Un'uscita tranquilla
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Giocata dal 19/04/2022 21:00 al 20/04/2022 00:00 nella chat "Piccola Oasi"
Una passeggiatina al chiaro di luna è quella di cui si ha bisogno per tornare al quartiere di Kiri in cui vivono - sì, perché è stata finalmente dimessa quella dannata demonietta da quattro soldi. Gli ha fatto passare le pene dell'inferno per poi ritrovarsela trasformata in un perfetto essere fatto di sangue nero del quale dovrà prendersi cura - sempre per il bene della famiglia, sia chiaro, visto e considerato che il legame che li lega s'è fatto un po' più profondo. <Dovremmo testare le tue abilità> Testare o restare ammaliato dalla trasformazione che non s'è goduto appieno durante l'ultima visita in ospedale da parte di Shizuka? Con la quale, tra l'altro, ha smesso d'avere a che fare e che non ha contattato per alcuna ragione al mondo di recente. E' ancora tremendamente offeso dal fatto che quella vipera dai capelli rossi abbia osato pronunciare ad alta voce quelle parole. Si sarebbe dovuta fare i fatti suoi. Gli abiti indossati dal rosso son comunque tipicamente i soliti ch'è naturale vedergli indosso. Si comincia da una camicia bianca che vien infilata in un paio di semplici pantaloni neri, sorretti da una cintura da fibbia argentata. La giacca non è presente poiché fa discretamente caldo rispetto alle serate passate, forse per l'arrivo tardivo della primavera che ha impiegato un po' a farsi vedere. I capelli cremisi risultano essere oltremodo spettinati, non che sia assolutamente una novità. Gli occhiali son posizionati sul naso aquilino del Demone, quello con la D maiuscola! Dokuhiro deve ancora GUADAGNARSELO quel titolo. [ Chk On ] ha intenzione di farlo? è difficile dirlo. da quando è riuscita a ristabilirsi pare essere felice anche solo di potersi muovere, a una velocità notevolmente ridotta, tanto che deve richiamare spesso rasetzu nella loro passeggiata perche è troppo veloce <rase...va...piu piano...> mormora poggiando le mani sulle gambe per tenere un po di fiato nei polmoni <volentieri...ma intanto rallenta> si lamenta la donna con il suo solito tono distante, mentre cerca di rimettersi in pari con l'altro e zampettargli vicino. i suoi abiti sono quelli tipici di una adolescente che vuole nascondere la pelle dalle persone, con un girocollo e un maglione nero, tanto è piatta come una tavola, e quindi guardare l'altro per un paio di secondi <...sai, sei un figurino> aggiunge guardandolo ancora per qualche secondo, passandosi una mano lungo il mento come a voler capire che cosa le stia passando per la mente <tu piuttosto, hai gia deciso cosa succederà al kokketzu che..> stringe le labbra, lo guarda, prova a lasciargli intendere, andando a battersi una mano appena sopra al cuore dove c'è ancora sotto gli abiti la cicatrice dell'accoltellamento subito, rendendogli noto di quale kokketzu stia parlando <dovremo fare molte cose, rase> replica con un mezzo sorriso <dubito sia comunque un buon momento per fare l'attivazione> guardandosi attorno nella situazione e nell'oasi, piena di abiti e negozi, e chissa solo quanta altra roba nella capitale dell'innovazione in mezzo al deserto <la tua la ho vista fin troppe volte> occhiolino La sente lamentarsi di non riuscire a stare al suo passo. E quindi, come risolvere questa incresciosa situazione? Senza indugio, porterebbe la mancina alla volta delle proprie fauci. Quivi non farebbe altro che far scivolare dabbasso la manica quel tanto che basta affinché scopra la pelle del polso. Essa appare molto pallida – come il resto del proprio essere – e le vene son d’un colorito piuttosto scuro, differente dal normale o dalla concezione umana che si hanno di queste ultime solitamente verdastre o bluastre. Dapprima, farebbe in modo che l’elemento dell’Acqua – l’unico che al momento sappia utilizzare – venga risvegliato e vada miscelandosi con il proprio sangue nero. I canini appuntiti del mostro andrebbero a penetrare la carne del polso, in modo che possa riaprire una delle tante cicatrici che difficilmente permette di far cicatrizzare, utilizzandole spesso e volentieri per l’attivazione della propria