Occhio alla cena e come dolce il colpo di scena

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con Akainu

18:55 Utente anonimo:
  [Esterno Casa Akainu] è giunta all'indirizzo datole da Akainu dopo dei non troppi lunghi preparativi. Celare la Giara è cosa complicata, non l'avrebbe mai nascosta fuori nè lasciata, ma ha detto che sarebbe stata una sorpresa ed è ovviamente per portarsela appresso con la leggerezza che è di quell'arma che ha ri-propinato un richiamo del Chackra di base mentre aspettava la cena. Tra i preparativi infatti c'è stato anche questo, occultare la giara con un lenzuolo scuro in modo da farlo sembrare una imbottitura del suo zaino ed aspettare la cena, un sacchetto da asporto che trattiene nella mano sinistra con due zuppe di zampe di rana e dodici Takoyaki, anch'essi suddivisi in due porzioni. L'odore dell'una e dell'altra pietanza è preponderante nell'accompagnarne il passo e la presenza ora che controlla la porta giusta del suo indirizzo sostandovi davanti. Non si vedono le cinghie dello zaino quel giorno, il che potrebbe essere giustificata la forma con un cambio di borsa, si vede una fascia verde smeraldo intorno alla vita che risale trasversalmente dal fianco sinistro alla spalla destra, uno zaino particolare quindi ben voluminoso ma apparentemente molto più leggero e trasportabile del precedente per come mantiene le spalle. La mancanza di sonno delle ferite guarite dal ninja medico si palesa in occhiaie profonde, per qualche motivo però tra le palpebre scurite degli occhi tondeggianti v'è una nota di curioso buonumore. Indossa una casacca beige maschile, la solita, ma pantaloni più larghi rispetto al loro ultimo incontro, sempre neri e comodi ma dotati di due tasconi laterali che possano contenere due tonici, il suo kunai ed il mattone che si ostina ad usare per telefono. Quello l'aspetto solito, scarmigliato nei capelli e teso nel fare, con cui bussa alla porta di casa di Akainu così silenziosa da lasciar pensare che stia cercando di sentire rumoreggiare dall'interno come i peggio spioni e...beh lei lo è. L'innata è silente in quel momento, la sua sabbia potrebbe tradirla e malgrado gli allenamenti sola e con Shizuka il pieno controllo è ancora lontano dalla fennec, sembra che la Sunodeki si ostini a parlare per lei esprimendosi in curve e guizzi incontrollati quando l'innata è attiva esattamente come un canidae comunica con il movimento della coda. {Chk ON 30/30}

19:35 Akainu:
  [Interno] Sta banalmente attendendo l'arrivo della Sabaku quella sera la quale sembra tardare, non che si siano dati un'orario ma dopo l'ultimo messaggio, nel pomeriggio, è andato alla ricerca di qualche Takoyaki per non farsi trovare impreparato. Li tiene al caldo, in cucina, pronti per essere consumati. Quale rapporto stia nascendo con la nonna, non ne ha idea, non sa se si sta comportando bene o sta facendo qualche cavolata, sa solo che non gli dispiace stare con lei e vederla di tanto in tanto per via di quel legame creatosi grazie al dolore. Seduto su un divanetto, il genin smuove la gamba agitandola velocemente, attende impaziente guardando l'ora qualche volta di troppo. Il suo outfit rasenta il minimo indispensabile per non dar nell'occhio con una t-shirt bianca a maniche corte a ricoprire il busto lasciando intravedere un petto ustionato con carne viva esposta insieme alla totalità del collo, pantalone in pelle nera con cinta intorno alla vita ricolma di borchie sulla fibbia e scarponcini neri lucidati a dovere; a ridosso di tutto un cappotto leggero dal nero colore con maniche lunghe ricoprendo l'ennesima ustione, esso discende lungo tutta la figura del mostro fino a metà polpaccio. Il viso, ne vogliamo parlare? Tutta la mascella è ustionata, così come il contorno degli occhi mentre i capelli risultano corti, brizzolati e spettinati, questa volta alla luce del sole, si, non ha il viso nascosto dal cappuccio bensì il viso è liberamente visibile alla qualunque. Non ce la fa più, troppo tempo, se si fosse persa? Se fosse nuovamente con quel tizio dai capelli rossi ubriaco? Deve fare un giro di controllo per la zona, capire se sia effettivamente li o il tutto sia sfumato. Colpo di reni per mettersi in piedi ed eccolo diretto alla porta la quale viene aperta girando il pomello dorato interno; il proprio aspetto viene portato all'esterno della casa e le verdi iridi si ritrovano a guardare esattamente la Sabaku, nei pressi della casa ella sosta <Sei arrivata> esordisce, un commento stupido mentre non le stacca gli occhi di dosso.

19:47 Utente anonimo:
  [Esterno Casa Akainu] A quanto pare i Takoyaki non sono cosa che mancherà a casa di Akainu stasera, questo però la fennec non lo sa, quando la porta della casa altrui si apre lo sguardo se ne sta sospeso per qualche momento a quel suo commento. Aver formulato che doveva portare ad Akainu del cibo come da usanza non comprendeva che avrebbe dovuto commentarlo e ora dovrebbe proprio dirla qualcosa, ma si che è arrivata cosa poteva succederle? Ok si, tante cose in realtà, ma non ne pensa probabilmente nemmeno una. <Cià...Ma.> Sbatacchia le ciglia sugli occhioni tondeggianti osservandolo, il cuore ha un palpitio confuso, della futilità di aver accettato quell'invito, come se guardarne le vesti in qualche modo ne avesse mosso un moto triste, un dolore vecchio dal loro primo incontro ma ancora piuttosto giovane da quanto acaduto con Rasetsu, che non merita commento. <Stai così anche in casa?> Con il cappotto? Che vi sia una nota delusa nella voce è palese ma è altrettanto palese che quel pensiero sia rapidamente scacciato dalla Sabaku come passeggero. La giara ben coperta dal camuffamento a borsone da punkabbestia e la mano sinistra che solleva il sacchetto, il braccio teso che ne accompagna il gesto come a palesarlo. <Ho portato le zuppe, ed i Takoyaki.> Un esordio che in realtà pare freddo in quella tensione come se stesse per lanciarglieli in faccia più che farne dono. <Ho pensato che avessi fame.> Mormora come a giustificare la sua busta prima che lo sguardo, dalla sua figura in generale ne cerchi gli occhi, verdi come casualmente la fusciacca che ha scelto per la sua giara. <Non mi fai entrare? Sono stata in coma...Non è molto educato.Sei curioso o no?> Chioccia arricciando le labbra come se riacquistasse quella verve saputella ma senza sbirciare dentro la casa, non per il momento almeno {Chk 30/30}

20:04 Akainu:
  [Interno] Saluto lapidario da parte della genin, come suo solito, un tratto distintivo inimitabile ed è grazie ad esso che non creduto neanche per un singolo momento allo scherzo telefonico. Una nonna che fa scherzi, poi sarebbe lui il ragazzino, bisogna rivedere le posizioni <Ciao> solo allora, nel ricambiare, le labbra si dilatano appena esibendo un mesto sorriso, non una gran visione con tutte quelle ustioni ma prova quanto meno a risultare normale. Scuote il capo alla di lei domanda ritrovandosi a ridacchiare, un singolo risolino impregnato di divertimento il quale dura un singolo momento <Ero a busto scoperto, mi sono vestito per uscire> si, insomma, non aveva il cappotto ne la maglietta, completamente a torso nudo. Chi mai dovrebbe andare a spiarlo in casa? Non ha ancora un vero e proprio stalker e di certo nessuno vorrebbe vederlo; l'abitazione è il loco perfetto per nascondere le reali fattezze. Solo ora osserva l'oggetto al di sotto del telo, cosa può mai essere? Non lo sa, prova a pensare ma di sicuro non è lo zaino, troppo piccolo seppur simile; mole di pensieri distratti nel momento in cui rende palese il contenuto della busta con le zuppe ed i Takoyaki <Ah...avevo preso dei Takoyaki anche io, pensavo di farti una sorpresa> tutto finito, il nulla più assoluto è il suo sforzo di piacerle e di essere normale. Sospira delusa, verdi iridi chinate appena distogliendo lo sguardo per un sol istante <Si, abbastanza> è sera, chiunque avrebbe fame a quell'ora. Si fa da parte permettendole di varcare la soglia ed entrare nella sua modesta abitazione <Prego nonna, entra pure> e nel farlo, ne segue i passi lasciando cadere gli occhi sul di dietro di lei, un secondo prima di venire rialzati all'istante. La casa di Akainu è un bilocale con cucina mista a salottino all'ingresso avente i vari mobiletti sulla sinistra con fornelli, mensole ed un tavolo in legno con quattro sedie. Poco più avanti un divanetto per 2 persone, un altro tavolino, più piccolo sul davanti ed una tv spenta riposta su di un mobile. Sulla destra dell'ingresso un corridoio che porta nella seconda e ultima stanza, occupata da un letto matrimoniale ed un comodino; presente anche un balcone. Nel piccolo corridoio vi è una porta che conduce al bagno con doccia mentre per tutta la casa l'aria condizionata è d'obbligo <Non è il massimo, lo so> come detto, molto modesta.

