diverso <Simpatico nudista?> ecco, parlando di problemi <Aveva le mutande o era nudo?> i dubbi si insinuano. Non può chiamarlo in quella maniera e poi non voler continuare, certamente il genin vuole comprendere le dinamiche di quell'incontro, non proprio da lasciare in secondo piano. Non ci resta su troppo tempo, ella ha la capacità di cambiare argomento come si cambiano le mutande andando a replicare, rispondere in maniera vaga al proprio dire <Si ma non comprende il nesso tra le due cose> non ci arriva, mentalmente tarato verso simili espedienti, va imboccato <In più, io scherzavo sull'esperienza, non mi avrai veramente preso sul serio?> un po' di ironia riesce a tirarla fuori via messaggio ma a quanto pare non in maniera così palese come vorrebbe dopotutto. Giungono nel posto prescelto al confine con il baazar e la foresta, appartato, lontano da tutti ed in pochissimo tempo restano da soli con Kore intenta a mettere una tovaglia per terra, sistemare il tutto per dare il via al pic nic. La tovaglia in questione è il riflesso di Suna, tinta unita simulando il mare di sabbia dei deserti, molto da sunese. Deglutisce restando in piedi qualche altro momento ad osservare la scena prima di esser preso in considerazione <Mh? Sicura sia solo per quello?> una domanda apparentemente innocente ma che può nascondere ben di più, essere molto più provocatoria o più depressa, tutto dipende da come la si vuole leggere. Smuove qualche passo adagiando il cestino sulla tovaglia tirando fuori piatti e posate di plastica, bicchieri e le varie pietanze tra cui dei takoyaki, la zuppa di rana, i dorayaki ed il suo cavallo di battaglia, piccione arrosto, una ricetta unica. Pranzo al ristorante? Poco ci manca ma non si può dire che il genin non si sia dato da fare per l'odierne giornata <Spero ti piacciano tutti, il piccione dovrebbe essere conto a puntino> difatti l'aspetto rasenta la perfezione, pelle croccante e ben cotta.

14:54 Utente anonimo:
 Inizia a sciegliersi i nodi delle scarpe con le gambe raccolte scompostamente. <Aveva so-lo, le mutande> Specifica. <Ed un grembiule con disegnata una donnina nuda che stava comprando.> Solleva gli occhi, da terra, verso Akainu alla questione del nesso. <Io ti prendo sempre sul serio Akainu.> Specifica quasi sillabando la cosa andando all'altra scarpa. <Il nesso è che quando hai un fratello di un paio d'anni più grande di te, all'età giusta è difficile farti qualcuno...Quando di anni ne hai diciassette e tuo fratello muore, tendenzialmente non ti interessa averne uno.> Dinoccola senza guardarlo fino a rannicchiare i piedi nudi sulla tovaglia, senza però aggiungere altro sull'argomento che riguarda la propria esperienza. <Anche per quello, non ho mai detto che fosse solo per quello no?> Risponde incrociando le gambe e sedendosi con fare composto, senza distrarsi dal fare di Akainu che intanto apparecchia da un cestino, che lei si è rifiutata di acquistare, ma cosa che la stranisce di più è la vista del piccione, che riesce a superare il suo interesse per i Takoyaki. <Sembra...> Buonissimo, la lingua per qualche momento sfiora il labbro superiore. <Ho fatto ufficialmente schifo con il mio bento, perchè hai portato tutto questo cibo?> Domanda allungandosi in avanti ma senza prenderlo davvero, quasi se aspettasse il permesso dell'altro per iniziare a mangiare e lo si vede dallo sguardo, ferino, cacciatore quanto attento, come se avesse un pelo irto lungo tutta la schiena quella creatura che lo sta palesemente fissando. <Ti posso almeno imboccare?> Visto che come componente femminile ha fatto cagare in tipo tutto, se non comprarsi una maglietta più carina solo per quell'incontro, la domanda sembra sfuggire al filtro mente-bocca