innata. Causandosi quella piccola ferita, una stilla di sangue dovrebbe iniziare a fuoriuscire ma galleggerebbe nell’aria per volontà dell’utilizzatore. Infatti, il proprio sangue nero – passivamente sempre di questo colore – sarebbe unito all’elemento del Suiton che ne faciliterebbe la fuoriuscita e l’attivazione dell’hijutsu Kokketsu. Due lacrime nere scenderebbero dalle palpebre inferiori degli occhi del demone, scivolando sugli zigomi e le guance, assestandosi ad altezza del mento. Persino le iridi muterebbero colore assumendo una tonalità ambrata simile a quella d’una bestia. Ulterior sangue gli galleggerebbe attorno in un’area che dovrebbe comprendere circa i dieci metri, formando quella che potrebbe anche assomigliare ad una nuvoletta violacea con delle piccole scariche – del tutto sceniche – attorno alla propria figura demoniaca. L'unica leggera differenza è quell'alone violaceo che gli circonda anche gli occhi e, avendo le maniche sollevate, sarà possibile intravedere quegli schizzi di sangue dipinti da un artista psicotico che vengono disseminati lungo ambedue gli avambracci andando a coprire persino quelle ferite che utilizza per far uscire la sua arma principale. Adopera immediatamente una singola unita del proprio sangue, un singolo costrutto. Andrebbe a fare in modo che vada creandosi al di sopra del terreno, quindi come se stesse costantemente fluttuando. Essendo tutto nero ed avendo comunque una notevole padronanza del sangue, formerebbe una seduta quadrangolare con una forma adeguata a sostenere gli altrui glutei. Formerebbe anche due braccioli laterali in modo che stia oltremodo comoda e solleverebbe uno schienale a punta di freccia. <Un trono per la mia regina.> La inviterebbe indirettamente a sedersi sul costrutto appena generato, INCURANTE delle occhiate che potrebbero lanciargli proprio a causa della sua improvvisa trasformazione, nonché la costruzione d'un trono dall'odore ferroso e pungente del sangue. <Lo scuoio vivo. Lo privo d'ogni stilla del suo sangue perché non n'è più degno. Lo lascio in vita soltanto per chiedermi perdono ogni giorno della sua vita, leccandomi le scarpe mentre lo torturo come cavia da laboratorio.> Digrigna i denti mentre lo dice. L'aura che l'accerchia rende quelle minacce maggiormente incisive, tenendo conto dell'essere ch'è e delle parole che renderebbe veritiere senz'alcun dubbio. <Difatti, sono incuriosito dalla tua trasformazione, dalla capacità che avrai d'usarla. Ma sei ancora stanca.> Si stringe nelle spalle, arrestando l'incedere solo per permetterle di salire sul suo trono. [ Chk: 63/65 || PV: 99/100 ][ 2/4 - Attivazione Hijutsu Kokketsu LV. 2 + 2/4 - Costruzione I Costrutto ] sbarra gli occhi a quella dimostrazione, ma soprattutto a quello che l'uomo dice che le fa tirare un po su la schiena come se fosse sinceramente stupita ma anche intrigata della sua trovata. sorride ulteriormente, uno dei suoi rari enormi sorrisi a labbra chiuse, e si avvicina per riuscire a sedersi sul suo nuovo trono con qualcosa che rasetzu poteva notare che non aveva prima, o forse che ha sempre avuto ma mai dimostrato apertamente prima della infezione: non appena si siede, poggia le braccia sui braccioli e ha addosso una postura corretta da vera signora del male, con tanto di sorrisetto soddisfatto <grazie tesoro> replica dolcemente, ma è evidente che il suo ego abbia subito una impennata, quindi ascolta che cosa dice e ci pensa qualche secondo <non posso dire che hai torto> d'altronde la ha accoltellata <ma avrai il tuo bel lavoro, era un tizio proprio grosso, anche piu grande di te> che gia lui non sia questa altezza, ma oh, sempre meglio di nulla mentre è opronta a non venire sgomentata dal movimento della sedia <immagino che sia uguale per tutti i kokketzu, no?