20:20 Utente anonimo:
  [Interno] Le bionda sopracciglia si avvicinano l'una con l'altra, sulla prima risposta di Akainu pare confusa. <Scusa ma.> Ok la questione sembra importante a quanto pare. <Una via di mezzo? Aspetti una persona a casa e stai nudo?> "Tu non sei la mia vera madre!" Dovrebbe probabilmente urlare Akainu sbattedole la porta in faccia, ma non lo fa, perchè la bionda è piccola e adorabile, pur peccando in simpatia probabilmente. O per motivi noti a lui, comunque non lo fa (?). Osserva la reazione ai Takoyaki, sorridendo appena. <Mamma non mi ha insegnato molte ricette, prima di partire...So che l'usanza vorrebbe che sia io a cucinare qualcosa.> Spiega ma alla fine ne ha anche parlato con Shizuka, optando per il cibo d'asporto. <Meglio...Ne avevo presi pochi per dare una parvenza dignitosa.> Probabilmente li avrebbe mangiati anche tutti, considerando che solo con Sango e Kashirama ne aveva ordinati una dozzina per sè. Quel commento viene comunque gettato lì, quando le viene fatto spazio per entrare tutte le curiosità della fennec sono devolute all'appartamento, ai dettagli, intercettato il tavolo gli si avvicina ma si guarda intorno, oh, se si guarda intorno. Posa il cibo sul tavolo senza aprire il sacchetto perchè, con tutta la scura gobba della sua giara, balza a voltarsi di scatto verso Akainu. <VUOI SCHERZARE?!> Gli occhi sbarrati, sciroccati, verso l'Uchiha come se le avesse detto di aver fatto un cambio repentino di sesso. <Tu vivi da solo?!> Anche provando un leggero contegno no, non lo trova, sembra che la casa di Akainu sia una sorta di tesoretto mentre lei non può permettersi nemmeno un telefono a colori, per dire. Scuote il capo, abbassando lo sguardo. Intanto no, specifichiamolo, Akainu non ha avuto difficoltà a guardarle il sedere, come non ne avrebbe ora che sembra doversi destreggiare in casa d'altri a capire dove sono piatti e posate, girovagando come una senzatetto sotto MD in giro per una stanza che non è sua ma più che cercare realmente due piatti, che staranno dove stanno i piatti, e quattro bacchette che banalmente staranno dove stanno le posate, sembra che stia cercando indizi di proposito in casa d'altri con la discrezione di cui solo la Sabaku sembra sia capace: senza discrezione. <Se voglio dormire sola mi devo accampare...Non avevi fame? Serve l'acqua e...qualsiasi cosa tu beva. Non mi metterò a rovistare nelle tue cose.> Come già sta facendo, infatti a trovare due piatti e quattro bacchette ci ha impiegato 4 minuti buoni prima di portarli vittoriosamente verso il tavolo. <Sei poco garbato a chiamarmi nonna durante questa mia dura convalescenza, ragazzino.>
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21:02 Akainu:
  [Interno] Inarca il sopracciglio, a sua volta visibilmente confuso dal ribattere di lei <Ero solo a petto nudo> specifica meglio <E comunque, fa caldo e sono in casa mia, l'unico posto in cui posso essere libero> lapidario nell'affermare ciò. In quella casa è libero di comportarsi come vuole e desidera, non accetta che qualcuno gli dica cosa fare nelle uniche quattro mura a cui appartiene e dove non è mal visto. Se vuole stare nudo, sta nudo, se vuole stare senza maglia, lo fa senza alcun problema <Quale usanza? Sei rimasta nel medioevo> insomma, molto più moderno sotto quell'aspetto, non da molto credito alle vecchie usanze della donna che fa tutto in casa e l'uomo bivaccato sul divano e non fare una beneamata cippa lippa di nulla <Fortuna ho abbondato io> alzata di spalle mentre la lascia entrare e subito la scena si trasforma incredibilmente. Kore diviene un delfine curioso, il suo nasino così come gli occhi girovagano per la casa, allibita e senza parole prima di sentirla urlare, un po' come la sente tutto il vicinato. Chiude la porta alle proprie spalle non avendo difficoltà a guardarle dalla vita in giù, per fortuna non viene visto altrimenti la reazione potrebbe non essere troppo piacevole <Ti stupisce? Sono solo da 10 anni, ho dovuto imparare come si vive per non morire> crescere in fretta e furia adattandosi ad un mondo che non lo vuole <E poi è un piccolo appartamento, costa poco e si trova nella periferia di Oto praticamente> Oto è oramai molto più piccola del villaggio originale e la vicinanza con la piazza non rende gli affitti più cari. Ne segue l'andazzo, passo dopo passo avanza osservando il modo di lei di comportarsi ma è la frase pronunciata a lasciarlo basito, dormire li? Ha intenzione di dormire da lui? Inghiotte la saliva, la butta giù scacciando quella strana sensazione <Se vuoi restare per la notte, di la c'è il mio letto. Io starò sul divano> piccolino come divano ma non vede altre vie d'uscita e la galanteria, ogni tanto, serve. Prima che possa far qualunque cosa, ella provvede a prendere il tutto saccheggiando la cucina andando contro il proprio dire <L'unica cosa dura in questa stanza è la roba che ti porti sulle spalle> commenta la giara indicandola <Cos'è? Un altro zaino? Puoi metterlo a terra> e si, sta facendo dell'ironia, tanto che un leggero sorriso va a crearsi sulle labbra, minuscolo, accennato ma presente.

21:12 Utente anonimo:
  [Interno] Sbircia in direzione di Akainu alla questione sul vestiario in casa, ma a quanto pare non è lei che vive da sola, redditizio il lavoro di portaborse non c'è che dire. Non risponde tuttavia se non alla questione dell'usanza voltandosi mentre inizia a passeggiare per casa di Akainu. <Il popolo dei deserti è molto tradizionale Akainu...Mi piace il mio medioevo, è un problema?>Soffia quella domanda voltandosi, andando a cercare le reazioni visibili negli occhi verdi dell'Uchiha. Una risata ilare tuttavia si accompagna e ne mantiene inizialmente. <a se siamo a due passi dalla piazza che periferia è? E poi sono sola anch'io ti ricordo.> Ma per lei non sembra una componente triste, come avvenuto con Shizuka che ha parlato delle cose belle che fa coi genitori, l'esser rimasta sola è un dato di fatto. <Ma esistono istituti per orfani, case, più che altro.A poi c'è il Dojo, alla maggiore età, da noi>Conosce la componete diversa per l'altro su quell'ultimo punto ma evidentemente si era aspettato un coinquilino, un parente, un qualsiasi cosa ma non che fossero soli mentre inizia ad armarsi di posate e stoviglie tra i cassetti dell'altro come fosse a casa propria, fino a bloccarsi, paralizzarsi qualche momento risollevando l'attenzione. <Mi stai chiedendo di dormire qui?Un po' prematuro...Noi della sabbia non la diamo in giro come se non fosse nostra.>Chioccia quella provocazione con una freddezza seria, è difficile capire se stia scherzando ed anche se non arrossisce l'imbarazzo è chiaro quanto torna a rovistare repentinamente senza guardarlo. Evidentemente il frutto di un malinteso, lui deve aver compreso che lei volesse restare e la Sabaku che lui glielo abbia apertamente chiesto. <Sai che non lo metterò a terra, dovrai spogliarmi per farlo.> Compone avvicinandosi al tavolo in quel commento sul suo nuovo zaino. <E non accadrà stasera punto primo, punto secondo lo avrei notato al posto tuo se avessi una fusciacca per la tua sacca del colore dei miei occhi.> Una frecciatina non da poco quella, eppure sembra incurante mentre lo dice, come se volesse solo farlo notare perchè si, perchè le va. Compone i due piatti, sul tavolo, con fare piuttosto distratto, ben più attenta è nell'andare a sedersi visto che non si libera della Sunodeki, tantomeno dell'involto che la cela. Quella sua ossessione è tremendamente importante per lei eppure sembra essere passata in secondo piano rispetto al cibo, o al tempo, o alla casa. L'unica cura che ne ha è di spostare lo schienale della sedia lateralmente in modo da potersi sedere senza impiccio alla schiena. <Buon appetito...Avevamo un discorso in sospeso.>Comunica con una fredda risolutezza, sembra aver molto riflettuto su cosa avrebbe detto e fatto prendendo le due ciotole di zuppa dalla busta per spingerne una verso Akainu e mettere l'altra avanti a sè, solo quando va a togliere il coperchio dalla zuppa è chiaro che non è abituata a dover prendere dei piatti di porcellana per le zuppe in cartone, almeno da un po', abbastanza da non pensarci in quel momento malgrado tutte le buone intenzioni, servendosi di uno dei due cucchiai di legno dotazione eguale del ristorante per mescolare sollevando gli occhi dal suo fare solo in quel momento, verso Akainu, percorrendone i tratti ora visibili fino agli occhi. Ha un asso nella manica quella sera e seppur la cosa dia alito ad un sorriso non ne menziona, ma sembra guardare Akainu negli occhi con una nota diversa, più sicura rispetto a quel loro pomeriggio al bosco. <Mentre si mangia è meglio.> Quell'ottimistica risolutezza abbozza un sorriso strano, uno dei suoi, tutto storto, ed è fortuna che la sua innata sia ancora silente, la sua Sunodeki non fa che tradirla, amarla tradendola, della sua privatezza con l'animosità della sabbia. Così invece può iniziare ad assaggiare il brodo, abbassare lo sguardo alla pietanza, senza sentirsi violata l'anima per qualche motivo che deve rimanere nel suo privato mentale. Occhieggia Akainu, rallentando alla seconda cucchiaiata di brodo, come a controllare che anche l'altro abbia iniziato a mangiare, prima di proseguire, uno strano ordine materno quanto silenzioso ne anima lo sguardo quando solleva il cucchiaio indicandolo. <Mangia, i Tako sono buoni anche scaldati domani, la zuppa no...> Logico, no?{Chk 30/30}

