Kusanagi datti una svegliata
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Giocata del 02/03/2022 dalle 18:51 alle 20:30 nella chat "Quartiere dello Spettacolo"
[Qu. Spettacolo | Chiosco | Bancone] Quartiere dello spettacolo. Chiosco. Fuori ancora piove e sebbene la tormenta che imperversava qualche ora fa si sia più o meno attenuata, sulla foglia, cade ancora della fastidiosissima pioggia. Il Kusanagi si trova all'interno di uno dei chioschetti presenti, seduto davanti al bancone. Solo, ovviamente. In accademia non sembra esser riuscito a fare amicizia con nessuno in particolare sebbene il suo carattere si delinei mite e accondiscendente. Forse troppo. Magari, è quello il problema. Ci sta pensando su il ragazzino o, quantomeno, sembra proprio che stia riflettendo su qualcosa. Davanti a se, c'è una mega porzione di Ramen alla carne e verdure, con polpette e uova. Veste con la sua solita maglietta nera a maniche lunghe e collo alto, un paio di pantaloni piuttosto anonimi, un paio di guanti alle mani, calzari ninja e la giacca smanicata di quel colore grigiastro, ove il simbolo della famiglia, viene fieramente esposto al pubblico. Il colletto della maglia è stranamente tirato giù, arrotolato all'altezza del collo. Raro vederlo privato di quel pezzo di stoffa in viso, ma in casi come questi, gli è impossibile fare altrimenti. Ciondolante - al fianco destro - v'è la maschera appartenuta al nonnino caro: oggetto che non abbandona mai. Un oggetto che in questi ultimi giorni, gli ha creato non pochi grattacapi. Non ha armi con se, di nessun tipo. Se ne sta lì, completamente solo, con la testolina che poggia sulle mani e lo sguardo perso nel vuoto. < He??! > mormora poi, preso in contropiede, quando l'oste, gli suggerisce di cominciare a mangiare, per evitare che il ramen si freddi < A .. avete ragione .. grazie > risponde, scuotendo il capo, afferrando le bacchette. [Chiosco] La pioggia cade incessantemente su Kagegakure: il ticchettio delle pesanti gocce risuona nell’aria circostante, mentre qualche lampo illumina da lontano il cielo ormai scuro coperto dalle fitte nubi cariche di acqua. I rumori creati da quest’ultima e dai tuoni arrivano in maniera ovattata alle orecchie del giovane Senjuu coperte dal vetro del locale in cui si trova. Proprio questa sera di un mese quasi primaverile, il ragazzo ha ritenuto necessario prendersi un paio di ore libere per rilassarsi lontano dal dojo del clan e da tutti quei i bambini che da qualche giorno a quella parte hanno iniziato a seguirlo ovunque…quasi addirittura in bagno. Per quel breve periodo di relax il moro ha deciso di dirigersi fino al quartiere più in voga di Kagegakukre e trovare un posto a sedere al coperto in una delle tante moderne locande per poter sorseggiare un buon thè caldo. Poiché la temperatura non permette ancora di indossare indumenti più leggeri, Kashirama per l’uscita odierna ha optato di coprirsi con abiti ancora invernali, ma abbastanza differenti ai suoi soliti capi tradizionali. Ai piedi indossa dei semplici stivaletti in pelle marrone allacciate con curo all’altezza delle caviglie, le gambe allungate sotto il tavolo sono fasciate da dei pantaloni neri come la pece ricchi di tasche all’altezza delle cosce mentre il busto è coperto da una maglia bianca di lana a maniche lunghe il cui colletto arriva poco sotto il mento del Senjuu; il tutto è ulteriormente protetto da un soprabito beige che, tenuto aperto, è appoggiato elegantemente sulle spalle. I capelli scuri e lunghi un poco ondulati e leggermente bagnati sono lasciati sciolti con noncuranza e davanti agli occhi del color dell’oro, poggiati sul naso con precisione, si possono notare un paio di occhiali da vista con la montatura in metallo grigio. In attesa della sua ordinazione, un semplice