Un incontro sabbioso al chiaro di luna

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con Kan

20:15 Kan:
  [Pressi laghetto] Meravigliosa la luna, splendente di una luce bianca da far invidia alla più bella delle divinità. Il cielo stellato dell'estate accompagna un tale spettacolo di bellezza, splendenti a loro volta seppur poco visibili, non vi è ancora il buio della notte lasciando che l'ultimo sprazzo di sole muoia per sempre. In quel di Sunagakure, il Sumi sosta dinanzi al laghetto in completa solitudine osservando l'acqua ed il suo leggero movimento; vaga il pensiero del chunin, vaga verso tutto quello che deve fare con l'Ochaya, con il demone, collaborare con Furaya e tante mille altre cose tra cui chiedere finalmente a Shizuka di andar a convivere. Oramai la loro relazione è ben più che salda, desidera fare un passo in avanti, rendere più concreto quel loro, intimo, mondo. Il vestiario che porta con se è totalmente rinnovato, composto da un singolo paio di neri pantaloni sulle leve inferiori di un blu notte, aderenti in zona cosce andando a restringersi man mano che si avvicina ai calzari; quest'ultimi risultano esser semplici, neri, privi di forme particolari. Il busto è ricoperto da una camicia color del latto a lunghe maniche, sbottonata nella zona del collo ed un piccolo gilet del medesimo colore dei pantaloni. Rossa cravatta intorno al collo discende lungo il busto per poi finire con una giacca, sempre di quel blu notte, a ricoprire il tutto, maniche lunghe, polsini arrotolati ed abbottonati con svariate linee bianche dando un pizzico di colore in più al contesto. Chioma bianca totalmente stravolta dal recente taglio, decisamente più corta sui lati le cui ciocche giungono al di sopra delle orecchie; medesime ciocche coprono parzialmente la fronte mentre sul di dietro ricadono sul collo senza mai superarlo. Sull'orecchio sinistro un orecchino dal color blu, rappresentante del legame con la Kokketsu mentre sul lato destro della vita il portaoggetti contenente fuda ed inchiostri speciali del clan per permettere lui di creare meraviglie. Seduto al di sopra di una panchina, il ragazzo emerge come un faro nell'oscurità, secondo solo alla luna, anch'egli pregno di una bellezza angelica, fuori dal comune con le dorate iridi concentrate esclusivamente avanti a se non donando a nessuno il privilegio di incrociarne lo sguardo, per ora. [C On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

20:31 Utente anonimo:
  [Pressi Laghetto] Prendere confidenza con la sua Sunodeki non è stata cosa da poco, non l'ha abbandonata in nessun istante, nemmeno quando è andata a scegliere la fascia, di un intenso verde smeraldo, da passare intorno ai fianchi morbidi della sua giara e legacciare alla vita, facendola salire traversalmente sulla spalla destra comprimendo la maschile casacca color sabbia. I capelli corti e pallidi come il viso sono appiccicaticci sul viso, eppure ha scoperto l'inutilità di quello zaino ora che posa gli occhioni di miele su un vetusto telefono di quelli prepagati da spacciatore. <Nessun messaggio...> O magari non sa farlo funzionare, è possibile mentre si concede quel commento nei pressi del laghetto. Pantaloni neri aderenti e scarponcini che affondano nella sabbia ad ogni passo di chi deve aver corso, non sembra una che ci tiene molto all'aspetto eppure le palpebre scurite all'interno, dai tratti canidae, fanno sembrare persino che la fennec abbia un velo di trucco oltre ad occhiaie, magrezza e l'aspetto di un bimbetto di otto anni se vista da dietro, e forse pure da sotto, ma si anche da davanti. Posato il telefono nel tascone si china verso il laghetto allungando le mani per cercare l'acqua e portarla al viso, una zona pallida ed ossuta come tutto eppure da tergere pare, da destra a sinistra lungo la schiena la Sunodeki sembra quasi grande quanto lei eppure sembra una prosecuzione della sua persona

20:41 Kan:
  [Pressi laghetto] Il fato è solitamente un gran pezzo di sterco, dotato di un senso dell'umorismo non indifferente visto che cerca la solitudine e si ritrova in compagnia. La sua mole di pensiero viene interrotta da un commento da parte di una persona li vicino, anch'ella nei pressi del laghetto con in mano un ninjaphone poco ninja e poco phone, insomma, un aggeggio giurassico per quanto ne sa il chunin, troppo giovane per conoscere simili apparecchi, troppo giovane per conoscere il mondo prima di allora eppure non pecca di intelligenza, sempre alla ricerca della conoscenza, la più grande forza di questo mondo oramai distrutto, apocalittico. Le dorate iridi vertono alla volta di Kore scrutandola con la coda dell'occhio, veloce l'occhiata lanciatale osservano il di lei moto verso l'acqua alla ricerca di essa. Fa caldo, non può biasimarla in questo. Un colpo di reni per riportarsi in piedi, entrambe le mani vengon riposte nelle rispettive tasche dei pantaloni iniziando a camminare, direzione? Proprio la neo Sabaku, è da troppo che non si diverte e non si fa i fatti di qualcun altro, deve stuzzicarla per poter passare la serata, no? Quel commento capita a fagiolo, decisamente fa al caso suo per rompere le scatole a qualcuno di sconosciuto. Pochi i passi per portare la distanza a poco meno di 2 metri da essa soffermandosi a guardarla dall'alto verso il basso <Problema con l'altra metà?> ovvio il riferimento ad un compagna ma per rendere il tutto più palese indica la posizione del telefono dove essa l'ha riposto. Capo inclinato leggermente verso sinistra in attesa di una risposta, non vi è espressione di divertimento per ora ma solo indagatoria, incuriosito <Cos'è quella cosa che ti porti dietro?> indicando anche la giara perchè si, dei sabaku non sa praticamente nulla. [C On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

