Organizzando una giornata alle terme...
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Giocata del 11/03/2022 dalle 21:23 alle 23:45 nella chat "Nuovo Monte dei Volti di Pietra"
Per somma fortuna di qualche buon Kami, il meteo ha deciso di sistemarsi nel modo migliore possibile. Il cielo, per quanto non faccia cader altra acqua piovana, permane comunque nascosto da qualche nube di troppo. Di tanto in tanto, è possibile intravedere la luna con le stelle brillanti ad illuminar il cammino d'una donna dai capelli rosati che sale, passo dopo passo e scalino dopo scalino, lungo quel tragitto che la condurrà a sostare sulla testa di qualche predecessore. Indossa uno yukata dalla stoffa nera, disseminato di petali di ciliegio rosa. La cintura in vita è d'un rosa leggero che ne avvolge i fianchi e la vita. Oltre ad esser pieno di fiori come se volesse portar lei stessa la primavera, è abbastanza caldo da proteggerla dalle intemperie odierne. E' privata della katana ch'era solita portarsi dietro poiché l'incontro con Fenrir dopo dieci anni non è stato certo rose e fiori. Per difendersi dall'altrui furia, l'arma bianca è andata praticamente distrutta. Attorno alla coscia destrorsa, poco sotto l’indumento citato, v’è anche posizionato una tasca porta kunai e shuriken avente al suo interno ben tre kunai. Sul gluteo posteriore dall’opposto lato, sempre agganciata alla cintura di cui sopra, prende posto un’ulteriore tasca porta oggetti avente al suo interno tonici di recupero Chakra e coagulanti, qualche fuda contenente dei tronchetti. Al polso mancino, nascosto dalla manica della camicia, vi ha posto un fuda esclusivo nel quale ha sigillato la frusta che, di recente, ha optato come arma a discapito di spade più grosse della propria figura che, al momento, non riesce neanche ad usare come vorrebbe. Ai piedi, calza un paio di stivaletti scuri, dalla suola spessa in gomma ed un tacco quadrato che la eleva per qualche altro centimetro. Sono piuttosto comodi invero, inoltre la slanciano quindi ha preso due piccioni con una fava. Per ultimo, ma non per importanza, un lungo kimono nero dai fiori ciliegio disseminati lungo tutta la tela - comprese le maniche che vanno ad allargarsi dal gomito in giù, nascondendone persino le mani - ne copre le spalle sin ad oltrepassare i glutei. Sul petto – sotto i vestiti – è stato posto un ulteriore fuda, al cui interno è invece sigillata la sua nuova arma: la spada di Chakra, ch’è in realtà soltanto un manico nel quale è possibile trasmettere il proprio Chakra. Tra i capelli rosei, incurante del tempo e della società attuale, splende il suo coprifronte raffigurante il simbolo di Konoha con tutti i relativi segni d’usura e di graffio. Un pendaglio raffigurante il ventaglio del Clan Uchiha è costantemente presente al collo della donna, mai rimosso per ragione alcuna. Adocchia i dintorni, ammira quel panorama di cui può farne benissimo a meno, ma del quale per il momento conviene accontentarsi... [ Outfit: https://i.pinimg.com/236x/2d/00/09/2d0009dc3771d2cf5854448360d3ec1f.jpg ][ Chk On ] [Volti] Finalmente una serata senza pioggia si fa largo sul villaggio delle ombre, ove parzialmente oscurata da qualche nuvola andrebbe affacciandosi pallida e malinconica una falce di luna atta a rischiarare con la propria fredda luce la strada innanzi al giovane takanato, che come suo solito salterella allegramente Su per la gradinata che conduce alla miglior vista del settore foglioso, fischiettando allegramente.Giovane che oggi, per festeggiare quest’evento, di una bella serata mite, finalmente, indossa una magliettina a maniche corte verde, abbinata ad un paio pantaloni di jeans corti ed un paio di sandali ninja; insomma non proprio il migliore degli abbigliamenti quello scelto dal ragazzo che pero’ compensa al freddo notturno con il movimento, ma sopratutto con il tipico ardore che caratterizza le nuove generazioni, che lasciate da sole a scegliere il proprio abbigliamento andranno sempre a prendere la decisione sbagliata.Giovane che or saltellando andrebbe portando alla bocca un grosso leccalecca circolare, dando una grossa leggata alla spirare di colori al cui centro vi e’ il simbolo della foglia, quasi a voler rappresentare l’origine del dolcetto, preso qualche ora prima, insieme a tre scatole di cioccolatini, una mezza chilata di croccante al pistacchio e noccioline, un po’ di caramelle morbide e le immancabili barrette sunesi, composte da cocco e crema, il tutto avvolto da uno strato di cioccolato....Insomma la speasa di un ragazzino di dodici anni; il tutto meticolosamente riposto in una busta di plastica che pende dalla manopposta a quella che sorregge la stecca di legno del lecca lecca.Giovane che or raggiunta la naturale fine della gradinata andrebbe facendo il suo ingresso nello spiazzo antistante i volti di pietra, allungando la falcata dei saltelli cosi’ da raggiungere prima la balconata e poter osservare dall’alto la magnifica vista di tutte quelle lanterne atte a rischiarare il settore nella sua vita notturna. Percorrendo la stradina che porta al monte dei volti di pietra, o per meglio dire la copia di quello che era la parete rocciosa con scolpiti i visi dei precedenti hokage, l’unica cosa che Kashirama può dire in quel momento è ‘finalmente’ oppure ‘grazie ai Kami’: perché ciò? Semplicemente perché l’orribile meteo che ha per giorni, se non settimane, perseguitato tutta Kagegakure ha deciso di dare tregua ai cittadini della suddetta città, donando loro una fresca ma piacevole serata priva di acqua scrosciante che cade dal cielo, nonostante le poche nuvole leggere che coprono la volta celeste e le stelle. Proprio perché gli è parso che la stagione primaverile si stia facendo spazio liberandosi del gelo invernale, il giovane Senjuu ha optato per quella tarda serata un abbigliamento decisamente più leggero del solito; i capelli sono anche oggi legati in una delle acconciature preferite del moro, uno chignon parecchio sbarazzino che raccoglie le ciocche più lunghe, ma che non è in grado di fermare i ciuffi anteriori i quali ricadono svogliatamente sulla camicia bianca a maniche lunghe che a sua volta copre una maglietta color pece che avvolge il busto parecchio muscoloso del giovane; le gambe, fasciate da un semplice pantalone a scacchi verde, danno al proprietario la spinta necessaria per salire celermente i gradini che portano in cima al monte, scandendo i passi ritmati attraverso gli stivaletti di pelle nera. In vita, posteriormente, è legato il porta-oggetti contenente il coprifronte del villaggio della Foglia, sempre portato appresso, ma messo in mostra raramente. Di gradino in gradino, la mano destra del Senjuu fa oscillare una tazza di plastica fumante al cui interno risiede del thè verde aromatizzato all’arancia, nascosto da occhi altrui dal coperchio gommoso. Raggiunto il punto più alto della sua destinazione, il giovane konohano avanza di qualche passo in direzione di una figura che non è ancora in grado di mettere a fuoco, serrando le labbra e rimanendo così in silenzio, facendo però sentire la propria presenza per mezzo del rumore prodotto dalla suola delle sue calzature con il suolo. < …? >[https://i.pinimg.com/564x/1c/bf/cb/1cbfcb467f630736aa91d589b1b54893.jpg] Quando pensi che quel luogo possa essere il meno affollato possibile durante la serata, scopri che - al contrario di quanto creduto - è pieno zeppo d'individui con qualcosa da bere o da mangiare tra le mani. Tranne lei. Lei è uscita già 'mangiata', come si suol dire. E non s'è fermata neanche per errore a prendere qualche stuzzicheria da mangiare, altrimenti quel fisico da finta trentenne non reggerà a lungo. Sente dei passi provenire da dietro di sé, tenendo conto che a sua volta sta salendo le scale che la conducono allo spiazzo del Monte dei Volti. La precede la figura d'un ragazzino che pare aver con sé un arsenale di cibo da far gola ad un Akimichi. Gli occhi chiari della fanciulla si poggiano proprio su quest'ultimo, arcuando un sopracciglio. <Non hai paura che ti cada tutto di sotto?