Nii-chan

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22:18 Kento:
  [Pressi dojo] Konoha. Sono già le dieci di sera. La madre sarà in pensiero. Fa niente. E' un pò che gironzola per il villaggio Kento, riflettendo su ciò che è accadutonel pomeriggio. Sono ore, che si ripete la medesima domanda. Veste come sempre, una maglia a maniche lunghe e colletto alto - nera - un paio di pantaloni scuri, dei calzari ninja e la solita giacchetta grigiastra smanicata. Il colletto è tirato su sino ad occludere bocca e narici. Appeso al fianco destro, c'è la maschera che sempre si porta appresso: è esattamente lo stesso di qualche ora prima. O magari, forse no. Non piove questa sera: ed è già una nota positiva. Il cielo però è nuvoloso e seppur fosse primavera, l'aria trascina con se temperature fuori stagione. < Non posso utilizzarla .. > mormora appena, scuotendo appena il capo, rivolgendo una rapida occhiata alla maschera, che sfiora con la punta delle dita. Si ferma. Poi avanza. Poi si ferma ancora. < .. .. > Sul musetto, si delinea uno strano sorrisetto: il dojo non è lontano. Vi è arrivato - si potrebbe dire - un pò casualmente .. .. e un pò no. E' il caso a prendersi la responsabilità questa volta: ha deciso così. Gira l'angolo, sbucando proprio a pochi passi dall'edificio costruito - ovviamente - in legno < Eccolo > mormora piano. Compie un passo in avanti, rimanendo liscio al muretto, cercando di non farsi vedere. Poi però, decide di farsi coraggio e dall'angoletto, eccolo uscire allo scoperto. Il dojo - ora - si trova esattamente davanti a lui. L'ora è tarda e .. .. di certo, non si aspetta di vedere nessuno.

22:21 Kashirama:
  [Dojo Senjuu] Finalmente dopo innumerevoli giorni, o forse addirittura settimane, il meteo di Kagegakure ha deciso di darsi una calmata, permettendo così ai suoi abitanti di prendersi un attimo di pausa da quell’incessante pioggia che da tempo aveva ricoperto tutta la città. Quella tarda sera il giovane Senjuu si ritrova ancora al dojo, stanco e leggermente provato dopo una lunga giornata passata assieme ai membri più piccoli del clan per aiutarli ad esercitarsi e fisicamente e mentalmente, trascorrendo diverse ore tra sedute intense di allenamento e di meditazione per migliorare la concentrazione di quei scapestrati. Il cielo scuro, quasi nero, è coperto da fitte nuvole e quei pochi e fiochi raggi lunari che riescono ad attraversarle illuminano flebilmente la zona limitrofa al Senjuu che, appena concluso il suo dovere di devoto giardiniere e dopo aver posato gli attrezzi del mestiere, percorre il giardino a piedi scalzi in direzione dell’imponente edificio quadrangolare in legno. Le sue piante nude si appoggiano con eleganza e fermezza al suolo umido, solleticate dai verdi fili d’erba leggermente inumiditi dall’aria circostante che inizia ad diventare un po’ più tiepida. I capelli castani lasciati sciolti sono mossi dalla leggera brezza serale che non disturba affatto la camminata del giovane il cui fisico longilineo, ma ben piazzato è questa volta coperto da abiti tradizionali: il busto è avvolto da uno jinbei beige a sua volta coperto da un haori color blu scuro, chiuso in vita dalla stessa cintura viola che tiene saldamente legato l’hakama (quel pantalone talmente largo da sembrare una gonna). Giunto alla destinazione prescelta, fermatosi sotto la pedana in legno rialzato che fa da corridoio per entrare nella struttura, dando le spalle a quest’ultima va a sedersi su di essa incrociando le gambe alla stessa maniera di quando medita; gli occhi ambrati si posano sul mastodontico albero centrale che sovrasta tutto ciò che gli sta attorno e nello stesso momento, un sorriso pacato compare sul volto abbronzato e cosparso di lentiggini del Senjuu.