20:52 Utente anonimo:
  [Laghetto] Chissà perchè tutti poco tollerano il povero Egidio, perchè ha un nome come tutte le cose a cui si vuol bene, costa poco, manda i messaggi, suona fortissimo e per quanto è spesso è anche un'ottima arma impropria. Povero Egidio, un cuore per Eggiuy, che non fa in tempo a vedere Kan alzarsi partendo con un trillo dalla tasca, una vecchissima suoneria di messaggi, manco l'avesse chiamata. Non vi si dedica subito, anche perchè il suo allenamento non l'aveva finito e dopo essersi rinfrescata la faccia usa la stessa mano destra per comporre il sigillo della capra con lentezza evidente, il che vuol dire che Kan potrebbe riconoscerlo, visto che si prende tempo per chiudere gli occhi e visualizzare le due sfere dalle note dei due elementi, il vento più leggero ed alto rispetto alla scura terra lavica all'altezza del ventre, è il loro circuitare, unirsi e legarsi che disegna le note sabbiose della Sabaku finchè al centro del petto non ne sente nuovamente l'energia. <Possiamo ricominciare.> Ma ha dormito? Fa per prendere il telefono dalla tasca iniziando a voltarsi che si trova con Egidio nella sinistra e Kan davanti che le parla, sgranando gli occhi dalle note del miele di mandorlo come se non pensasse ce l'avesse con lei pur avendolo sentito, palesata l'indicazione sul telefono che stava ripescando. <La metà di cosa? No no...Ti assicuro che è tutto un pezzo è proprio fatto così, mica di quelli a sportello.> Giustifica sollevando l'apparecchio telefonico in sua direzione, effettivamente mostrando ci sia un messaggio ma tanto quei telefoni là li sente tutta l'oasi. <è un telefono...>Malinterpreta la domanda, perchè non sta guardando la sua indicazione alla giara chiaramente visto che ridacchia sul messaggio appena letto, non sembra tuttavia rispondere non subito almeno. Si concede il lusso di guardare Kan, ora un po' meglio, la cravatta, l'orecchino, i chiari capelli, gli occhi un po' simili ai propri. Effettivamente a parte che l'altro sembra uscito da un ballo fighetto e lei da una palestra di donne gay la somiglianza fa stropicciare le ciglia alla fennec finalmente. <Aaaaah, non intendevi questo vero?> Sollevando Eggiuy nuovamente {Chk 30/30 Richiamo]

21:33 Kan:
  [Pressi laghetto] La formazione del sigillo caprino mette sull'attenti il chunin, una prova non richiesta sulla professione altrui, una Kunoichi fatta e finita, letteralmente sta parlando con una collega. Perchè l'ha impastato non lo sa e non intende scoprirlo, ciò che è certo è che la serata potrebbe prendere una piega interessante se gioca bene le sue carte. Propositi divertenti se non fosse che il destino è beffardo quanto ironico arrivando a mettere a dura prova il geniale intelletto del bianco le cui povere orecchie, una volta sopraggiunto in prossimità della genin, odono risposte prive di senso che lo spingono a sospirare, alzare le dorate al cielo lasciandole vorticare nell'orbita. Non crede alle proprie orecchie, non può averlo detto veramente <Cosa ho fatto di male nella mia vita> parla tra se e se, incredulo nel doversi davvero spiegare meglio ma il meglio giunge dopo. Cornuto e mazziato, gli vien detto cosa sia quell'aggeggio, un telefono; labbra a schiudersi, privo di parole <No, davvero? E io che pensavo fosse un dilatatore anale> buttiamola in caciare fin da subito eppure i sospetti del chunin ottengono, forse, una velata risposta. Il telefono squilla ed ella, nel leggere quanto ricevuto, sorride, ride, chissà cosa vi è scritto ma ancora non intende dare specifiche attendendo che l'altra riacquisti un minimo di sanità mentale per dargli retta. Mancina emerge dalla tasca, le tempie vengon accarezzate inevitabilmente, palpebre socchiuse accompagnando il tutto con un grosso respiro <No, parlavo di quel coso con il tappo> ennesimo riferimento alla giara ovviamente <E per metà intendevo un ragazzo, una ragazza, un fidanzato o una fidanzata, si insomma, che ne so, qualcuno con cui vai a letto per tutti i Kami> breve pausa da parte del bianco <Sei un ninja?> domanda al quanto banale, palese la risposta ma pone il quesito lo stesso. Il vero fine non è rivelato ma, conoscendolo, esiste. [C On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

