Kore AR COREEEE

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19:06 Utente anonimo:
  [Chiosco] Finito quel bruciore, spazzato via dalla mente quell'incontro, la prima cosa a basso prezzo che ha trovato è stato un chiosco, è lì che attende fradicia seppur al coperto dei tendaggi, le sue Takoyaki. Non ha comprato quello che doveva alla fine <Maledetto...> Ed è ripensando al motivo del pomeriggio consumato che quel bruciore trna a farle urticare le braccia, prende a grattarsi affannosamente incurante di chi le è vicino, seduta sullo sgabello ed in attesa il suo enorme zaino, grande praticamente quanto lei, giace a terra a mò di crpo morto. Le braccia nude affiorano da una casacca larga color sabbia che sembra voler enfatizzare la sua magrezza così come gli aderenti pantaloni neri fin troppo pesanti nel tessuto in quella stagione malgrado a pioggia. I corti capelli quasi bianchi e venati di sabbia sono bagnati come tutta la sua figura e gocciolano su un visino piccolo come tutta la sua figura pallida e smorta. <Maledetto...Lo odio.> Gracida sottovoce seppur continui a grattarsi al punto che sembra più far pensare ad un eczema che...a qualsiasi cosa l'abbia colpita

19:19 Sango:
 C'è chi disprezza e sfugge alla meraviglia che oltre un piccolo chioschetto si erge, e chi invece vi sguazza come fosse la cosa più bella da vivere. Meravigliose lacrime a scivolare impetuose su un corpo affannato e quasi antico, di pelle diafana e pallida di chi di quel tempo ne ha fatto non solo la propria casa, ma il proprio Kami. Un rosso che si scurisce quanto il sangue, intenso e appena versato scivola su delle spalle per nulla scoperte,anzi, come tutto il corpo avvolto nella meraviglia di un tessuto che pare quasi intoccabile, di una seta così pregiata che alcuno dovrebbe mai aver il coraggio di insozzare, ma che adesso si è fatta più scura. Intenso e scuro, di un blu notte come quelle che si possono vedere nei peggiori degli incubi, la luce che si innalza al petto nel simbolo ricamato della grande Konan , lo stesso ripreso sulla schiena molto più grande, una gru, accompagnata da piccoli ghirigori a reclamare la tigre bianca, un anello, un akatsuki, Byakko. Azzurre incastonate in un volto di pietra osservano, smuovono le lunghe ciglia pur di non farsi scappare nulla, eppur il passo permane dolce e immutato, di chi non ha paura ma solo piacere di percepire la violenza di una quasi tempesta addosso che lambisce una pelle pallida e priva di sole, di rughe intrise nell'espressione solenne e fiera, di un portamento che vede qualcuno esser cresciuto tra il meglio del meglio, eppur qualcosa ancora sfugge... ma non quel lontano vedere, un piccolo chiosco a cui attingere lo stomaco invero, sciaguattando i sandali nelle piccole pozze , accompagnando il tutto in un tintinnio di lama. Quella di vento, di acqua, che stringe la cintola nera in vita al fianco sinistro, quella che nasconde una lama intensa, ma ancora vergine. Un passo ulteriore per entrare, pregna di acqua, scura in capello, ma attenta a tutto. [chakra on][equip kataana]

19:29 Utente anonimo:
  [Chiosco] Sul suo sgabello la porzione di polpette le viene messa davanti mentre ancora pare intenta a ledersi la pelle, le braccia sono cosparse di graffi recenti e profondi come se avesse provato a strapparsi il bruciore di dosso in maniera confusa ma ecco che, con le polpette davanti, la mente si distoglie a quell'incontro ed il bruciore cessa. Nel breve spazio che è intercorso dal suo congedo con Akainu ha iniziato a realizzare che ogni volta in cui di quell'incontro si sovviene il bruciore torna vivo, ma il circolo è vizioso perchè auto imporsi di non pensare a qualcosa prta...beh a pensare a quel qualcosa ovviamente e le distrazioni sono poche, difficile da trovarsi, hanno il tempo di accogliere la sua vaschetta muovendo la mano sinistra con un tremolio e la destra alle due bacchete di legno, con la medesima incertezza. Potrebbe chiedere, in fondo quelle ustioni non passano inosservate, ma finirebbe a pensarci e nuovamente al solo sospetto già ribolle. <Dannato!> Il cuoco a vista schude le labbra sorpreso prima che gli occhi miele ne incrocino la consapevolezza sul viso. <Ah...No no, non dicevo a lei. Il mio ragazzo, mi ha tradita...>Dinoccola con una bizzarra freddezza, la figura aquilina e severa, la voce calda e appena raschiata, va in conflitto con una statura misera ed ossuta, nemmeno 160 centimetri di ossuto pallore che sarebbe altrimenti infantilizzato non fosse per la scontrosità con cui inizia a prendere le polpette, la prima, per soffiarci sopra con le labbra scure di cui solo l'inferiore mostra una carnosità lieve.<Eh, lo so, ci sto ancora così male...Meno male che esistono i Takoyaki, la mia vita non avrebbe senso senza...> Ma sta cercando di farseli offrire? Verrebbe il dubbio, a chi potesse intuire che non è in pena d'amore