> Perché sì, le domande che si pongono son sempre quelle meno adatte al contesto, oltre a palesare la propria presenza senz'alcun saluto che possa precedere il quesito. Arresta l'avanzar sol quando ha raggiunto lo spiazzo antistante alla prima testa - quella d'Hashirama Senjuu - volgendo appena il collo e di conseguenza il capo nella direzione della scalinata che ha appena superato e terminato. Non conosce ovviamente l'individuo - o forse non se ne ricorda, conoscendola, essendo costantemente in overthinking per la mole di cose da fare - al quale si limita a rivolgere un mero cenno del capo, come a voler salutarlo. Difatti, si mostra relativamente cortese con Kashirama, meno col ragazzino per quanto il tono usato per porre la domanda sia assolutamente ironico - è l'atteggiamento da 'devo romperti le scatole' quello che potrebbe venir mal interpretato. [ Chk On ] Muovendo i primi passi in direzione della figura, il Senjuu è in grado di coglierne i primi dettagli e posando su di essa gli occhi color dell’oro, andrebbe ad osservarla attentamente, facendo scorrere lo sguardo sull’altra presenza da capo a piedi. La prima cosa che risalta è il vestiario: uno yukata di stoffa nero decorato con rosei petali di ciliegio che ne ricoprono una buona percentuale di superficie e la cintura quasi del medesimo colore dei disegni che si trovano sul vestito; facendo proseguire il tragitto alle pupille, il Senjuu riesce a scorgere da poco sotto l’orlo dello yukata un porta kunai, così come il porta oggetti che rientra finalmente nel suo campo visivo. Proprio dal notare questi ‘particolari’ accessori, il konohano capisce immediatamente di trovarsi dinnanzi ad uno shinobi (o per meglio dire ad una kunoichi) motivo per cui, per evitare di trovarsi con un kunai piantato da qualche parte in corpo, decide di palesare la propria presenza schiarendosi la gola rumorosamente e avvicinandosi ulteriormente a Furaya, la cui figura viene illuminata flebilmente dalle sorgenti di luce lì circostanti. Nel frattempo che si appresta a raggiungere il volto del suo avo, il primo hokage, il Senjuu passa accanto ad un’altra figura questa volta più minuta, che riconosce vagamente come il bambino sunese incontrato qualche giorno prima; questa volta tuttavia, il moro decide di non fermarsi seppur lasciando fuoriuscire un cordiale saluto nei confronti del ragazzino. Sopraggiunto allo spiazzo situato sopra l’uomo, a cui si può dire assomigli particolarmente, gli occhi ambrati si posano sul volto della figura femminile che gli rivolge un cenno del capo come saluto; abbassando le palpebre e assottigliando lo sguardo, Kashirama fissa intensamente il volto della donna studiandone i lineamenti e accorgendosi all’improvviso di essere accanto alla proprietaria (vivente) del decimo volto… raddrizzando così la schiena e assumendo una postura più elegante, il Senjuu replicherebbe al breve saluto con tono estremamente sereno < Buona sera, Hokage-sama > un sorriso gentile si dipinge sul viso abbronzato e cosparso di lentiggini, andando a distendere i lineamenti raffinati ma decisi del ragazzo, il quale tenta di mantenere la sua solita aria pacata. [volti] Taka che or raggiunto il bancone andrebbe inspirando a pieni polmoni prima di espirare abbastanza rumorosamente, mentre lo sguardo spazierebbe incredulo sul villaggio della foglia, che avvolto nelle tenebre viene fiocamente illuminato dalle tante lanterne che come puiccole lucciole estive ne caratterizzano la vitanotturna, delimitando ad ogni incrocio la presenza di una probabile attivita’.Giovane che or sentendo una voce parlare andrebbe girandosi verso quest’ultima osservandola incuriosita, mentre con no shalance andrebbe portando il leccalecca alle labbra, dando una lunga e avida leccata, prima di ritrarre la rosacea linguina e dire con un sorriso che dovrebbe emergere dai lati del twirl di colori del dolcetto< Non ti preoccupare nona, ormai ho dodici anni, non faccio piu’ questi errori da undicenne> detto cio’ andrebbe scuotendo la busta con il resto dei suoi dolcetti,quasi a voler dimostrare la veridicita’ delle sue parole, mentre lo sguardo andrebbe indugiando ancora un po’ sulla signora, prima di spostarsi alle sue spalle, ove una figura ben piu’ nota si sta avvicinando al duo; sorriso che si andrebbe allargando sulle labbra del ragazzo, che or andando a dare l’ennesima leggata al suo leccalecca andrebbe alzando il braccio sinistro, quello con la borsetta di dolciumi, agitandolo da destra a sinistra, mentre griderebbe < ehy Kashirama come stai, scusa se non sono passato a trovarti ma sono appena ritornato nel settore della foglia ed ho avuto un contrattempo alla bancarella dei dolcetti nella via per il quartiere senju>.Giovane che or sorridendo tornerebbe a voltarsi verso la donna, sorridendole e dicendo amichevole< ah noona quindi pure te conosci kashirama, se siete amici devi essere una brava signora, io mi chiamo Takanato, piacere di conoscerti> detto cio’ sorriderebbe amichevole E' raro che si trovi ancora gente che la definisca Hokage. Non che le dispiaccia, ma si sta abituando pian piano a non esserlo - ad esserlo stata, certo. Un ruolo cardine per il suo essere, per quel ch'è poi diventata nel corso del tempo. <Mi state facendo tornare involontariamente a dieci anni fa.> Riferendosi agli appellativi che hanno usato nei di lei riguardi, stringendosi appena nelle spalle come se un brivido le avesse appena fatto ricordare quant'era bello essere qualcuno d'importante. <Ad ogni modo, Decima, se vogliamo essere precisi.> Non prenderebbe mai il posto del Nono. Con molta probabilità, non hanno assolutamente niente in comune e quest'ultimo non sarebbe molto d'accordo con le intenzioni attuali della Judai. Definirla Hokage al momento attuale potrebbe essere inoltre molto deleterio sicché nessuno è poi molto felice della presenza di ninja del passato nell'attuale era - poiché speranzosi che fossero tutti morti durante l'ultima grande battaglia. Contrariamente a quanto pensato... beh, eccoli qua! <Buonasera, comunque.> Mormora all'indirizzo d'entrambi, portando la testolina dai rosei ciuffi a piegarsi da un lato, limitandosi per qualche istante a dissociarsi totalmente dalla realtà e a guardar il panorama - quel panorama pieno di luci in un'era tecnologica avanzata rispetto agli anni in cui è cresciuta lei. <Ma pensa te> Replica con ironia al commento che ha ottenuto in risposta da Takanato, lasciandosi scappare una mezza risata. <allora sto parlando con un adulto.> Proseguendo sulla stessa riga dell'ironia poc'anzi espletata, giusto per concludere quel che stava dicendo. <Amici non direi-> Ammette, soppesando le proprie parole - poiché potrebbe sembrare un filino antipatica, ma in realtà è la pura e cruda verità. <conoscenti?> Domanda, giusto per riuscire a trovare un nome che possa racchiudere quella che è la loro effettiva conoscenza pregressa dovuta all'Ochaya. <Furaya, piacere.