21:30 Akainu:
  [Interno] Scuote il capo, ovviamente non è un problema eppure è tanto attaccata ad una tradizione così vecchia da far impallidire <Dovrò trovare un modo per aggirarlo> commenta solamente quando l'osservazione di lei giunge, forte e chiara. Alza le spalle, ribadire l'ovvio è seccante anche se piacevole per via della compagnia <Il distretto di Oto è piccolo, la periferia è a due passi così come il centro. Oto stessa può essere definita una periferia nell'economia globale di Kagegakure, non trovi?> una semplice logica che non può far acqua, le cose stanno così e così devono stare. L'ascolta in silenzio senza interromperla, consapevole di quanto lei sappia di lui e non serve rispondere, può benissimo trovarle da sola; il genin si limita a negare con il capo, lascia morire il discorso, non gli va di riprendere la tristezza dei giorni scorsi, adesso sta bene e desidera continuare a stare bene per tutta la serata, almeno fin quando il malinteso non giunge sovrano <Tu hai detto di volerti accampare> non dimentichiamo questo piccolo dettaglio e probabilmente non ha capito lui <E io non te la sto chiedendo> almeno in questo ha compreso, non è così stupido e non possiede una mente completamente innocente da non cogliere riferimenti di un certo tipo eppure un po' di imbarazzo cresce. Il tono atono è tradito dalla presenza di un pizzico di rossore sulla pelle delle gote, facilmente notabile ed il rossore si amplifica alla menzione di spogliarla <Beh...non che mi dispiacerebbe> ammette franco grattandosi il capo e distogliendo lo sguardo <Ma...ehi, smettila> troppe allusioni, lo sta mandando in confusione. Smuove il capo per osservare la fascia da lei nominata, verde come i propri occhi, una dedica o qualcosa di più importante? Difficile a dirsi, difficile da capire ma l'averla nominata significa tanto <E' molto carina, ti dona> cercando di aggiustare le cose in un modo o nell'altro. Alla fine si siede intorno al tavolo prendendo la scodella della zuppa ed il relativo cucchiaio per iniziare la cena; necessitano di parlare ma in lei nota una sicurezza fuori dal comune, una risolutezza completamente estranea <Riguarda la cosa che volevi farmi vedere? Cosa hai fatto?> incuriosito avvicina il cucchiaio alla bocca prendendo un primo sorso di brodo senza distogliere le iridi dalle altrui.

21:40 Utente anonimo:
  [Interno] Preparando la tavola, continuando a fare come se fosse a casa propria non fosse che ci mette di più a trovare le cose, senza lesinare di aprire sportelli ed invadere la privacy altrui, ascolta le parole di Akainu. <Kagegakure è stata creata per renderci tutti fuori posto, Akainu, concettualmente tu hai casa in centro.> Specifica come se fosse un'ovvietà triste ma reale. <Ho detto che se voglio stare sola mi accampo, ora non sono sola.> Specifica con i piatti ormai in mano osservandolo per qualche momento. <Menti.> Ormai seduta ne guarda gli occhi. <Il verde addosso pugnala gli occhi a chiunque mi veda passare, ma mi piace.> Specifica per la prima volta rispondendo ad un complimento, apertamente compreso, quindi facendolo male. Ma sto balsamo di sicurezza è mica stata Shizuka a passarglielo? Sembra che abbia misurato qualsiasi cosa, prima di quell'incontro, come se ancora non avesse finito, non appare finta e non sembra una recita ma sembra una persona che ha preparato una risposta a tutto evidentemente pensando a quell'incontro in più occasioni. Non manca l'altro di riconoscere quella sicurezza. <No...Mi riferivo al nostro bacio, volevi parlarne no?> Domanda quando ormai hanno iniziato entrambi a mangiare. Ci mette ancora qualche boccata di brodo prima di prendere le bacchette per le cosce, scartando gli ossi mangia agilmente. <Pensavo avresti voluto parlarne da soli>Specifica tirando fuori le polpette, come ad accompagnare la zuppa le mette in mezzo tra loro, non ne fa una pietanza singola seppur ne prenda un paio mettendole nel suo piatto. <Una via di mezzo? Non sono venuta fin qua per farmi portare a letto anche se non ti dispiacerebbe a quanto pare.> Solleva le sopracciglia, richiamando quella frase dell'altro come se fosse giusto un pelo greve da dire. Un sarcasmo leggero e femminile, malgrado l'aspetto di femminile abbia poco. <Mi faceva piacere fossi a tuo agio...Magari non nudo, ma a tuo agio. Sei a tuo agio con me?>Shizuka ma che hai fatto a sta creatura? A pagarne le conseguenze pare essere Akainu stasera, dettamente la Sabaku è "carica a pallettoni". Non hanno finito il loro pasto quando la Sabaku accosta le posate. <Adesso mi pare che andiamo d'accordo.> Comunica come se avesse preso una decisione, si ferma qualche momento come se prendesse tempo, non può non riconoscere Akainu un richiamo del Chackra quando avviene ma è diverso, punto primo il suo è già attivo tanto che quell'enorme massa sulla schiena non le è mai risultata tanto leggera come l'Uchiha avrebbe potuto notare nella dimestichezza di movimento, punto secondo ora quell'energia va a convogliare verso quei fianchi amati, accarezzati e sedotti, della copera chessidra attivandone la sabbia stessa prima di riaprire gli occhi con quella strana lucidità opaca al tempo stesso, postumo di un intenso piacere. <Voglio presentarti qualcuno.> Quel qualcuno ora che ha posato le bacchette inizia a spogliarsene, slegando la fusciacca smeraldo dalla spalla si alza in piedi ed è molto (troppo) delicata el posare a terra il suo amore, sul lenzuolo scuro prima di spogliarlo, non serve che sia a contatto con la giara per usarla ma quella clessidra che viene palesata sta contando il suo tempo al contrario, per quel legame innato attivo si vede la sabbia salire verso l'alto invece che verso il basso, è lasciandola sul lenzuolo che la Sabaku arretra guardando Akainu con aria sorniona. <Lei è Sunodeki...L'incontro dell'altra sera è stato un esame non previsto. Pensi che mi assomigli?> La risposta è no, perchè la sabbia che spira oltre la giara, verso l'alto come una serpe, tradisce l'umore della Sabaku più di quanto non lo faccia la pallida espressione apparentemente serena, appare guardinga nei movimenti, tesa in qualche modo. {Chk 29 -Attivazione innata 2/4, Controllo della Sabbia I}