> riguardo alla trasformazione, non sapendo ancora dei gusti altrui, non così tanto almeno, mentre si adagia leggermente sul trono con un ghignetto <potrei abituarmi a questo trattamento, sta attento> chioccia mentre si lascia portare come una vera regina, incurante che sia su un trono di sangue <prima comunque dobbiamo trovarli, prima ancora rimettersi, e prima di tutto trovare degli alleati. dubito che comunque la dotteressa sarebbe dei nostri se sapesse cosa hai fatto alla loro amica> qualcosa che non è cambiata della trasformazione è la sua fredda strategia Ecco perché non fa mai niente di carino per nessuno. Lo prendono per il culo. Fa roteare gli occhi verso l'alto, lanciando altresì un'occhiataccia nei confronti della sua 'regina' - quella che ha definito tale e che s'è già appropriata del trono con una postura invidiabile. <Tch.> Fa schioccare la lingua contro il palato mentre si premura d'avanzare e d'assicurarsi che lo spostamento sia il più lineare possibile, onde evitare che la signorina possa venire scombussolata più del necessario. <Più sono grossi e più fanno rumore mentre cadono.> Convinto di quant'appena proferito ad alta voce col petto gonfio d'orgoglio, crede davvero di riuscire a battere un altro Kokketsu pur non conoscendone il livello tanto meno le capacità belliche, poiché potrebbe aver tutt'altro genere di attacco. Generalmente, i Kokketsu hanno uno sviluppo maggiore delle arti magiche e di quelle illusorie, ma esiste anche chi non è in grado d'usare le seconde. <Dipende dalla potenza e dal padroneggiare l'innata. C'è una ulteriore trasformazione successiva a questa che si ottiene alla totale padronanza.> Mormora, stringendosi nelle spalle, dando ovviamente modo di capire ch'egli è riuscito a raggiungere la vetta, ma che allo stato attuale delle cose è costretto ad essere un gradino - se non due - in basso rispetto a dieci anni prima. <Non c'è bisogno che venga anche tu. Inoltre, non vedo il motivo di rivelare alla dottoressa ciò che ho fatto alla loro amichetta.> Borbotta infastidito a causa del discorso ch'è migrato direttamente nei confronti di Shizuka, la stessa che vorrebbe i due all'interno del quartiere del clan e che, quasi sicuramente, li sta già aspettando sulla soglia dell'ingresso. <Dovrebbe aiutarci a prescindere sol per quello che ti hanno fatto.> Punto e basta, come se fosse qualcosa di tanto ovvio di cui non si sarebbe neanche dovuto parlare ad alta voce. Ovviamente, lui risulta essere tremendamente sicuro, come se niente al mondo possa sconfiggerlo soltanto perché è immortale. PUR SAPENDO che sua sorella è morta per una mera malattia, la qual cosa non sarebbe neanche dovuta essere contemplata grazie al gene del sangue nero. [ Chk: 63/65 ][ PV: 98/100 ][ Hijutsu Kokketsu LV 2 ON + I Costrutto ON ] in realtà lei lo ringrazia spesso in quel modo, soprattutto dopo che gli ha consegnato gli ovuli, e dove alla sera si è trovata in ospedale pugnalata da dei nemici di rasetzu, apprezza l'andamento lineare che rase si sforza di tenere andando intanto a guardarsi attorno e osservare gli altri che probabilmente stanno guardando che cosa stia succedendo <non ce ne è bisogno, ma se succedesse nel mentre che siete in combattimento, andrebbe a finire che significherebbe quasi sicuramente un voltabandiera> spiega all'altro scuotendo il capo <ho notato che comunque non parlano chiaramente di quello che sia accaduto, almeno con me...> spiega <forse potrebbe funzionare comunque> riguardo allo scontro <...> rimane in silenzio, si guarda le mai per un secondo e quindi guarda rasetzu mentre sposta le mani dai braccioli <ho accettato di prendermi le mie responsabilità e l'odio delle persone che sono sopravvissute dalle mie vittime> spiega con decisione <e nel momento in cui ho deciso che stavamo assieme, ho deciso anche di prendermi l'odio di quelli che anche tu hai fatto soffrire> aggiunge prima di sporgersi un po dal suo seggio con un sorriso <non preoccuparti> chioccia <è comunque un torto che hanno fatto non solo a te, ma anche a me, e a tutti i kokketzu. non dicevi sempre che la famiglia è sacra?> domanda sapendo di stare tirando acqua al suo mulino <e allora lasciami partecipare, non darò fastidio e se si mette male scappo> propone anche quella versione per riuscire a strappargli un consenso Per quale motivo dovrebbe accadere un voltabandiera? Non è molto convinto di ciò, difatti accorre immediatamente in protesta. <Hanno fatto del male a te ed a me. In particolar modo a te. Quindi, dovrebbe aiutarci prendendo atto di questo.