19:39 Sango:
 Un normale chiosco, cosa ci si potrebbe mai aspettare oltre? Un fila di sgabelli infilati l'uno troppo vicini agli altri a quel tavolo in legno, ossia un bancone più basso della preparazione, adatto a mangiare, e poi un serie di tavolini sparsi in quel breve singolare spazio, intriso dell'odore di spezie e cibo che impregnano non solo le narici, ma i capelli, gli abiti stessi. Scivola la rossa con nonchalance, come se potesse non esser vista dalla propria altezza non così tanto trascurabile, ma anche nel portamento di chi si crede invero quasi un kami, o meglio, la più grande servitrice di uno d'essi. Un'attenzione la propria che viaggia di bocca in bocca, di persona in persona, forse la propria natura di ribelle la fa ancora giungere tra le grinfie di una curiosità quasi morbosa... quasi quanto quella della donzella a cui siederà vicina, semplicemente in un movimento quasi silente e perfetto, immutato nella propria bellezza < dei takoyaki, del sakè... per favore > la voce graffiata, calda e profonda nasce da rosse labbra per un oste poco lontano, nella sicurezza che ne ha, prima di voltarsi verso la pallida bianca Kore, sorridere, e snudare i denti pallidi < dovresti ucciderlo dunque > oh che magnanimo animo quello della traditrice! In attesa che prima giunga un sakè freddo al proprio capezzale di donna adulta e vissuta, troppo ha vissuto in effetti < ti consiglierei di appenderlo da qualche parte, come mostra per molti altri > intransigente, quanto le labbra che si schiudono al dolce nettare di una tazzina bassa in legno pregna di un dolce liquido trasparente, quello che ingolla immediata, in un sorso unito < prima che lui lo faccia a te > conclude senza nemmeno guardarla, adesso. [chakra on][equip katana]

19:49 Utente anonimo:
  [Chiosco] L'ordine di Sango la coglie al soffio della seconda polpetta, l'attenzione degli occhi dalle note sabbiose scivola verso la propria sinistra e scontra brevemente il profilo di quella figura tanto algida, sapiente e matura quanto...Non lo è lei di contrappasso, piccola, bagnata come un pulcino e tutta ingobbita sulle sue polpette di polpo. <Dovrei farlo...Sì, ma chissà dov'è. DANNAZ-> Il solo pensiero di quell'incontro che va stranamente legando alla sua pantomima riporta quel bruciore e l'unica cosa che trova per grattar il collo in quel frangente è il dorso delle bacchette. A lungo andare prima o poi penseranno che ha la rogna anche perchè i segni dei graffi sulla pelle candida sono rossori evidenti e freschi. <Che sia dannato...Non potete dirmi qualcosa? Una cosa qualsiasi, più ci penso più mi viene male.> Alla fine quelle polpette le avrà forse per pietà perchè non riesce nemmeno a reggere la vaschetta in mano in quel momento, tornando a poggiarla sul bancone prima che il suo bruciore possa far ricadere il prezioso contenuto della sua cena. <Che sia maledetto, che possano gli scarabei fare le uova nelle sue orecchie durante il sonno e possano le uova atirare le formiche rosse, e possano le formiche rosse attirare gli scorpioni che...Dolore> Lamenta liberatasi la mano sinistra cn cui va a costringere l'avambraccio destro all'altezza del polso dove le vene sembra la stiano divorando viva.

20:00 Sango:
 Quando le donne si accordano.. fuggite, sciocchi. Perchè mai alcuno potrà avere la vita salva in questo caso, nemmeno raschiando con le unghie il fondo di un baratro di oscurità, pure li vi verranno a prendere. Come quella consapevolezza che si espone sul viso della rossa, di un sorriso sornione e fatto per metà mentre beve delicata il dolce gusto sottile di quell'amato sakè, e ne ingolla il drappo fino in fondo, poggiandolo soave su quel piccolo ripiano in legno, voltandosi di nuovo verso la giovane sconosciuta in preda alla sua crisi notturna, di una donna troppo giovane ai propri occhi, di colei a cui elargire qualche altra parola oltre che qualche attenzione, quasi materna < potete sempre trovarlo mia cara > un sorriso che s'assottiglia, violento, velenoso quasi, la serpe in seno che torna a farsi viva < le mura son queste, poche sebbene possano sembrare così lontane. Ma in pochi hanno il coraggio o la forza di andare oltre > sorniona, deliberatamente scettica, decisamente infame, tutto ciò che si unisce nel piccolo delettevole pregio di metter un dubbio o una mezza soluzione. Così come tenterebbe, se ci riuscisse ovviamente, di allungar la destrorsa adesso libera verso il polso sinistro della giovane, stringendolo delicata tra le dita affusolate, di unghie laccate in nero < non vi struggete tanto per un uomo. Non ne vale la pena. Quelli son cose che passano nel tempo, vengono e vanno, e noi shinobi sappiamo bene quanto è delicata la nostra esistenza .. possiamo solo morire domani > una confessione, un deciso tocco il proprio se fosse arrivato, umido e freddo per la pioggia raccolta ma che porta decisamente meglio di quel gattino mezzo annegato. Un tocco che infine lascerà il corpo altrui < cosa vi ha fatto mia cara? > una donna, per quello incredibilmente gentile. [chakra on][equip katana]

20:02 Kashirama:
 E’ quasi estate e piove ancora. Mannaggia a tutti i Kami esistenti. Il giovane konohano deciso dopo un periodo relativamente lungo di uscire di casa per fare una passeggiata, si ritrova inzuppato dall’acqua che scende dal cielo grigio senza aver modo di ripararsi con alcun ombrello; muovendosi di fretta tra le strade del centro di Kagegakure, lo stomaco del Senjuu incomincia a far sentire la propria voce, borbottando rumorosamente e facendo intendere ai passanti più vicini al moro che quest’ultimo sia effettivamente parecchio affamato. Spostando lo sguardo da destra a sinistra, scrutando l’ambiente circostante dall’alto dei suoi 186 centimetri Kashirama addocchia di sfuggita un chioschetto dall’aspetto alquanto invitante: certo, non sarà Ichiraku, ma sempre meglio di niente no? Decisosi quindi sul da farsi, il ragazzo si affretta ad avvicinarsi al luogo scelto e allungando il passo raggiunge la soglia del locale. Fermandosi un attimo sull’uscio il Senjuu va a scrollarsi di dosso le gocce di pioggia ferme sui propri vestiti ormai estivi: il busto coperto da una leggera maglia verde foresta a maniche corte è umida e perciò aderente al tronco del giovane, il quale porta una mano all’altezza dello stomaco per allontanare leggermente dalla pelle il materiale bagnato; gli arti inferiori sono fasciati da un semplice pantalone marrone scuro, indumento che fa sembrare l’outfit del ragazzo la riproduzione di un albero, ai piedi sono indossate dei semplici stivaletti neri e sul viso coperto di lentiggini cadono in maniera scomposta dei ciuffi di capelli scuri scappati dall’acconciatura disordinata che si era fatto poco prima di uscire. Muovendo i primi passi in direzione del bancone, gli occhi ambrati del konohano intravedono una figura femminile abbastanza familiare che lo porta ad inarcare il sopracciglio destro incuriosito. < Qualsiasi cosa abbiate di buono qua e del sakè per favore > il tono con cui richiede l’ordine è leggermente scocciato, ma allo stesso tempo mantiene la solita cordialità che caratterizza il Senjuu. Quest’ultimo quindi, subito dopo aver parlato, si dirige verso Sango che è affiancata da Kore, per poi sedersi piuttosto elegantemente accanto alla donna più ‘anziana’. < Sango-san, è un piacere rivederla! > esordisce con un sorriso stampato sul volto, allungandosi leggermente in avanti per far rientrare nel proprio campo visivo la persona proveniente da Konoha < piacere, Kashirama > si presenta mantenendo l’espressione tranquilla e socchiudendo gli occhi < scusatemi per l'interruzione > aggiunge subito dopo andando a grattarsi la nuca con la mano destra < di cosa stavate parlando, se posso chiedere? >