thè verde aromatizzato all’arancia, Kashirama si permette di spostare lo sguardo dall’esterno del locale al suo interno fino a che le pupille scure non si puntano sulla figura di un giovincello che, seduto al bancone, sta per immergere la faccia in una ciotola di ramen e, alla vista di quella pietanza fumante, un sorriso divertito si stampa sul volto abbronzato del ragazzo che con tono profondo, ma pacato tenta di catturare l’attenzione dell’altro < Ehi ragazzo! > [https://i.pinimg.com/564x/1c/fa/01/1cfa01833c59107f6ed3b91618df4bbc.jpg] [Qu. Spettacolo | Chiosco | Bancone] La punta delle bacchette si immerge all'interno della ciotola, afferrando in maniera elastica una manciata di vermicielli bordolosi. Sono caldi .. bollenti, ma il profumo che emanano è delizioso. Il musetto del ragazzo è di quelli che non vede l'ora di papparsi quella delizia quando .. .. < Hu??! > mugugna, roteando appena il capo, per poi fermare il braccio destro proprio .. innanzi alla bocca ormai aperta < He .. hey .. > sillaba, posando i vermicielli nella ciotola, voltandosi - ora completamente - in direzione dello sconosciuto < .. .. > Arrossisce. Non sembra riuscire a dire nulla. < Come state? > gli chiede, eseguendo un piccolo cenno di rispetto con la testa, chinandola appena verso il basso. < Siete quì per mangiare' > gli domanda, puntando poi gli occhietti in direzione del posto vuoto accanto a lui < Vi volete sedere? > aggiunge, visibilmente imbarazzato. Il fatto che non sia un gran intrattenitore è ormai palese, come del resto, anche che è facile all'imbarazzo. Ma ha anche dei difetti. [Chiosco] Gli occhi del Senjuu non si staccano dalla figura del Kusanagi fino al momento in cui davanti a lui, appoggiata sul tavolino, non gli viene presentata la tazza fumante di thè verde un cameriere decisamente più giovane di Kashirama al quale quest’ultimo indirizza un sorriso leggero ed un semplice < Grazie mille >. La mano destra, precedentemente ferma sul tessuto nero che copre la coscia del giovane, emerge da sotto il tavolino e raggiunge la ceramica bianca dipinta con fiori di ciliegio che contiene il liquido estremamente caldo; alla vista di quel motivo floreale il moro annuisce impercettibile, contento e leggermente stupito che una tazza così carina possa essere finita proprio a lui. Le dita affusolate ed eleganti di conseguenza si allungano verso l’impugnatura e, dopo averla afferrata con un presa salda, il Senjuu accompagnerebbe la tazza alle labbra e, dopo aver soffiato cautamente sul contenuto, andrebbe a sollevare il fondo del contenitore per sorseggiare tranquillo la bevanda. Riposata la ceramica sul suo piattino, riportea nuovamente l’attenzione a Kento nel momento in cui quest’ultimo gli rivolge la parola insicuro < Perché dovrei alzarmi io che sono comodo qui seduto… > il tono può apparire totalmente serio e forse anche un po’ scontroso, ma subito questo dubbio viene risolto appena una risata leggera e divertita risuona nella gola del moro il quale continua a parlare < Dai, porta quella ciotola di ramen qua e vieni a gustartela vicino alla vetrata… almeno puoi vedere il paesaggio fuori! > il tono tornato cordiale riecheggia nell’aria del locale poco affollato e di fatti il Senjuu conscio di quest’ultimo fatto aumenta di un poco la tonalità della voce in modo da farsi sentire chiaramente dal Kusanagi rispondendogli < Sono qui a bere del thè, stai tranquillo che non mangerò né il tuo ramen né te! > scherza così mantenendo sempre quel sorriso pacato che lo contraddistingue in attesa di risposta. [Qu. Spettacolo | Chiosco | Bancone] Quella prima risposta lo pietrifica < HU! > mugugna, raddrizzando la schiena. Non ha tutti i torti il Senjuu, dopo tutto. deglutisce, guardandosi attorno. Un locale piuttosto piccolo quello, ma che sa