21:42 Utente anonimo:
  [Laghetto] Il capo biondo, alcune ciocche intrise di sudore ed acqua, appena gocciolante sul visino emaciato si inclina sospettosamente alla questione del dilatatore anale, alla quale non replica ma aggrotta le sopracciglia. Le labbra scure e sottili, dall'inferiore appena più carnoso sbuffano un sospiro appena pronunciato prima che usando entrambe le mani -moderna signorina- digiti un messaggio sul suo vetusto apparecchio, che vetusto non nè l'ha comprato solo ieri. <Non è un coso con il tappo, davvero non ne hai mai vista una? Che razza di ignorante non ha mai visto una statua dell'uomo più bello che la storia abbia donato al mondo ninja? Capelli rossi, sguardo magnetico...> Messaggio finito, ora sembra poter rialzare gli occhi sull'altro. <Carnagione pallida...No comunque, non sono un ninja sono una lampada per questo porto> Sollevando la mano sinistra verso il collo. <Un coprifont-> niente, le dita abbracciano il vuoto, la mano inizia ad agitarsi nervosamente. <CA**O!> Da ieri non pensa altro che alla Sunodeki, e a messaggiare a quanto pare, dimenticando il coprifronte con ogni probabilità la fennec si abbraccia il collo. <Lascia perdere...Perchè tutte queste domande? Ti mandano gli Uchiha?> Sei un sicario biondino? Dal soffio e dallo sguardo che s'affila sospetto sembra proprio <E comunque non ho tempo da perdere devo allenarmi, se vuoi parlare muovi i piedi, io non stavo cercando informazioni sul vostro Dojo, fatevene una ragione.> Però la fennec, che con la scusa inizia a camminare, guardacaso non sta più guardando Kan negli occhi dirigendo il passo verso la palma da cui era venuta. Cielo, quanto è leggera la sua Sunodeki, se solo si rendesse conto che ora sta camminando e non sbiascicando i piedi sotto uno zaino più grande di lei starebbe volando come il suo cervello in pappa da diverse ore. {Chk 30/30}

21:57 Kan:
  [Pressi laghetto] Inarca il destro sopracciglio nel sentir nominare l'uomo più bello della storia, cosa assai improbabile visto che ce l'ha davanti e di certo non ha i capelli rossi ne la carnagione pallida ma lo sguardo magnetico si, quello ce l'ha ed è decisamente più magnetico di un magnete stesso <Ti stai confondendo bellezza, non mi hanno ancora fatto nessuna statua ma è in programma, non temere> precisa dando una preziosa informazione <Ne farò erigere una al centro di Kagegakure così tutti potrete ammirare l'uomo più bello che questo mondo abbia mai visto, ovvero me> toccandosi il centro del petto con la mano sinistra, sospirando con forza, soddisfatto di quanto proferito ed annunziato all'albina. Sguardo nuovamente abbassato notando la totale assenza di coprifronte e di una battuta morta ancor prima di nascere, peccato, avrebbe potuto ribattere; l'udire di un'imprecazione fa nascere in lui mille modi per farla arrabbiare, dal più soft al più volgare possibile e cosa può scegliere uno come il Sumi se non la volgarità fatta e finita? <Mi spiace, non posso esaudire la tua richiesta, quello> indicando con un cenno del capo la parola volgare appena pronunciata <Appartiene già a qualcun altra> giustamente, bisogna far sapere determinati fatti ma il tutto passa in secondo piano quando nomina gli Uchiha. L'argomento ne attira immediatamente l'attenzione, diviene veramente interessante mettendo in mostra una visibile coda di paglia, qualcosa da nascondere; li inizia quel che può definirsi un divertimento improvvisato seppur non si muova bensì osserva i gesti, la camminata veloce, l'abbassarsi dello sguardo <Perchè non lo dici guardandomi negli occhi?> smuovendo solo qualche passo <Si, mi mandano gli Uchiha e ciò che hai fatto non può essere lasciato al caso> schiarisce la voce <Brava, hai un minimo di intuito ma questo non ti salverà. Sono qui per sapere cosa stavi cercando, con le buone o con le cattive. A te la scelta e scegli bene> si sta divertendo, dentro di se ride perchè non ha la minima idea di cosa stia parlando la ragazza ma ehi, è il bello della diretta. Dorate iridi continuano imperterrite a seguire le movenze della Sabaku <Sai, il tuo atteggiamento è lo stesso di chi sta nascondendo qualcosa e fa di tutto per evitare di essere scoperta senza rendersi conto di...diventare il principale sospettato> altra pausa <Come ti chiami innanzitutto>. [C On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