20:10 Utente anonimo:
  [Chiosco] Non è facile dire se colga intesa nel sorriso di Sango, intenta com'è a cercare di spegnere quel fuoco senza riuscirci. La mano sinistra è intenta a trattenere saldamente il polso destro quando il contatto fresco della mano di Sango vi trova il suo intreccio senza difficoltà, confortante già solo per la fresca pioggia che l'accompagnava sembra strappare un sospiro alle labbra scure. <Vorrei saperlo.> Ora che vi risale con gli occhi dalle note brillanti e sabbiose per qualche momento quel bruciore sembra lenire. <Uno sconosciuto, tutto ustionato mi ha lanciato contro qualcosa, credo, è difficile da spiegare è come se...Brucia dentro. Prude.> Lascia perdere la questione del finto ragazzo, pare, e delle polpette gratis in favore di una verità che torna a bruciare sotto cute. è realmente difficile credere a ciò che non si può vedere ma contro il polso Sango può sentire la realtà del battito reso accelerato da un dolore fisico, o da un turbamento. Nella vicinanza può sentire la fatica della respirazione ora che raccontandone quel racconto ne incentiva. è terribile, doversi sforzare di non pensare a qualcosa alla fine sembra non far altro che alimentarlo, Kashirama è una nuova nota di distrazione, distrazione è una nuova sinfonia di sollievo a quel suo status attuale e presto poce parole e l'interesse che vi dedica espressamente rivelano non uno ma ben due nomi. La pallida quanto giovane figura si scontra con quella presentazione e Sango percepisce la muscolatura ammorbidirsi come se il dolore, esistente, fosse via via scemato. China il capo, come se avesse appena realizzato in preda al suo sconforto di averne affrontato lo sguardo. <Sono stata maleducata. Kore.... Sango-sama, Kashirama-sama...> pronta a tacere all'improvviso le mani cercano di scivolare nuovamente verso le sue polpette. Persino mangiare inizia a divenire complicato e quella distrazione non potrebbe che essere un momento finchè non ne identifica la causa. <Cibo...>

21:10 Sango:
 La pioggia ormai s'è calmata al di fuori di quella breve vita che stanno creando dentro un piccolo insulso chiosco , magari di quelli costosi probabilmente, ma poco importa quando l'intimità di quel calore si adagia bene al vento gelido che Amegakure ha portato con sè.. come la mano gelida che quasi si ustiona su quella della giovane sconosciuta, li ove le dita si adagiano delicate attorno al polso sottile percependone la vita che scorre sotto quella pelle delicata e sottile, pulsano contro i polpastrelli prima che questi si allontanino in favore di nuovo della bottiglia grassoccia e panciuta pregna di fresco sakè che tintinna dolce prima d'esser versato < non mi sembra che la tua pelle sia stata intaccata dal katon > analitica quella mente, dopotutto la mano che veniva stressata è li, quasi sotto la propria < forse un illusione, probabilmente è quella > un sussurro più oscuro, distante, quando la mente si inasprisce e la mandibola si stringe < senti ancora quella sensazione in te? > ovviamente può solo supporre, eppure esser vissuta tanto h aiutato in tante cose della propria vita, la conoscenza è potere. no? < Senju > percepisce quella voce, si volta a fissare un viso familiare < cosa ti ho detto sugli ombreli? > inutile dire che vi fosse davvero o meno un ombrello a portata di vista, sarebbe così semplice comprendere : vestiti e capelli, specialmente sul busto se asciutti son stati riparati, e in quello che permea il proprio disappunto < Kore dunque > apprende quel nome, la fissa per un mezzo secondo netto < parliamo di quanto alle volte gli uomini siano inutili > un sorriso, un mezzo sorriso invero, crudele e orrendo. [stessi ta]