essere comunque accogliente. < Siete sicuro che non vi disturbo? > domanda, mordendosi il labbro inferiore. Decide dunque di accettare la cotro proposta del genin, sollevando il sedere dallo sgabello, rivolgendo lo sguardo, proprio verso lo sconosciuto. Con passo cadenzato è lì che si dirige, stando ben attento a non far cadere nulla, dalla ciotola < Spero di riuscire a no .. .. > detto fatto [ SPLASH! ] il solito combina guai < Mi dispiace .. mi dispiace .. mi dispiace > dice, rivolgendosi all'oste, appoggiando la ciotola sul primo ripiano utile, tentando di porre rimedio al danno. < Avete un panno con cui possa pulire?? > domanda al proprietario, con tono preoccupato < Ci penso i .. > non fa in tempo a completare la frase, che una ragazza si adopera a compiere ciò che - probabilmente, sarebbe spettato fare a lui < g .. grazie > sillaba visibilmente imbarazzato, tornando ad afferrare la ciotola, raggiungendo - in fine - il Senjuu. L'imbarazzo del kusanagi è evidente. Il capo chino. Se avesse delle orecchie da gatto, sarebbero di certo basse. < Avrei dovuto fare più attenzione > dice, mordendosi il labbro inferiore, puntando poi lo sguardo su Kashirama < Scusatemi, non mi sono presentato: io sono Kusanagi > [Chiosco] < Figurati, mi avessi dato fastidio non ti avrei rivolto nemmeno la parola no? > risponde tranquillo alla domanda del suo interlocutore a cui poi, osservandolo curioso mentre si destreggia con quella ciotola di ramen che tiene tra le mani, esclama sincero < E per favore non essere così formale, non sono mica così anziano! > le labbra vengono successivamente pressate tra di loro nel mentre che gli estremi di queste ultime si sollevano un minimo a formare un’espressione rassicurante. < Cerca di fare atten- > neanche il tempo di finire la frase che il Kusanagi, decisamente impacciato, rovescia tutto quel ben di dio che era probabilmente la sua cena… corrugando la fronte e sollevando le sopracciglia con aria preoccupata il Senjuu si solleva lievemente dalla sedia per assumere una posizione più eretta con il busto sporto verso il centro del tavolino vicino a cui sta e di conseguenza in direzione del pasticcio che il ragazzino ha appena combinato. Rimessosi a sedere in maniera più composta (schiena e busto diritti appoggiati allo schienale di legno, gambe accavallate con la destra portata sopra la sinistra), Kashirama avvicina la mano mancina al suo capo per poi passare le dita allungate tra i capelli leggermente mossi e rivolgendosi al suo interlocutore ridacchia scuotendo la testa da destra verso sinistra < Lascia perdere che potresti fare altri danni > dopo una breve pausa volta quindi il viso verso un cameriere lì vicino e gli pone una domanda con fare gentile < Potrebbe portare un’altra ciotola di ramen per favore? Stavolta qua al tavolo così magari non viene rovesciata di nuovo > una risatina segue le parole un poco derisorie del Senjuu che ha deciso di assumere nuovamente i panni del buon samaritano e di regalare letteralmente un pasto a quello sconosciuto che si è appena presentato < Non abbatterti così tanto… sono cose che capitano > il volto abbronzato e sereno del moro viene indirizzato al ragazzino a cui il Senjuu si presenta a sua volta < Piacere Kusanagi, sono Kashirama… > e dopo aver scrutato con attenzione da capo a piedi l’altro, notando l’abbigliamento e la maschera legata al fianco di Kento continuerebbe < se sei un ninja sei un po’ goffo non credi? Da dove vieni? > ovviamente la frase non è da prendere come un’offesa, ma più come una semplice constatazione.
Giocata dal 02/03/2022 22:03 al 03/03/2022 00:04 nella chat "Quartiere dello Spettacolo"