21:59 Akainu:
  [Interno] <Kagegakure è stata creata per protezione da quello che c'è la fuori, le chimere> eccole tornate sulla bocce di tutti, come si possono dimenticare le bestie che han portato l'apocalisse in quel mondo già di per se martoriato da mille guerre di ogni tipo, dalla più piccola alla più grande <Ah, ho frainteso> visibilmente imbarazzato si premura di distogliere lo sguardo vista la figura appena fatta, sguardo che torna repentinamente su ella al commento. Inghiotte la zuppa, aggrotta la fronte <Non è vero, quel verde ti dona> lo dice con una certa sicurezza ma forse perchè ricorda i propri occhi eppure vede in lei qualcosa di diverso, una risolutezza davvero inspiegabile. Cosa può esserle successo di tanto importante da portare ad un simile cambiamento caratteriale? Da simili sembrano divenire l'uno l'opposto dell'altro e ciò non gli piace molto ma sono pensieri futili se paragonati all'argomento tirato in ballo, il bacio scambiato. Ha nuovamente cannato, si parla di quello e di quello soltanto. Deglutisce, sguardo distolto definitivamente mentre ricerca le parole adatte per affrontare la conversazione nel modo più corretto <Non so bene cosa dire, quel bacio è stato improvviso, l'ho voluto e lo voglio tutt'ora> lo rifarebbe dunque <E' stato il mio primo> confessa aggiungendo l'ennesima confessione alla di lei memoria <E...perchè non ti sei allontanata quando te l'ho dato?> già, perchè? Cosa l'ha spinta a ricambiarlo, a chiederne uno a sua volta. Una presa in giro? Un semplice momento, non lo sa, la sua inesperienza colpisce ancora, nel profondo. Spalanca le iridi fiondando la bocca nel cucchiaino, beve la zuppa con voracità <Sei tu quella che sta parlando di andare a letto fin dall'inizio, non io> ennesima specifica ai danni della povera Sabaku <E no, non mi dispiacerebbe ma non è questo il punto> non sa più cosa dire, il rossore è alle stelle così come l'imbarazzo, esso ha preso totale possesso di lui. Vorrebbe svanire nel pavimento ma il fucile di Kore è carico, spara colpi a raffica; per la prima volta, però, può rispondere in maniera tranquilla <Non mi sono mai trovato tanto a mio agio con qualcuno se non con te> verità estrema quella fornita e già si aspetta un qualche tipo di risposta strana. Il tutto passa in secondo piano, ella si alza, richiama qualcosa e la Sunodeki fa la sua comparsa, la sabbia al di lei interno risale sotto lo stupore dell'Uchiha. Un'esame, ergo, accettata nel clan dunque? E' possibile <Ora sei una Sabaku in tutto e per tutto?> chiede solo per conferma, nient'altro <Non so ma siete fatte l'una per l'altra, questo è certo> inspira, espira, sbatte le palpebre <Come ci si sente?> non specifica su cosa, semplicemente lo chiede.

22:14 Utente anonimo:
  [Interno] Non commenta su Kagegakure, stanno mangiando, non guasterebbe quel momento dopo averlo tanto pensato e palesemente meditato, mangerebbe ancora una polpetta, attingendo dalle proprie e da quelle che aveva preso Akainu come a voler confrontare quale sia di suo maggiore gusto seppur questo non lo specifichi. Stavolta al complimento sul verde non risponde inizialmente, non si fa beffarda, lo guarda e basta, come se non osasse tradire in parole il suo pensiero reale che stavolta non mostra come ignorare ma come soffocare. Torna a calare lo sguardo sulle polpette e sulla zuppa, apprifitta dell'acqua ed usa palesemente la cena per assecondare i propri silenzi, egoista anche in quel momento e senza un ubriaco ad interrompere una scusa se la trova, fino a quella domanda tanto aperta. <Perchè mi piaci.> Risponde di punto in bianco come se non avesse ascoltato la confessione antecedente fino a quel momento. <Non è stato il mio primo, ma non ho più quindici anni, ora, mentre tu li hai superati da poco a me piaci.> Ed è proverbiale, quando solleva lo sguardo, il modo in cui ritenga quei pochi anni foriero di differenza tra un bacio dato tanto per dare ed uno che rischia di diventare ossessione, perchè no, non diciamo l'ossessione per messaggi palesata, al punto da chiamare dall'ospedale, non diciamo nulla di quell'animo che evidentemente è tanto incline all'ossessione che cercare di evitare di rendere Akainu una di queste non fa che renderlo tale. Ne coglie il rossore, prendendo un'altra polpetta per sè come per spegnerlo sull'altro, così da abbassare lo sguardo. <Magari di questo possiamo parlare un'altra sera> Soffia come a voler spazzare via quell'argomento e quella malizia, non voluta da nessuno ma immotivatamente mantenuta da entrambi, dal loro discorso. Una volta alzatasi e spogliata la Sunodeki della sua copertura l'avrebbe osservato, prima di sedersi. <Ero una Sabaku anche prima, ma ora che anche Sunodeki ha ricambiato il mio affetto sto iniziando a manovrare le sabbie come avre sempre dovuto saper fare. Non è come per voi, una Kokketsu me l'ha spiegato...> Che sembra strano a dirsi ma ne cerca lo sguardo con serietà. <Noi Sabaku non ci risvegliamo, un giorno, per esserlo, nasciamo così...Solo che adesso è.> Solleva le spalle appena e guarda la Sunodeki, vede Akainu la serenità negli occhi di sabbia che glissano da lui alla giara, l'amore, la devozione. <è diverso...E fa paura. è come sentire l'odore del deserto, è pungente eppure è casa, una casa molto piccola.> Non aggiunge altro ad un discorso già affrontato, lo sguardo si tradisce calando e le sue sabbie risvegliate si tradiscono smuovendosi come un colpo di frusta stizzito. Solo dopo ne osserva le reazioni con fare attento, alla sua clessidra che spira al contrario, dalla serpe di sabbia sibillina ed animata oltre le labbra carnose di una devozione che solo un Sabaku sa avere verso un tale oggetto. Ogni forma di quella giara è più seducente della propria, ha forme, fianchi, curve, lucidità ed espressività come se fosse un compensativo alla creatura schifa e distaccata all'apparenza della fennec. <Non era questa la cosa che dovevo farti vedere, mi sono allenata per farlo.Ho anche subito un Genjutsu per provare...> Comunica prendendo una polpetta come ad intervallare quanto desiderava mostrare all'altro. <Fa ancora piuttosto male.> Annuncia poco dopo aver deglutito, con la voce ancora impastata ma portando le mani davanti al ventre per comporre palesemente dei sigilli, la capra è il primo, solo dopo il bue, si è esercitata ed ha pure sperimentato con Shizuka la resistenza al Genjutsu di quella vista anche se entrambe hanno ancora parecchia strada da fare, soprattutto per la Sabaku la cui vista a senso composto è frammentaria e compromessa da una terza prospettiva tanto che composti i sigilli porta i palmi agli occhi, inizialmente coprendoli entrambi mentre smuove pochi di quei granelli di sabbia, pochi che diventano una palla sempre più piccola e che solo alla fine mutano chiaramente in un occhio. Solo quando la nervatura visiva è collegata, quando davanti ad Akainu inizia a muoversi fluttuante in giro per la stanza un vero occhio, scopre lentamente il suo occhio destro per cercare il viso dell'altro. Mostra palese fatica, nel modo in cui batte la palpebra quella vista non è ancora fatta per lei, una tecnica troppo poco nota e soprattutto non dovrebbe essere la prima tecnica di un Sabaku ma per qualche motivo è stata la sua. <Puoi guardarlo...è immune al Genjutsu. Quando risveglierai il tuo potere oculare non dovrai avere paura per me, io non dovrò averne di te. è...>Considerato che lo sta guardando con un occhio solo e che non ha Akainu nemmeno tanto a fuoco in via palese punto primo quella tecnica è da migliorare e conoscere, punto secondo sembra aspettare di vedere l'altro darle aperta attenzione, quindi più tempo del dovuto. <è una cosa che ti fa dispiacere?> Presentarsi con un'immunità ad un potere oculare manco risvegliato potrebbe non esserlo, non sembra cosa a cui la Sabaku non ha pensato ma sembra aver dato priorità ad altro, quanto annunciato e quanto detto, mettere l'altro nel contesto in modo da non temere il dolore come al loro primo incontro che per lei è sempre rimasto un Genjutsu mascherato da fato. Ora però, assolto il suo compito a cui evidentemente pensava e programmava da giorni, l'insicurezza che l'altro ne fraintenda, che si offenda, sembra tornare piuttosto vivamente. <Ci vede bene...Meglio di me.>Specifica affilando la palpebra scoperta con fatica ancor più palese. {Chk 26 -Innata attiva- Occhio di Sabbia 2/4}