21:19 Kashirama:
 Nel mentre che attende che l’ordine richiesto venga preparato il koonohano, inclinato all’indietro con la schiena ben allungata, accompagna i palmi delle mani davanti al proprio busto e va poi ad unirli per poi sollevare entrambe le braccia e portarle verso l’alto in modo da far scrocchiare la propria schiena dorsale. < Nessun ombrello oggi, Sango-san… deve essere fiera di me > ridacchia sotto gli assenti baffi. Rilasciati gli arti superiori, il Senjuu scrolla le spalle lasciando le braccia lungo i fianchi portandole successivamente ad appoggiarsi sulla superficie lignea davanti a lui. Il volto abbronzato si inclina di qualche grado verso destra e nel frattempo gli occhi color dell’oro scorrono attentamente sulla figura della ragazza di Suna, quasi come a studiarne la postura e di conseguenza la persona stessa. Ascolta le parole che vengono scambiate tra le due figure femminili e proprio quando è in procinto di aprire bocca una mano estranea posa davanti alla di lui figura un bicchierino di saké ed un piatto contenente dei takoyaki; ringraziando l’altro uomo Kashirama sposta lo sguardo verso i piatti delle sue interlocutrici andando così a notare come la sua cena sia uguale a quella delle altre…originalità mi dicevano. Senza fare troppe storie e lasciando stare la conversazione di Kore e Sango, il konohano si accinge a portare la prima polpetta alla bocca soffiandovi un poco prima di divorarla affamato e non curante del fumo tiepido proveniente dall’interno della sfera. < Cavoli… > sussurra con la lingua quasi scottata, calore che lo porta ad afferrare il bicchierino al cui interno vi è la bevanda alcolica per sorseggiarne una buona quantità (stupida azione ovviamente); il bruciore alla bocca viene sostituito da quello alla gola causato dall’alcohol, inducendo il Senju ad alzare la mano verso i proprietari del locale per richiedere dell’acqua. < Cibo? > domanda alla ragazza di Suna incuriosito < buono il cibo, mi piace > esordisce contento con un gran sorriso sul volto mentre annuisce masticando la deliziosa polpetta; la voce dell’Ishiba cattura di nuovo la sua attenzione portandolo a spostare lo sguardo su di lei. Uno sbieco sorrisetto prende il proprio posto sul viso del giovane < Inutili? > chiarisce con un accenno di malizia < Ha totalmente ragione. Gli uomini non sono utili a molto, la maggior parte intendo > conclude di parlare riportando l’attenzione al cibo davanti a lui e sorseggiando nuovamente un goccio di saké.

21:24 Utente anonimo:
  [Chiosco] Cibo...Finchè non ci pensa sembra aver stabilità nel cogliere una di quelle polpette tra le proprie bacchette ma ecco che è Sango a rianimare quella fitta ricordandole l'illesa pelle. <Probabilmente lo è.> Un'illusione, qualcosa da cui dover cercare di estraniare la mente a quanto pare ma che scarsamente sembra portare ai suoi risultati, forse se fosse più rapida, nemmeno la spezza quella terza polpetta quando apre la bocca ci si stupirebbe di quanto sia grande su un visino tanto piccolo ed emaciato per infilare la polpetta intera e di netto tra le fauci. <Mh-> Annuisce inizialmente alla domanda di Sango esalando aria, segno che la sensazione tende a tornare a fitte inconsistenti. <A volte quando ci penso, credo...Non lo so.> Risponde dopo aver deglutito tornando con gli occhioni alle polpette, sembra le stia contando, ad una ad una e più volte con le bacchette, basta qualsiasi sollievo e man mano che le indica palesemente anche il tremore sembra andare scemando. Le palpebre hanno un guizzo, origliando i due senza guardare in volto nessuno dei due, quando Sango parla dell'inutilità dell'intero genere maschile. La bocca che intanto s'era fatta nuovamente piena si immobilizza della sua masticazione, il pensiero è andato nuovamente scemando. Il livore di Sango sembra risollevare quei bulbi sabbiosi che si incastonano nel viso pallido, risaltati da occhiaie leggere. <A qualcuno non piace?> Chiede con fare spontaneo verso Kashirama ora palesemente sondando le sue fattezze con attenzione maggiore. Le due bottiglie di Sakè, dell'uno e dell'altro, vengono scandagliate secondariamente in quel botta e risposta, un'altra polpetta. <Non credo volesse dire che sono inut-> La frase però non la finisce quando una mini porzione di due polpettine le viene messa davanti con l'udibile scusa di "per tirarti su dalle corna". La mano sinistra e libera si spalma sul viso, un imbarazzo malcelato ed insofferente tra quei discorsi puntuti e due bottiglie di sakè inizia a gravare sulle spalle ossute ribassandole. <Che giornata orribile.> Un mugolio sommesso contro il viso reso paonazzo dalle varie graffiate più evidenti sul collo e quasi scarnificanti lungo tutte le braccia nude oltre la maglia a casacca color sabbia.

21:38 Kashirama:
 Continua a masticare imperterrito, prestando poca attenzione alle parole che si scambiano le altre due per evitare di far la figura della persona troppo curiosa. Si gusta contento la pietanza deliziosa che si trova davanti, sollevato dal fatto che il proprio stomaco si stia mano a mano riempiendo nuovamente. Dopo un poco, il konohano ruota il proprio busto di qualche grado in direzione delle figure femminili per introdursi nel discorso quando nota la sunese osservarlo con gli occhi color sabbia com’era in passato l’ambiente di Suna. < Tutto a posto? > domanda tranquillo, gli occhi ambrati che sempre trasmettono la pacatezza d’animo di lui a chiunque egli incontri. La domanda appena posta riceve praticamente un’immediata risposta dallo stesso proprietario che aveva servito il Senjuu, quando il locandiere porge ulteriori polpette alla ragazza asserendo che siano per sollevarla di morale. < Ahhh, capito > lo sguardo del giovane e gli estremi della bocca sollevati leggermente gli conferiscono un’espressione saputa, di una persona che ha capito buona parte di ciò che c’era da capire; il konohano si inclina di un poco verso la ragazza coetanea e chiede con calma < brutta rottura? > dopo una piccola pausa aggiunge < chi è che dobbiamo andare a cercare? > l’ultima parola è detta con una piccola risata intenta ad alleggerire l’atmosfera di quella serata già cupa a causa della pioggia.