Mantenendo sempre il contatto visivo con il suo interlocutore, il Senjuu osserva il modo di fare della figura innanzi a lui: i movimenti impacciati, la schiena leggermente ricurva con ciascuno dei bracci appoggiati sulle rispettive gambe e le parole quasi balbettate con incertezza… tutto di quel giovinetto sottolinea l’insicurezza che molto probabilmente la fa padrona nel carattere di Kento. < Suvvia non è nulla di che, non puoi mica tornare a casa a stomaco vuoto no? > risponde al precedente ringraziamento con una lieve alzata di spalle le quali vengono contemporaneamente sollevate ripetutamente dal basso verso l’alto ad indicare la piccolezza del gesto gentile appena compiuto. Ascoltando le successive parole del deshi, al sentire il proprio nome associato alla madre dell’altro, lo scuro sopracciglio destro del moro si innalza andando a creare un arco perfetto; allo stesso tempo le palpebre si abbassano leggermente sugli occhi per assottigliare lo sguardo puntato sull’altra figura < E come fai a sapere che tua madre ha sentito parlare di me? > la voce è effettivamente inquisitoria seppur cercando di mantenere un minimo cordialità, tuttavia non si può dare torto a Kashirama quando un ragazzino sconosciuto gli dice che sua madre ha sentito parlare di lui… A tranquillizzare lievemente il ragazzo più grande ci pensa la frase seguente del giovincello a cui, con fare più rassicurato e rassicurante, il Senjuu replica dopo aver sorseggiato un altro po’ di thè e dopo aver posato la tazza quasi vuota sul tavolo < Yuniko… ho sentito il suo nome qualche volta pronunciato da mia zia, non l’ho mai incontrata di persona però… > facendo una leggera pausa il moro inclina di qualche grado il capo verso destra mantenendo gli occhi fermi sul volto di Kento < quindi sei un Senjuu anche tu? Non ti ho mai visto al dojo del clan… > un sorriso gentile rilassa le fattezza di Kashirama che con un volto decisamente più disteso annuisce alla spiegazione piuttosto dettagliata dall’allievo < Beh, buona fortuna per l’esame allora! Però ti consiglio di cercare di essere un po’ più sicuro di te stesso, da quello che sto vedendo non mi sembri molto certo del tuo essere in generale… non dico che tu debba fare lo sbruffone, ma semplicemente essere conscio nella tua mente e nel tuo animo di ciò che puoi fare… capisci ciò che intendo? > il tono di voce usato questa volta è decisamente più cordiale di prima, quasi come a cercare di spronare con gentilezza l’altro. Per quanto riguarda la questione del padre e della madre di Kusanagi, Kashirama decide di sorvolare e non prestare troppo attenzione alla vicende familiari del più piccolo pur rispondendogli con affabilità < Figurati, non è la prima volta che sento storie altrui >. Nel momento in cui il suo interlocutore gli pone l’ultima domanda, il petto del Senjuu si espande impercettibilmente con mesta fierezza < possiamo dire che sia uno shinobi sì… anche se non mi definirei un vero e proprio shinobi o uno ‘normale’ > ridacchiando il moro porta la mano destra nuovamente alla tazza di thè per poi accompagnarla alle labbra e bere con lentezza gli ultimi sorsi rimasti della bevanda. [Chiosco | Tavolo] < Mamma è sempre stata innamorata di papà. Per lui ha fatto di tutto, ha lasciato il suo lavoro, la sua famiglia e .. > inspira appena, sollevando le spalle < Immagino che sia stata dura per lei ma, ha fatto una scelta .. no?! > una domanda retorica, la sua .. è chiaro. < Non sono membro del clan Senju. papà mi ha detto che se l'innata non si è palesata a questa età, significa che non c'è nulla da fare. Per mio padre, sarebbe stata una disdetta, avrebbe perso tutto ciò per cui ha lottato. Io sono quì per ridar lustro ai Kusanagi e .. > prende fiato, incurvando la schiena, come se quel peso, lo stesse provando, lì .. proprio in quel momento. < Mi ha detto che noi Kusanagi, eravamo esperti nelle arti del corpo a corpo. Mi ha fatto allenare