15:12 Akainu:
  [Vicinanza] Complice il loco appartato e privo di vita, si lascia andare ad una piccola risata fatta di pancia e di gusto, difficile vedere una simile scena ma Kore ce l'ha fatta e con poco pure. La gelosia ed ogni sentimento contrastante svanisce nell'immediato, quella scena basta ed avanza nell'alleviare il tutto in pochissimi attimi <Stranamente approvo il grembiule> perchè no dopotutto? <Specialmente il disegno> è un ragazzo in fin dei conti, ha gusti e desideri a sua volta, una maglia del genere suscita la qualunque in lui. Deglutisce ed inghiotte, essere preso costantemente sul serio non è il massimo, vuol dire dover dosare gli scherzi, comprendere quando poterli fare e quando invece tacere in favore di discorsi decisamente più seriosi del normale ma il discorso va a trasformarsi, la spiegazione prende piede e non quella immaginata o sperata. Capisce cosa voglia dire, capisce dove vuole andare a parare con tali frasi <Capisco> chinando il capo al basso. Non dice di dispiacersi ne di aver sbagliato ma ora capisce di aver osato troppo con le parole, forse trattenersi avrebbe giovato ad entrambi rendendo meno pesante la situazione. Le sorride ovviamente mentre sguaina il proprio arsenale tirando fuori la qualunque come una perfetta casalinga, non manca nulla su quella tovaglia, solamente loro intenti a mangiare, anche per quello manca decisamente poco <Se ti fa gola, assaggialo, voglio un parere esterno, non l'ho mai fatto provare a nessuno> una frase che, senza la presenza dell'arrosto, può essere fraintendibile ed ironica allo stesso tempo <Non so, fare bella figura suppongo> carezzandosi il collo e scompigliando i capelli. Lento il modo di agire togliendo il cappotto di dosso ed anche il cappuccio, si libera di un impedimento mostrando il proprio aspetto alla luce del sole, mostrandosi dinanzi alla Sabaku, le ustioni e le cicatrici fin troppo evidenti; il cappotto è adagiato sul suolo, si china portandosi sulla tovaglia dopo aver tolto gli scarponcini. I piedi nudi mostrano le medesime ustioni con solo le dita normali <Mh?> nell'udire quella frase un moto ironico sopraggiunge avvicinando le labbra alle altrui, provando a lasciare su di esse un piccolo bacio quanto veloce <Così?> chiedendo divertito per poi prendere le posate dalla tovaglia, chiaro come abbia voglia di serenità al momento.

15:25 Utente anonimo:
 Segue quella risatina in merito al grembiule e no, se ce lo stessimo chiedendo non ha compreso affatto quella gelosia, non per la sua esistenza o meno ma perchè lei la scena la ha ben presente e non c'è uomo, donna o bambino che non abbia guardato Nobu al mercato, non per forza con quell'interesse. Non commenterà oltre la questione del loro scambio di messaggi, e dei giornali di Akainu, un concetto che doveva chiarire e l'ha fatto ora può morire nell'imbarazzo come era nato. Eppure quando coglie invece un doppio senso che non c'è la lingua nuovamente saggia il labbro superiore. <Mi fai molta gola.> Ottempera aprendo la confezione del piccione e tagliando i pezzi troppo grandi per le bacchette, così da distrarre palesemente da lui lo sguardo. <Peso 45 kili Akainu, questa è più che bella figura, a meno che tu non voglia mangiarmi alla prossima festività e stia cercando di ingrassarmi.> Chioccia ridacchiando prima di rubare un pezzo di piccione per un assaggio rapido. Quando solleva gli occhi l'altro si è già tolto le scarpe, lei trattiene il piccione nella mano sinistra e le bacchette nella destra, ne percorre la svestigie di cui pur consapevole non ha voluto spiare come se avesse avuto timore di un suo cambio d'idea. è per quel breve bacio che si allunga appena in avanti, semplicemente accogliendolo. <Il parere esterno è che è tra le cose più buone che io abbia mai mangiato...E che i Kami ti hanno maledetto perchè non so cucinare quindi, no. Non così.> Impettisce sciogliendo le gambe per allungarsi nella sua direzione in ginocchio prendendo un altro pezzo del piccione tra le bacchette, solo che invece di portarlo alla propria bocca la avvicina a quella di Akainu. <Posa. Non costringermi a farti l'aeroplanino.> Dinoccola con uno sfottò palese poggiando il sedere contro i propri talloni.

15:35 Akainu:
  [Vicinanza] Senza parole, lievemente in imbarazzo alla confessione altrui china il capo al basso, le gote leggermente arrossate, non se l'aspettava, non in maniera così diretta ma più di tutti, non ci è per nulla abituato a simili effusioni. Deglutisce umettando ciò che resta delle labbra, le strofina tra loro per dar una parvenza di morbidezza sulla pelle rimasta <Dipende cosa intendi con mangiarti> può voler dire tutto e voler dire niente ma è chiaro che i significati siano più di uno <In quanto primo pic nic non so cosa bisogna portare e cosa, ne quanto portare. Sono andato ad intuito, alla fine è un pranzo, no?> pone dubbie e domande, capire se ha fatto bene, se si è comportato nel modo più giusto possibile o se ha esagerato. Mentre si spoglia, con una veloce occhiata l'osserva aprire il piccione, prenderne un pezzo e portarlo alle labbra per gustarlo, in tal lasso di tempo le ruba un bacio senza venire fermato. Le verdi iridi si illuminano, l'è piaciuto, è buono, è venuto bene, tutto quel lavoro ne è valso la pena in fin dei conti e non deve rimpiangere la sveglia presto per cucinarlo a dovere <Uno dei due doveva saperlo fare> sorridendo in maniera quanto più evidente possibile <I Kami con me devono divertirsi parecchio> un leggero velo oscuro si distende su quella frase, le ustioni, la famiglia, i traumi, la stessa presenza di Kore, tutti giochi da parte dei Kami per divertirsi alle sue spalle, sfruttare una vita per il loro diretto interesse nei confronti di un ragazzo, difatti, innocente e senza colpe apparenti. La vicinanza prende piede, il viso indietreggia appena, preso in contropiede dall'altrui richiesta, nonché dai modi di fare. Davvero desidera imboccarlo, trattarlo come un bambino e borbotta, si borbotta parole incomprensibili distogliendo un singolo momento lo sguardo prima di schiudere le labbra per permetterle di proseguire il di lei gioco <Va bene nonna> accetta succube di quella situazione, la punizione per aver cucinato qualcosa di tanto buono da farla sbiancare.