22:41 Akainu:
  [Interno] Prende una piccola coscia di rana dalla zuppa iniziando a mangiarla, gustarla per distrarsi un pochettino, passare una serata riempiendo lo stomaco, lo stesso che si chiude in un unico istante. La carne misera di rana è intrappolata nei denti quando Kore ammette il motivo per cui ha dato vita a quel bacio senza rifiutarlo. Inghiotte il boccone trascinandolo dentro a forza, preso in contropiede; sente una frase che mai in vita sua ha mai udito e mai avrebbe potuto sperare di udire da parte di un'essere vivente. Lui piace realmente a qualcuno, in quella vita qualcuno prova piacere a guardarlo; è un sogno, deve essere un sogno altrimenti non spiega quanto forte sia il di lei stomaco per sopportare una simile visione, una vicinanza tanto estrema <Lo stesso vale per me, mi piaci molto> cercando di guardarla, di scrutarla con maggiore attenzione mantenendo un barlume di lucidità e sicurezza nel tono e nell'aspetto <Ma penso si sia capito, solo che...non so bene come comportarmi o cosa fare> ammette tutta quell'inesperienza e non a caso non ha ancora fatto nulla quella sera, si è solo limitato a parlare, tenere una giusta distanza donandole il giusto spazio vitale. Una persona normale in fin dei conti che ancora non sa affrontare le varie situazioni. Annuisce nel voler affrontare un argomento per volta, ne basta uno per mandargli in pappa il cervello, due son troppi persino per lui <Concordo> letto o non letto, non è il momento adatto, prematuro, fuori luogo, immotivato sotto numerosi aspetti. Fortunatamente è Kore la protagonista e su di lei va ogni singolo granello di attenzione necessario affinchè percepisca la di lui presenza <Kokketsu?> chiede improvvisamente <Non sono quelli del sangue?> non li conosce bene se non per fama. Comprende poco il provato di lei, non ha ancora il proprio occhio, non sa cosa si provi nell'ottenere un potere a te destino per sempre. La clessidra si agita, probabilmente rispecchia le emozioni di lei, il provato del momento o forse non riesce a controllare ancora il proprio potere a dovere ma le novità non finisco qui ed una serie di sigilli si susseguono. Aggrottata è la fronte, indagatore lo sguardo quando di punto in bianco un terzo occhio appare lasciando il genin privo di parole, sconcertato da una simile forza seppur noti la di lei fatica nel compiere tale gesto. Sospira con una certa pesantezza nel carpire il vero motivo per la quale ha creato una simile tecnica ninja <L'hai fatto per me?> una precauzione od un modo per non farlo preoccupare? <No Kore, non mi dispiace ma voglio solo farti capire che non ti farei mai male alcuno> deglutisce <Sono troppo legato a te per anche solo pensare un simile scenario> non desidera farle male ed i suoi occhi, un giorno, li avrebbe controllati a dovere se risvegliati ovviamente <Di sicuro vede meglio di te, altrimenti non ti piacerei> ci scherza sopra, cerca un momento di ilarità per quanto la cosa sia disagiante.

22:53 Utente anonimo:
  [Interno] Sulle prime parole di Akainu la sabbia si agita, quella serpe si manifesta e rende manifesto il motivo per cui non ha ancora controllo sulla sua Sunodeki, mentre l'espressione appare distaccata quella sibillina creazione è in fermento, rispecchia una mente agitata, quasi battesse a seguire una tensione cardiopata. <Non ci pensare...> Come comportarsi, cosa fare, è qualcosa di lato. <E poi quel divano è più della mia taglia che della tua, a dirla tutta.> Mormora come se cercare di evitare l'emotività, in conflitto con quanto ora quella serpentina riveli di lei, fosse un passo necessario. <Sì, il sangue nero.> Ma non dice altro oltre a confermare, ormai avviata nel suo richiamo 'oculare', pianificato per giorni, così tanto che quell'animo smangiasso alimentato da Shizuka ora inizia a traballare, deve averci pensato molto a come presentarli, lui alla sua sabbia e viceversa. <L'ho fatto perchè...Pensavo ti facesse piacere.> mormora in risposta a quella domanda. Chiude l'occhio scoperto, per allungare quella mano libera all'acqua e portarsela alle labbra con un livere tremore di gesti e trattenuta, segno non solo di tensione ma che non abbia ancora percezione delle distanze con quel terzo occhio dovendo usare solo quello per misurare, lentamente e con gesti più che goffi cauti, la distanza tra lei ed il bicchiere. Sembra costarle non poca fatica ma è una tecnica complessa e da poco appresa, la sua stupidità al riguardo potrebbe anche avere del legittimo. In quel modo e con quel gesto sembra volersi occludere dalla delusione eventuale nell'espressione di Akainu, la realtà è che però quel terzo occhio la vedrebbe ancora, e non sarebbe illuso eventualmente dalla cosa che è peggio a livello di percezione della realtà, osserva sè stessa ad occhi chiusi nel suo profilo sinistro ed Akainu nel suo destro. Nuovamente l'occhio destro si schiude appena nel posare il bicchiere, nuovamente per lei torna quella dicotomia visiva che le strappa un sospiro, forse vedersi davanti ad Akainu era più confortante che vedersene innanzi ed ora non ne ha che una parziale visione. <Il Sempai ha detto che la mia era una richiesta strana, nessuno inizia dall'occhio, mi ha credo dato della guardona. Ma se è vero quello che dici, che non vorresti farmi del male.> E sta soffrendo da cani in quel momento a metterlo a fuoco, l'occhio destro sta iniziando a lacrimare, eppure mantiene una sua dignità. <Non voglio che ti preoccupassi per me, se qualcosa avvenisse potrei guardarti con quest'occhio. L'ho provato, con la Kokketsu, funziona...è come vedere due cose diverse, lo è un po' sempre.>Ma non lo userò per guardarti mentre fai la doccia, no no no credici proprio. Va beh, Kore è stalker ma innocente dai, almeno questo glielo vogliamo concedere. <Da quando ho questa giara la gente in giro ha paura, non tutti, ma molti, altri sono solo curiosi...Il tuo aspetto fa paura, non solo a te. A me piace, e ci vedevo benissimo, tipo a parte ora.>Ora no, ora ci vede un po' offuscato e quella fatica è sempre più palese ma non se ne libera, no, nessuno glielo ha chiesto e l'occhio ha iniziato a girovagare per la stanza facendosi letteralmente gli affari più privati dell'Uchiha, quantomeno i visibili. <Posso togliere il tavolo? La cena era di tuo gusto?> D'emblè {Chk 25 -Innata attiva- Occhio di Sabbia Mantenimento}

09:42 Akainu:
  [Interno] Più facile a dirsi che a farsi, non pensare a determinati punti della vita di un verginello inesperto alle prime esperienze con il gentil sesso. Mai fino a quel momento ha osato vedere l'altra parte come qualcosa di arrivabile ed adesso la sua vita sta prendendo tutt'altra piega, vola in direzione mai inesplorate ne ricercate. Sospira evitando di rispondere, ovviamente non sa cosa dire <Ci ho dormito altre volte, non è un problema> è casa sua, la solitudine lo porta a far ciò che vuole quando vuole, anche dormire in posti al di fuori del letto. Arriva la conferma del sangue nero dei Kokketsu, tale fame è irraggiungibile, solo gli Uchiha li superano ma è incredibile come un clan di demoni abbia esponenti in grado di parlare senza mietere vittime; forse deve conoscere suddetto soggetto e comprendere le dinamiche della loro vita ed esistenza <Onestamente Kore? Mi fa piacere> l'ammette senza troppi giri di parole o ribaltamenti <Più di quanto credi> senza entrare troppo nello specifica, al contrario, resta in superficie cercando di non dilungare troppo l'argomento. Quell'occhio creato vaga per la casa, la ragazza soffre, il viso ne è una prova, mantenere attiva la tecnica deve costare un numero incredibile di energie tanto da debilitarla. L'ascolta silente, le motivazioni le comprende ed il cuore ha un sussulto riuscendo ad entrare in profondità di esse, consapevole di voler esser visto sempre, nonostante tutto. Il proprio, terribile aspetto risulta da sempre un impedimento ma non con lei, non per lei e quelle bruciature son insignificanti <Non smettere di guardarmi allora> lo consola, da lui conforto, alla fine è ciò che desidera, essere visto, essere accettato per quello che è, non etichettato come mostro ma cosa succede quando hai un occhio che gira per casa? Vengono fuori gli altarini e nel girovagare per la dimora esso potrà notare, da sotto il divano, delle riviste ed alcuni manga di natura molto poco pudica. Svariati Hentai e riviste erotiche con le migliori e più gettonate figure femminili del settore in varie posizioni e senza alcun tipo di velo addosso. Uno dei manga Hentai, invece, è aperto su una pagina in cui l'atto in se è in pieno svolgimento tra la ragazza ed il proprio partner in quel momento. La prova che Akainu è un adolescente in preda agli ormoni, come se non si fosse capito dopotutto. Poveretto, totalmente all'oscuro delle visioni dell'occhio, il deturpato riporta le verdi iridi sul viso di Kore <Molto, grazie> annuendo con mesto sorriso ed un lieve inchino del capo. Vorrebbe dire altro, fare una richiesta particolare ma la trattiene, per ora, non osa più di quanto abbia già fatto.