> Dà per scontato che anche Shizuka ragioni in virtù della famiglia, quand'è lui l'unico a farlo in maniera del tutto devota. Il ragionamento di Dokuhiro ha senso, ma sentirsi dire che ha torto lo fa annebbiare completamente. Lui è CONVINTO di quel che dice, è SICURO al cento percento di riuscire nel suo obiettivo e detesta sentirsi dire dagli altri che non funzionerebbe. <Non saprei. Non credono abbiano la certezza che la loro amica sia morta.> Si stringe nelle spalle, anche perché non ha mai fatto arrivare loro una falange... una testa mozzata... o la lingua di quella stronzetta da quattro soldi che ha pensato di farla franca con lui e il suo amico. <Che... a ben pensarci, anche un mio collega è sparito.> Già, chissà che fine ha fatto il buon Dyacon. Si può dire che siano pari, ormai. Su questo, specialmente, Shizuka non dovrebbe avere proprio niente da ridire. Si suppone, eh. Solleva la mancina muovendo le dita come a simular una bocca nell'istante in cui Dokuhiro comincia a parlare a vanvera d'essersi presa le proprie responsabilità, di prendersi l'odio che gli altri riversano sul demone e tutto ciò che ne consegue. <Nessuno te l'ha chiesto.> D'altronde, ha esagerato con le carinerie poc'anzi, quindi la barra dolcezze è ridotta praticamente all'osso con una piccola percentuale che viene perlopiù surclassata dal solito caratteraccio del rosso. <Non puoi pensare di comprarmi con la frase "la famiglia è sacra".> Sbatte un piedino a terra, infastidito da come Dokuhiro riesca a ribaltargli contro le sue stesse parole, i suoi stessi INCANTESIMI. <Impara ad usare l'innata e prenderò in considerazione l'eventualità che tu possa partecipare.> E' un buon compromesso, no? Per lui sicuramente perché così potrà finalmente vederla all'opera. [ Chk On ][ Pv: 97/100 ][ Stessi tag ] <penso la abbiano, o non avrebbero usato le parole che hanno usato> spiega semplicemente, adocchia con l'angolo dell'occhio la ciancia che fa riguardo alle sue parole, e pure lei rotea gli occhi maleducatamente come al suo solito <nessuno me lo puo vietare> replica altrettanto, come al solito gia prima della loro renunion con il sangue nero, doku è stata famosa con il rosso per quelle scene persino alla luci della sera. adocchia poi la via con le luci <...n- non di la.> mormora all'imrpvviso spaventata, la via è deserta, apparentemente, con i riflettori dei lampioni a tempi regolari che danno quella sensazione di ansia da film horror, preoccupandosi piuttosto della scnata di rasetzu con tanto di piedino che batte a terra e sorride <imparerò prima di quanto puoi pensare> replica semplicemente con un sorrisetto convinto di quanto dice <sempre ammesso che tu sappia insegnarmi> ironizza, lo pungola, lo ha sempre fatto e ora che è diventata un diavoletto è pure piu antipatica di prima <sarà morto> replica semplicemente riguardo al collega, sventolando una manina come se avesse poco a che fare con la questione, o non le interessasse affatto <perche, la famiglia non è sacra?> chiosa pungolando ancora di piu nel tentativo di riuscire a essere ancora piu irritante del solito <...non avete dei registri tra i kokketzu?> domanda all'improvviso, come fulminata da una idea fantastica <da quanto sappiamo lui è un kokketzu, se ci fossero dossie adatti, potremmo trovarli e cominciare a cercarlo> Non può esserne certo, in effetti. Questa volta deve dare ragione a Dokuhiro, ma ciò non vuol dire che debba farlo ad alta voce. <Mh.> Si limita a mugugnare per niente soddisfatto della piega che questo discorso sta prendendo, il quale mette in risalto delle lacune da parte del demone che vengono sapientemente colmate da Dokuhiro. E' proprio vero che lei è il braccio e lui la mente... <Io posso.> Può vietarglielo, no? Chi altrimenti potrebbe farlo al suo posto? Non basta che l'abbiano messa alle strette, che l'abbiano pugnalata e che l'abbiano infine costretta a diventare un Kokketsu? D'altronde, l'altra prospettiva era morire. <Uh?> Dapprima imbronciato per la presa di posizione altrui, adesso la ragazzina pare impaurita da qualcosa che il demone non riesce a vedere. Va da sé che l'espressione muti in una attonita, aspettando che la demonietta possa dargli una risposta soddisfacente. Si sa che è solito sbattere i piedini a terra se non ne dovesse ricevere, lei lo sa bene. <E da dove? Da lì, accorciamo.