15:48 Utente anonimo:
 Nuovamente le labbra si tendono verso sinistra in alto, un sorriso sghembo alla questione del pranzo ed un'occhiata languida viene gettata all'esagerata quantità di cibo. <Vorrà dire che pranzeremo a lungo, tanto prima delle missioni abbiamo il giorno libero dagli allenamenti.> Si limita a commentare senza dar adito che la cosa le dia dispiacere, ha proposto quella giornata apposta evidentemente perchè voleva avere tutto il tempo possibile da trascorrere (?) è questo che dice il suo non detto eppure lo fa in maniera dichiarata riportandosi sul volto di Akainu, danzando con lo sguardo tra la pelle ustionata e quella rimasta sana. Non commenta sui Kami, si limita a passargli quel primo boccone ed ora che la posizione è comoda continuerà a farlo, prendendo un boccone per sè e dandone uno all'altro in un'alternanza continua e fin troppo equa che consente comunque ad entrambi di parlare. <Non ho mai imboccato nessuno, è divertente.> Ci dovrebbe essere anche della tenerezza in tutto ciò ma la Sabaku non sembra intenderla nè mettercela in maniera volontaria. <Ho allertato le mie spie comunque, non c'è una taglia sulla mia testa al dojo Uchiha.> Comunica di punto in bianco, del resto forse i pranzi servono a quello. <Ho un informatore affidabile.> Missioni di spionaggio di un certo rilievo, seppur gli occhi debbano alternarsi in continuazione dal cibo all'Uchiha. <Kombu sapeva cucinare, la sua specialità era un chirashi di maionese, alga, salmone, tonno, edamame e radici di soia essiccate e speziate.> Racconta di punto in bianco ancora una volta, sembra che stia misurando gli argomenti in relazione alla portata del pasto, tenendosi gli ultimi bocconi con lentezza in quell'alternare. <Perchè mi hai baciata Akainu? Io mi ossessiono...Con estrema facilità.> Il livore verso la coinquilina di camerata non dovrebbe essere che una prova. <Mi sarei limitata a guardarti, finchè non fossi andato via.> Tutti vanno via, a quanto pare, è una conclusione dalle note sin troppo certe. <L'avrei fatto in silenzio.> Mangiando avidamente l'ultimo boccone, segno che era buono davvero e riportando lo sguardo alle altre ciotole rimaste piene a cui accosta quella vuota. <Takoyaki o zuppa?> Un cambio argomento repentino che spiega la misurazione del cibo con le parole, quindi

16:06 Akainu:
  [Vicinanza] <Di cosa si tratta la missione? Io ancora non sono stato convocato a nessuna, mi fanno solamente allenare> nonostante sia un ninja non ha ancora preso parte a nessuna missione, difatti risulta inesperto persino in quel campo dove non può sfoggiare le proprie abilità in maniera alcuna <Però sto pensando di andare da un fabbro per farmi costruire una Katana, sto mettendo qualche soldo da parte per l'occasione solo che non ne conosco nessuno affidabile> di sicuro non ne conosce uno propenso a non guardarlo. Vuole un'arma fatta apposta per se, unica nel suo genere e decisamente personale su cui far affidamento. Ha cambiato argomento, si, intavolato i piani per il futuro. Non avendo preso parte a niente, ha tutto il tempo per allenarsi al meglio nell'uso di armi diversi. Il tutto accade mentre viene imboccato dalla Sabaku, prende i bocconi masticandoli uno dopo l'altro posando le verdi iridi nelle dorate altrui, gustandosi la propria creazione <Solitamente si imboccano i bambini, non gli adulti> scena al quanto tenera, l'Uchiha borbotta, sbiascia parole con la bocca piena e le guance gonfie, la mascella intenta a sbriciolare ogni singolo pezzo <Non avevo dubbi, nessun dojo metterebbe una taglia su qualcuno> ridacchiando affabile <Chi è?> incuriosito dall'identità di costui o costei, chi sta tradendo gli Uchiha per salvaguardarla? Chi è tanto pazzo? <Non mi piace la maionese, troppo pesante e mi da la nausea> ecco perchè quel piatto non l'avrebbe gradito molto. Il cibarsi continua senza sosta seppur in maniera lenta, almeno prima che sia lui stesso a bloccare il tutto alla luce di una domanda a tratti scomoda, a tratti necessaria. Inspira, espira, prende e rilascia aria dal naso e dai polmoni; se non avesse fatto nulla, probabilmente ora non sarebbero li e si, lui sarebbe andato avanti per la propria strada con lei a guardarlo da lontano, in silenzio <Perchè sei l'unica che mi ha capito, l'unica che può capire cosa provo e come ci si sente a vivere una vita difficile> comincia con quello <E perchè mi piaci, mi piaci davvero tanto. Più di quanto potessi credere o immaginare> non la guarda, abbassa lo sguardo <Quando il dolore è svanito pensavo di odiarti ma in realtà sono rimasto attratto da te, ti ho pensato e ho continuato a farlo nei giorni a seguire fino a quando non ho capito, grazie a quel bacio, di provare qualcosa> una spiegazione lunga, imbarazzata, fatta a voce bassa, per nulla aggraziata, anzi, va addirittura ad incepparsi <E..si, beh ecco...perchè vorrei un qualcosa...con te> chiara quanto ovvio riferimento ad una pseudo relazione ma non lo dice in maniera chiara, troppo impacciato per riuscirci e spera, spera vivamente che l'altra capisca. All'ultima domanda non sa rispondere, ancora preso alla sprovvista, impregnato di imbarazzo <Io...ehm...scegli tu> troppo preso dal discorso precedente per essere lucido il tanto che basta da scegliere qualcosa.