22:33 Kento:
  [Pressi dojo] Inspira. Espira. Inspira. Espira. Le spalle si sollevano, il petto si gonfia .. .. la mente però, è ancora lì, nel cortile dell'accademia. Chiude gli occhi per qualche istante, per poi muovere verso l'entrata della struttura. Non è difficile poter notare il mastodontico albero che fa da cornice al dojo: un vero e proprio richiamo al clan, quello. < Kashhh .. > la linea della voce scema improvvisamente. Sembra aver cambiato idea. Magari qualcuno, stava dormando(?). < e' un dojo .. chi vuoi che dorma in un dojo??! > borbotta, mordendosi il labbro inferiore < Kashirama .. > chiama, cercando di non esagerare, di tenere un volume tanto basso, da non disturbare nessuno, ma abbastanza alto, da farsii udire, nel caso vi fosse qualcuno, lì dietro. La porticina di legno è lì, ad un metro di distanza: gli serve fare solo un passo in più. < Ahhh .. o la va o la spacca .. > mormora, dandoci un taglio netto < Kashirama .. permesso .. (?) > La voce non è molto convinta, ma il corpicino appena fanciullesco, si fa avanti ugualmente, sorpassando in parte, l'uscio. [ TOC TOC ] Si toglie i calzari con estrema calma, afferrandoli uno alla volta, lasciandoli fuori l'entrata. < Hishhhh > mugugna < .. è freddo > aggiunge, seguendo il cortile pietroso. Dall'alto sono ben quattro, gli occhi che vegliano - per così dire - su di lui. Non lo hanno fermato. Forse, sanno già chi sia? < Kashira .. > ed eccolo lì, seduto e beato sul porticato. Ci fa rima e c'è. La schiena si incurva, le braccia si distendono lungo i fianchi .. < Scusami se sono entrato così .. io .. >

22:44 Kashirama:
  [Dojo Senjuu] La tranquillità e il silenzio che circonda il giovane Senjuu viene disturbata quando dei rumori provenienti da oltre la recinzione di legno sferzano l’aria giungendo fino alle orecchie attente del moro; sebbene non molto vicino alla sua posizione, non è difficile udire il movimento della porta (anch’essa legnosa) che fa da ingresso al dojo, a quest’ora oltre a lui e a qualche sentinella di turno non c’è praticamente nessuno. Con un piccolo sospiro che gli fuoriesce dalle labbra, Kashirama volta il viso in direzione della fonte del rumore che ha importunato la sua quiete mentale e lo sguardo lievemente sgranato dallo stupore si posa sulla figura più minuta di Kento. La voce di quest’ultimo scuote il moro dal torpore che gli si era creato addosso; scrollando quindi di poco le spalle e raddrizzando la schiena con eleganza, Kashirama ascolta le parole intimorite dell’altro per poi replicare con gentilezza < Ah, Kusanagi… ci rivediamo allora… anche se ammetto non mi aspettavo di rincontrarti così presto e soprattutto così tardi. > una breve pausa permette al Senjuu di accogliere il ragazzino con un sorriso sincero < Sei fortunato che abbia fatto tardi oggi, stavo per tornare a casa a fare una bella dormita… cosa ci fai qua? >

22:51 Kento:
  [Dojo Senjuu] La schiena si raddrizza e sebbene volesse concedere al suo interlocutore un piccolo sorriso, esso sembra come morire ancor prima del tempo < Sono inopportuno, mi spiace. Dovevo immaginare che l'ora fosse troppo tarda ma .. > prende fiato, cercando nella sua testolina, le parole giuste < .. non ho una scusa migliore > recita poi, sollevando le spalle. < In realtà, io credo di essere venuto quì per trovare conforto e risposte > ammette. < Oggi ho svolto - credo - l'ultima lezione: quella pratica > gli rivela, facendo scivolare la mano sui capelli < Uno scontro con un mio compagno > Il pezzo di stoffa che gli nasconde parte del viso scivola improvvisamente al di sotto delle narici. Rapido quindi, è il movimento della mano a porre rimedio. < Credo di aver fatto qualcosa che .. .. > ci pensa il giovane deshi. Vuole utilizzare la parola giusta, vuole essere onesto con Kashirama < .. il fatto è che da una parte, volevo vincere, volevo vincere per me, per dimostrare a me stesso che potevo farcela. Dall'altra, non volevo tornare da mio padre con l'umiliazione della sconfitta. Però io .. ecco .. > no .. non riesce a dirlo ..