> Indicando per l'appunto la strada che la ragazzina non sembra essere invogliata a intraprendere. Potrebbe anche fare lo stronzo e sceglierla lo stesso, del resto è lui che gestisce il trono e lo muove a suo piacimento. <Sei talmente stanca che non riesci ancora a padroneggiarla. Io ci son riuscito dopo due giorni.> Si stringe nelle spalle, facendo come al suo solito commenti da sborone qual è, ma che nell'effettivo non può più dimostrare d'essere. Cerca di spronarla a far di meglio se vuol riuscire a padroneggiare davvero l'innata. <Sono un ottimo insegnante> Il tono diventa poco più lascivo. <specialmente se ho un ottimo incentivo.> S'umetta le labbra con la punta della lingua, saettando da un lato all'altro del labbro inferiore e sogghignando come il pervertito che in realtà è. Non che l'altra sia una santarellina, del resto. <Certo che lo è, la famiglia è tutto. Fondamentalmente ciò renderebbe chi ti ha fatto quest'immane torto intoccabile, tuttavia potrei fare uno strappo alla regola.> Proprio per sottolineare l'incoerenza massima che fa parte del carattere del demone, il quale non è insolito contraddirsi, specialmente se la cosa può tornare a proprio favore. <Non so come sono organizzati adesso. Puoi chiedere alla tua dottoressa.> Da notare come non stia facendo il nome di Shizuka perché porta rancore come il più immaturo dei demoni - bambini. [ Chk On ][ Stessi tag ][ -1 pv ] <non è meglio che chiedi tu?> domanda semplicemente ignara di cosa sia accaduto se non qualche battibecco quando si stava svegliando dal suo coma <ci lavori, io dovrei prendere un appuntamento, pagare il tiket, o essere abbastanza furtiva da rimanere appostata per ore alla macchinetta del caffe sperando che venga usata da shizuka> ovvio no? semplice motivazione, andando a tenersi piu stretta alla sedia con il volto che produce una smorifa <niente, è che non mi piace> spiega <mi ricorda il fattaccio...> spiega stringendosi nelle spalle <cazzo pare uguale> ma probabilmente per il trauma che sottilmente si è insinuato tutto pare cupo e ogni strada è nemica <...che scemo> replica con un mezzo sorriso che si prospetta sulle labbra quando fa il lascivo <puoi vietarmelo, ma non significa che io ti ascolterò> gli fa notare con un sorrisetto <ma non andiamo di la...> chiede un po intimorita, ma alla fin fine è lui che muove il seggio, quindi lascerò a lui la scelta//exit!
Giocata del 20/04/2022 dalle 21:05 alle 21:12 nella chat "Piccola Oasi"
Ed eccola che gli rimbalza la patata bollente come suo solito. Se volesse chieder lui, l'avrebbe già fatto: il problema è proprio che non vuole. Sospira pesantemente, alzando gli occhi al cielo come se si sentisse di colpo preso in giro dal demonietto al quale s'affianca in questa notte tranquilla. <Ti do il suo numero.> Così non dovrebbero esserci problemi, il tutto si concluderebbe in maniera semplice. Ha preso il numero dal Kokketsu, il che giustifica il come faccia ad averlo. Lui ha già risolto tutto, senza dover necessariamente chiedere alla rossa la domanda che vorrebbe farle. Col cazzo che scende a compromessi con quella, non dopo quel che ha fatto e come s'è comportata nei suoi confronti - ha solo detto la verità, ad onor del vero, quindi non è che abbia fatto chissà cosa di sbagliato. Tuttavia, abbiamo a che fare con Rasetsu. Non dovremmo neanche sorprenderci più di tanto, sfortunatamente, specialmente se lo si conosce abbastanza da capirne le abitudini. <D'accordo, solo perché non voglio sentirti mugolare nel sonno per gli incubi.> Dovrebbe sembrare una battuta, ma il tono del rosso lascia presagire che sia piuttosto serio. Al contrario, è consapevole di quel che Dokuhiro potrebbe provare, ma d'altronde dormono assieme quindi l'avrebbe comunque consolata durante il sonno - un po' come fatto durante quest'ultima settimana passata assieme in ospedale. Non l'ha lasciata sola neanche per un momento. Proseguirà lungo una strada meglio illuminata e diversa da quella indicata dalla donna, giungendo sin alla zona industriale di Kiri. [ Exit ]