> Presentandosi al ragazzino a sua volta, così da concludere anche questo cerchio di conversazione e conoscenza ulteriore. [ Chk ON ] Non dando molta retta al giovincello di Suna, ma comunque ascoltandolo e indirizzandogli un cenno della testa come ad indicare di averlo riconosciuto, Kashirama scrocchia le dita della mano sinistra premendole contro il palmo per poi usare la mancina per togliere il coperchio gommoso dalla tazza senza troppe difficoltà; subito dopo la destra, riscaldata dal tiepido contenitore, viene accompagnata all’altezza della bocca con lentezza, seguita dal movimento delle labbra che, sporgendosi leggermente, danno vita ad un flebile soffio rivolto verso la cima del bicchiere da cui proviene ancora del fumo di cui il percorso verso il cielo è visibile grazie all’inclinazione dei raggi di luce che schiariscono l’ambiente circostante. Atteso qualche secondo, le labbra si poggiano sul bordo della tazza il cui fondo viene inclinato a sua volta verso l’alto rovesciando così il contenuto liquido nella cavità orale del Senjuu; dopo aver deglutito cercando di fare meno rumore possibile, il moro volta di qualche grado il viso verso la sua sinistra, facendo entrare nel suo campo visivo il profilo di quella che dovrebbe essere la ‘Konoha’, ma che Kashirama non può fare a meno di definire come pessima copia del suo luogo natio. Lasciando così scorrere le pupille sulle figure degli edifici in lontananza, illuminate dai lampioni e dalle luci provenienti dalle finestre dei vari palazzi, il konohano osserva mestamente la detestata Kagegakure: odiata in quanto per il moro nulla e nessuno potrà mai rimpiazzare il Villaggio della Foglia, terra natale del suo clan e di lui. Il volto assume un’espressione malinconica, gli occhi si socchiudono leggermente e dalle labbra riscaldate dalla bevande viene rilasciato un piccolo sbuffo rassegnato; la voce di Furaya cattura l’attenzione del Senjuu che tuttavia non distoglie lo sguardo da ciò che ha davanti, ma ruotando di pochissimo il capo verso la figura femminile fa capire all’altra di stare seguendo. Ascoltando le parole dell’Hokage, una breve risata leggera lascia la gola di Kashirama, che scrollando celermente le spalle, quando ella gli si presenta pronunciando il proprio nome, volta tutto il busto nella di lei direzione e replicando pacificamente con uno sbieco sorriso < Kashirama, il piacere è mio > una breve pausa interrompe la sua domanda che viene posta poco dopo aver schioccato la lingua contro il palato < Come mai si trova qua, se posso chiedere? > [volti] Sorride amichevolmente alla signora che da come parla sembra infondere una certa sicurezza nel ragazzino, che or abbassando le palpebre andrebbe dandosi un paio di colpetti al petto con il pugno sinistro, andando a far sbattere la busta contro l’addome e facendogli di conseguenza perdere per un istante il respiro, dopo tutto il ragazzino e’ tutto fuor che resistente, gaff che comunque proverebbe a sminuire andando a dire con tono orgoglioso< lo puoi ben dire nona> quindi riaprendo le palpebre e sorridendo andrebbe ad argomentare la cosa, come a volere far svanire qualsiasi dubbio sulla sua affermazione< ormai la mamma ed il papa mi hanno pure permesso di usare le mie paghette arretrate per fare questo viaggio da solo per i quartieri del villaggio> detto cio’ il ragazzino andrebbe a dare un’ennesima leccata al proprio leccalecca, sul quale or si andrebbe posando la propria attenzione, prima di rapidamente scorrere sulla busta piena di dolcetti, mentre una lacrimuccia andrebbe colandogli dalla coda dell’occhio sinistro in contemporanea alla voce della madre ed ai suoi moniti sul non essere avaro e condividere i suoi dolcetti con gli altri bambini che non ne hanno...Tako che or andrebbe allungando il braccio sinistro verso il duo, lasciando la presa su uno dei due manici, cosi’ che la busta si vada aprendo parzialmente, mentre direbbe amichevole<nona, kashirama, vedo che non avete fatto in tempo a prendere dei dolcetti, volete un po’ dei miei?> detto cio’ andrebbe buttando un’occhiata all’interno della busta prima di dire soddisfatto< sono tutti veramente buonissimi, li ho scelti con cura dal migliore rivenditore che abbia trovato nel settore dopo ore di lunghe ricerche e prove> detto cio’ tornerebbe a dare una leccata al proprio leccalecca, prima di tornare a volgere l’attensione sulla donna dicendole quasi sorpreso dalle sue parole< male nona, kashirama e’ un bravo ragazzo, dovresti farci amicizia, vedrai che non te ne penti, pensa che l’altra volta mi aveva pure invitato a farmi da guida nel villaggio oltre ad offrirmi di passare da casa sua> detto cio’ rimarrebbe sorridendo in attesa che il duo prenda un po dei suoi dolcetti Kashirama e la qui presente vanno d'accordo più di quel che credono, anche se non hanno ancora avuto l'opportunità di confrontarsi da questo punto di vista. Recepisce l'altrui nome, memorizzandolo e provando a rispondere alla domanda che le ha posto nel modo più esaustivo possibile. <Nella vecchia Konoha, era il mio posto preferito> Riferendosi ovviamente al luogo in cui si trovano in questo momento. Incrocia le braccia al petto, un po' per il freddo che comunque s'avverte a metri e metri da terra, un po' a causa del ricordo di quel villaggio distrutto ch'è apparso innanzi ai propri occhi poco tempo dopo essersi svegliata dal lungo sonno. <quindi, vengo qui per cercare di ricordare quei momenti, ma è tutto così diverso.> Mormora con una lieve nota di fastidio - forse perché quel posto non rappresenta più il luogo preferito per eccellenza. Ha davanti un nuovo mondo, un mondo tecnologico nel quale lei non sarebbe neanche dovuta esistere. Al successivo dire di Takanato, un piccolo vibrare della palpebra lascia vagamente intuire quanto le possa dar fastidio quel 'nona' ripetuto ad oltranza, senza neanche preoccuparsi di modificare un numero che, data la situazione, è ritenuto piuttosto importante. Non lo corregge - non ancora e non oltre, avendolo già specificato poc'anzi. <Non che costi molto spostarsi con il treno, in effetti.> Tra un settore e l'altro, intende, tanto per rispondere alla di lui affermazione riguardante i genitori. <E pensare che fino a dieci anni fa, quasi nessuno chiedeva il permesso ai genitori per far qualcosa.> Perché erano morti. Una battuta veramente molto triste, ma che soltanto pochi eletti possono comprendere. L'angolo delle labbra s'arcua appena a mostrare un piccolo sorriso. <Che dolcetti sono? Spero ce ne siano almeno una DE-CI-NA.> Seriamente stai facendo? Psicologia? Sicuramente un dottorato preso su Ninjoogle. Qualcosa di comprato a buon mercato, pure. Sembra però accettare l'idea di prendere qualche dolce dalle mani del ragazzo - come a volergli permettere di farsi perdonare (?). <Chiamami Decima o Furaya se proprio devi, davvero.> Alla fine della fiera, ricordargli il numero esatto ha trovato che sia l'idea migliore che possa aver mai trovato, poiché egli rischia d'andare avanti senz'alcuna intenzione di resa verso quel dannato nove! <Le amicizie non si decidono. E ad onor del vero, ai miei tempi, la gente veniva suddivisa tra alleati e nemici.