23:08 Kashirama:
  [Dojo Senjuu] Gli occhi color dell’oro rimangono attenti e fissi sulla figura del Kusanagi del quale, sebbene leggermente in ombra, riesce a cogliere ogni singolo e piccolo movimento del corpo, tra cui in particolare la postura, la quale continua ad evidenziare al Senjuu come quel giovane deshi mascherato sia ancora in una sorta di conflitto con se stesso, ma soprattutto con la sua mente. < Mhm… > un lieve mugugno da parte di Kashirama accompagna il tentativo di spiegazione di Kento che prosegue a parlare con incertezza, facendo pause nel bel mezzo del breve racconto e rendendo quest’ultimo leggermente difficoltoso da comprendere, cosa dopo ore passate in mezzo ad esseri umani pieni di energie pressoché illimitate, fa sentire maggiormente la stanchezza sulle spalle del Senjuu. Nonostante ciò, quest’ultimo tenterebbe di mantenere un approccio cordiale con il suo interlocutore più giovane e, per poterlo mettere a suo agio, andrebbe a replicare < Figurati…oramai sei arrivato e di certo non sarò io a cacciarti… > sollevando il braccio destro la cui mano era poggiata sulla rispettiva coscia e allungandolo di poco verso il posto accanto a lui, batte con leggerezza il palmo della destra sul pavimento legnoso dicendo < Rilassati e vieni a sederti qui… non c’è nulla da temere. Sarò di parte, ma questo è il posto migliore per schiarirsi la mente > prima di continuare a parlare Kashirama attenderebbe che Kento si sia sistemato al suo fianco e, dopo aver finito di ascoltare l’altro risponderebbe mantenendo un tono di voce piatto e pacato < Mi hai praticamente preso come guida spirituale? > una leggera risata lascia la bocca del moro che, spostando nuovamente lo sguardo sul maestoso albero, riprenderebbe < Respira Kusanagi, nessuno ti giudicherà. Se sei venuto qui è perché ritieni che sarai in grado di trovare risposte che potrebbero esserti utili, ma di sicuro non le riceverai se non ti spieghi con chiarezza… va bene? > il Senjuu così dicendo esorta il ragazzino ad esporre con maggiore precisione la situazione che gli è accaduta qualche ora prima, senza però mai mettere fretta a quest’ultimo.

23:19 Kento:
  [Dojo Senjuu] Prende un lungo respiro. Poi, si muove, avvicinandosi alla veranda, accomodandosi accanto al cugino. Si volta. Gli occhi del giovane, puntano direttamente quelli dell'interlocutore: profondi, sinceri .. quasi bagnati da una riga di rugiada < Oggi mi sono battuto per la prima volta > racconta. La lingua scivola delicatamente dalle labbra, adagiandosi su di esse per qualche secondo < Credevo di non aver possibilità di vittoria. Io .. io pensavo che il risultato fosse scontato che non .. > chiude gli occhi. Li strizza come se stesse asciugando una maglietta zuppa. < Ho vinto. Almeno .. almeno io credo. Il mio avversario è rimasto a terra ed io .. si: credo di aver prevalso. ma .. > deglutisce < .. ho utilizzato una scorrettezza per farlo. Non proprio una scorrettezza, un mezzo non propriamente onorevole .. ecco .. > il Kusanagi sembra parlare quasi da solo. Si accusa di mancanza d'onore, per poi trovar scuse per quel comportamento: tutto da solo. < Volevo vincere e per farlo, ho colpito il mio rivale dove non batte il sole. Ecco. L'ho detto!! > Non sembra nemmeno respirare, nell'ammettere ciò che ha fatto. < Ciò che è peggio, è che probabilmente - per vincere - sarei pronto a rifarlo. D'altronde, ci si allena per difendere la vita altrui .. giusto?! Chi resta in piedi è il buono .. giusto?! > Confusione. Molta, molta confusione.