16:22 Utente anonimo:
 Alla domanda dell'altro sulla missione allarga un sorriso strano, teso e volpino, mostra tutti i denti. <Pedinare un tizio la cui moglie crede faccia le corna. Il mio occhio sbaraglierà tutto ne sono sicura.> Ha un vag ottimismo, culo vuole che abbia allenato molto il suo Jutsu per portarlo all'altezza di essere affidabile contro lo Sharingan ed ora debba pedinare qualcuno: cosa può andare storto? Scuote il capo qualche momento, alla questione della Katana. <Nemmeno io ne conosco...Ma potrai darle un nome.>Così sembra assai memore di ogni cosa si siano detti, per messaggio e di presenza, riprendendo quel loro allenamento al Bosco Oscuro. Liberatasi le mani temporeggia, sulla scelta del cibo, poichè intenta ad ascoltare l'altro e nel concepirne le difficoltà non lo interrompe, non ne reclama lo sguardo, guarda il suo profilo, scende lungo il braccio marchiato dalle fiamme, vi risale, ma non si muove, limitandosi all'ascolto. Alle ultime parole è tuttavia il suo turno di deglutire ed abbassare lo sguardo, non risponde, ha libera scelta e prende la zuppa di rana, cambiando le bacchette per il cucchiaio, scoperta la stessa continua ad usare la sinistra evidentemente non dominante per sollevare la ciotola e facendo il primo assaggio si assicura silenziosamente che non sia rovente, senza dire nulla. Prende il primo vero cucchiaio vero e cerca di avvicinarlo alle labbra dell'altro. <Non mi è mai piaciuto il verde, nemmeno le piante, odio le piante...Odio tutto quello che è verde.> Perchè non spararsela così? <Mi hai guardata al bosco, ed ho visto il colore più bello del mondo.> L'ha obbligata a guardarlo, parlando del potere oculare degli Uchiha. Shizuka l'ha confermato, cambieranno quegli occhi, ma il suo fare procede come prima, un boccone a testa, dovendo alternare le sue attenzioni visive. <Io ho provato il dolore delle tue ustioni...Ma le avrei volute toccare e conoscere lo stesso tutte. Ai tuoi occhi penso spesso quando non sono con te...> Un'altra comunicazione di ossessione che sembra gettata lì, come un mero dato di fatto, finchè non dovrà cambiare posata per la parte consistente della zuppa ovvero le cosce di anfibio. <Abbiamo qualcosa, per questo mi fa piacere imboccarti, non perchè sei un bambino...Anche se sì, lo sei.> Specifica cercandone lo sguardo.

16:42 Akainu:
  [Vicinanza] <In pratica devi fare ciò che ti riesce meglio> praticamente si, una missione fatta per lei sotto ogni singolo aspetto <La notizia deve essere giunta ai consiglieri ed ai Kage per assegnarti un simile compito> prendendola bonariamente in giro seppur in tali parole vi sia la verità. Le attitudini allo stalkeraggio sono ben note al genin, non mette in dubbio l'ottima riuscita della missione, quel tradimento non ha scampo, sarebbe venuto a galla in men che non si dica <Si dice che un'arma meriti il suo nome nel momento in cui compie un'impresa degna di nota> non solamente per essere personale e costruita sulla figura in questione <Ma si, un giorno spero di darle un nome in grado di riecheggiare ben oltre le mura di Kagegakure, un nome così temuto e alto da arrivare alle orecchie degli Uchiha...rendendoli fieri> essere parte di quel loro mondo, come può non volerlo? Sarebbe stato accettato un giorno, non ha dubbi su questo. Parla e spiega rispondendo alla sua domanda, un discorso assai complesso e difficile da non intavolare senza imbarazzo e senza dimostrarsi un ragazzino ed in quei momenti cala il silenzio con solamente la voce del genin ad espandersi, a coprire tutto l'ambiente. Alla fine di tutto inspira ed espira non guardandola più, evitando di incrociarne lo sguardo, preso dal troppo imbarazzo e da un certo velo di vergogna; con la coda dell'occhio scruta la zuppa venire presa e sollevata, il cucchiaio inserito in essa mentre giunge la risposta. Il verde non l'è mai piaciuto, l'odia e poi ecco quella rivelazione, nuova quanto spiazzante. Il colore più bello del mondo. Sbatte le palpebre sollevando lentamente il viso, ricercando il suo, permetterle di guardare nuovamente il proprio sguardo; schiude le labbra assaggiando la propria zuppa, ovviamente buona e deliziosa, non troppo calda. La fame svanisce, il cibo passa in secondo piano, un mero bisogno di sopravvivenza è adesso ma non fondamentale arrivando addirittura a non replicare nell'esser definito bambino. Mano sinistra cerca di prenderla il cucchiaio, la destra la ciotola per adagiarle sulla tovaglia. Le mani or libere ritornano a muoversi per accarezzarle il volto con la sinistra e la destra ne ricerca la mano, il tutto senza distogliere mai le verdi <La tua risposta?> sulla questione di essere qualcosa di più. Hanno tirato in ballo un sentimento scottante, difficile da ignorare e lasciare secondario non essendoci nulla di più importante.