> Le amicizie non rendevano... la gente era pronta a pugnalarti alle spalle quando me te l'aspettavi. Nessuno poteva essere definito un amico. [ Chk On ] La presenza del ragazzino di Suna e del suo carattere decisamente allegro, solleva lievemente il morale del Senjuu che, bisogna ammettere, non è assolutamente dei migliori quella sera; dopo essersi presentato alla figura femminile infatti, Kashirama guarda con curiosità il sunese osservando come quest’ultimo faccia ciondolare davanti al proprio petto il sacchetto pieno di dolciumi, busta che porta il moro ad assumere un’espressione sbalordita alla vista della quantità di cibo ricco di zuccheri al suo interno (comparabile effettivamente alla mole di cibo assunto da un Akimichi). Ridacchiando divertito alla scenetta messa in atto da Takanato, il Senjuu arriccia il naso con un velo di fastidio all’errore commesso dal sunese nel chiamare Furaya nona anziché decima d’altronde, oltre al giardinaggio, una sua grande passione è la storia e ciò lo porta sempre a presupporre che anche le altre persone abbiano una base di essa, ma nonostante ciò decide di non intervenire e lasciare così che il bambino continui a sbagliare. L’interesse viene riportato sulla decima, la cui risposta in tutta onestà non stupisce affatto il moro dato che da più giovane, uno dei suoi luoghi prediletti era proprio il monte su cui i tre si trovano ora; annuendo in affermazione dunque, il Senjuu replica alla donna lasciando che le sue parole risuonino nell’aria con un velo di malinconia < Preferivo il bosco e il giardino del dojo a essere sinceri, però è sempre stato bello vedere Konoha da lassù… > arresta brevemente il flusso di parole per poi riprenderlo senza fretta < Ha ragione a dire che è diverso, anche se lo riterrei più una imitazione mal riuscita… l’unica cosa diversa è tutta la tecnologia di questi giorni > il volto ruota completamente in direzione dell’hokage in modo che il Senjuu possa osservarla negli occhi senza problemi < Sinceramente preferivo il passato ad esso… se si escludono ovviamente i tristi avvenimenti che ci hanno condotto fin qua > il solito sorriso cordiale prende posto sul volto cosparso di lentiggini, cercando con quel piccolo gesto di risollevare un minimo l’atmosfera che, se non fosse per Takanato, di sicuro sarebbe più cupa. Tornato nuovamente in silenzio Kashirama ascolta lo scambio tra il sunese e la decima, intervenendo soltanto quando gli viene posta una domanda dal ragazzino < No grazie, non sono un grande amante dei dolci… preferisco il ramen > nel pronunciare ciò, la mano sinistra è portata all’altezza della nuca e le dita della stessa afferrano con leggerezza i ciuffi posteriori sfuggiti allo chignon, movimento accompagnato da un’ulteriore risposta da parte sua < Uhm… amici no, conoscenti neppure direi… > ampliando così il sorriso che domina il suo volto aggiunge una frase con tono più, sperando che il sunese non la senta < Spero però in un futuro da alleati > è un sussurro rivolto alla donna quello che lascia le labbra del giovane il quale, notando quanto poco gli manchi a terminare la bevanda, riporta la tazza alla bocca e versa in essa quel poco di liquido orami freddo rimasto. [volti] Ascolta attento le parole della decima, continuando a sorriderle, mentre amichevole direbbe < mai io non mi sto solo spostando da settore a settore, sto’ pure affitando una stanza dovunue vada cosi da immergermi di piu’ nel settore, oltre a fare la lavatrice e cucinare o mangiare fuori> detto cio’, sempre piu’ orgoglioso andrebbe a dare l’ennesima leccata prima di concludere< insomma sto imparando a vivere da solo come un vero ometto> detto cio’ sorriderebbe alla vecchia nona, prima di aggiungere vagamente spaventato< ed il permesso l’ho dovuto chiedere per forza, altrimenti mia madre sarebbe venuta a cercarmi con il battipanni volante per tutto il villaggio, per riportarmi a casa a suon di calci e battipanni sul sedere, oltre a prendersi tutte le mie caramelle per almeno un mese> giovane che quindi scoppierebbe a ridere richiamando l’immagine di sua madre arrabbiata con i cinque batti panni fluttuanti a mezz’aria ed uno sguardo da serial killer che lo rincorreva per il settore di suna scagliandosi sul figlio fuggiasco di qualche anno prima, quando era scappato di casa per andare alle giostre senza chiedere il permesso.... una figura di sterco che ne basta la meta’.Giovane che or sentendo la domanda della kage, andrebbe aggrottando la fronte prima di dire in risposta< ci dovrebbe essere un mezzo kilo di barrette di croccante pistacchi e noccioline, delle caramelle gommose a forma di fenicottero al gusto di lici e panna, delle barrette sunty, un dolcetto tipico del settore della sabbia, fatto con cocco e crema, avvolti da uno strato di cioccolato e dei cioccolatini assortiti> detto cio’ sorriderebbe soddisfatto delle proprie scelte prima di aggiungere<prendine pure quanti nen vuoi, tanto il PRIMO rimane sempre il migliore> direbbe scuotendo il leccalecca xxl che stringe nella mano destra.Giovane che or andrebbe ascoltando il farsi sempre piu’ dark della conversazione, limitandosi a scuotere la testa prima di dire con il solito sorriso ebete sulle labbra< ah nona, hyong -nim non temete, i vostri giorni senza amici sono finiti, ora avete un takanato tutto per voi> detto cio andrebbe a dare l’ennesima leccata, ma quanto lecca sto ragazzino...,prima di aggiungere< vedrete che vi faro’ riscoprire quanto sia bello incontrare nuove persone e giocare tra amici, magari prossima volta che ci vediamo potremmo andare alle terme tutti assieme > detto cio’ il ragazzino proverebbe a spingere via la malinconia del duo
Giocata del 14/03/2022 dalle 15:51 alle 18:45 nella chat "Nuovo Monte dei Volti di Pietra"
Tentenna leggermente con la testolina rosata quando sente parlare delle preferenze di Kashirama riguardanti, ovviamente, la vecchia Konoha. <Nella mia vecchia casa, avevo un panorama di Konoha dipinto a mano. Chissà che fine ha fatto quella tela...> Mormora con un certo rammarico nella voce, poiché quasi sicuramente la magione è andata distrutta - sia quella dell'Hokage e sia la propria nel quartiere dei Nara. Figurarsi quindi che fine può aver fatto quel ricordo. Le s'illumina però lo sguardo nel momento in cui il ragazzo propone una sua idea del villaggio attuale e del settore konohano. <La tecnologia è quel 'qualcosa' che nel passato ci mancava e che, attualmente, torna assurdamente utile sott'ogni punto di vista.> E' innegabile che sia diventata essenziale nel quotidiano, anche soltanto per svago o addirittura per necessità - parlando, ad esempio, degli ospedali e delle cure. <Quindi, per quanto anch'io preferisca il passato> E non la finta unione dei villaggi che si vede adesso guardando oltre quel monte dei Volti. <non posso che ammettere che ciò che porterei indietro con me sarebbe, per l'appunto, la tecnologia.> Fissa l'interlocutore affinché possa captarne le emozioni o la semplice e mera reazione che quel commento appena fattogli possa risvegliare in lui. Porta le braccia dietro la schiena, circondando il polso con una mano e sostando in una classica posa paragonabile a quella d'un vecchio di fronte al cantiere. <Purtroppo, quel triste avvenimento sarebbe accaduto lo stesso - senza l'intervento del Dio, però, non saremmo qui.> Mormora ulteriormente in risposta, avendo vissuto in prima persona l'epilogo che ha condotto l'umanità ad un nuovo inizio pur di non sopperire sotto i morsi e le zampe delle chimere che tutt'ora appestano i luoghi circostanti a Kagegakure. <Oh> Sorpresa dal motivo per il quale Takanato stia addirittura affittando delle stanze in ogni settore, non può fare a meno d'esserne un filino sorpresa - forse anche un po' ironica, invero. <e una volta che avrai terminato di far visita a tutti e sei i villaggi, cosa farai?