21:48 Utente anonimo:
  [Chiosco] La mano sinistra che era spalmata sul viso sembra seguire l'alone della marmellata e della gravità verso il basso rivelando la stanca espressione a quella domanda di Kashirama, così limitandosi ad annuire la prima volta silenziosamente, debolmente. Mentre Sango sembra intenta nel sakè a riversare tutto il suo livore verso i tantissimi uomini che la vetusta età le avranno concesso lei si trova, sotto palese osservazione dell'altro, nell'imbarazzo totale e conscio. <Una lunga storia...>Evita la negazione viste le due polpette offerte e nuovamente quando il pensiero accarezza quell'avvenimento le vene ai polsi sembrano pulsare fiamme e lava al posto di sangue facendo scivolare le bacchette sul banco come se fosse pervasa da un crampo nuovo. <Maledetto.> Sibila tornando a grattarsi i polsi, prima con una mano e poi con l'altra, quando ritrova la verve per stringere gli occhi e riportare la mente al presente il danno è fatto e ormai palese. <Conosci un tizio sfregiato? Pieno di ustioni su metà della faccia? Occhio verde.> Uno ne ha visto, quindi uno ne ha, a quanto pare, ma decide di risolvere la questione ponendo quella domanda verso Kashirama, un respiro profondo che gonfia il petto scarno. I corti capelli bianchi e velati di spuma giallognola sono romai quasi del tutto asciutti, anche lei sembra aver abbandonato l'ombrello tanto più che la fresca pioggia è stata un sollievo. Gli occhi intercettano nuovamente dietro al bancone indicando le sue vaschette di Taroyaki. <Posso portarle via?> Usare le bacchette sembra cosa fuori questione, prenderle con le mani altrettanto seppur la fame sia lampante ogni volta che cala lo sguardo sulla sua pietanza

22:05 Kashirama:
 Purtroppo i takoyaki sono finiti troppo velocemente per i gusti del Senjuu che con sguardo afflitto lascia fuoriuscire dalle proprie labbra un piccolo sbuffo affranto, rimanendo qualche secondo ad osservare il piatto ormai vuoto. Scuotendo le spalle decide di dedicare la propria attenzione al bicchierino di saké, anche quello in procinto di essere svuotato e afferrandolo con le lunghe dita va a portarlo all’altezza delle labbra per poi sollevare il fondo del contenitore verso il soffitto, facendo scorrere il liquido dalla bocca fin lungo l’esofago sentendo quest’ultimo pizzicare a causa dell’alcohol. < Beh dai, non ho troppa fretta e sono bravo ad ascoltare > afferma sincero riposando il bicchiere di ceramica sulla superficie lignea davanti alla sua figura. Nel mentre che parla gli occhi si posano su Sango che senza dire nulla si è alzata e dopo aver pagato, fuoriesce dal campo visivo del giovane appena superata la soglia < Che donna particolare che è > scuote la testa ripensando alle volte che ha incontrato l’Ishiba e alle volte in cui la donna più anziana gli è parsa essere tutto fuorché centrata di testa. La leggera maledizione della figura femminile rimasta nei confronti di una persona la Senjuu sconosciuta lo riporta nel presente < Deve averla combinata grossa, se sei così arrabbiata eh? > appoggiando quindi il gomito sul legno e sollevando la mano verso il viso, il konohano va ad appoggiare il volto sul palmo inclinando di conseguenza tutto il busto; ascolta attento la descrizione del ragazzo misterioso, sollevando il sopracciglio sinistro quando Kore conclude di parlare < No, scusa… mai sentito e soprattutto mai visto > esordisce tranquillo per poi continuare riflessivo < di sicuro se avessi incontrato un tipo del genere mi sarebbe rimasto in mente! > le labbra del giovane vanno a stendersi facendo contrarre i muscoli del viso e facendo sollevare le gote chiazzate dalle lentiggini < è lui il misterioso rompi-cuori? > chiede con un ghigno conscio di aver probabilmente appena inventato una parola, ma pazienza… gli occhi ambrati di Kashirama si puntano sulla figura della Nashi in attesa di una risposta che sia per lo meno più sincera della primissima riguardo al cibo ch’ella ha dato al giovane.

22:13 Utente anonimo:
  [Chiosco] L'altro si dice bravo ad ascoltare mentre l'unica cosa che sembra voler fare la sua mente sembra quella di rifuggire quanto accaduto per evitarne i postumi ancora brucianti. La distrazione la trova quando Kashirama getta l'attenzione su Sango, i curiosi occhi di miele vanno a seguire la figura cortese e fiera della rossa fino all'ultima vista delle sue spalle alla porta del chiosco. <Che intendi per particolare Kashirama-san?> Chiede improvvisamente, senza guardarlo, abbandonando le sue vaschette al cuoco che ne fa un unico incarto nel frattempo. è in quel frangente che torna a voltarsi verso le insistenti domande dell'altro. <Puoi abbassare la voce per cortesia?> Gliele hanno regalate quelle polpette e non sembra volerci rinunciare ma mentre raccoglie i pensieri sta continuamente grattandosi il collo, alla fine davvero penseranno che hanno i pidocchi ormai la pelle si sta scorticando a vista d'occhio. <Mi ha lanciato un qualche maleficio, più ci penso più mi sembra che il mio sangue stia bruciando, e non passa. Non so più cosa fare, gli ho chiesto di togliermi questo dolore mi ha mandato a crepare...Fine della storia.> Non era tanto lunga a quanto pare, o almeno non lo sembra ora che l'argomento la rende tanto rude e netta. Vedendo la vaschetta balza in piedi dal suo sgabello. <Frescura...Acqua.> Ha ormai smesso di piovere ma la sera si è inoltrata e quel calore ustionante non fa che accentuarsi dentro quel piccolo chiosco. Lo zaino che imbraccia, nel suo metro e cinquantacinque di magrezza ora palese a Kashirama che la vede in piedi, è due volte più spesso di lei, sembra uno zaino da viaggio o da campeggio, sicuramente è in grado di contenere una tenda dalle dimensioni.