22:10 Utente anonimo:
  [Laghetto] Scuote appena il capo alla questione dell'uomo più bello ma non risponde, come non ha risposto alla questione della metà con cui andrebbe a letto, semplicemente impugna la direzione della palma andandosi a sedere dove c'è palesemente ancora la forma del suo sedere, evidentemente è lì da ore perchè casca nella cunetta di sabbia precisa precisa e pure la Sunodeki poggia su uno spazio scavato che sembra ricavato con cura apposta. Essendo un materiale moderno, dal trasparente miele, la sabbia al suo interno è visibile quando prende un profondo sospiro iniziando ad agitarla. <Ah--Ah> Soffia verso Kan senza guardarlo come se ironizzasse sulla battuta riguardo al pene, con un profondo ritardo. Però non lo guarda, palesemente non vi getta mai gli occhi addosso giungendo le mani. <Non temere Uchiha, guardarti negli occhi è esattamente quello che devo fare.> Parole soffiate lentamente che sembrano frutto di meditazione, rispondendo a quel gioco di personalità. <Se ti mandano dal Dojo lo sai come mi chiamo...Te l'avrà detto quella moretta non è così?> Le mani si giungono ed anche le stesse mostrano i segni della stanchezza, ha fatto ricarica di cibo e chackra solo a barrette e tonici da tutto il pomeriggio, e seppur non necessiti quell'atteggiamento meditativo sembra volerlo lasciar intendere ad occhi chiusi, nella Sunodeki la sabbia inizia ad agitarsi, la si vede in quella trasparenza, vortica cercando ancora quel legame energetico con il suo amore, la sua ossessione, se ne bea con la carezza di chi si deve ancora conoscere ma con l'avidità di chi si vuole, subito e con tenacia. Un respiro profondo dilata le narici della bionda che comunque non è totalmente allocca, malgrado la stanchezza, sul nome che le è stato chiesto e su cui ha rimbeccato altre due sillabe si aggiungono. <Kore...> Quando riapre gli occhi stavolta li risolleva, dal basso della statura e della seduta, verso Kan ed a differenza di prima mentre la Sunodeki ha scoverchiato il suo tappo negli stessi c'è una strana pace, un senso di unione. <Chiedi scusa alla mia amata Sunodeki per averla chiamata cosa con il tappo.> Non vi è minaccia, non è un tono perentorio, ma ci tiene e si vede, del resto quelle giare sono il segno distintivo che lei è una Sabaku da un giorno ed ora difenderlo è suo compito, perchè lo sa tutta Suna che il suo è il clan migliore. <è Gaara l'uomo più bello del mondo Ninja...Tu sei.> L'osserva sospirando nuovamente, fino agli occhi. <Un discreto quarto posto.> [Richiamo innata 2/4]{Chk 29/30}

22:26 Kan:
  [Pressi laghetto] Essere guardato negli occhi vuol dire tanto, molto, è sinonimo di sicurezza, di forza, non voler comunicare ad altri quanto si sta nascondendo ma Kore fa tutto l'opposto. Si avvicina il Sumi alla ragazza restando, comunque, ad un paio di metri di distanza osservando come giara e fondoschiena prendano perfettamente posto al di sotto della giara, segno di un tempo prolungato passato li seduta. Sentirsi chiamato Uchiha porta inevitabilmente il lato destro delle labbra ad alzarsi, divertito quanto goliardico, consapevole della serie di cavolate che le sta propinando <Ti svelo un segreto> sorridendo divertito <Hanno mandato me perchè sono il migliore in quello che faccio, purchè lo faccia a modo mio. Se loro prendono una sbandata, non vedo perchè debba prenderla anche io, persino un nome è fondamentale> non si accorge minimamente degli intenti altrui e del richiamo dell'innata Sabaku. Non possiede la minima idea di cosa l'aspetto ne delle intenzioni, di conseguenza, non prepara alcun tipo di guardia o difesa. L'assenza di sigilli impedisce di comprendere fino in fondo gli altrui intenti <Chiedere scusa? E' un oggetto inanimato, ergo una cosa ed ha un tappo, quindi, ho solo descritto l'ovvio> semplice logica, niente di più, niente di meno, la ragione è della sua, pienamente se stiamo alla grammatica pura e semplice ma il mondo è molto più complesso di così. Ancora una volta Gaara viene innalzato sul piedistallo che spetta di diritto al Sumi ed al Sumi soltanto, non può permettere di essere messo in secondo piano su questo, non lo tollera <Discreto quarto posto?> colpito, ferito nell'orgoglio per esser finito tanto in basso in una ipotetica classifica. La lingua è smossa all'esterna carezzando le morbide labbra <E' ironico che una bruttina come te riesca a dare simili giudizi. E' chiaro come tu non abbia idea di cosa sia bello e cosa no, come potresti, basta guardarti> non ci va leggero, anzi, calca la mano pesantemente <La solitudine a la repressione probabilmente ti hanno portata a compiere gesti avventati come spiare i Dojo altrui ma se fosse questo il vero motivo, non meriteresti neanche la mia attenzione, dico bene, bruttina?> labbra schiude, denti mostrati in un sorriso beffardo di chi sta palesemente provocando una reazione nell'altra. <Inoltre, vai da un medico, quegli occhi funzionano male>. [C On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