> La domanda è assurdamente lecita, poiché oltre alla conoscenza si presume possa apprendere qualcos'altro? Oppure è soltanto per farsi una vacanza? Anche in tal caso non sarebbe poi così pessima come idea. D'altronde, fuori dalle mura non si può uscire... se non si è in grado di difendersi. <...che genitore severo!> Ammette, sgranando gli occhietti con un nuovo eccesso d'ironia neanche un filo velato. Lei non sa fare il genitore. Non ha potuto crescere sua figlia, ragion per cui non ha quell'indole nel privare un bambino di qualcosa. Inoltre, è stata abituata a combattere da quand'era piccola, una ragione in più per crescer sua figlia senz'alcuna eccessiva costrizione. <Voglio assaggiare la barretta al pistacchio!> Esclama, pronta ad arraffare il suo 'premio' - premio alla sopportazione nell'essere chiamata Nona, probabilmente. Perché privarsene? Quindi, distenderebbe l'arto e la manina verso il sacchetto, andando alla ricerca della barretta tanto agognata. Se la rigirerebbe tra le mani, qualora sia stata in grado di trovarla in mezzo al sacchetto di diabete. <Terme? Da quanto non ci vado! Ma se continui a chiamarmi Nona, non ci vengo.> Finge l'offesa - ma ormai la pazienza è quella ch'è. Letteralmente: tanto vale stare al gioco. [ Chk On ] Il fresco venticello notturno investe ritmicamente la figura del Senjuu, smuovendogli la camicia bianca che ricopre il busto e i ciuffi di capelli che ricadono sugli zigomi pronunciati, procurando al giovane leggeri brividi di freddo; proprio per non trascurare del tutto la propria salute, il ragazzo porta la tazza ormai fredda sotto l’incavo dell’ascella per pizzicarla tra il bicipite ed il lato del pettorale e successivamente, liberate ambedue le mani, avvicinerebbe quest’ultime all’altezza del torace dove, afferrando entrambi i lembi della camicia, inizierebbe a chiuderla meticolosamente infilando i bottoni uno ad uno nelle apposite asole. Conclusa l’azione riprende nella mancina la tazza, e la stessa sinistra viene mossa e indirizzata posteriormente all’altezza della vita dove vi è legato il porta oggetti con all’interno il coprifronte del villaggio della Foglia; infilato il contenitore all’interno della borsetta, esso va a scontrarsi lievemente contro la placca della fascia creando un breve suono metallico e secco, bloccato dal chiudersi del porta oggetti. La lista infinita di dolciumi che viene esplicata dal più giovane dei tre, rende basito per l’ennesima volta il moro, che riporta lo sguardo sul ragazzino con le sopracciglia sollevate di qualche millimetro verso l’alto in un’espressione scioccata, la quale viene accompagnata da una domanda che il Senjuu non può che porre a Takanato < Non rischi di beccarti qualche caria? > il tono è leggero, forse anche divertito, ma ciò che prevale è il velo di preoccupazione nei confronti del bambino e della sua eccessiva assunzione di zuccheri che, quasi sicuramente, non porteranno a nulla di buono. Le dolci parole del sunese che seguono riscaldano l’animo del Senjuu che all’innocenza dell’altro non riesce a non sorridere dolcemente, annuendo con la testa quasi a supportare la dichiarazione del bambino; inclinando di qualche grado il busto verso il ragazzino, il moro, mantenendo il sorriso, allunga la mano destra verso il capo di Takanato e dandogli un paio di colpetti leggeri sulla chioma afferma con sicurezza e con una mezza risata < Stai certo che tu sarai il più speciale di tutti… e perché no, le terme sembrano un’ottima idea > il giovane, concludendo di parlare, riassume una posizione eretta superando abbondantemente in altezza gli altri due presenti e quando improvvisamente le parole appena pronunciate vengono ripassate nella mente, il Senjuu comprende come queste possano essere intese in malo modo e perciò, sollevando gli avambracci e di conseguenza le mani poco sotto il mento e coprendo leggermente il rossore comparso sulle guance, va ad aggiungere con voce imbarazzata < In senso b-buono eh… non intendevo altro! > una risatina di disagio scappa dalle labbra del konohano che voltando il capo verso la donna continua < Giuro che non sono un pervertito e qualcosa del genere > la mano destra raggiunge la nuca entrando in contatto con il calore di quella zona ed iniziando ad aggrovigliare i capelli intorno alle dita snelle. L’attenzione del moro rimane sulla decima e sulla breve opinione che quest’ultima gli dà riguardo la nuova e la vecchia Konoha, portando il Senjuu a mugugnare in senso di approvazione nei confronti della spiegazione della figura femminile; lo sguardo viene abbassato di qualche centimetro in modo da poter guardare negli occhi Furaya e replicare pacato dopo aver cercato di riacquistare un minimo di dignità a seguito della precedente uscita infelice < Non posso darle torto, anche se ammetto di aver tuttora qualche problema ad usarla… > una risatina flebile fuoriesce dalle labbra sottili ed è così rilasciata a mezz’aria, nuovamente in imbarazzo, anche perché pensandoci bene, il Senjuu non è ancora stato in grado di capire appieno il funzionamento di un cellulare… < tuttavia… > aggiunge serio < non si può escludere come la tecnologia possa essere usata per usi… come dire… meno positivi insomma… tutto ha un lato negativo ed uno positivo giusto? > il parere appena esplicato mostra così come il konohano sia sempre cauto e razionale nell’approcciare qualsiasi cosa, d’altronde fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Kashirama conclude di ascoltare la decima, ponendole subito dopo una domanda per pura curiosità < In passato dove abitava? > per l’ennesima volta gli estremi delle labbra si inarcano verso l’alto nel tentativo di spezzare l’atmosfera sempre un po’ cupa quando lo scambio di battute avviene con la donna. [volti] Giovane che andrebbe sorridendo alla donna, mentre ne ascolta le parole, limitandosi ad annuire con un qualche cenno del capo, prima di dire con una faccia decisa ed un tono sicuro di se< bhe’ appena finisco le vacanze a baco per il villaggio ho deciso che andro’ ad aiutare la mamma ed il papa’ nella loro fucina, dopo tutto lo sono molto bravi nel forgiare quasi tutte l armi, oltre ad aiutare i parenti di tanto in tanto, ma a livello di tecnologia sono proprio negati> detto cio’ il ragazzo andrebbe a prendere qualche attimo di pausa, dando qualche leccata al proprio lecca lecca, prima di tornare a dire< mentre io sono ancora un bambino e non ho tutta questa forza, ma me la cavucchio dal punto di vista della tecnologia, quindi spero di riuscire ad aiutarli a diventare una delle migliori fucine del settore.> dettio cio’ il ragazzo si volgerebbe verso il senju, soghignando divertito, mentre sorridendo mostrerebbe una bianchissima dentatura, ancora sana, dopo tutto ha solo 6 anni di utilizzo sui suoi denti, in pratica sono ancora in rodaggio, limitandosi a dire <hyung nim se vuoi puoi mangiare quanti dolcetti vuoi, l’importante e’ non lasciare nessun residuo una volta finito, ma sopratutto come dice la mia mamma bisogna lavarsi i dentini almeno tre volte al giorno, meglio se 8 come i pasti>. Giovane che or tornerebbe a dededicarsi al proprio leccalecca, quando improvvisamente le parole della kage glielo farebbero andare quasi di traverso, occhi che si andrebbero sgranando mentre il volto sbiancherebbe spaurito.Bambino che ra-pidamente tenterebbe di portare la mano inanzi alla bocca della nona, mentre si guarderebbe prima a destra, quindi a sinistra, prima di tornare a guardare la kage or vicinissima, sussurandole< nona stai attenta, gli alberi hanno le orecchie e la mamma sente tutto e sa tutto, ma sopratutto i battipanni....