23:45 Kashirama:
  [Dojo Senjuu] Le parole che scorrono dalle labbra di Kusanagi raggiungono celermente le orecchie del Senjuu che per mostrare all’altro di star prestandogli attenzione, sebbene lo sguardo sia rivolto verso il giardino, scuote brevemente in maniera affermativa il capo lasciando che i ciuffi di capelli più corti gli cadano davanti al volto fino all’altezza degli zigomi. Un soffio di venticello più forte degli altri colpisce le due figure e di conseguenza un piccolo brivido percorre la spina dorsale del moro che, portandosi le mani al petto, afferra i lembi dell’haori che indossa per avvicinarli maggiormente tra di loro e chiudere meglio l’indumento. < E’ una cosa positiva che tu abbia avuto la dimostrazione che sei in grado di vincere no? > gli chiede con fare garbato, mantenendo lo sguardo fisso verso l’esterno < Sebbene tu non sia partito da subito mentalmente forte, durante la prova avrai avuto un attimo in cui ti sei deciso di potercela fare… e di conseguenza ciò ti ha portato a vincere ho ragione? > la domanda posta dal moro è retorica, lui sa di non avere torto perché è quasi sicuro di aver capito o almeno orami analizzato a fondo il ragazzino che si trova accanto < Beh, se l’istruttore che vi supervisionava ti ha proclamato vincitore non vedo motivo per cui tu debba ancora esserne dubbioso… > quest’ultima frase viene pronunciata come un mormorio, ma nonostante ciò il tono di voce non è troppo basso da non essere udito da Kento. Quando quest’ultimo inizia a spiegare il metodo con cui è riuscito a prevalere sul suo compagno-avversario, le sopracciglia brune del Senjuu scattano verso l’alto repentine e, arrivati al momento in cui il suo interlocutore rivela la sua mossa vincente, dalle labbra di Kashirama fuoriesce una risata fragorosa che risuona per tutto l’ambiente circostante ormai non più silenzioso. < Complimenti! Quella sì che è inaspettata! HAHAHA! > qualche lacrimuccia si fa presente sulle ciglia lunghe del ragazzo più grande che, cercando di riassumere un minimo di contegno, dopo aver passato sulle palpebre il dorso della mano sinistra, tossisce leggermente. All’udire l’incertezza nelle ultime parole del Kusanagi, l’espressione del Senjuu ritorna seria, nessuna traccia di risata è più visibile < Durante un combattimento non c’è onorevole o scorretto… > inizia quindi a spiegare con tono caldo e rassicurante < Magari puoi pensare che in allenamento possa esserci qualcosa del genere, ma no. Una prova non è nient’altro che la simulazione di ciò che potrebbe capitarti al di fuori, capisci? Potresti incontrare chiunque… una persona disposta a tutto per avere la meglio su di te e tu non puoi di certo farti venire i dubbi su ciò che puoi o non puoi fare solo perché onorevole. > un sospiro profondo scuote il corpo del giovane che continua con voce più seriosa < Quando combatti non esiste più giusto o sbagliato. Non per forza lo fai per difendere le vite altrui o la tua stessa vita… magari per portare a termine una missione devi sopraffare qualcuno che ti trovi davanti… di conseguenza non c’è nemmeno giusto o sbagliato, buono o cattivo… diciamo che sono tutti dei costrutti sociali per giustificare le proprie azioni…> conclude quindi pensieroso passandosi la mano destra tra i lunghi capelli.