22:36 Utente anonimo:
  [Laghetto] Nuovamente mentre giunge le mani in meditazione il dispositivo nella tasca squilla rumorosamente echeggiando nell'oasi ormai in fase serale. <Peccato, dovrei avvisarti che ci stanno guardando, se mi uccidessi lo saprebbero...Non è che hanno mandato te perchè non hanno il coraggio di dirti chi sono davvero?> Osserva quegli occhi dalle note mielate, eccezioni e richiesta di un nome, ma è la sabbia che si agita dalla Sunodeki, leggiadra come una spira. Ha promesso ad Asuke che avrebbe lavorato sulla sua mente e questo richiede certo impegno e tempo. Non è arrivata a quanto dovesse arrivare ma per qualche motivo sembra dubitare fortemente che Kan sia un sicario Uchiha. <Credi davvero di ferirmi con il mio aspetto? Un po' infantile...Quanti anni hai 12? Ormai crescete più del lievito madre, pare che avete trent'anni e poi non potete entrare al cinema per l'ultima visione.> Chioccia cercando di condurre quella spira con la mente, e quelle parole per quanto provocatorie vogliono solo alimentarne, ha evidente bisogno ancora di collegare la sua mente con l'energia che rilascia nella sua clessidra dai fianchi sinuosi, e se lei si muta in infantile nei toni anche la Sunodeki fa altrettanto. Non fatica Kan a vedere come la sabbia si spande, poco meno di un metro, definendo una forma inizialmente agglomerata che poi si dirama, cinque dilatazioni, una stella? No no...Sono dita, dita su un dorso di una mano quelle che si stanno materializzando sopra il capo biondo della Sabaku, una mano troppo grandicella che si fa piena e che inizia a chiudersi in pugno con tutte le dita, tutte le dita tranne uno, il medio, che resta esposto verso Kan in un controllato crigno frutto del suo fastidio. <Chiedi scusa alla mia Sunodeki, stai disturbando i nostri allenamenti.> Chiaro, la Sunodeki vive, e lo stanno mandando a fan**lo per quanto la goliardia ai fini di allenamento abbia un che di simpatico che stende, cosa rara ma è ancora troppo felice della sera prima, le labbra della fennec in un beffardo ghignetto. E poi può sempre dire che non è lei la maleducata, è Sunodeki. {Chk 28/30 Controllo della Sabbia 1-Creazione}

22:56 Kan:
  [Pressi laghetto] <Chi ha mai parlato di uccidere? No no, uccidere è solo uno spreco di tempo e risorse e poi ci vuole troppo tempo per togliere il sangue> prende un altro respiro <Sai che coraggio ci vuole per dire il nome di una ragazzina> in fondo ella dimostra poco, nonostante l'età più elevata, ne dimostra molti di meno e questo gioca a favore di lei, c'è poco da fare. La propria provocazione ottiene un riscontro estremamente basso, viene risposto eppure non nella maniera da lui voluta, si arrende? Certo che no, in una qualche maniera deve avere la propria reazione, non può andare via senza altrimenti la serata è da buttare completamente nel gabinetto <Certo che non può ferirti, oramai ci avrai fatto l'abitudine a quell'aspetto> continua a punzecchiare quella zona li <Ne ho abbastanza per lavorare in un night club> per inciso, ci lavora tutta la notte osservando le bellezze della natura ballare senza veli sui palchi, intorno ai pali, sopra ai clienti, insomma, un po' ovunque. Non rivela la vera età, sta per parlare schiudendo le labbra quando nota il potere di lei manifestarsi con la sabbia alzarsi dalla giara, mutare, trasformarsi, plasmarsi in una forma poco consona. Stupito, allibito si ritrova un dito medio fatto di sabbia dinanzi a se, totalmente preso alla sprovvista e cosa fa se non ridere? Non riesce a trattenersi minimamente, si lascia andare ad una sonora risata impregnata di divertimento con gli occhi lucidi e le lacrime che discendono lungo tutto il volto, colpito e affondato <Questa mi è piaciuta> asciuga le lacrime accorciando le distanze dalla ragazza, cercando un posto al di sotto della palma al di lei fianco sinistro <Mi chiamo Kan Sumi e non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando quando citi gli Uchiha e il loro dojo> verità viene a galla così come la natura di quelle parole, frottole, nient'altro che frottole <Perchè chiami quella giara Sudoneki? E' come il nome che si da ad un'arma famosa?> chiede, si informa mentre con il busto tenta di appoggiarsi al tronco della palma, sospira cercando di calmarsi da quell'incessante risata. [C On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