10:02 Utente anonimo:
 Girovaga quel suo occhio in una vita che non è la sua,facendosene curioso intruso con discreta quanto evidente invasione ed è così che alla fine miete delle vittime, l’occhio destro è ancora lacrimante quando la risposta di Akainu al suo jutsu instilla sollievo palese nella fennec,le labbra si schiudono in un sospiro leggero,<ti sto guardando > con il proprio occhio dalle note sabbiose mentre quello di sabbia va ben oltre osservando la vita altrui. Una risatina leggera non sembra riuscire a trattenerla la bionda quando si imbattte in quelle riviste ed anche ad Akainu questo sarà palese, non faticherà cercando il suo occhio a capire dove questo si sia posato e cosa più rara che eccezionale un lieve rossore ora si che va ad imporporare le guance pronunciate dalla magrezza.<Scusa> soffia controllando il moto di quel terzo occhio a rinvenire verso il tavolo.<Non ho resistito> ora però a guardarlo fa fatica e l’azione sulla cena le viene in soccorso.
Quando quel fastidio sembra ormai fattosi eccessivo anche la mano sinistra decade insieme al suo occhio, lo si vede sgranularsi mentre mantiene mero controllo sulla sua nube di sabbia che con la stessa sinistra conduce ad Unione verso la bocca della giara ove la sua agitazione continua a tradirla sibillina agitandosi in una serpe informe che non rispecchia la pacatezza della tensione sul viso pallido ed emaciato della fennec. La mano agita il suo appiattimento verso o il tavolo, un vassoio solido di meno di un metro prima di alzarsi in piedi iniziando a raccattare quanto sul tavolo per deporlo sulla propria sabbia che sola si sospinge verso il lavabo una volta terminato, lei si limita a seguire quei piatti come se stesse andando a lavarli in silenzio, non pare stia facendo sfoggio della sabbia quanto dover continuare a manipolarla per averne controllo ed esercitarlo come vorrebbe (chk 24 controllo della sabbia 1)

10:14 Akainu:
  [Interno] Quell'occhio vede tutto, osserva tutto compreso il genin ma ciò che esso vede è anche troppo. Nota il risolino di lei, il rossore sul viso mentre le verdi iridi si smuovono per la stanza; in quell'esatto momento comprende cosa stia veramente accadendo ed il segreto di lui va completamente in frantumi in un nano secondo. Inghiotte alzandosi celermente dalla sedia, smosso con passo veloce alla volta del divano dando un sono calcio alle riviste ed ai manga li presenti per sotterrarli in maniera definitiva al di sotto il divano <Dimentica quello che hai visto> sentenzia cercando di mettere una pezza sulla questione <E' solo...un hobby, mi tengo informato, tutto qui> accampa scuse nel modo peggiore <Sai, la cultura si evolve e voglio vedere come lo fa in ogni suo ambito> quante scuse tirate fuori in maniera forzata. Forse vi è del vero in quel dire ma ciò non toglie la presenza di un modo palese di nascondere il misfatto. La sa lunga, anche troppo. La fatica di mantenere la tecnica attiva ha la meglio, l'occhi si sgretola divenendo sabbia e le dorate di lei nuovamente riaperte. L'imbarazzo generale è molto, troppo per poter esser contemplato veramente e l'aiuto giunge dalla dichiarazione sulla cena ed in quel momento un briciolo di coraggio nell'animo del genin sopraggiunge spingendolo a camminare, muoversi per accorciare le distanza quando ella è di spalle. Batte forte il cuore all'interno del petto, mille i pensieri nella mente, troppe le equazioni a cui tener fede mentre copre i metri che li separano. Ella di schiena nel portare i piatti nel lavabo della cucina, il genin rende le distanze nulle tentando una mossa inattesa persino per se stesso. Solleva le braccia fino all'altezza delle altrui spalle cercando di portarle oltre il collo di lei facendole adagiare sul petto della Sabaku e, nello spingerla contro il proprio petto, tentare un semplice abbraccio al contrario. Non ci ha mai provato prima d'ora, potrebbe risultare impacciato, privo di quell'esperienza necessaria per effettuare un gesto semplice <Grazie> dovuto per tutto quello che sta facendo, per essere intervenuta in una vita altrimenti vuota seppur non priva di obiettivi e stimoli ma comunque privata di una figura realmente importante.

10:37 Utente anonimo:
 I takoyaki rimasti vengono reimbustati quando si trova a portata del lavabo e libera la sua sabbia del peso delle stoviglie la stessa smuove ad agitarsi,nuovamente fuori controllo rispetto alla mente che dovrebbe dominare e non rispecchiare in modo tanto palese. Quella serpe smuove poco oltre la spalla sinistra della fennec il cui sguardo sembra evitare tanto imbarazzantemente Akainu da rendere quei due piatti una missione vitale. <ci sono i notiziari> anche non guardandolo si vede che sogghigna sotto i baffi ma non commenta oltre, manco dimenticherà no, ma non pare vi voglia insistere in modo alcuno lasciando che Akainu possa occultare le prove senza sentirsi addosso il suo sguardo, troppo intenta in un fare casalingo che sembra fuori dalla sua portata e privo di eleganza femminea e materna della cura della casa. In quello spazio di una casa piccola il muoversi dell’altro non può passare inosservato ma non pare mirare l altrui spostamento, solo la sabbia consapevole di quellavvicinento vortica bizzarramente per poi paralizzarsi all’improvviso, cosi come le braccia in avanti della fennec, le spalle rigide che vengono circondate, gli occhi che intercetterebbero una crepa nella mattonella avanti a sé. La schiena dall’ ossatura pronunciata contro il petto del Uchiha non si muove per diversi momenti prima che quella parola sia a portata del suo udito. <mi ringrazi perché mi piaci?> la domanda rabbocca incerta seppur non faccia gesto fisico atto a voltarsi ripiegando il solo braccio destro la cui mano cerca il dorso di quella sinistra dell’altro mirando al tatto della poca pelle scoperta oltre la manica del cappotto,abbassandovi lo sguardo in quella vicinanza ed infine il viso,oppostamente alle dita che ne spingono verso l’altro,cala a deposito silenzioso delle labbra. Risolto quello stressante momento che pianificava da giorni il silenzio sembra tornare a farsi arma prediletta. Ha già chiesto una maggiore portata di quella pelle ed ha dovuto pentirsene, non pare farlo di nuovo seppur la mente possa osare ed abbia chiesto un posto isolato per non privarsene, la privazione viene semplicemente accettata e la poca attenzione del tatto delle labbra scure e sottili è rivolta al quarto esposto di pelle ustionata.
(chk 24 controllo della sabbia 1)

10:55 Akainu:
  [Interno] Borbotta parole incomprensibili lanciando un'occhiataccia alla televisione rigorosamente spenta per non disturbarli. Non vi è niente di interessante nei programmi del giorno, sicuramente non vi è nulla di più interessante della Sabaku al momento, non ai suoi occhi <I notiziari non parlano di tutto> ribatte distogliendo lo sguardo da ella, portandolo brevemente altrove, inconsapevole dell'altrui risatina accompagnata dal divertimento e dall'imbarazzo. Inutile dire come la situazione sia divenuta strana e complessa da gestire, l'aver scoperchiato quel piccolo vaso di intimità ha gelato tutto, ha fatto calare il gelo su entrambi ma l'occhio del genin non può far a meno di notare come la sabbia nella giara si agiti continuamente; chiaro segno di un controllo non ottimale del potere innato, forse preda costante delle emozioni ma se così fosse, allora vorrebbe dire che può vedere in diretta cosa sta provando la ragazza senza neanche dover indagare. Osa incamminarsi, avvicinarsi ed accorciare le distanze mettendo da parte il ragazzo adolescente, abbracciando un lato più umano ed adulto. Ovviamente l'osare è estremamente limitato a quell'abbraccio, notando come la stia prendendo alla sprovvista, un gesto inatteso da ambo le parti, persino dall'autore. L'abbraccia da dietro, le stringe il petto, la tiene stretta al proprio per un tempo assai più lungo del normale <Perchè sei andata oltre> un qualcosa da non sottovalutare in modo alcuno, esseri andati oltre l'aspetto, oltre tutto è il più gran regalo e complimento che potessero fargli. In un mondo governato dalla crudeltà, si sta ritrovando in una situazione normale, priva di insulti o di razzismo per il suo essere palesemente diverso. Silente smuove il braccio destro, tentennando tenta di portare le dita al viso di lei, sfiorarne il mento cercando di volgerlo di lato, in direzione del proprio. In caso di riuscita le verdi iridi incrocerebbero le altrui e le labbra verrebbero avvicinate lentamente nel chiaro tentativo di rubarle un nuovo bacio, molto meno aggressivo dell'ultima volta, un qualcosa di normale privato dell'ingerenza degli ormoni. [C On]