molto, in quel senso. Però io .. io .. > si morde il labbro. < Certo, lo so. Capisco. Dovrei essere più sicuro. Vorrei essere la persona che mio padre si aspetta io sia ma .. forse, non sono quella persona. Ho provato a parlare con mamma, ma lei sembra sfuggente > Intanto, la seconda ciotola di ramen gli viene servita < Grazie mille .. sono desolato > dice, alla cameriera, chinando mil capo, costernato. < Non ho mai incontrato altri membri del clan di mia madre, ne conosco - se non in via del tutto teorica - le potenzialità dei Senjuu. Possedere quel ptere sarebbe fantastico ma .. .. > deglutisce, chinando la testa, di nuovo < .. sarebbe una gran delusione per mio padre. Sarebbe la morte definitiva dei suoi sogni > racconta, puntando gli occhietti in direzione del mezzo parente < In che senso, non sei un Senjuu normale? Sei come me? > domanda, or curioso. Sebbene il Senjuu non stia più guardando in faccia l’interlocutore, le sue orecchie odono ogni singola parola del deshi, ogni singola incertezza che fuoriesce dalle labbra del giovane e la spiegazione della lunga storia fatta breve che quest’ultimo da loro ‘in pasto’… le palpebre del moro si socchiudono nuovamente, pensieroso il ragazzo di Konoha scuote la testa mentre lo sguardo viene posato sulle venature del tavolino di legno che si intersecano tra di loro andando a formare un motivo quasi ipnotico. I lunghi capelli vengono scossi sulle spalle da destra a sinistra dal movimento delicato e quasi affranto del capo < Perciò tua madre ha lasciato il clan per stare con suo marito… capito… ma a quanto pare non è la prima volta che succede > sebbene l’espressione non sia più così rassicurante come è solita essere, il tono del giovane è modulato in modo tale da mantenere una certa parvenza < Pare che tutte le vostre vite siano dettate dalla volontà di tuo padre… e in particolare la tua, giusto? > un flebile sbuffo lascia le labbra sottili e intiepidite dalla bevanda appena finita: non è la prima volta che sente di persone la cui vita è quasi totalmente controllata da un adulto, che sia un genitore, un parente o qualcun altro… persino lui da giovane aveva assecondato i voleri della nonna e dove l’avevano condotto? Lontano da casa. Sì, in salvo, ma lontano dal suo clan e ciò bisogna ammettere che non ha mai fatto piacere al Senjuu. < Senti un po’ Kusanagi… cos’è che vuoi tu, oltre a finire quella ciotola di ramen senza rovesciarla e a ristorare il clan? > uno sbieco sorriso compare per cercare di smorzare l’atmosfera lievemente pesante che li circonda < Da quello che dici sembra che tu non abbia idea di ciò che desideri e che ti vada bene ciò che tuo padre ti ordina… non hai un sogno tuo anziché perseguire il suo? > l’ultima domanda rimane sospesa nell’aria, pare che il Senjuu abbia altro da dire su quel discorso, ma per ora si limiterà a concentrarsi sulle ultime cose che Kento gli ha posto < Oh no, non in quel senso… semplicemente sono uno shinobi a cui l’idea di uccidere o combattere non fa impazzire… preferisco prima risolvere le questioni con una bella discussione, anche se agitata, piuttosto che passare subito alle mani… al contrario di molti altri che pagherebbero per mettersi subito alla prova contro qualcuno. > un’ennesima alzata di spalle scuote il busto del Senjuu che sospirando tranquillo riprende ad osservare il Kusanagi mangiare. [Chiosco | Tavolo] Le bacchette si immergono nuovamente nella ciotola fumante, afferrando in maniera elegante, i vermicielli bollenti che poi, vengono risucchiati con voracità, dal deshi. Poi, come fosse una pugnalata .. .. quella domanda < che cosa voglio .. > sibila a bassa voce, arricciando le narici. < Non voglio deludere papà. Facendolo, immagino che sarei una delusione anche per la mamma. Lei ha messo da parte la sua vita, affinchè