23:58 Kento:
  [Dojo Senjuu] La fragorosa risata del cugino in qualche modo, sembra spezzare l'ambiente serio e teso, non chè, il nervosismo dello stesso ragazzino. Sorride, o quantomeno, sembra che stia sorridendo, da sotto il velo di tela, che gli copre metà del volto. < Kashirama .. > sillaba tornando serio < .. sento che qualcosa in me è cambiato .. > aggiunge, stringendo i pugni < .. sento come .. come se ciò che ho avuto sin ora, non mi basti più. Voglio di più! > ammette con durezza. Forse caparbietà, o forse, ha trovato in se stesso, davvero la forza per raggiungere i suoi obbiettivi < Questo un pò mi spaventa. Ho timore di perdermi, di diventare qualcuno che non voglio essere: ho paura che un giorno .. > piccola pausa < .. desidererò qualcosa che non posso avere o peggio, che non dovrei avere > argomenta, arricciando il naso < però si, hai ragione: sono contento di questa vittoria anche se - se devo essere sincero - il maestro non mi ha mai davvero sancito come il vicnitore. Shiba è rimasto semplicemente a terra e .. > Si gratta la tempia, cercando di riesumare quei momenti nella sua testa < Sai .. ieri mi è capitato di pensare al clan .. ai Senjuu. Mi è capitato di immaginarmi quì, con te, con voi. Un Senjuu .. .. sarebbe un onore > ammette, fantasticando < So che non funziona così. So che forse .. forse io sono uno di quelli a cui i kami non hanno baciato con questa benedizione ma .. sperare, non costa nulla: giusto?! >

00:17 Kashirama:
  [Dojo Senjuu] Le gambe incrociate sono ormai intorpidite dalla posizione tenuta a lungo e dunque, sentendole pesanti per la lunga giornata appena trascorsa, il giovane Senjuu le distende verso l’esterno sollevando prima la destra e poi la sinistra, lasciando che i piedi nudi fuoriescano dalla pavimentazione legnosa su cui i due sono seduti. Al sentire il proprio nome pronunciato dall’altra figura, Kashirama volta il capo di quei pochi gradi necessari ad osservare il più giovane dei due con la coda dell’occhio; gli estremi della bocca del moro si sollevano impercettibilmente ed un piccolo sorriso di approvazione si stampa dolcemente sul volto di quest’ultimo. < Mi fa piacere sentirtelo dire… pensavo avresti impiegato più tempo, anche se credo che ciò che senti sia solo la cima di una piccola pianta di cui bisogna scoprire tutto il tronco… > ovviamente ricollegarsi al mondo floreale è cosa piuttosto abituale per Kashirama che, ruotando il busto in modo tale da essere quasi totalmente rivolto verso il più piccolo continua < Spero che stia capendo come tu non possa lasciare agli altri la possibilità di scegliere per te… ciò che dici di provare è tuo, tuo soltanto ed è l’unica cosa che ti spingerà davvero a dare sempre il meglio e ad andare avanti… non qualcosa che ti è stato imposto da altre persone. > la frase è senza alcun dubbio riferita al padre del Kusanagi: figura che seppur non conosciuta dal Senjuu, di certo non era visto di buon occhio dal moro. < Il timore è presente in tutti noi Kusanagi, nessuno ne è privo. C’è chi lo percepisce in maniera più intensa e chi riesce a celarlo meglio… poi ci sono quelli che lo usano come ulteriore motivazione per superare i propri limiti ed è questo che devi stamparti in testa… non farti fermare dai dubbi o dalle paure, insegui ciò che desideri e anche se credi che tu non possa o non debba ottenerlo, fregatene e vai avanti. > un colpo di tosse interrompe il simil-sermone del Senjuu, dandogli il tempo necessario di immagazzinare le ultime informazioni che Kusanagi enuncia e permettendogli di prendere un attimo di fiato < Beh, se il tuo desiderio è quello di stare tra di noi non vedo cosa possa fermarti. Potresti parlare con il capoclan o con altri membri e se dovessi divenirne parte il mokuton, se presente, si scoprirà col tempo… non c’è fretta… e come ti ho già detto, anche se tu non dovessi avercela, saresti sempre parte del clan, mai escluso. > l'ultima frase è accompagnata da un sorriso gentile che rilassa i lineamenti provati del ragazzo con le lentiggini.