17:06 Utente anonimo:
 Inclina appena il capo alla questione dei Kage, da come affila lo sguardo si direbbe comprendere la presa in giro ma non lo interrompe ancora una volta. <Comunque la spia è un ex e migliore amico di una mia amica, cioè...Amica è un parolone. Della seconda persona al mondo che può toccarmi.> Specifica su quanto non aveva precedentemente risposto continuando ad occhieggiarlo mentre divide il pasto della zuppa. <Non hanno motivo di non essere fieri di te, Akainu. E poi gli Uchiha sono degli stro**i a prescindere> Anche i Sabaku se per questo non hanno la fama dei simpaticoni motivo per cui quel commento è fatto con leggerezza ed il suo clan ha il dojo più appartato e secretato degli altri clan di Suna. Ci ballano sopra le sabbie del timore che vogliono creare e c'è poco da piovere, a parte Samira, che è una baldracca idiota come un gatto dai baffi tagliati. Probabilmente ci pensa qualche momento mentre sta alternando il pasto tra sè e l'altro, momenti che consentono all'Uchiha nella obbligata leggerezza con cui ha cercato di esporre gelidamente il suo punto di vista di prenderle le mani, entrambe, per portarla a posare quanto resta della zuppa chiedendone una risposta mentre le note sabbiose del suo sguardo vanno annegando nella smeraldina richiesta dell'Uchiha. Si perdono in qualche momento di quella carezza che non fatica a ritrovare il viso emaciato e pallido ma che allo stesso tempo accelera in maniera vistosa i battiti già rapidi della piccola fennec. Più basso sei più i battiti sono alti e lei in questo momento pareggia i tempi di un criceto probabilmente, quando rimane con la mano destra libera Akainu sembra non voler lesinare il pasto che ad un momento successivo, le labbra scure boccheggiano qualche momento, titubano. Perchè le parole sono così complicate? La sabbia è semplice, fa, concreta, mica se la deve raccontare. La gola secca impiega troppo silenzio per una risposta, che non giunge nemmeno subito, realizzata la cosa CERCA solo di muoversi in avanti, dal fianco destro parziale di Akainu sfrutta la torsione delle sue braccia, quello contro la propria mano sinistra, allungandosi sulle gambe e sciogliendole per TENTARE di sedersi tra le gambe incrociate dell'Uchiha, indugiando volutamente il fianco destro contro il petto in una separazione del contatto visivo che è provvisoria ma che saggia tanto la pelle del braccio contro la propria ben più che scoperta quel giorno, quanto la bianca maglietta che indossa. Le narici si dilatano in una vicinanza che le consente la nota olfattiva altrui se fosse riuscita a trovarlo. <Te l'ho detto, mi manchi quando non sono con te.> Ma devono farsi davvero un bigliettino vuoi stare con me? Si, NO. Che test complicato quello a cui l'uchiha sembra volerla sottoporre cercando di allungarsi contro la spalla sinistra dell'altro con il viso. <Voglio stare con te.> é già una sua ossessione, da un pezzo, è divenuta piccola, poi cresciuta persino arrivando a scherzi telefonici, con la maturità assente e tipica di un fennec di sangue si sta praticamente acciambellando, invece di abbracciarlo si fa curva e minuta per prendersi un abbraccio tutto suo, come i gatti che saltano dentro le scatole.