mio padre potesse .. io però .. > deglutisce. Il cuore aumenta vertiginosamente a galoppare, tanto, da sembrargli che gli fosse finito in gola. < Il sogno di mio padre è anche il mio. Vorrei vederlo felice: ha fatto tanto per noi. Anche mio nonno era uno shinobi. Questa .. > dice, slacciandosi la maschera dal fianco < .. era sua. > aggiunge, posandola delicatamente sul tavolo. < Io voglio diventare un ninja. Voglio aiutare il prossimo ma .. .. > inspira profondamente < .. come posso pensare di poter aiutare qualcuno, se non riesco nemmeno ad aiutare la mia famiglia? > Con la testa china, torna sulla sua ciotola di ramen, afferrando - questa volta - una piccola polpetta di carne < Com'è l'esame per diventare Genin? E' molto difficile? Io credo di essere un pò indietro. Forse non sono ancora pronto. Spero di .. > sospira, sbuffando fuori l'aria dai polmoni < Mi piacerebbe tanto visitare il dojo .. sai??! > la avanza in questo modo quella richiesta. Sembra quasi che gli scivoli via, che gli sfugga di mano, come - del resto - gli è sfuggita dalle labbra. L’ora che si è fatta porta il piccolo locale a riempirsi decisamente più di prima di quando i due si erano trovati per caso e il vociare delle persone presenti si confonde con il ticchettio ovattato della pioggia che non ha ancora cessato di cadere copiosamente dal cielo. Le nuvole scure catturano l’interesse del Senjuu il quale sposta di qualche grado gli occhi ambrati per puntarli su quelle masse fluttuanti che paiono al contempo leggere e pesanti; tuttavia il moro non smette di ascoltare il Kusanagi parlare, anzi si potrebbe dire che l’attenzione del più grande tra i due sia raddoppiata rispetto a qualche tempo prima. Delusione da una parte, felicità dall’altra… parole pronunciate effettivamente da un ragazzino che assumono nient’altro che un valore molto infantile e il Senjuu ormai si è messo in testa di farlo capire al suo interlocutore. Le pupille si posano nuovamente sul volto più giovane dell’altro, passando velocemente sui suoi lineamenti < Prima o poi tuo padre verrà deluso a prescindere. Non pensare di riuscire a diventare l’immagine perfetta che tuo padre ha in mente… Tua madre mi sembra essere una persona molto altruista… se ha davvero messo da parte la sua vita per suo marito, se la fatto senza un briciolo di ripensamento e solo per amore, non credo che potrà mai essere delusa da te. Ricorda che l’affetto di una madre per il proprio figlio sarà sempre maggiore di quello provato per qualsiasi altra persona, anche se quest’ultima è il marito… > le parole fluiscono dalle labbra del moro con semplicità e il tono sempre mantenuto pacato è tuttavia serioso < Magari se tu ti rivelassi differente da ciò che tuo padre vuole, potrebbe fare in qualche modo piacere a tua madre… forse lei non vuole che ciò che è successo a lei capiti anche a te… che la tua vita sia dedicata solo per far piacere a qualcun altro, no? > la domanda è retorica, Kashirama non si aspetta una risposta e di certo non la esige, ma anzi decide di proseguire nel suo discorso di ‘illuminazione’ nel mentre che il suo interlocutore posa sul tavolo una maschera ovale bianca dipinta: i motivi neri e rossi che la colorano ipnotizzano in qualche modo il Senjuu che riprende a parlare mantenendo lo sguardo sull’oggetto < Non credo tu possa avere lo stesso medesimo sogno di tuo padre… magari in questo momento credi sia così, però è molto difficile sai? Forse ora si tratta solo della proiezione del suo nella tua mente, facendoti credere che sia anche il tuo o forse sei ancora troppo giovane e non hai ancora capito o cercato per davvero il tuo di sogno. Dici che vuoi aiutare il prossimo, ma se primi non sostieni te stesso sia fisicamente sia mentalmente sarai poco utile. Dici di voler fare felice