> qualche trauma andrebbe schiarendosi nella mente del ragazzo che si limiterebbe a dire< i battipanni assassini ci potrebbero inseguire anche qui>....giovane che aspetterebbe an cora qualche secondo prima di tornare al suo solito moto giocoso, limitandosi a sorridere alla konohana alla quale andrebbe passando una delle barretta al pistacchio< dai nona vieni alle terme con me anche e ti chiamo nona....> detto cio’ si volgerebbe nuovamente verso il senju non riuscendo pero a coglierne le allusioni Segue con poco interesse i movimenti di Kashirama che sistema la camicia, dopodiché la tazza nel porta oggetti. S'improvvisa anche dentista, portando di fatto successivamente l'attenzione su Takanato, al quale spetta una risposta. E' come trovarsi al centro d'un dibattito e non saper per chi protendere o tifare. Solleva le mani ad altezza delle spalle così da mostrare i palmi assolutamente ben aperti innanzi alle scuse mostrate dal Senjuu. <Per carità! Non avrei mai pensato una cosa del genere.> Ridacchia per smorzare un po' la tensione venutasi a creare da questo malinteso - anche se, alla fine, ha fatto praticamente tutto lui! Tuttavia, sembrano essere d'accordo su qualche fronte... come quello del passato. Quindi, tanto vale tenerselo ben stretto come si suol dire. Agita la manina come a voler sottintendere che l'argomento tecnologia è un argomento del quale ne sa sicuramente qualcosa... <Figurati, mi sto facendo aiutare da mia figlia altrimenti non ne avrai cavato un ragno dal buco.> E tutt'ora, sa utilizzare esclusivamente il cellulare e per alcune applicazioni ricorre ad un fogliettino sul quale ha scritto le password da inserire... insomma, la memoria c'è; il problema è mettere in pratica tutte queste nuove funzioni per le quali loro hanno impiegato dieci anni affinché potessero impararle. <Anche l'averla e non l'averla ha svantaggi e vantaggi. Anche una...> Rimugina, abbassando lo sguardo verso il fianco dove solitamente prende posto la sua katana, storcendo le labbra. <...dicevo che anche una katana ha svantaggi e vantaggi. Il non crearla avrebbe evitato anni di guerre in cui la gente s'è scannata tramite il suo utilizzo, ma il crearla ha fatto anche in modo che poveri innocenti venissero protetti.> Reputa dunque che si tratti costantemente d'una questione d'utilizzo - proprio come accennava poc'anzi Kashirama stesso, dandogli manforte sulla spiegazione. E' chiaro che l'esempio della Nara sarebbe voluto essere quello d'una katana che, tuttavia, Fenrir le ha distrutto con un'artigliata. <Anche i tuoi genitori sono dei fabbri?> Lasciando sottintendere che anche lei se ne occupa o qualcuno di sua conoscenza, in base all'imposizione della domanda che gl'ha appena posto. <...colazione, pranzo, spuntino e cena...> Conteggia sulle mani i pasti che lei compie a differenza degli otto menzionati da Takanato. Osserva la mano e si sposta nei di lui riguardi con un sopracciglio aggrottato. <In che senso otto pasti?> Non si trova neanche conteggiando altri due spuntini (quello di metà mattinata e di mezzanotte!). E' realmente interessata alla risposta che potrebbe ricevere, preoccupandosi frattanto di rispondere al Senjuu. <Nel quartiere dei Nara. Tu?> Gli rivolge la medesima domanda, così da continuare quella parvenza di conversazione mantenutasi piuttosto stabile. Più che la madre di Takanato è il Consiglio ed il Governo ad avere occhi ed orecchie ovunque... Ma sorvola sul dirlo ad alta voce. <...i b-battipanni assassini?> Ne ha viste d'OGNI, ha combattuto una DIVINITA' e un deshi qualunque se ne esce con l'esistenza dei battipanni assassini. Adesso, ha DAVVERO sentito tutto. Può morire serenamente. <Ma non sono neanche bionda!> Riferendosi ad Hitomu - il vero Nono Hokage - che di fatto era biondo... [ Chk On ] Per scrollarsi di dosso quella freschezza che pervade l’aria notturna del distretto konohano, il Senjuu comincia a muovere qualche piccolo passo a destra e a sinistra, ciondolando lievemente da entrambi i lati come se fosse un pendolo di un orologio. Tossisce un paio di volte portandosi la mano davanti alla bocca per evitare di colpire i suoi interlocutori e osserva allietato il ragazzino di Suna spiegare alla decima i suoi progetti e successivamente mostrare a entrambi gli adulti la dentatura ancora in parte infantile; la sicurezza con cui Takanato parla di un argomento così leggero come quello di lavarsi i denti, induce il Senjuu a scoppiare in una grossa risata di gusto: il mento si solleva verso l’alto, le palpebre si socchiudono sugli occhi e la mano destra viene accompagnata all’altezza dello stomaco e appoggiata sugli addominali, nel mentre che le spalle, e di conseguenza il busto, vengono scosse violentemente. Riacquistato un minimo di compostezza, il konohano porta via con l’interno delle dita le poche lacrime che si sono accumulate sotto gli occhi e, mantenendo l’espressione rallegrata, esordisce rivolgendosi al bambino < Beh, menomale che ascolti tua madre per questo! > puntando poi con gli occhi color dell’oro il sacchetto ancora pieno di dolciumi, arricciando il naso e aspettando qualche secondo come se stesse pesando l’idea, decide di approfittare della gentilezza di Takanato e assaggiare uno di quei cibi colorati < Va bene dai, per me un fenicottero gommoso al gusto di lici e panna, grazie > attendendo quindi di avere la possibilità di prendere il dolcetto appena citato, il moro ascolta lo scambio che avviene tra le altre figure lì presenti < Effettivamente credo di essermi perso qualche pasto sai? > indirizza la frase al sunese, dubbioso sul numero esclamato dal ragazzino < Al massimo massimo, io arrivo a sei pasti… otto… insomma mi sembra parecchio anche per un ragazzino che deve crescere come te >. Ammettiamolo, Kashirama non vuole fare la parte del pignolo tutta la serata, però a parlare con quel ragazzino, i dubbi che assalgono la mente del moro sono veramente tanti. Lo sguardo posato sul sunese, viene diretto questa volta verso la donna (come se si trovasse ad una partita di tennis) la quale supporta la teoria del Senjuu che a sua volta la spalleggia nella questione ‘quanti pasti fai al giorno?’ e il moro non può che sgranare gli occhi quando nel bel mezzo della conversazione il ragazzino se ne esce con ‘battipanni volanti’, inducendo il ragazzo di Konoha a prendere la parola < Cioè scusa, mi stai dicendo che tua madre ti lancia dietro i battipanni? > successivamente, abbassando di poco la voce, quasi come a voler sussurrare, riprende < Hai ragione che gli alberi sentono quindi tranquillo, possiamo parlare a bassa voce se ti senti più sicuro così > la palpebra destra si chiude celermente sull’occhio per indirizzare un breve occhiolino al più giovane dei tre < Però dubito che riescano ad arrivare fino a qua da Suna sai? > ride di nuovo: ormai l’unica cosa che riesce a fare in presenza di Takanato è ridere; sarà forse per l’ingenuità del bambino o proprio per il carattere in generale di quest’ultimo, tuttavia il moro deve ammettere a se stesso che quella serata si sta rivelando decismanete più inaspettata del previsto. Gli occhi tuttora ridenti sono rivolti a Furaya che risponde al precedente interrogativo del moro, facendolo assalire dalla curiosità < Dai Nara? Cavolo doveva essere proprio bello! Avevo sentito dire che il giardino di quel clan fosse tra i migliori… soprattutto con i cervi che giravano lì > facendo quindi una breve pausa per deglutire, Kashirama andrebbe quindi a rispondere all’ultima domanda postagli dalla donna < Uhm, Senjuu… stavo con loro, ma poi me ne sono dovuto andare > l’espressione assume un certo velo di imbarazzo e allo stesso tempo si incupisce al pensiero della sua vecchia casa tanto amata e tanto rimpianta. [volti] Giovane che or tornando a leccare il proprio leccalecca, andrebbe annuendo convinto delle proprie parole< certo nona, come dice sempre la mamma e’ importante per un ometto della mia eta’ mangiare tanto per crescere forte come il papa e poter aiutare nella fucina un giorno> detto cio’ il giovane andrebbe riportando alla bocca il leccalecca, leccandolo nuovamente, prima di iniziare ad elencare i propri pasti< bhe’ prima di tutto c’e’ la pre colazione, che normalmente e’ una tazza di caffelatte con una decina di biscotti, dopo di che si va’ a fare un po’ di esercizii fisici con la mamma ed il papa e quando si torna si fa’ colazione, a base di baggle o comunque roba salata per fare il pieno per la mattinata; quindi verso le 10 c’e’ una merendina che di solito e’ un qualcosa di dolce o salato, una cosa leggera tipo un panino o quel che ti piace di piu’; dopo cio’ si va direttamente al brunch alle 12, che potresti definire come un pre pranzo, giusto per mettere qualcosa sotto i denti e sopravivere al momento di punta nella fucina.> giovane che or andrebbe prendendo unn attimo di riposo, nel quale si dedicherebbe al proprio leccalecca, prima di riprendere serio come suo solito quando si parla di cibo< alle due si pranza, mentre alle 5 la mamma ed il papa si fanno uno spritz ed io bevo un succhino insieme a qualche pasticcino; dopo di che si va’ diretti fino a cena che normalmente viene servita alle 8>, quindi soghignando adrebbe ripensando a tutti i ben di dio che normalmente la mamma gli cucina per cena, prima di concludere la catena aggiungendo< ed alla fine c’e’ lo spuntino prima di andare a dormire, dopo tutto a nessuno piace andare a dormire con la pancia vuota no?> detto cio’ il ragazino si volterebbe verso il duo scuotendo la testa e bofonchiando<e cosi’ si raggiungono gli otto pastifondamentali della giornata>.Giovane che or tornerebbe a guardarsi a destra e sinistra nel sentir parlare nuovamente dei maledetti battipanni, dicendo con tono preoccupato< dove? Dove nona?!> quindi andando a fare un giro su se stesso aggiungerebbe sempre preoccupato< dove li hai visti?>... ancora qualche attimo di chi va la’ prima che il giovane, ormai sicuro di non esser in pericolo, vada a tirare un sospiro di sollievo, risollevando lo sguardo verso nona e dicendo< nona hyung nim non capite... quando la mamma si arrabbia perche’ ho fatto qualcosa di male, tipo saltare uno dei miei otto pasti o sono scappato a giocare dopo il coprifuoco, esce di casa per la guerra ed attorno a lei fluttuano 5 battipanni come minimo, che sono velocissimi e possono tutto, perfino distruggere porte o lasciare crateri sul terreno... una volta c’era questo povero topolino nella fucina e la mamma ha distrutto meta’ dei muri della fucina per riuscire ad ucciderlo mentre gli urlava di stare fermo ed accogliere il proprio destino....> giovane che or rimarrebbe in silenzio annuendo e succhiando dal proprio leccalecca, sorridendo vagamente ricordando l’incidente che in seguito lui ed il padre avrebbero denominato “the miky mouse’s incident’’... Giovane che or andrebbe risollevando la bustina in direzione del senju limitandosi a dire< prendi pure hyung nim, ottima scelta> detto cio’ sospirando tornerebbe a guardare il duo prima di bofonchiare contento< comunque prossima volta magari andiamo alle terme e vedro’ di portare con me il mio hibachi cosi’ che possiamo mangiare un po’ di carne grigliata mentre stiamo a mollo, che ne pensate?> detto cio’ il ragazino tornerebbe a succhiare il proprio dolcetto attendendo una risposta del duo Per fortuna, risulta esserci comunque Kashirama che le dà manforte a proposito degli otto pasti che Takanato dice di fare durante il giorno. Nell'ascoltare la lista di quest'ultimo, aggrotta leggermente le sopracciglia. <Non ti sembrano poco equilibrati? Mangi un botto durante la mattinata e poi cerchi di tirare fino a cena con un succhino.> Si sorprende maggiormente della suddivisione dei pasti più che sulla riuscita effettiva degli otto in totale. Lo trova strano, assolutamente senza senso. E' naturale che il bambino debba crescere, sia chiaro - anche se tanto bambino ormai non è più. Scarta frattanto una barretta al pistacchio, dandole un piccolo morso e saggiandone la consistenza, nonché il sapore. <Wow, è buona però!> Deve ammettere, staccando un altro piccolo morso - come se volesse far durare la barretta un po' più del solito rispetto al normale. <Hm? Ah, no! Da nessuna parte- ero sorpresa della loro esistenza.> Riferendosi nuovamente ai battipanni, avendo tra l'altro accettato il fatto che Takanato la definisca ormai esclusivamente con l'appellativo di Nona. Non ci prova neanche più a farlo smettere - d'altronde, egli è consapevole, in base alle risposte che le ha dato - quindi, ha deciso d'arrendersi momentaneamente. Di solito, sarebbe andata fino in fondo, ma non si tratta d'una guerra da dover vincere a tutti i costi. Può sventolare bandierina bianca ogni tanto. <Che sia una tecnica dell'evocazione coi battipanni?> Cerca a stento di trattenere una risata poiché consapevole che una tecnica del genere non esista in alcun modo. Sarebbe impensabile! Ma potrebbe trattarsi d'una illusione per tenere il figlio sotto scacco? Per lei, non è così insensata come cosa - d'altronde, suo padre ha fatto di peggio. Quindi, l'educazione che ha ricevuto Takanato a lui sembra utopica - anzi, non sembra neanche tutto questo granché: una passeggiata. Ovviamente, ha tutt'altra concezione... che non sarà mai paragonabile a quella degli altri. A proposito del giardino dei Nara, la donna scuote leggermente la testolina. <In realtà, nel giardino della Magione, avevo soltanto dei cani, dei gatti, un falco e degli animali di passaggio. I cervi credo non vi fossero ormai da tanto tempo, anche prima che diventassi capo clan.> Ammette, stringendosi nelle spalle, non ricordando affatto un periodo storico di sua conoscenza con dei cervi - quindi, presume che sia una storia piuttosto vecchia: una sorta di leggenda metropolitana di quartiere. <Oh, anche tu un Senjuu?> E manco a farlo apposta, il cellulare nella tasca posteriore vibra, costringendo la donna a raggiungerlo con un rapido cenno della mandritta. <Intendi per l'ultima guerra?> Riferendosi al fatto che se ne sia dovuto andare dal quartiere del clan. Nel frattempo, s'estranea giusto un attimo - il tempo necessario per rispondere al messaggio che ha ricevuto. <...Ahm, datemi un secondo.> Bofonchia, rispondendo rapidamente - l'unica cosa che ha imparato a fare è riconoscere la posizione delle lettere sulla tastiera. "Sì... perché?" sarebbe la risposta che arriverebbe al destinatario con tanto d'emoticon sconcia. Tipo quelle sbavanti o ammiccanti. Ecco. Lasciamola sola per un attimo. <Hm?> Rialza immediatamente il capo quando il giovinastro tra i tre asserisce di poter mangiare direttamente nelle terme la prossima volta. <Aggiudicato! Ma prima devo liberarmi d'alcuni impegni.