23:07 Utente anonimo:
  [Laghetto] Non si scioglie quella mano ma l'espressione si fa interrogativa alla questione del night club. <Per questo conosci i dilatatori anali?> La domanda le sfugge ma sembra davvero non esser interessata al proprio aspetto, o all'aspetto in sè anche perchè il poster all'anta dell'armadio di Gaara la direbbe lunga se volessimo farne un discorsino da donna a donna. Bytheway le mani si mantengono giunte a parte quel crigno che inizia a sciogliersi ed ad agglomerarsi nuovamente informe, ma mobile come una nuvoletta che attende di essere impastata, quando l'altro ride. <Te lo sei meritato, Kan Sumi...E avevo intuito>In merito al clan Uchiha, mentre la sua discendenza è palese, dai ameno lo saprà chi è Gaara no? A prescindere dalla sua somma bellezza. Giusto approccio, meglio la curiosità che l'insulto. <Non la chiamo io, Sunodeki, si chiama Sunodeki...Vengono create con un nome. Vuol dire clessidra.> La forma ne rassomiglia, anche nel modo in cui la sabbia dalla parte bassa risale contro l'ordinario tempo delle clessidre durante il mantenimento della sua innata, come se contasse il chackra rimasto a disposizione dei suoi allenamenti. <E poi tutte le cose importanti hanno un nome, non c'è niente a cui tieni a cui hai dato un nome?> Chiaro che stia glissando sul perchè potrebbero gli Uchiha volere la sua pelle. <Non sei di qui vero? La cravatta...> Mormora mentre la palla di sabbia sulla sua testa inizia a lisciarsi, come se stesse disegnando un occhio, pian piano definendolo ma ancora chiuso. Eccola la laida dove vuole arrivare, peccato che ancora non conosce i sigilli, conosce la sua determinazione e sembra volersi allenare a quel fine, volpe maledetta, stalker e spiona. <Davvero non ne avevi mai vista una?> La domanda stavolta non è retorica, insomma Gaara non sarà bello ma è famoso su, la sua perplessità è legittima, così tanto che la mente perde il controllo di quell'occhio malfatto e quel legame con la Sunodeki nuovamente prevalica, senza guardarla e senza rendersi conto quella sabbia da un pezzo stava allungandosi e sopra il capino biondo c'è un enorme punto interrogativo di sabbia.
{Chk 27/30 Controllo della Sabbia 1-forma}

19:34 Kan:
  [Pressi Laghetto] Veloce è l'alzata di spalle al quesito proposto della Sabaku <Ehi, sono giovane ma non privo di esperienze, però il nightclub ha contribuito> brevissima la pausa presa <Prima di conoscere la mia metà non mi ponevo alcun tipo di limite> ridacchiando divertito al pensiero del passato per quanto non sia per nulla nostalgico. Quel passato non gli manca per nulla mentre l'attuale presente è la cosa migliore in cui potesse sperare. Il dito medio di sabbia forse se l'è meritato eppure è riuscito a farlo ridere, un'impresa non ardua ovviamente quanto inattesa; ha riso non per le proprie parole ma per una reazione tanto spontanea quanto originale, ciò basta per prendere qualcuno in simpatia <Meritato? Se non si ricerca una reazione, che gusto c'è a parlare con la gente?> ridacchiando ancora, fin troppo divertito per come si sono messe le cose. Ascolta con un certo interesse quanto proferito nei riguardi della giara, la sunodeki ovvero la clessidra, oggetti costruiti con un nome in quanto importanti. Silente a tal proposito, cosa ha di importante a cui può aver donato un nome? Riflette, sospira, pensa eppure niente gli viene in mente, nulla sopraggiunge alla memoria del bianco, dopotutto, cosa può esserci di più importante di Shizuka? Niente <Nah, nulla, non ho oggetti di chissà quanta importanza> non tiene conto di fuda e pennelli, alla fine essi sono solo un mezzo per mostrare al mondo il proprio potere. Scuote il capo alla di lei osservazione, decisamente non è di quel luogo, troppo caldo, troppo difficile da sopportare, in lui scorre il sangue della foglia, il più antico dei villaggi esistenti in quel mondo. Si allontana dalla palma effettuando qualche passo per mettere un po' di distanza da essa e dalla ragazza <Ragazzina, sono di Konoha, dai noi certi oggetti non ci sono, vederli da vicino è un evento più unico che raro> rivelando la sua discendenza Konohana. Sorride continuando a fare qualche passetto <Ma ne ho vista una in qualche libro storico sui Kage del passato> non ne pronuncia il nome ma è ovvio il riferimento al vecchio Kazekage. [C On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

19:48 Utente anonimo:
 Continua l'espressione della desertica ad apparire silenziosamente scettica quando Kan nomina il nightclub, eppure non la commenta, le labbra si mantengono morbidamente serrate. La sabbia intanto è tornata a sgretola spira poco oltre la sua spalla eppure la lascia agitarsi in un modo bizzarro, come se ne avesse un controllo che invece ancora non l'appartiene. <Ti capita spesso di cercare reazioni negli socnosciuti? Devi essere molto forte se ti è rimasto quel bel faccino da quarto in classifica.> Snoccola prendendo un sospiro profondo. <Male...Male. Sai che la mia sabbia è capace di dirmi delle cose di te? Sei poco nformato, Kan Sumi. Il motivo per cui viviamo a Kagegakune è anche quello di rendere più vicini i nostri villaggi Konohano...> Le labbra si stendono in un sorrisetto sghembo, poco rassicurante in realtà. eppure smuove quella spira che sembra una serpe informe nella direzione dell'altro. <Allora, vuoi provare? Puoi anche toccarla...> La voce si cala di un'ottava mentre pone quell'invito come se il piano fosse tremendo dietro un possibile contatto. <Io non sono una ragazzina, probabilmente sono più vecchia di te, per la cronaca> Non ha capo e testa quel serpente di sabbia che sembra solo un prolungamento dalla sua giara ad un paio di spanne dal viso dell'altro, ma si solleva come un animaletto che vorrebbe farsi notare. L'espressione si affila, studiando la reazione dell'altro, come se quell'invito fosse una sfida, che voglia attaccarlo avvicinandolo alla sua sabbia o può davvero avere la preveggenza su Kan?Ai posteri {CHK 27/30, controllo della sabbia I}