tuo padre, ma prendi questo esempio: non sei sicuro di riuscire a passare l’esame Genin, speri di esserne in grado, ma non ritieni che un tuo possibile fallimento possa essere già una delusione per tuo padre? > questa volta la domanda è diretta senza giri di parole; il Kusanagi dovrà rispondervi chiaramente < Ogni esame è diverso…lo scoprirai… e per quanto riguarda il dojo, prima chiedi a tua madre oppure anche il solo pensiero di andare lì potrebbe intristire tuo padre? > [Chiosco | Tavolo] Oramai a ciotola vuota, le bacchette vengono posate delicatamente sul tavolo. Lunga l'arringa dello shinobi che cerca di spronare il ragazzino a lottare per se stesso, più che a seguire sogni altrui. < Parlerò con mia madre .. > dice quindi, mordendosi il labbro inferiore < .. in disparte > aggiunge, posando gli occhietti su quelli dell'interlocutore, vedendo la sua stessa immagine, venir riflesa dagli occhialetti. < Credi che sia possibile che l'innata non si sia sbloccata per motivazioni psicologiche? > chiede curioso. Una ipotesi che gli è venuta in mente, in quel preciso momento < Magari, sono io che non ho voluto .. > inspira lui, scompigliandosi i capelli con la mano destra. La gemella intanto, viene impegnata a sollevare il lembo di stoffa della maglia, tirando sul il collo alto sino a raggiungere la narice. Il petto si sgonfia di colpo: sembra quasi sentirsi sollevato ora. Poi, improvvisamente, la linea degli occhietti si assottiglia, la schiena si incurva in avanti e .. < Mi daresti una piccola dimostrazione? > gli domanda, con gli occhi sbrilluccicosi(?). < Non ho mai visto utilizzare quel potere: mia madre, non l'ha mai fatto > Parole che sembrano lasciar interdetto persino lui stesso. Come se - sin ora - non ci avesse mai davvero pensato. Come se, non ci avesse pensato, sapendolo, in realtà, nel fondo del suo cuore. Scuote la testolina, come se volesse spazzar via quei pensieri, tornando rapidamente sul Senjuu < Una piccolissima dimostrazione .. ti prego!! > insiste. Finito il quasi sermone, la schiena si raddrizza appoggiandosi allo schienale della sedia riconsegnando al Senjuu i centimetri di altezza persi dopo che il suo busto si era inclinato in avanti per avvicinarsi all’interlocutore. Alle parole di Kento che seguono il suo discorso, Kashirama annuisce piuttosto soddisfatto, convinto di aver, almeno un minimo, scosso il ragazzino da quell’idea malsana che aveva in testa… sì, malsana in quanto nessuno sarebbe sano di mente nel tentativo di non essere se stessi in tutto e per tutto. La mano destra appoggiata sul freddo legno del tavolo viene sollevata all’altezza del naso per permettere al dito medio di essere premuto sulla montatura degli occhiali e di quindi riposizionarli in equilibrio davanti agli occhi color dell’oro. Alla domanda postagli dal deshi, lo sguardo tornato pacifico del Senjuu si spalanca impercettibilmente e le labbra portate poco verso l’esterno si ‘arricciano’ in un’espressione pensierosa < Mhm… sì, può essere così… il Mokuton richiede sì una grande quantità di chakra e in generale delle capacità decisamente elevate, ma allo stesso tempo esige un’estrema forza mentale… i Senjuu sono collegati alla natura e Lei è tutto fuorché debole. > una sorta di sentimento di reverenza e ammirazione nei confronti della natura stessa può essere percepito dalle ultime parole del moro che, cosa risaputa al dojo, ha una passione sfrenata per essa. < Però di sicuro non è l’unico motivo… ci sono molti membri del clan che non hanno l’arte del legno, quest’ultima pare si sviluppi solo in certi soggetti… ciò nonostante non significa che chi ne è privo non sia un vero Senjuu. Chiunque possieda il nostro sangue è parte fondamentale del clan, nessuno verrà mai escluso se non per motivi estremamente gravi. > le