17:28 Akainu:
  [Vicinanza] Gratta la tempia al giro di parole usato per descrivere questa spia, la persona che le fornisce le informazioni <Che al mercato mio padre comprò> finendo in bellezza una barzelletta, perchè a questo assomiglia <Gli Uchiha sono il clan più antico esistente e prima di tornare ad essere vivi hanno vissuto un periodo buio eppure hanno sempre mantenuto fierezza. Pretendono molto e non desiderano anelli deboli tra le loro fila, non possono permetterselo> inspira ed espira sapendo già dove sta andando a parare <Io sono un anello debole nonostante abbia sviluppato un mio personale stile diversificandomi> ma senza Katon e occhio rosso non può fare molto. Per ora non può far altro che guardarli da lontano, un obiettivo ancora irraggiungibile per lui. Magari con il tempo, migliorandosi, divenendo potente può ambire ad essere conosciuto come parte integrante del clan, come un loro membro effettivo nonostante le palesi mancanze in termini di potenza. Inghiotte grumi interi di saliva al sol pensiero lanciando un veloce sguardo alle proprie e deturpate mani, impossibilitate nel fare sigilli e anche se fatti, essi non sortirebbero effetto alcuno per via della mancanza di ninjutsu, la totale assenza di talento nella principale arte di un ninja. Stringe e riapre le dita all'interno del palmo immettendovi pochissima forza, quel chakra che gli scorre dentro avrebbe avuto la sua rivalsa un giorno, deve solo trovare il momento più adatto, la giusta missione, il giusto momento in cui mostrare a chiunque chi sia. Per adesso si limita a vivere, la vita sta prendendo una piega insperata, l'adolescenza è finalmente iniziata, vive come tale, quanto meno in parte con le prime cotte, i primi desideri. Libera la Sabaku da ogni impedimento ricercando il contatto con la di lei mano, con il viso alla ricerca di una risposta; può sembrare infantile, roba da ragazzini ma sentire una determinata frase può cambiare definitivamente il corso della vita di una persona, può ampliare la mente, dare un qualcosa in più. Cessa un singolo momento il contatto permettendole di sedersi sulle proprie gambe, gli sguardi si discostano sentendo il fianco di lei sul proprio petto, rannicchiata come una bambina in cerca di affetto ed ogni frase pronunciata da lei è una stilettata al cuore, positivamente. Le braccia si allargano andando a circondarla completamente, la stringe al petto nell'esatto momento in cui ammette il desiderio di star con lui <Anche io> sussurra lievemente adagiando il viso sull'altrui capo, una frase che può sentire solamente lei e nessun altro. Le labbra ne baciano il capo, verdi iridi felici e serene come non mai, sorriso impresso sul viso. Gli basta poco ma ora può dirsi di sentirsi vivo.

17:40 Utente anonimo:
 Riesce a concepire quella mancanza verso il clan dell'altro, l'ha sperimentata sulla sua pelle negli anni in cui ha smesso di allenarsi e frequentare l'accademia, nè abbastanza fennec per seguire quell'ossessione nè abbastanza Sabaku, ma un giorno ha incontrato Sunodeki, un giorno la sua vita è cambiata ripulendo la polvere, e quel desiderio dell'altro non merita commento, ascoltato e compreso viene protetto dal riserbo di un silenzio prima che si trovi ad accucciarsi contro quel petto reclamando un abbraccio che effettivamente giunge, chiesto solo nei gesti e non nelle parole. Le palpebre si rilassano sul proprio sguardo, diversi momenti che servono alla Sabaku per permeare i sensi, tatto ed olfatto, che ora ne racchiudono fisicamente la minuta figura, cosa non complicata viste le sue dimensioni. Sente contro la schiena nuda le braccia dell'Uchiha, le parti lesionate come quelle sane, potrebbe distinguerle nel suo silenzio, potrebbe contarle prima che le parole di Akainu appena sussurrate abbiano rotto il momento di quel conteggio mentale. Smuove il capo biondo e scarmigliato contro quell'appoggio con la stessa leggerezza, un modo di fugare lo sguardo come un altro. Quando schioda il braccio destro per non farne un arto occluso le dita si appendono alla tshirt lungo il fianco sinistro dell'altro concedendo alle gambe di finire il loro raccogliersi del tutto nel suo piccolo nido, tra le gambe e le braccia dell'adolescente. <Meno male, o ti avrei seppellito in pasto alle formiche rosse.> L'avrebbe fatto, davvero, c'è una minaccia troppo reale in quel sussurro ma di realtà sono fatte le ossessioni seppur le labbra, contro il collo di Akainu alla sua base, si possano percepire appena sollevate in un sorriso, è li che infatti vanno poggiando, un delicato bacio prima che il viso si scosti, senza smuoversi da quell'abbraccio solleva la mano sinistra. <Dammi la mano.> Alla ricerca dei pozzi di smeraldo le proprie pupille dilatate divorano una determinazione sulle iridi di miele e sabbia. Le dita della mano sinistra e libera, così sollevate, smuovono il senso di quell'invito.