22:29 Kashirama:
 Non c’è molto da fare quella sera relativamente tranquilla, disturbata solo dalla pioggia che pare aver cessato di cadere dando sollievo all’animo del giovane konohano il quale, afferranta dalla tasca posteriore dei pantaloni la manciata di soldi che si era portato dietro proprio nel caso in cui si fosse fermato a mangiare va a posare le monete sul bancone conscio del fatto che sia più di quanto dovrebbe ai proprietari. < Tenete pure il resto > afferma gentile ai due, rivolgendo loro un cenno del capo. La voce leggera della sua interlocutrice sferza l’aria calda del chiosco raggiungendo le orecchie del ragazzo che, passandosi una mano tra i capelli umidi e scompigliati, inspira profondamente e replica vagamente < Come dire… è particolare nel senso che… ha queste idee un po’ fuori dal comune se si può dire? > molte parole non vengono dette, non sta a lui dire come sia realmente una persona, l’unica cosa che può fare è dare una propria versione della figura che li ha ormai lasciati soli a concludere la serata < Per lei provo molto rispetto, sia ben chiaro… a volte però ha questa specie di aura… non riesco a capire se ci si può creare un rapporto decente oppure bisogna aspettarsi una pugnalata alle spalle da un momento all’altro > l’ultima frase cerca di pronunciarla in maniera più scherzosa, rendendo l’espressione che veste il più vivace possibile < ovviamente però è solo un’opinione, di sicuro è una grande shinobi da cui io potrei solo che imparare > rivela con tutta l’onestà che possiede. < Oh scusa, non volevo urlare > afferma chinando il capo, testa che si rialza immediatamente all’udire la parola ‘maleficio’ < Maleficio? > domanda con un tono impregnato di dubbio: gli occhi color dell’oro scorrono per l’ennesima volta sulla di lei figura < volevi dire illusione? > i dettagli da lei aggiunti fanno corrugare la fronte del coetaneo che sedendosi in posizione più eretta aggiunge < Questo ragazzo ha dei problemi allora… > il tono si è fatto piuttosto serio, incredulità causata dalla spiegazione della ragazza dai capelli color platino che si alza in piedi mostrando la sua (poca) altezza < Torni a casa? > domanda quindi il Senjuu cercando di non apparire come lo stalker che non è.

22:37 Utente anonimo:
  [Chiosco] Lei ha pagato in anticipo ogni millimetro di quella polpetta e non di più, ed è forse questo il motivo per cui quando vede Kashirama offrire una gentile mancia gli occhi di miele scivolano ai soldi lasciati come a quantificarne la generosità. <Idee fuori dal comune del tipo?> Domanda assestando l'enorme zaino sulle spalle prima di smuovere il viso pallido nella sua direzione, palesando i meri rossori dei graffi e nulla che sia minimamente attinente ad una qualche rosea forma residua. <Conosci qualcuno che possa lanciarti un'illusione dandoti le spalle?> Domanda con fare curioso tornando a grattarsi il collo con la mano sinistra. La domanda sulla casa è un punto dolente, pare, tuttavia abbastanza da far cessare quel bruciore nuovo. <No...Cioè sì, ma volevo prendere un po' d'aria, da che parte vai?> Domanda allungando le mani per prendere le sue polpette nel cartone da asporto, l'istinto è quello che ne avvicina verso il petto in quel primo frangente. <Quindi Sango-sama è la tua mentore?> Informazione quella che sembra giungere alla consapevolezza della fennec in ritardo, ora che i tratti affilati si rilassano e quel pensiero sembra essersi allontanato in favore di una curiosità mesta temporeggia tra l'allievo e la porta con l'attenzione, certamente bisognosa di aria fresca ma improvvisamente non con la medesima urgenza

22:48 Kashirama:
 Le pupille di Kashirama si posano sull’enorme zaino che la ragazza si è appena issata sulle spalle in maniera un poco instabile, azione che ha come conseguenza quella di far scappare dalle labbra del ragazzo una breve e leggera risata, subito soppressa serrando la bocca. La risposta alla domanda curiosa che gli vene posta dalla sunese viene lasciata cadere con uno scrollo di spalle ed un semplice < Non è mio compito dire in giro le idee altrui > la farse abbastanza secca viene in qualche modo addolcita dallo sguardo pacato del Senjuu che vuole evitare di finire nella lista nera di Sango Ishiba avendone un timore ben celato alla vista altrui. < Ahh chiedi alla persona sbagliata se si parla di genjutsu hahaha > esordisce sollevando entrambe le mani all’altezza del largo petto < ammetto di essere una completa frana in quel campo > le palpebre si abbassano sugli occhi mentre la lingua sbuca all’esterno andando a comporre una buffa smorfia. Il Senjuu percepisce immediatamente il breve disagio di Kore nel rispondere alla domanda sulla casa e decide quindi di lasciar correre; alzandosi dalla postazione in cui era seduto, il konohano si erge in tutta la sua altezza sovrastando non di poco la coetanea. < direzione Konoha! > esclama fiero < ci sei già stata? > domanda con curiosità cercando di indirizzare il discorso su qualcosa di più leggero. Attende quindi che la ragazza inizi a procedere per prima verso l’uscita per poi seguirla fuori dal chiosco < Ah no, mi piacerebbe… lo incontrata delle volte in giro… sempre misteriosa >

22:56 Utente anonimo:
  [Chiosco-Esterno] Il visino emaciato si inclina appena verso la propria spalla sinistra sulle prime parole di Kashirama. <Lo sospettavo.> Soffia quando vede i palm altrui a difesa di un argomento che sembra lasciare il medesimo dubbio, non si scompone, scuote il capo così lentamente che i corti capelli non sembrano andare dietro al movimento malgrado siano stati resi dalla pioggia una massa scarmigliata e scomposta in ogni direzione. <No.> Snocciola quasi freddamente alla questione su Konoha. <Sono di Suna, e non credo di poterti comunque accompagnare fin là.> Sentenzia immediatamente dopo, dimostrandosi una creaturina tutt'altro che simpatica seppur non risulti palesemente scortese. Trattiene al petto la sua cena mancata iniziando a muovere verso l'uscita quando vede la predisposizione altrui, ascoltandone le parole e senza affrettarsi anche visto lo zaino enorme, tace fino a che le vie fresche non tornano a lenire i graffi vari sulle braccia nude. <A me non è sembrata misteriosa...> Si stava meglio quando si argomentava saggiamente sull'inutilità del sesso maschile a quanto pare, ormai all'esterno quella pudicizia viene accantonata in favore della fame, apre con la mano destra il cartone e con la stessa mano destra si concede il lusso, proibito alll'interno pare, di prendere una polpetta tra le dita iniziando a mangiucchhiarla con fare breve quanto avido. <Quindi non capisci niente di Genjitsu e sei di Konoha...E hai una specie di cotta per Sango-sama> Conclude occhieggiando alla sua sinistra verso il profilo destro dell'altro, dabbasso ovviamente.