parole sono calcolate attentamente da Kashirama che cerca di spiegare in maniera abbastanza dettagliata uno dei principi del suo clan, ma all’ultima domanda dell’interlocutore, la sua voce viene bloccata da una risatina che proviene direttamente dalla sua gola < Mi dispiace deluderti ragazzino, ma non lo farò… potresti chiedere a tua madre se ce l’ha e lo nasconde oppure se non l’ha mai sviluppato… se vuoi vedere qualcosa fantastico tanto quanto il Mokuton ti basta andare nei boschi che ci sono in giro e osservarli… gli alberi sono la vera forza sai? > [Chiosco | Tavolo] < Capisco > mormora, riferendosi all'innata e al fatto che - è possibile - che la mancata comparsa di abilità in lui, sia dovuto a fattori psicologici. < Mi spiace avertelo chiesto .. > risponde poi, in fine, quando quello spettacolino, gli viene negato < Non volevo mancarti di rispetto. Ho preso questa cosa come fosse un divertimento, un gioco, qualcosa da mostrare come in un piccolo spettacolino. Non avrei dovuto. > ammette, chinando il capo. < Forse un giorno .. o forse no. Sono arrivato quì senza alcun potere, senza alcuna innata. Devo riuscire ad andare avanti anche nel caso in cui non ne fossi davvero in possesso. Parlerò con mia madre. Intanto però .. > aggiunge, serio in volto, tanto quanto nel tono < .. ti ringrazio per le tue parole: mi sei stato di aiuto .. grazie davvero > stilla, prodigandosi in un inchino, una volta balzato in piedi < Ora è arrivato per me, il momento di tornare a casa: mamma sarà in pensiero. Spero di incontrarti di nuovo .. > recita, voltandosi verso la porta < .. cugino! > aggiunge in fine, ruotando il capo, indirizzando verso il senjuu un ultima occhiata e .. bhè si, perchè no .. un ultimo sorriso, prima di tornare a casa. [ FINE ] Una risata fragorosa risuona nell’aria circostante proveniente dalle labbra del Senjuu che, sentendo le scuse del Kusanagi non può fare altro che scoppiare a sogghignare rumorosamente: il volto gli si illumina maggiormente e il volto viene portato di qualche grado all’indietro in un movimento fluido che parte dal mento sollevato verso il soffitto del locale. Concluso di ridere, Kashirama cerca di riassumere un minimo di contegno schiarendosi un paio di volte e leggermente la gola, mentre le dita della mano sinistra, accompagnata agli zigomi abbronzati, portano via con delicatezza qualche stilla d’acqua fuoriuscita dagli occhi per il divertimento < Ma figurati! Non essere così serioso dai! E poi non ti ho mai detto di non avercelo giusto? > nel tempo in cui pronuncia queste parole il moro rivolge un’occhiata divertita al più giovane, cercando di rasserenarlo un po’ < Va’ tranquillo che anche se il clan sembra molto serioso, ci fa piacere che le persone siano interessate… ovviamente un interesse positivo si intende > il sorriso pacifico che caratterizza la persona che è il moro torna a fare la sua comparsa sul volto di quest’ultimo, donandogli nuovamente l’espressione perennemente cordiale < Esatto! Chiunque tu sia, qualsiasi sia il tuo futuro, rimani fedele alla tua persona e soprattutto non fare dettare la tua esistenza da qualcun altro. Non ne vale la pena. La vita è tua e come tale devi condurla. > il buio più intenso che domina il paesaggio esterno al piccolo locale in cui si trovano segnala a Kashirama che l’ora di cena è probabilmente già passata e perciò lui, non avendo ancora mangiato al contrario del suo interlocutore, andrebbe a decidere di rimanere in quella locanda a consumare il pasto; rimanendo quindi seduto osserverebbe la figura altrui alzarsi in posizione eretta ringraziandolo della chiacchierata perciò il Senjuu, sollevando l’avambraccio destro in segno di saluto prenderebbe per ultimo la parola < Il piacere è stato mio Kusanagi… torna a casa e fatti valere! > [END]