> Tipo il discorso per riconquistare la fiducia di Fenrir...? Soprattutto quello. [ Chk On ] Sconcertato. Solo sconcertato. L’espressione del Senjuu è quella di una persona totalmente scioccata: le sopracciglia corrugate sollevano le palpebre facendo sgranare gli occhi ambra completamente allibiti, il naso viene leggermente arricciato verso l’alto a segnalare il leggero disgusto che il moro sta provando in quel momento e la bocca è leggermente aperta, ma allo stesso tempo ammutolita. Il konohano se ne sta in un silenzio sbigottito ad osservare il bambino che contento, forse addirittura fiero, elenca ai due adulti lì presenti la lista di pasti che occupano buona parte della giornata; scuotendo leggermente la testa come nel tentativo di scacciare quel black-out che lo ha bloccato poco prima, Kashirama sbatte le palpebre celermente un paio di volte provando a risistemare i suoi pensieri e serra e riapre la bocca alla ricerca delle parole da usare in quel momento. Inclinando di pochi gradi il capo verso sinistra, andrebbe quindi ad inspirare profondamente e per poi quasi balbettare < Ma… ehm… > niente da fare, il Senjuu ha smesso di funzionare: la mano destra raggiunge lentamente la cima del capo del moro e le dita vengono passate tra le ciocche legate in uno chignon, grattando il cuoio capelluto lì presente, gli occhi mostrano ancora quanto il ragazzo sia sconvolto da quella notizia; com’è pensabile mangiare tutta quella roba in una sola giornata? Umanamente parlando, il moro non crede sia possibile ad essere del tutto sinceri… forse forse nemmeno gli Akimichi mangiano così spesso, ma non conoscendo nessuno proveniente da questo clan, il ragazzo non ha alcun metro di comparazione se non se stesso e gli altri mortali di sua conoscenza < Scusa la domanda stupida allora… > premette leggermente, mettendo già le mani avanti < Come fai a mangiare tutta quella roba? Cioè, tu mangi e poi… nemmeno il tempo di digerire che hai di nuovo riempito il tuo stomaco, giusto? > fermando per un breve lasso di tempo il flusso di parole, il Senjuu inspira per dare ossigeno al suo cervello che ormai si può dire essere quasi fuori uso < Ma soprattutto… come fai a fare altre cose se la maggior parte del tuo tempo la passi a mangiare? > ecco… il dubbio che stava assalendo il moro è stato esplicato ed ora il konohano potrà ritenersi contento solo quando riceverà una risposta valida dal sunese che sarà in grado di soddisfare la sua curiosità. Concluso di parlare, il Senjuu allunga la mano sinistra in direzione del sacchetto che Takanato gli ha offerto, infilando le dita nella busta e afferrando con una presa salda il dolcetto a forma di fenicottero; la gommosità del dolciume porta il moro a schiacciarlo tra i polpastrelli per poi lanciarlo con un celere movimento del polso in direzione della bocca la quale, spalancatasi in tempo, accoglierebbe il cibo zuccherino sulla lingua, per poi masticarlo e deglutirlo in fretta < Mhm… non male, ma c’è di meglio… scusa > il sapore di panna e lici rimane sulle papille gustative del konohano che cerca di mandarlo via strofinando la lingua contro il palato con forza, ma andando unicamente ad ‘attaccare’ il gusto del dolce per tutta la cavità orale. L’attenzione dunque cade su Furaya e sulle parole di quest’ultima che spingono il moro a risponderle sogghignando < Fosse una tecnica avrei paura anche io… dei battipanni volanti? No grazie > una risata leggera scappa dalle labbra sottili del ragazzo, che continua ad ascoltare con curiosità la spiegazione della donna riguardo alla sua abitazione passata < Ah beh, sempre circondata da animali comunque… un peccato però… da piccolo sentivo storie sui cervi dei Nara che mi facevano impazzire di gelosia > accompagnando una mano al volto, il moro andrebbe ad allontanare i ciuffi sbarazzini da davanti agli occhi con un movimento leggermente seccato < Sì, anche io… > attende quindi un momento prima di rispondere all’ultima domanda postagli dalla decima, che alle prese del cellulare, fa notare indirettamente al moro come sia ora di tornare a casa; spostando perciò lo sguardo verso la scalinata da cui era giunto, Kashirama inizierebbe a muovere i primi passi in quella direzione soltanto dopo aver concluso di parlare < Esattamente… vivere all’esterno non è stato semplice, ma almeno non mi sono immischiato in quel caos > il tono di voce con cui finisce la propria spiegazione è decisamente più serio e cupo di prima, ma il moro lascia la frase lì a metà senza concluderla, pronto a tornare alla sua dimora dopo una lunga giornata passata al dojo. < Beh, scusate ma per me è giunta l’ora di andare… è stato un piacere, buona serata > rivolgendo a entrambi un sorriso e sollevando la mano in un gesto di saluto, il Senjuu volterebbe il proprio corpo dando le spalle agli interlocutori ed incamminandosi così verso le scale. [END] [volti] Giovane che rimane sorridente ad ascoltare la kage, prima di annuire accondiscendente e dire con un sorriso< certo nona, la mattina e’ la parte piu’ importante della giornata, dopo tutto in fucina servono molte energie e di norma si lavora alla forgia sopratutto alla mattina per evitare le ore di caldo pomeridiane, quindi la maggior parte delle energie vengono bruciate in quelle prime otto ore del giorno, mentre nel pomeriggio dopo pranzo di norma la mamma ed il babbo rimangono nell’officina a giocare con gli zii costruendo il loro pupazzi o servendo qualche cliente che viene a ritirare il proprio ordine, mentre io esco a giocare con i miei amichetti>; detto cio’ il ragazino si volgerebbe verso il senju sbuffando leggermente quasi avesse detto qualcosa senza senso< che intendi? La mamma ed il babbo mentre mangiano continuano a lavorare, si siedono con me e lasciano gli strumenti a fare tutto il resto, mentre loro si godono i pasti, lo chiamano multi tasking e mi hanno detto che presto lo sapro’ fare pure io>.Continua comunque a leccare il proprio leccalecca taka, che or scuotendo la testa andrebbe smentendo la teoria della donna, limitandosi a dire<ah non e’ nulla del genere nona, tutti in famiglia riescono a far fluttuare le cose, il babbo normalmente utilizza cinque martelli in contemporanea quando forgia le armi in fucina, mentre la mamma spazza stira e cucina tutto allo stesso tempo, mentre aiuta il babbo con le martellate> detto cio’ sorriderebbe nostalgico di quel bell’ambiente di amore familiare, dopo tutto taka ha avuto una vita abbastanza tranquilla, la parte della guerra manco se la ricorda per qualche motivo e sin da quando sono venuti nel nuovo super villaggio viene coccolato e svezzato come un piccolo principino, insomma un’infanzia perfetta quella che sta passando, se non fosse per i momentanei blackout e vuoti di memoria che ogni tanto lo colpiscono, ma tutte cose che la sua famiglia gli ha sempre detto esser connessi con il fatto che ancora e’ giovane ed a volte il suo stomaco e fisico non reggono con le sue schedule.Giovane che or rimarrebbe in silenzio ascoltando il discorso tra i due, annuendo qua e la, ma sopratutto concentrandosi sul proprio lecca lecca, fin quando non arriva il momento per il senju di salutare il duo, al che il giovane tornerebbe a focalizzare la propria attenzione sul ragazzo, sorridendogli, sollevando il braccio sinistro con la busta e salutando al suo solito modo il senju, mentre direbbe amichevole< va bene hyung nim, ci vediamo presto per la giornata alle terme allora>