23:14 Kashirama:
 Gli occhi acuti del Senjuu osservano attentamente la ragazza e le movenze di quest’ultima cercando di catturare ogni minimo dettaglio dell’interlocutrice così come fanno per qualsiasi persona il konohano venga ad incontrare. < Suna? Oh carinaaa > afferma sincero, annuendo con il capo e scuotendo di conseguenza i ciuffi ribelli sfuggiti all’acconciatura < Uhm, perché non potresti? Hai da fare? > l’accenno di un broncio affranto si dipinge sul volto di Kashirama che non lascia il tempo all’altra di rispondere < Non ci sono mica divieti per entrare eh… se tu volessi potresti andare anche ad Ame > i passi dei due si fanno cadenzati andando a scandire la semplice chiacchierata che sta prendendo piede tra i due < A proposito, come mai uno zaino così grande? > domanda con la stessa curiosità di prima, sebbene crede di aver intuito il motivo di una borsa così grande sulle spalle di una persona così piccola < se è a causa del tuo zaino posso portartelo volentieri, non c’è problema! > un cucciolo: molte volte non c’è altro modo di descrivere il Senjuu se non come cucciolo di golden retriever e quella serata pare che il giovane sia entrato a piedi pari in modalità cane felice. Le parole riguardo l’Ishiba non stupiscono Kashirama che replica tranquillo < A riprova del fatto che è un po’ particolare… > una piccola pausa interrompe i pensieri del giovane che si affretta a riprendere la parola < a te è parsa come dire…normale, mentre a me ha dato un’impressione totalmente differente. Particolare no? > Continua a camminare cercando di mantenere il passo dell’interlocutrice più minuta, rallentando e accorciando quindi le proprie falcate nel tentativo di non superare la Sabaku la quale, pronunciando l’ultima frase, fa scoppiare in una risata profonda e divertita il Senjuu accanto a lei < HAHAHAHA! Sì esatto! Genjutsu per me è materia oscura, Konoha è casa mia, mentre per Sango-san più che una cotta provo molto rispetto… > asserisce mantenendo il sorriso spalmato sul volto. < Dai su, vieni a vedere il mio distretto, è molto bello di sera > propone gentile alla coetanea iniziando a dirigersi in direzione Konoha.

23:22 Utente anonimo:
  [vie] A quanto pare aveva fame, abbastanza da mangiare con rapidità quelle polpette ora che usa le mani ma non abbastanza da darsi il giusto rigore ad usare le bacchette in preda ai bruciori che ora comunque sembrano aver abbandonato le carni lasciandole al sollievo della frescura serale. Gli occhi si sollevano temporeggiando qualche momento in una masticazione meditabonda. <Perchè dovrei andare ad Ame?> La prima e spontanea risposta alle domande dell'altro prima che il passo, già breve per statura, si blocchi qualche momento. Lo fissa, dabbasso, per diversi istanti come se Kashirama le avesse bestemmiato in faccia, quasi stesse soppesando la realtà di quanto da lui detto. <Andavo in campeggio.> Ma non si muove, non in un primo momento, scostando l'ultima polpetta e mettendola in bocca senza masticarla, quindi a labbra chiuse, scioglie lo zaino dalle spalle strattonando la cinghia sinistra per farlo pendere nella direzione dell'altro. <Fe ci fieni ftanfo.> Bofonchia prima di finire quell'avida cena rimanendo con la sola scatola vuota tra le mani probabilmente. <Che ha di bello?> Chiede lasciando che comunque sia palese la vaga curiosità indotta dall'asserzione altrui, proprio come una piccola desertica volpe starebbe stendendo ampie quanto inesistenti orecchie evitando nuovamente lo sguardo del Genin in favore della ricerca di un cestino. <E non è carina...è Suna.> Sciorina con fare breve come se ne avesse trattenuto dall'inizio quel commento tanto affabile

23:41 Kashirama:
 il modo in cui la Sabaku divora quelle ultime polpette, andando a sottolineare quanto ella sia affamata, porta il Senjuu a sorridere divertito. < Perché andare ad Ame? > replica alla domanda fatta alla sua domanda < Boh… per visitarla? > accenna un’ipotesi così a caso per poi continuare < Effettivamente hai ragione, ad Ame non è nulla di che… non c’è molto da vedere > afferma convinto di ciò che dice consapevole di star insultando nel contempo il villaggio tanto amato da Sango e ridacchiando all’immagine della donna dai capelli rossi nel caso dovesse mai sentire parole di tal genere. < Oh un campeggio? Dove pensavi di farlo? > non ce la fa: oggi il konohano non è affatto in grado di smettere di porre domande a raffica come se i fatti altrui fossero anche suoi, ma questo è probabilmente dovuto al fatto che è rimasto chiuso in casa ammalato per parecchi giorni. L’espressione del Senjuu si illumina quando nota la sunese muoversi per scrollarsi di dosso l’enorme zaino e lasciare così a lui il compito di portarlo al suo posto < Ottimo! > esclama quindi avvicinandosi alla figura femminile ed incurvando la schiena verso il basso per afferrare meglio con presa salda le cinghie della borsa che poi, con un veloce movimento di avambracci e contraendo i bicipiti, si issa sulla spalla destra senza troppi problemi riportando lo zaino a dimensioni normali rispetto a prima, vista la differenza di statura con la giovane. < Che ha di bello Konoha? > nuovamente una risata beffarda sferza l’aria circostante ai due < semmai cosa non ha di bello… anche se non è la vera e propria Konoha rimane pur sempre la Foglia… in miniatura…parecchi cittadini hanno deciso di spostarsi qua a Kagegakure, però comunque l’atmosfera di Konoha rimane praticamente la stessa e perciò è senza dubbio la migliore > si accinge quindi a spiegare donando un’inflessione fiera e raddolcita al proprio tono, spostando lo sguardo diritto avanti a sé < il bello è che è rimasta parecchio verde con tanti alberi in giro… l’albero più bello è però al dojo… quello sì che è maestoso… > la voce del Senjuu nel parlare del proprio villaggio natale assume un’intonazione sognante che potrebbe farlo apparire come un bonaccione qualsiasi < a proposito di alberi e verde, il campeggio potresti farlo a Konoha! > ideona ideona! Konoha come nuova meta per i pellegrini!