20:18 Kan:
  [Pressi Laghetto] Allarga le braccia nell'ovvietà di quell'affermazione, bisogna anche chiederlo? Non è abbastanza evidente dopo tutte le chiacchiere della serata? Necessita sul serio di una spiegazione? <Forte? Nah, so solo come rigirarmi chi ho davanti e pararmi il culo alla grande> diretto nel suo, non ha giri di parole, la verità è questa che la si voglia accettare o meno ma è quando viene messa in mezzo l'intera Kagegakure che il Sumi si incupisce. Inspira ed espira lasciando svanire il sorriso, non ha più voglia di scherzare in tal proposito perchè l'ignoranza non merita tolleranza <Kagegakure è nata in principio per protezione ma ora, il suo unico scopo è quello di controllare tutti i residenti presenti, tutti i ninja sul territorio> questo è un dato di fatto, ci hanno riflettuto, ne hanno parlato <I nostri villaggi non sono realmente alleati, siamo qui solamente per un triste corso degli eventi, nulla di più. Non illuderti> insomma, alla fine è quello il punto della questione. Convivono tutti ma l'alleanza vera e propria non è mai nata, non per volontà di Kage e presenti bensì solo per via delle chimere ed un desiderio di sicurezza da parte dei cittadini. Nota il fare della sabbia nella giara, l'osservare con un certo interesse senza proferire parola alcuna, si limita a guardare l'andazzo di essa mentre esce e rientra dall'oggetto di proprietà della genin <No grazie, non mi fido di chi mi sbatte il medio in faccia usando le arti magiche> fa dell'ironia con tale frase eppure vi è un fondo di verità, qualcosa di più profondo. Kan non è uno stupido, sa bene come quando fidarsi di qualcuno e quando non deve provocare il can che dorme, in questo caso, meglio restare in disparte evitando qualunque stupidata <Se sei più vecchia di me, te li porti bene, non te ne davo più di 15> ridacchia ancora una volta. Inspira per poi buttare all'esterno altra aria, la lascia fuoriuscire svuotando completamente i polmoni <Dunque ragazzina, credo si sia fatto tardi>. [C On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

20:32 Utente anonimo:
 Aggrotta nuovamente le sopracciglia sulle giustificazione di Kan nel suo uscire dalle situazioni scomode. Non è il primo momento in cui quell'espressione sembra dominare il viso pallido della Sabaku, e nemmeno il primo in cui per tutta risposta si limita a tacere. è dopo che lo sguardo si affila, l'espressione cala come se le orecchie della fennec si stessero ribassando sul capo. <Non farlo nemmeno tu.> Illuderti? Soffia quelle parole e la sabbia per pronta reazione sembra perdere il suo vigore, si sgretola appena verso il basso tornando a circondare la figura della Sabaku in terra come se reagisse da sola a specchio della mente. <Non sei il primo che me lo dice. Dev'essere per questo che mi piacciono quelli più piccoli immagino> Solleva lo sguardo nuovamente in sua direzione mentre la mano destra si allunga, passa attraverso la propria sabbia come se l'attraversasse e sembra concentrarsi alle orecchie di Kan, l'anellino blu, simbolo di occhi diversi. Effettivamente no, quella somiglianza è solo cromatica e superficiale quando mantiene l'attenzione sull'altro. <Lo credo anch'io, e devo finire di allenarmi.> Commenta riportando le mani davanti al busto, le dita compongono con fare rapido i sigilli, prima la capra e poi il bue, cercando di riversare quell'energia attraverso la propria sabbia gli occhi si chiudono, il suo allenamento non sembra comprendere Kan in quel momento. <Kan Sumi...> Pronuncia con il capo abbassato, come se fosse un congedo almeno inizialmente, l'ha chiamato per tutto il tempo con nome e cognome ed ora che la sabbia si è agglomerata in un occhio lo stesso inizia a muvoersi, a sbirciare, come se avesse nervatura ottica. Lei però non lo sta guardando apertamente, ancora in allenamento sulla diffrazione visiva di quella tecnica. <Salutami Shizuka...Le dirò che ti ho fatto il medio in faccia, ovviamente.>Debbotto, così, sollevando la mano sinistra a coprire l'occhio rispettivo come se si preparasse a riaprire il destro, ad ora osservando Kan solo con quell'occhio di sabbia sospeso ad un metro da terra {Chk 24 Occhio di Sabbia, Creazione 2/4}