17:55 Akainu:
  [Vicinanza] Essere minacciati in caso non si ricambi qualcosa, neanche questo ha mai sperimentato prima d'ora. A dire il vero non ha mai sperimentato una reale minaccia in generale ma in servono quando percepisce il sorriso di lei vicino alla propria pelle, quel po' che ne resta ovviamente. Non può non ricambiare, ha sperato in quelle parole, le ha bramate, a sua volta ossessionato da lei e dal desiderio che sia sua e solamente sua eppure, mai come adesso, è palesemente evidente una sottile differenza. L'età anagrafica è soltanto un numero, sulla carta ella è ben più grande di lui eppure, sono le piccole situazioni a portare a galla i reali comportamenti; davanti a se non vi è una ragazza più grande, bensì più piccola, qualcuna in cerca di affetto peggio del genin, qualcuna desiderosa di essere capita tanto quanto lui, desiderata tanto quanto il deturpato e lo dimostra nella maniera più infantile possibile. Si, stavolta si sente davvero decisamente più grande rispetto a lei eppure non fa menzione limitandosi al mero sorriso, il medesimo di prima mantenuto, allargato mentre riceve quel bacio sul collo. Può sembrare insignificante ma per un adolescente tale gesto scatena reazioni di un certo tipo a parte del respiro, leggermente più affannato come fosse il preludio di qualcosa di più. Nuovamente non fa una piega ne osare fare altro che non sia rendere più stretto quell'abbraccio, tenerla per se e soltanto per se, vicino al posto dove merita di stare, nei pressi del cuore, il loco in cui ella ha fatto breccia giorno dopo giorno con una semplicità disarmante. A volte basta poco per divenire parte della memoria di qualcuno, ella ne è un esempio perfetto; l'è bastata la comprensione e nulla di più di essa per entrare in lui e restarci fino a quel livello eppure resta per qualche attimo stranito quando le iridi si incontrano e la richiesta formulata. Sguardo svanisce, passa da lei alla mano, attimi brevi in cui solleva la propria mettendo fine, a metà, all'abbraccio alzando l'arto superiore, le dita si avvicinano all'altrui palmo cercando di incastrare le proprie in quelle di lei, avvolgere la mano della Sabaku, almeno, questo crede sia l'intento. In quel contatto prolungato ella può notare come il calore corporeo del genin sia sensibilmente aumentato ed il cuore batta impazzito, senza alcun tipo di controllo.

18:15 Utente anonimo:
 La mente di Akainu metabolizza la fennec come una mente infantile, una creatura bambina a livello sentimentale, e fa bene ammettiamolo in coro, tentate di difendere i feticci ossessivi della bionda sarebbe impossibile seppur sia proprio impasto caratteriale della discendenza fennec una mente così labile probabilmente, ammesso che le leggende siano vere di quelle creature non ha ereditato l'animo giocoso ma una mente tremendamente iperattiva forse sì. La sua attenzione iperattiva si scontra con gli occhi di Akainu e con la loro confusione alla richiesta della sua mano, calda rispetto alla propria e presa con delicatezza prima che gli intenti siano più palesi. Lasciando la maglietta si smuove quanto basta ad appoggiare parzialmente la schiena nuda contro la parte sinistra del petto dell'Uchiha abbassando gli occhi alla sua mano che ora va a trattenere con entrambe le proprie, come se fosse diventata un suo oggetto. I suoi gesti hanno una curiosità quasi animalesca a vedersi, quando cerca di avvicinarsi il dorso ustionato contro le labbra lo fa sfregandovele sopra con fare asciutto come se dovesse analizzare al tatto ed all'olfatto la consistenza delle ustioni, quel gesto si estende su ogni dito senza che dica nulla ma lo sguardo si mantiene vivo ed attento, come un gatto a caccia di lucertole. Da quella posizione la tempia destra è alla portata visiva e tattile della parte sinistra del mento di Akainu. <Il tuo aspetto fa sentire minacciata la gente, sembri un assassino, o qualcuno che potrebbe ammazzare.> Mormora di punto in bianco scandagliando la mano dell'altro con quel fare continuo, tra le dita e con le labbra. è come a volergli contraddire ogni sua remora o timore che lo portano costantemente al suo cappuccio tastandolo con il tatto, cercando di risalirne lungo l'avambraccio che viene a sua volta sollevato. <A me piace che il mio ragazzo sembri un bullo avanzato di galera.> Molto maturo, anche se non è di questo probabilmente che sta parlando, spiegare perchè le ustioni dell'Uchiha ne affascinano sarebbe forse troppo complesso da definire a parole per la Sabaku, quel che sta cercando di ribadire è di aver compreso quanto l'altro veda un limite fisico in un aspetto fisico che invece lei trova in qualche modo, malato o meno che sia, attraente. Dalla domanda che l'altro le aveva fatto nel suo appartamento quella conclusione ha una dichiarazione che pare piuttosto ovvia prosecuzione ad una risposta che non ha dato, quando sono state offese le sue diottrie. Solleva lo sguardo, smuovendo il viso, dal braccio di Akainu, cercandone lo sguardo, lesionato alle palpebre inferiori eppure di quel verde brillante che sembra aver impresso in memoria. <Visto che vuoi comprare una katana puoi allenarmi ancora con la lancia, così ho la scusa per averti nudo addosso.> La caccia è qualcosa di strano per un animale, non è il senso pudico che viene a cadere oltre quelle pupille dilatate, è proprio la difesa, che si muta in attacco a farlo