11:15 Utente anonimo:
 Andare oltre,qualcosa che viene accolto nel silenzio delle labbra depositate sul dorso della mano ustionata cogliendo alla sensibilità delle stesse la liscia differenza del tessuto cicatriziale, le arricciature ed i rilievi in uno studio tattile ma misurato prima che l’altra mano del Uchiha ne sollevi da quell’onere che aveva appesantito le palpebre ma alleggerito la sua sabbia, come se si fosse allargata smossa da un venticello più clemente un piccolo banco di rugiada dei deserti sospeso che non è visto né percepito. Gli occhi sono infatti risollevati in direzione di quella guida verso destra fino a ritrovare quel verde,quella ossessione recente che non vuole ammettere ma che lo sta diventando,evitare che Akainu potesse diventare una sua ossessione ha dato le ossa al cane affamato che lo rende tale,dai messaggi insistenti alla curiosità del terzo occhio cercare di mettere una pezza a quella sua invasione inizia a non sembrare più interessante, privarsene inizia a sembrare avvilente rispetto alla caccia di un predatore piccolo e desertico,agguato che centellina in quel bacio dovendo torcere il collo nella diversa altezza per più tempo di quanto madre natura vorrebbe solo per riassaggiare quanto aveva pescato sulla mano con la punta della lingua alla linea inferiore e superiore delle labbra altrui. A riaprire gli occhi al termine di quel bacio il fosco nero delle pupille si ritrova dilatato e divorante. In quell’abbraccio cerca di voltarsi,abbastanza lentamente fa fare capire la sua intenzione che smuove sui propri piedi,abbandonando la mano dell’altro nel contatto,eppure abbastanza mollemente da lasciar intendere che non sia intenzione propria distaccarsi da quel gesto fisicamente. Gli occhi dalle note mielate percorrono dal polso tutta la lunghezza del braccio coperto nel cappotto finché i propri arti superiori, nudi, non hanno lo spazio per sollevarsi tra di loro e quelle pupille sono ormai rigettate al bavero altrui nella sua parte sinistra. Un braccio che sarà mai? Le Mani proprio quello spazio vanno cercando, non con l’intento di liberare l’altro del cappotto ma di seguire la bianca t-shirt sulla spalla sinistra fino al suo termine,abbassandolo da un arto solo con contemplazione attenta fino a poterne sfiorare la pelle ustionata ma non turbando quella svestigie oltre l’altezza del gomito riportando l’attenzione solo dopo quella contemplazione al volto altrui per inquadrarne la reazione contro il suo sguardo. Le narici si dilatano ad ogni respiro da quel bacio,l’odore è attenzionato in maniera evidente, di quella pianta a lei ignota che del Uchiha porterebbe il nome alla sua memoria,ormai impregnata delle iridi verdi su cui indaga <possiamo patteggiare, se ti togliessi il cappotto potremmo sederci sul divano… a meno che tu non voglia uscire ma non sembri un tipo da gelato> in realtà delle banalità che a lui potrebbbero piacere, tipo quella zuppa disgustosa, la fennec non sa nulla ma dove non può chiedere la seduzione all’odore altrui sembra invece avviare una laida trattativa non meno predatoria, come se concedesse qualcosa che vuole ottenere.
(chk 24 controllo della sabbia 1)

22:48 Akainu:
 Per l'ennesima volta ha osato compiere un gesto a lui totalmente nuovo ed ignoto di caratura umana. Vicino a qualcuno che non sia egli stesso, con un'altra persona nel circolo domestico a cui importa della vita dell'Uchiha; tutto così strano, così diverso dal solito da non esserci abituato e le emozioni provate sono quanto di più difficile da contemplare. Il cuore a mille, l'inesperienza la fa da padrone ed ogni gesto compiuto appare sbagliato, fuori luogo con mille pensieri rivolti al negativo eppure ella gli ha dato tutte le rassicurazioni possibili. Come si può, però, contemplare un'essere del genere il cui aspetto rasenta la mostruosità? Come si riesce a star così vicini a qualcuno senza provare ribrezzo, un viscido disgusto verso chi è tanto diverso? Comprende il mondo, pur odiandolo, ma ora non comprende pienamente lei ne cosa sia ai di lei occhi, cosa ella realmente veda per avvicinarsi tanto. L'abbraccio è un ringraziamento, voluto e desiderato, vedere oltre la figura mostruosa significa vedere l'essere umano, il ragazzo che dovrebbe essere e non quello attuale, impregnato di problemi, di disagi, di errori in ogni singolo punto del corpo e poi ecco che le dona un bacio. Ricambiato, accolto, le labbra si muovono sulle sue tutto il tempo necessario prima dell'ennesimo distacco, non definitivo, solo temporaneo. Non si muove dalla posizione, al contrario, l'abbraccio è mantenuto seguendo Kore nel girarsi, ora faccia a faccia, le verdi iridi nelle dorate della ragazza. In quegli occhi si può vedere una certa serenità, oserei dire anche felicità, qualcosa di astruso ed astratto perchè, quando mai ha avuto un giorno felice in vita sua? Quando mai è stato bene? Neanche durante il sonno è tranquillo eppure adesso si sente tale, in pace con il mondo e con se stesso. Deglutisce nel lasciarsi toccare, sfiorare fino alle spalle ed il respiro aumenta nel vederla insinuarsi alla volta del braccio per scoprire le ustioni saggiamente nascoste. Socchiude gli occhi, deglutisce respirando lentamente, inghiottendo grumi interi di saliva, almeno fino alla di lei frase. Solleva le palpebre tornando a guardarla per via di una richiesta precisa, una specie di ricatto. L'ha già visto senza nulla in busto, perchè mai dovrebbe vergognarsi? In quel giorno non è successo nulla, l'emozioni non erano ancora scoppiate ma ora è tutto diverso ed una visione distorta potrebbe rovinare ogni cosa. L'abbraccio viene meno lasciandola andare, sospira e prende un profondo respiro gonfiando il petto senza mai staccarle gli occhi di dosso. Lentamente le braccia si alzano, le mani afferrano i bordi del cappotto aprendolo sempre più fino a lasciarlo ricadere via, getto sullo schienale della sedia più vicina. Con solo la canotta bianca smanicata, le ustioni sono visibili; meta della mano, l'avambraccio fino al gomito, parte del petto e la totalità del collo, una visione raccapricciante. Non parla, continua a guardarla, cercare in lei una reazione, un qualcosa per sapere se le piace ciò che vede o se il disgusto stia prendendo il sopravvento <Non sono tipo da gelati, mi dispiace> solo quella piccola specifica. No, non è del tutto un adolescente comune.

23:02 Utente anonimo:
 Il corpo minuto e magro accoglie mollemente quell'abbraccio, disperdendosi nella ricerca di quel bacio e del suo sapore fino al naturale termine dello sforzo di quella posizione, al suo voltarsi nell'intento malefico. Se quei dubbi dell'altro alla sua mente sono privati delle incertezze invece note sul suo aspetto appare consapevole nel modo in cui le dita sfiorano la pelle lungo il braccio mentre ne scopre, come se massaggiassero preziosi centimetri ma senza sospingervisi o soffermarvisi, seguendone le cicatrici. Quell’invito delle mani si mantiene morbido contro la manica sospinta verso il basso, si trattiene cercando l’altro con lo sguardo sabbioso e contornato di nero, ma se vi è barlume di agitazione non è nello sguardo che si ritrova, quella è domanda, aspettativa incastonata nel volto pallido, diversa storia oltre i capelli scarmigliati è per la serpe di sabbia contro il suo controllo, movimenti scattosi e repentini, come un’informe vipera obbligata a difendersi mentre l'altro si distacca, allontanandosi di quel passo indietro che permette agli occhi di inquadrare l'Uchiha ed il suo fare con completezza maggiore, l svestirsi del cappotto titubante, dimentica degli occhi smeraldo abbastanza a lungo da lasciarsi cogliere in fragrante nel percorrerne le braccia snudate con un'attenzione silenziosa che l'altro probabilmente dedicherebbe ai giornaletti sotto il divano. Di quella espressione è alito solo la sabbia, i movimenti tesi e lenti, come se stesse cacciando, a richiamare un pelo irto prima che le parole spezzino un sussulto, udibile, alle labbra come se avesse cessato il respiro risalendo con gli occhi al viso di Akainu. <Mai voluto il gelato...> Ma sente nervosamente quella sabbia contro la guancia, quel bisogno di conforto e di carezza che la mente ha richiamato a sè priva di controllo. La stessa risolutezza con cui inizia a muoversi verso il divano è quella con cui la mano sinistra invita quella scia che la segue scodinzolante verso la Sunodeki, dormi traditrice, percepisce l'alone del danno di quella sabbia ma non ne scaccia apertamente, non ci riesce, semplicemente si muove ancora come se fosse a casa propria. <è silenzioso qui...> Non è un dormitorio, ma non è sonno quello che la coglie, è quiete mentre ha palesemente distratto gli occhi da lui prima che l'ultimo granello di sabbia sia tornato a sopire in via definitiva. Allora torna a guardarlo, le pupille larghe e dilatate contro le iridi chiare e brillanti. <Che stai pensando?> Domanda all'improvviso, fissandolo apertamente mentre i fianchi scendono contro il bracciolo del divano, quindi praticamente di ben poco data l'altezza, ed il braccio si allunga a farsi appoggio contro lo schienale, separazione tra lei ed Akainu e quindi appoggio momentaneo del suo volto. <Ti va di dirmelo?>
(chk 24 controllo della sabbia 1)