20:58 Kan:
  [Pressi Laghetto] L'occhiata volge veloce alla volta della Sabaku, tanto veloce da apparire fulminea, fulminandola letteralmente di punto in bianco come se gli avesse insultato ogni singolo parente esistente e non <L'illusione muore nel momento in cui sfidi la morte e sopravvivi, ragazzina. Come tutti voi, m'illudevo che questo posto fosse sicuro ma mesi fa, un branco di chimere ha penetrato le mura di Kiri e io ero li, in prima fila insieme a Furaya Nara a combatterle> prende una pausa lasciando metabolizzare ogni singola parola <In quel momento ho compreso che è il concetto di Kagegakure ad essere un'illusione e qui dentro siamo in pericolo tanto quanto lo siamo la fuori. Quelle mura servono solo a ritardare l'inevitabile, niente di più> zittendola, almeno nella sua mente. Un discorso, un racconto portato avanti con una certa serietà perchè ciò che ha vissuto non può essere sottovalutato in alcun modo ne preso sottogamba. Sorride al successivo dire, evidentemente le piacciono le adulazioni <Per dire ciò vuol dire che hai già un'interesse immagino> ridacchiandole prima di mettere una distanza definitiva. L'occhio di lei prende forma, non viene più visto se non da esso ma il fare della sabbia continua a muoversi nella mente del Sumi, ha, bene o male, compreso il motivo di tanta agitazione eppure, quando ode il proprio nome per intero si blocca sul posto dandole le spalle improvvisamente. Le dorate si spalancano completamente nell'udire il nome di Shizuka fuoriuscire dalle di lei labbra. Non è possibile, conosce anche la Kokketsu, dev'essere una persecuzione avere a che fare con tutte le conoscenze della compagna; deglutisce inghiottendo grumi interi di saliva, butta già groppi pesanti <E te pareva, quella conosce veramente tutti in questo villaggio> sbuffa buttando fuori un po' d'aria dalla bocca <E va bene> voltandosi verso la ragazza <Ma te lo dico solo perchè altrimenti mi cazzierebbe> solleva l'indice destro indicando la giara e successivamente la sabbia che forma l'occhio <Le arti magiche non funzionano solamente perchè ci alleniamo ma anche perchè le controlliamo ed il controllo avviene solamente se sappiamo controllare le nostre emozioni. Impara a controllarle e avrai più successo negli allenamenti> ora non parla come un ragazzino bensì come qualcuno con più esperienza alle spalle, qualcuno con un grado più elevato <Una volta imparato questo, imparerai anche a sfruttarle nel momento più adatto senza mai sbagliare nulla> dandole ancora una volte le spalle <Buon allenamento, ragazzina> appellandola ancora una volta in tal modo prima di incamminarsi verso il quartiere della foglia con passo abbastanza veloce e svelto. [END]

21:25 Utente anonimo:
 Ha ormai chiuso gli occhi, intenta al suo Jutsu, quando le parole di Kan sulle chimere la raggiungono, ignorate. Non potrebbe mai lasciarsi sedurre da quell'idea ed ora che ha la sua Sunodeki è sempre più pericolosa, ogni giorno sembra doloroso in quel distretto e la sua mente dibatterebbe non fosse la forma assunta di occhio vedente che ora libra la scena mentre l'occhio destro, scoperto dalla mano, si apre in quella dicotomia trovandosi a guardare tanto Kan, dal basso, quanto Kan, dall'alto.<Si ne ho uno> Interesse. Che abbia o meno compreso l'adularsi dell'altro non sembra cosa rilevante per la Sabaku. <Ha gli occhi più verdi che io abbia mai visto...L'unica cosa verde che vedo e mi piace.> è una desertica, odia il verde, eppure sta in fissa con gli occhi ultimamente, lasciamo ad ognuno le sue paturnie. è difficile tuttavia determinare se quelle parole sono reali o un fuggiasco pensiero per non dare informazioni ma allo stesso tempo per non fare attecchire all'altro strane idee, considerato che ne nomina la ragazza immediatamente dopo. Entrambi gli occhi sbirciano la reazione dell'altro e per un momento sorride, stortamente alla parte scoperta del viso. <Non mi stupisce che conosca tutti.> Lo ammette e concede, tanto le scriverà tra tipo dieci passi di Kan oltre il visibile probabilmente quindi si limita ad accogliere quel suggerimento. <Al momento la cosa peggiore è la vista a pezzi...Ma grazie.> Stiamo lavorando per voi, stiamo lavorando per noi, work in progress, tornando a chiudere gli occhi per riabituare la vista CERCA qualcuno da inseguire con l'occhio di sabbia che non sia Kan, per cosa si sta allenando esattamente? Speriamo che Akainu si abitui ad avere finestre chiuse. <Cià.> Congeda entre l'occhio inizia ad allontanarsi, ha puntato una coppietta che cerca riparo tra le fresche frasche. GH! Beccati questa Akainu, battuto in "informazione", solo che lei a differenza dell'altro è passibile di denuncia{Chk 23 Occhio di Sabbia Mantenimento}

Kan incontra Kore nei pressi dell'oasi. All'inizio cerca di infastidirla ma quando lei se ne esce con un dito medio fatto interamente di sabbia, scoppia inevitabilmente a ridere presentandosi ufficialmente. Ne nasce una piccola chiacchierata interessante e non priva di spunti per poi concludersi con l'apprendere, da parte del Sumi, della conoscenza di Shizuka da parte dell'altra.
Shizuka is the new prezzemolino.