18:41 Akainu:
  [Vicinanza] Segue la volontà di lei dandole la mano senza opporre la minima resistenza, concedendo il corpo scoperto da ogni difesa data da quel cappotto ora chissà dove ma la situazione prende una piega del tutto diversa dalle aspettative. Si riconferma come tutte le parole sull'esperienza di lei siano state un mero scherzo per infastidirla ed i progetti del giorno completamente diversi. Dapprima le labbra di lei si strofinano sul dorso, su quelle ustioni provocando in lui emozioni miste tra cui la paura di avere nuovamente disprezzo; inspira ed espira socchiudendo gli occhi, fa ancora effetto essere toccato in quelle zone, troppi traumi, troppi traumi venuti a galla eppure non fa nulla per impedirglielo. Affanna ancora il respiro quando si sposta sulle dita, difficile resistere agli impulsi, difficile restare impassibili e non sa bene come reagire, cosa fare in una situazione simile, sa solo di avere la Sabaku seduta su di se con la schiena nuda contro il proprio corpo. E' vero, è simile ad un assassino, a qualcuno in grado di fare del male a chiunque con un solo sguardo, con un solo tocco <Magari esserlo è il mio destino> ironizza ovviamente per accentuare quella frase da parte di lei pur continuando a sentire le palpitazioni al cuore. La testa viene meno, la ragione svanisce totalmente quando è definito il suo ragazzo, un appellativo così strano da sentirsi addosso, un nome che non gli si addice ma questo vuol dire che lei è la sua ragazza. Lui, uno come lui ha una ragazza, non è più da solo, non è più solo con se stesso. Socchiude le labbra, inghiotte quel groppo formatosi in gola provando nuovamente un misto di emozioni, su tutte spicca una felicità incredibile, mai sperimentata prima, neanche da bambino. Continuamente stuzzicato nonostante le interruzioni, le labbra sfiorano la mano fin quando le verdi iridi non si abbassano incontrando le dorate di lei, deglutisce nuovamente. Colpito e affondato, ha ottenuto ogni risposta richiesta, ha ottenuto tutto e allora cosa lo frena? Nulla più. Solleva il braccio libero ricercando quello di lei per prenderne il posso, smuove l'altro per divincolarsi e tentare di poggiarlo sulla di lei schiena per sdraiarla sulla tovaglia da pic nic, ovviamente senza toccare le cibarie. La distende su di essa e, se acconsente, la guarderebbe dall'alto verso il basso primeggiando sul minuto corpicino di Kore per poi lasciarla andando a privarsi anche dell'ultimo indumento capace di coprirne il busto; la maglietta viene tolta lasciandolo totalmente scoperto, privo di qualsivoglia protezione visiva così da esser visto totalmente. Labbra avvicinate alle altre, le sfiora ma non le bacia discendendo solo sul collo, toccato appena con esse per poi tentare di morderlo come qualcuno che marchia il proprio territorio, un morso diretto, non troppo forte ma neanche così piano da non lasciar nullo, il tutto finalizzato ad un unico scopo, non il dolore.

19:00 Utente anonimo:
 Sul destino dell'Uchiha non risponde, anche volendolo fare non ha nemmeno troppo tempo per metabolizzare una replica alla sua stessa provocazione quando l'atteggiamento altrui muta, sospingendone con la schiena contro la tovaglia e la pelle nuda la sente oggettivamente tutta, tiepida del pomeriggio che va calando. Il respiro pare mozzato oltre le labbra scure, e se riprende a gonfiare il petto scarno sotto la maglia color sabbia è quando Akainu si allontana per liberarsi della propria. Le pupille che ormai hanno quasi la totale pienezza dello sguardo riducendo la sabbia dei suoi occhi ad un filo misero seguono i lembi della tshirt che viene via con la voracità della sua stessa caccia. <Siamo in un posto pubblico.> Pare quasi mettere le mani avanti la bionda ma si contraddice lei stessa, quando le labbra dell'altro le sono prossime le mani cercano oltre le spalle la carezza dei palmi contro le sue scapole, delineano verso la colonna vertebrale il loro percorso e quelle parole iniziano a farsi boccheggiate. <E devo andare a spiare un fedifra->Go, la parola finiva con -go-, tecnicamente, alla pratica finisce con un raschiato ansimo trovandosi alla prossimità del collo le labbra altrui, una parola che si spezza, che diviene gemito leggero quando i denti ne afferrano la pelle senza ledere, incentivando uno spasmo dei talloni che spingono le gambe appena, irrigidendo la muscolatura dall'estremità delle dita dei piedi alle unghie delle mani che si fanno serrate contro la schiena dell'Uchiha. Magari non se lo ricordava esattamente così il piacere è passato tantissimo tempo ed ora la clessidra della sua mente si sta letteralmente svuotando, sgranula dietro gli occhi che si chiudono. Se contro la pelle un segno viene lasciato pare quasi nei gesti venire incentivato più che negato. <Akainu ci faremo arrestare.> Borbotta, mormora, quasi ansima, continuando a negarsi da sola con un ancheggiare lieve. Ci faremo arrestare - ma non lo lascia nemmeno andare, tutto di lei pare farsi portata ed invito più della quantità spropositata di cibo rimasta ai margini di quella loro tovaglia. Il viso si fa più scattoso, scende a sfregare la guancia contro quella dell'altro praticamente non per baciarlo, ma per attaccargli le labbra con la bocca manco gliele volesse staccare. Il sole sta calando, non mancherà alla sua missione, ma ha tempo per non evitare un arresto o almeno così pare concludere la sua ossessiva creatura mentale. {exit}

Appuntamento, vero, tra i due disagiati del villaggio. Un semplice pic nic dove si mette in chiaro il tutto, si mettono insieme e lui lascia a lei segni sul corpo.