23:23 Akainu:
  [Interno] Ha preso la decisione di spogliarsi davanti a lei, togliere quel cappotto e mostrare le ferite che porta con se da una vita. Un gesto altamente difficile, doloroso ma comprensivo di un coraggio non indifferente in grado di prendere il posto della paura. La paura è ciò che più di tutti lo blocca rendendolo si debole ma a ragion veduta; il passato non si può dimenticare ed i traumi creati da ragazzino non si scacciano con un battito di ciglia, si necessita un lavoro che, attualmente, non è in grado si svolgere. Dalla finestra è possibile notare come il sole sia definitivamente calato, il buio ha preso piede e la luna si erge alta nel cielo; si sta facendo realmente tardi ma loro sono ancora li, in quella casa, da soli a parlare, conoscersi, toccarsi, esplorare un nuovo mondo, quanto meno per il genin l'effettivo ignorante in materia. Il proprio corpo esposto viene osservato, scrutato da parte a parte come fosse un'opera d'arte e solo il proprio dire risveglia Kore dal torpore in cui è ricaduta; strano come, il di lei sguardo, non gli provochi ansia, timore o vergogna, al contrario, riesce a sentirsi a proprio agio <Meglio, non avevo voglia di uscire> una situazione del genere è troppo allettante per lasciarla ora che inizia ad osare di più ma in tali parole vi è un fondo di verità. Uscire vuol dire stare a contatto con la gente, odia farlo preferendo la solitudine della casa, in questo caso, preferendo la sola compagnia di Kore e nessun altro o altra. Lentamente la segue fino al divano, passo dopo passo macina quei brevi metri non staccandosi neanche un singolo momento <Ho scelto questo luogo appositamente, qui c'è calma, molta calma. Oto lo è da sempre> un posto calmo e tranquillo dove vivere, dove passare il tempo. La sabbia nella giara non passa inosservata in tutto questo, essa continua ad agitarsi compulsivamente, continuamente portando curiosità nel genin, comprendendo che, forse, è davvero legata alle di lei emozioni e ciò vuol dire che anche lei è agitata tanto quanto lui. Deglutisce andando a sedersi al fianco di Kore, più vicino rispetto al solito ad una distanza tanto irrisoria da poterne sentire il calore corporeo <Penso a come faccia a piacerti uno del genere, come faccia piacere toccarmi, guardarmi, stare in giro con me> i pensieri più pressanti sono quelli, se lo chiede, non può farlo a meno ma c'è altro <Penso che vorrei darti un altro bacio e non staccarmi più, per tutta la notte> un bacio continuo fino al giorno dopo, provare in maniera totale il piacere da sempre negatogli.

23:49 Utente anonimo:
 Il lembo sinistro delle labbra sottili si solleva, rende quasi una smorfia quel ghigno leggero alla questione sull'uscita accentuando quell'espressione ferina, ora concepita senza la sua sabbia a tradirla, vicina alla Sunodeki ma lontana dalla verità a cui la sottopone, dabbasso gli occhi si affilano con fare guardingo seguendolo muoversi. <Le mie vicine di letto sono terribili, vivono su Ninjagram.> Che non vuol dire nulla se non che partono video a caso, ovviamente, e spesso lei dorme. Quel commento però sembra avallare il fascino per il silenzio, il riserbo della solitudine, l'ha detto in fondo a Shizuka, ai Sabalu non piace la compagnia manco degli altri Sabaku, a Kore proabilmente pure meno seppur quella resti una diceria. Il mento poggiato contro l'avambraccio mentre ne osservava si scosta per continuare a seguirlo attentamente, fino a torcere i fianchi, riallineando la posa scomposta, voltandosi a poggiare contro lo schienale per susseguirne la seduta. Sembra faticare a guardarlo negli occhi finchè non si è seduto, è una questione prospettica, metti un punto nero su un foglio e vedrai solo quel puntino come prima cosa, la mancanza del cappotto sembra aver allargato il puntino mentale sulla figura di Akainu eppure in quella fatica ne ascolta, una volta seduti. <è così importante? Chiunque potrebbe dire lo stesso...> La domanda si muove sospettosa, ma ormai non c'è più quella traditrice. L'espressione pare sbigottita per qualche momento, non ha le caratteristiche della femme fatale, nè le curve, nè la cura di sè stessa, i capelli sono sparati in ogni direzione, gli occhi hanno la stanchezza di chi mangia male e dorme poco, accentuata dalla notte insonne per le ferite al costato, il corpo minuto ha ossatura pronunciata, spigolosa, come le spalle ad esempio scoperte oltre la canotta senza maniche. In quella vicinanza, la sua bassezza è tanto evidente da risultarle palesemente dolorosa ad un certo punto, smuove i fianchi ancora un po', movimento ulteriore per puntare il ginocchio sinistro sul divano, contro quasi la coscia destra di Akainu. <Sullo stare in giro con te, inizio a ripensarci...> Commenta cercando di scavalcarne le gambe divaricando le proprie, chiaramente sta cercando una posizione che le consenta di non farsi venire una cervicale e chiaramente quella non aiuta le voglie eventuali di nessuno dei due, visto che prova ad allungarsi in avanti con le braccia abbastanza da farsi appoggio sulle spalle di Akainu qualora consentito. <Sul bacio per tutta la notte ci posso lavorare...Malgrado l'età.>Ne ascolterebbe la risposta, malgrado la distanza esigua, prima di intentare realmente quel gesto approfittando del divano per una posizione che ne rende più agevole il movimento persino di un semplice bacio, e stavolta è lei quella dichiaratamente avida per paradosso, una sfida di altezza che non era contemplata. {CHK 24}

00:08 Akainu:
  [Interno] Sorride alla confessione di lei e delle amiche di letto, probabilmente coinquiline con cui condivide l'appartamento. Non sa cosa si provi ma dalla descrizione comprende come vivere da soli sia la miglior cosa <Ninjagram è un social che non ho mai aperto ne sento il desiderio di farlo. E' solo qualcosa che ingigantisce l'ego> le foto ed i video di se rappresentano quello, un atto per ingrandire l'ego e nulla di più. Seduto al di lei fianco, finalmente la distanza è nuovamente ridotta, vicini come dovrebbero stare. La seduta è comoda, certo, non stanno larghissimi vista la grandezza esigua del divanetto ma tutto sommato stanno bene, dopotutto ella è uno stuzzicadenti con le gambe, occupa poco spazio <Si, è importante Kore, per me lo è> deglutisce, inghiotte la saliva ma senza continuare il discorso. Ha reso noto come tali risposte per lui risultino fondamentali al fine di risollevare l'autostima ma, soprattutto, scoprire se è ancora normale, se può essere visto come un ragazzo e non solo come uno scherzo della natura che non merita neanche uno sguardo di compassione. L'osserva muoversi, mettersi più comoda, voltarsi e gli occhi nuovamente si incrociano. Mugugna appena senza replicare a quel dire, può essere frainteso come no, non vuole rovinare il momento che stanno vivendo ma è il dire successivo che scaccia tutto quanto, ogni dubbio, ogni domanda, lasciando solamente spazio al desiderio di lui di riavere quelle labbra sulle proprie <L'età...a me non dispiace> e certo, è più grande, a chi non dispiacerebbe una ragazza più grande? A chi? Voglio i nome ed i cognomi. La mano sinistra viene mossa, il braccio sollevato per avvicinarsi al viso di lei, il palmo a carezzarne il viso, sfiorarlo in maniera delicata prima di avvicinare il volto; il respiro si fa sempre più corto, il calore corporeo può invadere lo spazio della Sabaku mentre adagia le labbra sulle altrui in un bacio più sentito e voluto di quanto non sia stato in precedenza. Non esagera, cerca di contenersi eppure, la naturale fine non sopraggiunge, deve durare tutta la notte, per tale motivo si lascia guidare da ella passo dopo passo, crescere, imparare, essere più di quanto è. In tutto questo, la serenità prende possesso del cuore e della mente, in quel momento sta bene dopo 18 anni di vita. [END]

Cenano insieme e parlano. Akainu scopre i nuovi poteri di lei restando affascinato ma, successivamente arrivano domande ed altre confessioni. Insomma Furaya, leggitela.