23:54 Utente anonimo:
 Nuovamente la coda dello sguardo dalle note calde e sabbiose cerca il profilo dell'altro alla questione su Ame. <Ti sei appena risposto da solo ad una tua domanda, lo sai, vero?> Lascia che quella domanda non appaia retorica, la giusta pausa sembra contestualizzarla ad un dubbio vero seppur gli lasci il suo zaino. <Non ci pensavo.> Limita in merito al dove. <è questo lo spirito della settimana> E di una settimana pare risentire lo zaino ora che è dato alle mani dell'altro mostrando il peso tanto della tenda, quanto più del fornelletto, della borraccia e di beni che avrebbe anche potuto imparare a restringere ma che sembra uscire fuori dallo "spirito" della cosa. Non ha mai riso, al contrario dell'altro che invece pare dar seguito ad una sequela di motivi per cui essere ilare. Gettato il cartone vuoto l'attenzione da adito a quelle varie osservazioni su Konoha. <A me non piace il verde.> Sembra una cosa tanto logica la sua a fronte di quelle motivazioni dell'altro, che la prnuncia sottovoce. <Beh lo spirito è di sopravvivenza...quindi un posto pieno di verde è perfetto.> Accrocchia in merito a quel campeggio, seppur malgrado lo zaino non sembri una vagabonda ma nemmeno sembra troppo lungi dall'essere una scappata di casa, non ha orpelli, non indossa alcun mnile, alcun effetto personale, gli scarponcini sono fuori stagione, i pantaloni sono troppo pesanti, la casacca troppo leggera ed inoltre sembra maschile, o semplicemente è piatta lei, o semplicemente tutte e due. <Può andare, portami nel giardinetto più isolato che conosci e abbandonami là, me la caverò.> Il pensiero di quel pomeriggio sembra ormai cosa distante e sembra anche difficile che possa tornare a bussarle nella notte, il che vuol dire che probabilmente lo farà. <Voi di Konoha siete strani, ridete un sacco.> Conclude ad un certo punto occhieggiando l'altro nuovamente mentre si lascia, orgogliosamente, portare lo zaino. Forse è davvero un fennec, magari non lo sa ma il suo spirito guida è una scaltra volpe approfittatrice piccola come un pugno, non fosse che la smorta desertica appare tutto tranne che petulante in alcun modo, pure camminare pare le dia noia ora che può metter mani alle tasche. <Com'è la tua accademia?> Domanda approfittando non solo del porta zaino ma a quanto pare anche dell'affabile disponibilità dell'altro a parlare orgogliosamente della sua città. {exit}

00:15 Kashirama:
 All’appunto che la ragazza di Suna gli fa, il giovane konohano rallenta il passo assumendo un’espressione in un certo modo basita < cosa? > dice con fare sorpreso < oh sì beh… sai com’è… capita di trovare la risposta quando ci pensi su > replica scuotendo il capo da destra verso sinistra un paio di volte, lasciando che i capelli ancora umidi lo colpiscano in volto lasciando piccole gocce sulla pelle abbronzata di lui. < mi sembri un po’ una nomade > debutta attento a non fare passare questa sua osservazione come un insulto < mi ricordi qualcuno… non sapere dove dormire la sera e con lo zaino in spalla che devo chiederti… ma cosa ci hai messo dentro, un armadio? > non è che la borsa gli stia pesando sulla schiena, semplicemente ci sono degli spigoli che rendono la forma dello zaino poco piatta andando a sbucare all’esterno coperti dal tessuto e ficcandosi tra le costole del Senjuu. Alle fatidiche parole della sunese il konohano si blocca all’improvviso in mezzo alla strada, sguardo sconcertato con le labbra leggermente socchiuse e le sopracciglia sollevate verso l’attaccatura andando a corrugare la fronte < Intendi il colore o verde inteso come la natura? > chiede per essere sicuro, perché nel caso la ragazza si rivelasse una non-amante della natura sorgerebbero dei problemi < sappi che non mi fido delle persone a cui non piace la natura… il colore tanto quanto posso lasciar passare… ma non sul resto > lo sguardo si fa serioso con gli estremi della bocca rivolti leggermente verso il basso e gli occhi socchiusi intenti a scrutare la figura della ragazza incurante del fatto che lo sguardo penetrante possa mettere a disagio l’interlocutrice. Un ennesimo sorriso si sostituisce alla precedente espressione < Va tranquilla sto scherzando! > sdrammatizza muovendo la mano destra nell’aria come a voler scacciare via l’improvvisa tensione < Più o meno scherzo, in realtà > aggiunge con più calma, dopo aver riassunto un minimo di compostezza. Alla richiesta, o addirittura ordine, della sunese il Senjuu risponde semplicemente con un mugugno di assenso ed un cenno del capo, pupille puntate lungo la strada che li porterà al distretto di Konoha e orecchie acute nell’ascoltare le altrui parole. < Meglio ridere che piangere > sussurra tra sé e sé, indifferente della possibilità della Sabaku di averlo sentito o meno. > L’accademia dici? Meglio delle altre direi… > a prescindere da tutto, Konoha is better. Nulla supera la Foglia. Ed è così che il Senjuu inizia a descrivere l’accademia del proprio villaggio per poi dilungarsi su tutti i vari posti in cui fermarsi a mangiare e sui luoghi da visitare, riuscendo così a coprire di parole l’intero viaggio di ritorno. [exit]

Semplice serata in un chiosco di Kagegakure tra Kore, Kashirama e Sango (uscita dopo poco) che si trasforma poi in un mini viaggio verso Konoha per i due più giovani.
Lo zaino di Kore è grosso e pesa e Kashirama ama Konoha,
Fine della storia.

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Sango uscita per imprevisto :((
"Ame non è niente di che, nulla da vedere"