00:25 Kento:
  [Dojo Senjuu] Annuisce silenziosamente, ascoltando ogni singola parola del parente. Un parente un pò alla lontana ma .. pur sempre parente. < Non lo farò > dice, muovendo la testolina, in forma di assenso. < D'ora in poi sarò io a decidere cosa sia meglio per me stesso, sarò a decidere quale strada percorre e ecome: troverò il mio percorso passo dopo passo. > aggiunge, con voce convinta. < Ti ringrazio: come al solito, parlare con te mi è stato di grande aiuto eeeeee si .. .. sei un pò come la voce della mia coscienza. Come un fratellone più grande. > gli rivela, alzandosi in piedi. Gli sorride. Sebbene quel sorriso sia smorzato dal piccolo fazzoletto di tela, non dovrebbe essere un problema per il Senjuu, accorgersi della sua presenza, nel viso del Kusanagi. < Ora è arrivato il momento di andare: mamma sarà molto in pensiero ormai. Grazie per tutto Kashirama .. dico davvero! > aggiunge, eseguendo un piccolo inchino, muovendosi poi, verso la porta < Non mi scorderò della tua gentilezza: è una promessa! > Queste sono le ultime parole che dice, prima di varcare l'uscio, prendere le scarpe ancora adagiate a terra e filare via verso casa. [ FINE ]

00:43 Kashirama:
  [Dojo Senjuu] Il Senjuu osserva con curiosità il suo interlocutore, gli occhi ambrati sono acuti e fissi sulla figura più minuta seguendo i movimenti di quest’ultima, mentre le parole che percorrono l’aria fresca della notte raccolgono l’interesse del moro. Il maggiore dei due ascolta l’altro annuendo e mantenendo lo sbieco sorriso, un senso di forse già orgoglio nei confronti di quel ragazzino si fa strada nell’animo del Senjuu che non proferisce parola fino a quando non si sente chiamare in causa dal giovincello < Figurati Kusanagi… mai avessi bisogno anche solo di parlare sai dove trovarmi, va bene? > la domanda non richiede risposta, è anzi una proposta, un’offerta per Kento che pare stia iniziando a lasciarsi alle spalle quell’aria di smarrimento che lo ha caratterizzato fino a poco prima. All’udire la parola ‘fratellone’, il sorriso di prima si amplia di qualche centimetro, le labbra si separano lasciando fuoriuscire una piccola risata melodiosa: ormai si è abituato a assumere la parte del fratello maggiore di parecchi bambini del clan, di certo un ragazzino in più non farà la differenza, soprattutto se quel ragazzino è il Kusanagi che sembra abbia ancora necessità di un supporto esterno, sebbene la momentanea sicurezza acquisita. < Vai a casa e fai una bella dormita, ci si vede in giro >. Con queste ultime parole il Sanjuu saluterebbe quindi Kento e, dopo aver osservato la figura di quest’ultimo allontanarsi dall’edificio ed uscire dalla proprietà del clan, andrebbe a rimettersi in piedi per poi ripercorrere al contrario la strada da cui era passato ore prima; varcato anch’egli il portone del dojo e fatto un cenno di saluto alle poche sentinelle probabilmente stanche quanto lui, inizierebbe così a dirigersi verso l’abitazione degli zii, impaziente di riabbracciare il letto. [END]

Kashirama è a tutti gli effetti la guida spirituale, coscienza e grillo parlante di Kento... anzi ne è ormai il big brother. Il dojo Senjuu alla sera tarda porta sempre ottimi consigli: luogo altamente consigliato.